Il-Trafiletto
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07/02/14

Progetto di Giuseppe Siano: Oltre la Destra e la Sinistra | parte seconda

 Questo è un saggio scritto da Giuseppe Siano, è pubblicato due volte a settimana (mercoledì e venerdì) suddiviso in capitoli. Potete comunque vederlo in sequenza di pubblicazione al link "Saggistica"
Premesse

1.Cos'è un programma
Allo stato attuale esso è una truffa impunita.
Cominciamo a riflettere:
A cosa serve un programma?
I cittadini del nostro paese hanno una serie di problemi, a cui bisogna dare risposta; questa
risposta e le sue possibili soluzioni vanno programmate.
Chi ha i problemi?
I cittadini del nostro paese.
Quindi si presume che quattro personaggi, chiusi in una stanza possano risolvere con il loro
“programma” i problemi di cinquemila persone; vi sembra possibile?
Infatti, siccome non è possibile, i programmi muoiono subito dopo le elezioni, perché questo
tipo di programmi servono a risolvere esclusivamente i problemi dei quattro o cinque
personaggi, che grazie alla legge Bassanini, per cinque anni possono notevolmente
migliorare il loro Budget familiare.
I problemi dei cinquemila cittadini li possono risolvere solo i cinquemila cittadini e
nessun altro, ed è bene così.
La vita di ognuno di noi dal primo all'ultimo respiro è fatta di scelte e di decisioni, che
provocheranno delle conseguenze.
Se queste decisioni vengono prese da un altro, costui s'impossessa della nostra vita, perché
approfitterà del nostro consenso per risolvere i problemi secondo i suoi interessi e non
secondo i nostri.
Faccio un esempio per rendere comprensibile il concetto:
Durante il tempo libero mi diverto a fare quadri.
Siccome uso una tecnica abbastanza primitiva, che si chiama pirografia (legno bruciato con
saldatore elettrico) le facce non vengono molto bene.
Ho fatto un quadro che rappresenta me e mia moglie abbracciati su una panchina con sfondo
mare.
Alcuni amici, che hanno visto il quadro, l'hanno interpretato come due amanti che sono
andati a pomiciare in un bosco.
Qual è la verità?
Dipende da chi è padrone del quadro.
Se il padrone sono io quel quadro rappresenta me e mia moglie, se diventa proprietà dei
miei amici quel quadro rappresenta gli amanti.
La verità allora è sempre collegata al potere.
Siccome il quadro è mio, se voglio che rappresenti la mia verità non posso mai darne il
potere in mano ad altri.
Questi amici erano in buona fede, cioè loro vi hanno veramente letto nel quadro un'altra
verità.
Il problema s'incarognisce quando l'altro ha interesse a deformare la mia verità, per
convenienza, perché ha altri fini, diversi dai miei.
E questa è la situazione attuale della politica italiana.
I politici s'impossessano dei nostri problemi, per acquisire potere su di noi , ma ne
deformano le soluzioni, per perseguire i loro interessi.
La sinistra italiana è stata completamente assorbita in questo processo attraverso la legge
Bassanini, che ha permesso la creazione di un area di privilegio ai livelli più bassi,
sollecitando l'appetito di molti nullafacenti, che si sono scatenati in una affannosa bagarre
per il posto a tavola.
In questo modo si allontanavano dal popolo anche i rappresentanti ai livelli più bassi, che
venivano trasformati in controllori dei loro simili, per legarli alla struttura burocratica dei
partiti e farli diventare parte della casta.
Uno scampolo di questa situazione la si sta vivendo anche qui da noi.
A livello nazionale la cosa viene replicata in senso ancora peggiorativo, perché qualcuno
ricompensa in questo modo anche le sue comari, trasformando l'intero paese in una
macchietta.
Ovviamente questi personaggi s'impossessano dei nostri problemi non per portarli a
soluzione, perché, come abbiamo visto, sarebbe impossibile senza la partecipazione degli
interessati, ma per poter risolvere i loro problemi.
2. Cos'è la politica e qual è il suo compito
Un allenatore di calcio degli anni sessanta: Heriberto Herrera affermava:” Una partita
perfetta è una partita che finisce zero a zero, perché significa che non è stato fatto nessun
errore”.
Ebbene: se la politica regola la vita dei cittadini essa deve fare in modo che la partita venga
giocata da tutte le forze in campo e il suo compito è quello di impedire che una forza
prevalga sulle altre e quindi faccia gol, perché ciò, distruggendo l'equilibrio, distrugge il
gioco.
Compito della politica non è quello di risolvere i problemi dei cittadini, ma quello di
creare le condizioni più propizie affinché i cittadini possano risolvere DA SOLI
i
propri problemi.
I motivi per cui è meglio soli che male accompagnati l'ho espresso al punto1. Cosa significa
quanto sopra affermato?
Il compito del politico si sdoppia in due direzioni:
