Il-Trafiletto
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10/11/14

La via della seta cinese per aumentare il potere politco della Cina

Ancora in calo l'import-export cinese in ottobre. Pechino cerca di corre ai ripari anche se impegnatissima ad organizzare la complessafase di ricevimento del 25^  Summit dell'Apec.


La Cina rimedia con oltre 100 miliardi di dollari, tanto valgono infatti i 21 progetti infrastrutturali approvati dalla National dp and reform commission a tamponare la mancanza e questo mentre il presidente Xi Jinping ne destinava altri 40 miliardi alla realizzazione di un progetto che gli sta molto a cuore, la Nuova via della Seta.

Una sorta di cintura interna che collega il Bangladesh, la Cambogia, il Laos, la Mongolia, Myanmar, il Pakistan, il Tajikistan e le Nazioni incluse nell'Escap, un raggruppamento di Paesi minori dell'Asia centrale, più quelle che fanno parte della Shanghai Cooperation organization (Sco), una struttura creata soprattutto per rafforzare la lotta al terrorismo e garantire la sicurezza dell'area.

Il presidente insieme a questa via terrestre, ha varato anche la Via della Seta marittima del terzo millennio, con l'impegno di molte nazioni del Sud Est asiatico, che formino una catena di porti e di vari approdi per tenere insieme diversi Paesi dell'Asean, qualche decina in realtà con cui la Cina ha creato un'area di libero scambio molto dinamica.

La cina è molto attiva con i Paesi limitrofi di terra e di mare, e si è spinta a creare una serie di progetti, molti dei quali rischiano di interferire l'uno con l'altro, tutto pur di aumentare la sfera di influenza economica e quindi politica su un'area che va dall'Asia centrale al Pacifico.

23/10/14

Amazzonia: deforestazione aumentata del 290%

La situazione della deforestazione dell'Amazzonia è preoccupante, continua a crescere e in maniera esponenziale. I dati sono stati forniti dall'organizzazione no profit Imazon, attraverso le osservazioni satellitari: sono stati abbattuti ben 402 km quadrati di foresta, il 290% in più rispetto allo stesso mese del 2013, per destinare il terreno ad altro uso. 

Da agosto a settembre i chilometri quadrati persi sono stati 838, pari a un incremento del 191% su base annua. Altro fenomeno registrato dal rapporto è quello delle foreste degradate, cioè molto sfruttate dal disboscamento o arse. La superficie interessata nel mese scorso è di 624 km quadrati, con una crescita esponenziale rispetto ai 16 km quadrati del settembre 2013.

Deforestazione
immaginepresa dal web

La foresta amazzonica si estende su un’area di oltre 7 milioni di km quadrati, di cui 5,5 milioni di zona boschiva. Negli ultimi 50 anni, come più volte denunciato dal Wwf e dalle altre associazioni ambientaliste, la foresta ha perso un quinto della sua superficie. L’area forestale dell’Amazzonia si trova per il 60% in Brasile, dove per otto anni consecutivi, fino al 2012, la deforestazione ha mostrato un decremento.

Nel 2013, invece, il tasso di disboscamento ha registrato un +29% annuo, un’inversione del trend che dovrebbe essere confermata anche nel 2014. I prossimi dati ufficiali del governo brasiliano sull’argomento saranno rilasciati dopo il ballottaggio delle elezioni presidenziali, che si terrà domenica prossima.

09/02/14

Comunicazione "vehicle-to-vehicle" | Negli USA è legge!

Comunicazione "vehicle-to-vehicle"! Car to car negli USA è legge ormai. Arriva un segnale forte alla case automobilistiche ad adeguarsi alle nuove tecnologie.

Ciò che è stato reso ufficialmente pubblico dal segretario ai Trasporti dell'amministrazione Obama, Antonhy Fox, è una specie di "out out" nei confronti dell'industria automobilistica americana a far si che i nuovi veicoli compresi i camion, messi in commercio dalle fabbriche Ford, General Motors e via dicendo, debbano essere equipaggiati con un sistema di comunicazione "car to car", capace di segnalare l'avvicinarsi di un mezzo anche quando questo non è visibile al conducente in modo tale da prevenire o quanto meno diminuire le probabilità di incidenti sulle strade.
auto-radar-352
Car to Car

Lo scopo del governo di Washington è in effetti quello di rendere obbligatorio l'utilizzo delle nuove tecnologie di sicurezza con un'indonea normativa. Lo stesso Antonhy Fox ha dato annuncio pubblicamente come entro la fine del mandato dell'amministrazione in carica a inizio 2017, dovrebbe essere completata una proposta di legge a tal proposito. Intanto, nel 2012, il Dipartimento dei trasporti ha dato il via libera ad uno studio su un campione di 3.000 veicoli per dare dimostrazione come la presenza a bordo di sistemi capaci di far parlare fra loro i veicoli, possa contribuire ad evitare collisioni nel 70-80% dei casi di potenziali incidenti che coinvolgono automobilisti sobri.

I produttori di auto, dal canto loro, stanno lavorando da anni allo sviluppo di soluzioni anti collisione basate sulla comunicazione "vehicle-to-vehicle", soluzioni pensate per interoperare anche con le avanzate tecnologie di guida autonoma in fase di sperimentazione, a cominciare dalla sterzata e dalla frenata automatica. Sotto il profilo prettamente tecnico, le componenti hardware e software per i sistemi "car to car" sono praticamente pronti per la distribuzione di massa; case automobilistiche e regolatori si trovano semmai davanti altri ostacoli da superare per arrivare a realizzare una rete grande a sufficienza di veicoli compatibili con i sistemi di cui sopra.

Nodi ancora scoperti della questione, in tal senso, sono sostanzialmente la sicurezza e la privacy, attributi che – come ha ribadito in queste ore l'Alliance of Automobile Manufacturers - vanno tutelati entrambi agli occhi dei consumatori (timorosi del fatto che i dati personali relativi a posizione e velocità di crociera siano condivisi pubblicamente) e all'interno di un quadro giuridico adeguato. Una rassicurazione in merito è già arrivata dallo stesso Fox, secondo cui le informazioni scambiate tra i veicoli non dovrebbero includere dati identificativi del singolo utente. Resta il fatto che le case auomobilistiche vogliono tassativamente evitare rischi (denunce e richieste di risarcimento danni) legati alle lesioni di cui potrebbero essere vittima i passeggeri a bordo di auto dotate di sistemi di comunicazione.

