Il-Trafiletto
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06/09/14

Altre sanzioni per la Russia mentre si firma il "cessate il fuoco"

Gli ambasciatori dei 28 paesi membri dell’Ue hanno deciso di comune accordo altre sanzioni economiche contro la Russia. Saranno convalidate lunedì con una procedura scritta. Ne danno notizia con una lettera annessa Herman Van Rompuy e José Manuel Barroso, rispettivamente  presidenti del Consiglio europeo  e della Commissione.

Le nuove disposizioni «daranno al’Unione europea uno strumento utile, che ci permetterà di dare una risposta in tempo utile» e «aumenterà l’efficienza delle misure già introdotte» Van Rompuy e Barroso scrivono inoltre «fortificherà il principio che l’obiettivo delle sanzioni sono atte a un cambio di atteggiamento della Russia in Ucraina».

Nelle stesse ore la pace nell’est dell’Ucraina tiene. All'ultimo momento stato raggiunto un accordo a Minsk ancora da definire (intanto bombardamenti a Donetsk e a Mariupol continuavano con altri sette civili uccisi)  alle 18 ora locale puntualmente è scattato il cessate il fuoco che per ora nessuno ha violato. Questo concordato consente di arrestare temporaneamente il conflitto mentre l'Occidente prova un  cauto ottimismo. La Nato si schiera a Est rafforzando il controllo ai confini e scatenando l’ira di Mosca, secondo cui la «pace è a rischio».
Il presidente del Consiglio Matteo Renzi,la cancelliera tedesca
Angela Merkel il presidente francese Francois Hollande
assistono alla parata aerea svoltasi durante il
secondo e ultimo giorno del vertice
Nato di Newport

Salvato così dall’umiliazione da una sconfitta militare il presidente ucraino Petro Poroshenko, e il leader del Cremlino Vladimir Putin, almeno per ora, dalle sanzioni definite oggi dalla Ue. Le nuove sanzioni andranno infatti di pari passo con l’applicazione dell’accordo sulla tregua. Come ha spiegato il premier italiano Matteo Renzi, l’eventuale adesione di Kiev ad una Nato che mostra i muscoli ai confini russi, è solo rinviata, presumibilmente a dopo le elezioni politiche ucraine del 26 ottobre, che ristrutturerà un parlamento ormai non più rappresentativo.

Ma la Nato blinda la frontiera orientale con truppe permanenti nell’Europa dell’Est per tamponare un'aggressione russa in Ucraina. Il Trattato con la Russia rimane comunque valido, anche se il Cremlino reagisce a muso duro parlando di decisione che mette «la pace a rischio». Dal vertice in Galles resta comunque l’impressione di una divisione tra Stati Uniti ed europei sul rapporto con Mosca. Angela Merkel rimarca che la Russia «viola i patti» ma è urgente avere una «doppia strategia» avere «durezza, ma anche lasciare aperta la porta al dialogo». Il cessate il fuoco non viene visto come la vera svolta.

05/04/14

Smartphone: quali usano i leader politici? | News

Tutti noi siamo in possesso di uno smartphone, e ognuno lo ha personalizzato in base all'uso e alle esigenze della propria vita lavorativa e non. Certo non ci sfiora il pensiero delle intercettazioni telefoniche, o di un uso improprio che i nostri contatti potrebbero farne. Ma i leader politici del mondo secondo voi come scelgono il loro smartphone? In base a quali caratteristiche?
Il pericolo intercettazioni li condiziona nella scelta e i loro consiglieri e addetti alla sicurezza possono dotarli di misure di sicurezza ad hoc.
Smartphone

