Il-Trafiletto
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26/04/14

Arrestato Stefano Costa candidato 5stelle: rapina aggravata sequestro estorsione

Stefano Costa
Arrestato un grillino, esponente del movimento a cinquestelle, con l'accusa di aver commesso gravi reati. Stefano Costa, 37enne disoccupato di Campese, in provincia di Vicenza, candidato per il partito di Beppe Grillo alle prossime elezioni amministrative bassanesi per un posto da consigliere comunale. Avrebbe sequestrato una persona e tentato di estorcere una somma di denaro per il riscatto. I carabinieri di Cittadella lo hanno arrestato stamattina, in seguito ad una vasta indagine per un sequestro lampo di un imprenditore padovano avvenuto lo scorso novembre a Bassano.
Naturalmente l'imbarazzo del movimento ha fatto si che sul caso intervenisse debitamente con una nota il senatore grillino Enrico Cappelletti, padovano, eletto nella circoscrizione Veneto, il quale ha fatto sapre che «ovviamente il candidato verrà escluso dalla lista e gli attivisti sceglieranno un altro candidato».


12/02/14

Piemonte: annullato voto Regionali 2010, Salvini "vergogna"

Alla fine le elezioni del 2010 in Piemonte sono state annullate. La quinta sezione di Stato ha respinto il ricorso. Messo la parola fine ad un governo illegittimo, con una sentenza che porterà la regione al voto.


Le elezioni regionali del 2010 in Piemonte vinte dal governatore Roberto Cota sono da annullare. Lo ha confermato la quinta sezione del Consiglio di Stato, presieduta da Luigi Maruotti, che ha respinto il ricorso presentato da Roberto Cota con il quale chiedeva la sospensiva dell'ordinanza del Tar del Piemonte che ha annullato le elezioni regionali del 2010. "Finalmente si mette la parola fine a un governo illegittimo".

Salvini
Sono le prime parole di Mercedes Bresso, dopo la decisione del Consiglio di Stato, che conferma la sentenza del Tar e manda il Piemonte al voto. "Ora - dice infatti - nulla puo' essere fatto per evitare il ritorno al voto: Il Piemonte ha bisogno di una legislatura legittimata e in grado di adoperarsi per risolvere i tanti problemi della regione". "Con oggi - conclude - voltiamo pagina con una maggioranza fatta di scandali ed incapacita'". "Una vergogna: in Piemonte non decidono i cittadini, ma i giudici, i giornali e la banche torinesi". Cosi' Matteo Salvini ha commentato, in una dichiarazione alle agenzie, la decisione del Consiglio di Stato di respingere il ricorso presentato da Roberto Cota e dalla maggioranza contro la sentenza del Tar che ha annullato il voto del 2010. "Arrendersi? Mai . Torneremo a vincere alla faccia dei poteri forti che non hanno digerito i 30 milioni di euro di taglio annuo ai costi della politica regionale e il ripianamento dei buchi della sanita'", prosegue il segretario federale della Lega Nord.                                                                                      fonte (AGI)

12/01/14

Doppio turno: Dalemiani e Bersaniani fanno fronda contro Renzi.

 Il doppio turno? "L’unico sistema che garantisce stabilità. E con la preferenza riuscirebbe a legare l’eletto all’elettore e cioè il Palazzo al territorio" Dalemiani e Bersaniani fanno fronda contro Renzi.

 Il leader del Pd non esclude un possibile accordo con il Cavaliere. «Mi vedrò con Berlusconi quando servirà per chiudere un’intesa che al momento non c’è, anche se siamo vicini»
Anche se la sola minaccia di un incontro possa essere utile per spaventare Alfano e fargli passare la voglia di tentare qualche bluff e di tirarla per le lunghe.
Non è un mistero che Forza Italia propenda per il modello spagnolo, che favorisce i partiti maggiori e quindi sarebbe l’ideale per il Pd, ma che taglierebbe le ali ai partiti piccoli. Che si metterebbero tutti di traverso a partire dal Nuovo Centrodestra di Alfano. Quindi l’interrogativo che si pone il leader Pd è che prima di sposare lo spagnolo bisognerebbe vedere che ricadute avrebbe tutto ciò sul governo. Non si può sapere in quel caso quale possa essere la reazione di Alfano, anche se Letta ha avuto da Renzi una garanzia sulla principale delle clausole di salvaguardia: fare insieme alla riforma elettorale anche quella del Senato, il che vuol dire ossigeno al governo fino al 2015. Ma andare in aula il 27 gennaio significa contingentare i tempi e chiudere la discussione con una proposta finale entro quella data. Renzi giovedì dovrà affrontare il primo delicato giro di boa, la Direzione, dove si troverà di fronte alla prima fronda interna di una sinistra fin qui divisa, ma che si sta riorganizzando.