Non di meno, infine, potrebbe scatenarsi una lotta per l'accesso allo spettro di banda di frequenza necessaria per far funzionare i sistemi "vehicle to vehicle", lotta che coinvolgerebbe la Federal Communications Commission e probabilmente anche il Congresso. La tecnologia prevista dal piano studiato dal Dipartimento dei trasporti utilizza reti radio a corto raggio, in grado di inviare segnali fino a 300 metri per comunicare la posizione di un veicolo, la sua velocità e la sua direzione.
L'accelerata data dal segretario dei trasporti non arriva in buona sostanza come il classico fulmine a ciel sereno.

L'uso della tecnologia per supportare e coadiuvare le capacità di guida del conducente è ormai un must dell'industria a quattro ruote, e la corsa alla nuova frontiera della guida automatica ne è una conferma. In passato gli enti regolatori federali si sono concentrati su attributi di prevenzione propri dell'auto come gli airbag. Oggi guardano decisamente oltre. E questo anche perché il numero di decessi dovuti ad incidenti stradali negli Usa ha superato quota 33.500 nel 2012, mille in più del 2011 e in aumento dopo che negli ultimi sette anni il numero delle vittime è stato in flessione.

08/02/14

USA | Obama pensa di sospendere gli acquisti degli F35 perché costosi e poco sicuri. E l’Italia?

Dovevano essere i “cacciabombardieri del futuro”, invece sono troppo costosi ed anche poco sicuri, al punto che il Presidente Obama pensa di bloccare le commesse, mentre l’Italia investe 15 miliardi di euro per questi caccia che forse potrebbero non decollare mai. Secondo il rapporto del Pentagono “le prestazioni sull’efficienza complessiva continuano ad essere immature” e rendono necessarie “soluzioni industriali con assistenza e lavori inaccettabili per operazioni di combattimento”. La fusoliera, in particolare, è soggetta a crepe che richiedono continua assistenza, circostanza che – in caso di guerra o conflitto – rischierebbe di comprometterne in modo pesante l’operatività. E sempre sul fronte dell’affidabilità della fusoliera, già un anno fa la Difesa statunitense aveva sottolineato come, nel tentativo di ridurre il peso del velivolo lo si era reso talmente fragile che – se colpito da un fulmine – poteva esplodere. Risultato: il cacciabombardiere non può volare a meno di 45 km da un temporale. Per non parlare della scarsa visibilità posteriore e del sistema radar incapace di inquadrare gli obiettivi. Anche dal punto di vista economico permangono parecchi dubbi. Barack Obama ha scoperto che gli F35 sono troppo costosi. «I costi previsti di operatività e manutenzione della flotta degli F35, una volta messa in linea, sono stati calcolati insostenibili dai vertici del dipartimento della Difesa» degli Stati Uniti: se le spese non caleranno, l’intero programma di costruzione del nuovo aereo da guerra è destinato a saltare perché anche gli Usa – dopo Canada e Olanda – sarebbero costretti a rinunciare all’acquisto. . E l’Italia rimarrebbe forse il solo Paese al mondo a volere ancora un aereo che costa troppo e non è nemmeno in grado di combattere. E' a questo punto prevedibile che la vicenda possa tornare all'ordine del giorno in politica, sebbene fonti del Ministero della Difesa lascino intendere che al momento non ci sia troppo spazio per ripensamenti. L’intera operazione dovrebbe costare circa 12 miliardi di euro, ma l’incertezza sui costi finali è alta . L’Italia ha già finanziato l’acquisto di 90 caccia F-35 (inizialmente erano 131) per l’aviazione e per la Marina: due terzi sono modelli ‘tradizionali’ Lightning 2; un terzo invece F-35B a decollo corto ed atterraggio verticale

07/02/14

Liberati i due tecnici italiani rapiti a ,atà gennai in Libia | Bonino "grande gioia"

Trattaviva difficile quella della liberazione diei due edili italiani rapiti in Libia. Lo ha reso noto la Frnesina e la Bonino ha espresso tutta la sua soddisfazione per l'operazione riuscita.

 Sono stati liberati i due operai edili italiani rapiti il 17 gennaio in Libia. Lo ha reso noto la Farnesina con un comunicato in cui il ministro degli Esteri, Emma Bonino, ha detto di provare "grande gioia e soddisfazione per la liberazione di Francesco Scalise e Luciano Gallo".
Francesco Scalise e Luciano Gallo

I due operai calabresi erano stati rapiti da un gruppo armato nei pressi del villaggio Dartuba, tra Derna e Tobruk, nella Cirenaica. "L'operazione", ha spiegato il ministro, "e' frutto di attivita' congiunte tra Autorita' libiche e italiane e dell'azione di coordinamento svolta tra Unita' di Crisi, ambasciata e altri organi dello Stato". "Desidero esprimere un sentito ringraziamento", ha proseguito il capo della diplomazia italiana, "a tutte le donne e gli uomini della Farnesina e delle altre istituzioni che hanno consentito di giungere a un esito favorevole della vicenda in un contesto ambientale difficile". I due connazionali sono attesi all'aeroporto di Ciampino attorno alle ore 17,30.                                                                       fonte (AGI)

Caritas denuncia: di nuovo sull'orlo di una guerra civile nel Sud Sudan

Non c'è pace per quella gente martoriata da guerre. Dopo aver raggiunto l'indipendenza, il Sud Sudanè di nuovo in una guerra civile. La chiesa ha fatto un appello perchè smettano le ostilità, ma la Caritas denuncia uccisioni e violenze. 


Dopo soli 2 anni dalla sua indipendenza, il Sud Sudan e' nuovamente sull'orlo di una guerra civile. Dopo gli scontri nella notte del 15 dicembre, nella capitale Giuba, si sono sentiti risuonare colpi di armi da fuoco e bombe, e si sono verificati uccisioni indiscriminate di civili inermi in diversi quartieri della citta'. Lo si legge in un comunicato della Caritas italiana. Da allora, in poco piu' di un mese, il conflitto - prosegue la nota - ha raggiunto dimensioni catastrofiche. Agli inizi di febbraio si contano oltre 10.000 morti e circa 750.000 sfollati (il 10% dell'intera popolazione).
Sud Sudan



I vescovi sud sudanesi, insieme ai rappresentanti delle altre Chiese, hanno lanciato un forte appello alla pace: «Interpellati dal messaggio imperativo del Vangelo per la pace e la giustizia, chiediamo un'immediata e incondizionata cessazione delle ostilità in ogni parte del Paese: crediamo che il dialogo sia il migliore e l'unico giustificato mezzo per risolvere le controversie e le divisioni tra le parti. La violenza non è mai un'opzione». Anche papa Francesco, all'inizio di gennaio, aveva pronunciato un appello alla pace nel Paese africano. Nel frattempo però, conclude la Caritas, i combattimenti continuano, con un aumento preoccupante delle uccisioni su base etnica, in una spirale di violenza senza fine. E accanto al rumore delle armi, sempre più assordante, si sente oggi il grido della popolazione che chiede aiuto.

