Il-Trafiletto
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23/10/14

La conferma viene dal DNA: Elena Ceste è morta.

Il corpo della donna, scomparsa da casa il 24 gennaio scorso, ritrovato nel fiume Tanaro, a pochi km di distanza dalla propria abitazione . Era in avanzato stato di decomposizione.

 Chi non ricorda Elena Ceste, la mamma di quattro figli, moglie di Michele Buoninconti, vigile del fuoco di Alba (Cuneo)? Il suo corpo è stato ritrovato sabato scorso durante la pulitura di alcuni canali di scolo nei pressi del fiume Tanaro, a pochi km di distanza dall'abitazione nella quale abitava col marito e i suoi figli. La certezza è data dal confronto del Dna dello scheletro con quello di Elena Ceste, si tratta proprio del suo corpo. La zona è stata posta sotto sequestro ed è tuttora sorvegliata dai carabinieri del Comando provinciale di Asti, guidati dal tenente colonnello Fabio Federici. I familiari sono stati già avvertiti.              

Si era già avuta una prima certezza dall'arcata dentale che corrispondeva esattamente con quella della donna, la quale fra un paio di giorni avrebbe compiuto 38 anni. Ora non rimane altro che aspettare l’esito dell'autopsia per capire quali possano essere le cause della morte.

Tre sono le ipotesi degli inquirenti: la morte accidentale, la donna potrebbe essere caduta tra i rovi e ha trovato la morte senza poter chiedere aiuto; la seconda ipotesi è quella del suicidio: secondo le dichiarazioni del marito, la donna avrebbe rivelato di essere agitata per una minaccia da parte di alcuni uomini, minaccia probabilmente collegata con i possibili video a luci rosse che la vedevano protagonista; infine la terza ipotesi è quella dell'omicidio. Su questa vicenda incombe però un lato oscuro: durante questi nove mesi quella zona è stata più volte controllata accuratamente, senza mai trovare niente di strano.  

La vicenda – Elena Ceste, sparì nel nulla il 24 gennaio scorso, senza alcun bagaglio, lasciando l'auto in cortile e, il telefono cellulare e la fede in casa. Faceva la casalinga e trascorreva la maggior parte del suo tempo tra le mura domestiche ad occuparsi della famiglia. All’epoca della sparizione, suo marito Michele raccontò che alle 8 del mattino di quel 24 gennaio la donna gli chiese di accompagnare i bambini a scuola perché lei si sentiva male. Al suo ritorno Elena era scomparsa.

18/10/14

Non solo morte anche sdegno | L'epidemia Africana continua lo sterminio di vite e valori umani

Ebola non è soltanto morte e sterminio di vite umane. L’ultima atrocità generata dal virus mortale e quella che ha colpito, non solo le vittime infettate materialmente, quelle che prestano loro soccorso.


Gente comune e non soltanto, l'orrore arriva anche da quelle persone arruolate per fronteggiare l'avanzata di Ebola, tutti quegli operatori sanitari a cui è stato attribuito il gravoso, quanto complesso compito di intercettare le vittime uccise dal virus, raccoglierne i cadaveri e trasportarli nel luogo prestabilito dalle autorità competenti dove si potrà procedere alla cremazione.

Un iter obbligatorio dal momento che gli infettati da Ebola possono rappresentare anche da morti un rischio, far divenire il loro cadavere un vettore della infezione letale anche quando l’anima non è più qui. Ordunque, in base a quello che denuncia il Wall Street Journal, svariate squadre impegnate a recuperare i cadaveri dei morti a causa di Ebola, sarebbero colpevoli di intascare tangenti dalle famiglie delle vittime in cambio dei corpi dei loro amati. Fondamentalmente gli operatori sanitari sono di fatto pagati per emanare certificati di morte dovuta però a causa non riguardante il virus Ebola, in maniera tale che i parenti delle vittime non siano teniti a consegnare i corpi come previsto dalle misure di emergenza introdotte per rispondere alla crisi.
Ebola: non solo morte anche corruzione

Facendo cosi, invece di consegnare i corpi e dare il via alla cremazione, qualche volta in base alle necessità, di gruppo, i congiunti possono dichiarare regolare sepoltura dopo aver dato luogo a tutti i riti funebri previsti delle religioni animiste, o di altro genere, a cui sono legate le popolazioni del luogo. Un fatto grave questo che suscita grande apprensione dal momento che i funerali in Liberia, normalmente prevedono il lavaggio del corpo del defunto e quindi mantenuto in mostra per una veglia che può avere luogo anche per diversi giorni, nel corso dei quali parenti e amici baciano il cadavere prima che questo venga sepolto. Un volontario di nome Vincent Chounse ha fatto sapere di aver assistito più di una volta a queste trattative tra gli operatori corrotti e le famiglie delle vittime, nella periferia di Monrovia.

«Di solito, racconta al Journal - gli operatori affermano di essere nelle condizioni di dare loro un documento del Ministero della Salute nel quale si certifica che non si trattava di Ebola». Il tutto per tangenti che possono variare dai 40.00$, ai 50.00$ . Questo il prezzo della salvaguardia della salute di un intero popolo già devastato, e che la povertà e la corruzione locale rischiano di far cadere in una tragedia umana senza pari. Non solo perché in questo modo si rischia di minare lo sforzo internazionale per fermare l’epidemia, me perché a rischio c’è tutta la regione del West Africa che, nello scenario peggiore dipinto dalle autorità della Banca mondiale, rischia di pagare per questa crisi un prezzo di oltre 32 miliardi di dollari in meno di due anni.


12/10/14

"Suo figlio è morto" e lo rivedono due ore dopo

Provate ad immaginare che la polizia bussi alla vostra porta annunciandovi che vostro figlio è morto,  ma per poi vederlo dopo due ore vivo e vegeto. La gioia nel vederlo vivo è stata talmente grande che lo choc dell'annuncio della morte del figlio è passato in secondo piano.


Un singolare errore commesso da due agenti di un piccolo paese in Alaska, negli Stati Uniti. Poco dopo la mezzanotte di venerdì un poliziotto si presenta a casa dei signori Priest, Jay e Karen, a Palmer per dare loro la terribile notizia: «Mi dispiace, ma devo comunicarvi che vostro figlio è morto in un incidente stradale». La disperazione assale i due genitori che disperati annunciano telefonicamente la morte del figlio ad alcuni parenti. Prendono poi la macchina per raggiungere la fidanzata del figlio, che abita ad Anchorage e darle la drammatica notizia. Alle 5 del mattino circa, arrivano davanti alla casa della ragazza. I signori Priest bussano e a sorpresa ad aprire la porta è il

Il  figlio Justin. 
Justin Priest con il suo cagnolino 
Il ragazzo ventinovenne, non solo sorpreso dalla visita dei due genitori, insolita per lui, ma se li trova abbracciati al collo in un pianto disperato. «Quando me lo sono ritrovato davanti agli occhi - spiega la mamma di Justin - pensavo fosse un’allucinazione. Lui non capiva nemmeno cosa stesse succedendo».

