Il-Trafiletto
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28/10/14

Un bel Mix di notiziole: speriamo bene

Politica: le ultime parole famose
"Non credo alla scissione del Pd, sarebbe il colmo, abbiamo aperto le porte per arrivare al 41%. La politica chiede lo sforzo di ascoltarsi ma io vorrei che passasse che al governo ascoltiamo tutti ma non ci facciamo fermare da nessuno. Sono anni che politica si e' fermata". Lo dice Matteo Renzi a Otto e mezzo. "L'impressione di tanti e' che se in Parlamento qualcuno ti mette il bastone tra le ruote sarebbe logico andare al voto. Ma io mi sento di escludere" il voto anticipato, "io devo dimostrare che riesco a cambiare le cose in Italia anche se dovro' fare maggiore fatica". A 'Otto e mezzo' il premier agunge: "Devo cambiare l'Italia, non il Parlamento". "Il documento che riguarda il patto del Nazareno si compone della riforma elettorale e della riforma costituzionale. Sono atti parlamentari. Poi c'e' una tipica cultura talvolta un po' discutibile che vede i fantasmi". Cosi' Matteo Renzi a Otto e mezzo a proposito del contenuto del patto del Nazareno. "Io quello che so e' che il patto del Nazareno e' un accordo doveroso", osserva Renzi. fonte AGI

Economia: Il lupo perde il pelo ma non il vizio
La Bce avrebbe commesso degli errori negli stress test ed e' stata costretta a rimuovere brevemente i risultati di Mps dal proprio sito dopo aver scoperto un errore sul 'capital ratio 2013'. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, sottolineando che i dati corretti sono stati pubblicati poco dopo. La rimozione temporanea dei dati di Mps ha pero' destato l'attenzione degli investitori, ''frustrati'' del cambio senza una spiegazione. Altre incongruenze si sarebbe avute per Deutsche Bank, con la Bce e l'Eba che sarebbero pervenute a dati ''drasticamente diversi'' per una delle misure su cui Deutsche Bank era stata testata. I casi appaiono isolati e secondo analisti ed esperti non mettono in dubbio la validità dei test: errori - affermano - sono inevitabili quando si ha a che fare con tale mole di dati. Dopo aver scoperto l'errore su Mps e rimosso brevemente i risultati della banca, la Bce ha pubblicato quelli corretti. Secondo le fonti citate dal Wall Street Journal, si è trattato di un caso isolato di errore nel processare i dati. L'errore su Mps si trovava sulla prima pagina del modello pubblicato sul sito della Bce ed era importante perché ''Mps è stata quella con la peggiore perfomance negli stress test ed era al centro dell'attenzione''. fonte ANSA

Cronaca: Nostalgia? Speriamo di no
Torna alla luce il bunker di Benito Mussolini, il rifugio antiaereo più importante d'Italia, che venne realizzato tra il 1942 e il 1943 per proteggere il Duce e la sua famiglia nella residenza privata di Villa Torlonia a Roma. Da oggi la struttura, che si trova nella sala centrale del piano seminterrato del Casino Nobile, apre al pubblico con visite guidate, insieme al rifugio cantina della villa che fu attrezzato, invece, intorno alla metà del 1940. "Apriamo nuovamente al pubblico, dopo la stagione legata al sindaco Veltroni, il bunker di Mussolini e i rifugi di Villa Torlonia - ha detto il sindaco Ignazio Marino nel corso dell'inaugurazione - Lo facciamo una settimana dopo il viaggio che abbiamo organizzato ad Auschwitz con 145 ragazzi delle scuole romane. L'amministrazione capitolina crede fortemente che bisogna coltivare la memoria in un'Europa che ha superato, fortunatamente i nazionalismi che hanno portato alla guerra, alla distruzione". Presente all'inaugurazione anche l'ex sindaco di Roma Walter Veltroni accompagnato dalla moglie. "Abbiamo avuto una dimostrazione, alcune settimane fa da parte di individui dalle teste più rasate che piene i quali hanno pensato fosse opportuno celebrare la memoria di un uomo, in questa città, che si è reso responsabile del massacro di molti cittadini romani", ha concluso il sindaco. fonte adnKronos

25/03/14

Sardegna | Oltre quattro mesi dall'alluvione "Cleopatra" e il Governo boccia ancora gli aiuti all'isola.

