Il-Trafiletto
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29/12/13

Renzi: "Cambiare registro" e Letta ricomincia a ballare

Dalla segreteria del Pd arriva un monito a Letta: "Cambiare registro". Renzi imputa al governo tutta una serie di errori e lo incalza: "Serve un cambio di passo radicale o si muore" legge di stabilità? "E' di galleggiamento".

Governo, Faraone (segreteria Pd) a Letta: ‘Filotto impressionante di errori, marchette’Il responsabile Welfare del partito nominato da Matteo Renzi attacca il premier e l'esecutivo: "Serve un cambio di passo radicale o si muore". Legge di stabilità? "E' di galleggiamento". Il renziano Marcucci: "Tanti motivi di insoddisfazione". Forza Italia attacca. Carfagna: "Le elezioni si avvicinano". Gasparri: "Governo finito"

Enrico Letta
 La nuova segreteria Pd targata Matteo Renzi avverte il governo Letta. “Un filotto impressionante” di errori, quelli commessi dall’esecutivo, sostiene Davide Faraone, responsabile Welfare del Partito democratico e collaboratore del sindaco di Firenze, in un post su Facebook chiede al governo e al premier un cambio radicale di passo. “Non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore. Mentre noi lavoriamo ad un’agenda con dentro grandi riforme per il Paese, con tempi certi di realizzazione, al governo e in Parlamento, con il suo bicameralismo perfetto (un vero ossimoro) c’è chi brucia tutto. Così non va”, sottolinea Faraone su Fb. “Eletto Matteo Renzi si azzera il contagiri e si riparte”. Poi via all’elenco di quelli che, a suo avviso, sono errori. “Non elencherò gli errori del passato, ma – osserva Faraone – se metto uno dietro l’altro gli errori commessi da questo governo, dal giorno dell’elezione del nuovo segretario Pd, 15 dicembre, fino ad oggi (appena 13 giorni) viene fuori un filotto impressionante: una legge di stabilità di galleggiamento (poco per il futuro), le slot machine, gli affitti d’oro, il provvedimento su Roma capitale. Se chiedi la fiducia ai parlamentari della Repubblica, se chiedi il sostegno in bianco ai deputati della maggioranza, lo fai per provvedimenti alti, utili per il Paese, non per legittimare decine e decine di inutili marchette, incalza Faraone. “E poi sul Milleproroghe: si nominano nuovi prefetti, portati a 207 quando le prefetture sono la metà, si abbonano 400 milioni a Roma quando tutti i comuni soffrono. Due ottimi provvedimenti per dar fiato alle stanche trombe della Lega Nord. E poi i soldi Ue parcellizzati per il Sud e per il lavoro su mille provvedimenti senza alcune strategia, con il solo obiettivo di non perderli. O ancora le deroghe al Patto di stabilità per comuni non virtuosi, che chiedono di stabilizzare i precari anche dove si sfora la pianta organica e niente per i comuni virtuosi che vogliono realizzare opere utili per la collettività”, elenca. “Questo Pd – conclude Faraone – con le grandi speranze che suscita, l’Italia, con le sue difficoltà e le sue grandi potenzialità, non può permettersi questo governo e i suoi errori. E non basta un ritocco, un rimpasto, o si cambia radicalmente o si muore”. Il responsabile Welfare della nuova segreteria renziana non è l’unico esponente del Pd a mettere pressione a Letta: “Il governo non ha più né alibi da vantare, né tempo da perdere. Il Pd, con il segretario Renzi, proporrà soluzioni concrete a partire dai prossimi giorni, l’esecutivo non si faccia attendere come Godot”. Lo afferma Andrea Marcucci, presidente della commissione Cultura a Palazzo Madama. “Il collega Faraone ha elencato i tanti motivi di insoddisfazione accumulati in questi giorni – sottolinea il parlamentare – quanto alla gestione degli ultimi provvedimenti, ha fatto bene il presidente Grasso a ricordare che gli emendamenti al decreto Salva Roma sono stati suggeriti e comunque tutti approvati dal governo. Ora si cambi marcia per davvero”. Inevitabile la chiosa dall’altra parte politica. La prima a intervenire dal fronte Forza Italia è Mara Carfagna: “E’ partito il countdown per il governo Letta. Le elezioni si avvicinano”. Poi è il turno di Maurizio Gasparri, che gira la riflessione sul ruolo del vicepremier: “Ma Alfano ha capito dove si è infilato? Renzi e la Kyenge dettano l’agenda a base di ius soli, tasse sulla casa e altri disastri di sinistra. Ora gli fanno pure le pulci sulle poltrone, indubbiamente troppe per un apporto di voti parlamentari esiguo. Fino a quando prenderanno schiaffi? L’alibi della stabilità non regge più. Il governo è finito. Il progetto dei moderati no. E parte da Berlusconi, non certo da Enrico Letta”. Le prime voci di rimpasto erano arrivate dopo il caso Cancellieri e si sono fatte più insistenti con la decadenza dal Senato di Silvio Berlusconi e la fuoriuscita di Forza Italia dalla coalizione governativa. L’accusa, da vari fronti compreso quello renziano, è che ci sono troppi ministri che fanno capo ad Angelino Alfano e alla sua nuova formazione politica Ncd.                                                                          fonte