Matteo Renzi
 Per capirne i movimenti bisogna fare un piccolo passo indietro. «Noi aspettiamo le motivazioni della Consulta e poi sferriamo il primo affondo, sulla legge elettorale. Parliamoci chiaro, il tema vero di scontro interno sarà quello», diceva tre giorni fa Enzo Amendola, uno dei segretari regionali di fede dalemiana e bersaniana; gli altri sono il molisano Danilo Leva, il toscano Ivan Ferrucci, sodale dell’ex segretario Andrea Manciulli (altro dalemiano), l’umbro Lamberto Bottini, il marchigiano Palmiro Ucchielli, il pugliese Sergio Blasi. Tutti quarantenni dell’era Bersani che ora dovranno cedere il posto alle nuove leve elette con le primarie da qui a fine marzo. La settimana scorsa il coordinatore della segreteria, il renziano Lorenzo Guerini, li ha convocati insieme a Luca Lotti, braccio destro del leader e responsabile organizzazione, per provarli a convincere su un election day il 16 febbraio per il rinnovo delle cariche in tutte le regioni. Ma in quella sede i due plenipotenziari di Renzi hanno toccato con mano le prime resistenze e la voglia di non darle tutte vinte al segretario.«Condividiamo l’esigenza di accelerare, ma teniamo conto che il passaggio tra gli iscritti non è solo formale e devono votare loro prima delle primarie aperte», è stata l’obiezione generale poi rilanciata da Gianni Cuperlo nel faccia a faccia col leader l’altro ieri. Tanto che anche questa pratica andrà risolta alla Direzione di giovedì prossimo. Ma la fronda che sta preparando il truppone dalemian-bersaniano sulla legge elettorale è insidiosa perché la compagine, al netto dei «giovani turchi» che stanno mostrando un atteggiamento più collaborativo, conta un centinaio di parlamentari. E si sta provando a riorganizzare, non solo attorno alla figura di Cuperlo, ma puntando anche su chi può rappresentare il salto generazionale, come l’attuale capogruppo Roberto Speranza. E con un occhio di riguardo particolare verso un personaggio per ora rimasto sullo sfondo, ma che potrebbe salire alla ribalta nei prossimi mesi, sempre che lo voglia, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Ecco, a parte Speranza e Zingaretti, tutti gli altri si ritroveranno in un vertice convocato da Cuperlo prima della Direzione, per inchiodare il segretario ad un sistema elettorale preciso, il doppio turno. «L’unico sistema che garantisce stabilità. E con la preferenza riuscirebbe a legare l’eletto all’elettore e cioè il Palazzo al territorio», dice l’ex responsabile giustizia Danilo Leva. E visto che ora il doppio turno è il preferito dagli alleati di Letta, la sinistra punta i piedi. «Ritengo fisiologico partire da un accordo di maggioranza e non capirei il perché di una riabilitazione gratuita di Berlusconi», è l’affondo di Leva.

10/01/14

Tutto da rifare in Piemonte. si torna alle urne.

