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23/10/14

Il 10% delle pensioni complementari Renzi le fa "fuori"

Aumenta il peso delle tasse sulle pensioni complementari: si parla di percentuali che variano dall'11,5% al 20%! Renzi da il via libera alla Legge di Stabilità. 


Con questa ulteriore modifica, buona parte delle pensioni complementari rischierà di volare via per sempre dalle mani degli italiani qualora il contenuto non venisse modificato. Ma di quanto? Secondo i calcoli di Economiaweb.it almeno del 10% dell’assegno atteso.

1. CONSEGUENZE DI BREVE PERIODO: IL RITOCCO DEI RENDIMENTI 
La tassazione prevista della Legge di Stabilità dovrebbe iniziare dal primo gennaio 2015. Inizialmente, le conseguenze di questo intervento austero delle tasse riguarderà una minima parte dei rendimenti netti delle suddette pensioni. Facciamo un esempio: se pure nel 2015 i prodotti previdenziali riuscissero a segnare risultati mediamente oltre il 5,5-6% lordo (come è accaduto nel 2013 e nel 2014), il rendimento netto con la nuova tassazione equivarrà al 4,4-4,8% circa, ovvero sia meno di mezzo punto a differenza di quello che si sarebbe registrato invece col vecchio prelievo (4,9-5,4%). Si tratta dunque di una piccola riduzione dei guadagni, che inizialmente peserà poco o nulla sulle tasche dei lavoratori, visto che i soldi investiti nella previdenza integrativa restano blindati per molto tempo e di regola vengono riscattati soltanto alla data del pensionamento.

2. CONSEGUENZE A  LUNGO TERMINE: IL GIOGO SULLA RENDITA FINALE 
Ma gli effetti veri e propri della manovra della Legge di Stabilità si sentiranno esattamente al momento della pensione. Un ritocco di lieve entità per quel che concerne i rendimenti netti annui, a lungo termine darà vita infatti ad un taglio importante della rendita integrativa ottenuta con i prodotti previdenziali. Facciamo un esempio: se un lavoratore mette da parte 200.00 € al mese in un fondo pensionistico che produce mediamente il 5,4% netto ogni anno, si ritroverà dopo 40 anni con in tasca una somma (montante finale) di circa 339.000 euro. Se lo stesso fondo rendesse, invece, mezzo punto in meno al netto delle tasse (come accadrà con l’innalzamento del prelievo fiscale) a fine carriera il lavoratore si ritrova con un capitale ben più modesto, pari a euro circa 297.000 €.


La differenza sarà quindi di 42.000 €, che si trasformerà automaticamente in una pensione complementare più misera. Se ad andare in pensione a 70 anni, ad esempio, un lavoratore uomo che ha un montante finale di 339.000 €, maturerà una rendita integrativa di oltre 2.000 € al mese, il 12% in più rispetto agli 1.780 € mensili che si ottengono invece con un capitale di 297.000 €.

L'aumento prossimo delle tasse previsto sarà di oltre 10 punti percentuali sull’importo della pensione integrativa.


25/01/14

Arriva sul mercato la nuova banconota da 10 Euro.

E’ stata ufficializzata lunedì 13 gennaio, la nuova banconota da 10 euro. Dopo quella da 5 euro già in circolazione – che non pochi problemi ha causato a tutti i distributori automatici e alle varie macchinette – arriva la nuova 10 euro. Una nuova banconota anti falsari: filigrana diversa, nuove immagini e uno strato protettivo a prova di contraffazione. L’appuntamento è fissato a Francoforte, alla Banca centrale europea, anche se in realtà il nuovo taglio entrerà in circolazione soltanto alla fine dell’estate. Europa, principessa rapita da Zeus, appare anche qui in filigrana. La banconota ha di base colore analogo a quella della precedente serie, sarà più resistente perché verrà ricoperta da uno strato protettivo e potrà quindi essere sostituita con minore frequenza, consentendo così di ridurre i costi e l’impatto ambientale. Il ritiro dal mercato della vecchia banconota sarà graduale, senza alcun disagio per i consumatori – spiegano dalla Bce. La nuova banconota verrà intanto testata dai produttori e dai fornitori di apparecchiature per le banconote, per evitare che i problemi avuti in passato possano venire a ripetersi.Infatti la scorsa primavera il problema con i distributori si era presentato perché non erano stati riveduti i programmi che leggono e riconoscono i soldi. Dopo la banconota da 10 euro verrà anche il tempo del nuovo taglio da 20 euro. Il motivo per cui le banconote si stanno sostituendo è che le nuove caratteristiche tecniche le rendono più difficili da falsificare. Muovendole, cambia l’immagine sulla striscia olografica e si possono osservare, alternativamente, la cifra del valore del biglietto e il simbolo dell’euro su un campo iridescente. Comunque, come chiarisce in una nota la BCE “L’aggiornamento delle apparecchiature e dei dispositivi di controllo dell’autenticità delle banconote non è competenza dell’Eurosistema, bensì dei proprietari e indirettamente dei fornitori e dei produttori.

