Il-Trafiletto
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01/03/14

Varato il "salva Roma" | Toto avrebbe chiosato" Ma mi faccia il piacere..!"

Matteo Renzi lo aveva annunciato, ieri il consiglio dei Ministri ha approvato il decreto sugli Enti locai che recepisce il cosiddetto 'Salva Roma'. Ieri il premier aveva risposto a tono al primo cittadino della capitale, Ignazio Marino, che aveva minacciato di bloccare la citta': "Dobbiamo anche noi abituarci ad avere un linguaggio diverso. Le preoccupazioni che ha esposto il sindaco Marino sono comprensibili, i toni che ha usato no". 


Rimossa web tax, aumento Tasi fino a 0,8 per mille (leggi) Marino aveva lanciato qualche ora prima una provocazione choc: "Da domenica blocco la citta', le persone dovranno attrezzarsi perche' Roma si ferma". Parole in reazione al ritiro, ieri, da parte dell'esecutivo del decreto Salva Roma che doveva destinare fondi importanti alla capitale. In serata la questione e' comunque rientrata, il sindaco si e' detto "molto soddisfatto" delle parole scambiate oggi con Renzi e del lavoro "svolto con grande serieta' che in queste ore verra' completato".

Marino ha detto di aver parlato anche con il sottosegretario Delrio e con altri ministri, "credo si stia lavorando nella direzione auspicata da tutti, ovvero che Roma abbia le risorse per svolgere il suo ruolo di capitale d'Italia". I tecnici del Campidoglio - ha riferito il sindaco - si sono recati ancora una volta a palazzo Chigi per completare la revisione del testo che il presidente del Consiglio domani portera' in Cdm - ha aggiunto Marino augurandosi che "ci siano quei contenuti che possano permettere di scrivere al piu' presto il bilancio della citta', perche' voglio che Roma torni ad essere una citta' normale dove i bilanci non si scrivono con un anno di ritardo, ma di anticipo". Anzi, per Marino il decreto in arrivo "non si deve chiamare Salva Roma ma 'Onora Roma'". La reazione del primo cittadino era stata netta: "Il governo mi deve dare gli strumenti legislativi per poter risanare la citta' una volta per tutte, restituendo quei soldi che sono dei nostri cittadini". Per poi aggiungere: "Non ha senso chiedermi se me ne vado o no, se questi soldi non dovessero essere ridati: io sono arrabbiato e lo sono anche i romani. Dovrebbero inseguire la politica con i forconi. E' giunto il momento dei fatti. Io voglio governare responsabilmente Roma, dopo che per 50 anni sono stati dissipati dei denari. Io il mese prossimo non posso non pagare gli stipendi a migliaia di dipendenti comunali, non posso vendere Acea...". Parole cui e' seguita una telefonata di Renzi a Marino. E alle voci di una forte irritazione del premier per le sue parole, Marino ha replicato dicendo che "lui e il sottosegretario Delrio, che sono stati sindaci, hanno capito molto bene le ragioni della mia lamentela". Per poi spiegare "Io non sono il mago Zurli' e non posso cambiare la citta' in cinque mesi. Posso farlo, pero', in cinque anni".
Nella vicenda e' intervenuto anche l'ex primo cittadino Gianni Alemanno, secondo cui invece "un sindaco ha il dovere di cercare di risolvere i problemi e non certo dare ultimatum che ricadono inevitabilmente sulla vita dei cittadini, unici eroi di questa citta'. Roma rischia di entrare in una paralisi e in un dissesto finanziario senza precedenti. E' veramente tempo che l'amministrazione Marino e il governo Renzi la smettano con questi vergognosi scaricabarili e si assumano le proprie responsabilita' di membri del partito di maggioranza relativa. Altrimenti e' meglio che il sindaco Marino si dimetta e ci mandi a votare il piu' presto possibile".                                           fonte(AGI) .