Le scuse della polizia
La polizia si è scusata per l'errore nato da un omonimia. I signori Priest, felicissimi dopo il dolore provato, hanno accettato ben volentieri le scuse degli agenti e hanno poi rivolto un pensiero alla famiglia della vittima. 

16/09/14

La morte del marito il giorno peggiore e migliore della sua vita

Perché il giorno in cui mio marito è morto è stato il peggiore giorno della mia vita, ma anche il migliore? La scrittrice MADDY PAXMAN spiega come la tragedia le ha insegnato la verità sulla nostra costante ricerca della felicità.


Quando avevo 20 anni, una vicina di casa di mezza età, mi confidò che il periodo più felice della sua vita era stata quando lei si occupava della sua famiglia, ma che ora si sentiva un po' sola e triste. Sentendo questo, sono rimasta sorpresa: avevo sempre pensato che il cammino verso la felicità fosse una strada a senso unico, una traiettoria diritta verso l'alto. Non mi era semplicemente venuto in mente che si potrebbe trovare la felicità, e subito dopo perderla. Con ottimismo giovanile, ho creduto che perseguire la felicità includeva la sicurezza in se stessi e vivere la vita che vuoi vivere, così facendo avrei raggiunto la felicità.

Ripensandoci ora, all'età di 56, vedo, naturalmente, che la vita è molto più complessa di quella: un flusso e riflusso di tutti i tipi di esperienze e stati emotivi in continuo cambiamento. Tendiamo a considerare la felicità come una destinazione - uno stato beato spirituale, che ti porta ad un punto alto da raggiungere e poi mantenere. Nella mia esperienza, è più simile a una tregua occasionale: da qualche parte abbiamo acceso per un po' la fiammella della felicità durante il viaggio. Eppure ancora pensiamo che la felicità è qualcosa che può essere 'raggiunta' o quantificata- come in un recente studio sulla felicità femminile, che ha concluso che la maggior parte delle donne si sentono più felici nei loro primi 20anni, ma nel decennio successivo lo sono molto meno a causa delle pressioni di lavoro, preoccupazioni quotidiane e cura dei figli.

Maddy con il marito e il figlioletto
in un immagine felice
La mia vita, come immagino sia il caso di tanti altri, non ha seguito un filo diretto alla felicità. Ogni dieci anni, ma a volte anche ogni anno, ha avuto l'alternanza di luce e ombra, i suoi alti e bassi, e tutta una serie di esperienze in mezzo. L'errore, credo, è quello di credere che si può evitare l'infelicità. Ma per provare felicità è opportuno sperimentare qualche fallimento esistenziale. Come si può riconoscere la felicità se non hai provato il suo contrario? Maddy dice che dalla morte del marito, ha vissuto un decennio di realizzazione personale, nonostante il dolore devastante. Proprio come nel diagramma cinese yin-yang - un cerchio diviso in buio e luce, che simboleggia l'equilibrio di forze opposte - abbiamo bisogno dell'intera gamma dei sentimenti per la nostra vita per essere se stessi. La metà luce del cerchio è definito per i bordi scuri - e, se si guarda da vicino, anche nella penombra, c'è ancora un po 'di luce. So che l'esperienza di perdere mio marito, Michael, dieci anni fa per una emorragia cerebrale all'età di 50, come l'intensità pura di una dolorosa esperienza può contenere al suo interno una sorta di dono speciale.

Maddy con il figlio ai tempi felici
Ricordo a piedi attraverso il parco, dopo la sua morte, cosa ha fatto scattare in me la primo balzello verso la luce. Le lacrime riempivano i miei occhi mentre pensavo che gli occhi di mio marito non avrebbero mai più visto un'altra primavera. Ma proprio in quel momento vidi un piccolo, narciso giallo con petali delicati, fiori che ogni anno crescono pericolosamente vicino al sentiero. Ho improvvisamente sentito un guizzo di felicità alla vista di quel piccolo fiore, che spuntava nella vita con tale spirito indomito. Per me, questa fu una metafora per tutta la vita – in un cuore colmo di dolore può trovare un pizzico di gioia che va coltivata.

Maddy ora con il figlio grande
Di recente mi hanno chiesto se gli ultimi dieci anni passati, sono stati i migliori e peggiori giorni della mia vita, ho risposto che in un modo strano, sono stati i migliori e i peggiori. Non c'era assolutamente nulla di felice, dopo la morte di mio marito ed ero fermamente convinta che non ci potesse essere null'altro che infelicità. Ma anche con il cuore devastato, l'ho sentito intensamente vibrante e vivo. Avevo improvvisamente capito la verità sulla vita e la morte, l'amore e la perdita, la felicità e il dolore, per la prima volta. Non ho avuto una buona partenza in quanto mia madre, morta pochi anni fa, era una donna disperatamente infelice, che soffriva di attacchi di depressione suicida, che io ho vissuto tutta la mia infanzia e l'adolescenza. Dall'esterno, probabilmente sembrava una tipica famiglia borghese, con uno stile di vita comodo, ma all'interno ribollivano emozioni oscure che ho vissuto crescendo lì.

Ero una bambina ansiosa e troppo coscienziosa, che raramente poteva rilassarsi in allegria. Dopo aver lasciato casa, sono andata a cercare una vita più felice altrove. Ho vissuto a Parigi per un po', poi, dopo l'università, ho viaggiato per il mondo con uno zaino: ho visitato l'India e la Cina, poi il lavoro mi ha portato attraverso l'America e il Canada. E' stato un momento di grande libertà e avventura, con poche responsabilità, ma venato di nostalgia, confusione e infelicità.


04/08/14

L'enigmatico oleandro

Quante volte vi siete soffermati ad ammirare  le  belle e colorate piante di oleandro? Suppongo spesso, io da bambina le contavo mentre si viaggiava in autostrada, lungo la quale si susseguivano come tanti soldatini. Al tempo però non sapevo che queste belle piante erano altamente velenose.

Il Nerium Olenader è un arbusto sempreverde e  ha una funzione prettamente ornamentale ma, contemporaneamente,  ingenera ansie e timori per la sua pericolosità, sentita ancor più nel caso di bambini e animali. Fiorisce in estate e alla fine dell’autunno con fiori viola, bianchi, giallo, arancio o rosa, a seconda delle specie; quando si maneggia l’oleandro, è necessario fare molta attenzione alla sua tossicità perciò, l’ideale sarebbe utilizzare guanti usa e getta o, in alternativa guanti che possano essere poi lavati.
L'enigmatico oleandro
immagine presa dal web

E' pericoloso sia per l’uomo che per gli animali (cani, gatti, bovini...) che possono farne le spese, in particolare i cavalli possono, in seguito alla sua ingestione, riportare lesioni e morire per arresto cardio-circolatorio; da notare che anche essiccato mantiene inalterate le sue caratteristiche e, ugualmente pericoloso è utilizzare i rami per preparare cibo alla brace perché anch’essi rilasciano le tossine responsabili della sua pericolosità. Nel caso in cui lo si bruciasse, si dovrà aver cura di non sostare presso i fumi, anch’essi tossici.

