Il-Trafiletto
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21/01/14

"L'Italicum consente alleanze per vincere e governare" dice Renzi ma non convince Cuperlo

La proposta di legge elettorale di Renzi, non è un modello spagnolo né tedesco. Per evitare una frattura nella maggioranza di governo, si è scelto un modello che consenta una ripartizione nazionale dei seggi. La legge elettorale proposta da Renzi, non convince Cuperlo:"Temo sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità"


"Io avrei apprezzato un sistema spagnolo, che alimenta due grandi partiti o coalizioni e riduce il potere di veto dei partitini. Ci è stato chiesto di evitare una frattura nella maggioranza di governo" spiega Renzi. Di qui la ripartizione nazionale dei seggi, cui anche "Fi ha detto responsabilmente sì". L'idea del segretario "L'Italicum consente alleanze per vincere e governare". Il meccanismo è un premio di maggioranza per chi arriva "almeno al 35% e che porti al 53 minimo e al 55 massimo". Il premio di maggioranza sarà quindi "al massimo del 18%". "Se non si arriva al 35% avremmo ugualmente un governo di larghe intese e un premio del 26% sarebbe incostituzionale dopo la sentenza della Corte - osserva Renzi - quindi la necessità di un doppio turno, un ballottaggio non tra due candidati premier ma tra singoli o aggregati di singoli, senza possibilità di apparentamento". Il segretario del Pd spiega anche che "i restanti seggi saranno distribuiti proporzionalmente a tutti gli altri".

Il segretario del Pd Renzi
E conferma che ci saranno delle soglie "del 5% per chi si coalizza, dell'8% per chi non si coalizza e del 12% per le coalizioni". "Personalmente - sottolinea - non ho niente contro le preferenze. Ma l'accordo politico raggiunto non prevede le preferenze". Quindi avverte: "Chi immaginasse di intervenire in Parlamento per modificare qualcosa di fondamentale, sappia che manda all'aria tutto, compreso Titolo V e Senato: deve essere chiaro, non è una riforma 'à la carte', o tutto o viene meno l'accordo". Il segretario annuncia anche che ''entro il 15 febbraio il Pd presenterà il ddl costituzionale per la trasformazione del Senato". Il ddl sarà un testo, prosegue Renzi, che "ci auguriamo sarà condiviso anche dagli alleati di governo. Ci sono 20 giorni per discutere". Sul destino di Palazzo Madama l'accordo con Forza Italia "è un passo in avanti straordinario perché ci consente di arrivare entro il 25 maggio alla prima lettura in Senato". "E' stato ingeneroso sentirsi dire per mesi che volevo fare le scarpe a Enrico Letta" non manca poi di sottolineare il leader dem. Ma per il presidente del Pd, Gianni Cuperlo, ''una cosa è discutere con un leader di una forza politica, altro è stringere un patto politico su questioni di rilevanza costituzionale con un esponente che non era più egemone nel suo campo". E la proposta di Renzi sulla legge elettorale non lo convince. "Non risulta ancora convincente perché non garantisce né una rappresentanza adeguata, né il diritto ai cittadini a scegliere né una ragionevole governabilità - rimarca nel corso della Direzione nazionale - E' una proposta che si discosta anche dalle tre fatte dal segretario e io temo che sussistano anche alcuni profili di dubbia costituzionalità". "Si dice che è tutto deciso con il voto delle primarie dell'8 dicembre? Che altrimenti è come fare esplodere la macchina e boicottare la storica riforma istituzionale? - incalza Cuperlo - Se si dice questo è inutile convocare la direzione tra quindici giorni. Andate spediti e ci rivediamo a una nuova direzione che riconvoca le primarie la prossima volta. Funziona così un partito? Io spero di no. E credo di no". Nella replica Renzi sottolinea che ''la riforma elettorale deve essere approvata entro maggio" ma anche che "il Pd non deve temere divisioni di voti all'interno degli organi. Considera un valore che ci siano critiche aperte e che ci sia diversificazione in sede di voto. Non voglio che si dica: o così o Pomì. Deve essere chiaro che questo è il luogo in cui si discute davvero, ma quando si decide, poi si va in una direzione e la decisione non impegna un parte del Pd, ma impegna il Pd". E si rivolge direttamente a Cuperlo: "Gianni te lo dico con amicizia, questo tuo riferimento alle primarie e alle preferenze, lo avrei voluto sentire la volta scorsa, quando tu e altri siete stati candidati nel listino. E' inaccettabile che preferenze e primarie siano usate in modo strumentale adesso". "Se Gianni vuole replicare, per correttezza", dice poi il segretario, ma il presidente sta già lasciando la sala. La Direzione approva quindi la relazione di Renzi con 111 sì, 34 astenuti e nessun voto contrario.                                         fonte  Adnkronos

08/12/13

Renzi-Civati-Cuperlo: è solo questione di...contenuti!

