Generalmente, come insegna il
fatato universo delle fiabe,
la "signora" avidità, risulta essere una
pessima consigliera: lo rammentiamo tutti quanti, sopratutti i più
attempati negli
anni, la celebre
fiaba in cui l'
avido contadino in possesso dell'
oca magica dalle uova d'oro, stanco di aspettare il suo tanto agognato "
uovo d'oro" ogni giorno, credendo che l'
oca ne fosse pregna, decise di ucciderla! Ma ahimè, ebbe una triste sorpresa: non trovò nessun
uovo d'
oro all'interno d'essa, perdendo nella
disperazione più cupa la sua unica
fonte di sostentamento.
La
fiaba viene presa come
esempio in uno
studio recente effettuato dall'
associazione europea delle imprese di osservazione della terra,
Earsc, messo in atto al fine di dare ancor più importanza a ciò che una
politica aperta e
gratuita nella
distribuzione dei
dati ottenuti dalle molteplici
missioni spaziali finanziate con i
soldi dei
cittadini europei.
L'oca dalle uova d'oro
Dicevamo per l'appunto, come negli anni '90 si fosse diffusa la
convinzione che le
amministrazioni pubbliche fossero a riposare e gongolare su di una
miniera d'oro: i
dati e le
informazioni che venivano
generati nell'ottemparare i loro
compiti, per poi
essere
rivenduti agli
utenti per ridurre la necessità di
sovvenzioni e anzi diventare
centri di profitto.
Insomma, come il
contadino della
storia dell'oca dalle
uova d'oro, ogni
giorno potevano godere del
denaro con modesti
costi aggiuntivi dalla loro
attività istituzionale.
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L'oro che arriva dalle stelle |
Ma, così come capitò al
contadino della favola i
governi e le
agenzie governative si facere tentare tanto da questa
idea da
rendere a pagamento anche informazioni prima gratuite, quasi
uccidendo l'oca!
Già alla fine degli anni '90 ci si rese conto che questa
politica lungi dal moltiplicare il
valore dei dati lo
distrugge, scoraggia il loro utilizzo,
aumenta i costi della loro gestione, e cosa più che mai importante ai giorni nostri, impedisce la
nascita di imprese innovative che da questi
dati possono creare attività di successo, che a loro volta
genereranno benessere per i cittadini e
tasse per i governi.
I benefici diretti e indiretti
Questo
tema vero per tutti i
Psi (
public service information), è estremamente importante per i dati di
osservazione della terra. Nei prossimi mesi, con il
contributo dell'Ue e dell'Agenzia spaziale europea, verrà lanciata in orbita la prima "sentinella", cioè il primo satellite che servirà il
programma europeo Copernicus. Questo
programma spaziale è il secondo frutto della
politica europea dello
spazio dopo
Galileo, e rappresenterà, se ben utilizzato, un importante strumento per aumentare la sicurezza ambientale, le politiche di
sviluppo sostenibile, ma anche lo sviluppo di una
nuova economia basata sull'uso di questi dati.
Uno
studio della Commissione europea ha stabilito che nei prossimi 15 anni
Copernicus genererà oltre 20.000
nuovi posti di lavoro diretti, rispetto agli attuali 5.000 occupati del
settore, soprattutto nel settore "
down stream", cioè il settore di utilizzo e
creazione di applicazioni dei
dati di osservazione della terra, largamente presidiato da
Pmi. Ma il
beneficio indiretto offerto dall'
integrazione di questi dati con altre
informazioni (
catasti, dati meteorologici, informazioni sul traffico) creerà oltre 80.000 nuovi
posti in settori collaterali. Bisogna aggiungere che i
dati delle
Sentinelle saranno acquisiti su tutto il
globo, ponendo in una posizione di
vantaggio le industrie europee che da anni lavorano alla definizione di processi e
sistemi efficaci per la loro elaborazione.
Ma perché questo accada è importante che i dati siano all'origine gratuiti, riproducibili e accessibili, per non spezzare la catena virtuosa del valore dei dati.
Esistono ormai molti
esempi della
validità di questo approccio, ad esempio nel 2011 gli
Usa hanno deciso di
rendere disponibili gratuitamente e sulla base di una
politica aperta, i
dati della missione Landsat. Questo ha consentito all'
ente incaricato della
distribuzione dei dati, l'Usgs, di fare
consistenti economie sulle
strutture di fatturazione e pagamento, mentre il
cambio della politica dei dati, solo nella
pubblica amministrazione ha consentito
economie di oltre 200 milioni di dollari l'anno.
Entro la prossima primavera il
Parlamento europeo dovrà approvare la
legge che regolerà
l'accesso ai dati, vi è un quasi unanime sostegno dai
governi europei a una
politica gratuita e aperta di accesso, dispiace che le uniche voci in
controtendenza vengano dal nostro Paese, sembrerebbe che nelle sue diverse espressioni la
rappresentanza italiana presso la Ue si è prima opposta fieramente, e in splendido isolamento, per poi spingere per una
soluzione che limiti questa
politica riducendone i
benefici ai soli confini dell'
Unione e proponendo una sua
revisione entro due o tre anni.
Tale
limitazione oltre a essere difficile
tecnicamente da applicare, provocando anche un aumento dei costi del sistema di distribuzione dei dati, ridurrà l'orizzonte di stabilità del mercato dei dati scoraggiando l'effettiva realizzazione di investimenti privati, che hanno bisogno di
stabilità e certezza delle regole su periodi medio lunghi. Sarebbe bene che l'
Italia rivedesse la sua posizione sulla politica dei dati delle missioni spaziali europee, e al tempo stesso avviasse un
dibattito sulla
politica e l'accessibilità dei dati delle
missioni nazionali, per cercare se possibile di salvare le
oche nazionali, che se anche producono
uova d'oro non sono distribuite con l'efficienza dovuta.