La sua pericolosità è da attribuirsi ai glucosidi cardioattivi che, se ingeriti, agiscono sul cuore; se a basse dosi hanno una funzione terapeutica, questo non accade nel caso in cui le dosi superino una certa soglia e, nell’oleandro, la loro presenza non può che essere definita elevata. La sua ingestione può provocare sintomi che partendo dall’aritmia, possono condurre alla morte; non necessariamente le manifestazioni della sua interazione con l’organismo si manifestano immediatamente, è infatti possibile che trascorrano molte ore (fino a un giorno), prima che ci si renda conto del danno.

E’ possibile che si producano disturbi gastrici con nausea, vomito e mal di stomaco, cardiologici con alterazione del ritmo cardiaco, ipotensione, coma e, nei casi più gravi morte ma, anche il sistema nervoso può essere “attaccato” e portare dall’assopimento, all’atassia, allo shock. Enigmatico il film “White oleander” in cui Michelle Pfeiffer uccide l’amante proprio tramite l’estratto di oleandro bianco (come dice il titolo), fu protagonista non molto tempo fa di un fatto di cronaca: una donna cercò di uccidere il marito con un infuso preparato con le sue foglie.

 Il tentativo non è andato a buon fine ma il marito, nel periodo in cui ha bevuto l’intruglio, ha avuto problemi sempre più gravi (da disturbi gastrici, fino ad aritmie) che lo hanno condotto, in breve, al ricovero in rianimazione. Nel caso in cui abbiate in casa o in giardino un oleandro fate perciò attenzione a come lo maneggiate e, nel caso in cui vi siano bambini, tenetelo alla larga dai luoghi in cui giocano, il pericolo che questa pianta porta con sé è infatti molto elevato.

52 anni fa si suicidava Marilyn Monroe, il "sogno" di milioni di uomini.

La notte tra il 4 e il 5 agosto del 1962 l’attrice americana Marilyn Monroe, sex symbol di quegli anni, venne trovata morta nel letto della sua abitazione, a 12305 di Fifth Helena Drive, dove viveva da sola con la sua governante, Eunice Murray. I soccorritori la troveranno sul letto nuda, la faccia in giù, una mano protesa verso il telefono, il flacone del sonnifero lì accanto. La sua morte è ancora avvolta da mistero, in molti hanno dato la loro versione, per alcuni si è suicidata assumendo un’eccessiva quantità di barbiturici, per altri fu uccisa dalla Cia per proteggere i fratelli Kennedy, per altri ancora fatta fuori dalla mafia sempre contro i Kennedy. Il caso venne chiuso molto rapidamente, forse troppo: avvelenamento acuto da barbiturici. Marilyn Monroe, che nella vita si chiamava Norma Jeane Baker Mortensen, visse un’infanzia travagliata, tra adozioni e orfanotrofi, dopo che la nonna materna si rifiutò di prestarle a sua assistenza. A sedici anni, conosce un operaio ventunenne, James Dougherty, che nello stesso anno, diventa il suo primo marito, ma i due si separano dopo appena tre anni. Venne poi convinta ad a intraprendere la carriera di modella da un giornalista-fotografo e le sue foto vennero pubblicate su una rivista. Nel 1946, a venti anni, viene notata dalla 20th Century Fox, che la mette subito sotto contratto e le apre le porte di Hollywood. Da questo momento diventa la bionda Marilyn Monroe, la donna che turbò le notti di milioni e milioni di uomini. Nel 1954 sposa nel Municipio di San Francisco Joe di Maggio, il più famoso giocatore di Baseball americano. Fu un matrimonio difficilissimo, dovuto più che altro alla gelosia di lui, e dopo neanche un anno divorziarono. Due anni dopo, il 29 giugno 1956, con rito ebraico sposa il famoso drammaturgo Arthur Miller, un intellettuale di successo. Sul set del film “Facciamo l’amore” si innamora del partner, il cantante attore italo-francese Yves Montand, e la storia mette in crisi il suo legame con Miller. Inizia così una relazione segreta con l'allora presidente degli Stati Uniti, John F. Kennedy, alcuni fantasticano anche su un legame col fratello Bob, ministro della giustizia. Dopo tutte queste vicissitudini Marilyn ritrova un po' di conforto a fianco di Joe Di Maggio, il suo secondo marito, al quale ultimamente si era riavvicinata. Ad accompagnare la "bionda Marilyn" nel suo ultimo viaggio c'è appunto solo l’ex marito Joe Di Maggio, e pochissimi amici.

04/06/14

Il culto del sogno

IL LIMBO
 di Carlo Fallani
Di dove viene questo racconto? Sarà vero o è solo fantasia? Chi l'avrà scritto? lo forse? O probabilmente qualcun'altro? Un racconto postumo? Anche questo è possibile. Non siamo noi i morti del passato? Mi chiamo Ugo. Giunto ai quarant'anni con un divorzio alle spalle e sfortunatamente senza figli, la mia vita scorreva come un fiume in piena che raccoglieva al suo passaggio i detriti dell'esistenza. Un bagaglio di esperienze indescrivibile, qualche volta anche extrasensoriali. Sono stato felice e lo sono ancora talvolta, ma anche nei momenti più lieti, nel mio intimo, sono sempre stato triste. Ho sempre cercato di scoprire le radici più profonde del mio stato d'animo ma senza risultato. Ho sempre amato il mio prossimo e mai ne sono stato contraccambiato; la delusione che ne ho sempre provato è forse il motivo vero della mia intima tristezza.

Dicevo che ho amato il mio prossimo, ma sopra ogni cosa al mondo ho amato i bambini e solo loro hanno sinceramente ricambiato il mio amore e forse per questo li ho amati di più. I bambini sono in grado di dare moltissimo in cambio dell' amore. Ho sempre cercato di essere un loro amico, sincero e affettuoso, perché sono convinto che un bambino non diventa un adulto felice, senza amore. Molte persone, molti genitori, sono convinti di amare i bambini, ma li amano in modo sbagliato, cercando di farne una copia di se stessi, trasmettendo loro i propri egoismi e le proprie paure, impedendo al bambino di diventare ciò che le sue potenzialità autonomamente gli consentono. Se le idee di un genitore o di un educatore sono errate, come spesso accade, il bambino crescerà male e avrà una vita sbagliata e infelice. Il segreto sta nell'amarli "semplicemente", lasciando che abbiano le proprie esperienze senza repressioni e gelosie e senza cercare di "comprarli" con regali e giocattoli. Aiutare il bambino su questa via verso la felicità, lo aiuterà moltissimo nella vita e nelle sue vite future. Pensavo a tutto questo quel freddo giorno di febbraio mentre percorrevo in automobile una strada in mezzo alle campagne innevate nei dintorni di Milano. Ero talmente assorto nei miei pensieri che, come spesso accade, il mio corpo divenne indipendente dalla mia mente e l'auto era guidata come se avessi innestato il "pilota automatico".