31/01/14

Secessione? | Una nuova moneta in Lombardia. “il Lombard”

Che sia un inizio di secessione? Il progetto leghista di rendere la Lombardia una regione (o, addirittura, uno Stato) autonomo forse sta prendendo piede. Una nuova moneta complementare circolerà in Lombardia. Non è uno scherzo. La commissione Attività produttive della Regione ha varato un progetto di legge per dar vita a un nuovo conio a cui si lavorava da tempo. Ne dà notizia il "Giornale"; l’iniziativa è passata con i voti favorevoli della maggioranza (Lega, Forza Italia, Nuovo centrodestra) e del Movimento 5 Stelle. La moneta lombarda fa parte di un progetto di legge che elabora nuove norme per competitività e semplificazione a favore delle imprese lombarde. Il progetto moneta è già in calendario: si voterà in Consiglio regionale l'11 febbraio. Dal momento che la proposta è appoggiata non solo dalla maggioranza, ma anche dai pentastellati M5S, l'esito della votazione non dovrebbe creare sorprese. Il nuovo conio Lombard è di fatto un accordo tra privati che aderiscono a una piattaforma informatica che crea tra i partecipanti un rapporto commerciale. Il progetto non è il primo in circolazione, in Svizzera esiste il Wir, qualcosa di simile che dal 1934 viene utilizzato da un'impresa su quattro e muove il 2% dell'economia nazionale. In Inghilterra c'è il Bristol Pound, in Francia il Nanto, in Sardegna il Sardex, che coinvolge 200 imprese per un giro d'affari di 350mila euro. Al Pirellone spiegano che si tratterebbe di una manovra territoriale, che non si tratterà di una moneta corrente e che a regolare la materia sarà lo Stato. Sarà invece, dicono gli addetti ai lavori, un'operazione per aiutare le imprese paralizzate dal blocco dei finanziamenti, il quale, dicono in Regione, sarà appunto superato dal cambio. Ci sarà un "circuito di credito" a cui iscriversi con un istituto di garanzia per l'emissione. Il denaro sarà virtuale e sarà caricato su un borsellino digitale. La moneta costa meno perché non è legata ai mercati finanziari, incentiva gli scambi visto che è svalutabile, non c'è l'interesse ad accumularla e aiuta l'economia locale. Questa la promessa che arriva dal Pirellone.

29/01/14

L'ultima cosa che un bambino siriano di 3 anni ha detto prima di morire: "Io sto andando da Dio a dirgli tutto"

L'immagine di questo bambino siriano, si aggira su internet accompagnata dalla frase che avrebbe detto il bambino di tre anni prima di morire: "Io sto andando da Dio a dirgli tutto". Ed è inquietante.


E 'impossibile verificare la veridicità della frase detta dal bambino, ma l'immagine racconta una storia di dolore e la sofferenza che esiste in Siria in questo momento. In molti dovrebbero dire che, il presidente Bashar al-Assad è un killer spietato. Ma sarebbe una mezza verità, perchè ci sono responsabilità di altre nazioni in questa assurda guerra.

Aggiungi didascalia
La guerra ha causato la morte di decine di migliaia di persone e lo sfollamento di oltre 1 milione di siriani che ora vivono nei campi profughi. Questo è il risultato inevitabile di una guerra segreta combattuta dagli Stati Uniti, Israele e altri paesi sunniti come il Qatar e l'Arabia Saudita. Gli interessi nel far decadere il dittatore siriano al-Assad sono tutti di geo-politica. Se ciò avvenisse, si neutralizzerebbe l'influenza iraniana nella regione. Il dittatore ha agito così male che al-Qaeda sta combattendo dalla stessa parte del governo degli Stati Uniti e Bashar al-Assad e il suo governo stanno combattendo al-Qaeda.
I siriani, in questa massiccia guerra globale, sono tutti vittime degli interessi segreti di questi stati. Questo genera confusione a tal punto che non si sa se le armi chimiche utilizzate sulla Siria siano il risultato di al-Qaeda o del governo siriano. Quando si tratta di questioni di intelligence e propaganda  è molto difficile discernere la verità dalla finzione. Ma nessuno può negare che la Siria è stata un paese molto stabile fino a che non si sono spianate le armi. La giustificazione degli stati a queste guerre è: "Stiamo portando la democrazia nel mondo", e questo è la formula del neoimperialismo.

Per donare al Fondo di Emergenza siriano www.justgiving.com/ SyriaEmergencyAppeal

28/01/14

Svolta epocale in Tunisia | Pari diritti alle donne

Finalmente la Tunisia raggiunge un traguardo storico, che l'avvicina alla democrazia. Pari diritti alle donne e sharia cancellata. La nuova Costituzione Approvata


E' una svolta storica la nuova Carta post-rivoluzione (rivoluzione dei gelsomini) avvicina la Tunisia, con un passo enorme, alla democrazia. L’Islam è religione di Stato ma viene garantita la libertà di coscienza. Il plauso di Ban Ki-Moon: «Una tappa storica» È stata adottata nella notte dall’Assemblea nazionale costituente (Anc) tunisina la nuova Costituzione a più di tre anni dalla fuga dal Paese di Zine El Abidine Ben Ali al culmine della Rivoluzione dei Gelsomini. Il nuovo governo “apolitico” - frutto dell’accordo fra gli islamisti di Ennahda, in maggioranza all’assemblea, e le opposizioni - dovrà ora organizzare nuove elezioni legislative e presidenziali entro l’anno. Molte le novità della nuova Costituzione, la prima del dopo-rivoluzione.