In Piemonte è tutto da rifare. Gli elettori dovranno ritornare alle urne. Il Tar ha annullato il voto delle elezioni regionali del 28 e 29 marzo 2010, accogliendo il ricorso presentato dall’On. Mercedes Bresso, ex Presidente della regione stessa. Le elezioni avevano premiato Roberto Cota, candidato sostenuto dal Centro destra a scapito della stessa Bresso sostenuta dal Centro sinistra, con uno scarto di 9372 voti. «Il Tribunale amministrativo regionale per il Piemonte accoglie il ricorso principale – recita il dispositivo – e per l'effetto annulla l'atto di proclamazione degli eletti, unitamente agli atti presupposti oggetto di impugnativa, ai fini della rinnovazione della competizione elettorale». Il motivo per cui il Tar abbia deciso per il ritorno alle urne sta nella presenza alla competizione elettorale della lista “Pensionati per Cota”, lista che sembra sia stata presentata con l’ausilio di firme false, tanto da far condannare in via definitiva, a due anni e otto mesi, il consigliere regionale Michele Giovine. A questo punto la Regione Piemonte potrebbe fare ricorso al Consiglio di Stato per ribaltare la decisione del Tar. Grande soddisfazione nell’entourage di Mercedes Bresso nell’apprendere la decisione del Tar: «Seppure in ritardo è stata fatta giustizia. La sentenza è immediatamente esecutiva, anche se ci sarà il ricorso, riusciremo a andare al voto insieme alle amministrative e alle europee. Sono contenta soprattutto per il Piemonte, perché gira pagina» Queste le dichiarazioni della stessa Bresso, dopo una battaglia di carte bollate andata avanti pe quattro anni. A questo punto la Giunta Cota di fatto non esiste più se non per le questioni ordinarie. Entro dieci giorni arriveranno le motivazioni e a partire da domani il presidente Cota, la Regione o lo stesso Iovine possono presentare ricorso. Il Consiglio di Stato ha venti giorni di tempo per fissare l'udienza e la decisione dovrebbe arrivare a stretto giro.

29/12/13

Renzi: "Cambiare registro" e Letta ricomincia a ballare

Dalla segreteria del Pd arriva un monito a Letta: "Cambiare registro". Renzi imputa al governo tutta una serie di errori e lo incalza: "Serve un cambio di passo radicale o si muore" legge di stabilità? "E' di galleggiamento".

Governo, Faraone (segreteria Pd) a Letta: ‘Filotto impressionante di errori, marchette’Il responsabile Welfare del partito nominato da Matteo Renzi attacca il premier e l'esecutivo: "Serve un cambio di passo radicale o si muore". Legge di stabilità? "E' di galleggiamento". Il renziano Marcucci: "Tanti motivi di insoddisfazione". Forza Italia attacca. Carfagna: "Le elezioni si avvicinano". Gasparri: "Governo finito"

Enrico Letta
 La nuova segreteria Pd targata Matteo Renzi avverte il governo Letta. “Un filotto impressionante” di errori, quelli commessi dall’esecutivo, sostiene Davide Faraone, responsabile Welfare del Partito democratico e collaboratore del sindaco di Firenze, in un post su Facebook chiede al governo e al premier un cambio radicale di passo. “Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore. Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in Parlamento, con il suo bicameralismo perfetto (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto. Così non va”, sottolinea Faraone su Fb. “Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte”. Poi via all’elenco di quelli che, a suo avviso, sono errori. “Non elencherò gli errori del passato, ma – osserva Faraone – se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di galleggiamento (poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale. Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti alti, utili per il Paese, non per legittimare decine e decine di inutili marchette, incalza Faraone. “E poi sul Milleproroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono. Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord. E poi i soldi Ue parcellizzati per il Sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli. O ancora le deroghe al Patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività”, elenca. “Questo Pd – conclude Faraone – con le grandi speranze che suscita, l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità, non può permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”. Il responsabile Welfare della nuova segreteria renziana non è l’unico esponente del Pd a mettere pressione a Letta: “Il governo non ha più né alibi da vantare, né tempo da perdere. Il Pd, con il segretario Renzi, proporrà soluzioni concrete a partire dai prossimi giorni, l’esecutivo non si faccia attendere come Godot”. Lo afferma Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama. “Il collega Faraone ha elencato i tanti motivi di insoddisfazione accumulati in questi giorni – sottolinea il parlamentare – quanto alla gestione degli ultimi provvedimenti, ha fatto bene il presidente Grasso a ricordare che gli emendamenti al decreto Salva Roma sono stati suggeriti e comunque tutti approvati dal governo. Ora si cambi marcia per davvero”. Inevitabile la chiosa dall’altra parte politica. La prima a intervenire dal fronte Forza Italia è Mara Carfagna: “E’ partito il countdown per il governo Letta. Le elezioni si avvicinano”. Poi è il turno di Maurizio Gasparri, che gira la riflessione sul ruolo del vicepremier: “Ma Alfano ha capito dove si è infilato? Renzi e la Kyenge dettano l’agenda a base di ius soli, tasse sulla casa e altri disastri di sinistra. Ora gli fanno pure le pulci sulle poltrone, indubbiamente troppe per un apporto di voti parlamentari esiguo. Fino a quando prenderanno schiaffi? L’alibi della stabilità non regge più. Il governo è finito. Il progetto dei moderati no. E parte da Berlusconi, non certo da Enrico Letta”. Le prime voci di rimpasto erano arrivate dopo il caso Cancellieri e si sono fatte più insistenti con la decadenza dal Senato di Silvio Berlusconi e la fuoriuscita di Forza Italia dalla coalizione governativa. L’accusa, da vari fronti compreso quello renziano, è che ci sono troppi ministri che fanno capo ad Angelino Alfano e alla sua nuova formazione politica Ncd.                                                                          fonte