Il primo compito è di carattere informativo; cioè egli ha il dovere di mettere a
disposizione dei cittadini il maggior numero di informazioni possibili, che possano
aiutare quest'ultimo a risolvere nel modo migliore i suoi problemi.
Se il politico dà delle informazioni sbagliate, il cittadino farà delle scelte sbagliate, con
conseguenze disastrose per il cittadino e di conseguenza per l'intera comunità.
A questo proposito val la pena di ricordare che l'ONU ha messo l'Italia al 73° posto al
mondo come libertà ( e quindi qualità ) dell'informazione, fra il Ghana e l'Uzbekistan, chissà
perché....in ogni caso è ampiamente dimostrato che l'informazione viene sistematicamente
manipolata ( allora non è un problema di mancanza, bensì di manipolazione) dai media
nazionali e non è che con la sinistra al potere siamo migliorati in graduatoria.
In Italia il rapporto tra politica e cittadini è ormai inesistente per reciproca sfiducia.
Il secondo compito è di carattere normativo: Il cittadino in base alle informazioni ricevute
decide di prendere delle iniziative, che devono aiutarlo a risolvere i suoi problemi, le
comunica al politico, che deve fare delle leggi che, rispettando le scelte strategiche decise
dalla comunità, permettano al cittadino di realizzare il suo progetto nel modo migliore.
Il compito del politico finisce qui, oltre al fatto che deve stare attento che la situazione resti
in equilibrio fra le forze in campo: insomma assolvere alla funzione di arbitro.
Compito della politica quindi è quello di NON amministrare soldi, che prescindano da quelli
strettamente necessari alla gestione della cosa pubblica.
Bene, per capirci qualcosa analizziamo la situazione attuale:Wall Street ha speso per far
eleggere “l'abbronzato” circa novecento milioni di dollari.
Secondo voi perché l'ha fatto?
Ci si meraviglia quindi se tutti i consiglieri “dell'abbronzato” provengono da Wall street e
il suo “programma” è andato a farsi fottere il giorno dopo le elezioni?
Ci si meraviglia se ha mollato migliaia di miliardi di dollari per i banchieri e s'è messo a
tagliare anche gli ultimi spiccioli dello stato sociale, dopo aver promesso riforme eclatanti,
che non verranno mai realizzate?
Ci si meraviglia se a tutt'ora nemmeno uno dei titoli spazzatura sia stato vietato in borsa e i
mafiosi di Wall Street, dopo aver scaricato i loro debiti sui cittadini, grazie a questi politici
corrotti, possono riprendere allegramente daccapo i loro giochetti truffaldini?
In Italia invece, siccome siamo nel regno della macchietta, non hanno voluto correre il
rischio di corrompere l'arbitro,...... non si sa mai, perciò hanno deciso di nominare arbitro
direttamente il capitano di una delle squadre impegnate.
Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, ma quelle prossime saranno terribilmente più
serie, perché tutti gli errori verranno al pettine e verranno in una volta sola, trasformati in un
groviglio insolubile.
La finanza è fondamentale per l'impresa, perché essa offre l'ossigeno per farla funzionare,
ma se invece di ossigeno immette veleno, avvelena la vita di intere nazioni.
Chi impedirebbe ad un governo italiano serio di mettere al bando la contrattazione in borsa
di questi titoli truffa?
Che il nano nazionale non lo faccia è comprensibile, perché fa parte della banda, ma avete
mai sentito qualcuno dei nostri politici “di sinistra “ compreso “ Franceschiello” o lo
zampognaro abruzzese o l'amichetto di merende di Soros, il barbuto guitto casinista,
avanzare delle proposte in questa direzione ?
Il nano non lo fa perché è uno di loro, questi altri non lo fanno perché sono i loro lacchè.
Altro che alternativa politica è solo una farsa politica.
Non ci resta che prendere l'iniziativa !
Questo scritto vuole essere un tentativo di rendere pubblico il pericolo, tentare di sciogliere
il groviglio ed offrire delle proposte di soluzioni almeno locali.
Non ho paura che Wall Street o la City crollino, ho paura perché il mio vicino di
casa non mi saluta, perché la vita sociale del paese è andata distrutta, perché le
conoscenze per l'auto- approvvigionamento sono state smarrite, perché la solidarietà
anche fra consanguinei è stata abbandonata, perché le nostre intelligenze e le nostre
scelte vengono condizionate dal grande fratello, che è penetrato nelle nostre case e nei
nostri cervelli, trasformandoci in tubi digerenti di idee e prodotti spazzatura, perché
tutto ciò permette il dominio di pochissimi su tutti noi rendendoci loro schiavi, pronti
a venire trasformati in carne da cannoni.
Solo se riusciremo a recuperare la nostra dimensione umana e la nostra libertà
potremo uscire dalla trappola nella quale siamo caduti, sconfiggere la paura e
recuperare il sorriso e la voglia di vivere.