Da sinistra a destra Jaafar,
presidente dell’assemblea nazionale,
il presidente Marzouki e il primo ministro
uscente Larayedh
Voluta per impedire una deriva autoritaria nel Paese, la Carta mira innanzitutto alla parità uomo-donna. L’articolo 20 afferma l’eguaglianza di diritti e doveri dei due sessi, mentre l’articolo 45 impone che il governo non solo protegga i diritti delle donne, ma garantisca le pari opportunità anche all’interno dei consigli elettivi. Nella nuova Costituzione si sancisce poi che l’islam è la religione di Stato ma si esclude la sharia - la legge islamica - come base del diritto del Paese. Ma nell’articolo 6 viene garantita la libertà di fede e di coscienza e viene posto anche il divieto di accusare qualcuno di apostasia. Il presidente Moncef Marzouki ha definito l’adozione della nuova Costituzione una «vittoria contro la dittatura», aggiungendo tuttavia che il cammino è ancora «lungo» per stabilire i valori democratici nel Paese. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha parlato di una «nuova tappa storica» e si è detto convinto che «l’esempio tunisino possa essere un modello per gli altri popoli che aspirano alle riforme». Il testo però non piace a tutti. Sostenitori del Partito integralista islamico Hizb ut-Tahriri, in lotta per l’instaurazione di un califfato islamico, hanno manifestato in piazza, definendo la nuova Carta, troppo «laica». fonte LaStampa.it

Signora avidità | Pessima consigliera: le amministrazioni pubbliche come il povero contadino della fiaba dell'oca dalle uova d'oro!

Generalmente, come insegna il fatato universo delle fiabe, la "signora" avidità, risulta essere una pessima consigliera: lo rammentiamo tutti quanti, sopratutti i più attempati negli anni, la celebre fiaba in cui l'avido contadino in possesso dell'oca magica dalle uova d'oro, stanco di aspettare il suo tanto agognato "uovo d'oro" ogni giorno, credendo che l'oca ne fosse pregna, decise di ucciderla! Ma ahimè, ebbe una triste sorpresa: non trovò nessun uovo d'oro all'interno d'essa, perdendo nella disperazione più cupa la sua unica fonte di sostentamento.

La fiaba viene presa come esempio in uno studio recente effettuato dall'associazione europea delle imprese di osservazione della terra, Earsc, messo in atto al fine di dare ancor più importanza a ciò che una politica aperta e gratuita nella distribuzione dei dati ottenuti dalle molteplici missioni spaziali finanziate con i soldi dei cittadini europei.

L'oca dalle uova d'oro
Dicevamo per l'appunto, come negli anni '90 si fosse diffusa la convinzione che le amministrazioni pubbliche fossero a riposare e gongolare su di una miniera d'oro: i dati e le informazioni che venivano generati nell'ottemparare i loro compiti, per poi essere rivenduti agli utenti per ridurre la necessità di sovvenzioni e anzi diventare centri di profitto.
Insomma, come il contadino della storia dell'oca dalle uova d'oro, ogni giorno potevano godere del denaro con modesti costi aggiuntivi dalla loro attività istituzionale.
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L'oro che arriva dalle stelle

Ma, così come capitò al contadino della favola i governi e le agenzie governative si facere tentare tanto da questa idea da rendere a pagamento anche informazioni prima gratuite, quasi uccidendo l'oca!
Già alla fine degli anni '90 ci si rese conto che questa politica lungi dal moltiplicare il valore dei dati lo distrugge, scoraggia il loro utilizzo, aumenta i costi della loro gestione, e cosa più che mai importante ai giorni nostri, impedisce la nascita di imprese innovative che da questi dati possono creare attività di successo, che a loro volta genereranno benessere per i cittadini e tasse per i governi. 

I benefici diretti e indiretti
Questo tema vero per tutti i Psi (public service information), è estremamente importante per i dati di osservazione della terra. Nei prossimi mesi, con il contributo dell'Ue e dell'Agenzia spaziale europea, verrà lanciata in orbita la prima "sentinella", cioè il primo satellite che servirà il programma europeo Copernicus. Questo programma spaziale è il secondo frutto della politica europea dello spazio dopo Galileo, e rappresenterà, se ben utilizzato, un importante strumento per aumentare la sicurezza ambientale, le politiche di sviluppo sostenibile, ma anche lo sviluppo di una nuova economia basata sull'uso di questi dati.

Uno studio della Commissione europea ha stabilito che nei prossimi 15 anni Copernicus genererà oltre 20.000 nuovi posti di lavoro diretti, rispetto agli attuali 5.000 occupati del settore, soprattutto nel settore "down stream", cioè il settore di utilizzo e creazione di applicazioni dei dati di osservazione della terra, largamente presidiato da Pmi. Ma il beneficio indiretto offerto dall'integrazione di questi dati con altre informazioni (catasti, dati meteorologici, informazioni sul traffico) creerà oltre 80.000 nuovi posti in settori collaterali. Bisogna aggiungere che i dati delle Sentinelle saranno acquisiti su tutto il globo, ponendo in una posizione di vantaggio le industrie europee che da anni lavorano alla definizione di processi e sistemi efficaci per la loro elaborazione.

Ma perché questo accada è importante che i dati siano all'origine gratuiti, riproducibili e accessibili, per non spezzare la catena virtuosa del valore dei dati.
Esistono ormai molti esempi della validità di questo approccio, ad esempio nel 2011 gli Usa hanno deciso di rendere disponibili gratuitamente e sulla base di una politica aperta, i dati della missione Landsat. Questo ha consentito all'ente incaricato della distribuzione dei dati, l'Usgs, di fare consistenti economie sulle strutture di fatturazione e pagamento, mentre il cambio della politica dei dati, solo nella pubblica amministrazione ha consentito economie di oltre 200 milioni di dollari l'anno.

Entro la prossima primavera il Parlamento europeo dovrà approvare la legge che regolerà l'accesso ai dati, vi è un quasi unanime sostegno dai governi europei a una politica gratuita e aperta di accesso, dispiace che le uniche voci in controtendenza vengano dal nostro Paese, sembrerebbe che nelle sue diverse espressioni la rappresentanza italiana presso la Ue si è prima opposta fieramente, e in splendido isolamento, per poi spingere per una soluzione che limiti questa politica riducendone i benefici ai soli confini dell'Unione e proponendo una sua revisione entro due o tre anni.

Tale limitazione oltre a essere difficile tecnicamente da applicare, provocando anche un aumento dei costi del sistema di distribuzione dei dati, ridurrà l'orizzonte di stabilità del mercato dei dati scoraggiando l'effettiva realizzazione di investimenti privati, che hanno bisogno di stabilità e certezza delle regole su periodi medio lunghi. Sarebbe bene che l'Italia rivedesse la sua posizione sulla politica dei dati delle missioni spaziali europee, e al tempo stesso avviasse un dibattito sulla politica e l'accessibilità dei dati delle missioni nazionali, per cercare se possibile di salvare le oche nazionali, che se anche producono uova d'oro non sono distribuite con l'efficienza dovuta.