Il culto del sogno
Affrontai una curva a velocità eccessiva, l'auto sbandò ed uscì di strada andando ad urtare con violenza un grosso albero. Penso che l'urto mi abbia fatto perdere i sensi perché, quando tornai cosciente, mi accorsi che l'auto era molto danneggiata e che dovevo essere leggermente ferito perché mi colava del sangue lungo il viso. Stranamente non sentivo alcun male. "Che fortuna" pensai "con tutto questo sconquasso non mi sono fatto quasi niente". Uscii senza fatica dall'auto; mi sentivo benissimo, anzi non ero mai stato meglio. Mi guardai attorno, il luogo era cupo, gelido e completamente deserto. Decisi di allontanarmi per cercare soccorso e, prima di farlo, mi volsi a guardare la macchina fracassata. Con mia grande sorpresa vidi che al posto di guida c'era un corpo esanime. La sorpresa divenne stupore quando mi accorsi che quel corpo insanguinato e contorto era il mio. Senza angoscia e senza nessuna paura, mi resi conto che ero morto e che ero uno spirito, un'anima, che stava osservando il proprio involucro.

Avevo letto di recente il libro "La Vita oltre la Vita" e quindi la cosa non mi meravigliò affatto. Ora, pensai, mi sentirò risucchiare in un lungo tunnel; alla sua fine vedrò una luce meravigliosa, irreale e qualcuno mi accoglierà, per farmi varcare la soglia che porta all'altra vita, alle "Strade Alte". Ero lieto e sereno e attendevo. Attesi, attesi a lungo, o forse non attesi affatto, forse ero in una dimensione senza tempo. Pensavo anche che era molto facile essere un'anima, anzi era meraviglioso. Dopo un tempo che mi parve lunghissimo senza che nulla accadesse, conclusi deluso che forse non era vero niente, che non esisteva un'altra vita. Ma allora dove si trovava la mia anima? Non c'era dubbio che io fossi morto dato che riuscivo a vedere" dall'esterno" il mio corpo, allora perché non succedeva nulla? Decisi di allontanarmi, "qualcosa dovrà pur accadere" pensai e mi diressi verso la strada per riprendere a piedi (o "sospeso"?) la via del ritorno.

Stranamente non riconoscevo più i luoghi; era come se non fossero più quelli. Tutto era diverso, irreale; non c'erano più case, più fabbriche, non c'erano più auto, non c'era più gente, non c'era più nulla. Il paesaggio era un deserto livido e gelido. Ma allora dov'ero? Cosa mi stava succedendo? Fu in quel momento che scorsi in fondo alla strada una piccola, vecchia chiesa di stile romanico. Strano, pensai, non pensavo che ce ne fosse una da queste parti. Affrettai il passo per raggiungerla. Avvicinandomi, mi accorsi che la neve si stava sciogliendo trasformandosi in fango, quindi il fango divenne morbida terra che si coprì rapidamente della più verde erba che avessi mai visto. Il clima si stava mitigando velocemente e quando raggiunsi la chiesa, l'aria era tiepida e profumata di violetta, il cielo era azzurro e terso e un'infinità di fiori multicolori erano sbocciati come per incanto. Entrai nella chiesa e mi incamminai silenziosamente sotto le arcate deserte verso l'altare. Ero calmo, divinamente calmo. Trasalii all'improvviso nel sentire una voce, una voce infantile, dolcissima: "Ciao caro amico, ti aspettavo da molto tempo".

Mi volsi e mi vidi accanto un'adorabile, deliziosa bimbetta esile, con i lunghi capelli color miele e con grandi occhi ridenti color cristallo. La sua piccola mano calda prese la mia e la strinse, sorrideva felice. Mi meravigliò il fatto che io potessi sentirne il "contatto". "Chi sei?", chiesi, "e dove sono?" "Mi chiamo Elisa", rispose, "ci troviamo in quel luogo che viene chiamato Limbo; è una non-dimensione. Quì ci sono tutti i bambini che sono morti alla loro prima vita senza aver potuto viverla. lo sono morta quando avevo 6 anni insieme al mio fratellino Marcello che ne aveva 11, ma non ricordo né come, né quando, né dove. Naturalmente non possiamo passare alla nostra seconda vita senza aver avuto l'esperienza della prima. Allora veniamo "parcheggiati" in questo luogo in attesa che arrivi l'anima di una persona come te, che sia buona, che ami molto e nel modo giusto i bambini, che abbia una grande esperienza di molte vite terrene. Tu sei stato scelto per noi, io e Marcello ti siamo stati affidati; tu dovrai farci vivere una vita intera vicino a te. Dovrai amarci e trasmetterci tutto quello che hai appreso in tutte le tue esistenze.

Quando la nostra esperienza sarà stata completata, potremo finalmente entrare nel "mondo di mezzo" dove saremo poi assegnati ad un nuovo nato sulla terra per avere la nostra seconda vita". "Ed io che farò poi?" chiesi "Tu verrai con noi" rispose "Potrai anche tu entrare nel 'Mondo di mezzo' ed avere in seguito la tua prossima vita". "Ma io ho già quarant' anni" obiettai "e tu solo 6 e Marcello 11; diverrò vecchio presto, non avrò il tempo per vivere una vita intera insieme a voi". Mi sorrise indulgente e parlandomi come si parla ad un bambino al primo giorno di scuola, mi disse: "Non dimenticare che siamo morti, noi non potremo mai invecchiare". Il suo sorriso divenne ancor più luminoso e dolce. "Andiamo" disse "Marcello ti aspetta ansiosamente". "Dove andiamo?" chiesi, "Nel luogo dove dovremo vivere. Vedrai, è bellissimo, saremo molto felici insieme". Mi guardò un momento in silenzio, poi, tenendomi per mano, si incamminò verso l'uscita; dopo qualche passo si volse e cinguettò: "Sai, siamo stati molto fortunati io e Marcello, sono certa che ci vorrai molto bene, lo sento, io te ne voglio già". Improvvisamente cadde la notte e si accesero le luci dell'infinito, il profumo di violetta era diventato intensissimo; ascoltai il mio cuore ringraziare il Grande Dio Onnipotente.

Come la fisica quantistica spiega l'esistenza dell'anima

Sembra che la fisica quantistica possa dimostrare l'esistenza dell'anima quale struttura fondamentale dell'universo. Una teoria straordinaria sostiene che con la morte fisica le informazioni quantistiche che formano l'anima non siano distrutte, ma lascino il sistema nervoso che le ha contenute e ritornino all'universo.


Gli autori di questa teoria sono un medico e un fisico quantistico molto rinomato, rispettivamente l’americano dott. Stuart Hameroff e l’inglese Sir Roger Penrose. La teoria elaborata da questi due studiosi, "Teoria Quantistica della Coscienza" sostiene che le nostre anime sarebbero inserite all’interno di microstrutture chiamate “microtubuli”, contenute all’interno delle nostre cellule cerebrali. Tale idea ha il suo pilastro fondamentale nel considerare il nostro cervello come una sorta di “computer biologico”, equipaggiato con una rete di informazione sinaptica composta da più di 100 miliardi di neuroni .