Partiamo dagli UsaBarack Obama starebbe valutando la possibilità di abbandonare il suo storico BlackBerry (lo usa fin da quando era senatore) per un modello prodotto da Samsung o LG. Niente iPhone (pare proprio per motivi di sicurezza), nonostante il Presidente Usa, per alcune attività, utilizzi un iPad. Mai senza BlackBerry. Nel 2009, appena giunto alla Casa Bianca, lo difese con le unghie nonostante le obiezioni dei servizi segreti: vi rinunciò solo per un breve periodo, sostituendolo con un telefono Sectera Edge appositamente creato dall’agenzia di sicurezza nazionale, salvo poi tornare a una versione di BlackBerry personalizzato con un software di sicurezza speciale chiamato SecureVoice.
La cancelliera Angela Merkel si liberò del suo vecchio Nokia E63 quando emerse che la NSA ne monitorava le attività fin dal 2002. Optò dunque per un BlackBerry Z10 dotato di un chip di crittografia Secusmart.
Il Presidente francese, François Hollande, è inseparabile dal suo iPhone 5, ma per gli usi ufficiali è stato dotato di un Teorem ultra-sicuro. Lo stesso che il suo predecessore, Nicolas Sarkozy, aveva rifiutato, ritenendo troppi 30 secondi di attesa per una connessione a prova di intercettazione. In realtà, pare che Sarkozy, affezionatissimo al BlackBerry, non fosse troppo preoccupato per la sicurezza informatica, come testimonierebbe una foto che lo ritrae al G8 del 2007 mentre passa il suo telefonino a Vladimir Putin.
Putin invece, pare non possegga un cellulare (“Se lo avessi suonerebbe tutto il tempo” dice) ed evita di usare internet, il primo ministro Medvedev è un amante dei prodotti Apple, così come Matteo Renzi, che porta con sé in aula iPad, Macbook Air e iPhone: quello con la celebre cover con la scritta “Keep calm and rottama”.

07/03/14

Crimea | Referendum il 16 marzo per l’annessione alla Russia. Obama e UE: è incostituzionale.

Il Parlamento della Crimea, filorusso, vota all'unanimità la secessione da Kiev e indice un referendum. Dalla capitale ucraina intanto spicca un mandato di arresto nei confronti del premier Serghiei Aksionov e per il presidente del Parlamento, Vladimir Kostantinov, leader secessionisti della regione. Gli abitanti della Crimea si esprimeranno il 16 marzo, con due settimane di anticipo rispetto alla data prevista. Il Parlamento locale invece ha già detto la sua: la regione deve essere annessa alla Federazione Russa. L’allontanamento da Kiev non si arresta. Mentre degli uomini armati hanno occupato la stazione di trasmissione radio e tv di Simferopoli, in Crimea la frequenza della tv Chernomorskaya, seconda emittente del Paese, è stata oscurata, al suo posto vengono trasmesse le immagini della televisione All News Russia 24. Il presidente americano, Barack Obama, e l'Unione europea alzano la voce: la consultazione "è illegittima". Da Roma, a margine della Conferenza sulla Libia, il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius lancia l'allarme: se la Crimea si unisce alla Russia "vuol dire che non c'è più la pace internazionale, né frontiere certe". Barack Obama ha dato l’OK a nuove sanzioni Usa e ha alzato i toni: "Il referendum per l'adesione a Mosca viola la legge internazionale", e dunque è illegittimo, ha detto il presidente statunitense. Dello stesso avviso sono la cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy e tutto il Vertice Ue, riunito in via straordinaria per cercare una soluzione alla situazione ucraina. Da Bruxelles esce irrigidita la posizione europea. I leaders - uniti - hanno lanciato un aut aut alla Russia: o si ferma o scatteranno le sanzioni contro Mosca. La decisione del Parlamento della Crimea non è sorprendente: al suo interno i filorussi sono in netta maggioranza. La mozione sull’adesione alla Russia, votata all’unanimità, imprime comunque un'accelerazione agli eventi. Parallelamente è stata formalizzata la convocazione del referendum che dovrà confermare o meno la decisione. Il referendum, fissato per 16 marzo, proporrà un'alternativa ai cittadini, che sono in maggioranza russi e russofili: volete tornare alla costituzione del 1992, con un’autonomia nettamente rafforzata, oppure aderire alla Federazione Russa? Il presidente americano, Barack Obama, ha ribadito al presidente russo Vladimir Putin, in una telefonata di un'ora fra i due leader, che le azioni di Mosca "violano la sovranità dell'Ucraina e la sua integrità territoriale. Risolvere la situazione in Ucraina in modo diplomatico è nell'interesse della Russia, del popolo Ucraino e della comunità internazionale". Il presidente russo, Vladimir Putin, ha risposto al presidente americano, Barack Obama, che le relazioni fra i loro Paesi non dovrebbero essere toccate dai disaccordi sull'Ucraina. Lo ha reso noto il Cremlino. "Il presidente della Russia - si legge - ha ribadito l'importanza delle relazioni russo-americane per assicurare la stabilità e la sicurezza nel mondo. Queste relazioni non dovrebbero essere sacrificate da problemi internazionali isolati".

