Il-Trafiletto
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25/09/14

Nascita della matematica | dalla preistoria all'era digitale -

Nascita della matematica

Come nasce la matematica?

Fin dalla sua apparizione sulla Terra, l’uomo prima di comunicare con la parola ha comunicato con i numeri. Infatti si sono ritrovati dei disegni con conoscenze matematiche e della misurazione del tempo basata sull'osservazione delle stelle.

 

Altri reperti preistorici scoperti in Africa e in Francia, datati tra il 35.000 a.C. e il 20.000 a.C., indicano i primi tentativi di calcolo. I paleontologi pensano che i primi conteggi coinvolgessero donne che registravano i loro cicli mensili o le fasi lunari.

Insieme ai disegni si sviluppò il concetto di numero. Si pensa che le prime considerazioni riguardassero i branchi di animali e la distinzione tra i concetti di uno due e molto, come ancor oggi fanno gli “zulu”, i “pigmei” africani, i nativi delle Isole Murray, i “kamilarai” australiani e i “botocudo"brasiliani.
Si è verificato che altre popolazioni erano in grado di aumentare la capacità di conteggio visivo guardando, secondo un preciso ordine, alcune parti del proprio corpo, contando fino a 17, 33, 41 a seconda dei riferimenti utilizzati.
Sembra però, senza il bisogno di contare, che la capacità visiva di elementi percepita sia di quattro.
E' da notare che alcune lingue riportano la declinazione delle forme al singolare, duale, triale, quattriale e plurale. Anche in latino solo i primi quattro numeri (unus, duo, tres, quatuor) sono declinabili.

In seguito questi concetti si manifestarono con tacche e incisioni, sviluppando così le prime semplici nozioni geometriche. I paleontologi hanno scoperto rocce di ocra in una caverna del Sudafrica adornate di configurazioni geometriche che risalgono al 70.000 a.C.
L'osso d'Ishango, ritrovato nell'area delle sorgenti del Nilo (nord est del Congo), presenta delle incisioni che potrebbero indicare una primitiva conoscenza della sequenza dei numeri primi.
Osso d'Ishango-perone di babuino  
(Real Museo di Scienze naturali di Bruxelles)


Monumenti megalitici che in Egitto risalgono fino al V millennio a.C. e in Inghilterra e Scozia a partire dal III millennio a.C., con il loro disegno concretizzano idee geometriche come quelle di cerchio, ellisse e terna pitagorica e una possibile comprensione della misurazione del tempo basata sui movimenti delle stelle. Intorno al 2600 a.C. le tecniche per le grandi costruzioni mostrano la padronanza della geodesia di precisione.

Le prime nozioni matematiche che ci sono giunte dall'antica India risalgono fra il 3000 a.C. e il 2600 a.C., prevalentemente nell'India settentrionale e nel Pakistan. 
Furono sviluppati un sistema di pesi e misure uniformi che si serviva di frazioni decimali, una tecnologia dei mattoni sorprendentemente avanzata che utilizzava i rapporti di strade disposte secondo perfetti angoli retti e di un'enorme varietà di forme e figure geometriche (parallelepipedo rettangolo, botte, cono, cilindro e figure di cerchi e triangoli concentrici ed intersecati).

Tra gli strumenti matematici scoperti vi sono un'accurata riga con suddivisioni decimali precise e ravvicinate, uno strumento a conchiglia che serviva da compasso per misurare angoli sulle superfici piane secondo multipli di 40 – 360 gradi e uno strumento per la misura delle posizioni delle stelle per la navigazione.

La scrittura dell'Indo non è ancora stata decifrata; pertanto si conosce molto poco delle forme scritte della Matematica indiana.

L'evidenza archeologica ha condotto alcuni storici a credere che questa civiltà usasse un sistema di numerazione in base 8 e possedesse la nozione del rapporto fra lunghezza della circonferenza di un cerchio e del suo diametro, cioè un valore di π.

09/09/14

Una storia in divenire

La caccia ai pianeti ha riservato molte sorprese e ha spesso portato a conclusioni erronee sulla formazione dei mondi. 


Ecco tre scoperte che hanno cambiato il nostro modo di pensare ai pianeti.

Giove caldi 
I primi pianeti extrasolari scoperti si rivelarono molto diversi da quelli del nostro Sistema Solare. Erano grandi almeno come Giove e distavano dalla loro stella appena pochi milioni di chilometri. Era cosi in tutta la galassia? No di certo; anzi, i "Giove caldi" sono piuttosto rari, ma dato che producono i maggiori e più rapidi spostamenti nella rispettiva stella, spiccano nelle osservazioni astronomiche. Si ritiene che in realtà essi siano molti meno delle loro controparti rocciose.

Metalli pesanti 
Una decina d'anni fa sembrava che le stelle con una percentuale relativamente elevata di "metalli" (termine che in astronomia indica gli elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio) nei loro strati esterni avessero una probabilità maggiore di essere circondate da pianeti. Ovviamente una stella ricca di metalli deve essere accompagnata da un disco ricco di metalli, pieno di materiale di costruzione per pianeti, no? In realtà ciò è vero solo per le stelle che ospitano "Giove caldi". Ora gli astronomi sanno che possono esistere pianeti attorno a stelle con quantità molto disparate di metalli.