11/12/13

Anche Facebook pubblica le tendenze top 2013

Il social network in livrea blu ha pubblicato una classifica dei temi che più hanno coinvolto il popolo dei naviganti del web. E non poteva non farlo, dato che è stato preceduto da Yahoo e Bing.
Papa Francesco, le elezioni (di vari Paesi) e il Royal Baby: sono questi i tre macro argomenti che hanno tenuto banco nel 2013 su Facebook.
Facebook
 Dopo Yahoo! e Bing di Microsoft, in attesa dello Zeitgeist di Google, anche FB ha pubblicato la classifica dei temi più 'chiacchierati' quest'anno sulla sua piattaforma. Nella top ten globale al decimo posto entra Mandela. In Italia sul podio c'è Lampedusa seguita da Elezioni politiche e Mario Balotelli. Le dimissioni di Benedetto XVI e l'arrivo del pontefice sudamericano sono la ''notizia dell'anno'' anche su Facebook. Fra tutti i post e i commenti della platea globale del social network - oltre un miliardo di persone - il tema più menzionato è stato proprio Papa Francesco. A seguire ''Elezioni'', visto che in diversi Paesi - Italia in testa - si sono svolte importanti consultazioni politiche. La nascita del Royal Baby è al terzo posto, davanti a ''Tifone'' e a Margaret Thatcher. Nelson Mandela al decimo posto. In testa agli argomenti più 'chiacchierati' in Italia c'è Lampedusa, con il naufragio degli oltre 360 migranti, seguito da elezioni e Balotelli. Il Royal Baby è al quarto posto davanti a Margherita Hack, Giulio Andreotti, Meteorite, Aumento dell'Iva, Papa Benedetto, Costa Concordia. Facebook ha stilato anche la classifica degli ''avvenimenti'' più importanti per i suoi iscritti: al top ci sono le relazioni sentimentali e i viaggi. Fra i luoghi in cui sono stati effettuati più check-in in Italia spicca piazza San Marco a Venezia.

08/12/13

Renzi-Civati-Cuperlo: è solo questione di...contenuti!

Soltanto una questione di...contenuti! I tre candidati del Pd, che si aoprestano a seguire gli esiti delle primarie scelgono postazioni differenti: Gianni Cuperlo e Pippo Civati a Roma. Matteo Renzi a Firenze. Seguiranno gli esiti delle primarie del Pd di domenica da queste due città i tre candidati. Si potrà votare dalle 8 alle 20. Al momento fra i tre la differenza è il distacco, è tutto nei contenuti piuttosto che nelle battute finali di questa campagna elettorale.

Cuperlo: in gioco l'autonomia della sinistra
«Domenica non si decide sulle sorti del governo nè le sorti personali dei tre candidati. Domani è in gioco l'autonomia della sinistra», ha detto, fra l'altro, Gianni Cuperlo, ospite a "Omnibus" in onda su La7. «Se non dovessi vincere, mi metterei al servizio dell'unità del Pd, difendendo e promuovendo le idee e il progetto che abbiamo messo al centro di questo programma» ha aggiunto nel giorno di vigilia delle primarie del partito. Se, invece, dovesse essere lui il vincitore, Cuperlo ha spiegato che si dedicherà «interamente, nei prossimi anni, a questa attività» di guida dei Democratici. «Sono convinto - ha concluso - che bisogna reinvestire in questo partito perché non siamo stati all'altezza delle promesse che avevamo fatto».