Questo scritto vuole essere un tentativo in questa direzione.
Un'ultima cosa: Se il ruolo del politico è quello dell'arbitro; i giovani non possono fare
politica, perché devono giocarsi la partita, fare soldi; perché devono realizzare la loro
vita; quando decidono di far soldi attraverso la politica, corrompono se stessi e la
politica.

Uno dei grandi problemi della sinistra italiana è quello di venire rappresentata da esponenti
che sono nati politici ( arbitri) .
Mi volete spiegare come delle mammolette simili vogliono smenarsela con un gaglioffo
rotto a tutti i trucchi, che la frequenza di mafiosi, delinquenti della finanza e bucanieri vari
ha forgiato?
Se la vita è una partita nella quale c'è da battagliare, che volete, che la battaglia la faccia io
con i miei 65 anni o non sia più giusto che se la giochi un ragazzo di venti anni? Semmai
potrei fare l'allenatore e metterlo a conoscenza dei trucchi della controparte.
Cosa che appunto tento di fare.
3.Cosa sta succedendo?
                                                                                                                         scritto da Giuseppe Siano
[mercoledì la terza parte]

05/02/14

Progetto di Giuseppe Siano: Oltre la Destra e la Sinistra | parte prima

Questo è un saggio scritto da Giuseppe Siano, è pubblicato due volte a settimana (mercoledì e venerdì) suddiviso in capitoli. Potete comunque vederlo in sequenza di pubblicazione al link "Saggistica"

Sono adesso convinto che solo se il popolo avrà una SUA moneta come in Ungheria con Orban sarà possibile realizzare quanto scritto nel mio saggio.
Purtroppo il politico locale di cui faccio menzione nel saggio si è rivelato poco coraggioso e si è tirato indietro.
Il mio saggio verte sulla "teoria del linguaggio" del De Saussure approfondendo il discorso e chiarendo l'affinità fra realta ( significato) e la sua  verbalizzazione( significante) e il loro rapporto  ed interdipendenza indissolubili.
Arrivo alle stesse conclusioni alle quali arriva il prof. Tre-Monti nel suo libro " uscita di sicurezza".
Il Tre- Monti affronta il problema da un punto di vista economico, quindi parziale.
Io vedo più in profondità e chiarisco i motivi per cui i grandi imperi sono crollati, augurandomi che finalmente anche l'impero americano si tolga dai piedi.

