Il-Trafiletto
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27/04/14

Renzi al Quirinale | Il mercato azionario spaventato dall'Ucraina | Sicilia invasione di Immigrati

ROMA - Matteo Renzi all'uscita dal Quirinale dopo un incontro con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nonostante le parole di Berlusconi, si è detto tranquillo: "possiamo chiudere". Ha dribblato fotografi e telecamere che aspettavano la sua uscita dal portone principale del Quirinale, al termine dell'incontro con il presidente della Repubblica, ed è tornato a piedi a Palazzo Chigi. Il premier è stato a più riprese circondato dai cittadini che gli hanno chiesto selfie e strette di mano. Molti gli incoraggiamenti ad andare avanti da parte dei numerosi turisti e pellegrini che in questi giorni affollano Roma. "Ora rientro se no non si lavora più", ha salutato il premier. Intanto Berlusconi, che rivendica la paternità delle riforme, va all'attacco: "per l'Italicum "abbiamo detto sì, ma la legge che sta venendo fuori è molto peggio del Porcellum". L'ex Cavaliere ha ricordato che la legge elettorale "non è una riforma costituzionale" e aggiungendo che "se si andasse al ballottaggio tutti i voti dei Cinque stelle andrebbero alla sinistra".(ANSA)

Milano - Ucraina torna a spaventare il mercato azionario. L'indice Ftse Mib conclude l'ottava con un calo dello 0,79% a 21.441 punti, frutto di un andamento volatile del listino, con continui cambi di direzione. All Share sul -0,69%, scambi in calo a 2,7 miliardi di media giornaliera per il periodo festivo. Clima piu' guardingo dunque in Piazza Affari. I fondamentali macroeconomici in Europa stanno migliorando, con Fitch che ha rivisto al rialzo il rating della Spagna e l'outlook dell'Italia, mentre negli Usa Wall Street e' delusa dalle trimestrali di alcune big.
Sullo sfondo rimane il problema deflazione, con il presidente della Bce Draghi che ha ribadito di essere pronto a lanciare un programma di acquisto di asset su larga scala. In un contesto di incertezza, testimoniata da uno spread in ascesa sopra i 160 punti, i timori per un'escalation in Ucraina, con un coinvolgimento della Russia, hanno gelato i mercati, portando a un forte calo venerdi'. Sul listino sono le banche a soffrire di piu', con Banco Popolare -4,55%, Ubi -5,57%, Bpm -1,45%, Mediobanca -2,50%. Unicredit e Intesa si fermano sul -1%, dopo che in settimana hanno firmato un accordo di massima con Kkr sulla ristrutturazione dei crediti. Sale Monte Paschi (+4,21%) dopo che il cda aveva dato l'ok all'aumento di capitale da 5 miliardi di euro. Tra gli industriali brilla Cnh (+4,56%) galvanizzata dai dati e dalle stime della concorrente Caterpillar. Ansaldo Sts (+1,20%) sfrutta la notizia dell'offerta di Ge per Alstom, segno dell'effervescenza nel settore. Giu' invece Fiat (-3,08%) e Pirelli (-2,13%). Nell'energia scendono Enel (-2,15%) ed Eni (-2,07%), Saipem (+4%) riparte con la trimestrale. Bene Stm (+3,63%) con il settore dei tecnologici. Telecom segna +0,99% con il mercato che sembra approvare le scelte di governance con le deleghe attribuite al presidente. (AGI) .

Roma - Soccorsi dalle navi della Marina militare e della Guardia costiera impegnate nell'operazione 'Mare Nostrum'. A Pozzallo, sulla Nave Urania, anche 12 neonati e 78 minorenni (Adnkronos)

12/04/14

Renzi combatterà la burocrazia in modo "violento"| Se Il Cav. diffama i giudici si revoca l'affidamento | Alemanno vuole il voto ad ottobre

MILANO: Il presidente del consiglio Matteo Renzi incontra gli imprenditori del settore al 'Salone del mobile' di Milano e annuncia "una violenta lotta" contro la burocrazia. "Uso il termine violento - ha spiegato a proposito della burocrazia - perche' non abbiamo alternativa". Poi sottolinea che i risultati del suo governo, "una squadra compatta" che ha per obiettivo "cambiare il Paese", si dovranno vedere "in un anno", altrimenti "siamo chiacchieroni". E ancora, rilancia il tema del contrasto all'evasione fiscale che non va fatta con una "battaglia spot come a Cortina, ma in maniera strutturale, incrociando le banche dati". Infine ribadisce che "lunedi'' ci saranno le liste dei candidati ai cda delle aziende pubbliche". Un accenno anche ai rapporti con l'Ue: "Noi che rispettiamo tutte le regole, e non tutti lo fanno, chiediamo di cambiare le regole europee perche' occorre trovare ricette che tengano insieme le riforme con la crescita". (AGI)

MILANO: Il procuratore generale di Milano Antonio Lamanna, nell'esprimere parere favorevole all'affidamento ai servizi sociali di Silvio Berlusconi, ha sottolineato nell'udienza di ieri che se l'ex premier dovesse diffamare i singoli giudici, l'affidamento potrebbe essere revocato. Il magistrato ha portato in aula un articolo comparso sul 'Corriere della Sera' il 7 marzo scorso in cui viene riportato che Berlusconi avrebbe detto, in vista della decisione del Tribunale di Sorveglianza, "sono qui a dipendere da una mafia di giudici". "Non siamo ne' angeli vendicatori, ne' angeli custodi ma siamo qui ad applicare la legge", ha aggiunto durante l'udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza, il Pg Antonio Lamanna.(AGI)

ROMA: Dopo l'adesione a Fdi-An per "costruire una casa comune di tutte le persone di destra", Gianni Alemanno scende in campo alle europee candidandosi al Sud. E se dal voto per l'europarlamento dovesse uscire un risultato contrario al governo Renzi, l'ex sindaco di Roma chiede di approvare subito la legge elettorale per andare al voto ad ottobre. (Adnkronos)

08/04/14

Brunetta provoca Renzi: "Sia sportivo e accetti l'ultimatum"| notizie in "Gocce"

