05/02/14

Progetto di Giuseppe Siano: Oltre la Destra e la Sinistra | parte prima

Questo è un saggio scritto da Giuseppe Siano, è pubblicato due volte a settimana (mercoledì e venerdì) suddiviso in capitoli. Potete comunque vederlo in sequenza di pubblicazione al link "Saggistica"

Sono adesso convinto che solo se il popolo avrà una SUA moneta come in Ungheria con Orban sarà possibile realizzare quanto scritto nel mio saggio.
Purtroppo il politico locale di cui faccio menzione nel saggio si è rivelato poco coraggioso e si è tirato indietro.
Il mio saggio verte sulla "teoria del linguaggio" del De Saussure approfondendo il discorso e chiarendo l'affinità fra realta ( significato) e la sua  verbalizzazione( significante) e il loro rapporto  ed interdipendenza indissolubili.
Arrivo alle stesse conclusioni alle quali arriva il prof. Tre-Monti nel suo libro " uscita di sicurezza".
Il Tre- Monti affronta il problema da un punto di vista economico, quindi parziale.
Io vedo più in profondità e chiarisco i motivi per cui i grandi imperi sono crollati, augurandomi che finalmente anche l'impero americano si tolga dai piedi.

Introduzione
Quando sono venuto ad abitare in questo paese, ho ritenuto mio dovere impegnarmi nel partito nel
quale avevo militato per circa trent'anni, cercando di portare un mio contributo di idee.
Mi sono accorto che ciò non era gradito ai “ personaggi” locali.
Dopo essermi reso conto che ciò era caduto in disuso non solo qui, ma ormai in tutta l'Italia e
questo mio “ritardo” era determinato dalla prolungata permanenza all'estero, siccome non me
l'aveva ordinato il medico di fare politica e ritenevo inoltre che “ ogni paese ha i politici che si
merita” ho deciso di dedicarmi ai miei libri.
Nel frattempo sono successe molte cose, perché ho conosciuto meglio gli abitanti di questo paese e
mi sono accorto di essere venuto ad abitare fra gente civilissima e disponibilissima; però una cosa
non ho capito ancora adesso: come mai tale gente affida la cosa pubblica e quindi il proprio
destino in mano a simili personaggi.
I libri che leggo s'interessano di solito dell'interpretazione dei nostri tempi, dell'attualità.
Più leggevo e più mi convincevo che, nella situazione attuale, da solo non sarei stato in grado di
risolvere nessuno dei miei problemi, perché erano problemi comuni, risolvibili solo appunto ”in
comune”.
Avevo sempre la scusa che “Non esistevano nel paese le condizioni oggettive per un impegno
personale” ma anche questa argomentazione è saltata quando, dopo una lunga discussione con un
politico locale , notavo una disponibilità inusuale non solo ad ascoltare, ma anche a fare proprie
molte delle argomentazioni che espongo in questo scritto.
Incoraggiato da questo inizio, ho deciso di mettere per iscritto queste idee, affinché diventino
patrimonio di tutti coloro, che fanno politica accettando il confronto e la discussione.
Perciò: buon divertimento!
Dopo il conseguimento della laurea ed il primo periodo di lavoro nella scuola, tenni il primo
discorso pubblico, al quale partecipavano alunni e loro genitori.
Alla conclusione del mio discorso si avvicinò l'alunna più brava che avevo e mi disse:” signor
pezzelatied, ha fatto un discorso bellissimo, peccato che non abbia capito nemmeno una parola”.
Questa ragazza mi stava aiutando.
Se non aveva capito lei che era la più brava della classe.... figuriamoci gli altri.
Quello fu uno di quei momenti topici, che incidono sui destini di una persona; mi resi conto di
trovarmi ad un bivio: continuare ad usare il linguaggio cifrato e complesso, che aveva caratterizzato
i miei studi universitari ed accettare di conseguenza di restare incompreso, oppure reimparare a
parlare in un italiano piano, semplice e comprensibile.
La prima ipotesi sarebbe servita ad impressionare e spaventare la gente e quindi a fare soldi, perché
gente impaurita, sopratutto da paroloni che non capisce, si lascia facilmente derubare; ma per un
fine simile avevo scelto la professione sbagliata: i paroloni incomprensibili vanno bene per i
medici... gli avvocati, ma chi può spaventare un insegnante anche se usa parole difficili?
Quindi mi decisi a rendere comprensibile il mio linguaggio, perché alla base della mia professione
c'era appunto la chiarezza.
Da quarant'anni non sto facendo altro che cercare di rendere semplice la mia lingua, per poter
rendere accessibili a tutti i miei concetti.
Ho raccontato questo aneddoto, perché da quando sono venuto a vivere qui ed ho cercato di
partecipare alla vita pubblica del paese una delle argomentazioni con la quale venivano accantonate
le mie proposte era quella, che i concittadini non erano in grado di capire.
Siccome nel frattempo, dopo quarant'anni di allenamento, ritengo di essere in grado di rendere
comprensibili anche i concetti più difficili, sono sicuro di venire capito anche dai “cretini” nostrani,
perché nel frattempo mi sono convinto, che non sono cretini i nostri compaesani, ma non hanno
niente da dire coloro che li denigrano, i quali, in questo modo, si ritengono esonerati dal presentare
dei programmi e delle proposte, che non hanno.
Prima però di presentare da parte mia delle proposte devo fare una serie di premesse, che sono alla
base delle proposte che farò, altrimenti queste diventerebbero incomprensibili. 
 [ Venerdi la seconda parte]                                                scritto da Giuseppe Siano
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