19/12/13

Renzi Alfano battibeccano sulla legge elettorale | Maggioranza o non maggioranza questo è il problema

Renzi ad Alfano “Legge elettorale subito, e non a colpi di maggioranza, Chiudere entro le elezioni europee”.
Formigoni annuncia: "Se fa accordi con Berlusconi o Grillo la maggioranza salta".
Matteo Renzi e Angelino Alfano per ora l’uno non si fida dell’altro. Tema del contendere, la legge elettorale. Renzi sospetta che il leader Ncd, in realtà, voglia guadagnare tempo legando la riforma della legge elettorale, alle modifiche costituzionali.
    
Alfano-Vespa-Renzi












Alfano teme che il segretario Pd miri a ben altro, ovvero al voto anticipato, e che sia disposto a scendere a patti persino con Berlusconi o Grillo. Con il timore del ritorno di un sistema di voto “sfavorevole” come il Mattrellum. La diffidenza reciproca si è palesata in un siparietto andato in scena alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa, mentre la commissione Affari costituzionali della Camera, stabilisce che la riforma dovrà approdare in Aula entro il 31 gennaio.
Renzi rilancia: «Per la prima settimana di febbraio ci può essere l’approvazione» da parte di Montecitorio.
Alfano vuole trovare l'accordo in seno alla maggioranza. 
Renzi lo incalza: "La riforma elettorale va fatta subito e non a colpi di maggioranza".
Il vicepremier ribadisce : "C’è una maggioranza e c’è un governo guidato da uno dei leader del Pd. Credo che non sia naturale né logico che il partito di riferimento del premier ponga il basamento per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio".
Il quale tranquillizza: "È ovvio che la maggioranza deve essere d’accordo", ribadisce Letta "ma è anche giusto che sia fatta con il maggiore consenso possibile in Parlamento. Nessun dubbio che bisogna cercare tutti". Ma se Alfano preferisce non lanciare oggi aut aut, ci pensa Roberto Formigoni: "Renzi sappia che, se fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta".
Cicchitto: "No a maggioranze variabili o salta tutto".
Fioroni mette in guardia Renzi dal tirare troppo la corda. "L’insicurezza nei rapporti politici tra gli alleati di governo (ad esempio sulla legge elettorale e le modifiche costituzionali) non porta da nessuna parte", afferma l’ex ministro del Pd.
Renzi ribatte: "Il punto centrale è che la legge elettorale, se c’è volontà politica, si può fare velocemente. Sempre che non si immagini di farla alla fine del percorso di riforme". Quindi, conclude: modello del sindaco d’Italia o Matterellum vanno bene entrambi, purché si faccia presto, è il refrain del segretario Pd. Alfano chiude al Matterellum, "va bene il modello del sindaco d’Italia e il doppio turno". Renzi ed Alfano, infine, “si scontrano anche sulle riforme costituzionali. Questa volta, è il destino del Senato a trovarli in disaccordo: il segretario del Pd vuole trasformarlo in una Camera delle autonomie non elettive; Alfano si dice d’accordo ma prende tempo sul merito dell’addio al bicameralismo perfetto. La Camera intanto, investita da una settimana del dossier legge elettorale, mette un punto fermo nella discussione sulla riforma. La commissione Affari Costituzionali stabilisce un calendario di massima con l’obiettivo di licenziare in tempi rapidi un testo da portare in Aula entro il 31 gennaio. Ma trovare un’intesa non sarà facile.

