Il-Trafiletto
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03/03/14

"Gocce" di notizie: Oggi l'"Italicum" approda alla Camera dei deputati

Roma- Matteo Renzi spinge subito sull'acceleratore. L'Italicum approda oggi alla Camera dei deputati e il premier spinge affinche' si approvi gia' in settimana. La Camera ha programmato 26 ore di dibattito, ma tra Forza Italia e il Nuovo Centrodestra continua il braccio di ferro. "L'emendamento Lauricella conquista consensi, e 'pour cause': stabilisce che Italicum entra in vigore dopo riforma Senato. FI si dia pace", scrive su twitter Roberto Formigoni. Gli risponde il presidente della Commissione Affari costituzionali di Montecitorio, Paolo Sisto: "Gli accordi - dice l'esponente azzurro - si modificano in due e al momento non ci sono novita' rispetto all'intesa Renzi-Berlusconi sulla riforma elettorale". "Renzi non cominci a fare il furbo sulla legge elettorale - incalza Daniela Santanche' -. Altrimenti, per quanto mi riguarda, puo' 'star sereno'...". Ancora piu' esplicito Il Mattinale, la newsletter di Fi alla Camera, che scrive che se passa l'emendamento Lauricella "cade tutto". A mettere in dubbio la 'blindatura' dell'Italicum e' anche la minoranza del Pd. "Ho presentato alcuni emendamenti - ha detto per esmepio Rosy Bindi -, su quegli emendamenti faro' la mia battaglia, non intendo trincerarmi dietro il voto segreto". Proprio il partito democratico terra' una riunione ad hoc oggi. A partecipare dovrebbe essere il responsabile delle riforme, Maria Elena Boschi
                                                                                                                                     fonte(AGI) .
                                                                                   

02/02/14

Letta e gli Emiri: Sarà la ripresa?

Enrico Letta, in visita ad Abu Dhabi, parla con gli emiri dei paesi del Golfo per trovare accordi che migliorino le nostre prospettive economico-politiche del nostro Paese. Letta ha garantito che l'Italia ce la puo' fare.


"Io ci credo". Enrico Letta parla ai ricchi emiri dei paesi del Golfo e spiega che l'Italia ce la puo' fare a far ripartire l'economia, a cominciare da un accordo a lungo atteso, quello tra Alitalia ed Ethiad, compagnia aerea emiratina. I conti del nostro Paese sono in ordine, spiega Letta "con orgoglio" ai suoi interlocutori durante ogni incontro e "ce l'abbiamo fatta da soli, camminando sulle nostre gambe, non abbiamo chiesto aiuti alla Ue". La consapevolezza, a tratti poco piu' di una speranza a dire il vero, di una prospettiva stabile, ha spinto il premier a dare una sorta di appoggio esterno alle trattative autonome tra i due management. Perche' l'ultimo via libera atteso, quello del governo emiratino, era legato proprio a rassicurazioni da parte italiana sulle prospettive economico-politiche del nostro Paese.
Enrico Letta parla ai ricchi emiri

Letta ha garantito che l'Italia ce la puo' fare, anzi, ce la sta facendo gia', durante la cena ufficiale di ieri sera che aveva come ospite l'uomo forte degli Emirati arabi uniti, il principe ereditario Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, e come commensali i dirigenti delle principali aziende italiane che operano nel Golfo, da Eni a Finmeccanica. Una garanzia che e' giunta guardacaso proprio poche ore prima il via libera da parte di Alitalia ed Ethiad alla due diligence che dovrebbe portare a un'intesa entro un mese. Ora che il governo sostiene senza riserve l'intesa, Letta fa pero' appello alle parti, sociali e politiche, in Italia: "sono convinto che tutti faranno la loro parte, ognuno si deve assumere le sue responsabilita'". Come a dire che una nuova ridda di polemiche o di contrattazioni estenuanti rischierebbe di far saltare uno degli ultimi possibili treni per Alitalia. (Polemiche che, tra un argomento e l'altro, certo non mancano da Roma. "Io sono impegnato qui su questi temi, non l'ho letto" replica secco il presidente del Consiglio ai giornalisti che gli chiedono un commento alle parole di Romano Prodi che lo sollecita a "tentare una sortita". La risposta, fa capire Letta, e' nei fatti: in pochi giorni la nuova governance di Inps, l'accordo possibile Alitalia-Ethiad, il piano di privatizzazioni per un valore stimabile fino a 12 miliardi. E a fare da sfondo una nuova "prospettiva" favorita da "conti in ordine" e dalla fine di una crisi economica che "durava da cinque anni". La fine di un tunnel che, dopo settimane di attacchi e di indifferenza da parte di Renzi, nemmeno Giorgio Squinzi vede, tanto da ritenere che se il governo non cambia passo e' meglio votare. "Sono convinto che ognuno debba fare il suo lavoro. E' bene che Confindustria aiuti il Pil del Paese, sono convinto che i dati giusti siano quelli forniti da noi" ha risposto senza troppa diplomazia il premier. Che anche in questi giorni tra Abu Dhabi e Dubai ha ripetuto i dati illustrati anche a Bruxelles: aumento del pil di un punto nel 2014 e di due punti nel 2015. Dati funzionali a parlare di "punto di svolta" e di "ottimismo" per i mesi a venire ma contestati da Squinzi ma che Letta rivendica e che lo spingono a dire che "la situazione sta cambiando verso la stabilita'". Dati, inoltre, sui quali poggia tutto il piano di privatizzazioni, stimabili in 12 miliardi di euro, che per ora riguardano Poste, Sace e Fincantieri. "Dopo anni di crisi dell'eurozona e' il momento giusto, perche' i mercati sono pronti, noi diciamo ai paesi del Golfo che ci sono buone opportunita' per privatizzazioni sane" che serviranno sia a diminuire il debito, palla al piede del sistema italiano, che ad attirare investimenti. Una cooperazione strategica che poggia anche su un'intesa tra i due prossimi Expo: Milano 2015 e Dubai 2020, che proprio durante questa missione hanno siglato un memorandum. Insomma, nonostante le bordate che giungono dall'Italia, il premier ostenta sicurezza: "ritornero' a casa pieno di speranze" assicura al termine della due giorni negli Emirati prima di partire per Doha. "Ad Adu Dhabi e a Dubai abbiamo cominciato una cooperazione strategica, che non deve piu' procedere a singhiozzo". Una cooperazione che ha bisogno di "continuita' delle scelte". Cioe' ha bisogno di stabilita'.                                                 fonte (AGI)