Scambio di ultimatum fra Renzi e Brunetta, sono al centro della polemica sulla legge elettorale così detta "italicum". Brunetta provoca Renzi: "Il giovane e arrogante Renzi stia sereno. Le bolle, per quanto colorate e piene di riflessi, fanno la fine che tutti sanno...". Non si fa attendere la replica di Renato Brunetta al presidente del Consiglio che dice no agli ultimatum del presidente dei deputati di Forza Italia. "Ma come, Renzi, l'uomo degli ultimatum, non accetta ultimatum? Poco sportivo! E soprattutto vuoto di contenuti. Lui che rottama e rulla tutto e tutti - dice ancora l'esponente FI - non accetta che qualcuno usi il suo stesso linguaggio? E perche' mai? La realta' e' per lui triste e amara: non ha la maggioranza nei gruppi parlamentari, e la riforma della legge elettorale ne e' la dimostrazione. Per cui rinvia, rinvia, altro che Pasqua".       fonte(AGI) 

12/03/14

"Gocce" di notizie: tensioni e spaccature interne ai due partiti maggiori che sostengono L'Italicum, Pd e Forza Italia

La riforma della legge elettorale e' a un passo dal superare la prima prova del voto di uno dei due rami del Parlamento. Anche se, nei quattro giorni di votazioni e stop and go alla Camera, non sono mancate tensioni e spaccature interne ai due partiti maggiori che sostengono L'Italicum, Pd e Forza Italia. Ma anche se per pochi voti, regge il patto siglato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi e dopo il via libera di Montecitorio, atteso questa mattina diove si vota di nuovo dalle 9,30, la parola passera' al Senato. Dove, pero', si profila un percorso non privo di ostacoli e insidie: la minoranza Pd e le donne democratiche sono pronte a dare battaglia sulla parita' di genere. Ncd mira a incassare le preferenze che, a Montecitorio, sono state bocciate per un soffio: l'ultimo emendamento sulla doppia preferenza di genere non e' stato approvato per soli 20 voti e grazie all'aiuto del governo, presente in Aula con tre ministri e ben 11 sottosegretari. E poi cresce il malumore dei 'piccoli', che gridano alla "cannibalizzazione" dei loro voti. Al Senato le insidie potrebbero causare non pochi problemi alla tenuta del patto Renzi-Berlusconi: a palazzo Madama, infatti, i numeri della maggioranza assieme a Forza Italia sono piu' risicati. Anche se al Senato non c'e' l'incognita del voto segreto. Che la situazione poteva scappare di mano era chiaro al presidente del Consiglio, tanto da convocare ieri, di prima mattina, l'assemblea del gruppo, nel tentativo di svelenire il clima e serrare i ranghi: "Dobbiamo mantenere l'impegno preso", spiega ai deputati, che invita ad uscire allo scoperto se contrari all'Italicum: "Se qualcuno non vuole votare oggi, lo deve spiegare bene fuori da qui". Anche il Cavaliere non e' da meno e ai suoi chiede di andare avanti compatti e approvare la riforma. Certo, Berlusconi non nasconde i problemi che potrebbero subentrare al Senato, ma per ora l'importante e' mantenere fede alla parola data e restare centrale nel percorso delle riforme. Anche perche', e' il ragionamento, cosi' si evidenziano le spaccature del Pd, ha riflettuto con i fedelissimi, mentre emerge la nostra compattezza.                                                                                                fonte (AGI)

08/03/14

"Gocce" di notizie: Renzi:"Si parte dal jobs act, passando per il piano casa per arrivare all'edilizia scolastica"

Jobs act, piano casa, ma anche la legge elettorale e la riforma del Senato, senza dimenticare il Pd. Per mercoledi', infatti, il premier ha annunciato alcuni provvedimenti corposi, a partire dal jobs act, passando per il piano casa per arrivare all'edilizia scolastica. Mentre arriva dall'Europa un nuovo richiamo sui conti pubblici e, in particolare, sull'impossibilita' di ridurre il cuneo fiscale facendo leva sui fondi europei. Una partita che, tra spending review e provvedimenti, vale una cifra che si aggira attorno ai dieci miliardi di euro, una parte da impiegare subito e il resto da destinare ad azioni da mettere in agenda, da qui ai prossimi quattro mesi, con tempi calcolati e dando sempre la precedenza al lavoro. Ma mentre il governo lancia le sue prime riforme economico-sociali, alla Camera si attende per lunedi' il voto finale sulla legge elettorale. Un voto che tutti considerano scontato. E proprio sulla legge elettorale le deputate di tutte le forze politiche hanno espresso la volontà di lottare insieme perche' venga rispettato il principio della parita' di genere. "Fino all'ultimo momento in aula e' possibile trovare un'intesa - spiega il premier - ma se questo non accadesse, il governo potrebbe rimettersi all'aula", lasciando cioe' che sia il voto di Montecitorio a dirimere la questione, con forti probabillita', dunque, che la parita' di genere passi con il si' dei deputati. Resta poi 'appesa' la questione della riforma del Senato. Una riforma a cui e' strettamente legata la legge elettorale. "La prossima settimana ci saranno sorprese" assicura un parlamentare che ha incontrato il premier. Intanto Renzi, e sempre con un tweet risponde alle critiche: "L'Italia si puo' cambiare, la mentalita' di chi vive di pregiudizi no". Ma "noi - assicura Renzi - andiamo dritto con un sorriso".                                                  fonte(AGI)

07/03/14

"Gocce" di notizie: 90 deputate per la parità di genere, ma i vertici dicono NO

Un documento bipartisan, firmato per ora da 90 deputate di diverse forze politiche - dal Pd a Forza Italia, da Ncd a Sel e Scelta civica - affinche' si introduca nel testo dell'Italicum la parita' di genere. "Siamo convinte - si legge tra l'altro nel documento - che non sia possibile varare una nuova legge elettorale senza prevedere regole cogenti per promuovere la presenza femminile nelle istituzioni e per dare piena attuazione all'articolo 3 e all'articolo 51 della Costituzione". E ancora: "La nostra convinzione e' che l'intesa politica raggiunta possa guadagnare in credibilita' e forza da una norma che collocherebbe il nostro paese tra le migliori esperienze europee". Il documento, che si rivolge ai leader dei rispettivi partiti delle firmatarie, e' sottoscritto anche da diverse donne di Forza Italia, partito che vive in questi giorni una spaccatura al suo interno, tra chi e' contrario all'introduzione di norme sulla rappresentanza di genere e chi, invece - come Carfagna, Calabria, Biancofiore - sta portando avanti questa battaglia trasversale. Proprio oggi pomeriggio, nella sede di FI in piazza San Lorenzo in Lucina, si e' svolta una riunione per tentare, da parte dei vertici azzurri, di dissuadere le deputate azzurre a desistere dalla loro battaglia e ritirare le loro firme dall'emendamento, ora accantonato, della Pd Agostini. Chiaro sulla linea di Forza Italia, il consigliere politico Giovanni Toti: "Una norma sulla parita' di genere? Mi sembra una assurdita'", ha detto nel pomeriggio. Dura anche Mariastella Gelmini: "Non possiamo accettare l'idea che uomini e donne siano candidati al Parlamento per le differenze di sesso e non per le loro idee e programmi". Dello stesso avviso la 'pitonessa' Santanche'. Anche all'interno del Pd, tuttavia, ci sono dei distinguo sul tema.                                                           fonte(AGI) .

