Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta costituzione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta costituzione. Mostra tutti i post

17/03/14

Bloggers: la Cassazione tutela la libertà di pensiero

Questa notizia solleverà il morale di tutti noi bloggers, fruitori delle più svariate piattaforme che ci danno la possiblità ci creare i nostri diari personali dai contenuti più disparati. In particolare censurare i dati in rete sarà più complicato. Lo dice la Cassazione:  il ricorso a misure cautelari che inibiscono la scrittura dei blog impedisce il diritto a esprimere il proprio pensiero, violando di fatto la libertà di pensiero tutelata sia dalla Costituzione che dalle Convenzioni europee.
La Quinta sezione penale spiega come in casi del genere il vincolo non incide solamente sul diritto di proprietà del supporto o del mezzo di comunicazione, ma sul diritto di libertà di manifestazione del libero pensiero che ha dignità pari a quello della libertà individuale e che trova la sua copertura non solo nell'art. 21 della Costituzione ma anche - in ambito sovranazionale - nell'art. 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Blogger

Sulla base di questo principio, la Suprema Corte ha annullato senza rinvio l'ordinanza del Tribunale di Udine che, nell'aprile 2013, aveva disposto il sequestro preventivo del sito internet 'ilperbenista.it ' gestito da Marco B. indagato per diffamazione per avere pubblicato sul sito, che conteneva anche un blog "messaggi e commenti che con il pretesto di una critica politica scivolavano sul terreno della gratuita volgarità e dell'attacco personale". Contro il sequestro del sito-blog, Marco B. ha fatto ricorso in Cassazione con successo, lamentando che la misura cautelare del sequestro era di "eccezionale gravità" paragonabile "al sequestro delle rotative di un giornale". Tutt'al più, ha suggerito la tesi difensiva, il provvedimento cautelare poteva essere limitato "ai singoli post che si ritenevano diffamatori". Piazza Cavour - sentenza 11895 - ha accolto la linea difensiva e ha annullato il sequestro preventivo del sito con relativo blog. "In caso di sequestro di un blog - spiega in proposito la Cassazione -, l'inibitoria che deriva a tutti gli utenti della rete all'accesso ai contenuti del sito è in grado di alterare la natura e la funzione del sequestro preventivo, perché impedisce al blogger la possibilità di esprimersi". Piazza Cavour pone l'attenzione sulla ricaduta di una misura cautelare di questo genere su un supporto "destinato a comunicare fatti di cronaca ovvero espressioni di critica o denunce su aspetti civili della vita pubblica". Ebbene, la Cassazione ricorda che, in casi del genere, "il vincolo non incide solamente sul diritto di proprietà del supporto o del mezzo di comunicazione, ma sul diritto di libertà di manifestazione del pensiero" tutelata sia "dalla Costituzione che dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, nonché dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Ue". In conclusione, la Suprema Corte ricorda che "lo sviluppo di un blog sul dominio internet rappresenta una modalità fisiologica e ordinaria dell'utilizzo del bene, per cui non si ravvisa alcun elemento da cui poter inferire che vi sia un tale rischio, né potrebbero essere individuati ulteriori elementi da parte del Tribunale del riesame".

07/03/14

"Gocce" di notizie: 90 deputate per la parità di genere, ma i vertici dicono NO

Un documento bipartisan, firmato per ora da 90 deputate di diverse forze politiche - dal Pd a Forza Italia, da Ncd a Sel e Scelta civica - affinche' si introduca nel testo dell'Italicum la parita' di genere. "Siamo convinte - si legge tra l'altro nel documento - che non sia possibile varare una nuova legge elettorale senza prevedere regole cogenti per promuovere la presenza femminile nelle istituzioni e per dare piena attuazione all'articolo 3 e all'articolo 51 della Costituzione". E ancora: "La nostra convinzione e' che l'intesa politica raggiunta possa guadagnare in credibilita' e forza da una norma che collocherebbe il nostro paese tra le migliori esperienze europee". Il documento, che si rivolge ai leader dei rispettivi partiti delle firmatarie, e' sottoscritto anche da diverse donne di Forza Italia, partito che vive in questi giorni una spaccatura al suo interno, tra chi e' contrario all'introduzione di norme sulla rappresentanza di genere e chi, invece - come Carfagna, Calabria, Biancofiore - sta portando avanti questa battaglia trasversale. Proprio oggi pomeriggio, nella sede di FI in piazza San Lorenzo in Lucina, si e' svolta una riunione per tentare, da parte dei vertici azzurri, di dissuadere le deputate azzurre a desistere dalla loro battaglia e ritirare le loro firme dall'emendamento, ora accantonato, della Pd Agostini. Chiaro sulla linea di Forza Italia, il consigliere politico Giovanni Toti: "Una norma sulla parita' di genere? Mi sembra una assurdita'", ha detto nel pomeriggio. Dura anche Mariastella Gelmini: "Non possiamo accettare l'idea che uomini e donne siano candidati al Parlamento per le differenze di sesso e non per le loro idee e programmi". Dello stesso avviso la 'pitonessa' Santanche'. Anche all'interno del Pd, tuttavia, ci sono dei distinguo sul tema.                                                           fonte(AGI) .