"Gocce" di notizie: Hollande si erge a paladino in difesa dei popoli, poi vende le navi da guerra a Putin

Francois Hollande, come il suo predecessore all'Eliseo, adora indossare le vesti del paladino della difesa dei popoli ma davanti agli affari si tura il naso. Nonostante le sanzioni adottate oggi a livello Ue e le dichiarazioni baldanzose verso Mosca, il presidente francese ha confermato senza alcun imbarazzo che il contratto da 1 miliardo di euro, firmato nel 2011, per la vendita di due modernissime navi da guerra della 'classe Mistral' (portaelicotteri d'assalto anfibio) e' ancora valido e sara' onorato. "Noi rispettiamo i nostri contratti. Non siamo ancora a quel punto (di rompere il contratto) e speriamo di evitare di arrivarci", ha spiegato ai giornalisti a Bruxelles La Mistral, con un ponte di volo di 199 metri e 16.500 tonnellate di dislocamento) puo' trasportare fino a 16 elicotteri, 4 mezzi da sbarco e 13 carri armati e centinaia di soldati e rappresenta per Mosca un'importante occasione per ammodernare la flotta piuttosto invecchiata, con unita' progettate proprio per coordinare ed effettuare operazioni di sbarco. La pima nave da guerra, battezzata Vladivostok, e' stata varata lo scorso anno e sara' consegnata alla marina russa a ottobre. La seconda e' ancora in costruzione.                       fonte (AGI) .

08/02/14

Conclusi i giochi di apertura delle olimpiadi di Sochi | Ora tutti a caccia di medaglie

Uno spettacolo sfavillante i giochi di apertura delle olimpiadi di "Putin", ma un piccolo giallo tiene in sospeso il fiato di tutti: "Chi ha rubato il cerchio olimpico"?. Putin "lo zar di tutte le russie" deve aver tremato sulla sedia, il cerchio non si è aperto. Speriamo non ci siano conseguenze per gli addetti ai lavori.













IL CERCHIO CHE NON SI APRE – Torniamo un attimo al momento dello spettacolo pre-ingresso atleti. Su Twitter non è passato inosservato il fatto che uno dei cinque cerchi non si è aperto rimanendo a forma di stella. Ed ovviamente su Twitter è esploso il dibattito su quanto sia successo e quale sarà la reazione di Putin




ENTRA L’ITALIA - Il portabandiera azzurro Armin Zoeggler guida la delegazione italiana in divisa Armani all’ingresso nello stadio Olimpico. La delegazione è stata accolta da un festante Enrico Letta che è apparso addirittura commosso per lo spettacolo della Nazionale nello stadio, così come è apparso commosso Armin Zoeggler nel ruolo di portabandiera un po’ impacciato ma comunque orgoglioso

Armin Zoeggler


Enrico Letta

ENTRA LA GERMANIA - La divisa multicolore della Germania, che per qualcuno richiama i colori dell’arcobaleno, è stata accolta con sorrisi ed applausi da Twitter, anche se Berlino ha fatto sapere che il colore delle tute non è legato in alcun modo alla questione legata alle discriminazioni della comunità Lgbt


ARRIVA PUTIN – E dopo uno spettacolo emozionante con l’arrivo di 500 ginnasti con indosso i 500 costumi delle varie culture del Paese, è il momento dell’inno russo dopo l’arrivo di Vladimir Putin, arrivato per ultimo e posizionatosi al fianco di Ban-Ki Moon. L’inno e la sua rappresentazione rappresentano la grandezza e l’orgoglio di una nazione.


04/01/14

Ecco la classifica delle parolacce del 2013

Ormai la "parolaccia" detta in tv o scritta sui giornali, è stata sdoganata. Ma in parlamento e detta dai politici, fa ancora sensazione, tanto da far perdere poltroncine. Più interesse dei problemi del paese, si finisce così, a leggere più di "parolacce" e delle loro conseguenze che di politica. E' stata perfino stilata una Top Ten delle "parolacce", vediamola:

Le parole "Fuck dictator" in smalto nero, in inglese e in russo, disegnate sul seno nudo e sulla schiena. delle attiviste di Femen con la scritta "Fot...to dittatore" indirizzata contro Vladimir Putin alla Fiera di Hannover dell'8 aprile scorso, a conquistare il PRIMO posto della 'Top Ten' delle parolacce più eclatanti del 2013, la classifica stilata, come ogni anno, dallo psicolinguista Vito Tartamella e che l'Adnkronos è in grado di anticipare.  Gli insulti da gradino più alto del podio lanciati dalle attiviste di Femen a Putin, infatti, hanno davvero colto di sorpresa lo 'zar' Vladimir, mai contestato in modo così direttamente plateale, come dimostra l'espressione del presidente russo nella foto che ha fatto il giro del mondo.