Sono ormai passati poco più di quattro mesi dall'alluvione "Cleopatra" che ha colpito la Sardegna e alla Camera sono stati nuovamente bocciati due emendamenti - uno del Pd e l'altro del Movimento 5 stelle - che riproponevano le misure già contenute nel Salva Roma ritirato dall'esecutivo Renzi. Ancora una volta passano in secondo piano gli interessi della Sardegna e del recupero dopo i danni dell'alluvione che ha messo in ginocchio la meravigliosa isola meta delle vacanze estive di molti italiani e stranieri. Il più rapido a commentare è il deputato di Sel (Sinistra ecologia libertà) Stefano Quaranta, che scrive su Facebook: "scene di vita parlamentare: una deputata del Pd presenta un emendamento per dare fondi agli alluvionati della Sardegna, tutti gli altri gruppi si dichiarano favorevoli. Il governo sostiene che non ci sia la copertura e il Pd vota contro. Riassunto: il Pd presenta un emendamento e tutti sono a favore tranne il Pd. E alla Sardegna i soldi non vanno". Un paradosso sottolineato da un po' tutti i deputati sardi, specie quelli dell'opposizione come Michele Piras, anch'egli di Sel, che in un durissimo intervento in aula cita Giorgio Gaber con un "io non mi sento italiano", un atto di accusa verso lo Stato in generale che secondo Piras, nella vicenda dell'alluvione "discrimina" l'isola che da oltre quattro mesi attende interventi strutturali mentre il Governo Renzi, come già quello guidato da Letta, parla di "fondi strutturali" da trovare per le calamità, fondi che però nonostante il passare del tempo non sembrano venire fuori. Anche gli interventi dei deputati sardi del principale partito di governo, quello democratico, sono fortemente critici. Romina Mura dice: "non possiamo andare oltre, la misura per i sardi è colma. Quanto accaduto oggi alla Camera rappresenta un vulnus che il Governo deve sanare, non oltre la settimana prossima, in Senato". Anche il deputato Emanuele Cani ricorda che "sono passati oltre quattro mesi dalla data del disastro e nulla di concreto è stato fatto, non c'è più tempo per aspettare. Oggi avremmo potuto risolvere definitivamente il problema, ma così non è stato. Per quanto mi riguarda - spiega l'esponente del Pd - ho votato convintamente, in dissenso dal mio gruppo, a favore degli emendamenti". Per Caterina Pes, la bocciatura dell'emendamento "è stato un grave errore da parte della Camera, ma prendiamo atto dell'impegno del Governo a garantire un intervento a favore della Sardegna nei prossimi giorni".

05/03/14

"Gocce" di notizie: Legge elettorale intesa raggiunta tra Pd e Forza Italia e Ncd.

Svolta sulla riforma della legge elettorale con l'intesa raggiunta tra Pd e Forza Italia, e il placet anche da parte Ncd. L'accordo politico prevede questa maggioranza larga e, soprattutto, che la riforma valga solo per la Camera. La mediazione pare dunque riuscita e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, da Tunisi, si dice soddisfatto "per un passo in avanti importante" nel segno dell'accordo sottoscritto con Silvio Berlusconi, mostrandosi ottimista sul fatto che il testo della riforma possa essere approvato entro venerdi'. Il via libera del Cavaliere arriva in mattinata: nonostante il suo "disappunto" per le difficolta' incontrate dal premier e, in particolar modo, per il fatto che tali difficolta' provenissero proprio dall'interno del Partito Democratico. La cosa importante, per Renzi, e' che il nuovo sistema di voto "garantisca di avere un vincitore certo" un minuto dopo la chiusura delle urne e che non si perda d'occhio il percorso delle riforme istituzionali: "Spero che il Parlamento non dilazioni ancora e che dopo vent'anni si chiuda definitivamente la pagina delle riforme". Intanto vengono ritirati gli emendamenti, addirittura in blocco da parte del Pd, salvo quelli sulla parita' di genere, e di rinvio in rinvio per il calendario dell'approdo in Aula a Montecitorio, sembra davvero a portata di mano la data limite di venerdi' indicata oggi dall'inquilino di palazzo Chigi. font(AGI)

28/12/13

Ma quanto costa…1 centesimo di euro? Vale la pena averne?

Ma quanto pensiate che costi 1 centesimo di euro? Vale la pena continuare a coniarlo? Lo sapete che coniare la moneta da 1 centesimo non conviene affatto? In giro, si afferma che coniare una singola moneta da 1 cent di euro costi ben 4/5 centesimi, ed oltretutto sono anche fastidiosi da portarli in tasca! Quindi, perché non eliminarle una volta per tutte dal commercio? Il buco nero venutosi a creare a causa di questa assurda anomalia è di ben 188 milioni di euro, e si è accumulato in dieci anni soltanto nel nostro Paese.

centesimo
1 centesimo di euro
Chissà a quanto si arriva, considerando l’intera Unione Europea!
Per questo, SEL, ovvero Sinistra ecologia libertà, il noto partito politico italiano, ha preso l’iniziativa di presentare una mozione alla Camera dei Deputati, il cui primo firmatario è Sergio Boccadutri, tesoriere nazionale del partito, che è stata sottoscritta anche da alcuni deputati di Scelta Civica, PD e M5S.