"Gocce" di notizie: Emendamento preferenze bocciato per soli 40 voti

Niente preferenze ne' alternanza di genere se si esprimono due voti di preferenza. L'Aula di Montecitorio ha bocciato l'emendamento del capogruppo del Misto, Pino Pisicchio, appoggiato anche da Sel, Lega, FdI e PI. I 5 Stelle, con Fabiana Dadone, si e' detto "favorevole ad aprire almeno un dibattito" sul punto. L'emendamento prevede che si possono "esprimere fino a due voti di preferenza e, nel caso in cui vengano espressi entrambi, essi devono riguardare due candidati di sesso diverso compresi nella stessa lista, pena l'annullamento del voto di preferenza". Inizialmente il capogruppo di Sel, Gennaro Migliore, aveva chiesto il voto segreto. Richiesta poi ritirata e di nuovo rinnovata dopo che Pisicchio, in qualita' di capogruppo del Misto, ha invece a sua volta chiesto che si procedesse con voto segreto. Lo scarto tra i voti a favore e quelli contrari, tuttavia, e' risultato molto basso, non piu' di una quarantina di voti: i voti a favore sono stati 236, i voti contrari 278.                                                                fonte(AGI) .

05/03/14

"Gocce" di notizie: Legge elettorale intesa raggiunta tra Pd e Forza Italia e Ncd.

Svolta sulla riforma della legge elettorale con l'intesa raggiunta tra Pd e Forza Italia, e il placet anche da parte Ncd. L'accordo politico prevede questa maggioranza larga e, soprattutto, che la riforma valga solo per la Camera. La mediazione pare dunque riuscita e il presidente del Consiglio Matteo Renzi, da Tunisi, si dice soddisfatto "per un passo in avanti importante" nel segno dell'accordo sottoscritto con Silvio Berlusconi, mostrandosi ottimista sul fatto che il testo della riforma possa essere approvato entro venerdi'. Il via libera del Cavaliere arriva in mattinata: nonostante il suo "disappunto" per le difficolta' incontrate dal premier e, in particolar modo, per il fatto che tali difficolta' provenissero proprio dall'interno del Partito Democratico. La cosa importante, per Renzi, e' che il nuovo sistema di voto "garantisca di avere un vincitore certo" un minuto dopo la chiusura delle urne e che non si perda d'occhio il percorso delle riforme istituzionali: "Spero che il Parlamento non dilazioni ancora e che dopo vent'anni si chiuda definitivamente la pagina delle riforme". Intanto vengono ritirati gli emendamenti, addirittura in blocco da parte del Pd, salvo quelli sulla parita' di genere, e di rinvio in rinvio per il calendario dell'approdo in Aula a Montecitorio, sembra davvero a portata di mano la data limite di venerdi' indicata oggi dall'inquilino di palazzo Chigi. font(AGI)

04/03/14

"Gocce" di notizie: Stretta finale per la legge elettorale

Siamo alla stretta finale, possiamo davvero portare a casa la legge elettorale entro la settimana". Cosi' il premier Matteo Renzi, commentando ai suoi lo status quo dell'iter di riforma della legge elettorale. "L'accordo e' alla portata - ha detto ancora Renzi - ma bisogna superare ancora varie difficolta'". Le trattative tra Pd, Ncd e FI ci sono state ma, almeno al momento, non hanno sortito effetti. Forza Italia resta ferma all'accordo siglato tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi al Nazareno e poi leggermente modificato con la nuova intesa che prevede l'innalzamento al 37% della soglia per ottenere il premio di maggioranza e che abbassa di mezzo punto percentuale, dal 5 al 4,5, la soglia di ingresso per i partiti in coalizione.                                                                             fonte (AGI)

03/03/14

"Gocce" di notizie: Oggi l'"Italicum" approda alla Camera dei deputati

Roma- Matteo Renzi spinge subito sull'acceleratore. L'Italicum approda oggi alla Camera dei deputati e il premier spinge affinche' si approvi gia' in settimana. La Camera ha programmato 26 ore di dibattito, ma tra Forza Italia e il Nuovo Centrodestra continua il braccio di ferro. "L'emendamento Lauricella conquista consensi, e 'pour cause': stabilisce che Italicum entra in vigore dopo riforma Senato. FI si dia pace", scrive su twitter Roberto Formigoni. Gli risponde il presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Paolo Sisto: "Gli accordi - dice l'esponente azzurro - si modificano in due e al momento non ci sono novita' rispetto all'intesa Renzi-Berlusconi sulla riforma elettorale". "Renzi non cominci a fare il furbo sulla legge elettorale - incalza Daniela Santanche' -. Altrimenti, per quanto mi riguarda, puo' 'star sereno'...". Ancora piu' esplicito Il Mattinale, la newsletter di Fi alla Camera, che scrive che se passa l'emendamento Lauricella "cade tutto". A mettere in dubbio la 'blindatura' dell'Italicum e' anche la minoranza del Pd. "Ho presentato alcuni emendamenti - ha detto per esmepio Rosy Bindi -, su quegli emendamenti faro' la mia battaglia, non intendo trincerarmi dietro il voto segreto". Proprio il partito democratico terra' una riunione ad hoc oggi. A partecipare dovrebbe essere il responsabile delle riforme, Maria Elena Boschi
                                                                                                                                     fonte(AGI) .
                                                                                   

08/02/14

Renzi: "andare a votare a maggio, farebbe bene a me ma danneggerebbe l'Italia"


Renzi è fermo e deciso ad andare avanti in fretta. Senato, province, legge elettorale, Titolo V siamo ad un passo da una riforma storica.