27/12/13

Le novità: quelle stoppate e quelle in arrivo nel "mille proroghe"

Il decreto "Salva Roma" presentato per sanare i bilanci della capitale ed evitare il suo default, aveva imbarcato decine di altre misure trasformandosi in un zibaldone, finchè Napolitano ha fermato il balletto facendo cadere il "Salva Roma". A questo punto le norme urgenti sono state inserite nel decreto "Mille Proroghe".
Di seguito le novità principali, quelle stoppate e quelle in arrivo, e il decreto da cui arrivano:

A Roma 400 milioni (Dal salva-Roma) 
Nel milleproroghe saranno riproposte le norme salva Roma che hanno già avuto un impatto (il comune di Roma ha già approvato il bilancio). È il caso dei 400milioni di euro stanziati per evitare il default di Roma capitale. Il decreto prevedeva anche un aumento Irpef (ora allo 0,9%) cancellato, però, durante l’iter legislativo; ma non è detto che l’aggravvio non possa essere riproposto con le norme che oggi arriverano dal consiglio dei ministri.
Parlamento

Addio agli affitti d’oro (Dal salva-Roma) 
Non è ancora chiaro il merito e l’entità. Ma è certo che nel provvedimento che oggi varerà il consiglio dei ministri ci sarà una norma per superare il pasticcio degli «affitti d’oro» pagati da Camera e Senato per l’uso di alcuni palazzi del centro storico. Secondo le discussioni delle ultime ore verrebbe reintrodotto la norma che consente di recedere dagli affitti stipulati anche in mancanza di clausola di rescissione.

Stop agli incroci (Dalla legge di stabilità) 
Il premier Enrico Letta è stato chiarissimo già nella conferenza stampa di fine anno. E così, nel decreto di oggi ci sarà certamente la norma che proroga il divieto agli incroci proprietari tra stampa e tv. La norma introdotta con la legge di stabilità dello scorso anno sarebbe, infatti, scaduta a fine anno. La norma, nella sostanza, vieta per chi ha più di una rete televisiva di acquisire partecipazioni in imprese editrici di pubblicazioni quotidiane.

Fondi per l’alluvione (Dal salva-Roma) 
 Nel milleproroghe ci saranno certamente le norme che favoriscono i comuni colpiti da alluvioni e calamità naturali. Tra questi la Sardegna. I cittadini avranno una proroga negli adempimenti tributari. In tal senso si era pronunciato anche Saccomanni. Lo scivolo era finito nel salva-Roma e ora sarà riproposto nel decreto milleproroghe. La sospensione dei pagamenti era stata già introdotta il 30 novembre scorso.

Tasi, un altro rinvio (Dalla legge di stabilità) 
Le nuove norme sulla Tasi non saranno inserite nel dl milleproroghe all’esame del consiglio dei ministri. Il nodo delle detrazioni con molta probabilità finirà all’interno del decreto conversione Imu 2013 che scade a fine gennaio del prossimo anno. Per ora ci sono 500milioni di euro nella legga di stabilità appena approvata ma per portarli a 1,2, 1,3 miliardi si starebbe valutando la concessione di maggiore flessibilità sulle aliquote dei comuni.

Niente semafori a led (Dal salva-Roma) 
Nel milleproroghe di oggi non finiranno nemmeno le lampadine al led per i semafori previste nel salva Roma, così come i finanziamenti per il paese Natale di Padre Pio. Niente di tutto questo e nemmeno mezzo milioni di euro per la torre anticorsara di Portopalo di Capo Passero. A secco anche numerosi comuni beneficiati da regalie natalizie e l’idea con emendamento di Antonio D’Alì per una tassa per chi visita i vulcani.

Salta la norma pro-slot (Dal salva-Roma) 
Finisce nel nulla la querelle sulle slot machine. L’emendamento che prevedeva penalizzazioni per quei comuni virtuosi che tentavano di frenare il proliferare di slot machine nei locali pubblici decade assieme all’intero pacchetto del decreto salva-Roma. Naturalmente, viste le tensioni e le polemiche sull’argomento, il tema del gioco d’azzardo non sarà oggetto del provvedimento milleproroghe che il governo oggi si appresta a varare.                                           fonte

Mille proroghe dopo il brutto pasticcio del "salva Roma"| La solita italia?

I "dietrofront" del governo motivati dalla necessità di fare decreti con il massimo del rigore.
Cadranno le norme che non hanno urgenza e si varerà ciò che va davvero prorogato.
Un milleproroghe all'insegna della leggerezza, dentro ci sarà  ciò che va davvero prorogato. Accantonati i meno urgenti, come il salva-Venezia e la sanatoria edilizia sulle spiagge.