In pratica la nostra esperienza di coscienza è il prodotto dell’interazione tra le informazioni quantiche e i microtubuli, un processo che questi due studiosi hanno denominato “Orch-OR” (Orchestrated Objective Reduction). Nel momento in cui avviene la morte corporea, i microtubuli perdono il loro stato quantico, ma le informazioni in essi contenute non vengono distrutte. Ovvero: l'anima non muore ma torna là da dove è venuta, cioè alla sorgente. “Quando il cuore smette di battere e il sangue non scorre più, i microtubuli smettono di funzionare perdendo il loro stato quantico”, spiega il dott. Hameroff, professore emerito presso il Dipartimento di Anestesiologia e Psicologia e direttore del Centro di Studi sulla Coscienza presso l’Università dell’Arizona.

Fisica quantistica della coscienza
immagine presa dal web
 All’interno dei microtubuli, l’informazione quantistica non va incontro a distruzione. Ne sono un esempio quei pazienti che  "tornano" a vivere dopo una breve esperienza di morte, l’informazione quantistica torna a legarsi ai microtubuli: ecco i famosi casi di premorte come dichiara Hameroff. La coscienza umana dunque, non finisce nell’interazione tra i neuroni del nostro cervello, ma è un informazione quantistica in grado di esistere al di fuori del corpo a tempo indeterminato. Si tratta dell' “anima”, come per millenni la hanno definita le religioni.

Questa rivoluzionaria teoria scientifica è molto affine alla concezione religiosa orientale dell’anima. Per il credo buddista e induista, l’anima è parte integrante dell’Universo ed esiste al di fuori del tempo e dello spazio. L’esperienza corporea (materiale, del corpo), non sarebbe altro che una fase dell’evoluzione spirituale della coscienza umana. Ma anche altre  religioni, quali l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam,  educano all’immortalità dell’anima. Ottimo terreno questo per un incontro e un raffronto tra religione e  scienza.

21/05/14

Nuovo miracolo? Suora muore e compare sul suo braccio la scritta "Maria".

Siamo di fronte ad un altro possibile miracolo o ad un classico falso? In questi giorni la morte di Suor Giuseppina, al secolo Celsa Manzone, suora della congregazione delle figlie di Sant'Anna,avvenuta il 13 maggio scorso all'età di 97 anni, fa gridare al miracolo e tutta la zona di Bassano del Grappa in provincia di Vicenza è in subbuglio. Il motivo di questo fermento non è naturalmente la morte in sè della suora, bensì la scoperta da parte delle consorelle di una scritta comparsa, secondo loro dopo la morte, sul braccio della defunta suora dove si leggeva chiaramente il nome "Maria". Suor Giuseppina ha vissuto gli ultimi giorni della sua vita, prima di morire all'ospedale di Bassano, presso il convento di Sant'Anna, dove la superiora si dice convinta che la scritta apparsa sul braccio della consorella, lunga circa 20 cm., non c'era prima della sua morte. Appena si è divulgata la notizia centinaia di fedeli si sono radunati davanti al nosocomio. Intanto si cominciano a fare delle ipotesi e a trovare coincidenze. Infatti il decesso di suor Giuseppina è avvenuto il 13 maggio 2014 all'ètà di 97 anni, e proprio nello stesso giorno di 97 anni fa ci fu la prima apparizione della Madonna di Fatima. Pura coincidenza o che? I medici che cosa dicono? Voci giunte dall'ospedale di Bassano hanno confermato la presenza nel braccio della religiosa di una zona di pelle di colore diverso, denominata in termini medici "Discromia cutanea" che sembrava formare il nome "Maria", tuttavia gli stessi medici non si sbilanciano sul fatto che tale discromia fosse presente anche prima del decesso della suora. L'ospedale ha avvisato del fatto la Procura di Vicenza la quale ha dato mandato ai Carabinieri di scolgere indagini, i quali hanno provveduto a scattare alcune foto alla scritta sul braccio di suor Giuseppina.( immagine presa dal web ).

19/05/14

Perchè i vegani dicono no alla carne e al latte: alcuni buoni motivi

Perchè no alla carne

Essere vegani e seguire la filosofia di vita vegana significa rifiutare tutto ciò che comporta e deriva dallo sfruttamento degli animali: oltre a carne e pesce, anche latte, uova, pelle, lana, seta… Il rifiuto deriva dalla costatazione che  la quasi totalità dei prodotti animali (carne, latte, uova) proviene da allevamenti intensivi, dove gli animali sono rinchiusi senza nessun rispetto per le loro esigenze fisiologiche, per il semplice fatto che lo scopo è raggiungere la massima produttività nel minor tempo possibile alla fine del quale, si va al macello.

 La morte degli animali è preceduta dal trasporto, lungo ed estenuante, fino al mattatoio: stipati nei camion, senza potersi muovere, bere o mangiare, arrivano a destinazione in gravissime condizioni di stress, spesso così debilitati da non riuscire nemmeno ad alzarsi.

Immagine presa dal web

Perchè no al latte

Per produrre il latte le mucche devono partorire, in questo processo però, molti non sanno che mucche e vitellini vengono uccisi. La vita normale di una  mucca è di circa quaranta anni, ma negli allevamenti esse vengono macellate non appena la  produzione di latte diminuisce, ovvero dopo circa sette anni.

Questa  esistenza così innaturale, la mungitura meccanica, le continue selezioni per aumentarne la produttività, la stabulazione nei capannoni, la mancanza di movimento, rendono le “mucche da latte” animali così debilitati che spesso, a “fine carriera” non si reggono più nemmeno in piedi. Da qui il modo di chiamarle “mucche a terra”. Così una volta sfruttate per il loro latte vengono condotte al macello per la loro carne.

Oltre tutto, per questo ciclo di produzione sono inseminate artificialmente: se non mettessero al mondo i vitelli destinati al macello, non produrrebbero latte. I vitellini, strappati alla madre subito dopo la nascita, sono destinati, se maschi, al mattatoio a pochi mesi di vita (carne di vitella) o fatti ingrassare per essere macellati dopo due anni (carne di manzo); se femmine, seguiranno il destino delle madri. Dunque i latticini, anche se biologici, sono il risultato di un ciclo produttivo che prevede la morte di mucche e vitelli.

18/05/14

La scelta dei vegani

Cosa significa essere vegani, quale lafilosofia di qusto movimento? Scopriamo quali sono i principi di questo stile di vita che si sta diffondendo sempre di più


Nutrirsi in maniera consapevole è una filosofia di vita a cui tutti noi dovremmo prestare attenzione, per la propria salute, per l'ambiente e per gli animali. Se per caso fossi trasportata in un mondo in cui io stessa fossi costretta a procurarmi il cibo da sola, di certo sarei una di quelle persone che dedite alla raccolta e all'agricoltura, poichè non sono capace di uccidere.

