Il-Trafiletto
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31/01/14

Secessione? | Una nuova moneta in Lombardia. “il Lombard”

Che sia un inizio di secessione? Il progetto leghista di rendere la Lombardia una regione (o, addirittura, uno Stato) autonomo forse sta prendendo piede. Una nuova moneta complementare circolerà in Lombardia. Non è uno scherzo. La commissione Attività produttive della Regione ha varato un progetto di legge per dar vita a un nuovo conio a cui si lavorava da tempo. Ne dà notizia il "Giornale"; l’iniziativa è passata con i voti favorevoli della maggioranza (Lega, Forza Italia, Nuovo centrodestra) e del Movimento 5 Stelle. La moneta lombarda fa parte di un progetto di legge che elabora nuove norme per competitività e semplificazione a favore delle imprese lombarde. Il progetto moneta è già in calendario: si voterà in Consiglio regionale l'11 febbraio. Dal momento che la proposta è appoggiata non solo dalla maggioranza, ma anche dai pentastellati M5S, l'esito della votazione non dovrebbe creare sorprese. Il nuovo conio Lombard è di fatto un accordo tra privati che aderiscono a una piattaforma informatica che crea tra i partecipanti un rapporto commerciale. Il progetto non è il primo in circolazione, in Svizzera esiste il Wir, qualcosa di simile che dal 1934 viene utilizzato da un'impresa su quattro e muove il 2% dell'economia nazionale. In Inghilterra c'è il Bristol Pound, in Francia il Nanto, in Sardegna il Sardex, che coinvolge 200 imprese per un giro d'affari di 350mila euro. Al Pirellone spiegano che si tratterebbe di una manovra territoriale, che non si tratterà di una moneta corrente e che a regolare la materia sarà lo Stato. Sarà invece, dicono gli addetti ai lavori, un'operazione per aiutare le imprese paralizzate dal blocco dei finanziamenti, il quale, dicono in Regione, sarà appunto superato dal cambio. Ci sarà un "circuito di credito" a cui iscriversi con un istituto di garanzia per l'emissione. Il denaro sarà virtuale e sarà caricato su un borsellino digitale. La moneta costa meno perché non è legata ai mercati finanziari, incentiva gli scambi visto che è svalutabile, non c'è l'interesse ad accumularla e aiuta l'economia locale. Questa la promessa che arriva dal Pirellone.

29/01/14

Renzi ai piccoli partiti come Cicerone a Catilina: "Fino a quando abuserai della nostra pazienza?"

Il punto di disaccordo:«Le percentuali delle soglie di sbarramento e l'innalzamento della soglia per accedere al premio di maggioranza». Renzi a Ballarò: «se c’è da litigare con i piccoli partiti, si litiga. O si chiude o si rompe, non mi faccio risucchiare dalla palude»



Avverte Matteo Renzi. «Si tratta e come in ogni trattativa tutti vogliono spuntare qualcosa per poter dire “ho vinto io”, ma secondo me si può chiudere l’accordo», ragiona con i suoi alla fine di una giornata tempestosa in cui ha sentito più volte Berlusconi, ma anche Alfano. Il sindaco annulla la riunione della segreteria delle sette di mattina, oggi arriverà a Roma in tempo per la manifestazione dei sindaci ai ferri corti col governo. Un segnale chiaro di voler tenere sulla corda l’esecutivo, almeno fino a quando la partita sulla legge elettorale non sarà ben incardinata. Per tutto il giorno, alla luce del continuo aggiornamento che gli arriva dai suoi sul campo, Guerini, la Boschi e Nardella, il sindaco di Firenze segue passo passo un braccio di ferro che potrebbe concludersi oggi con l’annuncio di un accordo, salvo scarti improvvisi di Berlusconi, che «evidentemente è di fronte ad un bivio», dice Renzi a Ballarò.