 Il colloquio chiarificatore dell’altro giorno tra Napolitano e Letta ha convinto il governo a non occuparsi delle norme eterogenee. Tanto più che a palazzo Chigi si resta indispettiti di fronte agli assalti dei parlamentari. Si cita il caso della legge di Stabilità: presentata in forma aperta al contributo parlamentare perché si voleva disegnare al meglio il taglio del cuneo fiscale, di tasse sul lavoro non s’è più parlato, bensì di qualsiasi altra esigenza localistica. Fabrizio Cicchitto, Ncd, usa parole colorite: «Una lezione per tutti: il governo deve fare i suoi decreti con grande rigore, rimanendo coerente con il tema fondamentale che li determina, perché ogni qual volta che se ne distacca su qualche punto ciò dà il destro alla Commissione Bilancio del Senato e a quella della Camera di aggiungere una serie di altre questioni che vanno da esigenze territoriali anche legittime, a richieste di lobby, ad autentiche marchette».
Gianni Letta

E allora ci sarà di sicuro la norma correttiva sugli affitti d’oro dei palazzi locati dalle istituzioni, per facilitare la revoca di contratti, così come il governo si è impegnato in Parlamento. Indispensabile decisione per svelenire i rapporti con il M5S. Ci saranno poi le norme non rinviabili dell’ex «Salva Roma», tra cui quella che ha permesso al Comune di Roma di redigere il bilancio. Il sindaco Ignazio Marino sta sulle spine: «Sono assolutamente rispettoso - dice - della saggezza del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio, che hanno ritenuto che il decreto fosse stato trasformato in un documento diverso da quello originario. Ma sono preoccupato per il bilancio...».

Nel Milleproroghe ci sarà quindi l’annunciata norma sul conflitto di interessi che proroga il divieto di incroci societari tra stampa e televisione. Il premier si era impegnato nel corso della conferenza stampa di fine anno a non essere disattento su questo tema, che dovrebbe essere ripreso alla grande nell’agenda di governo già a gennaio. In conclusione, il divieto di incroci proprietari nato con la legge Gasparri nel 2004, e che sarebbe decaduto il 31 dicembre 2013, resterà in vita.

Nel Milleproroghe non ci sarà, invece, la correzione della tassa rifiuti Tasi 2014: il governo ha deciso che l’intera partita dei tributi locali, per omogeneità di materia, finirà nel decreto Imu 2013 che è in corso di conversione e scade a fine gennaio. E ancora. Nel decreto ci sarà un capitolo che possiamo definire «Salva Venezia».

Oppure la proroga dei pagamenti fiscali per le zone alluvionate della Sardegna lo scorso 18 novembre. O ancora, tra le misure che sicuramente ci saranno, una riguarda il trasporto pubblico locale in Campania: senza un intervento in extremis, si rischia il blocco dei mezzi pubblici a Napoli e dintorni. Si moltiplicano gli appelli a «salvare» tante altre norme, però. Roberto Moraassut, Pd, chiede che sia confermato per un altro anno il blocco degli sfratti, «una delle vere e proprie proroghe urgenti, motivate e coerenti». Federico Fornaro, Pd anche lui, chiede di recuperare «altre norme importanti riguardanti i Comuni in dissesto, in primis Alessandria, tra cui l’allungamento a 3 anni del termine per il raggiungimento dell’equilibrio di bilancio».

Un’altra proroga in ballo riguarda i pagamenti per le imprese terremotate dell’Emilia, Lombardia e Veneto, in scadenza con il 31 dicembre. E poi ci sono gli inviti mirati a non salvare alcune norme contestate. Ermete Realacci, Pd, chiede di far morire definitivamente l’ipotesi di una sanatoria per le costruzioni in legno, non autorizzate, sulle spiagge demaniali. Enrico Zanetti, Scelta Civica, è contrarissimo a nuovi aumenti dell’addizionale Irpef a Roma: «Se il Governo proverà a rimetterla nel Milleproroghe, gliela bocceremo di nuovo in Aula».                                                      fonte

23/12/13

Il decreto Salva-Roma vuol salvare anche i palazzinari

Si chiede di nuovo la fiducia, e questa volta sul decreto salva-Roma. Il motivo del contendere è la proposta presentata da Fraccaro (M5S), che permette agli enti pubblici di recedere dagli affitti onerosi con un solo mese di preavviso: un provvedimento che riguarderebbe i costosi Palazzi Marini che ospitano Montecitorio (costati 444 milioni di euro in 18 anni, come sollevato da il Corriere della Sera) e che solo due giorni fa era stata annullato dal Senato.
A quel punto il Pd si era detto disponibile a reinserire lo stop, ma all’improvviso, secondo quando denunciato dai 5 Stelle, si è scoperto un emendamento alla legge di stabilità che annullerebbe nuovamente la “norma contro gli affitti lussuosi”.
Buonanno