Non sarei in grado di "tirare il collo" ad una gallina, di uccidere un coniglio o di andare a caccia per nutrirmi di carne, perchè gli animali mi piace vederli sereni, in salute e liberi. Dunque, riflettendo su questo, ho concluso che io sono una di quelle persone che pur mangiando molto raramente carne, lo faccio perchè il lavoro sporco lo fa qualcun altro al posto mio. In più, mi sono anche accorta che, guardare i banchi dei macelli nei supermercati, mi fa pensare non al cibo, ma ad una fila di cadaveri.

Immagine presa dal web
Ecco perchè vorrei dedicare questo post alla comprensione più profonda della filosofia vegana. Una folosofia  che si sta diffondendo sempre di più. Ma cosa significa essere vegan e perchè questa scelta?
Una delle ragioni principali è il rispetto degli animali.

Chi segue questo stile di vita  considera gli animali esseri sensibili con un loro valore intrinseco. Per questo i vegan non mangiano prodotti animali come carne, pesce, uova e latticini, non indossano pelle, lana o seta, non usano prodotti sperimentati sugli animali. Non comprano animali e non li tengono in gabbia, non visitano zoo e acquari, non vanno al circo e agli spettacoli che impiegano animali.

Evitano insomma tutto quello che comporta la morte e la sofferenza degli animali. Ogni anno miliardi di esseri senzienti sono trasformati in prodotti alimentari, dopo una breve vita fatta solo di sofferenza. Chi sceglie di vivere vegan non può fermare da solo tutto questo: rifiuta però di parteciparvi e di esserne la causa. Non solo. Compie una scelta consapevole e responsabile, mandando un importante segnale per una società più rispettosa dei diritti degli animali non umani e umani.

20/04/14

La carta d’identità dirà se siamo o no donatori di organi.

Potrebbe diventare presto realtà la possibilità di indicare sul proprio documento la volontà di donare i propri organi in caso di decesso. Ad annunciarlo è il Movimento Cinque Stelle, che rende noto il recepimento, da parte del Governo, di un Ordine del Giorno, a prima firma Matteo Dall'Osso, approvato dalla Camera il 25 luglio 2013. Non ci sono scadenze previste, fa sapere il Governo, ma il decreto interministeriale prevede che il Comune invii al Sistema informativo trapianti (Sit) "l'informazione relativa al consenso o al diniego alla donazione di organi e tessuti, eventualmente espresso dal cittadino maggiorenne in sede di rilascio del documento". In realtà un decreto di questo tipo già c’era. Ripercorriamo i fatti. Il 30 dicembre 2009 il decreto legge numero 194 introduceva una bella novità: anche la carta d’identità può contenere l’indicazione del consenso ovvero del diniego a donare i propri organi in caso di morte. Peccato che quella legge non prevedeva le modalità di trasmissione dei dati (consenso o diniego) dal Comune al SIT-Sistema Informativo Trapianti: in parole povere l’ufficiale delle anagrafe che raccoglieva le volontà del cittadino, poi non era obbligato a inserire questa informazione nel SIT e quindi l’informazione restava lì, nel Comune dove era stata raccolta, risultando di fatto assolutamente inutile. Tre anni e mezzo dopo, finalmente, arriva una norma che colma quella lacunosa normativa e dice che l’inserimento della volontà sulla carta d’identità deve contestualmente essere inserita nel SIT. E dopo tre anni e mezzo solamente in tre Comuni si è attuato questo decreto: Perugia, Terni e Cesena. Ci sono poi altri 106 comuni che stanno lavorando in tal senso. Tutti i Comuni d’Italia sono circa 8mila: al ritmo di un Comune ogni 14 mesi, come è stato fin’ora, arriveremo a poter esprimere tutti la nostra volontà in Comune fra 9.333 anni.

28/03/14

Usa | Innocente condannato a morte nel 1985, torna libero dopo quasi trenta anni.

Ha trascorso la bellezza (si fa per dire ) di 25 anni nel braccio della morte. Ora per Glenn Ford, afroamericano, detenuto dal dal marzo del 1985 nel Penitenziario di stato della Louisiana, si aprono definitivamente le porte del carcere e torna ad essere un uomo libero, grazie ad un giudice della Corte distrettuale della Louisiana. Ford, 64 anni, 30 dei quali passati da recluso, era stato accusato di omicidio di primo grado e condannato a morte per l’uccisione del gioielliere Isadore Rozeman, avvenuta il 5 novembre 1983 in seguito ad una rapina. Per la giuria dell'epoca, formata di soli uomini bianchi che lo condannò, Ford era colpevole oltre ogni ragionevole dubbio ma per il giudice, che ha accolto la mozione avanzata dai pubblici ministeri affinché l’uomo fosse scagionato, si è invece trattato di un terribile errore. “Glenn Ford non avrebbe nemmeno mai dovuto essere arrestato”, ha dichiarato il giudice, “non ha partecipato e non era nemmeno presente durante la rapina”. “ E' una bella sensazione - dice Glenn a chi gli chiede come si sente - Il mio cervello vaga in tutte le direzioni, mi sento bene”.E' uno dei più longevi condannati a morte nella storia americana moderna. Per la legge dallo Stato della Louisiana, Glenn otterrà un risarcimento economico (25 mila dollari per ogni anno di detenzione illecita fino ad un massimo di 250.000 dollari, più altri 80.000 per la perdita della ‘opportunità di vita’), ma nessuno potrà mai restituirgli il tempo rubato. “Non posso tornare indietro e fare le cose che avrei dovuto fare quando avevo 35, 38 o 40 anni”, ha commentato con rammarico Ford, “i miei figli, quando li ho lasciati, erano bambini. Ora sono uomini che hanno dei bambini”. Duro anche il commento Amnesty International Usa, secondo cui “Glenn Ford è la prova vivente di quanto sia viziato il nostro sistema giudiziario”.

17/02/14

Usa | Ragazza 19enne uccide un uomo, poi confessa:” ne ho uccisi quasi cento”.

Su questa incredibile vicenda Dario Argento potrebbe fare sicuramente la sceneggiatura di un film horror. Il caso della giovanissima Miranda Barbour sta sconvolgendo in queste settimane gli Stati Uniti, specie dopo le ultime rivelazioni fatte dalla stessa Barbour in carcere: “ho ucciso decine di persone, forse poco meno di cento, ho smesso di contarle dopo la 22esima”. La ragazza, 19enne originaria dell’Alaska, è stata arrestata in Pennsylvania per l'uccisione, a novembre scorso insieme al marito, Elytte Barbour 22 anni, di un uomo conosciuto su Craiglist, un sito per la compravendita online e per gli annunci di lavoro e di ogni genere, un omicidio «per celebrare - dicono gli investigatori - il loro terzo anniversario di matrimonio». Durante la confessione è venuta fuori una verità allucinante. Miranda Barbur confessa di aver subito violenze sin da quando era bambina, che la fecero diventare una ragazza deviata; a 13 anni fuggì di casa ed entrò in una setta satanista e inoltre di aver compiuto il primo omicidio proprio insieme al capo di questa setta e poi di non essersi più fermata. “Ho ucciso decine di persone. Meno di 100, ma ci ero vicina. Arrivata a 22 non li ho più contati” - confessa la ragazza - Non ho mai ucciso a caso, ma ho sempre ucciso persone cattive. Quando scoprivo che erano cattive per me non c'era più ragione che stessero ancora qui tra noi”. Poi parla anche del suo ultimo omicidio: “ l’uomo aveva messo un annuncio per cercare compagnia, l’ho ucciso dopo che mi ero offerta di fare sesso con lui per 100 euro. Gli ho detto che avevo 16 anni e lui ha detto che era OK. E questa era la risposta sbagliata”. Complice di questo delitto è stato il giovane marito della killer, il 22enne Elytte Barbour, anche lui detenuto in attesa della condanna che, a prescindere dalle ultime rivelazioni della 19enne, rischia di essere la pena di morte. La difesa di Miranda Barbour proprio la settimana scorsa ha fatto richiesta di una perizia psichiatrica per la propria assistita e lo stesso è stato fatto dalla difesa di Elytte Barbour.

