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15/05/14

Electrolux firma accordo | Crisiin aumento del mercato casa | Debito pubbliche Ammninistrazioni in crescita

Firmato l'accordo che salva, per ora, tutte le fabbriche e le produzioni italiane di elettrodomestici di Electrolux è stato firmato da Azienda, Sindacati e Autorità Pubbliche al Ministero dello Sviluppo Economico. L’intesa permette una riduzione del costo del lavoro e del prodotto e prevede importanti azioni di efficienza produttiva nelle fabbriche italiane. Ciò consente, nel quadro del piano strategico 2014-2017, di procedere allo sviluppo operativo del piano industriale e alla allocazione degli investimenti previsti dal Gruppo per 150 milioni di Euro. Grazie agli importanti risultati raggiunti, Electrolux prevede per tre fabbriche (Solaro, Susegana e Forli’) volumi in crescita. Per il sito di Porcia viene assicurata la continuità delle produzioni di lavabiancheria attraverso una rifocalizzazione della missione sui segmenti più alti e a maggior valore aggiunto. Il passaggio finale del referendum dei lavoratori in tutte le fabbriche è atteso per la metà della prossima settimana. (fonte ADNKronos)

Roma - Nel primo trimestre 2014 picco della crisi del mercato immobiliare italiano. Secondo il motore di ricerca www.Nuroa.it, specializzato nel settore immobiliare, l'analisi dei dati sull'andamento del mercato italiano mostra un calo dei prezzi di vendita degli immobili nelle principali citta' italiane, sia sul lungo che sul breve periodo. Nel primo trimestre del 2014 gli immobili hanno toccato il valore piu' basso degli ultimi anni, considerando nel complesso appartamenti, case, locali commerciali, terreni, uffici e garage. (AGI)

Il debito delle Amministrazioni pubbliche e' aumentato a marzo di 12,8 miliardi, raggiungendo un nuovo massimo storico a 2.120 miliardi di euro da 2.107,2 miliardi di febbraio. Lo comunica Bankitalia. L'incremento del debito è stato inferiore al fabbisogno delle Amministrazioni pubbliche (17,8 miliardi), per effetto principalmente del decremento di 2,7 miliardi delle disponibilità liquide del Tesoro (pari a fine marzo a 62,1 miliardi; 45,9 a marzo del 2013); l'emissione di titoli sopra la pari, l'apprezzamento dell'euro e gli effetti della rivalutazione dei Btp indicizzati all'inflazione (BTPi) hanno complessivamente contenuto l'incremento del debito per 2,3 miliardi, spiega Via Nazionale. Con riferimento alla ripartizione per sottosettori - prosegue Bankitalia - il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 13,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali è diminuito di 0,9 miliardi e quello degli Enti di previdenza è aumentato di 0,1 miliardi.
(fonte ANSA.it)


28/04/14

Separazione e divorzio: presto una legge che ne accorcia i tempi e riduce la burocrazia.

