Il-Trafiletto
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23/01/14

Piazza Affari prosegue in rialzo mentre marciano contrastate le altre Borse europee

Sul listino milanese perdono terreno Ferragamo e Buzzi Unicem mentre corre Tenaris grazie al giudizio positivo di alcuni analisti. Tra i bancari maglia nera ad Ubi Banca. Alta volatilità su Green Power, la matricola sbarcata oggi a Piazza Affari sul listino Aim. 


Dopo non essere riuscito ad aprire inizialmente per eccesso di ribasso (con una perdita potenziale del 6,73%) il titolo è entrato in contrattazione con un rialzo superiore al punto percentuale. Bene Fiat e Mediaset. Fiat cresce in vista dei conti, ieri ha pubblicato le stime del consensus degli analisti, che vedono per l'intero 2013 redditività in calo rispetto al 2012 ma segnalano un quarto trimestre in miglioramento rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Il settore auto è sostenuto anche dai dati sulle vendite di Toyota, che nel 2013 sono cresciute del 2% a un passo dalla soglia dei 10 milioni di vetture, confermando la casa giapponese nel ruolo di primo costruttore al mondo.
 
Piazza Affari in rialzo. Cresce il Pmi dell'Eurozona

Stabile lo spread Btp-Bund. Il differenziale dei titoli di Stato italiani e tedeschi a dieci anni è a quota 208 punti con un rendimento del 3,83% (rendimenti dei bond dell'Eurozona).

 Euro poco mosso, si rafforza lo yen Euro poco mosso sui mercati dove quota 1,3456 rispetto al dollaro (-0,01%) (cambio euro/dollaro e convertitore di valute). La moneta Usa viene da una serie di rialzi per via del miglioramento delle stime dell'economia mentre la Cina sta rallentando la crescita. Qualche presa di beneficio è arrivata rispetto allo yen che si è rafforzato a 104,4 e a 141,4 sull'euro. Da segnalare il nuovo calo della lira turca a 2,279 sul dollaro e del peso argentino che ha ceduto il 3,5% a 7,14 senza l'intervento della Banca centrale di Buenos Aires. Sul mercato non ufficiale il peso ha raggiunto i 12 dollari. Il governo argentino, che prova a rinegoziare il debito con il club di Parigi, sta cercando di frenare la caduta delle riserve in dollari e la fuga di valuta con diverse misure, l'ultima delle quali la limitazione delle vendite di merci on line.  

Mercati in cerca di direzione Dopo aver corso nelle prime tre settimane del mese le Borse sono in cerca di una direzione e cercano di cogliere in anticipo il sentiment su un eventuale ulteriore taglio agli stimoli monetari della Fed (che secondo alcuni potrebbe essere annunciato la prossima settimana per un ammontare di 10 miliardi, oltre ai 10 annunciati a dicembre e che diventerebbe operativi da gennaio quando difatti la Banca statunitense inietterà nel sistema liquidità per 75 miliardi anziché 85).

 Cresce il Pmi dell'Eurozona L'indice Pmi manifatturiero dell'Eurozona a gennaio è salito a 53,9 punti dal 52,7 di dicembre. È la prima lettura di Markit Economics e supera la stima media degli analisti che puntavano su un rialzo a 53. In rialzo anche l'indice dei servizi che si è attestato su 51,9 da 51 precedente. L'indice Pmi composito segna così una crescita 53,2 da 52,1. Da segnalare l'accelerazione in Germania del Pmi manifatturiero che ha evidenziato un progresso a 56,3 da 54,3.
                                                                                                                                   fonte  IlSole24ORE

28/12/13

Un super euro ci penalizza | Usciremo sconfitti dalla "guerra valutaria"

L'Italia penalizzata nella corsa infinita del super euro, addio benefici dell'austerity.
Una moneta forte erode la nostra competitività più di quanto faccia per Spagna e Francia
Guido Mantega, nato a Genova da una famiglia di migranti italiani, ma ministro delle Finanze del Brasile, è stato il primo a rompere il tabù. Nell'autunno del 2010 disse che nel mondo era in corso una "guerra valutaria": ciascun Paese e ognuno dei grandi blocchi economici cercava di svalutare per rendere più competitive le proprie esportazioni.
euro
Da allora la ripresa ha messo radici quasi ovunque, ma il conflitto di cui parla Mantega non è soffocato. Il bilancio del 2013 mostra anzi che ha un chiaro perdente, l'euro. La moneta unica è praticamente la sola al mondo di fronte alla quale tutte le altre, grandi, medie e piccole, hanno perso valore. Sull'euro si sono svalutati il dollaro americano (del 4,2%), quello canadese (dell'11%), lo yuan cinese (del 2%), per non parlare dello yen giapponese (meno 22%), del real brasiliano (meno 19,7%), del dollaro australiano (meno 20%), del rublo russo (meno 13%) o della lira turca (meno 24%). La lista continua per decine di monete, inclusi il franco svizzero (meno 1,5%), la corona norvegese (meno 15%) e la rupia indiana (meno 14,5%). La maggior parte di queste svalutazioni sono a doppia cifra, e ieri sera gran parte delle divise estere, incluso il biglietto verde, hanno toccato i minimi dell'anno sull'euro. È un segno che lo smottamento è ancora in corso. Dai Paesi avanzati alle economie emergenti, tutte le aree del pianeta stanno conquistando competitività di prezzo sui mercati globali rispetto ai prodotti venduti a partire da Eurolandia.
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