05/02/14

Quattro anni vissuti in una "prigione silenziosa" | Lo stalker di Monica Leofreddi condannato

L'inizio di una fine? Monica Leofreddi, dopo quattro anni di incubo in cui la sua vita è stata stravolta da uno stalker che ha perfino chiesto la paternità di suo figlio, ci spera. Il tribunale ha condannato lo stalker ad un anno e sei mesi.


Un anno e sei mesi di reclusione, per il reato di stalking, all'uomo che dal 2010 perseguita senza sosta Monica Leofreddi. Lo ha deciso il giudice del tribunale di Roma Angelo Giannetti per il quale Goffredo Imperiali di Francavilla, 50enne nobile decaduto dell'aristocrazia napoletana e residente a Terracina, deve pagare alla conduttrice tv una provvisionale pari a 20mila euro oltre a risarcire i danni da definire in sede civile. Una sentenza accolta tra le lacrime dalla Leofreddi che, accompagnata dal marito, ha detto "spero che questa decisione sia l'inizio della fine di una vicenda drammatica". Il pm Gianluca Mazzei aveva sollecitato una condanna dell'imputato a un anno e quattro mesi di carcere, ritenendo "conclamata la sua responsabilita'" e "molto gravi" le condotte contestate. Del resto, e' stato lo stesso imputato, sottoposto all'esame, ad ammettere la propria colpevolezza e a riconoscere come molesti i propri comportamenti. Ha giustificato il suo atteggiamento parlando di "un amore cosmico" nutrito nei confronti della conduttrice tv, di cui si e' definito fan accanito.

Monica Leofreddi.
L'uomo, come ha denunciato anche oggi in udienza la conduttrice tv, non si e' fatto problemi a presentarsi a casa dei suoi genitori spacciandosi per commercialista, e' riuscito ad acquisire i suoi dati bancari, ha presentato esposti a funzionari Rai perche' la facessero lavorare di piu', ha chiesto informazioni al portiere dello stabile e ai commercianti del quartiere per avere notizie sulla sua vita privata, ha chiesto persino il riconoscimento di paternita' del figlio al tribunale dei minori. "Lui conosce ogni movimento della mia vita - ha detto piangendo Monica Leofreddi -, e' come uno squalo che mi gira intorno. Anche nei giorni scorsi, dopo l'ultima udienza in tribunale, mia madre ha detto di averlo visto in zona. Mi perseguita in modo molto lucido, la sua e' una presenza costante". Imperiali, dal canto suo, non ha fatto nulla per nascondere la realta' anche se ha voluto precisare un particolare: "Non ho chiesto il riconoscimento di paternita' di suo figlio ma solo che mi venisse affidato: so bene di non essere il padre ma volevo essere per il bambino un riferimento positivo per gli anni a venire. E ammetto anche di esser passato davanti alla casa dei genitori di Monica perche' la stazione dei carabinieri alla quale consegnavo della documentazione si trovava in zona, poco distante". "Monica Leofreddi - ha detto il suo difensore, l'avvocato Sonia Battagliese in sede di arringa - si e' trovata catapultata a vivere in una prigione silenziosa che giorno dopo giorno sta strangolando la sua vita nella quale si e' progressivamente intrufolato l'imputato. La mia assistita sta vivendo un incubo da quasi 4 anni e la sua vita non e' piu' serena: ha rinunciato ad apparire in tv e a sottoscrivere i contratti, non esce piu' da sola e anche il figlio viene guardato a vista quando va a scuola. Questa non e' vita".     fonte  (AGI)
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.