28/01/14

Svolta epocale in Tunisia | Pari diritti alle donne

Finalmente la Tunisia raggiunge un traguardo storico, che l'avvicina alla democrazia. Pari diritti alle donne e sharia cancellata. La nuova Costituzione Approvata


E' una svolta storica la nuova Carta post-rivoluzione (rivoluzione dei gelsomini) avvicina la Tunisia, con un passo enorme, alla democrazia. L’Islam è religione di Stato ma viene garantita la libertà di coscienza. Il plauso di Ban Ki-Moon: «Una tappa storica» È stata adottata nella notte dall’Assemblea nazionale costituente (Anc) tunisina la nuova Costituzione a più di tre anni dalla fuga dal Paese di Zine El Abidine Ben Ali al culmine della Rivoluzione dei Gelsomini. Il nuovo governo “apolitico” - frutto dell’accordo fra gli islamisti di Ennahda, in maggioranza all’assemblea, e le opposizioni - dovrà ora organizzare nuove elezioni legislative e presidenziali entro l’anno. Molte le novità della nuova Costituzione, la prima del dopo-rivoluzione.

Da sinistra a destra Jaafar,
presidente dell’assemblea nazionale,
il presidente Marzouki e il primo ministro
uscente Larayedh
Voluta per impedire una deriva autoritaria nel Paese, la Carta mira innanzitutto alla parità uomo-donna. L’articolo 20 afferma l’eguaglianza di diritti e doveri dei due sessi, mentre l’articolo 45 impone che il governo non solo protegga i diritti delle donne, ma garantisca le pari opportunità anche all’interno dei consigli elettivi. Nella nuova Costituzione si sancisce poi che l’islam è la religione di Stato ma si esclude la sharia - la legge islamica - come base del diritto del Paese. Ma nell’articolo 6 viene garantita la libertà di fede e di coscienza e viene posto anche il divieto di accusare qualcuno di apostasia. Il presidente Moncef Marzouki ha definito l’adozione della nuova Costituzione una «vittoria contro la dittatura», aggiungendo tuttavia che il cammino è ancora «lungo» per stabilire i valori democratici nel Paese. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha parlato di una «nuova tappa storica» e si è detto convinto che «l’esempio tunisino possa essere un modello per gli altri popoli che aspirano alle riforme». Il testo però non piace a tutti. Sostenitori del Partito integralista islamico Hizb ut-Tahriri, in lotta per l’instaurazione di un califfato islamico, hanno manifestato in piazza, definendo la nuova Carta, troppo «laica». fonte LaStampa.it

21/01/14

"L'Italicum consente alleanze per vincere e governare" dice Renzi ma non convince Cuperlo

La proposta di legge elettorale di Renzi, non è un modello spagnolo né tedesco. Per evitare una frattura nella maggioranza di governo, si è scelto un modello che consenta una ripartizione nazionale dei seggi. La legge elettorale proposta da Renzi, non convince Cuperlo:"Temo sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità"


"Io avrei apprezzato un sistema spagnolo, che alimenta due grandi partiti o coalizioni e riduce il potere di veto dei partitini. Ci è stato chiesto di evitare una frattura nella maggioranza di governo" spiega Renzi. Di qui la ripartizione nazionale dei seggi, cui anche "Fi ha detto responsabilmente sì". L'idea del segretario "L'Italicum consente alleanze per vincere e governare". Il meccanismo è un premio di maggioranza per chi arriva "almeno al 35% e che porti al 53 minimo e al 55 massimo". Il premio di maggioranza sarà quindi "al massimo del 18%". "Se non si arriva al 35% avremmo ugualmente un governo di larghe intese e un premio del 26% sarebbe incostituzionale dopo la sentenza della Corte - osserva Renzi - quindi la necessità di un doppio turno, un ballottaggio non tra due candidati premier ma tra singoli o aggregati di singoli, senza possibilità di apparentamento". Il segretario del Pd spiega anche che "i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente a tutti gli altri".