La Commissione Giustizia della Camera ha dato il via libera al testo base riguardante il divorzio breve, con le novità che vanno a modificare l'Art. 3 della legge n. 898/70 sul divorzio. I tempi di approvazione saranno decisamente più brevi (basterà un anno di separazione contro gli attuali tre), e renderanno più semplice l'iter per lo scioglimento del vincolo matrimoniale. Inoltre,in caso di addio consensuale non sarà più necessario per i coniugi presentarsi davanti ad un giudice, ma sarà sufficiente un accordo coi rispettivi avvocati. Ecco le novità previste per il 2014, compresi i "paletti" posti dalla giurisprudenza sui rapporti economici post-matrimoniali. 1 - E’ SUFFICIENTE UN ANNO di separazione, rispetto agli attuali tre, per avere la possibilità di divorziare. I nuovi termini decorrono dal deposito della domanda di separazione e non, come accade ora, dalla comparizione dei coniugi di fronte al presidente del tribunale nella procedura di separazione. 2 - NIENTE PIU' GIUDICE. la coppia che sceglie di dirsi addio in modo consensuale non ha l'obbligo di presentarsi davanti a un giudice, tutto si risolverà con un accordo tra i coniugi assistiti dai rispettivi avvocati. Il tutto rientra in un necessario piano di semplificazione delle procedure: le cause pendenti che ingolfano i tribunali verranno risolte con procedure alternative o trasferite in una sede arbitrale. Vi rientrano le separazioni e i divorzi (ma non il lavoro, la previdenza e l'assistenza). 3 - L'ASSEGNO DOPO IL DIVORZIO. Spetta al coniuge malato e non idoneo al lavoro l'assegno divorzile anche in caso di oggettivo ed evidente sproporzione fra i redditi dei due ex coniugi. Inoltre l’assegno può aumentare solo ed esclusivamente se il mutamento delle condizioni dell'ex coniuge è tale da cambiarne radicalmente l'assetto patrimoniale. 4 - LA PENSIONE DI REVERSIBILITA'. Va considerata la data di separazione e la convivenza prematrimoniale della superstite con il defunto. A incidere sul calcolo, oltre alla durata dei matrimoni, è ovviamente anche la presenza di figli con la divorziata, nonchè l'eventuale assistenza fino alla morte prestata dalla seconda consorte. 5 - L'EREDITA'. Alla morte dell'ex coniuge, l'assegno a carico dell'eredità (a cui può aver diritto il divorziato) va quantificato in base a diversi fattori: misura dell'assegno di divorzio, entità del bisogno, eventuale pensione di reversibilità, sostanze ereditarie, numero e qualità degli eredi e rispettive condizioni economiche. 6 - IL TFR. Al coniuge divorziato cui viene riconosciuto l'assegno, e che non si sia risposato, spetta una quota del Tfr maturato dall'ex. Quota calcolata solo sulla somma corrisposta al lavoratore dopo la sentenza di divorzio. "Ci auguriamo - ha detto la relatrice del ddl Alessandra Moretti (Pd) - che il percorso di questa legge, per troppe volte rimandata nelle scorse legislature, possa essere rapido, anche grazie all'accordo preso dai presidenti di Camera e Senato che hanno previsto tempi stretti per la calendarizzazione del provvedimento".

02/03/14

Treviso | 70enne si concede un appuntamento con una escort, ma trova la fidanzata del figlio.

Aveva deciso di concedersi un pomeriggio di piacere, di "svago". Così un 72enne di Treviso ha guardato gli annunci, ha telefonato e ha preso appuntamento con una "professionista" a Vicenza. Ma l’arzillo trevigiano non poteva certo immaginare che quello che doveva essere un momento di piacere gli avrebbe riservato invece una sgradita sorpresa. Appena l'uomo ha aperto la porta e si è trovata davanti la escort non ha potuto fare altro che strabuzzare gli occhi e rimanere a bocca aperta: la professionista non era altri che la fidanzata sudamericana di suo figlio, un uomo di 40 anni. Inevitabile l’imbarazzo tra i due, che hanno preferito salutarsi immediatamente e lasciar cadere la cosa. L’uomo aveva deciso di mettere a conoscenza suo figlio del reale mestiere della fidanzata, che sapeva fare la cameriera. Tra i due è scoppiata una lite con pugni e schiaffi, culminata con la denuncia del genitore per lesioni lievi. Il 'fattaccio' risale a 4 anni fa, ma è rispuntato ora - spiegano i quotidiani locali - perché in questi giorni si è tenuta in Tribunale la prima udienza, nel corso della quale il giudice di pace ha tentato senza successo di invitare padre e figlio - che da allora hanno rotto ogni rapporto - a trovare un accordo. L'udienza è stata rinviata di alcuni mesi. Tra padre e figlio era finita a botte; nulla si sa invece di come sia terminata la love story tra il quarantenne trevigiano e la finta cameriera.

21/02/14

Yanukovich: "Trovato un accordo con l'opposizione e i ministri Ue"

Trovato un accordo tra Yanukovich i leader dell'opposizione e i ministri degli Esteri dell'Ue

A mezzogiorno si firmerà l'accordo raggiunto a fatica dopo varie sospensioni.