27/01/14

Il Dittatore nordcoreano Kim Jong-un stermina i parenti dello zio Jang Song-Thaek

Notizia choc che arriva dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea, conosciuta meglio col nome di Corea del Nord: il Leader Kim Jong-un avrebbe sterminato l'intera famiglia del suo ex tutore, nonchè zio Jang Song-Thaek, giustiziato in dicembre dopo essere stato spogliato di tutti i poteri e accusato di 'golpe' contro il nipote. Secondo alcuni media asiatici, che riportano confidenze di forze governative, l'intera famiglia di Jang (bambini compresi) sarebbe stata fucilata. La stessa sorte sarebbe capitata a tutti gli uomini vicini all'ex mentore di Kim. Nei primi giorni di Dicembre lo zio Jang Song-thaek, diventato numero due del regime nord-coreano e principale consigliere politico del giovane presidente dopo la morte di Kim Jong-il, padre del giovane leader, veniva rimosso da tutti gli incarichi, espulso dal politburo e arrestato. Nelle stesse ore alcuni suoi fidatissimi venivano passati per le armi in piazza, accusati di tradimento. Il tempo per un velocissimo processo farsa che anche Jang Song-thaek veniva giustiziato. La sua morte è diventata un caso mediatico: per alcuni giorni era circolata la voce che Jang fosse stato sbranato vivo da un branco di 120 cani. Indiscrezione poi smentita nei giorni successivi. Tra i parenti uccisi dello zio figurano la sorella Jang Kye-sun e suo marito, l'ambasciatore a Cuba Jon Yong-jin; il nipote e ambasciatore in Malesia Jang Yong-chol e i due figli; i figli, le figlie, i nipoti e i fratelli. Tutti i parenti che non erano nel Paese sono stati richiamati a Pyongyang per essere giustiziati. Secondo le fonti governative alcuni parenti sono stati ammazzati con un colpo di pistola in fronte mentre i parenti acquisiti, come la moglie dell'ambasciatore in Malesia, sono stati risparmiati e confinati in villaggi sperduti con le loro famiglie di origine.

25/01/14

Arriva sul mercato la nuova banconota da 10 Euro.

E’ stata ufficializzata lunedì 13 gennaio, la nuova banconota da 10 euro. Dopo quella da 5 euro già in circolazione – che non pochi problemi ha causato a tutti i distributori automatici e alle varie macchinette – arriva la nuova 10 euro. Una nuova banconota anti falsari: filigrana diversa, nuove immagini e uno strato protettivo a prova di contraffazione. L’appuntamento è fissato a Francoforte, alla Banca centrale europea, anche se in realtà il nuovo taglio entrerà in circolazione soltanto alla fine dell’estate. Europa, principessa rapita da Zeus, appare anche qui in filigrana. La banconota ha di base colore analogo a quella della precedente serie, sarà più resistente perché verrà ricoperta da uno strato protettivo e potrà quindi essere sostituita con minore frequenza, consentendo così di ridurre i costi e l’impatto ambientale. Il ritiro dal mercato della vecchia banconota sarà graduale, senza alcun disagio per i consumatori – spiegano dalla Bce. La nuova banconota verrà intanto testata dai produttori e dai fornitori di apparecchiature per le banconote, per evitare che i problemi avuti in passato possano venire a ripetersi.Infatti la scorsa primavera il problema con i distributori si era presentato perché non erano stati riveduti i programmi che leggono e riconoscono i soldi. Dopo la banconota da 10 euro verrà anche il tempo del nuovo taglio da 20 euro. Il motivo per cui le banconote si stanno sostituendo è che le nuove caratteristiche tecniche le rendono più difficili da falsificare. Muovendole, cambia l’immagine sulla striscia olografica e si possono osservare, alternativamente, la cifra del valore del biglietto e il simbolo dell’euro su un campo iridescente. Comunque, come chiarisce in una nota la BCE “L’aggiornamento delle apparecchiature e dei dispositivi di controllo dell’autenticità delle banconote non è competenza dell’Eurosistema, bensì dei proprietari e indirettamente dei fornitori e dei produttori.

23/01/14

Piazza Affari prosegue in rialzo mentre marciano contrastate le altre Borse europee

Sul listino milanese perdono terreno Ferragamo e Buzzi Unicem mentre corre Tenaris grazie al giudizio positivo di alcuni analisti. Tra i bancari maglia nera ad Ubi Banca. Alta volatilità su Green Power, la matricola sbarcata oggi a Piazza Affari sul listino Aim. 


Dopo non essere riuscito ad aprire inizialmente per eccesso di ribasso (con una perdita potenziale del 6,73%) il titolo è entrato in contrattazione con un rialzo superiore al punto percentuale. Bene Fiat e Mediaset. Fiat cresce in vista dei conti, ieri ha pubblicato le stime del consensus degli analisti, che vedono per l'intero 2013 redditività in calo rispetto al 2012 ma segnalano un quarto trimestre in miglioramento rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Il settore auto è sostenuto anche dai dati sulle vendite di Toyota, che nel 2013 sono cresciute del 2% a un passo dalla soglia dei 10 milioni di vetture, confermando la casa giapponese nel ruolo di primo costruttore al mondo.
 
Piazza Affari in rialzo. Cresce il Pmi dell'Eurozona

Stabile lo spread Btp-Bund. Il differenziale dei titoli di Stato italiani e tedeschi a dieci anni è a quota 208 punti con un rendimento del 3,83% (rendimenti dei bond dell'Eurozona).

 Euro poco mosso, si rafforza lo yen Euro poco mosso sui mercati dove quota 1,3456 rispetto al dollaro (-0,01%) (cambio euro/dollaro e convertitore di valute). La moneta Usa viene da una serie di rialzi per via del miglioramento delle stime dell'economia mentre la Cina sta rallentando la crescita. Qualche presa di beneficio è arrivata rispetto allo yen che si è rafforzato a 104,4 e a 141,4 sull'euro. Da segnalare il nuovo calo della lira turca a 2,279 sul dollaro e del peso argentino che ha ceduto il 3,5% a 7,14 senza l'intervento della Banca centrale di Buenos Aires. Sul mercato non ufficiale il peso ha raggiunto i 12 dollari. Il governo argentino, che prova a rinegoziare il debito con il club di Parigi, sta cercando di frenare la caduta delle riserve in dollari e la fuga di valuta con diverse misure, l'ultima delle quali la limitazione delle vendite di merci on line.  