I costi di fabbricazione presi in questione sono precisamente quelli delle monete da 1, 2 e 5 centesimi. Le monete da 2 centesimi, invece, verrebbero a costare ben 5,2 centesimi, mentre quelle da 5 centesimi costerebbero 5,7 centesimi.
Da quando è stato introdotto l’euro, la Zecca avrebbe fuso ben 2,8 miliardi di monete da 1 centesimo, 2,3 miliardi da 2 centesimi e 2 miliardi da 5 centesimi. In totale, fanno ben 362 milioni di euro spesi per produrne 174! In tempi di crisi niente male davvero, conveniente, no?

11/12/13

"Avanti ai protagonisti di un'altra generazione": D'Alema si tira fuori

D'Alema non vuole animare correnti interne al partito e si tira fuori. " Avanti ai protagonisti di un'altra generazione".
Renzi non vuole la vecchia guardia all'Unione Europea. Cuperlo rifiuta la carica di presidenza del partito. Massimo D’Alema spiega che, dopo la fine del congresso, non sarà il capo della minoranza del Pd. "Non ho il compito di dare direttive a Cuperlo. Ho fatto una battaglia congressuale a suo sostegno perché lo ritenevo il migliore candidato possibile, prendo atto del risultato. Ma non ho intenzione di animare correnti" dice. D’Alema spiega che, dopo il congresso, si occuperà di altre cose, "presiedo una fondazione culturale e lunedì partirò per Teheran per parlare degli impegni Ue e non degli assetti del Pd". Ma in serata anche Renzi sembra scaricare l’ex premier ed eventuali candidature della vecchia guardia alle elezioni europee della prossima primavera. "Non credo proprio" in Europa non servono «trainatori» di liste ma «gente che ci sta», dice il sindaco di Firenze replicando a Ballarò a chi gli chiedeva se D’Alema e altri big della vecchia guardia del Pd verranno candidati alle europee.
D'Alema - Cuperlo
Nella riunione della sua area, l’ex rivale del sindaco di Firenze ha spiegato di non essere alla ricerca di ruoli a titolo personale mentre ha lasciato al confronto interno la decisione se proporre al neosegretario un nome dell’area per l’incarico di garanzia. Nella nuova assemblea del Pd che domenica «incoronerà» Renzi ci saranno di sicuro gli ex segretari Walter Veltroni, Dario Franceschini, Pierluigi Bersani e Guglielmo Epifani. In attesa di definire tutte le pratiche e assegnare tutti i posti, scorrendo gli elenchi regionali che stanno arrivando alla sede centrale del Pd si può già intuire quella che sarà l’impronta del parlamento democratico.

08/12/13

Renzi-Civati-Cuperlo: è solo questione di...contenuti!

Soltanto una questione di...contenuti! I tre candidati del Pd, che si aoprestano a seguire gli esiti delle primarie scelgono postazioni differenti: Gianni Cuperlo e Pippo Civati a Roma. Matteo Renzi a Firenze. Seguiranno gli esiti delle primarie del Pd di domenica da queste due città i tre candidati. Si potrà votare dalle 8 alle 20. Al momento fra i tre la differenza è il distacco, è tutto nei contenuti piuttosto che nelle battute finali di questa campagna elettorale.

Cuperlo: in gioco l'autonomia della sinistra
«Domenica non si decide sulle sorti del governo nè le sorti personali dei tre candidati. Domani è in gioco l'autonomia della sinistra», ha detto, fra l'altro, Gianni Cuperlo, ospite a "Omnibus" in onda su La7. «Se non dovessi vincere, mi metterei al servizio dell'unità del Pd, difendendo e promuovendo le idee e il progetto che abbiamo messo al centro di questo programma» ha aggiunto nel giorno di vigilia delle primarie del partito. Se, invece, dovesse essere lui il vincitore, Cuperlo ha spiegato che si dedicherà «interamente, nei prossimi anni, a questa attività» di guida dei Democratici. «Sono convinto - ha concluso - che bisogna reinvestire in questo partito perché non siamo stati all'altezza delle promesse che avevamo fatto».