15/12/13

Sfida o ricatto? Renzi rinuncia al finanziamento se Grillo approva riforma elettorale

Li chiamerei "inciuci al contrario". Sicuramente meglio degli inciuci ufficiali, finalizzati solo al mero interesse personale e al massimo dell'altruismo, al partito. Ma sempre inciuci sono. Renzi vuole fare il "ricatto" a Grillo: "Tu mi voti la riforma e io rinuncio al finanziamento". Ma trovare un accordo per il bene comune? Siamo ancora molto lontani dall'avere politici consapevoli di dover decidere per il popolo Italiano.
Renzi

Nel giorno in cui si insedia ufficialmente alla guida del Pd Matteo Renzi lancia la sua sfida a Beppe Grillo. E lo fa tenendo insieme il tema scottante dei costi della politica e quello delle riforme. Il leader dei 5Stelle ha sostenuto che il decreto Letta è una presa in giro e che per rinunciare ai finanziamenti pubblici basta non prenderli, come fa il suo movimento. E Renzi ci sta. "Grillo mi chiede di rinunciare ai 40 milioni del 2014 del finanziamento? Accetto. Se lui però sottoscrive l'abolizione del bicameralismo, trasformando il Senato in Camera delle Regioni; se è disposto ad eliminare i rimborsi per i consiglieri regionali e a fare una legge elettorale seria per il bipolarismo". Ecco la "sorpresina" che il neo segretario aveva annunciato a Grillo. Non la sola. Perché al governo proporrà "un patto alla tedesca" su un nuovo programma: job act, via la Bossi-Fini e investimenti in cultura e scuola. La nuova Assemblea del partito alla Fiera di Milano proclamerà oggi Renzi segretario del Pd (il quinto in sei anni), a una settimana dalle primarie che ha stravinto.       fonte

08/12/13

La netta vittoria di Renzi

Nuovo segretario de Pd
 Primarie Pd, quasi 3 milioni ai gazebo Lo spoglio: “Renzi vince con il 70%” Il Pd vince la sua sfida contro l’antipolitica, Matteo renzi quella per la segreteria del partito. Le primarie, nonostante timori e pronostici della vigilia, sono un successo con 2 milioni di votanti a metà pomeriggio ed il traguardo dei 3 milioni, raggiunti nel 2009, vicino, come conferma anche il segretario uscente Guglielmo Epifani. A Firenze cresce l’attesa per l’ufficializzazione del vincitore con il favorito, Matteo Renzi, che a spoglio in corso sfiora il 70% dei votanti. Il sindaco è pronto a prendere le redini del partito per «cambiare verso». Gli sfidanti, Gianni Cuperlo e Pippo Civati, sono staccati. Dopo una giornata caratterizzata da code ai seggi e qualche polemica, un dato a sorpresa arriva dal Nord: in varie Province Civati sarebbe secondo, di fronte a Cuperlo.                                                           fonte
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