Mercati in cerca di direzione Dopo aver corso nelle prime tre settimane del mese le Borse sono in cerca di una direzione e cercano di cogliere in anticipo il sentiment su un eventuale ulteriore taglio agli stimoli monetari della Fed (che secondo alcuni potrebbe essere annunciato la prossima settimana per un ammontare di 10 miliardi, oltre ai 10 annunciati a dicembre e che diventerebbe operativi da gennaio quando difatti la Banca statunitense inietterà nel sistema liquidità per 75 miliardi anziché 85).

 Cresce il Pmi dell'Eurozona L'indice Pmi manifatturiero dell'Eurozona a gennaio è salito a 53,9 punti dal 52,7 di dicembre. È la prima lettura di Markit Economics e supera la stima media degli analisti che puntavano su un rialzo a 53. In rialzo anche l'indice dei servizi che si è attestato su 51,9 da 51 precedente. L'indice Pmi composito segna così una crescita 53,2 da 52,1. Da segnalare l'accelerazione in Germania del Pmi manifatturiero che ha evidenziato un progresso a 56,3 da 54,3.
                                                                                                                                   fonte  IlSole24ORE

18/01/14

Da Pechino giunge la conferma del lancio di un missile ipersonico!

Da Pechino giunge la notizia che conferma il progetto di lanciare un missile ipersonico! Il Ministero della Difesa cinese ha dato conferma che nella giornata di ieri ha concluso il primo test, riguardo un veicolo missile a velocità ipersonica, ritenuto come alta tecnologia militare all'avanguardia.
La notizia, prima pubblicata dal portale web Washington Free Beacon, è stata successivamente confermata anche dal Pentagono, il quale afferma che il test è stato eseguito il 9 gennaio scorso, utilizzando un velivolo modello WU-14, che ha raggiunto i Mach 10, equivalenti a 12.376 km/h, pari a ben 10 volte la velocità del suono.
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Missile ipersonico cinese
"Il test è stato effettuato per scopi scientifici", ha fatto sapere un portavoce del ministero della Difesa di Pechino, il quale sottolinea che "questo test non è diretto contro alcun paese od obiettivo specifico. Le nostre previste prove di ricerca scientifica svolte nel nostro territorio sono normali ", ha detto il ministero nella dichiarazione.
"Questi test non sono mirati a qualsiasi paese e non hanno obiettivi specifici. Non facciamo alcun commento, ha dichiarato il portavoce del Pentagono, il tenente colonnello Jeffrey Pool, che ha confermato il test della scorsa settimana. “Monitoriamo regolarmente l'attività delle agenzie della difesa straniere e siamo consapevoli di questo test", ha detto.

Mentre a Capitol Hill, il presidente della commissione Forze Armate della Camera ha espresso preoccupazione per quello che dice essere un "salto" tecnologico da parte dei cinesi facendo riferimento al test del veicolo ipersonico. "Le nazioni concorrenti cinesi e altre cercano la parità militare con gli Stati Uniti e, in alcuni casi, come in questo, sembrano essere un passo davanti a noi", hanno congiuntamente detto alcuni dirigenti americani in un comunicato.

12/01/14

Agnelli ancora in calo ed Exor scende al 7% nel capitale Alpitour

Agnelli ancora in calo ed Exor scende ancora nel capitale di Alpitour!
Infatti la partecipazione di Exor, in base a quanto risulta a Radiocor, si è ridotta dal 10 al 7% circa a causa di un aumento di capitale da 6,7 milioni di euro che si è concluso nei giorni scorsi. Questa operazione, vista da un'altra prospettiva non appare cosi negativa, infatti Gabriele Burgio, presidente e ad del gruppo, è atta a rafforzare la propria posizione dall'1 al 3%.
Alpitour

La holding della famiglia Agnelli aveva già ceduto nel 2012 il 90% della compagnia turistica ai fondi di private equity Wise e J.Hirsch, schierati da altri investitori finanziari italiani. L'ennesima riduzione della quota in Alpitour, così come la cessione prima dell'estate delle azioni Sgs per 2 miliardi, si inserisce nella strategia della finanziaria torinese di focalizzare il business sulle partecipazioni principali di rilevanza internazionale, ovvero Fiat/Chrysler, Cnh Industrial e Cushman & Wakefield. «Con l'aumento di capitale (da 17,8 a 24,5 milioni di euro nominali su un totale capitale versato di 100 milioni, ndr) abbiamo voluto dare il segnale a management, clienti e fornitori che la società ha basi solide», spiega Burgio a Radiocor, soprattutto dopo i problemi scoppiati in Egitto, Paese che il 16 agosto la Farnesina ha inserito tra le mete sconsigliate (da dicembre la destinazione ha poi ripreso regolarmente i flussi turistici).

L'obiettivo «è cercare di fare bene le cose che facciamo e trovare novità: abbiamo aperto due nuovi villaggi a Cuba e in Kenya e firmato nuovi accordi con alberghi in Madagascar», aggiunge il numero uno di Alpitour ricordando che «il fatturato è un elemento poco significativo da solo, noi puntiamo a far crescere la marginalita». La società ha poi chiuso il bilancio al 31 ottobre 2013 con un fatturato di 994 milioni di euro, in leggero calo dai 1055 milioni del 2012 per il cambio di confini parametrali dovuto alla chiusura di alcuni marchi, con il tour operating che comunque sia rappresenta il business principale (oltre 600 milioni di fatturato), seguito da aviazione e incoming (oltre 200 milioni ciascuno) e alberghiero (quasi 67 milioni).

Il gruppo, che nel 2013 ha visto la propria quota di mercato salire dal 14,5 al 16,5%, «deve superare la crisi cercando di capire cosa piace al cliente italiano, nostro target di riferimento: la villaggistica va molto bene, soprattutto il lusso, cresciuto del 10-12% nel 2013, mentre abbiamo tagliato golf, spa e viaggi religiosi, insieme a una riduzione dei costi e a investimenti in tecnologia, assistenza e animazione», sottolinea Burgio. Il gruppo, con i marchi Alpitour, Francorosso, Villaggi Bravo, Karambola, Viaggidea e la compagnia aerea Neos, finora si e' occupato di organizzare le vacanze degli italiani, ma non esclude in futuro un interesse anche per gli stranieri: «Siamo in ritardo ma ci piacerebbe dare un contributo al nostro Paese, stiamo studiando possibili forme per ampliare il nostro target».

