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05/04/14

Smartphone: quali usano i leader politici? | News

Tutti noi siamo in possesso di uno smartphone, e ognuno lo ha personalizzato in base all'uso e alle esigenze della propria vita lavorativa e non. Certo non ci sfiora il pensiero delle intercettazioni telefoniche, o di un uso improprio che i nostri contatti potrebbero farne. Ma i leader politici del mondo secondo voi come scelgono il loro smartphone? In base a quali caratteristiche?
Il pericolo intercettazioni li condiziona nella scelta e i loro consiglieri e addetti alla sicurezza possono dotarli di misure di sicurezza ad hoc.
Smartphone

Partiamo dagli UsaBarack Obama starebbe valutando la possibilità di abbandonare il suo storico BlackBerry (lo usa fin da quando era senatore) per un modello prodotto da Samsung o LG. Niente iPhone (pare proprio per motivi di sicurezza), nonostante il Presidente Usa, per alcune attività, utilizzi un iPad. Mai senza BlackBerry. Nel 2009, appena giunto alla Casa Bianca, lo difese con le unghie nonostante le obiezioni dei servizi segreti: vi rinunciò solo per un breve periodo, sostituendolo con un telefono Sectera Edge appositamente creato dall’agenzia di sicurezza nazionale, salvo poi tornare a una versione di BlackBerry personalizzato con un software di sicurezza speciale chiamato SecureVoice.
La cancelliera Angela Merkel si liberò del suo vecchio Nokia E63 quando emerse che la NSA ne monitorava le attività fin dal 2002. Optò dunque per un BlackBerry Z10 dotato di un chip di crittografia Secusmart.
Il Presidente francese, François Hollande, è inseparabile dal suo iPhone 5, ma per gli usi ufficiali è stato dotato di un Teorem ultra-sicuro. Lo stesso che il suo predecessore, Nicolas Sarkozy, aveva rifiutato, ritenendo troppi 30 secondi di attesa per una connessione a prova di intercettazione. In realtà, pare che Sarkozy, affezionatissimo al BlackBerry, non fosse troppo preoccupato per la sicurezza informatica, come testimonierebbe una foto che lo ritrae al G8 del 2007 mentre passa il suo telefonino a Vladimir Putin.
Putin invece, pare non possegga un cellulare (“Se lo avessi suonerebbe tutto il tempo” dice) ed evita di usare internet, il primo ministro Medvedev è un amante dei prodotti Apple, così come Matteo Renzi, che porta con sé in aula iPad, Macbook Air e iPhone: quello con la celebre cover con la scritta “Keep calm and rottama”.

17/03/14

"Gocce" di notizie: Renzi "Noi vogliamo guidare l'Europa non solo nel prossimo semestre ma per i prossimi 20 anni"

Renzi non andrà oggi, in ginocchio dalla Merkel, ma con in mano l'orgoglio italiano.
"Se l'Italia fa l'Italia non deve avere paura di nessuno", ha affermato "Noi vogliamo guidare l'Europa non solo nel prossimo semestre ma per i prossimi 20 anni". Ed ancora: "Se a volte abbiamo fatto degli errori siamo pronti a rimediare. Ma non siamo gli alunni somari da mettere dietro la lavagna. Siamo l'Italia e dobbiamo riprenderci l'orgoglio di essere italiani". Con questo stato d'animo il premier oggi si presentera' alla Cancelleria tedesca. Con la convinzione che trovera' le porte aperte, perche' Angela Merkel ha dimostrato di apprezzare il piano "ambizioso" illustrato dal presidente del Consiglio italiano per creare lavoro e sostenere famiglie e imprese. Il biglietto da visita' e' quello mostrato anche a Francois Hollande: nessuna intenzione di sforare il tetto del 3%, ma tutta l'intenzione di cambiare l'Europa per non consegnarla il 25 maggio agli anti-europeisti. E' in vista di quella data che bisogna muoversi per far si' che austerita' e crescita camminino di pari passo. Concetti in questi mesi gia' ribaditi anche da altri premier, a cominciare da Mario Monti per finire con Enrico Letta. Renzi nel ruolo di capo del governo e di leader di un partito perno dell'ampia maggioranza di cui gode l'esecutivo, e' convinto di avere tutte le chances per essere ascoltato. Per spiegare le misure economiche che ha in mente che per la maggior parte dovrebbero essere finanziate con la riduzione della spesa.
 Dal vertice non dovrebbero emergere decisioni operative (un focus ci sara' sicuramente sulla crisi ucraina), ma la Cancelliera tedesca, nell'assecondare le ambizioni di Renzi, potrebbe lanciare un "segnale politico" importante in vista del Consiglio europeo di giovedi' e venerdi' a Bruxelles. L'incontro a Berlino con Angela Merkel viene considerato dal premier come la tappa piu' importante del 'tour' europeo di questa settimana cominciato con la visita a Parigi.                                                                   fonte(AGI) .