Renzi: riforme, lavoro,Europa e scuola 
«Chi vota per me non vota per un candidato ambizioso ma per un paese ambizioso».
Matteo Renzi ai suoi elettori assicura che chi decide di votare per lui domenica vota per i «tagli alla politica, per la rivoluzione del lavoro, che prova a immaginare l'Italia come un contenitore attrattivo e non si discute di dove sia l'imprenditore). E ancora per un'Europa che deve ritrovare anima e speranza». E poi la scuola. «Se vinciamo - ha detto Renzi - da lunedì prossimo facciamo partire una gigantesca campagna che parta dalla scuola, dall'università, che punti sul ruolo degli insegnanti»

Cuperlo-Renzi-Civati
Civati: io sono la sinistra moderna
«Con Renzi si rinnova, ma fino ad un certo punto; con Cuperlo si sceglie una sinistra un po' burocratica; con me si rinnova, ma nel segno di una sinistra moderna», ha dichiarato il candidato alla segreteria del Pd, Pippo Civati, al Mattino Per i ministri niente primarie: e si apre il caso Meno uno alle primarie e scoppia il caso: per i ministri niente primarie.

Qualcuno arriva a parlare di lottizzazione. Mentre i candidati si preparano alla battaglia finale, infatti, una quota dell'assemblea nazionale è già prenotata sulla base di un accordo tra i rappresentanti dei candidati. La commissione per il congresso del Pd ha votato una delibera, la n. 60, che definisce i membri di diritto in assemblea: c'é il presidente del Consiglio, Enrico Letta, gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri in carica e il sottosegretario ai servizi di sicurezza (Marco Minniti), la commissione nazionale di garanzia uscente; il segretario nazionale dei giovani democratici; il dirigente del settore organizzazione (Donato Riserbato).

Ecco chi è in assemblea senza primarie 
Dunque sono in assemblea senza passare dalle primarie i ministri renziani Dario Franceschini e Graziano Delrio, il "tecnico democratico" CarloTrigilia, il ministro per l'Intergrazione Cecile Kyenge, i cuperliani Flavio Zanonato (ministro Sviluppo economico), Andrea Orlando (ministro per l'Ambiente), Massimo Bray (ministro per i Beni culturali), e la lettiana Maria Chiara Carrozza (ministro per l'Istruzione). Poi ci sono due sottosegretari Pd alla presidenza del consiglio, quello con delega al Copasir Marco Minniti (mentre resta fuori l'altro, Giovanni Legnini).

Civati: fra qualche mese ci saranno ministri diversi in assemblea 
La norma 'salva ministri' entra in contraddizione con lo svolgimento delle primarie? Dei tre candidati alla competizione, Pippo Civati sostiene una linea contraria alla prosecuzione del governo Letta. «Ma non ne faccio un dramma - ha dichiarato Civati - significa che tra qualche mese in assemblea ci saranno ministri diversi. Quelli di un altro governo». Più dura é invece la reazione dei popolari. Luigi Madeo, membro della commissione congresso vicino a Beppe Fioroni si chiede «perché i ministri siano stati tenuti fuori dalle primarie. E perché é stato scelto un solo sottosegretario? Altro che primarie, qui siamo alla lottizzazione bella e buona, con scelte ad personam».

04/12/13

"Il terzo segreto di satira": come votare alle primarie di domenica 8 dicembre

 Domenica 8 dicembre si vota per le Primarie del Partito democratico dalle 8 alle 20. Hanno diritto di voto le cittadine/i e le elettrici/elettori che hanno compiuto il sedicesimo anno di età.
Cerca il tuo seggio visitando il sito http://www.primariepd2013.it/.
I ragazzi tra i 16 e i 18 anni, gli studenti, i lavoratori fuori sede e i cittadini temporaneamente fuori sede per motivi personali, debbono obbligatoriamente registrarsi online per poter esercitare il diritto di voto.

Per tutti la registrazione online si potrà effettuare fino alle ore 12:00 del 6 Dicembre 2013. Ricordati che prima di prendere la scheda elettorale ti sarà richiesto di firmare l'albo degli elettori delle Primarie e la normativa sulla privacy. Recati al tuo seggio munito di un documento d’identità e della tua Tessera Elettorale, nonché di 2 euro di contributo per le spese organizzative (gli iscritti al PD non hanno quest’obbligo) e ti sarà consegnata la scheda elettorale per esercitare il tuo diritto di voto. Barra sulla scheda il nome della lista del candidato a Segretario Nazionale del PD che intendi sostenere.
Nel video qualche buon consiglio:



con (in ordine d’apparizione) Walter Leonardi, Giorgia Battocchio, Marco Ripoldi, Massimiliano Loizzi Renato Avallone, Germano Lanzoni, Martina De Santis, Roberto Kirtan Romagnoli, Massimo Ripoldi, Manuela Giovannoni.

01/12/13

Renzi tuona: Basta con le larghe intese!

Renzi tuona: Basta con le larghe intese! Questo il forte appello che lancia Renzi, incitando alla mobilitazione: «perché stavolta è quella buona per cambiare il Paese», invita tutti a serrare le fila in prossimità delle primarie dell'ormai prossimo 8 dicembre. Il primo cittadino di Firenze Matteo Renzi, candidato in lizza per la leadership del Partito democratico, il giornon dopo del confronto televisivo su Sky che ha visto come protagonisti i tre candidati alla guida del Pd, ricomincia ad incitare i suoi ad andare all'attacco.

