Ormai il
Cavaliere esclude la collaborazione con il
Pd se si voterà per la sua decadenza. "Come può pretendere il
Partito democratico che i
nostri senatori e i nostri
ministri continuino a collaborare con chi,
violando le leggi, compie un
omicidio politico, assassina politicamente
il leader dei moderati?"
Risponde a distanza all'invito del segretario del Pdl Angelino Alfano intervistato, che lo esortava a sostenere
Letta anche in caso di decadenza, in una intervista all'
Huffington Post.
Rivolgendosi poi ai senatori “
colombe” del Pdl, in vista della discussione e del voto al
Senato del 27 novembre. Ricorda loro il ‘caso’ di
Gianfranco Fini, invitandoli a “non commettere errori che li segnerebbero per tutta la vita”
. E
suggerisce: “A loro dico: se si contraddicono i nostri elettori, non si
va da nessuna parte".
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Ex Premier |
Anche
Fini e altri ebbero due settimane di spazio
sui giornali, ma poi è finita come è finita”. Poi prosegue: ”Li
inviterei ad ascoltare i cittadini sia sulla legge di stabilità che
sulla mia decadenza. E ricordino che il tema non è tanto quello di
essere leali a
Silvio Berlusconi, ma quello di essere leali ai nostri elettori e ai programmi su cui ci hanno dato il consenso”.
Berlusconi
esclude poi qualsiasi possibilità di rottamare il partito. Un’ipotesi
che definisce “una fantasia fondata sul nulla”. In vista del consiglio
nazionale, l’ex
presidente del Consiglio si sofferma sulla riorganizzazione di
Forza Italia e sul suo modello organizzativo.
“Mi hanno dato anche dello ‘sfasciacarrozze – dice -, ma nel mio lavoro
(dall’urbanistica alle comunicazioni, dallo sport alla politica), ho
sempre fatto il contrario. Ho sempre cercato di mettere insieme e usare
al meglio tutte le risorse umane possibili, valorizzando al massimo le
capacità di ciascuno”. “Nel nostro movimento – aggiunge – esiste un
patrimonio di persone, di parlamentari, di consiglieri regionali,
provinciali e comunali, di dirigenti sul territorio, di militanti che va
assolutamente salvaguardato. A questo patrimonio dobbiamo cercare di
aggiungere altri protagonisti del mondo dell’impresa, delle professioni,
della cultura, del lavoro, per rinnovare la nostra passione e il nostro
entusiasmo e fare sempre di più”.
Nel corso dell’intervista,
Berlusconi interviene anche sulla legge di stabilità che “va cambiata
profondamente, come noi ci accingiamo a fare in Parlamento”. A motivare
la sua c’è ”la sorpresa inaccettabile del ritorno mimetizzato della
tassa sulla prima casa, cosa per noi assolutamente insostenibile”. Ma le
critiche alla manovra si spingono oltre l’ipotesi dell’
Imu e
riguardano una crescita economica che, finora, è stata disattesa.
“Serviva uno choc positivo, una frustata che ci aiutasse a cogliere la
ripresa. E invece – aggiunge l’ex premier – sono venute fuori molte
misure rinunciatarie.
Ma quello che è più grave è la non comprensione di ciò che accade nel
Paese. Dalla pubblicità ai consumi di energia, dalle auto agli
elettrodomestici, dell’abbigliamento fino ai consumi alimentari, tutto
dimostra che c’è paura e depressione”.
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