Sistemi solari 
Finora non è stato scoperto nessun sistema esoplanetario particolarmente somigliante al nostro Sistema Solare. Ma ciò non vuol affatto dire che siamo unic nell'Universo. Il fatto è che i sistemi con pianeti piccoli nelle regioni interne ed enon in quelle più lontane sono eccezionalmente difficili da rilevare con gli strumenti e le tecniche disponibili oggi. Potrebbero però essercene a milioni, in attesa di esser scoperti con gli apparecchi e i telescopi spaziali del futuro.(science)


02/09/14

Il tempo | Scritto tra le stelle

Una supernova esplodendo
può dare luogo alla creazione
di buchi neri
L'Universo è efficiente nella produzione di buchi neri, che potrebbero generare nuovi universi.
Quando le stelle giganti esauriscono il loro combustibile nucleare, collassano sotto la loro stessa gravità, scatenando l'esplosione di una supernova. 


Se la massa rimanente è relativamente scarsa, si trasforma in una cosiddetta stella di neutroni. Ma se è sufficientemente pesante, nulla può impedire alla gravità di trasformare ciò che rimane in un buco nero, un oggetto infinitamente denso. Il fisico teorico statunitense Lee Smolin ritiene che i buchi neri generino nuovi universi e che molti di questi "figli" - tra cui il nostro Universo - siano particolarmente adatti alla creazione di ulteriori buchi neri.

Secondo le attuali teorie sulla formazione dei buchi neri, ciò significherebbe che al nostro Universo dovrebbero bastare resti di supernova di appena il doppio della massa del nostro Sole per formare buchi neri. Possiamo quindi formulare una previsione: se si trovano resti con una massa maggiore di questa che ciò nonostante formano una stella di neutroni e non un buco nero, sarà dimostrazione del fatto che il nostro Universo non è ottimizzato pa¬la creazione di buchi neri, confutando così la teoria di Smolin. Gli astronomi non hanno mai scoperto una stella di neutroni che violi il limite di Smolin... finora, almeno.
L'equazione di Wheeler-DeWitt
che uccide il tempo.
 

L'equazione di Wheeler-DeWitt che uccide il tempo. 

1 Secondo la teoria quantistica, il comportamento di qualsiasi cosa, da una particella subatomica all'intero Universo, si può estrarre dalla conoscenza della funzione d'onda Psi. E per conoscerla occorre risolvere l'equazione dì Wheeler-DeWitt.

2 Il fattore di scala cosmico cioè, grosso modo, il raggio dell'Universo. Curiosamente, malgrado si sappia che l'Universo si espande, e quindi il fattore di scala deve crescere nel corso del tempo, l'equazione non menziona da nessuna parte il tempo stesso.

3 Un fattore che ha a che fare con la cosiddetta scala di Planck, circa 100 miliardi di miliardi di volte più piccola di un protone. A questa scala persino le "maglie" che formano il tessuto dello Spazio sarebbero identificabili.

4 II campo scalare, un misterioso "campo di forze" che si ritiene esistesse all'inizio dell'Universo. Le sue origini sono ignote, ma si pensa che abbia svolto un ruolo fondamentale durante il Big Bang.

5 Il potenziale scalare, che dà una misura dell'entità del campo scalare, e quindi della sua capacità di far espandere l'Universo. Mentre un tempo si pensava che dop il Big Bang fosse calato fino a zero, forse ha tuttoi un effetto sul Cosmo.(science)


28/07/14

La Terra da spettacolo

Foto:NASA
Tutte le macchie luminose visibili in questa foto sono fulmini che hanno colpito la Terra nell'arco di 15 minuti.

La foto in time-lapse, scattata da Don Pettit, un astronauta presso la Stazione Spaziale Internazionale, è stata ottenuta con esposizioni multiple da 30 secondi, poi montate in sequenza con un software di elaborazioni immagini.

Le stelle appaiono come scie di luce che si stagliano sullo sfondo blu scuro del cielo notturno, mentre sulla superficie terrestre sono visibili le bande luminose delle illuminazioni urbane. Solo l'osservazione dallo Spazio permette di rendersi conto del numero di temporali in atto.
"Si verificano circa quattro milioni di lampi al giorno, sparsi in tutto il Pianeta", dice Joseph Dwyer, esperto di fulminologia presso il Florida Institute of Technology. La frequenza delle scariche varia nel corso della giornata, ed è massima quando il Sole sovrasta masse estese di terraferma, quali l'Africa e le Americhe.(science)

20/07/14

Buchi neri | Quanto pesano quelli supermassivi?

Buco nero supermassiccio
Si pensa che molte, se non addirittura tutte le galassie abbiano dei buchi neri "supermassìcci" al loro centro.