08/03/14

"Gocce" di notizie: Renzi:"Si parte dal jobs act, passando per il piano casa per arrivare all'edilizia scolastica"

Jobs act, piano casa, ma anche la legge elettorale e la riforma del Senato, senza dimenticare il Pd. Per mercoledi', infatti, il premier ha annunciato alcuni provvedimenti corposi, a partire dal jobs act, passando per il piano casa per arrivare all'edilizia scolastica. Mentre arriva dall'Europa un nuovo richiamo sui conti pubblici e, in particolare, sull'impossibilita' di ridurre il cuneo fiscale facendo leva sui fondi europei. Una partita che, tra spending review e provvedimenti, vale una cifra che si aggira attorno ai dieci miliardi di euro, una parte da impiegare subito e il resto da destinare ad azioni da mettere in agenda, da qui ai prossimi quattro mesi, con tempi calcolati e dando sempre la precedenza al lavoro. Ma mentre il governo lancia le sue prime riforme economico-sociali, alla Camera si attende per lunedi' il voto finale sulla legge elettorale. Un voto che tutti considerano scontato. E proprio sulla legge elettorale le deputate di tutte le forze politiche hanno espresso la volontà di lottare insieme perche' venga rispettato il principio della parita' di genere. "Fino all'ultimo momento in aula e' possibile trovare un'intesa - spiega il premier - ma se questo non accadesse, il governo potrebbe rimettersi all'aula", lasciando cioe' che sia il voto di Montecitorio a dirimere la questione, con forti probabillita', dunque, che la parita' di genere passi con il si' dei deputati. Resta poi 'appesa' la questione della riforma del Senato. Una riforma a cui e' strettamente legata la legge elettorale. "La prossima settimana ci saranno sorprese" assicura un parlamentare che ha incontrato il premier. Intanto Renzi, e sempre con un tweet risponde alle critiche: "L'Italia si puo' cambiare, la mentalita' di chi vive di pregiudizi no". Ma "noi - assicura Renzi - andiamo dritto con un sorriso".                                                  fonte(AGI)

01/03/14

Varato il "salva Roma" | Toto avrebbe chiosato" Ma mi faccia il piacere..!"

Matteo Renzi lo aveva annunciato, ieri il consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sugli Enti locai che recepisce il cosiddetto 'Salva Roma'. Ieri il premier aveva risposto a tono al primo cittadino della capitale, Ignazio Marino, che aveva minacciato di bloccare la citta': "Dobbiamo anche noi abituarci ad avere un linguaggio diverso. Le preoccupazioni che ha esposto il sindaco Marino sono comprensibili, i toni che ha usato no". 


Rimossa web tax, aumento Tasi fino a 0,8 per mille (leggi) Marino aveva lanciato qualche ora prima una provocazione choc: "Da domenica blocco la citta', le persone dovranno attrezzarsi perche' Roma si ferma". Parole in reazione al ritiro, ieri, da parte dell'esecutivo del decreto Salva Roma che doveva destinare fondi importanti alla capitale. In serata la questione e' comunque rientrata, il sindaco si e' detto "molto soddisfatto" delle parole scambiate oggi con Renzi e del lavoro "svolto con grande serieta' che in queste ore verra' completato".