«Il Governo delle Larghe Intese non c'è più» prova a spiegare Renzi. «Ora c'è una maggioranza di emergenza, diversa dalle larghe intese e diversa da che ha i numeri per fare le cose che da anni si dicono e non si fanno. Chi mi vota, non vota per me. Non vota solo per me. Vota per un pacchetto di proposte specifiche». Mancano soltanto otto giorni dal voto e Renzi pare un vulcano in piena eruzione, nella sua Enews. Afferma di essere soddisfatto di come sia andato il confronto televisivo di ieri: «Il Pd - scrive Renzi - ha mille limiti, mille difetti.
Matteo Renzi

Però adesso vuole il coinvolgimento dei cittadini.
E ci mette la faccia proprio come ha fatto nel confronto Sky (una discussione civile, no? A me é piaciuta e trovo che Gianni e Pippo siano stati molto bravi. Mi piacerebbe che la facessero anche gli altri)». Partito il conto alla rovescia per le primarie del Partito democratico «Ormai ci siamo - aggiunge Renzi - . Mancano otto giorni e l'Italia può finalmente cambiare verso. Stavolta è la volta buona. Stavolta è proprio la volta buona». «Chi può votare? - prosegue il sindaco di Firenze - Tutti. Nessuno si senta escluso. Anzi, mi verrebbe voglia di cambiare verbo: chi deve votare? Tutti quelli che non si rassegnano».

Vi chiedo una mano, non ci sono supereroi «Stavolta è la volta buona. Ma ancora in tanti non ci credono. E allora l'ultima settimana vi chiedo una mano. Perché io da solo non ce la faccio. Non ci sono supereroi da queste parti» scrive Renzi. «Ci sono persone che credono che insieme si possa cambiare il mondo. Una leadership forte è fondamentale. Ma il vero leader è chi sa fare insieme agli altri, non senza gli altri. Ho bisogno di tutti a cominciare da te, che stai leggendo questa email» spiega Renzi nella sua Enews Mille tavolini in mille piazze «Mille tavolini in mille piazze d'Italia per raccontare cosa sono le primarie, qual é il nostro sogno concreto, perché questa é la volta buona. E anche come si vota, le indicazioni logistiche. Mille tavolini una campagna straordinaria di mobilitazione.

Mille piazze per mille persone.
Raggiungiamo un milione di persone. Tutti insieme», ha spiegato. Grillo insulta e non realizza E sul leader del Movimento 5 stelle: «Grillo domani torna alla sua piazza, al suo Vaffa Day. Insulterà, come sa fare lui. È un voto di protesta quello che intercetta. Poi però non realizza nulla di quello che promette perché i Parlamentari stanno sul tetto a protestare, non al piano di sotto a votare».

Basta con rinvii e lentezze: Fare le cose e farle in fretta | Renzi pianta i paletti al Governo

"Basta con i rinvii, è ora di agire" Renzi mette punti fermi, deciso che ho si fanno le riforme o il Pd separerà il suo destino dalla maggioranza. Propone un patto a Letta, ma mette come paletti l'azione dell'esecutivo su riforme, lavoro ed Europa.
Matteo Renzi
Matteo Renzi pianta i suoi paletti. Il sindaco ricorda che l'esecutivo è sostenuto in primo luogo dai democratici e l'agenda per il 2014 deve essere concordata in primo luogo con loro. Alfano si deve adeguare: "Ha trenta deputati, noi ne abbiamo trecento. Se non è d'accordo, sappia che poi si va a votare. Io non ho paura delle elezioni, lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta"... Ma lei è sicuro che tutti e trecento la seguiranno? "Le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c'è chi punta a spaccare il gruppo, sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate". E allora lei come pensa di utilizzare tutta questa forza? "Aspettare l'8 dicembre per la verifica di governo non è stata una concessione. Chi vince impone la linea. Saremo leali ma conseguenti. Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili"...
L'intervista integrale su Repubblica in edicola o su Repubblica+