Renzi: riforme, lavoro,Europa e scuola 
«Chi vota per me non vota per un candidato ambizioso ma per un paese ambizioso».
Matteo Renzi ai suoi elettori assicura che chi decide di votare per lui domenica vota per i «tagli alla politica, per la rivoluzione del lavoro, che prova a immaginare l'Italia come un contenitore attrattivo e non si discute di dove sia l'imprenditore). E ancora per un'Europa che deve ritrovare anima e speranza». E poi la scuola. «Se vinciamo - ha detto Renzi - da lunedì prossimo facciamo partire una gigantesca campagna che parta dalla scuola, dall'università, che punti sul ruolo degli insegnanti»

Cuperlo-Renzi-Civati
Civati: io sono la sinistra moderna
«Con Renzi si rinnova, ma fino ad un certo punto; con Cuperlo si sceglie una sinistra un po' burocratica; con me si rinnova, ma nel segno di una sinistra moderna», ha dichiarato il candidato alla segreteria del Pd, Pippo Civati, al Mattino Per i ministri niente primarie: e si apre il caso Meno uno alle primarie e scoppia il caso: per i ministri niente primarie.

Qualcuno arriva a parlare di lottizzazione. Mentre i candidati si preparano alla battaglia finale, infatti, una quota dell'assemblea nazionale è già prenotata sulla base di un accordo tra i rappresentanti dei candidati. La commissione per il congresso del Pd ha votato una delibera, la n. 60, che definisce i membri di diritto in assemblea: c'é il presidente del Consiglio, Enrico Letta, gli ex segretari nazionali, ma anche i ministri in carica e il sottosegretario ai servizi di sicurezza (Marco Minniti), la commissione nazionale di garanzia uscente; il segretario nazionale dei giovani democratici; il dirigente del settore organizzazione (Donato Riserbato).

Ecco chi è in assemblea senza primarie 
Dunque sono in assemblea senza passare dalle primarie i ministri renziani Dario Franceschini e Graziano Delrio, il "tecnico democratico" CarloTrigilia, il ministro per l'Intergrazione Cecile Kyenge, i cuperliani Flavio Zanonato (ministro Sviluppo economico), Andrea Orlando (ministro per l'Ambiente), Massimo Bray (ministro per i Beni culturali), e la lettiana Maria Chiara Carrozza (ministro per l'Istruzione). Poi ci sono due sottosegretari Pd alla presidenza del consiglio, quello con delega al Copasir Marco Minniti (mentre resta fuori l'altro, Giovanni Legnini).

Civati: fra qualche mese ci saranno ministri diversi in assemblea 
La norma 'salva ministri' entra in contraddizione con lo svolgimento delle primarie? Dei tre candidati alla competizione, Pippo Civati sostiene una linea contraria alla prosecuzione del governo Letta. «Ma non ne faccio un dramma - ha dichiarato Civati - significa che tra qualche mese in assemblea ci saranno ministri diversi. Quelli di un altro governo». Più dura é invece la reazione dei popolari. Luigi Madeo, membro della commissione congresso vicino a Beppe Fioroni si chiede «perché i ministri siano stati tenuti fuori dalle primarie. E perché é stato scelto un solo sottosegretario? Altro che primarie, qui siamo alla lottizzazione bella e buona, con scelte ad personam».

29/11/13

Confronto all'Americana oggi su Sky tra Renzi-Civati-Cuperlo | "Il triangolo no"?

Oggi 29 novembre alle 21 su Sky TG24 HD, confronto all'americana tra Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati - questo l'ordine sul palco stabilito tramite un sorteggio - si confronteranno sui temi più rilevanti per il futuro del partito.
"Il triangolo no..non l'avevo considerato, d'accordo ci proveró, la geometria non é un reato.." Cantava Renato zero (ndr)
Il triangolo

Un minuto e 30 secondi massimo a risposta scanditi da un countdown, possibilità di replica e domande da Twitter all'hashtag #ilConfrontoPD.
Sono questi alcuni degli elementi del confronto tra gli aspiranti al ruolo di segretario del Partito democratico in diretta questa sera 29 novembre alle 21 su Sky TG24 HD. Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Giuseppe Civati.
A Gianluca Semprini il compito di arbitrare il dibattito garantendo il rispetto di tutte le regole. Fra gli altri compiti, al giornalista spetterà anche quello di richiamare i candidati alla pertinenza delle risposte e chiedere eventuali chiarimenti nel merito, oltre ad assicurare che a tutti partecipanti sia concesso lo stesso tempo d'intervento.