14/02/14

In Belgio legalizzata l'eutanasia per i bambini | E' il primo paese al mondo ad aver approvato un tale provvedimento

Mentre l'Italia ancora si dibatte sul tema dell'eutanasia e solo quando alla ribalta della cronaca approdano casi eclatanti, il cattolico Belgio a distanza di dodici anni dal via libera dell'eutanasia per gli adulti, è il primo paese al mondo ad aver legalizzato l'eutanasia nei bambini malati terminali, senza limiti di età. 
Bambino malato
Il Parlamento di Bruxelles ha approvato con una larghissima maggioranza (86 si' e 44 no e 12 astenuti) il provvedimento. La norma e' passata nonostante la feroce opposizione della chiesa cattolica,  della comunita' ebraica e dei musulmani, forte del sostegno del 73% dei belgi. La legge prevede la possibilita' dell'eutanasia a quei bambini "che versano in una condizione medica senza speranze e", che vivono in uno stato, "di costante ed insopportabile sofferenza che non puo' essere alleviato e che porterebbe (il minore comunque) alla morte nel breve periodo". Il bambino richiedente però, deve essere "cosciente" e deve essere stata attestata la sua "capacità di discernimento". E' prevista la necessita' del via libera di dottori e psichiatra e l'autorizzazione dei genitori. La materia, ovviamente sensibilissima, ha spaccato i partiti politici a tre mesi dalle elezioni europee. Da una parte i Cristiano Democratici schierati contro, sul fronte opposto, schierati con il si', Socialisti, Liberali e Verdi. I capigruppo, anche quello della maggioranza cristiano democratica, hanno pero' lasciato liberta' di voto ai singoli parlamentari essendo una materia in cui la disciplina di partito non poteva essere invocata. I critici sostengono che la norma non risolve i problemi e lascia irrisolte possibili contraddizioni che si potrebbero aprire nel caso che i genitori abbiano non concordino con la scelta del figlio. Nel solo 2012 in Belgio si sono registrati 1.432 casi di eutanasia (pari al 2% di tutti i decessi) un aumento del 25% rispetto all'anno prima.

13/02/14

Palermo | Morta da 6 giorni, il suo corpo è ancora caldo. I figli:” è una morte apparente, si risveglierà”.

Comune di Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo. Una madre è venuta a mancare sei giorni fa ma i figli non si rassegnano alla sua morte, nonostante ben due medici abbiano constatato il decesso. Grazia Bruno, 68 anni, è deceduta giovedì scorso nella sua casa dopo un periodo di ricovero in ospedale. Il medico legale chiamato dai familiari non ha potuto che certificare il decesso, cosa che è stata confermata qualche giorno dopo da un altro medico cardiologo. Il medico legale, pur constatando la morte della donna, avrebbe rilevato alcune "stranezze" : il rigor mortis non si è verificato, la temperatura del corpo rimane costante, di conseguenza il corpo non si è irrigidito, e avrebbe così concesso altri quattro giorni di proroga per dare il via all'iter di sepoltura. Un limite temporale che scade oggi pomeriggio. “In queste condizioni non permetteremo la sepoltura di nostra madre – sembra aver detto il figlio della defunta Francesco Paolo Passalacqua a Live Sicilia – Anche il nostro medico di famiglia, pur constatando la morte, ha messo in evidenza delle anomalie. Non siamo dei medici ma a nostro avviso potrebbe essere un caso di morte apparente”. Intanto la casa della (non) defunta è diventata meta di curiosi e conoscenti che gridano al miracolo. All’interno la salma è tenuta con la bara aperta. L'Azienda sanitaria provinciale di Palermo, però, smentisce la versione dei familiari della donna, riferendo inoltre che il cardiologo da lei inviato ha eseguito sul corpo della donna un elettrocardiogramma, tenuto "in striscia continua per venti minuti", risultato poi "totalmente piatto", e di aver redatto un verbale nel quale si dichiara che la salma è pronta per la sepoltura.

11/02/14

Nuova moda: la droga fatta con i petali di Ortensia

E' proprio vero, l'ingegno umano non ha limiti, soprattutto in negativo. Di droghe ce ne sono tante, dalle naturali alle sintetiche, con gli effetti collaterali che sono ormai ben noti a tutti. Ma la curiosità si incarna nell'uomo e come un novello Ulisse, esso vuol oltrepassare le Colonne d'Ercole anche in fatto di stupefacenti. In Francia si moltiplicano i furti di ortensie, che danno effetti simili a quelli della marijuana. Nella regione del Nord-Pas-de-Calais, diversi villaggi della zona di Hucqueliers, vicino a Boulogne-sur-Mer, sono colpiti da questo fenomeno, già diffuso in Germania da circa un anno.
Ortensia

 I gendarmi hanno aperto un'indagine dopo una ventina di denunce. I petali vengono mescolati al tabacco, e poi fumati. La tendenza a usare la pianta,  è nata da un paio di anni e non è esente da problemi di salute, fino a causare la morte per soffocamento. Il fenomeno pone un nuovo problema di salute pubblica: fumare le ortensie può rivelarsi molto pericoloso, se non mortale, con il possibile blocco del sistema respiratorio e del sistema nervoso centrale. Mentre gli effetti nel lungo termine non sono ancora conosciuti. Peggio ancora, secondo un professore di farmacologia intervistato dal quotidiano svizzero Le Matin, se fumate in dosi elevate, le sostanze psicoattive della pianta si trasformano in Zyklon B, il gas mortale usato dai nazisti per la ‘soluzione finale’.

05/02/14

Grecia | Terremoto a Cefalonia. Isola pesantemente danneggiata.