Matteo Renzi.
Un accordo che non soddisferebbe molte delle richieste delle formazioni minori, ma «se c’è da litigare con i piccoli partiti, si litiga». E che allo stato si articolerebbe su cinque modifiche, di cui due ancora sub judice ma molto probabili. Primo, niente riduzione delle soglie di sbarramento dell’8% per chi va da solo e del 5% per le forze che si coalizzano (anche se Renzi preme per limarla al 4%), innalzamento solo della soglia per accedere al premio di maggioranza che passerebbe dal 35 al 37%. Secondo punto, quello che i renziani definiscono «la condizione di sopravvivenza per Alfano»: la possibilità di presentare fino a cinque candidature multiple in varie circoscrizioni. Terzo: delega al governo per ridisegnare le circoscrizioni elettorali, con un margine massimo di tempo di 60 giorni e non di novanta come ipotizzato nella prima fase. E poi ci sono altre due condizioni variabili: la norma «salva-Lega» e le primarie per legge sul modello toscano, cioè non obbligatorie ma comunque regolate con una normativa che prevede un’organizzazione istituzionalizzata con spazi pubblici offerti ai partiti che ne vogliano usufruire e regole certe. Una griglia di aggiustamenti che sembra siano la base per un accordo che i renziani considerano a buon punto di cottura. Ma la corsa contro il tempo è accidentata assai: fin dalla mattina i piccoli partiti mettono in minoranza Pd e Fi, chiedendo durante la riunione dei capigruppo di dare più tempo alla commissione Affari Costituzionali per discutere la legge elettorale. I due partiti maggiori strappano l’arrivo in aula per domani pomeriggio. Una questione che cela un nodo politico: se si slittasse al primo giorno di febbraio, il contingentamento dei tempi per l’aula varrebbe da marzo e quindi si ritarderebbe l’arrivo al Senato, chiudendo così di fatto la «finestra elettorale» per poter andare al voto in maggio con le europee. Ma sul percorso in commissione può pesare anche l’ostruzionismo dei grillini. «Se si mettono di traverso potrebbero ritardare tutto e si rischia di andare in aula senza aver votato un mandato al relatore ma solo con il testo base privo di modifiche», spiega il capogruppo Pd Emanuele Fiano prima della seduta notturna. «Vedrete, passa alla Camera e salta al Senato», è la profezia di Beppe Fioroni. «Io non mi faccio ingabbiare, chi vuol far saltare tutto si prenda la responsabilità di fronte al paese», attacca il leader Pd.                                                                          fonte LaStampa.it

21/01/14

"L'Italicum consente alleanze per vincere e governare" dice Renzi ma non convince Cuperlo

La proposta di legge elettorale di Renzi, non è un modello spagnolo né tedesco. Per evitare una frattura nella maggioranza di governo, si è scelto un modello che consenta una ripartizione nazionale dei seggi. La legge elettorale proposta da Renzi, non convince Cuperlo:"Temo sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità"


"Io avrei apprezzato un sistema spagnolo, che alimenta due grandi partiti o coalizioni e riduce il potere di veto dei partitini. Ci è stato chiesto di evitare una frattura nella maggioranza di governo" spiega Renzi. Di qui la ripartizione nazionale dei seggi, cui anche "Fi ha detto responsabilmente sì". L'idea del segretario "L'Italicum consente alleanze per vincere e governare". Il meccanismo è un premio di maggioranza per chi arriva "almeno al 35% e che porti al 53 minimo e al 55 massimo". Il premio di maggioranza sarà quindi "al massimo del 18%". "Se non si arriva al 35% avremmo ugualmente un governo di larghe intese e un premio del 26% sarebbe incostituzionale dopo la sentenza della Corte - osserva Renzi - quindi la necessità di un doppio turno, un ballottaggio non tra due candidati premier ma tra singoli o aggregati di singoli, senza possibilità di apparentamento". Il segretario del Pd spiega anche che "i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente a tutti gli altri".