A conquistare il SECONDO posto è invece il nostro premier Enrico Letta per la sua affermazione: "In Europa dicono che ho le palle di acciaio". Rilasciata all'Irish Time a novembre scorso, per questa sua dichiarazione Enrico Letta ha sollevato non poco scalpore. Più in Patria però che fuori dal BelPaese.

A conquistare il TERZO posto nella Top Ten del trash più famoso del 2013 è invece l'ex calciatore Diego Armando Maradona che sale sul podio per il suo 'gesto dell'ombrello' indirizzato a Equitalia e al fisco italiano. Il 20 ottobre scorso, durante la trasmissione Rai 'Che tempo che fa'.

Il QUARTO posto nella top ten le manifestazioni contro Margaret Thatcher. L'8 aprile scorso, giorno del decesso della Lady di Ferro, a Brixton, quartiere di Londra, la gente è scesa nelle strade con birra, musica e cartelli con la scritta "La put...na è morta", "La strega è morta".

Lo zar Putin
Al QUINTO posto nella classifica delle parolacce compare Franco Battiato. Per la sua battuta "Ci sono troie in giro in Parlamento che farebbero di tutto, dovrebbero aprire un casino", pronunciata a Bruxelles il 26 marzo scorso, Battiato si è visto revocare il mandato di assessore alla Cultura della Regione Sicilia dal governatore Rosario Crocetta.

SESTO posto della top ten al candidato cancelliere del Spd, Peer Steinbrück. Dopo le elezioni politiche, che avevano consacrato il primato di Beppe Grillo e Silvio Berlusconi, Steinbrück, all'epoca possibile successore della Merkel, aveva espresso il suo giudizio: "Sono inorridito che in Italia abbiano vinto due clown". La frase, nella sua interezza, era ancora più graffiante: Grillo "lo è di professione e non si offende se è definito tale", mentre Berlusconi "è definitivamente un clown con un alto livello di testosterone".

 SETTIMO  posto, al quotidiano 'Libero' per il titolo di prima pagina "Giustizia a puttane" del 25 giugno, dopo la sentenza di condanna a 7 anni a Silvio Berlusconi per prostituzione minorile e concussione.

OTTAVO posto a Paolo Berlusconi con l'affermazione "E adesso andiamo a vedere il negretto della famiglia, la testa matta…" detta dall'imprenditore il 3 febbraio riguardo Mario Balotelli alla vigilia del suo esordio al Milan nel match con l'Udinese. La notizia ha fatto il giro del mondo, finendo su Sun, Daily Mail, Times, Independent.

Al NONO posto pari merito "Fot..ta merda!!! (Fucking shit!!!) di A.J. Clemente, giornalista televisivo americano subito licenziato da Kfyr-tv emittente del North Dakota.

E al DECIMO posto il "Me so' rotta er ca..zo" di Laura Tangherlini, giornalista televisiva di Rainews, e pari merito il Governo italiano per il tweet "Parlamento, ecco i trombati eccellenti" partito dall'account ufficiale di Palazzo Chigi dopo le politiche di febbraio e poi cancellato in fretta e furia.  (Adnkronos)

30/12/13

Le olimpiadi dello "zar di tutte le Russie" si tingono di rosso? | Nuovo attentato a Volgograd

Un colpo alla strategia del presidente russo Vladimir Putin, che punta al rilancio internazionale con le Olimpiadi invernali di Sochi. Sembra questa la scelta dei terroristi islamici, che sono tornati a colpire nel territorio della Federazione.
Almeno 10 persone sarebbero morte stamattina in un'esplosione a bordo di un filobus. Il nuovo attacco è avvenuto a poche ore da quello alla stazione dei treni che ha causato 17 morti. La notizia è stata data dall'agenzia di stampa Interfax, citando fonti della magistratura. Il bilancio preliminare è stato confermato ai media dal portavoce del comitato d'inchiesta russo Vladimir Markine e dal ministero dell'Interno. Una fonte del comitato d'inchiesta della regione di Volgograd ha detto che si è trattato di un "attentato".
Attentato a Volgograd