La linea arriva di mattino, con un tweet. "Siamo a un passo da una riforma storica: Senato, province, legge elettorale, Titolo V" fa sapere il segretario del Pd, Matteo Renzi, "a me conviene votare, ma all'Italia no". Se finora lo si accusava di puntare, sotto sotto, ad andare alle urne a maggio, in concomitanza con le europee, ora e' lui stesso ad escludere con enfasi la possibilita'. Seconda possibilita' messa da parte, sempre con un tweet, quella di un governo con Silvio Berlusconi. Sarebbero le super-larghe intese, e Renzi dice no. La terza ipotesi sul tavolo, la staffetta con Enrico Letta, viene esclusa da due esponenti della segreteria Dem. "Sono d'accordo con chi dice che il Pd non possa permettersi di sfiduciare Letta in Parlamento: l'ipotesi non esiste" ha affermato Stefano Bonaccini, responsabile Enti Locali.

Renzi
"Renzi andra' a Palazzo Chigi solo per via elettorale, esclude di sostituire Letta nel corso di questa legislatura. Ha dato grandi prove di lealta' in questi mesi. Se il governo sfruttera' l'onda nuova di Renzi e' piu' forte di prima" ha precisato Francesco Nicodemo, responsabile comunicazione del partito. Ma chi ancora sostiene senza riserve il governo attende, al di la' delle parole, di vedere come si muovera' il sindaco e se reggera' l'asse tra Enrico Letta e Angelino Alfano. Un asse che sembra essere messo sotto sollecitazione addirittura dalla minoranza interna del Pd, se e' vero che le critiche piu' forti all'esecutivo, all'indomani della direzione, vengono da Gianni Cuperlo. "Letta vuole essere la guida della ripartenza? Indichi gli obiettivi e noi lo seguiremo. C'e' un'alternativa? Discutiamone apertamente, quello che non possiamo permetterci e' un governo con i nostri ministri ma che non sosteniamo in maniera convinta", spiega. Grandi movimenti nel Pd, da qui al 20 febbraio.

06/02/14

In 150, e tutti senza stipendio vi presento il nuovo Senato

Renzi presenta la sua riforma che contiene la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie. In 150 e tutti senza stipendio. Renzi non vuole più "accarezzare i problemi" vuole risolverli e non parlarne più.


Firenze, 6 feb - "Il mio partito oggi presentera' una riforma su cui c'e' l'accordo di tutti i partiti dell'arco costituzionale. Il Senato deve diventare camera delle autonomie e immaginiamo un Senato non elettivo, senza indennita', 150 persone, 108 sindaci dei comuni capoluogo, 21 presidenti di regione e 21 esponenti della societa' civile che vengono temporaneamente cooptati dal Presidente della Repubblica per un mandato". Lo ha detto il segretario del Pd e sindaco di Firenze, Matteo Renzi, nel corso di un convegno di Confindustria. "Oggi - ha spiegato il segretaio del Pd - si parla di come dalle citta' possa nascere una speranza per il sistema Paese. E' allora doveroso dire come questo tipo di percorso possa, da Firenze, prendere qualche impegno. Le citta' metropolitane possono essere riforma per rilancio del paese, ma sono da trent'anni una barzelletta nella discussione politico istituzionale". "Sono vent'anni - aggiunge - che sono state costituzionalizzate con il Titolo quinto, ma sono rimaste un oggetto misterioso.
Matteo Renzi,
Anzi il ruolo delle citta' e' stato mortificato dalle recenti riforme ed e' mancato il passaggio di poteri verso di loro". "Oggi dobbiamo avere il coraggio di dire che l'Italia ha avuto tempo a disposizione. Non basta piu' accarezzare i problemi - ha aggiunto Renzi - Questo e' l'anno in cui o i problemi si risolvono o non bisogna piu' parlarne. La situazione del Parlamento permette una straordinaria occasione, di realizzare riforme chiare". "Vogliamo che il 25 maggio non si voti per le Province, perche'" sul tema del loro superamento "non c'e' l'accordo di tutti i partiti. Il decreto avra' in queste ore la svolta al Senato. Consentira' di avere province di secondo livello, con sindaci protagonisti ancora una volta", ha sottolineato Renzi "Abbiamo avuto 99 miliardi di euro nel settennato - ha poi spiegato - Non entro nel merito di come li abbiamo spesi. Si sono spesi dei soldi in piccoli progetti, sostanzialmente una sconfitta. Oggi abbiamo un nuovo settennato, abbiamo 60 miliardi di euro, per fare conto pari. Noi limitiamoci a dire di dare il 5% ai sindaci, tre miliardi di euro nei prossimi 7 anni. Questo, a Firenze, consentirebbe di chiudere alcune partite come Uffizi e tramvia. Ma bisogna avere il coraggio di decidere, di avere visione, strategia, e non di andare al buio".                                                                                            fonte (AGI) .

29/01/14

Renzi ai piccoli partiti come Cicerone a Catilina: "Fino a quando abuserai della nostra pazienza?"

Il punto di disaccordo:«Le percentuali delle soglie di sbarramento e l'innalzamento della soglia per accedere al premio di maggioranza». Renzi a Ballarò: «se c’è da litigare con i piccoli partiti, si litiga. O si chiude o si rompe, non mi faccio risucchiare dalla palude»



Avverte Matteo Renzi. «Si tratta e come in ogni trattativa tutti vogliono spuntare qualcosa per poter dire “ho vinto io”, ma secondo me si può chiudere l’accordo», ragiona con i suoi alla fine di una giornata tempestosa in cui ha sentito più volte Berlusconi, ma anche Alfano. Il sindaco annulla la riunione della segreteria delle sette di mattina, oggi arriverà a Roma in tempo per la manifestazione dei sindaci ai ferri corti col governo. Un segnale chiaro di voler tenere sulla corda l’esecutivo, almeno fino a quando la partita sulla legge elettorale non sarà ben incardinata. Per tutto il giorno, alla luce del continuo aggiornamento che gli arriva dai suoi sul campo, Guerini, la Boschi e Nardella, il sindaco di Firenze segue passo passo un braccio di ferro che potrebbe concludersi oggi con l’annuncio di un accordo, salvo scarti improvvisi di Berlusconi, che «evidentemente è di fronte ad un bivio», dice Renzi a Ballarò.