Il segretario del Pd Renzi
E conferma che ci saranno delle soglie "del 5% per chi si coalizza, dell'8% per chi non si coalizza e del 12% per le coalizioni". "Personalmente - sottolinea - non ho niente contro le preferenze. Ma l'accordo politico raggiunto non prevede le preferenze". Quindi avverte: "Chi immaginasse di intervenire in Parlamento per modificare qualcosa di fondamentale, sappia che manda all'aria tutto, compreso Titolo V e Senato: deve essere chiaro, non è una riforma 'à la carte', o tutto o viene meno l'accordo". Il segretario annuncia anche che ''entro il 15 febbraio il Pd presenterà il ddl costituzionale per la trasformazione del Senato". Il ddl sarà un testo, prosegue Renzi, che "ci auguriamo sarà condiviso anche dagli alleati di governo. Ci sono 20 giorni per discutere". Sul destino di Palazzo Madama l'accordo con Forza Italia "è un passo in avanti straordinario perché ci consente di arrivare entro il 25 maggio alla prima lettura in Senato". "E' stato ingeneroso sentirsi dire per mesi che volevo fare le scarpe a Enrico Letta" non manca poi di sottolineare il leader dem. Ma per il presidente del Pd, Gianni Cuperlo, ''una cosa è discutere con un leader di una forza politica, altro è stringere un patto politico su questioni di rilevanza costituzionale con un esponente che non era più egemone nel suo campo". E la proposta di Renzi sulla legge elettorale non lo convince. "Non risulta ancora convincente perché non garantisce né una rappresentanza adeguata, né il diritto ai cittadini a scegliere né una ragionevole governabilità - rimarca nel corso della Direzione nazionale - E' una proposta che si discosta anche dalle tre fatte dal segretario e io temo che sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità". "Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell'8 dicembre? Che altrimenti è come fare esplodere la macchina e boicottare la storica riforma istituzionale? - incalza Cuperlo - Se si dice questo è inutile convocare la direzione tra quindici giorni. Andate spediti e ci rivediamo a una nuova direzione che riconvoca le primarie la prossima volta. Funziona così un partito? Io spero di no. E credo di no". Nella replica Renzi sottolinea che ''la riforma elettorale deve essere approvata entro maggio" ma anche che "il Pd non deve temere divisioni di voti all'interno degli organi. Considera un valore che ci siano critiche aperte e che ci sia diversificazione in sede di voto. Non voglio che si dica: o così o Pomì. Deve essere chiaro che questo è il luogo in cui si discute davvero, ma quando si decide, poi si va in una direzione e la decisione non impegna un parte del Pd, ma impegna il Pd". E si rivolge direttamente a Cuperlo: "Gianni te lo dico con amicizia, questo tuo riferimento alle primarie e alle preferenze, lo avrei voluto sentire la volta scorsa, quando tu e altri siete stati candidati nel listino. E' inaccettabile che preferenze e primarie siano usate in modo strumentale adesso". "Se Gianni vuole replicare, per correttezza", dice poi il segretario, ma il presidente sta già lasciando la sala. La Direzione approva quindi la relazione di Renzi con 111 sì, 34 astenuti e nessun voto contrario.                                         fonte  Adnkronos

16/01/14

Fare la legge elettorale a colpi di maggioranza non piace a Renzi

Il segretario Pd sta tirando le somme sulla legge elettorale. " Entro 48/72 ore un testo su cui cominciare a lavorare in commissione. Nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Enrico Letta.


Il segretario del Pd Matteo Renzi stringe sulla legge elettorale e twitta: "Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato". In un'intervista al Tg5, poi, il segretario del Pd ha spiegato che "non è giusto che la legge elettorale se la scriva la maggioranza". Quanto a un possibile incontro con Silvio Berlusconi, il sindaco di Firenze ha puntualizzato: "Se deve essere semplicemente per prendere un caffè, ognuno resta a casa sua. Se ci vediamo è per provare a chiudere". "Io non voglio fare il governo con Berlusconi - ha detto Renzi - io dico: ‘Forza Italia che è il secondo partito italiano lo lasciamo da parte? Non lo consideriamo per la legge elettorale?". "Credo che Forza Italia non si debba limitare a dire sì a una delle leggi elettorali di cui stiamo discutendo - ha proseguito ancora Renzi - ma per esempio accetti la nostra proposta di superare il Senato, cioè di non avere più un Senato con 315 senatori, pagati, eletti. Andiamo a semplificare, così come diciamo di superare le province, superiamo anche il Senato com’è adesso e vedrete che la politica costerà meno, ci sarà un taglio dei parlamentari, ma anche una maggiore semplicità, che è quello che chiedono gli italiani che vanno a lavorare e si svegliano la mattina presto. Fate veloce - ha concluso Renzi - e fate le cose che servono".