L’isola di Cefalonia nell’ultima settimana ha cambiato completamente aspetto, improvvisamente, a causa della forza violenta della natura. Un sisma di magnitudo tra i 5,9 e i 6,1 ha colpito l'isola greca, nel mar Jonio, nella Grecia occidentale. L'epicentro del terremoto, che è avvenuto alle 4.08 ora italiana (5.08 locali) si trova a 12 chilometri dalla città di Lixourion, già colpita da una simile scossa (di magnitudo 5,9) lo scorso 26 gennaio. Da allora molti abitanti dormivano ancora fuori dalle proprie case per paura. Le due scosse, avvertite anche in Sicilia, insieme all’incredibile sequenza sismica attivatasi sulla linea di scontro fra la placca africana e la placca euroasiatica, hanno letteralmente sconvolto l’isola greca. Le autorità locali riferiscono che una decina di persone sono rimaste lievemente ferite, soprattutto perché colpite da oggetti caduti. I residenti si sono riversati per le strade nel panico e i testimoni sul posto riferiscono di strade danneggiate, blackout di corrente e interruzioni dell'erogazione dell'acqua in alcune aree. Anche il porto di Lixouri, la seconda città più grande dell'isola, è stato pesantemente danneggiato. Lixouri è la città più vicina all'epicentro. Il sisma dello scorso 26 gennaio aveva invece danneggiato numerose strade e imbarcazioni. L'isola era stata messa in stato d'allerta e la settimana scorsa erano state registrate numerose repliche. Tornando a ritroso nel tempo un terremoto violento di magnitudo 7,2 nel 1953 aveva provocato a Cefalonia la morte di circa 450 persone e distrutto gran parte dell'isola. Secondo Maria Sahpazi, capo dell'Istituto di geodinamica, quella di oggi sarebbe stata una scossa di assestamento del sisma del 26 gennaio. "Aspettiamo altre scosse di assestamento, che saranno di questa stessa entità o più lievi", ha detto. Il terremoto di oggi è stato avvertito fino ad Atene, che si trova circa 300 chilometri a ovest di Cefalonia, ma anche e nettamente sulla costa ionica della Sicilia: segnalazioni sono giunte da Messina, Taormina, Catania e Siracusa.

24/01/14

Muore un santone indiano. 18 morti ai suoi funerali.

Una vicenda che ha dell’incredibile. Nella popolosa città indiana di Mumbai, capitale dello stato del Maharashtra, almeno 18 persone sono morte la settimana scorsa in una calca avvenuta durante una veglia di preghiera in memoria di un di un leader di una setta mussulmana morto il giorno prima a 102 anni. Syedna Mohammed Burhanuddin, questo il nome del santone , leader della setta Dawoodi Bohra, era un personaggio molto influente, a capo di una comunità di imprenditori che ha uffici e università in Asia, Medio Oriente e Africa. L’uomo era molto amato anche perché considerato discendente diretto del Profeta Maometto. 
Alle esequie del ‘santone’ sono giunti in migliaia ( secondo la tv NewsX, la folla era costituita da 300 o 400mila persone ), così tanti che ben presto si è creata una ressa umana rischiosissima, e 18 persone ci hanno rimesso la vita, mentre altre 40 sono rimaste ferite. Lo riferiscono i media locali, secondo i quali la tragedia sarebbe avvenuta nel quartiere di Malabar Hill, per rendere omaggio al leader indiano. Tra la folla non c’erano solo abitanti di Mumbai, ma anche gente dei paesi limitrofi. La calca scoppiata all’improvviso, ancora senza una motivazione chiara, ha creato un effetto domino che ha portato alla morte delle 18 persone. Come in altri casi, purtroppo sono mancate le misure di sicurezza: in caso di raduni di migliaia di persone, bisognerebbe ideare delle vie di fuga egente, esequie, cercare sempre di evitare la calca.

11/01/14

Ariel Sharon è morto ''Un leader che ha consacrato la sua vita ad Israele'' così lo definì Obama

Dopo otto anni di  coma, è morto Ariel Sharon, definito la spada di Davide. Gli israeliani lo piangono. Per i palestinesi era un criminale di guerra

Ariel Sharon è morto oggi a 85 anni nell'ospedale di Tel Ha Shomer, nei pressi di Tel Aviv, dove era ricoverato negli ultimi tempi. Le sue condizioni - Sharon era in coma da otto anni - si sono drammaticamente aggravate nei giorni scorsi. I funerali di Sharon si svolgeranno in due fasi: prima alla Knesset (parlamento) di Gerusalemme e quindi nel suo Ranch dei Sicomori, nel Neghev, dove sarà sepolto accanto alla tomba della moglie, Lili.

Ancora non è noto se le esequie potranno avere luogo già domani, come vorrebbe la tradizione ebraica. ''E' andato quando ha deciso lui''. Cosi' il figlio di Ariel Sharon, Gilad, ha commentato, citato dai media, la morte del padre. Gilad Sharon ha ringraziato lo staff medico dell'ospedale di Tel Ha Shomer, dove l'ex premier era ricoverato, e tutti coloro che hanno pregato per il padre. 'Sharon ha continuato a battersi per la sua vita nella settimana passata da quando le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate''. Lo ha detto il professor Shlomo Noi, direttore dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer, annunciando ufficialmente la morte dell'ex premier israeliano. Il medico ha detto che l'anziano leader - in coma da otto anni - si e' battuto ''contro ogni probabilita''. Ma oggi - ha aggiunto - il cuore si ''e' indebolito'' e ''serenamente si e' separato dalla sua famiglia''. ''Un leader che ha consacrato la sua vita ad Israele'': cosi' il presidente americano, Barack Obama, ricorda Sharon, esprimendo il cordoglio di tutti gli americani e della moglie Michelle per la scomparsa dell'ex primo ministro israeliano. ''Ribadiamo - aggiunge il presidente Usa - il nostro incrollabile impegno per la sicurezza di Israele e il nostro apprezzamento per la durevole amicizia tra i nostri due Paesi e i nostri due popoli''. "Il mio caro amico Arik Sharon ha perso oggi la sua ultima battaglia. Arik era un soldato valoroso e un leader che sapeva osare. Amava la sua nazione e la sua nazione lo amava". E' il primo commento del capo dello Stato Shimon Peres alla morte dell'ex premier israeliano Ariel Sharon. "Un grande e coraggioso leader e un vero sionista". Così il capo dell'opposizione israeliana, il laburista, Isaac Herzog, ha commentato la morte di Ariel Sharon. Herzog ha detto che Sharon sapeva come "cambiare la sua opinione del mondo e riconoscere il giusto percorso dello Stato di Israele". Sharon era un "criminale, responsabile della morte di Arafat sfuggito alla giustizia internazionale". Così Jibril Raboub, un dirigente di Fatah, ha commentato la morte dell'ex premier israeliano. Hamas al potere a Gaza ha definito un "momento storico" la "scomparsa di questo criminale con le mani coperte di sangue palestinese". "Lo Stato di Israele china il capo con la dipartita dell'ex premier Ariel Sharon, componente centrale nella lotta per la sicurezza di Israele durante tutta la sua esistenza". Così il premier Benyamin Netanyahu commenta la morte di Sharon "combattente valoroso, grande condottiero, fra i comandanti più importanti delle nostre forze armate". fonte Ansa
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