Una kamikaze di 26 anni, Oksana Aslanova, si è fatta esplodere ieri all'ingresso della stazione di Volgograd provocando la morte di almeno 17 persone e il ferimento di altre 40. E' stato il secondo attentato in pochi mesi nella città caucasica dopo quello del 21 ottobre che causò la morte di sette Poi, stamattina, la nuova esplosione su un filobus. Le vittime sarebbero una decina, molti i feriti. Il secondo attentato in poche ore è avvenuto alle 8:23 ora locale (le 5:23 in Italia). Secondo le immagini mostrate dalla tv russa, il veicolo è stato quasi totalmente distrutto dalla violenta esplosione. Si teme che anche la nuova raffica di attentati siano stati orditi da Doku Umarov, il 'signore della guerra' ceceno che lotta per la secessione dalla Russia. Umarov, in un video diffuso nel luglio scorso, aveva esortato i militanti a utilizzare "la massima forza" affinché il presidente Putin non possa acquistare popolarità dalle Olimpiadi Invernali che si terranno dal 7 al 23 febbraio a Sochi, sul Mar Nero. Volgograd è una città di circa un milione di abitanti, dista circa 690 chilometri da Sochi e si trova a due passi dal Caucaso settentrionale, in cui tutte le province musulmane sono coinvolte dall'insurrezione islamista. Il ministero degli Interni russo ha rafforzato le misure di sicurezza in tutte le stazioni ferroviarie e negli aeroporti. Putin - ha reso noto il suo portavoce Dmitry Peskov - ha chiesto alla Commissione inquirente l'adozione di tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza. E ha anche chiesto di assicurare tutta l'assistenza necessaria alle vittime dell'esplosione.           fonte

28/12/13

Sono ancora contro lo "Zar di tutte le russie" le due Pussy Riot

Lo zar fattosi Babbo Natale alla vigilia delle feste e delle Olimpiadi di Sochi ha regalato all’opinione pubblica una settimana di lacrime e polemiche, con il ritorno dall’aldilà della prigione degli eroi che l’hanno sfidato. E mentre un’altra storia, quella dei 30 attivisti di Greenpeace, si conclude con la scarcerazione e la partenza in tempo per riabbracciare le famiglie per Capodanno, è il momento di sognare ed esprimere desideri. Le Pussy Riot – ma dicono che non useranno più il marchio delle punk con il passamontagna colorato - sono tornate a Mosca dopo essere state liberate dall’amnistia di Putin. Due giorni prima hanno avuto uno scambio epistolare commovente con l’altro ex detenuto più famoso della Russia, Mikhail Khodorkovsky, uscito dal Gulag per grazia di Putin 72 ore prima di loro.
Maria e Nadia

Le due Pussy Riot hanno inoltre annunciato i loro progetti, tra cui un'alleanza con l'ex oligarca Mikhail Khodorkovski :  "Per noi Khodorkovsky è importante come personalità, in ogni caso non si tratterebbe di una cooperazione finanziaria, ma piuttosto ideologica e concettuale". Tra i leader che vorrebbero coinvolgere nei loro prossimi progetti politici compare anche Aleksey Navalny, sconfitto alle ultime elezioni per il sindaco di Mosca: Maria e Nadia vorrebbero inserirlo nel consiglio di sorveglianza della loro nuova organizzazione per i diritti umani "Campo del diritto", dedicata soprattutto ai detenuti in Russia. "Se vogliamo che esista una società, e non una massa di persone, dobbiamo ricordarci che è necessario svegliare l'interesse delle persone", ha detto la Tolokonnikova. Nadia si è anche espressa a favore del Magnitsky Act, la legge americana secondo cui i russi che hanno commesso crimini che violano i diritti umani non possono entrare negli Usa. Maria, invece, ha commentato la legge Dima Yakovlev (che ha interrotto le adozioni dagli Stati Uniti di bambini russi) come "una delle parti più tristi della nostra storia".
Masha e Nadia alla loro conferenza stampa parlano solo del carcere, delle umiliazioni, degli abusi, delle donne costrette a lavorare 16 ore al giorno e punite con visite ginecologiche forzate. Le loro voci tremano e il loro futuro, come lo vedono oggi, è lottare per i diritti dei detenuti, insieme a un altro oppositore perennemente sull’orlo della prigione, Alexei Navalny. Come loro modello citano Vladimir Bukovsky, loro predecessore nelle carceri della Mordovia, impenitente dissidente deportato da Brezhnev più o meno con le stesse modalità di Khodorkovsky. La galera torna a essere, come all’epoca del dissenso sovietico, la metafora della società, l’esperienza fondante e fondamentale, che divide gli onesti e i coraggiosi dalla massa degli indifferenti e dei conniventi. Il programma politico è un optional, anche perché non ci sono più luoghi – dal parlamento alla piazza – dove fare politica in Russia. Non resta che sognare un mondo di giusti che decimano i carnefici e i corrotti.