Soltanto una questione di...contenuti! I tre candidati del Pd, che si aoprestano a seguire gli esiti delle primarie scelgono postazioni differenti: Gianni Cuperlo e Pippo Civati a Roma. Matteo Renzi a Firenze. Seguiranno gli esiti delle primarie del Pd di domenica da queste due città i tre candidati. Si potrà votare dalle 8 alle 20. Al momento fra i tre la differenza è il distacco, è tutto nei contenuti piuttosto che nelle battute finali di questa campagna elettorale.

Cuperlo: in gioco l'autonomia della sinistra
«Domenica non si decide sulle sorti del governo nè le sorti personali dei tre candidati. Domani è in gioco l'autonomia della sinistra», ha detto, fra l'altro, Gianni Cuperlo, ospite a "Omnibus" in onda su La7. «Se non dovessi vincere, mi metterei al servizio dell'unità del Pd, difendendo e promuovendo le idee e il progetto che abbiamo messo al centro di questo programma» ha aggiunto nel giorno di vigilia delle primarie del partito. Se, invece, dovesse essere lui il vincitore, Cuperlo ha spiegato che si dedicherà «interamente, nei prossimi anni, a questa attività» di guida dei Democratici. «Sono convinto - ha concluso - che bisogna reinvestire in questo partito perché non siamo stati all'altezza delle promesse che avevamo fatto».

Renzi: riforme, lavoro,Europa e scuola 
«Chi vota per me non vota per un candidato ambizioso ma per un paese ambizioso».
Matteo Renzi ai suoi elettori assicura che chi decide di votare per lui domenica vota per i «tagli alla politica, per la rivoluzione del lavoro, che prova a immaginare l'Italia come un contenitore attrattivo e non si discute di dove sia l'imprenditore). E ancora per un'Europa che deve ritrovare anima e speranza». E poi la scuola. «Se vinciamo - ha detto Renzi - da lunedì prossimo facciamo partire una gigantesca campagna che parta dalla scuola, dall'università, che punti sul ruolo degli insegnanti»

Cuperlo-Renzi-Civati
Civati: io sono la sinistra moderna
«Con Renzi si rinnova, ma fino ad un certo punto; con Cuperlo si sceglie una sinistra un po' burocratica; con me si rinnova, ma nel segno di una sinistra moderna», ha dichiarato il candidato alla segreteria del Pd, Pippo Civati, al Mattino Per i ministri niente primarie: e si apre il caso Meno uno alle primarie e scoppia il caso: per i ministri niente primarie.

Qualcuno arriva a parlare di lottizzazione. Mentre i candidati si preparano alla battaglia finale, infatti, una quota dell'assemblea nazionale è già prenotata sulla base di un accordo tra i rappresentanti dei candidati. La commissione per il congresso del Pd ha votato una delibera, la n. 60, che definisce i membri di diritto in assemblea: c'é il presidente del Consiglio, Enrico Letta, gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri in carica e il sottosegretario ai servizi di sicurezza (Marco Minniti), la commissione nazionale di garanzia uscente; il segretario nazionale dei giovani democratici; il dirigente del settore organizzazione (Donato Riserbato).

Ecco chi è in assemblea senza primarie 
Dunque sono in assemblea senza passare dalle primarie i ministri renziani Dario Franceschini e Graziano Delrio, il "tecnico democratico" CarloTrigilia, il ministro per l'Intergrazione Cecile Kyenge, i cuperliani Flavio Zanonato (ministro Sviluppo economico), Andrea Orlando (ministro per l'Ambiente), Massimo Bray (ministro per i Beni culturali), e la lettiana Maria Chiara Carrozza (ministro per l'Istruzione). Poi ci sono due sottosegretari Pd alla presidenza del consiglio, quello con delega al Copasir Marco Minniti (mentre resta fuori l'altro, Giovanni Legnini).