11/01/14

Ariel Sharon è morto ''Un leader che ha consacrato la sua vita ad Israele'' così lo definì Obama

Dopo otto anni di  coma, è morto Ariel Sharon, definito la spada di Davide. Gli israeliani lo piangono. Per i palestinesi era un criminale di guerra

Ariel Sharon è morto oggi a 85 anni nell'ospedale di Tel Ha Shomer, nei pressi di Tel Aviv, dove era ricoverato negli ultimi tempi. Le sue condizioni - Sharon era in coma da otto anni - si sono drammaticamente aggravate nei giorni scorsi. I funerali di Sharon si svolgeranno in due fasi: prima alla Knesset (parlamento) di Gerusalemme e quindi nel suo Ranch dei Sicomori, nel Neghev, dove sarà sepolto accanto alla tomba della moglie, Lili.

Ancora non è noto se le esequie potranno avere luogo già domani, come vorrebbe la tradizione ebraica. ''E' andato quando ha deciso lui''. Cosi' il figlio di Ariel Sharon, Gilad, ha commentato, citato dai media, la morte del padre. Gilad Sharon ha ringraziato lo staff medico dell'ospedale di Tel Ha Shomer, dove l'ex premier era ricoverato, e tutti coloro che hanno pregato per il padre. 'Sharon ha continuato a battersi per la sua vita nella settimana passata da quando le sue condizioni sono ulteriormente peggiorate''. Lo ha detto il professor Shlomo Noi, direttore dello Sheba Medical Center di Tel Hashomer, annunciando ufficialmente la morte dell'ex premier israeliano. Il medico ha detto che l'anziano leader - in coma da otto anni - si e' battuto ''contro ogni probabilita''. Ma oggi - ha aggiunto - il cuore si ''e' indebolito'' e ''serenamente si e' separato dalla sua famiglia''. ''Un leader che ha consacrato la sua vita ad Israele'': cosi' il presidente americano, Barack Obama, ricorda Sharon, esprimendo il cordoglio di tutti gli americani e della moglie Michelle per la scomparsa dell'ex primo ministro israeliano. ''Ribadiamo - aggiunge il presidente Usa - il nostro incrollabile impegno per la sicurezza di Israele e il nostro apprezzamento per la durevole amicizia tra i nostri due Paesi e i nostri due popoli''. "Il mio caro amico Arik Sharon ha perso oggi la sua ultima battaglia. Arik era un soldato valoroso e un leader che sapeva osare. Amava la sua nazione e la sua nazione lo amava". E' il primo commento del capo dello Stato Shimon Peres alla morte dell'ex premier israeliano Ariel Sharon. "Un grande e coraggioso leader e un vero sionista". Così il capo dell'opposizione israeliana, il laburista, Isaac Herzog, ha commentato la morte di Ariel Sharon. Herzog ha detto che Sharon sapeva come "cambiare la sua opinione del mondo e riconoscere il giusto percorso dello Stato di Israele". Sharon era un "criminale, responsabile della morte di Arafat sfuggito alla giustizia internazionale". Così Jibril Raboub, un dirigente di Fatah, ha commentato la morte dell'ex premier israeliano. Hamas al potere a Gaza ha definito un "momento storico" la "scomparsa di questo criminale con le mani coperte di sangue palestinese". "Lo Stato di Israele china il capo con la dipartita dell'ex premier Ariel Sharon, componente centrale nella lotta per la sicurezza di Israele durante tutta la sua esistenza". Così il premier Benyamin Netanyahu commenta la morte di Sharon "combattente valoroso, grande condottiero, fra i comandanti più importanti delle nostre forze armate". fonte Ansa

Perché non si reclamizza anche l’esenzione del canone TV?

Questo è il periodo in cui le reti TV nazionali ci subissano di pubblicità per quanto riguarda il rinnovo del canone RAI per l’anno in corso, ma nemmeno una parola spesa per chi è esentato dal pagamento di questa tassa. Per una norma introdotta a fine dicembre 2007, non sono tenuti a pagare gli anziani oltre i 75 anni con un reddito minimo. Purtroppo la moltitudine degli italiani non conosce questa norma. L’ha scoperta per caso un cittadino di Rovigo. «L’ho letto sul Televideo - spiega - e così mi sono informato. Io ho una madre e altre due zie ultraottantenni che hanno sempre ricevuto il bollettino e hanno pagato il canone in questi anni» ». Il rodigino, così, si prepara a far valere i diritti delle anziane parenti. «Andrò dagli impiegati della RAI che sono presenti in città a chiedere il rimborso per gli anni passati e comunque a informarmi ancor meglio» Il rodigino inoltre lamenta come la RAI faccia nulla per far sapere che esiste questa opportunità: «Un anziano non guarda il Televideo e non naviga in internet. Quando fanno gli spot sul fatto che si debba pagare il canone, dovrebbero anche dire che esiste questa esenzione e di informarsi in materia». La norma in questione introdotta circa sette anni fa prevede che a non dover pagare il canone ( o meglio “l’imposta sul possesso del televisore”) siano le persone oltre i 75 anni con un reddito familiare che non superi i 516,46 euro al mese, che con la tredicesima somma un tetto annuo di 6.713,98 euro.

Paparazzato il presidente della repubblica Francese Hollande

Storie d'amore, querele, smentite, fanno tremare l'Eliseo. La Francia - forte di un’antica tradizione di libertinaggio - si dimostra tollerante.

La rivista di Closer: “Ha dormito da lei”. Poi rimuove la notizia da sito Web. I paparazzi francesi stanano Hollande Si difende da ”cittadino’’ Francois Hollande, furioso per lo scoop del settimanale Closer, uscito oggi nelle edicole di Francia con le foto rubate che confermerebbero la love story segreta con l’attrice, Julie Gayet. La rivista ha annunciato che rimuoverà sal sito Web le informazioni relative alla presunta love story, ma la polemica a Parigi non si placa. In una dichiarazione rilasciata a titolo personale (e non da presidente) all’agenzia France Presse, il capo dello Stato - senza mai smentire la relazione con la bionda attrice quarantunenne - «deplora profondamente» la violazione del «rispetto della privacy a cui ha diritto ogni cittadino» e annuncia «risposte, anche giudiziarie», nei confronti di Closer.