La proposta del governo è quella di inserire la correzione nel primo decreto utile dopo Natale. I grillini: “Se non sarà messo nel milleproroghe il 27 dicembre, facciamo ostruzionismo fino a fine anno e salta il decreto Salva Roma”. In poche parole, se il governo non manterrà la promessa, Lega Nord e M5S riapriranno le ostilità alla Camera quando, archiviata la fiducia, si tratterà di dare il via libera al decreto con il voto finale sul provvedimento. Ma le opposizioni hanno l’appoggio anche del segretario democratico Matteo Renzi: “La norma contro gli affitti d’oro è giusta”, ha commentato a Che tempo che fa, “sono d’accordo con i 5 stelle. Nessuno ha il monopolio delle buone idee. E’ giusto chiedere sacrifici ai deputati. Possono benissimo avere uffici più piccoli”. E dopo l’apertura subito precisa: ” Il movimento Ciinque stelle non è un movimento fascista, sono sfascisti e in 3 o 4 decidono tutti tra loro perché molti, invece, ci vorrebbero dare una mano”. Neanche il tempo di cantare vittoria per la cancellazione dal decreto dell’emendamento che penalizzava i Comuni impegnati a combattere il gioco d’azzardo, che lo scontro si è spostato sulla delicata questione degli affitti d’oro. “La casta”, hanno commentato i deputati M5S Castelli e Fraccaro, “ha trovato un altro modo per bloccare il nostro intervento contro gli affitti d’oro. Abbiamo trovato un emendamento nella legge di stabilità che impedisce allo Stato di disdire alcuni contratti con i ‘palazzinari”. I responsabili sarebbero la Ragioneria dello Stato ed il Governo: “Abbiamo trovato questa norma, scritto sotto invito della Ragioneria dello Stato, con il quale il relatore del provvedimento della Stabilità esclude dalla rescissione dei contratti di affitto quei privati che hanno dei fondi di garanzia legati agli immobili in questione. Significa – spiega la deputata – che se i proprietari degli immobili hanno una assicurazione su quell’immobile, lo Stato non può disdire il contratto. E guarda caso, sembra che la società Milano 90 che affitta i locali alla Camera dei deputati una assicurazione del genere ce l’hanno”. Il ministro Dario Franceschini ha difeso invece la necessità di procedere con il voto di fiducia senza intervenire sugli affitti: “La commissione Bilancio della Camera ha fatto un lavoro importante sul testo del decreto, approvando alcuni emendamenti soppressivi su materie che erano state poste dal Senato. L’incrocio del calendario parlamentare con la legge di Stabilità, non essendo stato possibile raggiungere alcun accordo nella conferenza dei capigruppo, spingono il governo a porre la questione di fiducia”. E ha aggiunto: “E’ emerso in queste ore un problema nella Legge di stabilità che non si può modificare in questo provvedimento. Prendo l’impegno, a nome del Governo, di approfondire nella pausa di questi giorni come intervenire per correggere nel primo dei provvedimenti di urgenza che il governo sarà chiamato ad affrontare”. Ma in Aula per tutto il giorno è regnato il caos. Leghisti e i cinque stelle hanno chiesto a gran voce che il governo correggesse subito il pasticcio intervenendo sul decreto salva Roma, in discussione a Montecitorio. Uno per tutti il leghista Gianluca Buonanni, che dopo il suo intervento ha mostrato un “forcone” di cartone. Nella notte tra sabato 21 e domenica 22 dicembre, la Commissione bilancio della Camera aveva dato il via libera al testo: nell’ultima versione, erano state eliminate le norme che prevedevano tagli per i Comuni ‘no-slot’ che contrastano il gioco d’azzardo ed era stata reinserita la possibilità di recesso dagli affitti per i palazzi istituzionali. Prevista anche la soppressione del comma 20-septiesdecies dell’articolo 1 che consentiva alle Province la deroga al patto di stabilità. Il testo che a priori dovrebbe intervenire per permetter l’aiuto di alcune municipalizzate a Roma e che ha consentito alla capitale di votare il bilancio previsionale per il 2014, ha al suo interno anche “misure finanziarie urgenti per gli enti locali”.                                            fonte
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