Kiev scene di guerriglia

Kiev, 21 feb. - Dopo un negoziato andato avanti tutta la notte, i ministri degli Esteri dell'Ue, il presidente ucraino Viktor Yanukovich e i leader dell'opposizione hanno trovato un accordo sulla crisi a Kiev. Lo ha reso noto la presidenza ucraina. La presidenza ha fatto sapere in un comunicato che l'accordo sara' firmato a mezzogiorno, le 11 in Italia, ma non ha fornito altri dettagli. L'opposizione e la troika Ue non hanno per il momento confermato nulla, ma fonti diplomatiche europee poco prima avevano reso noto che le trattative erano "molto difficili" ed erano state sospese per qualche ora. Con tre ministri degli Esteri Ue (Francia, Germania e Polonia) a Kiev e gli altri riuniti in emergenza a Bruxelles per decidere il da farsi, ieri, si e' vissuta una vera e propria giornata di guerra tra le strade di Kiev che sgretolava la tregua annunciata ieri. Colpi d'arma da fuoco e lanci di molotov tra polizia e manifestanti hanno prodotto una carneficina: piu' di 100 morti e 50 feriti, secondo il capo del servizio di assistenza medica ai dimostranti. Diverse le cifre del governo, ma comunque pesantissime: 39 morti solo oggi, 67 da martedi' scorso. E allora il ministro degli Esteri italiano Emma Bonino, uscendo dalla riunione di emergenza convocata a Bruxelles, ha annunciato: abbiamo deciso di introdurre "sanzioni mirate" che colpiranno "i responsabli delle violazioni dei diritti umani, della violenza e dell'uso eccessivo della forza", procederemo con l'adozione del blocco della concessione dei visti ed il congelamento dei beni di quanti sono responsabili delle violenze ucraine". E per l'Europa "il primo responsabile e' il presidente Viktor Yanukovic: e' lui, si legge nelle conclusioni dei 28, che dovra' fare i primi passi per uscire dalla crisi. Il ministro degli Esteri dell'Ue Catherine Ashton ha spiegato che l'ampiezza delle sanzioni, che prevedono anche il blocco del materiale repressivo, sara' legata all'evoluzione della crisi. In serata i primo effetti del lavoro diplomatico. Da Varsavia il premier polacco Donald Tusk ha riferito che Yanukovich ha espresso la volonta' di convocare elezioni anticipate entro l'anno. Tusk ha aggiunto che i tre delegati Ue stanno lavorando alla stesura di un documento che fornisca qualche speranza di un accordo tra il governo e l'opposizione a partire dalla fine delle violenze. L'icona della tragica giornata di ieri e' l'ultimo tweet di Olesya Zhukovskaya, infermiera di 21 anni: "Muoio": ha fatto in tempo a scrivere prima di accasciarsi a terra. Il suo laconico messaggio, unito alla foto che la ritrae col collo insanguinato, la pettorina della Croce rossa e il cellulare in mano, ha gia' fatto il giro del mondo. E il web l'ha gia' scelta come simbolo della 'rivoluzione'. .                                                                      fonteAGI) 