Matteo Renzi.
Un accordo che non soddisferebbe molte delle richieste delle formazioni minori, ma «se c’è da litigare con i piccoli partiti, si litiga». E che allo stato si articolerebbe su cinque modifiche, di cui due ancora sub judice ma molto probabili. Primo, niente riduzione delle soglie di sbarramento dell’8% per chi va da solo e del 5% per le forze che si coalizzano (anche se Renzi preme per limarla al 4%), innalzamento solo della soglia per accedere al premio di maggioranza che passerebbe dal 35 al 37%. Secondo punto, quello che i renziani definiscono «la condizione di sopravvivenza per Alfano»: la possibilità di presentare fino a cinque candidature multiple in varie circoscrizioni. Terzo: delega al governo per ridisegnare le circoscrizioni elettorali, con un margine massimo di tempo di 60 giorni e non di novanta come ipotizzato nella prima fase. E poi ci sono altre due condizioni variabili: la norma «salva-Lega» e le primarie per legge sul modello toscano, cioè non obbligatorie ma comunque regolate con una normativa che prevede un’organizzazione istituzionalizzata con spazi pubblici offerti ai partiti che ne vogliano usufruire e regole certe. Una griglia di aggiustamenti che sembra siano la base per un accordo che i renziani considerano a buon punto di cottura. Ma la corsa contro il tempo è accidentata assai: fin dalla mattina i piccoli partiti mettono in minoranza Pd e Fi, chiedendo durante la riunione dei capigruppo di dare più tempo alla commissione Affari Costituzionali per discutere la legge elettorale. I due partiti maggiori strappano l’arrivo in aula per domani pomeriggio. Una questione che cela un nodo politico: se si slittasse al primo giorno di febbraio, il contingentamento dei tempi per l’aula varrebbe da marzo e quindi si ritarderebbe l’arrivo al Senato, chiudendo così di fatto la «finestra elettorale» per poter andare al voto in maggio con le europee. Ma sul percorso in commissione può pesare anche l’ostruzionismo dei grillini. «Se si mettono di traverso potrebbero ritardare tutto e si rischia di andare in aula senza aver votato un mandato al relatore ma solo con il testo base privo di modifiche», spiega il capogruppo Pd Emanuele Fiano prima della seduta notturna. «Vedrete, passa alla Camera e salta al Senato», è la profezia di Beppe Fioroni. «Io non mi faccio ingabbiare, chi vuol far saltare tutto si prenda la responsabilità di fronte al paese», attacca il leader Pd.                                                                          fonte LaStampa.it

21/01/14

"L'Italicum consente alleanze per vincere e governare" dice Renzi ma non convince Cuperlo

La proposta di legge elettorale di Renzi, non è un modello spagnolo né tedesco. Per evitare una frattura nella maggioranza di governo, si è scelto un modello che consenta una ripartizione nazionale dei seggi. La legge elettorale proposta da Renzi, non convince Cuperlo:"Temo sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità"


"Io avrei apprezzato un sistema spagnolo, che alimenta due grandi partiti o coalizioni e riduce il potere di veto dei partitini. Ci è stato chiesto di evitare una frattura nella maggioranza di governo" spiega Renzi. Di qui la ripartizione nazionale dei seggi, cui anche "Fi ha detto responsabilmente sì". L'idea del segretario "L'Italicum consente alleanze per vincere e governare". Il meccanismo è un premio di maggioranza per chi arriva "almeno al 35% e che porti al 53 minimo e al 55 massimo". Il premio di maggioranza sarà quindi "al massimo del 18%". "Se non si arriva al 35% avremmo ugualmente un governo di larghe intese e un premio del 26% sarebbe incostituzionale dopo la sentenza della Corte - osserva Renzi - quindi la necessità di un doppio turno, un ballottaggio non tra due candidati premier ma tra singoli o aggregati di singoli, senza possibilità di apparentamento". Il segretario del Pd spiega anche che "i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente a tutti gli altri".

Il segretario del Pd Renzi
E conferma che ci saranno delle soglie "del 5% per chi si coalizza, dell'8% per chi non si coalizza e del 12% per le coalizioni". "Personalmente - sottolinea - non ho niente contro le preferenze. Ma l'accordo politico raggiunto non prevede le preferenze". Quindi avverte: "Chi immaginasse di intervenire in Parlamento per modificare qualcosa di fondamentale, sappia che manda all'aria tutto, compreso Titolo V e Senato: deve essere chiaro, non è una riforma 'à la carte', o tutto o viene meno l'accordo". Il segretario annuncia anche che ''entro il 15 febbraio il Pd presenterà il ddl costituzionale per la trasformazione del Senato". Il ddl sarà un testo, prosegue Renzi, che "ci auguriamo sarà condiviso anche dagli alleati di governo. Ci sono 20 giorni per discutere". Sul destino di Palazzo Madama l'accordo con Forza Italia "è un passo in avanti straordinario perché ci consente di arrivare entro il 25 maggio alla prima lettura in Senato". "E' stato ingeneroso sentirsi dire per mesi che volevo fare le scarpe a Enrico Letta" non manca poi di sottolineare il leader dem. Ma per il presidente del Pd, Gianni Cuperlo, ''una cosa è discutere con un leader di una forza politica, altro è stringere un patto politico su questioni di rilevanza costituzionale con un esponente che non era più egemone nel suo campo". E la proposta di Renzi sulla legge elettorale non lo convince. "Non risulta ancora convincente perché non garantisce né una rappresentanza adeguata, né il diritto ai cittadini a scegliere né una ragionevole governabilità - rimarca nel corso della Direzione nazionale - E' una proposta che si discosta anche dalle tre fatte dal segretario e io temo che sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità". "Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell'8 dicembre? Che altrimenti è come fare esplodere la macchina e boicottare la storica riforma istituzionale? - incalza Cuperlo - Se si dice questo è inutile convocare la direzione tra quindici giorni. Andate spediti e ci rivediamo a una nuova direzione che riconvoca le primarie la prossima volta. Funziona così un partito? Io spero di no. E credo di no". Nella replica Renzi sottolinea che ''la riforma elettorale deve essere approvata entro maggio" ma anche che "il Pd non deve temere divisioni di voti all'interno degli organi. Considera un valore che ci siano critiche aperte e che ci sia diversificazione in sede di voto. Non voglio che si dica: o così o Pomì. Deve essere chiaro che questo è il luogo in cui si discute davvero, ma quando si decide, poi si va in una direzione e la decisione non impegna un parte del Pd, ma impegna il Pd". E si rivolge direttamente a Cuperlo: "Gianni te lo dico con amicizia, questo tuo riferimento alle primarie e alle preferenze, lo avrei voluto sentire la volta scorsa, quando tu e altri siete stati candidati nel listino. E' inaccettabile che preferenze e primarie siano usate in modo strumentale adesso". "Se Gianni vuole replicare, per correttezza", dice poi il segretario, ma il presidente sta già lasciando la sala. La Direzione approva quindi la relazione di Renzi con 111 sì, 34 astenuti e nessun voto contrario.                                         fonte  Adnkronos

19/01/14

"Sì a bipolarismo, stop a ricatto dei più piccoli per favorire la governabilità"| Trovato accordo sulla legge elettorale

La legge elettorale si farà. "Perfetta sintonia" dice Renzi. "Soddisfazione - avviare un rapido e costruttivo confronto", scrive contemporaneamente il leader di Forza Italia. Se si tratti o no del modello ispanico corretto, non è per ora dato a sapersi.