Il segretari Pd
TANTI INCONTRI - Nei giorni scorsi Renzi ha visto Mario Monti e Denis Verdini, oggi è stata la volta di Nichi Vendola e nel tardo pomeriggio ha incontrato anche Angelino Alfano. Il segretario del Pd sta cercando di tirare le somme sulla legge elettorale per arrivare "entro 48-72 ore", dicono i suoi, ad un testo su cui cominciare a lavorare in commissione Affari costituzionali alla Camera. Il segretario Pd, spiegano, sta cercando la convergenza più larga possibile su un modello che combini doppio turno e Mattarellum, capace di raccogliere i consensi della maggioranza ma anche quelli di Sel e Fi. Prima della direzione Pd di domani il leader democratico avrà anche un nuovo faccia a faccia con il presidente del Consiglio Enrico Letta, mentre nel corso della giornata incontrerà Meloni, Crosetto e La Russa di FdI. Ma intanto anche il gruppo alla Camera del Nuovo centrodestra avvia una serie di incontri con i gruppi della maggioranza sulla legge elettorale. Il capogruppo Enrico Costa ha avuto oggi un primo confronto con la delegazione di Per l’Italia, guidata dal capogruppo Lorenzo Dellai. Per domani è in programma un incontro con Scelta civica. L’intento, viene spiegato, è creare un terreno per un accordo sul sistema di voto innanzitutto all’interno della coalizione di governo. Praticamente tutti i partiti sono in fibrillazione sulla necessità di sostituire il Porcellum: sul blog di Grillo è partito il referendum dei 5 stelle, la sinistra del Pd prepara l'offensiva ribadendo la preferenza per il doppio turno, Alfano spiega che bisogna lavorare per una legge elettorale che tiene in piedi il bipolarismo", Forza Italia insiste per il modello spagnolo.

SINISTRA PD ALL'ATTACCO - Intanto i cuperliani affilano le armi interne e incalzano Renzi bocciando l’accordo col Cav ma anche sul rapporto con il governo. "Il governo - ragiona un esponente bersaniano - non può essere sostenuto dalla minoranza Pd. O Renzi si riconosce nel governo o non va avanti". Alfredo D’Attorre, si spinge fino a dire: "Ho sentito dire di incontri con Berlusconi a Largo del Nazareno. Immagino che non si farà, perché non si può fare un incontro con un pregiudicato nella sede del Pd". Nel merito della legge, la sinistra Pd avverte di non fare passi indietro con accordi con Berlusconi per sistemi, come lo spagnolo, che mettono tutto nelle mani del segretario che può ‘scegliersi’ i parlamentari.

FORZA ITALIA: NOI PER IL MODELLO SPAGNOLO - "Forza Italia vuole il sistema spagnolo, Renzi si regoli. Del resto, un partito di massa come il nostro non ha paura di andare al voto anche con la legge scritta dalla Corte", scrive in una nota, Gianfranco Rotondi di Fi-Pdl. E Gasparri incalza: "È ormai evidente che il governo è morto, travolto dalla sua incapacità, dalla confusione con cui le tasse sulla casa volano verso la cifra record e intollerabile di 40 miliardi di euro, ma anche dai distinguo che avevamo facilmente previsto. Renzi schiaffeggia quotidianamente il Ncd e Alfano. Del resto anche le campagne in corso basate sul nulla contro i ministri Alfano e De Girolamo, ai quali esprimo piena solidarieta’, dimostrano chiaramente le intenzioni del nuovo segretario del Pd. Ora, anche esponenti del Ncd cominciano a polemizzare con Renzi".

CASALEGGIO BOCCIA TUTTO - "Le tre proposte di Renzi sulla legge elettorale sono astratte ed evidentemente incostituzionali", ha intanto detto Gianroberto Casaleggio, il ‘guru’ del Movimento 5 stelle, parlando a Montecitorio con i parlamentari della commissione Affari costituzionali di Camera e Senato. Nel corso dell’incontro Casaleggio, sempre secondo quanto riferito, ha messo in evidenza che i 5 stelle "sono gli unici ad avere presentato una proposta di legge innovativa e fatta bene". Il guru dei 5 stelle non sembra condividere con Renzi la fretta di arrivare a una nuova legge: "La nostra proposta sarà disponibile a fine febbraio", ma se si dovesse andare a elezioni anticipate "andremo con la legge elettorale uscita dalla Consulta", il Porcellum corretto. Così ha risposto ai giornalisti Gianroberto Casaleggio lasciando Montecitorio al termine di una serie di incontri con i parlamentari 5 stelle.

04/01/14

"Metteremo d'accordo la maggioranza" annuncia Letta sulle proposte di Renzi

Poco prima dell'annuncio del calo dello spread, a 200 punti (la punta più bassa dal 2011), Letta intervenendo al tg1, " Sostegno alle proposte lanciate dal segretario Pd per cambiare la legge elettorale e la Bossi-Fini: "Metteremo d'accordo la maggioranza".