27/11/13

Un accordo con la Russia ci salverà?

Putin nell'incontro con Letta a Trieste: " Non mi interesso dei fatti interni di politica Italiana"
Letta vè convinto che dagli accordi con Putin "nasceranno posti di lavoro".
Scaroni: "Spero che il gasdotto SouthStream entri in funzione nel 2015.

Letta Putin
 "Noi abbiamo un drammatico bisogno di crescere, di creare posti di lavoro. C'è una ripresa da agganciare e in questo senso il rapporto con la Russia ci può dare posti di lavoro in settori per noi strategici, ha detto Enrico Letta al termine dell'incontro a Trieste con il presidente russo Vladimir Putin per il vertice Italia-Russia. "Per questo - dice ancora il premier - devo concentrarmi perché i risultati raggiunti qui a Trieste possano concretizzarsi.

E perché si concretizzino in Italia non deve esserci una situazione caotica, su questo sto lavorando incessantemente da sette mesi e continuo a lavorare anche oggi"". Letta ha definito la giornata una delle "più intense e produttive" per il governo. Sono stati firmati 28 intese commerciali e sette accordi intergovernativi tra i due paesi. "Abbiamo molti impegni da implementare, gli accordi devono diventare fatti concreti", ha detto Letta. Fra gli accordi ci dovrebbe essere la creazione di un fondo da un miliardo di euro tra la Cassa depositi e prestiti italiana e il Fondo russo per gli investimenti che investirà nei due paesi. L'incontro con Scaroni. A Trieste Putin ha incontrato l'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni. "Non abbiamo parlato dei prezzi del gas perché per il 2013 li giudichiamo soddisfacenti mentre nel 2014 avvieremo dei negoziati che seguiranno il loro iter naturale, e cioè passeranno dall'interlocutore che è Gazprom", ha detto Scaroni. Riguardo al giacimento di Kashagan, che ha subito uno stop dopo il "first oil", Scaroni ha spiegato di credere "che nel giro di qualche mese potrà ripartire" anche se al momento non è stata fatta l'ispezione sui tubi. Riguardo infine al gasdotto Southstream, Scaroni ha detto: "Si va avanti - ha detto - resto convinto che ogni volta che c'è un paese di transito sia un problema. Quindi sono sempre favorevole perchè si contribuisca alla sicurezza dell'approvvigionamento. Per quanto riguarda i tempi, dovrebbe essere in funzione nel 2015, speriamo di farcela".
Nel corso della visita a Trieste il presidente russo ha risposto a una domanda sulla situazione italiana. "Non è un segreto - ha sottolineato Putin - che con Berlusconi abbiamo sviluppato buoni rapporti personali in molti anni di lavoro congiunto, posso dire rapporti di amicizia, e questi non cambieranno, a seconda della congiuntura politica italiana". "Non ho il diritto di valutare le azioni di Berlusconi e non lo farò", ha proseguito. "E' una questione vostra, non mia. Ma posso dire che certamente lui ha fatto molto per lo sviluppo delle relazioni russo-italiane: questo credo di poterlo dire", ha concluso.A Trieste il presidente russo è intervenuto sull'Ucraina e ha attaccato la Ue. L'Unione europea deve "astenersi da dichiarazioni drastiche" sulla questione dell'Ucraina, ha detto Putin, e ha espresso "stupore e delusione" per le critiche arrivate da Bruxelles. "Non possiamo in due mesi aprire il nostro mercato" ha aggiunto Putin spiegando che in questo modo il Paese rischierebbe di "strangolare" la propria economia.                                                                                                                    fonte
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