Introduzione
Quando sono venuto ad abitare in questo paese, ho ritenuto mio dovere impegnarmi nel partito nel
quale avevo militato per circa trent'anni, cercando di portare un mio contributo di idee.
Mi sono accorto che ciò non era gradito ai “ personaggi” locali.
Dopo essermi reso conto che ciò era caduto in disuso non solo qui, ma ormai in tutta l'Italia e
questo mio “ritardo” era determinato dalla prolungata permanenza all'estero, siccome non me
l'aveva ordinato il medico di fare politica e ritenevo inoltre che “ ogni paese ha i politici che si
merita” ho deciso di dedicarmi ai miei libri.
Nel frattempo sono successe molte cose, perché ho conosciuto meglio gli abitanti di questo paese e
mi sono accorto di essere venuto ad abitare fra gente civilissima e disponibilissima; però una cosa
non ho capito ancora adesso: come mai tale gente affida la cosa pubblica e quindi il proprio
destino in mano a simili personaggi.
I libri che leggo s'interessano di solito dell'interpretazione dei nostri tempi, dell'attualità.
Più leggevo e più mi convincevo che, nella situazione attuale, da solo non sarei stato in grado di
risolvere nessuno dei miei problemi, perché erano problemi comuni, risolvibili solo appunto ”in
comune”.
Avevo sempre la scusa che “Non esistevano nel paese le condizioni oggettive per un impegno
personale” ma anche questa argomentazione è saltata quando, dopo una lunga discussione con un
politico locale , notavo una disponibilità inusuale non solo ad ascoltare, ma anche a fare proprie
molte delle argomentazioni che espongo in questo scritto.
Incoraggiato da questo inizio, ho deciso di mettere per iscritto queste idee, affinché diventino
patrimonio di tutti coloro, che fanno politica accettando il confronto e la discussione.
Perciò: buon divertimento!
Dopo il conseguimento della laurea ed il primo periodo di lavoro nella scuola, tenni il primo
discorso pubblico, al quale partecipavano alunni e loro genitori.
Alla conclusione del mio discorso si avvicinò l'alunna più brava che avevo e mi disse:” signor
pezzelatied, ha fatto un discorso bellissimo, peccato che non abbia capito nemmeno una parola”.
Questa ragazza mi stava aiutando.
Se non aveva capito lei che era la più brava della classe.... figuriamoci gli altri.
Quello fu uno di quei momenti topici, che incidono sui destini di una persona; mi resi conto di
trovarmi ad un bivio: continuare ad usare il linguaggio cifrato e complesso, che aveva caratterizzato
i miei studi universitari ed accettare di conseguenza di restare incompreso, oppure reimparare a
parlare in un italiano piano, semplice e comprensibile.
La prima ipotesi sarebbe servita ad impressionare e spaventare la gente e quindi a fare soldi, perché
gente impaurita, sopratutto da paroloni che non capisce, si lascia facilmente derubare; ma per un
fine simile avevo scelto la professione sbagliata: i paroloni incomprensibili vanno bene per i
medici... gli avvocati, ma chi può spaventare un insegnante anche se usa parole difficili?
Quindi mi decisi a rendere comprensibile il mio linguaggio, perché alla base della mia professione
c'era appunto la chiarezza.
Da quarant'anni non sto facendo altro che cercare di rendere semplice la mia lingua, per poter
rendere accessibili a tutti i miei concetti.
Ho raccontato questo aneddoto, perché da quando sono venuto a vivere qui ed ho cercato di
partecipare alla vita pubblica del paese una delle argomentazioni con la quale venivano accantonate
le mie proposte era quella, che i concittadini non erano in grado di capire.
Siccome nel frattempo, dopo quarant'anni di allenamento, ritengo di essere in grado di rendere
comprensibili anche i concetti più difficili, sono sicuro di venire capito anche dai “cretini” nostrani,
perché nel frattempo mi sono convinto, che non sono cretini i nostri compaesani, ma non hanno
niente da dire coloro che li denigrano, i quali, in questo modo, si ritengono esonerati dal presentare
dei programmi e delle proposte, che non hanno.
Prima però di presentare da parte mia delle proposte devo fare una serie di premesse, che sono alla
base delle proposte che farò, altrimenti queste diventerebbero incomprensibili. 
 [ Venerdi la seconda parte]                                                scritto da Giuseppe Siano