08/02/14

2015 | Dopo il caffè avremo nei supermercati anche le capsule di Coca Cola

La Coca Cola ha deciso di rivoluzionare il suo mercato. Dopo decenni di commercializzazione di lattine di vari formati e bottiglie di vetro, di plastica di ogni dimensione e formato, la celebre bevanda con le bollicine made in USA sarà presto venduta in capsule. Tutti gli amanti della Coca Cola, notissima bevanda inventata dal farmacista statunitense John Stith Pemberton l'8 maggio 1886 ad Atlanta, inizialmente come rimedio per il mal di testa e per la stanchezza, potranno quindi consumare la loro bevanda preferita in un modo inedito ed originale, acquistando presso supermercati e rivenditori delle capsule, proprio come si fa con il caffè, per produrre Coca Cola a casa propria. Tutto nasce dall’accordo con cui la casa che produce la bibita più popolare al mondo ha acquistato il 10% di Green Mountain Coffee Roasters, il gigante americano del caffè in capsule. Un’operazione da 1,25 miliardi di dollari che prevede una collaborazione di almeno dieci anni e la realizzazione in breve tempo di un sistema per produrre soda in casa e di capsule che coprono tutta la gamma Coca Cola: da quella classica alla Diet Coke, dalla Sprite alla Fanta. L'intesa tra queste due società, che sarà attiva dal 2015, entrerà in competizione con Soda Stream, la società israeliana che vende un’apparecchiatura per rendere gassata l'acqua e prodotti che le conferiscono il sapore di soda. L'amministratore delegato di Green Mountain Brian Kelly ha dichiarato: ''Possiamo fare per le bevande fredde quello che abbiamo fatto per il caffè e il tea in casa. Riteniamo che sia una una significativa opportunità per accelerare la crescita della categoria delle bevande fredde''. Insomma tra un anno tutti gli appassionati di Coca Cola potranno "servirsi" direttamente a casa producendo autonomamente la loro bevanda preferita, inaugurando una nuova fruizione della bibita numero uno al mondo. Una rivoluzione che smuove decenni di vendita "classica" di bottoglie e lattine. La Green Mountain - il cui titolo in Borsa è schizzato nelle ultime ore di oltre il 27% - è la maggiore catena per vendite di caffè in capsule, grazie al successo delle macchine da caffè Keurig.

31/01/14

Secessione? | Una nuova moneta in Lombardia. “il Lombard”

Che sia un inizio di secessione? Il progetto leghista di rendere la Lombardia una regione (o, addirittura, uno Stato) autonomo forse sta prendendo piede. Una nuova moneta complementare circolerà in Lombardia. Non è uno scherzo. La commissione Attività produttive della Regione ha varato un progetto di legge per dar vita a un nuovo conio a cui si lavorava da tempo. Ne dà notizia il "Giornale"; l’iniziativa è passata con i voti favorevoli della maggioranza (Lega, Forza Italia, Nuovo centrodestra) e del Movimento 5 Stelle. La moneta lombarda fa parte di un progetto di legge che elabora nuove norme per competitività e semplificazione a favore delle imprese lombarde. Il progetto moneta è già in calendario: si voterà in Consiglio regionale l'11 febbraio. Dal momento che la proposta è appoggiata non solo dalla maggioranza, ma anche dai pentastellati M5S, l'esito della votazione non dovrebbe creare sorprese. Il nuovo conio Lombard è di fatto un accordo tra privati che aderiscono a una piattaforma informatica che crea tra i partecipanti un rapporto commerciale. Il progetto non è il primo in circolazione, in Svizzera esiste il Wir, qualcosa di simile che dal 1934 viene utilizzato da un'impresa su quattro e muove il 2% dell'economia nazionale. In Inghilterra c'è il Bristol Pound, in Francia il Nanto, in Sardegna il Sardex, che coinvolge 200 imprese per un giro d'affari di 350mila euro. Al Pirellone spiegano che si tratterebbe di una manovra territoriale, che non si tratterà di una moneta corrente e che a regolare la materia sarà lo Stato. Sarà invece, dicono gli addetti ai lavori, un'operazione per aiutare le imprese paralizzate dal blocco dei finanziamenti, il quale, dicono in Regione, sarà appunto superato dal cambio. Ci sarà un "circuito di credito" a cui iscriversi con un istituto di garanzia per l'emissione. Il denaro sarà virtuale e sarà caricato su un borsellino digitale. La moneta costa meno perché non è legata ai mercati finanziari, incentiva gli scambi visto che è svalutabile, non c'è l'interesse ad accumularla e aiuta l'economia locale. Questa la promessa che arriva dal Pirellone.

19/01/14

"Sì a bipolarismo, stop a ricatto dei più piccoli per favorire la governabilità"| Trovato accordo sulla legge elettorale

La legge elettorale si farà. "Perfetta sintonia" dice Renzi. "Soddisfazione - avviare un rapido e costruttivo confronto", scrive contemporaneamente il leader di Forza Italia. Se si tratti o no del modello ispanico corretto, non è per ora dato a sapersi.