30/11/13

Renzi Cuperlo Civati: Un vero vincitore non c'è

Il botta e risposta, i twit con i cittadini, l'applausometro, lo spettacolo inizia con i canoni dello show, ma i tre protagonisti si mantegono nei ruoli e lo spettacolo continua senza un colpo di scena.
Cuperlo batte sul tema del lavoro, provoca Renzi sul presidenzialismo ed è il più deciso sull'opportunità di una patrimoniale. Civati è il più netto su matrimoni e adozioni gay e sulle critiche al governo, mentre il sindaco di Firenze va all'attacco su privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica. Letta supera l'esame e viene promosso da Cuperlo e, a sorpresa, anche da un Renzi che mette da parte le vesti del rottamatore e sceglie un profilo più istituzionale.
Sono questi alcuni dei passaggi principali del confronto tv su Sky fra i tre candidati alla segreteria Pd. Un vero vincitore non c'è, anche se il più brillante è stato Pippo Civati, che ha sfruttato al meglio il suo ruolo di outsider.
Il triangolo
Ha giocato sull'effetto sorpresa e si è potuto permettere posizioni più nette rispetto agli avversari. E se il segreto di questi confronti è riuscire a stabilire un rapporto con chi ascolta, allora Civati è risultato il più disinvolto, un intrattenitore veloce dalla battuta pronta. Smontate le scenografie di X Factor, nell'Arena milanese di Sky si allestisce uno scenario che ricorda ancora troppo il talent show musicale. Tutti e tre in completo scuro, cambia solo il colore della cravatta: a righe blu e marroni quella di Cuperlo, tutta blu per Renzi e provocatoriamente viola (colore che porta sfortuna nel mondo dello spettacolo) per Civati. Compagni di partito, nemici per novanta minuti, il tempo di una partita di calcio. Ore 21, palla al centro, la partita comincia. Sotto la mannaia di un impietoso countdown, i tre hanno un minuto e mezzo per formulare una risposta alle domande del conduttore-arbitro Gianluca Semprini. Interagiscono con i cittadini via Twitter, si sottopongono al verdetto immediato dell'applausometro. Una giuria di esperti dell’università di Tor Vergata sostituisce quella del giovedì sera con Morgan e Mika, decretando in tempo reale la veridicità delle loro affermazioni.

21/11/13

"Basta stronzi con le minoranze". Civati ingiurie contro Cuperlo

Civati inveisce contro al suo rivale alle primarie del Pd, Gianni Cuperlo e lo accusa di non aver votato per Romano Prodi al Quirinale. "Basta stronzi con le minoranze". Poi attacca dal suo blog Civati: «L'intervento di Cuperlo di ieri ha sancito che il Pd, che prima non aveva una posizione, ora ne ha una sbagliata» a proposito del dibattito tra i Dem sul caso Cancellieri. Civati denuncia le «parole di disprezzo» verso la mozione di sfiducia al ministro che aveva proposto al gruppo. «Il Pd - attacca - si merita un altro gruppo dirigente.
I quattro dell'Apocalisse
Persone che non facciano gli stronzi con le minoranze, non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che dice chi li comanda». «Salvare Cancellieri - scrive Civati - definendo inopportuna la sua vicenda, augurandosi che si dimetta, sapendo che non lo fa e non lo farà, per poi confermare la fiducia all'esecutivo: un vero capolavoro. Parole di disprezzo per la mia iniziativa - supportata da 15 parlamentari tra Camera e Senato - di chiedere che il Pd assumesse una sua posizione, un suo giudizio politico, accolte dai favori di un gruppo che non ha nascosto l'ostilità e dei firmatari della mozione che chiedeva chiarezza sulla Cancellieri». «A me dispiace - attacca ancora Civati - non per me, ma per la questione di cui mi ero fatto interprete: Cancellieri rimarrà al suo posto, tra gli applausi di Cuperlo e di tre quarti del gruppo Pd. Persone che non hanno votato Prodi e che nemmeno lo dicono, poi fanno lezioni di correttezza agli altri. Il Pd si merita un altro gruppo dirigente. Persone che non facciano gli stronzi con le minoranze quando sanno di essere maggioranza (e quando sanno di avere la platea favorevole: che tristezza), che non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che gli dice chi comanda. Che non ti attacchino con palesi falsità nei congressi come chi non ha alcun interesse a riconoscere il valore del pluralismo, ma solo il richiamo all'ordine (un ordine che hanno stabilito loro). Parole ampollose per nascondere il nulla. Segnali di debolezza, di fragilità e di paura». «C'era chi - prosegue - ha fatto di tutto per portare il Pd a chiedere le dimissioni della Cancellieri (insistendo con tutti i mezzi a sua disposizione), e chi, dopo tanti giri di parole, ha chiesto il contrario. Hanno vinto questi ultimi, confortandosi tra di loro con un applauso straordinario, per festeggiare lo scampato pericolo. All'insegna del detto "debole con i forti, forte con i deboli", come il loro candidato. Veramente bello e democratico. Un bijou». «I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l'ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla», insiste Civati. «Che devono pensare gli italiani di gente che dice "Penso una cosa, ma ne voto un'altra?". Quante volte si può commissariare questa democrazia? Io sono stufo di una politica che pensa solo agli equilibri interni, solo all'amicizia con i poteri forti, sono al sodalizio con i massimi vertici della Repubblica senza mai pensare ai milioni che stentano, perdono fiducia, muoiono, avvelenati, suicidi, travolti dai disastri che l'incuria del territorio ingigantisce», prosegue Civati. «È mai possibile - aggiunge - vivere sotto l'eterno ricatto di una governabilità che non governa altro che la sua sopravvivenza? Per quanto dobbiamo sentirci dire: o così o nulla. Io non mi più riconosco in un Pd che considera "interesse superiore", tutto eccetto quello che sente e importa alle persone. Per questo mi sono candidato per cambiarlo. Dopo questa ennesima prova deludente di questo partito apparato governativo, lo farò con ancora più energia e determinazione. È e deve rimanere il Pd la speranza per il futuro. Non può rimanere Grillo l'unico a dar voce allo scontento di milioni di persone». Civati ha tentato fino all'ultimo di far sì che la sua mozione venisse approvata all'interno del gruppo, ma spiega: «I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l'ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla». «Non ho avuto alcuna espressione di disprezzo per nessuno, tanto meno verso Civati. Sono colpito e amareggiato dalla violenza verbale e culturale con cui si reagisce ad una critica politica», replica Cuperlo in una nota. «Spero poi che l'allusione esplicita al fatto che io possa non aver votato per Romano Prodi e non abbia il coraggio di dirlo sia solo frutto di un moto di rabbia. Se cosi non fosse si tratterebbe di una visione misera del nostro dibattito. Dico solo che mi dispiace e che, per quanto mi riguarda, non sono questi i metodi e le forme del confronto che sono solito usare», aggiunge. Per Cuperlo «non è accettabile che si assuma individualmente, e a mezzo stampa, l'iniziativa di una mozione di sfiducia verso un ministro del nostro governo, senza prima porre quel tema nella sede deputata che è l'assemblea del gruppo parlamentare al quale si è aderito. E però capisco che in un partito dove anche votare la fiducia al governo è diventata una variabile soggettiva, questa non sia considerata una priorità». Per il candidato alla segreteria «non si può scaricare il senso di responsabilità solo su una parte pensando che tra di noi possa funzionare una divisione dei ruoli dove alcuni hanno la patente degli ingenui o degli sciocchi, mentre altri possono dare libero corso a posizioni che quella responsabilità aggirano con una olimpica serenità. E perdonatemi se dico che trovo la cosa tanto più grave nel caso di esponenti, anche di primo piano, di questo governo che quelle posizioni giustificano in ragione di una legittima scelta congressuale la quale però, in alcuni momenti, confligge apertamente con il loro ruolo». Cuperlo conclude ricordando le sue parole all'assemblea di gruppo di ieri: «Se siamo un partito e un gruppo parlamentare allora riportiamo la discussione nella sola sede che è propria. Cioè questa. Nel caso, anche rivolgendo un invito al sindaco di Firenze a portare qui la sua riflessione e il suo contributo».
fonte