Il segretario del Pd Renzi
E conferma che ci saranno delle soglie "del 5% per chi si coalizza, dell'8% per chi non si coalizza e del 12% per le coalizioni". "Personalmente - sottolinea - non ho niente contro le preferenze. Ma l'accordo politico raggiunto non prevede le preferenze". Quindi avverte: "Chi immaginasse di intervenire in Parlamento per modificare qualcosa di fondamentale, sappia che manda all'aria tutto, compreso Titolo V e Senato: deve essere chiaro, non è una riforma 'à la carte', o tutto o viene meno l'accordo". Il segretario annuncia anche che ''entro il 15 febbraio il Pd presenterà il ddl costituzionale per la trasformazione del Senato". Il ddl sarà un testo, prosegue Renzi, che "ci auguriamo sarà condiviso anche dagli alleati di governo. Ci sono 20 giorni per discutere". Sul destino di Palazzo Madama l'accordo con Forza Italia "è un passo in avanti straordinario perché ci consente di arrivare entro il 25 maggio alla prima lettura in Senato". "E' stato ingeneroso sentirsi dire per mesi che volevo fare le scarpe a Enrico Letta" non manca poi di sottolineare il leader dem. Ma per il presidente del Pd, Gianni Cuperlo, ''una cosa è discutere con un leader di una forza politica, altro è stringere un patto politico su questioni di rilevanza costituzionale con un esponente che non era più egemone nel suo campo". E la proposta di Renzi sulla legge elettorale non lo convince. "Non risulta ancora convincente perché non garantisce né una rappresentanza adeguata, né il diritto ai cittadini a scegliere né una ragionevole governabilità - rimarca nel corso della Direzione nazionale - E' una proposta che si discosta anche dalle tre fatte dal segretario e io temo che sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità". "Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell'8 dicembre? Che altrimenti è come fare esplodere la macchina e boicottare la storica riforma istituzionale? - incalza Cuperlo - Se si dice questo è inutile convocare la direzione tra quindici giorni. Andate spediti e ci rivediamo a una nuova direzione che riconvoca le primarie la prossima volta. Funziona così un partito? Io spero di no. E credo di no". Nella replica Renzi sottolinea che ''la riforma elettorale deve essere approvata entro maggio" ma anche che "il Pd non deve temere divisioni di voti all'interno degli organi. Considera un valore che ci siano critiche aperte e che ci sia diversificazione in sede di voto. Non voglio che si dica: o così o Pomì. Deve essere chiaro che questo è il luogo in cui si discute davvero, ma quando si decide, poi si va in una direzione e la decisione non impegna un parte del Pd, ma impegna il Pd". E si rivolge direttamente a Cuperlo: "Gianni te lo dico con amicizia, questo tuo riferimento alle primarie e alle preferenze, lo avrei voluto sentire la volta scorsa, quando tu e altri siete stati candidati nel listino. E' inaccettabile che preferenze e primarie siano usate in modo strumentale adesso". "Se Gianni vuole replicare, per correttezza", dice poi il segretario, ma il presidente sta già lasciando la sala. La Direzione approva quindi la relazione di Renzi con 111 sì, 34 astenuti e nessun voto contrario.                                         fonte  Adnkronos

03/12/13

Lunga vita alle Province

Approda in aula la discussione del testo del ministro Delrio sulle "funzioni di area vasta" che prevede la cancellazione delle Province. E subito viene affossato da Forza Italia con le dimissioni della stessa relatrice di maggioranza. No anche dall'opposizione di Lega, M5S. Perfino Ncd solleva dubbi e i democratici rischiano di restare soli. Alla fine la promessa slitta ancora, mentre incombe il rinnovo di 54 amministrazioni. Che rischiamo di dover mantenere per altri cinque anni Province addio, lunga vita alle province d’Italia. E’ partita oggi alla Camera la discussione generale sul disegno di legge che dovrebbe abolirle, fondere i comuni e istituire le città metropolitane.

Delrio
Ma come d’incanto si è subito arenata. Annuncia il voto contrario Elena Centemero (Fi) che si dimette dall’incarico di relatore per la maggioranza suggellando una volta di più i nuovi squilibri del governo dopo lo strappo dei berlusconiani. Ma arriva anche il no della Lega e perfino Ncd nicchia. Nessuna apertura da M5S che parla apertamente di “farsa e finta abolizione”. Parla di “requiem” della riforma Arcangelo Sannicandro di Sel. Insomma, tutti contro il disegno di legge messo a punto dal ministro Graziano Delrio che doveva essere il primo passo verso la cancellazione, una misura transitoria in attesa di una più corposa modifica al titolo V della Costituzione. Restano col cerino in mano il Pd e il governo mentre tutta la materia sembra ormai destinata a finire sull’altro binario, non meno incerto, del prossimo, futuribile, disegno di riforma.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.