Muta, almeno per ora, la Premiere Dame di Francia Valerie Trierweiler, che nel sito internet dell’Eliseo risulta ancora la compagna ufficiale di Hollande. A cavallo tra fine dicembre e inizio gennaio - riferisce Closer - Hollande, che è legato ufficialmente alla giornalista Valerie Trierweiler, si reca in scooter, munito di regolare casco, nella casa parigina dell’attrice, dove «ha preso l’abitudine di passare la notte». «Foto sorprendenti - prosegue il settimanale - che pongono anche la questione legata alla sicurezza del presidente». E ancora: «Il capo dello Stato è accompagnato da una sola guardia del corpo che custodisce il segreto di questi incontri con l’attrice e porta anche dei croissants». Le voci sulla presunta relazione tra il capo dello Stato e Julie Gayet erano emerse in un primo tempo sui social network all’inizio dello scorso anno, ma non trovarono conferma. Dalla seconda famiglia segreta di Mitterrand, fino alla collezione di scappatelle di Jacques Chirac, o alle delusioni amorose di Sarkozy con l’ex moglie Cecilia e il successivo arrivo di Carla Bruni, la Francia - forte di un’antica tradizione di libertinaggio, tra storia, cinema e letteratura - si è sempre mostrata tollerante nei confronti delle vicende coniugali o extraconiugali dei suoi presidenti.

09/01/14

Un bel risparmio per il Tesoro con il mini-spread: sono 1,5 milioni all’anno!

Un bel risparmio davvero per il Tesoro l’introduzione del mini-spread!
Sono la bellezza di 1,5 milioni € l’anno il frutto derivante dalla discesa dello spread BTp-Bund sotto quota 200 punti base è un bel segnale, non soltanto perché è un evidente sintomo di calma, di un certo ritorno alla normalità sui mercati e di fiducia nei confronti dell’Italia, ma anche perché visto tale risultato in prospettiva può consentire al Tesoro italiano un risparmio davvero importante e significativo in ottica della gestione del debito pubblico.

Se il livello dei tassi di questi giorni dovesse essere confermato per tutto il 2014, lo Stato Italiano potrebbe arrivare a risparmiare una cifra fino a 1,5 miliardi di euro l'anno sulle emissioni a medio-lungo termine da effettuare nei prossimi 12 mesi rispetto a quanto speso nel 2013.

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Mini spread
Attenzione al tasso, non allo spread.
La relazione fra il famigerato spread e le spese del Tesoro non è immediata come spesso ci si vuol fare credere. Non fosse altro perché si parla di un differenziale, che può scendere tanto per un abbassamento dei tassi di interesse praticati sul debito italiano (che è poi ciò che importa ai fini delle casse dello Stato), quanto per una crescita dei rendimenti tedeschi (che invece è per noi ininfluente).

Sulla riduzione della forbice alla quale abbiamo assistito di recente ha in effetti influito in parte il rialzo del Bund (ieri il decennale tedesco valeva l'1,89% rispetto all'1,30% al quale era scivolato in primavera), ma anche per fortuna il calo dei tassi dei bond sovrani di casa nostra: il BTp decennale è sceso sotto al 4%, ma i rendimenti sono in genere tornati sui livelli pre-crisi lungo tutta la curva.

Così, ad esempio, un BTp a 2 anni rende oggi attorno all'1% rispetto all'1,57% medio registrato nel 2013; un titolo del Tesoro a 5 anni è sceso al 2,43% dal 3,06%, uno a 15 anni al 4,26% dal 4,59% e uno a 30 anni al 4,74% dal 5,02 per cento. Allo Stato in sé non importa però tanto l'effetto positivo sullo stock di debito esistente, quello infatti è stato già collocato presso gli investitori, quanto l'impatto sulle emissioni programmate per il 2014: è su quei titoli che si potrà risparmiare, collocandoli presso il pubblico a un prezzo più elevato, offrendo loro un rendimento più basso e quindi riducendo le spese sugli interessi da corrispondere nel 2014 e soprattutto negli anni successivi fino alla scadenza dei titoli.

Non illudiamoci: è soltanto una goccia nel mare del debito.
Per questo, volendo effettuare una stima dei risparmi, è essenziale capire quanto il Ministero delle Finanze si avvia a collocare a medio-lungo termine dopo i 245 miliardi del 2013. Le previsioni degli analisti sull'ammontare lordo complessivo di BTp, CTz e CcT variano fra i 240 e i 260 miliardi: una cifra che, se non si vuol tener conto delle differenti scadenze dei titoli, può essere moltiplicata idealmente per il rendimento dei BTp a 7 anni, visto che è quello che più si avvicina alla durata media del debito residuo italiano (era di 6,43 anni a fine dicembre, ma il Tesoro ha dichiarato di volerla di nuovo aumentare).

Quest'ultimo valeva ieri il 2,97% rispetto al 3,54% medio registrato nel 2013, una differenza che proietterebbe appunto i «risparmi» del Tesoro fino a 1,5 miliardi. Si tratta in effetti di una goccia nel mare magno del debito pubblico italiano che sfiora i 2.000 miliardi di euro (di cui 1.723 miliardi in titoli di Stato) e anche rispetto ai quasi 90 miliardi di interessi (oltre il 5% del Pil) che il Tesoro deve sborsare ogni anno: abbattere questo muro richiederà anni, se non decenni, ma è pur sempre qualcosa.

La guerra del petrolio | 200mila in fuga

Il petrolio continua ad essere oggetto di contese fra popoli assetati di potere, per ottenere il quale si macchiano di atrocità, mettendo in fuga popolazioni intere.
È allarme umanitario a Bentiu, il capoluogo dello stato sudsudanese di Unity, dove sono concentrati gran parte dei pozzi petroliferi del Paese dove la produzione di greggio è crollata da 1,5 milioni di barili a 150 mila, le truppe governative fedeli al presidente Salva Kiir Mayardit hanno concentrato un grosso distaccamento, sostenuto da milizie dinka, l’etnia del presidente per riprendere i pozzi essenziali per la sopravvivenza dello Stato Bentiu è stata conquistata due settimane fa dalla unità dell’esercito passate con l’ex vicepresidente ribelle Riek Machar, sostenuto dall’etnia nuer.

Machar controlla gran parte del nord-est del Paese ed è arroccato nel capoluogo del Jonglei, Bor, a maggioranza nuer Ieri è arrivato nella capitale Juba il presidente del Nord Sudan, Omar al Bashir, per tentare una mediazione. I pozzi di petrolio sono situati vicino al confine e il greggio viene trasportato attraverso un oleodotto che attraversa il Nord Sudan e sbocca sul Mar Rosso.
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