Matteo Renzi non vuole dire che tipo di legge elettorale sia stata scelta. vero è che la "profonda sintonia" che lo accomuna a Silvio Berlusconi sulle modalità con cui metter mano a una legge elettorale - il Porcellum - che la Consulta ha già provveduto a bocciare impietosamente, si basa su due cardini ben precisi.
A sottolinearli ci pensa lo stesso Renzi nel corso della (breve) conferenza stampa convocata al termine del (lungo) faccia a faccia col Cav in casa del Pd: "Favorire governabilità e bipolarismo da un lato - dice il leader dem - ed eliminare il potere di ricatto dei partiti più piccoli". Un messaggio chiaro al vicepremier Angelino Alfano e al suo Nuovo centrodestra, bersaglio dell'affondo contro i 'partitini'.

E a chi gli chiede se, di fatto, assieme all'ex premier si sia deciso di procedere con il modello spagnolo rivisitato, la risposta è stata: "Non ci resta che attendere il lavoro che presenteremo lunedì". Già, perché lunedì prossimo - dopodomani - alle 16 la direzione del partito potrà esprimersi su un testo che per allora dovrà essere definito. E che chiarirà anche se le liste saranno bloccate o meno.C'è una profonda sintonia - aveva sottolineato qualche minuto prima Renzi nell'esordire dinanzi ai giornalisti - tra le proposte del Pd e quelle che abbiamo discusso oggi con Berlusconi su tre temi delicati e capaci di segnare la svolta: la riforma del titolo V, con l'eliminazione dei rimborsi ai gruppi consiliari regionali; la trasformazione del Senato in Camera delle autonomie senza elezione diretta dei senatori (altro messaggio indirizzato a Ncd, ndr); e la riforma delle legge elettorale" su cui annuncia: "Abbiamo condiviso un'apertura alle altre forze politiche per scrivere il testo della legge che, se nelle prossime ore saranno definiti i dettagli, presenteremo alla direzione del partito che lunedì alle 16 lo voterà".
Secondo indiscrezioni, il modello che Renzi ha proposto a tutti i suoi interlocutori, e di cui nelle ultime ore ha discusso con l'ex premier, è il modello spagnolo 'made in Italy' con una soglia - a livello nazionale - all'8 per %.                                                                            fonte R.it

12/01/14

Doppio turno: Dalemiani e Bersaniani fanno fronda contro Renzi.

 Il doppio turno? "L’unico sistema che garantisce stabilità. E con la preferenza riuscirebbe a legare l’eletto all’elettore e cioè il Palazzo al territorio" Dalemiani e Bersaniani fanno fronda contro Renzi.

 Il leader del Pd non esclude un possibile accordo con il Cavaliere. «Mi vedrò con Berlusconi quando servirà per chiudere un’intesa che al momento non c’è, anche se siamo vicini»
Anche se la sola minaccia di un incontro possa essere utile per spaventare Alfano e fargli passare la voglia di tentare qualche bluff e di tirarla per le lunghe.
Non è un mistero che Forza Italia propenda per il modello spagnolo, che favorisce i partiti maggiori e quindi sarebbe l’ideale per il Pd, ma che taglierebbe le ali ai partiti piccoli. Che si metterebbero tutti di traverso a partire dal Nuovo Centrodestra di Alfano. Quindi l’interrogativo che si pone il leader Pd è che prima di sposare lo spagnolo bisognerebbe vedere che ricadute avrebbe tutto ciò sul governo. Non si può sapere in quel caso quale possa essere la reazione di Alfano, anche se Letta ha avuto da Renzi una garanzia sulla principale delle clausole di salvaguardia: fare insieme alla riforma elettorale anche quella del Senato, il che vuol dire ossigeno al governo fino al 2015. Ma andare in aula il 27 gennaio significa contingentare i tempi e chiudere la discussione con una proposta finale entro quella data. Renzi giovedì dovrà affrontare il primo delicato giro di boa, la Direzione, dove si troverà di fronte alla prima fronda interna di una sinistra fin qui divisa, ma che si sta riorganizzando.