Marino ha detto di aver parlato anche con il sottosegretario Delrio e con altri ministri, "credo si stia lavorando nella direzione auspicata da tutti, ovvero che Roma abbia le risorse per svolgere il suo ruolo di capitale d'Italia". I tecnici del Campidoglio - ha riferito il sindaco - si sono recati ancora una volta a palazzo Chigi per completare la revisione del testo che il presidente del Consiglio domani portera' in Cdm - ha aggiunto Marino augurandosi che "ci siano quei contenuti che possano permettere di scrivere al piu' presto il bilancio della citta', perche' voglio che Roma torni ad essere una citta' normale dove i bilanci non si scrivono con un anno di ritardo, ma di anticipo". Anzi, per Marino il decreto in arrivo "non si deve chiamare Salva Roma ma 'Onora Roma'". La reazione del primo cittadino era stata netta: "Il governo mi deve dare gli strumenti legislativi per poter risanare la citta' una volta per tutte, restituendo quei soldi che sono dei nostri cittadini". Per poi aggiungere: "Non ha senso chiedermi se me ne vado o no, se questi soldi non dovessero essere ridati: io sono arrabbiato e lo sono anche i romani. Dovrebbero inseguire la politica con i forconi. E' giunto il momento dei fatti. Io voglio governare responsabilmente Roma, dopo che per 50 anni sono stati dissipati dei denari. Io il mese prossimo non posso non pagare gli stipendi a migliaia di dipendenti comunali, non posso vendere Acea...". Parole cui e' seguita una telefonata di Renzi a Marino. E alle voci di una forte irritazione del premier per le sue parole, Marino ha replicato dicendo che "lui e il sottosegretario Delrio, che sono stati sindaci, hanno capito molto bene le ragioni della mia lamentela". Per poi spiegare "Io non sono il mago Zurli' e non posso cambiare la citta' in cinque mesi. Posso farlo, pero', in cinque anni".
Nella vicenda e' intervenuto anche l'ex primo cittadino Gianni Alemanno, secondo cui invece "un sindaco ha il dovere di cercare di risolvere i problemi e non certo dare ultimatum che ricadono inevitabilmente sulla vita dei cittadini, unici eroi di questa citta'. Roma rischia di entrare in una paralisi e in un dissesto finanziario senza precedenti. E' veramente tempo che l'amministrazione Marino e il governo Renzi la smettano con questi vergognosi scaricabarili e si assumano le proprie responsabilita' di membri del partito di maggioranza relativa. Altrimenti e' meglio che il sindaco Marino si dimetta e ci mandi a votare il piu' presto possibile".                                           fonte(AGI) .

26/02/14

#matteostaisereno sarà il prossimo hashtag?

"L'hashtag #enricostaisereno" lanciato da Matteo Renzi nel salotto di Daria Bignardi il 17 gennaio: "Enrico stai sereno. Nessuno ti vuol fregare il posto", aveva assicurato il segretario del Pd. Il giorno dopo quell'hashtag era diventato una delle parole chiave piu' usate su Twitter. Oggi è di nuovo gettonatissimo 


Alla fine l'hashtag '#enricostaisereno' pesera' sull'affidabilita' di Matteo Renzi? "Io sono molto triste per come e' stata riportata la vicenda del cambio guardia al governo ma il tempo e' galantuomo e come sono andate davvero le cose lo so io e lo sanno anche i protagonisti della vicenda", dice il presidente del Consiglio a Giovanni Floris. "Capisco il risentimento umano ma io faccio politica con sentimento, non con risentimento", sottolinea. "Io - torna a dire a proposito del passaggio elettorale - mi ero fatto tutto un altro film. Non ho mica paura di fare campagna elettorale, ma ora non sono qui per aggiungere una riga al curriculum in cui non figura quello che mi interessa: cambiare l'italia. E se il presidente del Consiglio lo faccio io, rappresneto ciascun trentenne o quarantenne che puo' finalmente pensare che questo non e' un Paese di parrucconi". "Per questo non falliremo", dice a chi gli ricorda che per Scalfari l'assunzione di responsabilita' rivendicata al Senato non evita il baratro del Paese se anche questo governo fallisse. "Ho pensato che e' comprensibile, dal punto di vista umano, il dispiacere quando si lascia un luogo in cui si e' lavorato ma ora c'è da risolvere le questioni degli italiani". Matteo Renzi parla del gelo con Enrico Letta e non nasconde, intervistato da Giovanni Floris, che "mi piacerebbe discuterne. Avrei preferito - ribadisce - un'altra soluzione ma questa accelerazione - sottolinea il presidente del Consiglio - mi e' stata chiesta". Da chi? "Prima di tutto - risponde Renzi - dal Pd e poi dagli altri alleati. E' vero o no - rincara - che il governo era fermo e impantanato"?. "Chi sta nei palazzi del potere non si rende conto di quanto sia importante la tempestività. L'urgenza del cambio della guardia al governo e' staa dettata dall'angoscia delle persone che vogliono che le cose cambino. E io avverto quest'ansia".                                     fonte(AGI)
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