31/01/14

Secessione? | Una nuova moneta in Lombardia. “il Lombard”

Che sia un inizio di secessione? Il progetto leghista di rendere la Lombardia una regione (o, addirittura, uno Stato) autonomo forse sta prendendo piede. Una nuova moneta complementare circolerà in Lombardia. Non è uno scherzo. La commissione Attività produttive della Regione ha varato un progetto di legge per dar vita a un nuovo conio a cui si lavorava da tempo. Ne dà notizia il "Giornale"; l’iniziativa è passata con i voti favorevoli della maggioranza (Lega, Forza Italia, Nuovo centrodestra) e del Movimento 5 Stelle. La moneta lombarda fa parte di un progetto di legge che elabora nuove norme per competitività e semplificazione a favore delle imprese lombarde. Il progetto moneta è già in calendario: si voterà in Consiglio regionale l'11 febbraio. Dal momento che la proposta è appoggiata non solo dalla maggioranza, ma anche dai pentastellati M5S, l'esito della votazione non dovrebbe creare sorprese. Il nuovo conio Lombard è di fatto un accordo tra privati che aderiscono a una piattaforma informatica che crea tra i partecipanti un rapporto commerciale. Il progetto non è il primo in circolazione, in Svizzera esiste il Wir, qualcosa di simile che dal 1934 viene utilizzato da un'impresa su quattro e muove il 2% dell'economia nazionale. In Inghilterra c'è il Bristol Pound, in Francia il Nanto, in Sardegna il Sardex, che coinvolge 200 imprese per un giro d'affari di 350mila euro. Al Pirellone spiegano che si tratterebbe di una manovra territoriale, che non si tratterà di una moneta corrente e che a regolare la materia sarà lo Stato. Sarà invece, dicono gli addetti ai lavori, un'operazione per aiutare le imprese paralizzate dal blocco dei finanziamenti, il quale, dicono in Regione, sarà appunto superato dal cambio. Ci sarà un "circuito di credito" a cui iscriversi con un istituto di garanzia per l'emissione. Il denaro sarà virtuale e sarà caricato su un borsellino digitale. La moneta costa meno perché non è legata ai mercati finanziari, incentiva gli scambi visto che è svalutabile, non c'è l'interesse ad accumularla e aiuta l'economia locale. Questa la promessa che arriva dal Pirellone.

22/01/14

Perchè si dice "testa o croce"?