Matteo Renzi
 Per capirne i movimenti bisogna fare un piccolo passo indietro. «Noi aspettiamo le motivazioni della Consulta e poi sferriamo il primo affondo, sulla legge elettorale. Parliamoci chiaro, il tema vero di scontro interno sarà quello», diceva tre giorni fa Enzo Amendola, uno dei segretari regionali di fede dalemiana e bersaniana; gli altri sono il molisano Danilo Leva, il toscano Ivan Ferrucci, sodale dell’ex segretario Andrea Manciulli (altro dalemiano), l’umbro Lamberto Bottini, il marchigiano Palmiro Ucchielli, il pugliese Sergio Blasi. Tutti quarantenni dell’era Bersani che ora dovranno cedere il posto alle nuove leve elette con le primarie da qui a fine marzo. La settimana scorsa il coordinatore della segreteria, il renziano Lorenzo Guerini, li ha convocati insieme a Luca Lotti, braccio destro del leader e responsabile organizzazione, per provarli a convincere su un election day il 16 febbraio per il rinnovo delle cariche in tutte le regioni. Ma in quella sede i due plenipotenziari di Renzi hanno toccato con mano le prime resistenze e la voglia di non darle tutte vinte al segretario.«Condividiamo l’esigenza di accelerare, ma teniamo conto che il passaggio tra gli iscritti non è solo formale e devono votare loro prima delle primarie aperte», è stata l’obiezione generale poi rilanciata da Gianni Cuperlo nel faccia a faccia col leader l’altro ieri. Tanto che anche questa pratica andrà risolta alla Direzione di giovedì prossimo. Ma la fronda che sta preparando il truppone dalemian-bersaniano sulla legge elettorale è insidiosa perché la compagine, al netto dei «giovani turchi» che stanno mostrando un atteggiamento più collaborativo, conta un centinaio di parlamentari. E si sta provando a riorganizzare, non solo attorno alla figura di Cuperlo, ma puntando anche su chi può rappresentare il salto generazionale, come l’attuale capogruppo Roberto Speranza. E con un occhio di riguardo particolare verso un personaggio per ora rimasto sullo sfondo, ma che potrebbe salire alla ribalta nei prossimi mesi, sempre che lo voglia, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti. Ecco, a parte Speranza e Zingaretti, tutti gli altri si ritroveranno in un vertice convocato da Cuperlo prima della Direzione, per inchiodare il segretario ad un sistema elettorale preciso, il doppio turno. «L’unico sistema che garantisce stabilità. E con la preferenza riuscirebbe a legare l’eletto all’elettore e cioè il Palazzo al territorio», dice l’ex responsabile giustizia Danilo Leva. E visto che ora il doppio turno è il preferito dagli alleati di Letta, la sinistra punta i piedi. «Ritengo fisiologico partire da un accordo di maggioranza e non capirei il perché di una riabilitazione gratuita di Berlusconi», è l’affondo di Leva.

02/01/14

Accordo storico per Fiat e Chrysler

Elkann: «Questo giorno lo attendevo dal 2009» Fiat si è comprata tutta la Chrysler, un ottimo inizio 2014.
Raggiunto l'accordo con Veba, non esiste più nessun ostacolo per la fusione Fiat-Chrysler .

Finalmente raggiunto l'accordo per acquisire il 41,5% di Chrysler, l’ultima fetta di azioni dopo il lungo braccio di ferro iniziato nel settembre del 2012 con Veba, il fondo sanitario di Uaw, il sindacato americano dell’auto. Veba venderà al Lingotto il 41,5% del colosso di Detroit e in cambio riceverà 3.650 milioni di dollari. A questo punto Fiat conquisterà il 100% della Chrysler e non ci sarà più alcun ostacolo alla fusione tra i due gruppi automobilistici.
Dei 3.650 milioni, 1900 milioni entreranno nelle casse di Veba grazie al dividendo straordinario che Chrysler pagherà a tutti gli azionisti. Gli altri 1.750 milioni verranno pagati da Fiat in contanti, usando la liquidità disponibile. Nella nota del Lingotto, si precisa inoltre che per acquisire la quota di Chrysler, «non è previsto un aumento di capitale da parte di Fiat». «L’acquisto da parte di Fiat del 100% di Chrysler ci permetterà, spiega Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e presidente di Chrysler, di realizzare pienamente la nostra visione di creare un costruttore di auto globale con un bagaglio di esperienze, punti di vista e competenze unico al mondo».