Una controversia circonda la loro origine, ma si ritiene che in qualche modo una quantità colossale di materia sia finita in uno spazio così piccolo da collassare su se stessa formando un buco nero. Gli astronomi possono stimare la massa dei buchi neri cercando stelle e altri corpi caldi e incandescenti vicini al centro delle galassie, e misurandone velocità e distanza dal centro. Quando queste informazioni sono inserite entro determinate formule derivanti dalla legge di gravità, esse indicano se le velocità sono tali da poter essere spiegate solo dall'orbita intorno a un buco nero gigante.

Nel caso della nostra Via Lattea, sono state individuate stelle che si muovono a velocità sbalorditive di diversi milioni di chilometri all'ora, su orbite solo poche migliaia di volte più grandi di quella della Terra intorno al Sole. La legge di gravità dimostra che ciò è possibile solo se le stelle stanno orbitando intorno a un oggetto con una massa circa quattro milioni di volte quella del Sole: in altre parole, un buco nero supermassiccio. 

Di recente, gli astronomi hanno anche dimostrato che un uso raffinato di questa stessa idea può rivelare non solo la massa dei buchi neri, ma anche il loro tasso di rotazione.(science)


04/07/14

Buchi neri nel tempo

Il progresso della nostra conoscenza di questi strani fenomeni.

Nel 1783 il grande scienziato britannico e pastore anglicano John Mitchell ipotizzò che alcune stelle possano essere cosi dense che la luce non può sfuggire alla loro attrazione gravitazionale. Non è l'idea fondamentale di che cos'è un buco nero? Si.

 Albert Einstein
Nel 1915 Albert Einstein mostra che la gravità è una deformazione dello spazio-tempo provocata dalla materia. In campo astronomico ciò significa che se la gravità è sufficientemente forte è possibile un buco nero e che qualcosa può collassare al punto che nulla, neppure la luce, ne può sfuggire.

 Maarten Schmdit 
L'astronomo Maarten Schmdit nel 1963 scopre che un oggetto lontano, una quasar, è una galassia che trae energia da un buco nero supermassiccio al suo centro.
John Wheeler
Nel 1967 il fisico John Wheeler conia il termine "buco nero", affermando che "lo spazio può essere appallottolato come un pezzo di carta fino fino a divenire un punto infinitesimale".

Stephen Hawking 
Siamo giunti nel 1974, quando il fisico britannico Stephen Hawking dichiara che un buco nero può emettere una forma di radiazione che porta in definitiva alla sua evaporazione.

Nube di gas G2
2013, la nube di gas G2 si avvicina troppo al buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, Sagittarius A: l'incontro permetterà osservazioni senza precedenti delle "abitudini alimentari dei buchi neri".(science)



28/04/14

Particelle subatomiche | Di cosa sono fatte queste particelle?

Solitamente tendiamo ad affermare che gli oggetti sono fatti di alcune sostanze chimiche, a loro volta formate da atomi specifici, fatti di particelle subatomiche. Ma di cosa sono composte queste particelle?

Molti teorici ritengono al riguardo che tali componenti ultimi siano una forma di energia creata dalle vibrazioni di bizzarre entità multidimensionali che vengono chiamate superstringhe.
Il concetto teorico delle superstringhe nella fisica moderna, è un concetto del tutto teorico, che tenta di fornire una spiegazione chiara ed accettabile a tutte le particelle e le forze fondamentali della natura, racchiudendoli in un'unica teoria, considerando queste entità come vibrazioni di sottilissime stringhe supersimmetriche.

Tale teoria è considerata da più parti una delle più promettenti teorie riguardo la gravità quantistica. Con il termine di teoria delle superstringhe, in realtà si vuole indicare una contrazione del termine più corretto di "teoria supersimmetrica delle stringhe" perché contrariamente a quanto affermato dalla teoria bosonica delle stringhe, questa è la versione della teoria delle stringhe che comprende i fermioni e la supersimmetria. Al momento non si hanno predizioni quantitative sperimentali che possano essere verificate o smentite.
Particelle subatomiche

Quindi non avendo una controprova, ad oggi il problema più importante della fisica teorica è quello di dovere armonizzare la relatività generale, che speiga la gravità e che possa essere applicata al macrocosmo, ovvero sia alle stelle, galassie, ammassi, con la meccanica quantistica che si occupa di spiegare le altre tre forze fondamentali che descrivono il microcosmo (elettroni, fotoni, quark).

Lo sviluppo di una teoria quantistica dei settori comprendenti una forza, fornisce invariabilmente probabilità infinite (e quindi prive di utilità). I fisici teorici a tal proposito hanno dato vita ad una tecnica matematica detta rinormalizzazione che cancella questi "infiniti" che si trovano nell'elettromagnetismo, nella interazione nucleare forte e nell'interazione nucleare debole, ma non quelli che si trovano nella gravità (senza l'introduzione di un numero infinito di termini alla definizione Lagrangiana della teoria, rischiando la località, o altrimenti un numero finito di termini che non rispettano l'invarianza di Lorentz). Quindi lo sviluppo di una teoria quantistica della gravità deve essere espressa necessariamente in maniera diversa nei confronti delle teorie che fanno riferimento alle altre forze della natura.