Vi ricordate nella vostra infanzia quando usavate questo modo di dire per scegliere chi doveva calciare prima il pallone, o giocando a dama chi doveva usare le pedine bianche, o sepmlicemente per scommessa?
Io utilizzavo le monete da 50 lire, quando ancora la Lira era la nosta moneta nazionale.
Testa o croce, è la tecnica più comune per scegliere una scelta tra due possibili, con uguale probabilità. Si effettutta utilizzando una moneta e consiste semplicemente nell'associare a priori le due scelte possibili alle due facce della moneta, quindi nel lanciare quest'ultima in aria, e considerare estratta la scelta relativa alla faccia mostrata dalla moneta dopo la caduta.
Testa o croce
 Le origini del testa o croce sono molto lontane nel tempo, già nell'antica Grecia esisteva un passatempo simile. Il gioco è poi diventato comune in molte culture, mutando il nome in base alle raffigurazioni presenti sulle facce delle monete utilizzate. Ad esempio nell' antica Roma il gioco era denominato "navis aut caput" (nave o testa), dal momento che su (alcune) monete romane era rappresentata una nave (su di una faccia), e la testa dell'imperatore (sull'altra) mentre il nome inglese "head and tail" (letteralmente testa o coda) deriva probabilmente dalla moneta da dieci centesimi di sterlina, su cui erano rappresentante la faccia del monarca regnante, ed un leone araldico con la coda ritta. Il nome che conosciamo noi è appunto "Testa o Croce" e deriva dalle due facce delle nostre monete una con il simbolo testa, spesso raffigurante il volto del Re, l'altra con il simbolo cristiano della croce, dove il profilo del monarca in contrapposizione al simbolo della croce stava a significare il potere divino della monarchia.

28/12/13

Un super euro ci penalizza | Usciremo sconfitti dalla "guerra valutaria"

L'Italia penalizzata nella corsa infinita del super euro, addio benefici dell'austerity.
Una moneta forte erode la nostra competitività più di quanto faccia per Spagna e Francia
Guido Mantega, nato a Genova da una famiglia di migranti italiani, ma ministro delle Finanze del Brasile, è stato il primo a rompere il tabù. Nell'autunno del 2010 disse che nel mondo era in corso una "guerra valutaria": ciascun Paese e ognuno dei grandi blocchi economici cercava di svalutare per rendere più competitive le proprie esportazioni.
euro
Da allora la ripresa ha messo radici quasi ovunque, ma il conflitto di cui parla Mantega non è soffocato. Il bilancio del 2013 mostra anzi che ha un chiaro perdente, l'euro. La moneta unica è praticamente la sola al mondo di fronte alla quale tutte le altre, grandi, medie e piccole, hanno perso valore. Sull'euro si sono svalutati il dollaro americano (del 4,2%), quello canadese (dell'11%), lo yuan cinese (del 2%), per non parlare dello yen giapponese (meno 22%), del real brasiliano (meno 19,7%), del dollaro australiano (meno 20%), del rublo russo (meno 13%) o della lira turca (meno 24%). La lista continua per decine di monete, inclusi il franco svizzero (meno 1,5%), la corona norvegese (meno 15%) e la rupia indiana (meno 14,5%). La maggior parte di queste svalutazioni sono a doppia cifra, e ieri sera gran parte delle divise estere, incluso il biglietto verde, hanno toccato i minimi dell'anno sull'euro. È un segno che lo smottamento è ancora in corso. Dai Paesi avanzati alle economie emergenti, tutte le aree del pianeta stanno conquistando competitività di prezzo sui mercati globali rispetto ai prodotti venduti a partire da Eurolandia.

03/12/13

Perchè si dice: "do ut des"?

E rieccoci con il "latonorum", a volte cari lettori, penso che sia diventata una fissazione. E forse lo è, ma la curiosità di approfondire è tanta e se possibile soddisfare la curiosità cibando la mente è un ottimo allenamento per le nostre cellule grigie.
Do ut des

Do ut des, do perchè tu dia. Si usa per indicare accordi in cui i reciporci vantaggi più o meno si equivalgono. O come per enunciare la legge che ogni dare umano pretende ed è soggetto ad un compenso. In tempi antichissimi, quando non esisteva ancora la moneta, tutto il commercio si svolgeva secondo queste quattro formule: do ut des (ti do la mercanzia, perchè tu me ne dia un'altra di genere diverso); do ut facias (ti do mercanzia perchè tu lavori per me); facio ut facias (lavoro per te, perchè tu lavori per me); facio ut des (lavoro perchè tu mi dia mercanzia).
Praticamente le basi orali dei contratti moderni.
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