Il-Trafiletto
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05/12/17

Una donna a capo di 'cosa nostra'

Dopo Toto Riina una donna a capo di 'cosa nostra', figlia di boss latitante e sorella di boss soprannominata "a picciridda".


C'era una donna alla guida del mandamento mafioso palermitano di Resuttana: Maria Angela Di Trapani, figlia di un capomafia e moglie dello storico boss Salvino Madonia. Emerge dall'indagine dei carabinieri, coordinata dalla Dda di Palermo, che ha portato all'arresto di 25 persone accusate di mafia, estorsione, favoreggiamento e ricettazione.

I pentiti hanno già in passato parlato del ruolo di Mariangela Di Trapani, tanto che la donna venne arrestata nel 2008. Per gli inquirenti reggeva le sorti del clan mentre il marito, pluriergastolano, era detenuto al 41 bis, riuscendo a portare all'esterno gli ordini che il boss mandava ai suoi dal carcere.

Condannata a 8 anni, ha scontato la pena. Figlia del boss Ciccio Di Trapani, sorella di un altro boss, Nicola, era soprannominata in famiglia "a picciridda", (la piccolina ndr). In una intercettazione il fratello ne parla con tenerezza: "Mariangela ha sofferto da picciridda" perché - raccontava - durante la latitanza del padre "a scuola non c'è più andata per amore di mio padre e di me... perché se ne è voluta venire con noi".

Moglie di Salvino, killer dell'imprenditore Libero Grassi, sfruttava i colloqui in carcere col marito e i cognati Nino e Giuseppe, entrambi capimafia ergastolani, per mantenere i contatti dei familiari col mandamento di Resuttana, guidato dai Madonia dai tempi in cui a comandare era il suocero di Mariangela, Francesco..continua a leggere http://www.ansa.it/sicilia/notizie/2017/12/05/mafia-blitz-a-palermo-donna-a-capo-del-clan_cebf5743-bc0e-452c-9ebe-9e9ed305d43b.html

23/09/14

Bliz nei locali notturni di Palermo | Sanzioni e sequestri

Succede a Palermo l'ennesimo blitz. Dopo i controlli a tappetto alla Vucciria, a piazza Magione, alla Cala, a Ballarò, nella zona di piazza Marina, stavolta è toccato ai Candelai e a piazza Sant’Onofrio, al centro della vita notturna di Palermo.

L’intervanto ha coinvolto numerose forze dell’ordine tra cui Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Asp; tante sanzioni e sequestri dei locali perché non lavoravano nel rispetto delle regole. Sanzioni per un totale di 15000 euro, ma il locale a ricevere la multa più grossa è stato un pub, a cui è stato contestato di non aver certificato l'inizio attività. La multa prevista per questa inadempienza è di 5000 euro, mentre quella per l’assenza del permesso sanitaro è di 3000 euro.

Non contento di avere un locale senza alcun permesso di esercizio, sarà anche denunciato anche per allaccio abusivo ad un contatore Enel, da cui prendeva la luce illegalmente. La situazione nei locaòi notturni palermitani è un po’ particolare, e non si può proprio dire che i controlli non ci siano, ma  nonostante le verifiche, i disagi continuano e a farne le spese sono anche i residenti. Infatti, sono loro a lamentarsi per le notti insonni che trascorrono a causa dei pub aperti fino a tarda notte, senza tregua e pause, incuranti spesso anche delle denunce.

Bliz nei locali notturni di Palermo
In conclusione i controlli durante i tre mesi estivi che le forze dell’ordine hanno portato a termine, hanno determinato 1976 sequestri, 400 chili di prodotti alimentariri tirati dal commercio, oltre 1100 bottiglie contenenti bevande. Ma i sequestri non hanno riguardato solo questo: nel corso delle verifiche sono stati sequestrati anche 5 strumenti per la filodiffusione e 21 attrezzature per la preparazione di cibi, tra cui griglie, bruciatori, bombole a gas e generatori, 287 pezzi tra bicchieri e posate e 162 elementi di arredamento esterno come tavoli, gazebo, sedie, e ancora frigo, banconi espositori e diverse pedane. Il piano d'intervento è stato eseguito nel settore dei controlli integrati del territorio, in collaborazione con la polizia municipale, Asl e altre forze dell’ordine, nel tentativo di placare le proteste dei cittadini.

27/08/14

Voglia di freschezza

Tanti anni fa, a Palermo (quando la città era certo più tranquilla), i venditori di gelsi «scendevano» dalle campagne circostanti con le loro ceste piene di frutti neri. E levando il viso in alto, verso le persone che chiacchieravano sedute nei balconi, gridavano strascicando le parole: «A 'stura varrifriscanuuuuu! » (a quest'ora vi rinfrescano!). Le donne prendevano i «panieri» di vimini, li facevano scendere mediante una cordicella fino al venditore ambulante e compravano i gelsi: frutti freschi che portavano fresco. Così quel grido e quei gesti diffondevano nell'aria la «voglia di freschezza» dei palermitani anni trenta. Gesti e grida (con parole e prodotti diversi) comuni a gran parte del paese .