Il concetto che sta alla base della teoria è quello che i costituenti fondamentali della realtà sono "stringhe" o "corde" di lunghezza pari a quella di Planck (1,616x10−35 m) che vibrano a frequenze differenti. Il gravitone, la particella che dovrebbe fare da mediatrice della gravità, per esempio, è descritta dalla teoria come una stringa che vibra con ampiezza d'onda uguale a zero. Questa particella nasce dalle oscillazioni nello spazio di una stringa chiusa; l'elisione di componenti energetiche sui vari piani di vibrazione rende possibile sia l'esistenza di particelle con massa nulla (ad esempio fotoni) che di particelle dotate di massa non nulla ed in cui alcune componenti energetiche non si elidono.

Un'altra condizione prevista dalla teoria è che non vi sono differenze misurabilmente riscontrabili tra stringhe che si "accartocciano" intorno a dimensioni più piccole di loro stesse e quelle che si muovono lungo dimensioni più grandi (cioè, gli effetti in una dimensione di grandezza R sono uguali a quelli in una dimensione di grandezza 1/R). Le singolarità sono evitate in virtù del fatto che le conseguenze che si potrebbero osservare in un Big Crunch non raggiungono mai lo zero. Infatti, se l'universo dovesse iniziare un processo di contrazione tipo il Big Crunch, la teoria delle stringhe ci dice che l'universo non potrebbe mai diventare più piccolo delle dimensioni di una stringa e che a quel punto dovrebbe iniziare ad espandersi.

26/02/14

Il manoscritto di Voynich | Il mistero mantento per secoli inizia a svelarsi!

Il manoscritto di Voynich! Il mistero mantento per secoli inizia a svelarsi! Rimasto indecifrabile per secoli, il criptico manoscritto Voynich, il codice medioevale acquistato agli albori del XX secolo dal mercante di libri Wilfrid Voynich da un collegio gesuita italiano, inizia a perdere l'alone di mistero che laveva conservato per cosi tanto tempo!

Il misterioso manoscritto pare dunque iniziare a perdere parte del velo di mistero, adesso che Stephen Bax della University of Bedfordshire è riuscito nell'impresa di mettere insieme un minimo di alfabeto Voynich, combinando alcuni dei simboli contenuti nel libro a dei suoni.
Sembrerebbe che le origini del linguaggio usato per il codice, abbiano origini dell'Asia occidentale e non dal Messico, come era stato ipotizzato di recente. Gran parte del codice resta ancora oggi indecifrabile, dal momento che i simboli usati non sono riconducibili a nessun linguaggio noto, ma le analisi di Bax potrebbero essere la chiave di volta per portare alla luce quel che nasconde il manoscritto, pregno di rappresentazioni botaniche, astronomiche e figure umane.

Per interpretarne il contenuto Bax ha analizzato alcune parole potenzialmente rappresentanti dei disegni, per via della loro collocazione e le ha quindi confrontate con i nomi corrispondenti allo stesso disegno, ma in altre lingue.
“Il manoscritto ha un sacco di illustrazioni di stelle e piante”, ha dichiarato Bax, “Sono stato in grado di identificare alcuni di questi, con i loro nomi, cercando in manoscritti medievali a base di erbe in arabo e in altre lingue e poi ho cominciato a decodificarli, con alcuni risultati entusiasmanti”.
Manoscritto di Voynich

Così, per esempio, racconta il New Scientist, una parola vicino a una possibile rappresentazione di una pianta di ginepro è stata accostata alla parolaoror” scritta nell’alfabeto romano e quindi alla pronuncia ”a’ra’r” del nome arabo usato per il ginepro. Alcuni simboli usati in questa parola sono quindi stati trovati anche in una rappresentazione di stelle nel libro, forse quella delle Pleiadi, nella costellazione del Toro, identificando un potenziale termine corrispondente alla parola Taurus.

Procedendo in tal modo Bax ha decodificato 14 simboli in tutto, riuscendo a leggere pochissime parole (come quelle per ginepro e Taurus, ma anche elleboro e coriandolo). Ancora pochi, ma lo scienziato confida di coinvolgere altri linguisti a lavorare sul suo metodo per mettere insieme un alfabeto Voynich completo. Per adesso, conclude il ricercatore, le similitudini con il latino, il greco e l’arabo portano a credere che il manoscritto sia un trattato sulla natura originario delle regioni caucasiche dell’Asia occidentale.