Matteo Renzi non vuole dire che tipo di legge elettorale sia stata scelta. vero è che la "profonda sintonia" che lo accomuna a Silvio Berlusconi sulle modalità con cui metter mano a una legge elettorale - il Porcellum - che la Consulta ha già provveduto a bocciare impietosamente, si basa su due cardini ben precisi.
A sottolinearli ci pensa lo stesso Renzi nel corso della (breve) conferenza stampa convocata al termine del (lungo) faccia a faccia col Cav in casa del Pd: "Favorire governabilità e bipolarismo da un lato - dice il leader dem - ed eliminare il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Un messaggio chiaro al vicepremier Angelino Alfano e al suo Nuovo centrodestra, bersaglio dell'affondo contro i 'partitini'.

E a chi gli chiede se, di fatto, assieme all'ex premier si sia deciso di procedere con il modello spagnolo rivisitato, la risposta è stata: "Non ci resta che attendere il lavoro che presenteremo lunedì". Già, perché lunedì prossimo - dopodomani - alle 16 la direzione del partito potrà esprimersi su un testo che per allora dovrà essere definito. E che chiarirà anche se le liste saranno bloccate o meno.C'è una profonda sintonia - aveva sottolineato qualche minuto prima Renzi nell'esordire dinanzi ai giornalisti - tra le proposte del Pd e quelle che abbiamo discusso oggi con Berlusconi su tre temi delicati e capaci di segnare la svolta: la riforma del titolo V, con l'eliminazione dei rimborsi ai gruppi consiliari regionali; la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie senza elezione diretta dei senatori (altro messaggio indirizzato a Ncd, ndr); e la riforma delle legge elettorale" su cui annuncia: "Abbiamo condiviso un'apertura alle altre forze politiche per scrivere il testo della legge che, se nelle prossime ore saranno definiti i dettagli, presenteremo alla direzione del partito che lunedì alle 16 lo voterà".
Secondo indiscrezioni, il modello che Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui nelle ultime ore ha discusso con l'ex premier, è il modello spagnolo 'made in Italy' con una soglia - a livello nazionale - all'8 per %.                                                                            fonte R.it

16/01/14

Fare la legge elettorale a colpi di maggioranza non piace a Renzi

Il segretario Pd sta tirando le somme sulla legge elettorale. " Entro 48/72 ore un testo su cui cominciare a lavorare in commissione. Nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Enrico Letta.


Il segretario del Pd Matteo Renzi stringe sulla legge elettorale e twitta: "Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato". In un'intervista al Tg5, poi, il segretario del Pd ha spiegato che "non è giusto che la legge elettorale se la scriva la maggioranza". Quanto a un possibile incontro con Silvio Berlusconi, il sindaco di Firenze ha puntualizzato: "Se deve essere semplicemente per prendere un caffè, ognuno resta a casa sua. Se ci vediamo è per provare a chiudere". "Io non voglio fare il governo con Berlusconi - ha detto Renzi - io dico: ‘Forza Italia che è il secondo partito italiano lo lasciamo da parte? Non lo consideriamo per la legge elettorale?". "Credo che Forza Italia non si debba limitare a dire sì a una delle leggi elettorali di cui stiamo discutendo - ha proseguito ancora Renzi - ma per esempio accetti la nostra proposta di superare il Senato, cioè di non avere più un Senato con 315 senatori, pagati, eletti. Andiamo a semplificare, così come diciamo di superare le province, superiamo anche il Senato com’è adesso e vedrete che la politica costerà meno, ci sarà un taglio dei parlamentari, ma anche una maggiore semplicità, che è quello che chiedono gli italiani che vanno a lavorare e si svegliano la mattina presto. Fate veloce - ha concluso Renzi - e fate le cose che servono".

Il segretari Pd
TANTI INCONTRI - Nei giorni scorsi Renzi ha visto Mario Monti e Denis Verdini, oggi è stata la volta di Nichi Vendola e nel tardo pomeriggio ha incontrato anche Angelino Alfano. Il segretario del Pd sta cercando di tirare le somme sulla legge elettorale per arrivare "entro 48-72 ore", dicono i suoi, ad un testo su cui cominciare a lavorare in commissione Affari costituzionali alla Camera. Il segretario Pd, spiegano, sta cercando la convergenza più larga possibile su un modello che combini doppio turno e Mattarellum, capace di raccogliere i consensi della maggioranza ma anche quelli di Sel e Fi. Prima della direzione Pd di domani il leader democratico avrà anche un nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Enrico Letta, mentre nel corso della giornata incontrerà Meloni, Crosetto e La Russa di FdI. Ma intanto anche il gruppo alla Camera del Nuovo centrodestra avvia una serie di incontri con i gruppi della maggioranza sulla legge elettorale. Il capogruppo Enrico Costa ha avuto oggi un primo confronto con la delegazione di Per l’Italia, guidata dal capogruppo Lorenzo Dellai. Per domani è in programma un incontro con Scelta civica. L’intento, viene spiegato, è creare un terreno per un accordo sul sistema di voto innanzitutto all’interno della coalizione di governo. Praticamente tutti i partiti sono in fibrillazione sulla necessità di sostituire il Porcellum: sul blog di Grillo è partito il referendum dei 5 stelle, la sinistra del Pd prepara l'offensiva ribadendo la preferenza per il doppio turno, Alfano spiega che bisogna lavorare per una legge elettorale che tiene in piedi il bipolarismo", Forza Italia insiste per il modello spagnolo.

SINISTRA PD ALL'ATTACCO - Intanto i cuperliani affilano le armi interne e incalzano Renzi bocciando l’accordo col Cav ma anche sul rapporto con il governo. "Il governo - ragiona un esponente bersaniano - non può essere sostenuto dalla minoranza Pd. O Renzi si riconosce nel governo o non va avanti". Alfredo D’Attorre, si spinge fino a dire: "Ho sentito dire di incontri con Berlusconi a Largo del Nazareno. Immagino che non si farà, perché non si può fare un incontro con un pregiudicato nella sede del Pd". Nel merito della legge, la sinistra Pd avverte di non fare passi indietro con accordi con Berlusconi per sistemi, come lo spagnolo, che mettono tutto nelle mani del segretario che può ‘scegliersi’ i parlamentari.