11/11/13

Attente "colombe": "Ricordatevi come è andata con Fini"

Ormai il Cavaliere esclude la collaborazione con il Pd se si voterà per la sua decadenza. "Come può pretendere il Partito democratico che i nostri senatori e i nostri ministri continuino a collaborare con chi, violando le leggi, compie un omicidio politico, assassina politicamente il leader dei moderati?"
Risponde a distanza all'invito del segretario del Pdl Angelino Alfano intervistato, che lo esortava a sostenere Letta anche in caso di decadenza, in una intervista all' Huffington Post.
Rivolgendosi poi ai senatori “colombe” del Pdl, in vista della discussione e del voto al Senato del 27 novembre. Ricorda loro il ‘caso’ di Gianfranco Fini, invitandoli a “non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita” E suggerisce: “A loro dico: se si contraddicono i nostri elettori, non si va da nessuna parte".
Ex Premier
Anche Fini e altri ebbero due settimane di spazio sui giornali, ma poi è finita come è finita”. Poi prosegue: ”Li inviterei ad ascoltare i cittadini sia sulla legge di stabilità che sulla mia decadenza. E ricordino che il tema non è tanto quello di essere leali a Silvio Berlusconi, ma quello di essere leali ai nostri elettori e ai programmi su cui ci hanno dato il consenso”.
Berlusconi esclude poi qualsiasi possibilità di rottamare il partito. Un’ipotesi che definisce “una fantasia fondata sul nulla”. In vista del consiglio nazionale, l’ex presidente del Consiglio si sofferma sulla riorganizzazione di Forza Italia e sul suo modello organizzativo. “Mi hanno dato anche dello ‘sfasciacarrozze – dice -, ma nel mio lavoro (dall’urbanistica alle comunicazioni, dallo sport alla politica), ho sempre fatto il contrario. Ho sempre cercato di mettere insieme e usare al meglio tutte le risorse umane possibili, valorizzando al massimo le capacità di ciascuno”. “Nel nostro movimento – aggiunge – esiste un patrimonio di persone, di parlamentari, di consiglieri regionali, provinciali e comunali, di dirigenti sul territorio, di militanti che va assolutamente salvaguardato. A questo patrimonio dobbiamo cercare di aggiungere altri protagonisti del mondo dell’impresa, delle professioni, della cultura, del lavoro, per rinnovare la nostra passione e il nostro entusiasmo e fare sempre di più”.
Nel corso dell’intervista, Berlusconi interviene anche sulla legge di stabilità che “va cambiata profondamente, come noi ci accingiamo a fare in Parlamento”. A motivare la sua c’è ”la sorpresa inaccettabile del ritorno mimetizzato della tassa sulla prima casa, cosa per noi assolutamente insostenibile”. Ma le critiche alla manovra si spingono oltre l’ipotesi dell’Imu e riguardano una crescita economica che, finora, è stata disattesa. “Serviva uno choc positivo, una frustata che ci aiutasse a cogliere la ripresa. E invece – aggiunge l’ex premier – sono venute fuori molte misure rinunciatarie. Ma quello che è più grave è la non comprensione di ciò che accade nel Paese. Dalla pubblicità ai consumi di energia, dalle auto agli elettrodomestici, dell’abbigliamento fino ai consumi alimentari, tutto dimostra che c’è paura e depressione”.