«È fresco!», Quante volte ci viene alle labbra questa esclamazione che esprime piacere, ammirazione, anche sorpresa per qualcosa che abbiamo visto o gustato? La parola «fresco», infatti, ha molti sottili e differenti significati e pronunciandola, senza pensarci, noi li fondiamo tutti. Fresco è innanzitutto nuovo. Per questo la freschezza viene di solito considerata un attributo della giovinezza, quando non addirittura dell'infanzia (che sensazione dolce è carezzare la pelle di un neonato!). Ma oggi le barriere dell'età sono in gran parte cadute: e non è raro che si senta dire di una donna matura: «è fresca come una rosa!». Conservarsi bene, di corpo e di spirito, dona appunto freschezza, allevia il peso degli anni, aiuta a vivere ogni giorno come se fosse il primo. E, del resto, non è forse vero, come diceva il poeta, che «ogni giorno è un nuovo giorno»?

immagine presa dal web
Se la si affronta con energia e conoscenza della vita, ogni novità può assumere il gusto dell'avventura. Non per caso, «fresco» significa anche vigoroso. Pensiamo, per esempio, all'aspetto che hanno frutta e verdure fresche: ciò che subito colpisce, già a prima vista, sono la robustezza delle fibre e la vivacità dei colori. Ed è questo che ne fa pregustare il buon sapore. Del resto, anche nelle persone, ciò che può risultare più sgradito al primo impatto non sono i lineamenti del volto o la forma del corpo ma, appunto, il colorito e la consistenza delle carni (perfino per indicare negativamente il temperamento e l'umore si usa spesso l'aggettivo «moscio»). E, infatti, la parola «fresco» allude anche alla brillantezza, in tutti i sensi. Anche l'umorismo, il modo di conversare, la fantasia possono essere freschi o stantii: e spesso è proprio su questo terreno che una persona anziana riesce a far dimenticare la sua età.

Ma l'umore e lo stesso comportamento non sono forse legati anche allo stato di salute fisica, al «sentimento del corpo»? Nel suo significato più alto, la parola «fresco» richiama, infine, la purezza. C'è nella freschezza - nella sue novità, nel suo vigore, nella sua brillantezza - qualcosa di incontaminato, di assoluto, di originario. Forse la freschezza ci attira tanto proprio perché abbiamo la sensazione che ci inviti in territori nei quali nessuno è entrato prima di noi e la vita pulsa piena e forte. Forse la freschezza ci attira tanto perché ci rinvia allo «stato di natura»: uno stato che oggi ci appare tanto più privilegiato in un mondo nel quale si parla continuamente di possibili catastrofi ecologiche e la natura violata e strumentalizzata sembra ribellarsi contro l'umanità fino a cancellare se stessa.

La voglia, di freschezza è, dunque, molto di più che desiderio di salute e di bellezza. E desiderio di benessere corporale e mentale, di purezza e di equilibrio. L'alba, l'inizio del giorno è forse il momento nel quale tutto sembra aprirsi a qualsiasi possibilità: levarsi, affacciarsi alla finestra e respirare l'aria fina a pieni polmoni (non nelle nostre città, purtroppo) è già rispondere alla nostra voglia di freschezza. Poi seguirà la giornata e seguiranno i mesi e gli anni. E «vivere fresco» dipenderà anche dalle nostre scelte, in molti sensi.

13/02/14

Palermo | Morta da 6 giorni, il suo corpo è ancora caldo. I figli:” è una morte apparente, si risveglierà”.

Comune di Villagrazia di Carini, in provincia di Palermo. Una madre è venuta a mancare sei giorni fa ma i figli non si rassegnano alla sua morte, nonostante ben due medici abbiano constatato il decesso. Grazia Bruno, 68 anni, è deceduta giovedì scorso nella sua casa dopo un periodo di ricovero in ospedale. Il medico legale chiamato dai familiari non ha potuto che certificare il decesso, cosa che è stata confermata qualche giorno dopo da un altro medico cardiologo. Il medico legale, pur constatando la morte della donna, avrebbe rilevato alcune "stranezze" : il rigor mortis non si è verificato, la temperatura del corpo rimane costante, di conseguenza il corpo non si è irrigidito, e avrebbe così concesso altri quattro giorni di proroga per dare il via all'iter di sepoltura. Un limite temporale che scade oggi pomeriggio. “In queste condizioni non permetteremo la sepoltura di nostra madre – sembra aver detto il figlio della defunta Francesco Paolo Passalacqua a Live Sicilia – Anche il nostro medico di famiglia, pur constatando la morte, ha messo in evidenza delle anomalie. Non siamo dei medici ma a nostro avviso potrebbe essere un caso di morte apparente”. Intanto la casa della (non) defunta è diventata meta di curiosi e conoscenti che gridano al miracolo. All’interno la salma è tenuta con la bara aperta. L'Azienda sanitaria provinciale di Palermo, però, smentisce la versione dei familiari della donna, riferendo inoltre che il cardiologo da lei inviato ha eseguito sul corpo della donna un elettrocardiogramma, tenuto "in striscia continua per venti minuti", risultato poi "totalmente piatto", e di aver redatto un verbale nel quale si dichiara che la salma è pronta per la sepoltura.