 Verifica in diretta. Tra le novità, il 'fact checking' live: fatti e dati dichiarati passeranno al vaglio di un gruppo di ricercatori della Facoltà di Economia dell'Università di Roma Tor Vergata e i candidati saranno sottoposti in diretta alla verifica delle loro risposte. Ampio spazio sarà dato anche all'interattività. Grazie al 'voting' e all'applausometro i telespettatori potranno esprimere il loro gradimento su ciascuno dei tre candidati. Tramite My Sky HD, SKY GO, l'app TG24 per iPhone e iPad e il sito internet skytg24.it, si potrà rispondere alla domanda 'Chi ti sta convincendo di più'.

L'applausometro. E per decidere se applaudire o dissentire rispetto a quello che i tre aspiranti alla segreteria del Partito democratico stanno dicendo si potrà utilizzare l'applausometro con l'app TG24 o andando all'indirizzo http://skytg24.it/applausometro. Il Confronto, in onda domani alle 21, sarà inoltre disponibile per i non udenti sul servizio active al canale Sky TG24 Rassegne (canale 505 di Sky).

Anche su Cielo. l dibattito sarà trasmesso su Sky TG24 HD (canali 100 e 500) e in simulcast su Cielo, il canale nazionale in chiaro presente sia su digitale terrestre (canale 26) sia su satellite (canale 126 del bouquet Sky) sia sulla piattaforma Tivusat (posizione 19). Grazie a Sky Go e all'app TG24, il dibattito potrà essere seguito sui principali smartphone, tablet e su computer Mac e Pc e sarà visibile anche in streaming su skytg24.it.

 Il dopo-confronto. Al termine del dibattito tutti i voti verranno comunicati nel corso dell'approfondimento, condotto da Federica de Sanctis, in onda dalle 22.30. Tra gli ospiti del 'Dopo il Confronto' Ilaria D'Amico e Giuseppe Cruciani in collegamento dall'X Factor Arena, Tommaso Labate e Stefano Feltri. Un minuto e 30 secondi a risposta, possibilità di replica a domande da Twitter e verifica in diretta della veridicità delle risposte. Sono alcuni degli ingredienti del dibattito all'americana fra i tre candidati alla segreteria del Pd, che sarà trasmesso anche in chiaro su Cielo
                                                                                                                                                 fonte

23/11/13

Un unico giorno per votare | Un emendamento del governo alla legge di stabilità

Ristrettezze sulle elezioni, election day e seggi aperti fino alle 23
Un unico giorno per votare, schede elettorali piu' piccole e meno spazi elettorali gratuiti, seggi aperti dalle 7 alle 23. Un emendamento del governo alla legge di stabilità, prevede misure restrittive per le elezioni che porterà un risparmio complessivi di 44,5 ml.
Urne

 L'emendamento prevede inoltre che in caso di annullamento di elezioni comunali, il rinnovo dellle consultazioni non avvenga piu' entro tre mesi dalla data di annullamento ma si rinvia alla prima data elettorale utile. Uno degli emendamenti del governo prevede inoltre che l'election day, oltre alle normali consultazioni elettorali, potranno accorpare anche anche i referendum. Riguardo ai risparmi attesi, una scheda tecnica allegata agli emendamenti spiega che gli oneri per le elezioni locali torneranno in capo alle amministrazioni locali con un risparmio di spesa per lo Stato di circa 2,5 milioni l'anno. Prevista una stretta al lavoro straordinario nei Comuni legato alle consultazioni con un risparmio di circa 36 milioni l'anno. Tutti gli emendamenti alla legge di Stabilita' del governo e dei relatori, compreso quelli sull'Imu e il cuneo fiscale, saranno presentati in commissione oggi entro le 13. Lo ha annunciato uno dei relatori al testo, Giorgio Santini. La Commissione riprendera' i suoi lavori oggii alle 15. (AGI)
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