Il presidente del Consiglio intende cambiare la legge elettorale e la Bossi-Fini. Lo fa il giorno dopo le proposte di Renzi sulla legge elettorale, sulla Bossi-Fini, sulle unioni civili. E garantisce che il governo è al sicuro. "Penso che l'iniziativa di Matteo Renzi sia una buona iniziativa, importante - dice Letta - Il Paese non può permettersi di stare un altro anno senza riforme e senza legge elettorale. E così anche sugli altri temi. Io sono convinto che le soluzioni si troveranno per mettere d'accordo la maggioranza. Bisogna arrivare rapidamente al dunque". Una sorta di incoraggiamento a poche ore dall'altolà di Alfano su Bossi-Fini e unioni civili: "Bisogna prima pensare alla sicurezza e alle famiglie", ha detto oggi il vicepremier.  
Presidente del Consiglio
Insomma, toccherà a Letta in persona provare a trovare una soluzione di compromesso. Anche se dalla squadra del segretario già arriva l'avvertimento: "Andremo avanti da soli, cercando maggioranze diverse in Parlamento". E poi 'festeggia' lo spread sceso sotto quota 200. Oggi c'è la condizione perchè il Paese riparta e questa condizione va assolutamente colta". Questo il suo commento alla storica discesa del differenziale tra i titoli di Stati italiani e quelli tedeschi. Un'affannosa rincorsa che, ora, inizia a dare i suoi frutti. Il calo dello spread "è il segno che l'Italia è nella giusta direzione. E' il frutto di un lungo lavoro che va perseguito". Per il premier, infatti, questo dato significa "che oggi ci sono le condizioni perchè il Paese riparta". Lo spread, per Letta, è una cosa concreta: "Sono anni che ballava attorno a 400-500 punti - dice - se noi avessimo le risorse" bruciate da uno spread ad alta quota, queste risorse potrebbero essere impiegate "per abbassare le tasse sul lavoro, per aiutare l'occupazione, combattere la disoccupazione giovanile e rendere le imprese italiane più competitive. Fino a ieri, con lo spread così alto, queste non erano infatti in grado di acquisire credito e di fare gli investimenti così come lo facevano le imprese tedesche, austriache o francesi".                                                                                       fonte

03/12/13

Domani mattina la consulta accellera sulla legge elettorale | Bozzo:"Il porcellum è una reiterata lesione del diritto di voto".

La Consulta accorcia i tempi e domani mattina, alle 9,30, inizierà la discussione della Corte Costituzionale relativa alla costituzionalità sollevata sulla legge elettorale. E' quanto ha stabilito il presidente della Corte, Gaetano Silvestri. Un ripensamento visto che in giornata i giudici, al termine del dibattito, avevano concordato infatti di fissare per il 14 gennaio una camera di consiglio sull'ammissibilità di un referendum.
 La discussione riguarda in particolare il premio di maggioranza per Camera e Senato con relativa esclusione del voto di preferenza, contenuti nell'attuale legge elettorale.

Un'udienza della Consulta
Oggi sulla questione si era pronunciato anche il presidente del Senato Pietro Grasso. "Se lo stallo dovesse continuare, nonostante i recenti sviluppi politici, non esiterò un attimo a sostenere il trasferimento di questo tema alla Camera dei Deputati", aveva detto Grasso. "I gruppi parlamentari - avverte ancora Grasso - non riescono a trovare un accordo politico, dimostrando di non sentire la marea montante di una rabbia che si riverserà, più forte di prima, contro tutti i partiti". Oggi, ad aprire i lavori della Consulta, è stato il giudice relatore Giuseppe Tesauro, che ha esposto il caso. La parola è passata poi ai ricorrenti, tra cui lo stesso avvocato Aldo Bozzi, promotore dell'azione contro il "porcellum" giunta fino in Cassazione e rinviata dalla Suprema corte alla Consulta. Secondo Bozzo il Porcellum è responsabile di una "reiterata lesione del diritto di voto". "L'esercizio di voto non è libero - ha detto l'avvocato, durante l'udienza alla Corte Costituzionale - ed è condizionato e compresso da questa legge elettorale". L'avvocato Felice Carlo Besostri, altro legale che rappresenta le ragioni dei ricorrenti contro la legge elettorale in Consulta, ha poi sottolineato che con un intervento della Corte Costituzionale sul premio di maggioranza e sulle liste bloccate "non c'è il rischio di un vuoto legislativo".                                                                               fonte