19/12/13

Renzi Alfano battibeccano sulla legge elettorale | Maggioranza o non maggioranza questo è il problema

Renzi ad Alfano “Legge elettorale subito, e non a colpi di maggioranza, Chiudere entro le elezioni europee”.
Formigoni annuncia: "Se fa accordi con Berlusconi o Grillo la maggioranza salta".
Matteo Renzi e Angelino Alfano per ora l’uno non si fida dell’altro. Tema del contendere, la legge elettorale. Renzi sospetta che il leader Ncd, in realtà, voglia guadagnare tempo legando la riforma della legge elettorale, alle modifiche costituzionali.
    
Alfano-Vespa-Renzi












Alfano teme che il segretario Pd miri a ben altro, ovvero al voto anticipato, e che sia disposto a scendere a patti persino con Berlusconi o Grillo. Con il timore del ritorno di un sistema di voto “sfavorevole” come il Mattrellum. La diffidenza reciproca si è palesata in un siparietto andato in scena alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa, mentre la commissione Affari costituzionali della Camera, stabilisce che la riforma dovrà approdare in Aula entro il 31 gennaio.
Renzi rilancia: «Per la prima settimana di febbraio ci può essere l’approvazione» da parte di Montecitorio.
Alfano vuole trovare l'accordo in seno alla maggioranza. 
Renzi lo incalza: "La riforma elettorale va fatta subito e non a colpi di maggioranza".
Il vicepremier ribadisce : "C’è una maggioranza e c’è un governo guidato da uno dei leader del Pd. Credo che non sia naturale né logico che il partito di riferimento del premier ponga il basamento per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio".
Il quale tranquillizza: "È ovvio che la maggioranza deve essere d’accordo", ribadisce Letta "ma è anche giusto che sia fatta con il maggiore consenso possibile in Parlamento. Nessun dubbio che bisogna cercare tutti". Ma se Alfano preferisce non lanciare oggi aut aut, ci pensa Roberto Formigoni: "Renzi sappia che, se fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta".
Cicchitto: "No a maggioranze variabili o salta tutto".
Fioroni mette in guardia Renzi dal tirare troppo la corda. "L’insicurezza nei rapporti politici tra gli alleati di governo (ad esempio sulla legge elettorale e le modifiche costituzionali) non porta da nessuna parte", afferma l’ex ministro del Pd.
Renzi ribatte: "Il punto centrale è che la legge elettorale, se c’è volontà politica, si può fare velocemente. Sempre che non si immagini di farla alla fine del percorso di riforme". Quindi, conclude: modello del sindaco d’Italia o Matterellum vanno bene entrambi, purché si faccia presto, è il refrain del segretario Pd. Alfano chiude al Matterellum, "va bene il modello del sindaco d’Italia e il doppio turno". Renzi ed Alfano, infine, “si scontrano anche sulle riforme costituzionali. Questa volta, è il destino del Senato a trovarli in disaccordo: il segretario del Pd vuole trasformarlo in una Camera delle autonomie non elettive; Alfano si dice d’accordo ma prende tempo sul merito dell’addio al bicameralismo perfetto. La Camera intanto, investita da una settimana del dossier legge elettorale, mette un punto fermo nella discussione sulla riforma. La commissione Affari Costituzionali stabilisce un calendario di massima con l’obiettivo di licenziare in tempi rapidi un testo da portare in Aula entro il 31 gennaio. Ma trovare un’intesa non sarà facile.

03/12/13

Perchè si dice: "do ut des"?

E rieccoci con il "latonorum", a volte cari lettori, penso che sia diventata una fissazione. E forse lo è, ma la curiosità di approfondire è tanta e se possibile soddisfare la curiosità cibando la mente è un ottimo allenamento per le nostre cellule grigie.
Do ut des

Do ut des, do perchè tu dia. Si usa per indicare accordi in cui i reciporci vantaggi più o meno si equivalgono. O come per enunciare la legge che ogni dare umano pretende ed è soggetto ad un compenso. In tempi antichissimi, quando non esisteva ancora la moneta, tutto il commercio si svolgeva secondo queste quattro formule: do ut des (ti do la mercanzia, perchè tu me ne dia un'altra di genere diverso); do ut facias (ti do mercanzia perchè tu lavori per me); facio ut facias (lavoro per te, perchè tu lavori per me); facio ut des (lavoro perchè tu mi dia mercanzia).
Praticamente le basi orali dei contratti moderni.
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