11/02/14

Al-manākh

Almanacco

1840 Gaetano Donizetti conquista il pubblico parigino con la prima rappresentazione de “La Figlia del Reggimento”, recitata al Thèatre de l’Opera-Comique.
1858 A Lourdes, un piccolo paese nel sud della Francia, la giovane contadina Bernadette Soubirous incontra, per la prima volta, ai margini del fiume Gave, la “bella Signora”.
1881 Nasce a Quargnento, in Piemonte, il pittore Carlo Carrà. La sua opera segue gli sviluppi artistici del Futurismo, della Metafisica, fino alla pittura murale, tipica degli anni ’30.
1929 Santa Sede e regime fascista siglano i Patti lateranensi. Gli accordi sono firmati dal cardinale segretario di Stato Pietro Gasparri e da Benito Mussolini. L’Italia riconosce la Città del Vaticano come Stato sovrano e indipendente.
1934 Nasce Mary Quant, stilista inglese. Nel 1955 apre la sua prima boutique - il «Bazaar» - a Londra, in King’s Road, e raggiunge presto una discreta notorietà. Ma il successo travolgente arriva nel 1965 quando, sull’onda dell’accorciamento delle gonne proposto da Courrège, lancia la sua «miniskirt»

Compleanni: 1847 Thomas Alva Edison (inventore del magntofono e della lampadina elettrica), 1908 Philip Dunne ( regista e drammaturgo "Com'è verde la mia valle), 1909 Joseph Mankiewicz (regista e drammaturgo "Bulli e Pupe"), 1921 Ottavio Missoni (stilista), 1926 Leslie Nielsen (attore "Scuola di Polizia")

Santo: Beata Vergine Maria di Lourdes
Proverbio: Chi offre amore amore raccoglierà

Stelle: creare una mappatura delle superfici dei vari pianeti rappresenta un'attività piuttosto complessa che richiede l'uso di vaire tecnologie. La cartografia radar, per esempio, è il sistema usato dalla sonda Magellano per la superficie di Venere. Questa tecnica consiste nell'inviare onde radio verso il pianeta e misurare il tempo necessario per il ritorno dell'eco

Tanto per citare: La traquillità è il primo dovere del cittadino (Schulenburg-Kehmert)

Tempeste magnetiche: soprattutto nella seconda e terza decade

28/01/14

Signora avidità | Pessima consigliera: le amministrazioni pubbliche come il povero contadino della fiaba dell'oca dalle uova d'oro!

Generalmente, come insegna il fatato universo delle fiabe, la "signora" avidità, risulta essere una pessima consigliera: lo rammentiamo tutti quanti, sopratutti i più attempati negli anni, la celebre fiaba in cui l'avido contadino in possesso dell'oca magica dalle uova d'oro, stanco di aspettare il suo tanto agognato "uovo d'oro" ogni giorno, credendo che l'oca ne fosse pregna, decise di ucciderla! Ma ahimè, ebbe una triste sorpresa: non trovò nessun uovo d'oro all'interno d'essa, perdendo nella disperazione più cupa la sua unica fonte di sostentamento.

La fiaba viene presa come esempio in uno studio recente effettuato dall'associazione europea delle imprese di osservazione della terra, Earsc, messo in atto al fine di dare ancor più importanza a ciò che una politica aperta e gratuita nella distribuzione dei dati ottenuti dalle molteplici missioni spaziali finanziate con i soldi dei cittadini europei.

L'oca dalle uova d'oro
Dicevamo per l'appunto, come negli anni '90 si fosse diffusa la convinzione che le amministrazioni pubbliche fossero a riposare e gongolare su di una miniera d'oro: i dati e le informazioni che venivano generati nell'ottemparare i loro compiti, per poi essere rivenduti agli utenti per ridurre la necessità di sovvenzioni e anzi diventare centri di profitto.
Insomma, come il contadino della storia dell'oca dalle uova d'oro, ogni giorno potevano godere del denaro con modesti costi aggiuntivi dalla loro attività istituzionale.
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L'oro che arriva dalle stelle

Ma, così come capitò al contadino della favola i governi e le agenzie governative si facere tentare tanto da questa idea da rendere a pagamento anche informazioni prima gratuite, quasi uccidendo l'oca!
Già alla fine degli anni '90 ci si rese conto che questa politica lungi dal moltiplicare il valore dei dati lo distrugge, scoraggia il loro utilizzo, aumenta i costi della loro gestione, e cosa più che mai importante ai giorni nostri, impedisce la nascita di imprese innovative che da questi dati possono creare attività di successo, che a loro volta genereranno benessere per i cittadini e tasse per i governi. 

I benefici diretti e indiretti
Questo tema vero per tutti i Psi (public service information), è estremamente importante per i dati di osservazione della terra. Nei prossimi mesi, con il contributo dell'Ue e dell'Agenzia spaziale europea, verrà lanciata in orbita la prima "sentinella", cioè il primo satellite che servirà il programma europeo Copernicus. Questo programma spaziale è il secondo frutto della politica europea dello spazio dopo Galileo, e rappresenterà, se ben utilizzato, un importante strumento per aumentare la sicurezza ambientale, le politiche di sviluppo sostenibile, ma anche lo sviluppo di una nuova economia basata sull'uso di questi dati.

Uno studio della Commissione europea ha stabilito che nei prossimi 15 anni Copernicus genererà oltre 20.000 nuovi posti di lavoro diretti, rispetto agli attuali 5.000 occupati del settore, soprattutto nel settore "down stream", cioè il settore di utilizzo e creazione di applicazioni dei dati di osservazione della terra, largamente presidiato da Pmi. Ma il beneficio indiretto offerto dall'integrazione di questi dati con altre informazioni (catasti, dati meteorologici, informazioni sul traffico) creerà oltre 80.000 nuovi posti in settori collaterali. Bisogna aggiungere che i dati delle Sentinelle saranno acquisiti su tutto il globo, ponendo in una posizione di vantaggio le industrie europee che da anni lavorano alla definizione di processi e sistemi efficaci per la loro elaborazione.