01/12/13

Basta con rinvii e lentezze: Fare le cose e farle in fretta | Renzi pianta i paletti al Governo

"Basta con i rinvii, è ora di agire" Renzi mette punti fermi, deciso che ho si fanno le riforme o il Pd separerà il suo destino dalla maggioranza. Propone un patto a Letta, ma mette come paletti l'azione dell'esecutivo su riforme, lavoro ed Europa.
Matteo Renzi
Matteo Renzi pianta i suoi paletti. Il sindaco ricorda che l'esecutivo è sostenuto in primo luogo dai democratici e l'agenda per il 2014 deve essere concordata in primo luogo con loro. Alfano si deve adeguare: "Ha trenta deputati, noi ne abbiamo trecento. Se non è d'accordo, sappia che poi si va a votare. Io non ho paura delle elezioni, lui sì. Perché sa che Berlusconi lo asfalta"... Ma lei è sicuro che tutti e trecento la seguiranno? "Le cose da fare le decideranno gli italiani che parteciperanno alle primarie. Difficilmente qualcuno si tirerà indietro. Ma se c'è chi punta a spaccare il gruppo, sappia che la conseguenza saranno le elezioni anticipate". E allora lei come pensa di utilizzare tutta questa forza? "Aspettare l'8 dicembre per la verifica di governo non è stata una concessione. Chi vince impone la linea. Saremo leali ma conseguenti. Offro una disponibilità vera, un patto di un anno. E quindi proporremo tre punti che noi consideriamo ineludibili"...
L'intervista integrale su Repubblica in edicola o su Repubblica+

12/11/13

Fino a 12mila euro niente tassa | Accordo nella maggioranza per esenzione dall'Irpef

Accordo nella maggioranza per alzare la soglia di esenzione dall'Irpef. Restano disaccordi sulla tassa per la prima casa. il centro destra chiede di ridurre la Tobin tax e chiede: niente multa né interessi a chi versa l'80% del dovuto al fisco.
La Legge di Stabilità inizia con l'annoso problema del cuneo fiscale e della tassazione sulla casa, mentre dal centrodestra torna la proposta di un condono fiscale e contributivo. 
Pd e Pdl sono al lavoro per modificare il cuneo fiscale con l'obiettivo di abbassare il costo del lavoro e aumentare il peso delle buste paga dei dipendenti. La prima proposta passa per l'esenzione dall'Irpef dei redditi inferiori ai 12.000 euro (oggi al tetto di 8mila euro l'anno per i lavoratori dipendenti, 7.500 per i pensionati). E' il contenuto di due emendamenti alla legge di stabilità - uno proveniente dalle file del Pdl (prima firmataria Anna Cinzia Bonfrisco), l'altro da quelle del Pd (primo firmatario Giancarlo Sangalli) - per modificare il cuneo fiscale. Il viceministro dell'Economia, Stefano Fassina, ha comunque osservato che è ancora "presto per parlare di intese" sugli emendamenti concernenti la "no-tax area".
La copertura, circa 1,8 miliardi di euro, è garantita da tagli di spesa delle amministrazioni pubbliche. In base ai testi, le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della Pa e le società controllate dalle stesse amministrazioni "non possono effettuare spese per consumi intermedi di ammontare superiore al 70% della spesa sostenuta" nel 2012. Secondo la relazione tecnica la copertura di 1,8 miliardi non considera "la perdita di gettito dei Comuni e delle Regioni per effetto della riduzione delle entrate relative alle addizionali comunali e regionali all'Irpef".

In un altro emendamento l'ex ministro del lavoro, Maurizio Sacconi (attuale presidente della Commissione Lavoro al Senato) ha proposto di tassare tutto il salario di produttività al 10% sostituendo così il taglio del cuneo fiscale. L'imposta al 10% si applicherebbe solo ai redditi inferiori ai 40.000 euro annui su una retribuzione lorda non superiore ai 6.000 euro.