23/01/14

Piazza Affari prosegue in rialzo mentre marciano contrastate le altre Borse europee

Sul listino milanese perdono terreno Ferragamo e Buzzi Unicem mentre corre Tenaris grazie al giudizio positivo di alcuni analisti. Tra i bancari maglia nera ad Ubi Banca. Alta volatilità su Green Power, la matricola sbarcata oggi a Piazza Affari sul listino Aim. 


Dopo non essere riuscito ad aprire inizialmente per eccesso di ribasso (con una perdita potenziale del 6,73%) il titolo è entrato in contrattazione con un rialzo superiore al punto percentuale. Bene Fiat e Mediaset. Fiat cresce in vista dei conti, ieri ha pubblicato le stime del consensus degli analisti, che vedono per l'intero 2013 redditività in calo rispetto al 2012 ma segnalano un quarto trimestre in miglioramento rispetto allo stesso periodo di un anno prima. Il settore auto è sostenuto anche dai dati sulle vendite di Toyota, che nel 2013 sono cresciute del 2% a un passo dalla soglia dei 10 milioni di vetture, confermando la casa giapponese nel ruolo di primo costruttore al mondo.
 
Piazza Affari in rialzo. Cresce il Pmi dell'Eurozona

Stabile lo spread Btp-Bund. Il differenziale dei titoli di Stato italiani e tedeschi a dieci anni è a quota 208 punti con un rendimento del 3,83% (rendimenti dei bond dell'Eurozona).

 Euro poco mosso, si rafforza lo yen Euro poco mosso sui mercati dove quota 1,3456 rispetto al dollaro (-0,01%) (cambio euro/dollaro e convertitore di valute). La moneta Usa viene da una serie di rialzi per via del miglioramento delle stime dell'economia mentre la Cina sta rallentando la crescita. Qualche presa di beneficio è arrivata rispetto allo yen che si è rafforzato a 104,4 e a 141,4 sull'euro. Da segnalare il nuovo calo della lira turca a 2,279 sul dollaro e del peso argentino che ha ceduto il 3,5% a 7,14 senza l'intervento della Banca centrale di Buenos Aires. Sul mercato non ufficiale il peso ha raggiunto i 12 dollari. Il governo argentino, che prova a rinegoziare il debito con il club di Parigi, sta cercando di frenare la caduta delle riserve in dollari e la fuga di valuta con diverse misure, l'ultima delle quali la limitazione delle vendite di merci on line.  

Mercati in cerca di direzione Dopo aver corso nelle prime tre settimane del mese le Borse sono in cerca di una direzione e cercano di cogliere in anticipo il sentiment su un eventuale ulteriore taglio agli stimoli monetari della Fed (che secondo alcuni potrebbe essere annunciato la prossima settimana per un ammontare di 10 miliardi, oltre ai 10 annunciati a dicembre e che diventerebbe operativi da gennaio quando difatti la Banca statunitense inietterà nel sistema liquidità per 75 miliardi anziché 85).

 Cresce il Pmi dell'Eurozona L'indice Pmi manifatturiero dell'Eurozona a gennaio è salito a 53,9 punti dal 52,7 di dicembre. È la prima lettura di Markit Economics e supera la stima media degli analisti che puntavano su un rialzo a 53. In rialzo anche l'indice dei servizi che si è attestato su 51,9 da 51 precedente. L'indice Pmi composito segna così una crescita 53,2 da 52,1. Da segnalare l'accelerazione in Germania del Pmi manifatturiero che ha evidenziato un progresso a 56,3 da 54,3.
                                                                                                                                   fonte  IlSole24ORE

28/12/13

Ma quanto costa…1 centesimo di euro? Vale la pena averne?

Ma quanto pensiate che costi 1 centesimo di euro? Vale la pena continuare a coniarlo? Lo sapete che coniare la moneta da 1 centesimo non conviene affatto? In giro, si afferma che coniare una singola moneta da 1 cent di euro costi ben 4/5 centesimi, ed oltretutto sono anche fastidiosi da portarli in tasca! Quindi, perché non eliminarle una volta per tutte dal commercio? Il buco nero venutosi a creare a causa di questa assurda anomalia è di ben 188 milioni di euro, e si è accumulato in dieci anni soltanto nel nostro Paese.

centesimo
1 centesimo di euro
Chissà a quanto si arriva, considerando l’intera Unione Europea!
Per questo, SEL, ovvero Sinistra ecologia libertà, il noto partito politico italiano, ha preso l’iniziativa di presentare una mozione alla Camera dei Deputati, il cui primo firmatario è Sergio Boccadutri, tesoriere nazionale del partito, che è stata sottoscritta anche da alcuni deputati di Scelta Civica, PD e M5S.

I costi di fabbricazione presi in questione sono precisamente quelli delle monete da 1, 2 e 5 centesimi. Le monete da 2 centesimi, invece, verrebbero a costare ben 5,2 centesimi, mentre quelle da 5 centesimi costerebbero 5,7 centesimi.
Da quando è stato introdotto l’euro, la Zecca avrebbe fuso ben 2,8 miliardi di monete da 1 centesimo, 2,3 miliardi da 2 centesimi e 2 miliardi da 5 centesimi. In totale, fanno ben 362 milioni di euro spesi per produrne 174! In tempi di crisi niente male davvero, conveniente, no?
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