Civati: fra qualche mese ci saranno ministri diversi in assemblea 
La norma 'salva ministri' entra in contraddizione con lo svolgimento delle primarie? Dei tre candidati alla competizione, Pippo Civati sostiene una linea contraria alla prosecuzione del governo Letta. «Ma non ne faccio un dramma - ha dichiarato Civati - significa che tra qualche mese in assemblea ci saranno ministri diversi. Quelli di un altro governo». Più dura é invece la reazione dei popolari. Luigi Madeo, membro della commissione congresso vicino a Beppe Fioroni si chiede «perché i ministri siano stati tenuti fuori dalle primarie. E perché é stato scelto un solo sottosegretario? Altro che primarie, qui siamo alla lottizzazione bella e buona, con scelte ad personam».

30/11/13

Renzi Cuperlo Civati: Un vero vincitore non c'è

Il botta e risposta, i twit con i cittadini, l'applausometro, lo spettacolo inizia con i canoni dello show, ma i tre protagonisti si mantegono nei ruoli e lo spettacolo continua senza un colpo di scena.
Cuperlo batte sul tema del lavoro, provoca Renzi sul presidenzialismo ed è il più deciso sull'opportunità di una patrimoniale. Civati è il più netto su matrimoni e adozioni gay e sulle critiche al governo, mentre il sindaco di Firenze va all'attacco su privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica. Letta supera l'esame e viene promosso da Cuperlo e, a sorpresa, anche da un Renzi che mette da parte le vesti del rottamatore e sceglie un profilo più istituzionale.
Sono questi alcuni dei passaggi principali del confronto tv su Sky fra i tre candidati alla segreteria Pd. Un vero vincitore non c'è, anche se il più brillante è stato Pippo Civati, che ha sfruttato al meglio il suo ruolo di outsider.
Il triangolo
Ha giocato sull'effetto sorpresa e si è potuto permettere posizioni più nette rispetto agli avversari. E se il segreto di questi confronti è riuscire a stabilire un rapporto con chi ascolta, allora Civati è risultato il più disinvolto, un intrattenitore veloce dalla battuta pronta. Smontate le scenografie di X Factor, nell'Arena milanese di Sky si allestisce uno scenario che ricorda ancora troppo il talent show musicale. Tutti e tre in completo scuro, cambia solo il colore della cravatta: a righe blu e marroni quella di Cuperlo, tutta blu per Renzi e provocatoriamente viola (colore che porta sfortuna nel mondo dello spettacolo) per Civati. Compagni di partito, nemici per novanta minuti, il tempo di una partita di calcio. Ore 21, palla al centro, la partita comincia. Sotto la mannaia di un impietoso countdown, i tre hanno un minuto e mezzo per formulare una risposta alle domande del conduttore-arbitro Gianluca Semprini. Interagiscono con i cittadini via Twitter, si sottopongono al verdetto immediato dell'applausometro. Una giuria di esperti dell’università di Tor Vergata sostituisce quella del giovedì sera con Morgan e Mika, decretando in tempo reale la veridicità delle loro affermazioni.