30/01/14

Cadute nel vuoto le contestazioni dei cittadini di Niscemi | Completato il MUOS

Il Muos, acronimo di Mobile User Objective System, è un discusso sistema di comunicazioni satellitari ad alta frequenza, un radar della Marina militare Usa. Installato Niscemi, in Sicilia, ha da tempo sollevato polemiche tra gli abitanti locali, polemiche che hanno coinvolto anche le istituzioni, creando un comitato contrario al completamento dei lavori. Anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando dice: "E' un dovere essere contrari al Muos per tre ragioni. Per questioni di salute, perché si fa violenza alla nostra terra e perchè la presenza di un grande insediamento militare è incompatibile con l'Isola che è da sempre terra di pace e di non violenza".mentre partecipa al "No MUOS". Ma il MUOS è pronto.
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MOUS
Con la notizia infatti dell'installazione dell'ultima delle tre parabole avvenuta stanotte - la prima era stata montata appena due giorni fa - il Muos è stato dichiarato completato.
Quello siciliano si aggiunge così alle tre stazioni a terra (una in Australia, una nelle Hawaii e l'altra in Virginia) che fanno parte del progetto gestito dal Dipartimento della difesa americano. 
A nulla per ora sono quindi servite le proteste del comitato contrario al completamento dei lavori, che vedono nel sistema di funzionamento del Muos un potenziale pericolo per la salute dei cittadini e dell'ambiente siciliano.

02/11/13

Lasciato solo ad affrontare la disabilità psichica, funzionario di banca uccide la sorella e si butta dal sesto piano

A Palermo si è consumato una tragedia familiare. Un uomo lasciato solo con una sorella disabile psichica, ha preferito finire la sofferenza uccidendo la sorella legandole le mani alla sedia e soffocandola con un sacchetto di plastica, e lanciandosi dal sesto piano.

Sarebbe stata lei, Giuseppina Puccio, 62 anni a chiedere al fratello Francesco, 58 anni di porre fine ai suoi stenti. I due abitavano da soli. Gli investigatori hanno trovato nell’appartamento una lettera nella quale Giuseppina avrebbe scritto di avere implorato il fratello di eliminarla perché non ce la faceva più a convivere con i suoi malanni: un disagio psichico che, secondo le prime ricostruzioni, avrebbe fatto capolino con i sintomi di una depressione dopo la laurea per poi aggravarsi dopo la morte della madre. Puccio era funzionario dell’Unicredit a Palermo e assisteva la sorella da molti anni.
L’omicidio-suicidio ha provocato sgomento tra i vicini delle due vittime. Sono in tanti ad essere ancora increduli. «Mi hanno telefonato dicendo che c’era un uomo nel giardino che si era lanciato dal bancone - racconta Emanuele Li Causi che abita nella casa accanto a dove è avvenuta la tragedia - Sono rimasto basito. Non avevamo sentito nulla dal mio appartamento. Mi sono affacciato e ho visto il cadavere per terra di un uomo, i vigili del fuoco e la polizia. Ancora non riesco a credere che lì a terra ci fosse Francesco».
«La sorella non usciva quasi mai. Erano ossessionati dalla possibilità di subire un furto - aggiunge Angelo Giammanco anche lui vicino di casa - Quando erano in casa non li sentivamo. Appena uscivano accendevano la televisione ad alto volume. Ci chiedevano ogni tanto di fare della spesa. Sapevamo che la signora stava male. Una malattia che si è aggravata dopo la morte della madre. Ma davvero non pensavamo che potesse succedere tutto questo». «Si tratta di drammi - afferma Santa Raspanti, psichiatria - che avvengono sempre più di frequente in un contesto in cui la famiglia diventa un nucleo ristretto all’interno di città. Aspetti che non consentono, sia per i ritmi più frenetici che per la mancanza di luoghi di aggregazione, a elementi più fragili di riuscire a diluire l’angoscia della solitudine e del malessere, individuando così come unica via d’uscita la negazione della vita».
E un altro dramma della sofferenza si è consumato oggi a Torino dove un padre 73enne ha accoltellato il figlio tetraplegico di 31 anni. A chiamare i Carabinieri è stata la madre. Il ragazzo è in condizioni critiche all’ospedale Le Molinette e il padre ha confessato ai carabinieri di essere disperato. Non ce la faceva più a vedere il figlio in quelle condizioni.
 
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