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10/11/13

Siamo in autunno e fioriscono le "Margherite"?| Epifani vuole aderire il Pd al Pse| Fioroni propone la Margherita



Non sono bastate le adesioni al Governo delle larghe intese, non è basta un congresso che rischia di scindere il partito in quattro, non basta il tira e molla sul tesseramento il Pd rischia l’ipotesi inaudita di una scissione su un caso che pare banale, ma banale non è. Il segretario Guglielmo Epifani, infatti, ha annunciato che “tra febbraio e marzo avremo l’onore di organizzare a Roma, per la prima volta, il congresso del Pse”. Non solo: dal palco di un incontro pubblico, a Milano, organizzato dal candidato alla segreteria Gianni Cuperlo Epifani aggiunge che l’organizzazione dell’assemblea dei socialisti europei è “un segno di appartenenza che dice quali sono le nostre radici e i nostri legami”. Dichiarazione che vale doppio a 6 mesi dalle elezioni europee del maggio prossimo.
Giuseppe Fioroni
Inevitabile che l’area cattolica del partito salti sulla sedia. Prima interviene l’ex segretario del Ppi Pierluigi Castagnetti: “Con tutto il rispetto di Epifani che fa un lavoro difficilissimo: non mi pare che il Pd abbia mai deliberato di aderire al Pse” scrive su Twitter. Ma è Giuseppe Fioroni ad andare fino in fondo. Contesta l’organizzazione del congresso del Pse e lo giudica “un blitz pericoloso e grave”, con cui “viene meno l’atto fondativo del Pd” che escludeva l’adesione al Pse. In questo modo, aggiunge in un tweet, “lo scioglimento della Margherita è annullato di fatto”. Secondo l’ex ministro dell’Istruzione si tratta di “un atto grave che muta geneticamente il Pd”. “Riflettete prima di farlo – dice Fioroni in un altro tweet – E’ un blitz pericoloso e grave che annulla il partito di centrosinistra per diventare la sinistra. Un errore gravissimo”. ”L’adesione al Pse non è prevista nel patto fondativo del Pd – aggiunge il deputato Simone Valiante – Il Pd è nato per mettere assieme culture diverse, non per aderire al Partito Socialista Europeo cosa che, oltretutto, non mi sembra argomento di attualità”. Giorgio Merlo, un altro ex Dc, ex Ppi ed ex Margherita invita a non fare confusione e quindi “rispetto per il Pse”, ma il Pd “è un’altra cosa”: “Del resto, se vogliamo restare fedeli al suo atto fondativo, il Pd anche a livello europeo è tale per la sua originalità politica e culturale. Non creiamo ulteriore confusione”. E rincara la dose Gero Grassi, vicecapogruppo alla Camera: “Nel Pd nessuno ha mai deciso di aderire al Pse, anzi quando Ds e Margherita fondarono il Pd, decisero espressamente di non aderirvi, anche per via della inattualità del Pse e del Ppe”. Si tratta dell’ennesimo colpo a un partito in cui perfino l’ideatore e fondatore pare non riconoscersi più. Romano Prodi ha annunciato, infatti, che non voterà alle primarie dell’8 dicembre dopo non aver rinnovato la tessera. E sullo sfondo resta uno scenario da tutti contro tutti

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