FORZA ITALIA: NOI PER IL MODELLO SPAGNOLO - "Forza Italia vuole il sistema spagnolo, Renzi si regoli. Del resto, un partito di massa come il nostro non ha paura di andare al voto anche con la legge scritta dalla Corte", scrive in una nota, Gianfranco Rotondi di Fi-Pdl. E Gasparri incalza: "È ormai evidente che il governo è morto, travolto dalla sua incapacità, dalla confusione con cui le tasse sulla casa volano verso la cifra record e intollerabile di 40 miliardi di euro, ma anche dai distinguo che avevamo facilmente previsto. Renzi schiaffeggia quotidianamente il Ncd e Alfano. Del resto anche le campagne in corso basate sul nulla contro i ministri Alfano e De Girolamo, ai quali esprimo piena solidarieta’, dimostrano chiaramente le intenzioni del nuovo segretario del Pd. Ora, anche esponenti del Ncd cominciano a polemizzare con Renzi".

CASALEGGIO BOCCIA TUTTO - "Le tre proposte di Renzi sulla legge elettorale sono astratte ed evidentemente incostituzionali", ha intanto detto Gianroberto Casaleggio, il ‘guru’ del Movimento 5 stelle, parlando a Montecitorio con i parlamentari della commissione Affari costituzionali di Camera e Senato. Nel corso dell’incontro Casaleggio, sempre secondo quanto riferito, ha messo in evidenza che i 5 stelle "sono gli unici ad avere presentato una proposta di legge innovativa e fatta bene". Il guru dei 5 stelle non sembra condividere con Renzi la fretta di arrivare a una nuova legge: "La nostra proposta sarà disponibile a fine febbraio", ma se si dovesse andare a elezioni anticipate "andremo con la legge elettorale uscita dalla Consulta", il Porcellum corretto. Così ha risposto ai giornalisti Gianroberto Casaleggio lasciando Montecitorio al termine di una serie di incontri con i parlamentari 5 stelle.

14/01/14

La consulta deposita le motivazioni | Il porcellum può produrre distorsione

La Consulta ha bocciato l'attuale legge elettorale in due punti: l'attribuzione del premio di maggioranza e le liste bloccate. 

La Corte costituzionale in sostanza ammette le liste bloccate soltanto se vengono proposti pochi nomi agli elettori (i cosiddetti listini), un'indicazione che può essere letta come un via libera al modello spagnolo. Il premio di maggioranza previsto dal Porcellum «è foriero di una eccessiva sovra-rappresentazione» e può produrre «una distorsione», perché non impone «il raggiungimento di una soglia minima di voti alla lista».

Schede elettorali
 La continuità. «Il principio fondamentale della continuità dello Stato, non è un'astrazione e dunque si realizza in concreto attraverso la continuità in particolare dei suoi organi costituzionali: di tutti gli organi costituzionali, a cominciare dal Parlamento» e tale principio prevale». «È evidente che la decisione che si assume, di annullamento delle norme censurate, avendo modificato in parte la normativa che disciplina le elezioni per la Camera e per il Senato, produrrà i suoi effetti esclusivamente in occasione di una nuova consultazione elettorale». E' sufficiente un regolamento. «Per quanto riguarda la possibilità per l'elettore di esprimere un voto di preferenza, eventuali apparenti inconvenienti» possono essere risolti «mediante l'impiego degli ordinari criteri d'interpretazione» o «rimossi anche mediante interventi normativi secondari, meramente tecnici ed applicativi della presente pronuncia e delle soluzioni interpretative sopra indicate. Resta fermo ovviamente, che lo stesso legislatore ordinario, ove lo ritenga, 'potrà correggere, modificare o integrare la disciplina residuà (sentenza n. 32 del 1993)». È quanto si legge nelle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale che il 4 dicembre scorso ha bocciato due punti del Porcellu.                                                     fonte. Il Messaggero.it

11/01/14

Legge elettorale in aula il 27 gennaio come da richiesta Pd

Eppur si muove! Finalmente approderà in aula il 27 gennaio la legge elettorale. Lo hanno stabilito i capigruppo di Montecitorio.

O meglio, una data: il disegno di legge di riforma del sistema elettorale sarà all’esame dell’Aula della Camera a partire dal 27 gennaio. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La presidente della Camera, Laura Boldrini, ha incontrato il presidente della commissione Affari costituzionali, Francesco Paolo Sisto, per discutere dell’iter della legge elettorale che prevede dalla prossima settimana le audizioni e la discussione generale dal 20 gennaio. Quindi si è deciso di calendarizzarla per l’Aula dal 27. Nella stessa settimana, dal 27 al 31 gennaio, l’Assemblea dovrà votare anche i decreti in scadenza da mandare al Senato, "Destino Italia" e piano carceri. Soddisfazione in casa Pd. "Legge elettorale in aula il 27 gennaio come da richiesta Pd. Bene Conferenza Capigruppo!".

 Lo scrive su twitter il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti. E il capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza, ribadisce l'apprezzamento per la decisione: "Siamo soddisfatti di aver mantenuto l’impegno di portare in Aula la legge elettorale già a gennaio". Preoccupazione, invece, tra le fila del Nuovo centrodestra: "Questa decisione - dice il capogruppo alla Camera di Ncd, Enrico Costa - si contraddice con i lavori e le audizioni della commissione. Mi auguro che non sia una data spot". E il più contento di tutti sembra Matteo Renzi, che su Twitter scrive: "Legge elettorale, tagli a province e costi politica, jobs act, diritti. Sembrava impossibile, eppur si muove. È proprio la volta buona". In merito alla trattativa in corso sulla legge elettorale Angelino Alfano avverte il Pd: "Razionalità vuole che se le forze della maggioranza scelgono una delle proposte di Renzi, lui non ne scelga un’altra con le opposizioni. Non abbiamo paura di nessun sistema - aggiunge - Ci stiamo attrezzando per prendere una gran quantità di voti. Siamo una start up di successo, la quarta forza politica del Paese". Il leader di Ncd torna a bocciare il Mattarellum (con i candidati "catapultati" nei colleggi sicuri) e spiega che sarebbe preferibile "l’elezione diretta del premier", ma che Ncd non insiste su questo punto per sgombrare il campo da un equivoco: "Se adesso dicessimo che vogliamo l’elezione diretta del capo dell’esecutivo, si aprirebbero grandi proteste della sinistra per dire che vogliamo perdere tempo". Di qui la preferenza per il sistema dei sindaci a doppio turno.