Ma perché questo accada è importante che i dati siano all'origine gratuiti, riproducibili e accessibili, per non spezzare la catena virtuosa del valore dei dati.
Esistono ormai molti esempi della validità di questo approccio, ad esempio nel 2011 gli Usa hanno deciso di rendere disponibili gratuitamente e sulla base di una politica aperta, i dati della missione Landsat. Questo ha consentito all'ente incaricato della distribuzione dei dati, l'Usgs, di fare consistenti economie sulle strutture di fatturazione e pagamento, mentre il cambio della politica dei dati, solo nella pubblica amministrazione ha consentito economie di oltre 200 milioni di dollari l'anno.

Entro la prossima primavera il Parlamento europeo dovrà approvare la legge che regolerà l'accesso ai dati, vi è un quasi unanime sostegno dai governi europei a una politica gratuita e aperta di accesso, dispiace che le uniche voci in controtendenza vengano dal nostro Paese, sembrerebbe che nelle sue diverse espressioni la rappresentanza italiana presso la Ue si è prima opposta fieramente, e in splendido isolamento, per poi spingere per una soluzione che limiti questa politica riducendone i benefici ai soli confini dell'Unione e proponendo una sua revisione entro due o tre anni.

Tale limitazione oltre a essere difficile tecnicamente da applicare, provocando anche un aumento dei costi del sistema di distribuzione dei dati, ridurrà l'orizzonte di stabilità del mercato dei dati scoraggiando l'effettiva realizzazione di investimenti privati, che hanno bisogno di stabilità e certezza delle regole su periodi medio lunghi. Sarebbe bene che l'Italia rivedesse la sua posizione sulla politica dei dati delle missioni spaziali europee, e al tempo stesso avviasse un dibattito sulla politica e l'accessibilità dei dati delle missioni nazionali, per cercare se possibile di salvare le oche nazionali, che se anche producono uova d'oro non sono distribuite con l'efficienza dovuta.

01/01/14

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera…

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera
Era iniziato in grande stile il 2013 dello spazio, quando il 15 febbraio con l’arrivo della grande meteora sulla Russia, e si conclude altrettanto con giorni in cui, traghettandoci ad un promettente 2014 due incredibili gioielli della tecnologia spaziale si “scontreranno” nell’infinita ultima frontiera: il rover Curiosity, made in Usa, di istanza su Marte e il Coniglio di Giada, made in China allocato sulla romantica Luna, dove finalmente il “destino” ci ha riportato.

A fare da cornice a tutto ciò, le sempre più agguerrite e protagoniste imprese private americane come SpaceX, Orbital Sciences e Virgin Galactic che in pochi anni, grazie al trasloco di tecnologia e know how imposto da Obama, sono nate dal nulla e ora, con contratti “faraonici”, fanno da rifornimento alla ISS, le prime due, o dominano, come la terza, nel promettente campo del "turismo spaziale". Nel 2014 potremmo vedere queste compagnie uscire allo scoperto con progetti commerciali anche più importanti, come la preparazione di un viaggio di astronauti su Marte, cui stanno lavorando oramai in parecchi, sia agenzie statali e privati.

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Spazio ultima frontiera
Se la grande meteora, 18 metri di diametro, che ha sfiorato i cieli gelidi della Russia causando 1200 feriti, a causa dei vetri rotti nella città di Chelyabinsk, Siberia, ci ha rammentato che in casi del genere per il momento siamo completamente indifesi, le prime scoperte di Curiosity, il Rover Nasa grande come un Suv terrestre, ha dato un po' di ossigeno al sogno umano di trovare vita, microbica o finanche solo fossile, su Marte, il pianeta che da 100 anni abbiamo come obbiettivo per le nostre speranze di emigrare un giorno da una Terra sovraffollata ed impoverita ( ricordate il film Mission to Mars? ).

Nel mese di settembre 2013, dopo settimane di discussioni accese, Nasa ha confermato che la sua sonda Voyager 1, partita dalla Terra 36 anni fa, è diventato il primo oggetto costruito dall'uomo a raggiungere lo spazio interstellare, come dire è uscito dal nostro Sistema solare. Certo è moltissimo per noi, ma al tempo stesso è una distanza quasi impercettibile rispetto a quelle fra le stelle della nostra Galassia, miliardi e miliardi di volte più grande.

Si conclude dunque in questi giorni un 2013 davvero eccezionale per lo spazio, con la Cina che ritorna, a nome di tutta l'umanità ma in effetti per i loro giusti interessi, sulla Luna, facendo vibrare l'orgoglio nazionale loro e reagire pesantemente quello di tanti americani. Il rover Yutu, chiamato così in onore del "Coniglio di Giada" protagonista della mitologia cinese, è andato lì per capire se ci si può, e se vale la pena, installarci una miniera vera e propria per l'estrazione di materiali rari sulla terra.
Unica delusione di quest'anno è stata la cometa ISON che aspettavamo come spettacolo natalizio in cielo, ma si è vaporizzata in un attimo per il passaggio troppo vicino al Sole, quasi un bacio della morte cosmico che ci ha privato dello spettacolo.