Condono fiscale e Tobin tax. In serata sono arrivati dal Pdl due ulteriori emendamenti destinati a polemica certa in maggioranza. Il primo, firmato dal senatore Andrea Mandelli, ripropone una sanatoria fiscale e contributiva dei debiti pregressi fino al 31 dicembre 2012 senza corrispondere gli interessi di mora e sanzioni con il pagamento di una somma pari all'80% dell'imposta iscritta a ruolo. Il secondo, sottoscritto da 11 senatori (primo firmatario Gian Carlo Sangalli), propone di ridurre la neonata Tobin tax sulle transazioni finanziarie, di cui invece il testo varato dal governo prevede un aumento dal 2014. Nella proposta Pdl, la Tobin tax va riscritta, riducendo dal primo marzo 2014 le relative aliquote e estendendone l'applicazione. La norma stabilisce la riduzione dell'aliquota dell'imposta allo 0,01% del valore della transazione per le operazioni effettuate in borsa (dal 2014 sarebbe salita allo 0,2%). Se sul fronte del lavoro Pd e Pdl sembrano poter trovare un accordo, la casa continua a dividere i due partiti: il Pdl chiede infatti lo stop alla tassa sulla prima casa anche con il nuovo regime della Tasi con coperture che dal 2014 potrebbero arrivare per 1,2 miliardi dalla spending review. Il presidente dei senatori del Pdl, Renato Brunetta, promette battaglia al governo e intanto si battezza una nuova tassa: dal 2014 potrebbe arrivare il Tuc, il Tributo unico comunale, in sostituzione dell'Imposta municipale propria. Sarebbe così decretato lo stop alla Trise (composta di Tari e Tasi) e ci sarebbe un nuovo successore dell'Imposta municipale propria. Lo prevede nel dettaglio un emendamento del relatore del Pdl, Antonio d'Alì, che elimina gli articoli da 19 a 23 dell'articolato sulla riforma della tassazione immobiliare e stabilisce che "in attesa del riordino complessivo dell'imposizione immobiliare, a decorrere dall'anno 2014, l'imposta municipale propria è sostituita dal Tributo unico comunale", denominato Tuc, "in misura del 10,6 per mille da applicare sugli immobili e sui servizi indivisibili articolato in due componenti. Il Tuc - si legge nell'emendamento del relatore - sostituisce, per la componente immobiliare, l'imposta sul reddito delle persone fisiche e le relative addizionali dovute in relazione ai redditi fondiari relativi ai beni non locati, e l'imposta comunale sugli immobili; per la parte dei servizi, i costi relativi alla gestione dei servizi indivisibili". Inoltre, l'emendamento stabilisce che la rivalutazione delle rendite catastali è ridotta di 10 punti per ogni categoria per il 2014 e di altri 10 punti per il 2015.yy

Sempre con un emendamento a firma d'Alì, il Pdl ha presentato l'annunciata proposta sulla vendita degli stabilimenti balneari, con diritto di prelazione degli attuali titolari delle concessioni, per coprire le minori entrate che deriverebbero dalla Tuc. Si legge: "Le aree ricomprese nell'ambito del demanio marittimo oggetto di concessione per l'esercizio di attività con finalità turistiche-ricreative ed occupate da manufatti di qualsiasi genere connessi al suolo, ivi comprese le aree occupate da strutture e attrezzature alle medesime attività asservite, sono individuate con atto ricognitivo dirigenziale dall'Agenzia del Demanio ed escluse dal demanio marittimo, in quanto non più utilizzate per i pubblici usi del mare, con decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con quello dell'Economia". Frena il vice ministro dell'Economia, Fassina, che dice: "La vendite delle spiagge non è nell'interesse del Paese".

D'altra parte, invece, un emendamento firmato da 13 senatori del Pd prevede di aumentare l'aliquota base della Tasi fissata dal Ddl Stabilità dall'1 per mille, all'1,5. Contestualmente sull'abitazione principale viene proposta l'introduzione di una detrazione di 145 euro, esclusi gli immobili accatastati nelle categorie A1, A8 e A9. Un emendamento di Federico Fornaro, sempre Pd, prevede detrazioni sulla prima casa pari a 50 euro per ogni uno per mille di aliquota Tasi e di 12,50 euro per ogni figlio fino al quarto.

Canone Rai. Intesa perfetta tra Pd e Pdl sul canone Rai: due emendamenti diversi propongono entrambi di aumentare il canone della Rai di 6 euro a partire dal 1° gennaio del 2014 "al fine di assicurare le risorse spettanti all'emittenza radiotelevisiva locale".
                                                                                                                                                     fonte
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