04/01/14

"Metteremo d'accordo la maggioranza" annuncia Letta sulle proposte di Renzi

Poco prima dell'annuncio del calo dello spread, a 200 punti (la punta più bassa dal 2011), Letta intervenendo al tg1, " Sostegno alle proposte lanciate dal segretario Pd per cambiare la legge elettorale e la Bossi-Fini: "Metteremo d'accordo la maggioranza".

Il presidente del Consiglio intende cambiare la legge elettorale e la Bossi-Fini. Lo fa il giorno dopo le proposte di Renzi sulla legge elettorale, sulla Bossi-Fini, sulle unioni civili. E garantisce che il governo è al sicuro. "Penso che l'iniziativa di Matteo Renzi sia una buona iniziativa, importante - dice Letta - Il Paese non può permettersi di stare un altro anno senza riforme e senza legge elettorale. E così anche sugli altri temi. Io sono convinto che le soluzioni si troveranno per mettere d'accordo la maggioranza. Bisogna arrivare rapidamente al dunque". Una sorta di incoraggiamento a poche ore dall'altolà di Alfano su Bossi-Fini e unioni civili: "Bisogna prima pensare alla sicurezza e alle famiglie", ha detto oggi il vicepremier.  
Presidente del Consiglio
Insomma, toccherà a Letta in persona provare a trovare una soluzione di compromesso. Anche se dalla squadra del segretario già arriva l'avvertimento: "Andremo avanti da soli, cercando maggioranze diverse in Parlamento". E poi 'festeggia' lo spread sceso sotto quota 200. Oggi c'è la condizione perchè il Paese riparta e questa condizione va assolutamente colta". Questo il suo commento alla storica discesa del differenziale tra i titoli di Stati italiani e quelli tedeschi. Un'affannosa rincorsa che, ora, inizia a dare i suoi frutti. Il calo dello spread "è il segno che l'Italia è nella giusta direzione. E' il frutto di un lungo lavoro che va perseguito". Per il premier, infatti, questo dato significa "che oggi ci sono le condizioni perchè il Paese riparta". Lo spread, per Letta, è una cosa concreta: "Sono anni che ballava attorno a 400-500 punti - dice - se noi avessimo le risorse" bruciate da uno spread ad alta quota, queste risorse potrebbero essere impiegate "per abbassare le tasse sul lavoro, per aiutare l'occupazione, combattere la disoccupazione giovanile e rendere le imprese italiane più competitive. Fino a ieri, con lo spread così alto, queste non erano infatti in grado di acquisire credito e di fare gli investimenti così come lo facevano le imprese tedesche, austriache o francesi".                                                                                       fonte

03/01/14

Le tre proposte di Renzi sulla legge elettorale

 Matteo Renzi, presidente del Pd, ha iniziato la prima giornata lavorativa dell'anno con un twitt “Non c’è tempo da perdere: oggi presentiamo alcune proposte del #pdnetwork”. E più tardi in una newsletter illustra i suoi piani e in conferenza stampa spiega: “Adesso le carte sono sul tavolo, il due gennaio, se si vuole, in 15 giorni, un mese, si può chiudere”. “Il Pd ci sta. Con questo nuovo impegno togliamo qualche alibi a chi intende rinviare la discussione. Con il passaggio di oggi - ha detto Renzi - se davvero c’è volontà politica di chiudere, si chiude nel giro di qualche settimana”. E ancora: “Basta con il politichese e con la liturgia della politica stanca. Sono allergico alla ‘riunionite’ della politica romana. La ‘riunionite’ è una malattia dalla quale si può guarire”.
Matteo Renzi

LEGGE ELETTORALE - Renzi avanza “tre possibili soluzioni alle altre forze politiche sulla legge elettorale”. Così il nuovo segretario del Pd Matteo Renzi nella newsletter “eNews 380” pubblicata stamane sul suo sito. “Togliamo gli alibi agli altri: sono tre soluzioni molto diverse l`una dall`altra ma tutte e tre con la fondamentale caratteristica di rispettare il mandato delle primarie dell`8 dicembre che costituisce il riferimento fondamentale mio e del PD. Doppio turno come i sindaci, modello spagnolo con premio di maggioranza e circoscrizioni piccole, rivisitazione della legge Mattarella con premio di maggioranza al posto del recupero proporzionale". "Vediamo gli altri se ci stanno o vogliono solo perdere tempo, noi su una delle tre siamo pronti a chiudere. Perché tutte e tre garantiscono governabilità. Alternanza. Chiarezza. Sono tutte comprensibili da chiunque. Sono chiare e restituiscono fiducia nella politica”. “La settimana prossima - annuncia Renzi - il PD sarà a totale disposizione dei singoli partiti per incontri bilaterali che aiutino a precisare, approfondire, modificare la proposta migliore. Poi, la settimana che inizia il 14 gennaio la Commissione Affari Costituzionali della Camera entra nel vivo. E per regolamento ha pochissimo tempo per decidere. Dunque, se vogliamo fare le cose sul serio, eccoci. In quindici giorni la politica può recuperare la faccia che ha perso in questi anni.
FASSINA: "Oggi la squadra di governo è espressione di un Pd archiviato. E io sono il primo a mettere il mio incarico a disposizione del premier e del segretario". Tuttavia per Fassina "una cosa deve essere chiara: non si può andare avanti con questo gioco in cui dalla segreteria Pd si fanno delle caricature distruttive dell’azione del governo, mentre autorevoli ministri si arrampicano sugli specchi con interpretazioni minimali di questi attacchi".
ALFANO: LEGGE ELETTORALE SUBITO - "Siamo coerenti con quanto detto: noi siamo pronti al lavoro sulla legge elettorale sul modello dei sindaci - ha risposto nel pomeriggio il leader del Ncd Angelino Alfano -. L’impianto di quella legge è chiaro e ha funzionato. Non c’è bisogno di molte altre parole. Se si vuole si può. Noi la legge elettorale la vogliamo cambiare e subito".
M5S E IL SILENZIO ANTIRENZI - “Non cedere alle provocazioni di Renzi su media, le risposte verranno date dai capogruppo M5S nelle sedi opportune. Grazie. F.D’Incà”.
E’ il nuovo capogruppo 5 stelle alla Camera, Federico D’Incà, ad aver mandato - secondo quanto si apprende - questo sms a tutti i deputati 5 stelle nel giorno in cui il segretario del Pd, Matteo Renzi, ha lanciato la ‘sfida’ a Beppe Grillo e ai 5 stelle a fare le riforme insieme.
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