21/11/13

"Basta stronzi con le minoranze". Civati ingiurie contro Cuperlo

Civati inveisce contro al suo rivale alle primarie del Pd, Gianni Cuperlo e lo accusa di non aver votato per Romano Prodi al Quirinale. "Basta stronzi con le minoranze". Poi attacca dal suo blog Civati: «L'intervento di Cuperlo di ieri ha sancito che il Pd, che prima non aveva una posizione, ora ne ha una sbagliata» a proposito del dibattito tra i Dem sul caso Cancellieri. Civati denuncia le «parole di disprezzo» verso la mozione di sfiducia al ministro che aveva proposto al gruppo. «Il Pd - attacca - si merita un altro gruppo dirigente.
I quattro dell'Apocalisse
Persone che non facciano gli stronzi con le minoranze, non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che dice chi li comanda». «Salvare Cancellieri - scrive Civati - definendo inopportuna la sua vicenda, augurandosi che si dimetta, sapendo che non lo fa e non lo farà, per poi confermare la fiducia all'esecutivo: un vero capolavoro. Parole di disprezzo per la mia iniziativa - supportata da 15 parlamentari tra Camera e Senato - di chiedere che il Pd assumesse una sua posizione, un suo giudizio politico, accolte dai favori di un gruppo che non ha nascosto l'ostilità e dei firmatari della mozione che chiedeva chiarezza sulla Cancellieri». «A me dispiace - attacca ancora Civati - non per me, ma per la questione di cui mi ero fatto interprete: Cancellieri rimarrà al suo posto, tra gli applausi di Cuperlo e di tre quarti del gruppo Pd. Persone che non hanno votato Prodi e che nemmeno lo dicono, poi fanno lezioni di correttezza agli altri. Il Pd si merita un altro gruppo dirigente. Persone che non facciano gli stronzi con le minoranze quando sanno di essere maggioranza (e quando sanno di avere la platea favorevole: che tristezza), che non facciano i prepotenti con chi non la pensa come loro, e tutto quello che gli dice chi comanda. Che non ti attacchino con palesi falsità nei congressi come chi non ha alcun interesse a riconoscere il valore del pluralismo, ma solo il richiamo all'ordine (un ordine che hanno stabilito loro). Parole ampollose per nascondere il nulla. Segnali di debolezza, di fragilità e di paura». «C'era chi - prosegue - ha fatto di tutto per portare il Pd a chiedere le dimissioni della Cancellieri (insistendo con tutti i mezzi a sua disposizione), e chi, dopo tanti giri di parole, ha chiesto il contrario. Hanno vinto questi ultimi, confortandosi tra di loro con un applauso straordinario, per festeggiare lo scampato pericolo. All'insegna del detto "debole con i forti, forte con i deboli", come il loro candidato. Veramente bello e democratico. Un bijou». «I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l'ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla», insiste Civati. «Che devono pensare gli italiani di gente che dice "Penso una cosa, ma ne voto un'altra?". Quante volte si può commissariare questa democrazia? Io sono stufo di una politica che pensa solo agli equilibri interni, solo all'amicizia con i poteri forti, sono al sodalizio con i massimi vertici della Repubblica senza mai pensare ai milioni che stentano, perdono fiducia, muoiono, avvelenati, suicidi, travolti dai disastri che l'incuria del territorio ingigantisce», prosegue Civati. «È mai possibile - aggiunge - vivere sotto l'eterno ricatto di una governabilità che non governa altro che la sua sopravvivenza? Per quanto dobbiamo sentirci dire: o così o nulla. Io non mi più riconosco in un Pd che considera "interesse superiore", tutto eccetto quello che sente e importa alle persone. Per questo mi sono candidato per cambiarlo. Dopo questa ennesima prova deludente di questo partito apparato governativo, lo farò con ancora più energia e determinazione. È e deve rimanere il Pd la speranza per il futuro. Non può rimanere Grillo l'unico a dar voce allo scontento di milioni di persone». Civati ha tentato fino all'ultimo di far sì che la sua mozione venisse approvata all'interno del gruppo, ma spiega: «I miei compagni di partito hanno deciso diversamente, accogliendo l'ennesimo, impolitico, ricatto: o così, o nulla». «Non ho avuto alcuna espressione di disprezzo per nessuno, tanto meno verso Civati. Sono colpito e amareggiato dalla violenza verbale e culturale con cui si reagisce ad una critica politica», replica Cuperlo in una nota. «Spero poi che l'allusione esplicita al fatto che io possa non aver votato per Romano Prodi e non abbia il coraggio di dirlo sia solo frutto di un moto di rabbia. Se cosi non fosse si tratterebbe di una visione misera del nostro dibattito. Dico solo che mi dispiace e che, per quanto mi riguarda, non sono questi i metodi e le forme del confronto che sono solito usare», aggiunge. Per Cuperlo «non è accettabile che si assuma individualmente, e a mezzo stampa, l'iniziativa di una mozione di sfiducia verso un ministro del nostro governo, senza prima porre quel tema nella sede deputata che è l'assemblea del gruppo parlamentare al quale si è aderito. E però capisco che in un partito dove anche votare la fiducia al governo è diventata una variabile soggettiva, questa non sia considerata una priorità». Per il candidato alla segreteria «non si può scaricare il senso di responsabilità solo su una parte pensando che tra di noi possa funzionare una divisione dei ruoli dove alcuni hanno la patente degli ingenui o degli sciocchi, mentre altri possono dare libero corso a posizioni che quella responsabilità aggirano con una olimpica serenità. E perdonatemi se dico che trovo la cosa tanto più grave nel caso di esponenti, anche di primo piano, di questo governo che quelle posizioni giustificano in ragione di una legittima scelta congressuale la quale però, in alcuni momenti, confligge apertamente con il loro ruolo». Cuperlo conclude ricordando le sue parole all'assemblea di gruppo di ieri: «Se siamo un partito e un gruppo parlamentare allora riportiamo la discussione nella sola sede che è propria. Cioè questa. Nel caso, anche rivolgendo un invito al sindaco di Firenze a portare qui la sua riflessione e il suo contributo».
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