Forse il 2014 sarà l'anno in cui troveremo, con una ragionevole certezza, un pianeta molto simile alla Terra. Kepler, il satellite Nasa, ci ha aperto gli occhi: attorno alle stelle molto vicine a noi, praticamente le nostre vicine di pianerottolo, ruotano almeno un migliaio di pianeti, altri 4000 sono sospetti. Ne abbiamo trovato anche uno proprio simile come massa, ma talmente vicino alla sua stella, il suo Sole per intenderci, da avere una temperatura di 2000 gradi alla superfice, come dire vivere sulla lava dell'Etna. Ma non disperiamoci, se tanto ci dà tanto, dalla piccola ma fondamentale statistica che Kepler ci ha regalato possiamo, con molta ragionevolezza pensare che di pianeti ce ne siano almeno qualche miliardo della nostra galassia. Va bene, saremo anche sfortunati, ma uno prima o poi lo troveremo! O no?

Ma si, o quanto meno lo speriamo, nel 2014 ci si potrà prenotare per un viaggio suborbitale con Virgin Galactic e il suo splendido vascello SpaceShipTwo, in ritardo sui programmi solo di qualche mese. Si va su fino a 100 chilometri dove inizia, per pura convenzione, lo spazio e poi giù a capofitto in assenza di peso. Un bel divertimento anche se un po' caro 20.000 dollari almeno. Xcor e Blue Origin, compagnie private made in USA, sperano di battere sul tempo la Virgin di Sir Branson.

Attorno, o al suolo, al già affollato Marte, arriveremo nel 2014 a 10 mezzi spaziali da quelle parti, arriveranno sonda Nasa Maven, l'ennesima per studiare un pianeta che gli americani considerano "di proprietà loro", e la sonda indiana Mangalyaan. Con questa gli americani avranno sul Pianeta rosso due rover, una stazione fissa, Maven appunto, e tre orbiter, una flotta di tutto riguardo.
Il prossimo anno però sarà fondamentale per Nasa, al di là dei tanti lanci previsti, per il delicatissimo test della capsula Orion, nuovissima e destinata a portare gli astronauti americani nelle imprese spaziali del prossimo ventennio, e tutto dipende dai lanci previsti, in modalità robotica, nel 2014.

Per noi europei, che continuiamo ad essere legati ai finanziamenti statali, il 2014 sarà l'anno della splendida missione Rosetta. In volo dal marzo 2004 è oggi ibernata per risparmiare energia, una specie di bella addormentata che verrà risvegliata il 20 gennaio 2014 da un segnale radio lanciato dalla sala controllo di Esa, l'Agenzia Spaziale del vecchio continente.
Arriverà al suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko nell'agosto e la accompagnerà nel suo viaggio verso il Sole per studiarla, ci farà vedere in diretta, insomma, quel che succede a questi bellissimi oggetti che provengono dalle più lontane zone del sistema solare.

Ma non è tutto, con i suoi dieci strumenti, di cui tre realizzati in Italia, Rosetta ci dirà tutto in tempo reale ma anche nel novembre dell'anno che è alle porte farà atterrare sulla cometa un piccolo lander che preleverà e analizzerà campioni del materiale di cui è formata la 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un altro sforzo per sapere, da uno dei corpi più vecchi del Sistema solare, chi siamo e come ci siamo formati 4 miliardi e mezzo di anni fa.

28/12/13

La classifica più “golosa” al mondo! I migliori 10 chef in circolazione

Per combinazione, avreste gradito che uno degli chef più conosciuti e ricchi al mondo fosse stato alle vostre dipendenze, nella vostra cucina per prepararvi qualche piatto tipico per un Natale diverso dal solito? Bene vi propongo la classifica più “golosa” in circolazione: buon…appetito!

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Alain Duncasse
Cominciamo da lui, Ducasse, quello che se la passa “peggio” tra questi chef: per carità non fraintendetemi non ha nulla da invidiare agli altri, i suoi piatti sono in grado di sedurre qualsiasi palato fine! E’ anche un imprenditore, di nazionalità francese, e lavora al ristoranteLe Louise XV”, all’interno dell’Hotel de Paris, a Monaco, al ristorante che prende il suo stesso nome che si trova a Parigi e al Jules Verne sulla Torre Eiffel!

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Mario Batali
L’unico della nostra classifica ad essere italo-americano, e ad includere ogni giorno nella sua cucina del piatti tipici italiani! Oltre ad essere cuoco, Mario è anche uno scrittore.


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Paula Deen

Questa cuoca statunitense è una vera e propria celebrity-chef, sempre presente sui tipici programmi televisivi americani di cucina. Gestisce alcuni ristoranti insieme ai figli, e scrive tantissimi ricettari. Nonostante ciò, è stata licenziata lo scorso mese di giugno da un programma tv per insulti razziali!