Sergio Marchionne A.D. di FIAT (S) e
John Elkann (D) Presidente FIAT
Secondo Marchionne «nella vita di ogni grande organizzazione e delle sue persone ci sono momenti importanti, che finiscono nei libri di storia. L’accordo appena raggiunto con Veba è senza dubbio uno di questi momenti per Fiat e per Chrysler». Sarò per sempre grato, aggiunge il manager italo-canadese, «al team di leadership per il sostegno e per il loro incessante impegno nel realizzare il progetto di integrazione che oggi assume la sua forma definitiva». Anche John Elkann, presidente di Fiat non nasconde la sua soddisfazione per l’intesa raggiunta: «Aspetto questo giorno sin dal primo momento, sin da quando nel 2009 siamo stati scelti per contribuire alla ricostruzione di Chrysler».

Elkann ricorda anche che «il lavoro, l’impegno e i risultati raggiunti da Chrysler negli ultimi quattro anni e mezzo sono qualcosa di eccezionale». Reazioni positive arrivano anche dai sindacati. La Fim sottolinea che «ora è indispensabile in tempi brevi procedere ad investire, come annunciato, negli stabilimenti italiani a partire da Mirafiori e Cassino». Termina così anche la lunga diatriba giudiziaria. A seguito dell’accordo infatti, Fiat e Veba «concorderanno di ritirare in via definitiva l’azione legale» davanti alla Corte del Delaware.

Il contenzioso riguardava l’interpretazione del contratto di call option in base al quale Fiat ha esercitato tre tranche di una opzione per l’acquisto della partecipazione controllata da Veba in Chrysler. L’intera partecipazione controllata dal sindacato sanitario Usa sarà infatti acquisita da Fiat. Chrysler e il sindacato Uaw hanno anche concordato un memorandum d’intesa, ad integrazione dell’attuale contratto collettivo del gruppo automobilistico di Detroit. Sostanzialmente sono previste altre contribuzioni da parte di Chrysler a Veba per 700 milioni di dollari in quattro quote dello stesso valore pagabili su base annua.

Il pagamento della prima rata avverrà in concomitanza con il perfezionamento (closing) dell’operazione con Fiat. Mentre le tre rimanenti quote saranno versate nei tre anni successivi nel giorno dell’anniversario del pagamento della prima quota. Chrysler provvederà al pagamento della prima quota tramite l’utilizzo di liquidità disponibile. A fronte di tali contribuzioni, Uaw assumerà alcuni impegni finalizzati a sostenere le attività industriali di Chrysler e lo sviluppo dell’alleanza Fiat-Chrysler, tra cui l’impegno ad adoperarsi e collaborare affinché proseguano i programmi di World Class Manufacturing di Fiat-Chrysler.              fonte

23/12/13

La Apple ha fatto il "botto" di capodanno | Accordo con China Mobile

Dopo anni di trattative la Apple ha fatto il "botto", è riuscita a concludere un accordo di partenariato sulla vendita dell’iPhone con China Mobile, il più grande operatore mondiale di telefonia mobile:  L’iPhone per 763 milioni di abbonati Le modalità finanziarie dell’intesa, che copre diversi anni, non sono state rese note.
«La Cina è un mercato estremamente importante per Apple e il tandem con China Mobile ci dà l’opportunità di portare l’iPhone ai consumatori della maggiore rete mobile del mondo”, ha spiegato il direttore generale di Apple, Tim Cook, aggiugnendo: “Gli utilizzatori di iPhone in Cina sono un gruppo entusiasta e in rapida crescita».
iPhone Apple

 Finora in Cina Apple aveva stretto accordi con due operatori minori, China Unicom e China Telecom. Grazie all’accordo annuciato ieri, gli ultimi due modelli di iPhone, il 5S e il 5C, saranno finalmente disponibli presso China Mobile a partire dal 17 gennaio.
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