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Ina Garten
Anche questa chef è statunitense, e il suo patrimonio è di 32 milioni di euro! E’ anche autrice di diversi libri, ovviamente sulla cucina.


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Emeril Lagasse
Emeril Lagasse è un famoso e ricco cuoco statunitense, autore di diversi libri, proprietario di diversi ristoranti negli USA e noto anche per partecipare a programmi televisivi dedicati alla cucina.



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Rachel Ray
Lo sapevate che Rachael Ray, una chef appunto famosissima, si è sposata… in Toscana? E’ famosa per aver condotto un programma TV che prende appunto il suo nome, e per aver scritto libri di cucina basati sul concetto di poter preparare pasti completi in 30 minuti.


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Wolfang Puck
Basta, con cuochi americani: è giunto il momento di presentarvene uno… austriaco! E’ conosciuto in tutto il mondo per essere il cuoco ufficiale della serata di gala successiva all’assegnazione dei premi Oscar!



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Gordon Ramsay
Ed ora, ci spostiamo in Scozia: Ramsay è un cuoco e personaggio televisivo britannico, noto per condurre diversi programmi televisivi dedicati alla cucina, tra cui anche dei reality show. Nel corso della sua carriera, gli sono state assegnate ben 13 stelle Michelin!


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Jamie Oliver
Restiamo in Gran Bretagna, ma andiamo però in Inghilterra, per incontrare il secondo chef più ricco del mondo: Jamie Oliver, un famosissimo cuoco, scrittore e conduttore di programmi televisivi!



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Alan Wong
Lo sapevate che lo chef più ricco del mondo è un giapponese? Eccolo qua: il suo nome è Alan Wong, ed il suo patrimonio personale ammonta a ben 808 milioni di euro!

21/10/13

Ecco cosa accade ad una galassia che crescendo si...spegne!

Ecco cosa accade ad una galassia che crescendo si...spegne! L’enigmatico interrogativo che è generato delle “galassie spente”, cioè il loro continuo crescere illusorio anche a formazione stellare ultimata, ha trovato una risposta grazie alla survey COSMOS del telescopio spaziale Hubble. Fra gli autori della scoperta, che verrà presto pubblicata su The Astrophysical Journal, figurano Marcella Carollo dell’ETH di Zurigo e Alvio Renzini dell’INAF, Osservatorio Astronomico di Padova. Esistono galassie, che durante il loro evolversi, arrivano ad uno stadio in cui il processo di formazione stellare finisce: in parole semplici, si spengono. Esiste un aspetto che da sempre lascia dubbiosi gli astronomi: le galassie spente visibili nel lontano passato, appaiono essere molto più piccole delle galassie spente dell’universo attuale. Come possono crescere, le galassie, se la loro formazione stellare si è conclusa? facendo uso di un’enorme raccolta d’osservazioni realizzata con il telescopio spaziale Hubble di ESA e NASA, un team internazionale di astronomi è adesso riuscito a dare una risposta a dir poco sorprendentemente semplice a questo enigma cosmico di lunga data.
Fino al giorno d'oggi si consideravano le grandi galassie spente vicine a noi, dunque anche più recenti, fossero la conseguenza della crescita di quelle più piccole, anch’esse per cosi dire "morte", osservabili nel passato del cosmo. Trattandosi però di galassie nelle quali non si sta avendo più la formazione di nuove stelle, la loro crescita si credeva fosse dovuta a processi di collisione e fusione con altre galassie spente più piccole, di massa fra le cinque e le dieci volte inferiore.
Galassia spenta

Simili processi di fusione compoterebbero però la presenza d’una enorme quantità di queste piccole galassie, per dar modo alla popolazione delle galassie inattive di pasteggiare, presenza che però non si riscontra.
«L'apparente lievitare delle galassie inattive è stato per molti anni uno fra i più grandi quesiti irrisolti dell’evoluzione galattica», afferma Marcella Carollo dell’ETH di Zurigo, prima autrice di un articolo su queste galassie in corso di pubblicazione su The Astrophysical Journal. «Prima della survey COSMOS di Hubble, nessuna fra le raccolte d’immagini disponibili era ampia a sufficienza da permetterci di studiare un grande numero di galassie esattamente allo stesso modo», aggiunge uno dei coautori, Nick Scoville del Caltech (USA). Ora per la prima volta, grazie alle osservazioni realizzate nel corso della survey COSMOS con il telescopio spaziale Hubble, gli astronomi sono stati in grado di identificare e conteggiare le galassie inattive lungo ben otto miliardi di anni di storia cosmica. Il team ha utilizzato l'ampia raccolta d’immagini di COSMOS, integrandola con osservazioni realizzate con i due telescopi Canada-France-Hawaii e Subaru, entrambi alle Hawaii, per dare uno sguardo indietro nel tempo fino a quando l'universo aveva meno della metà della sua età odierna. La porzione di cielo studiata si estende su un’area pari a quasi nove volte quella della Luna piena.
Le galassie inattive risalenti a quell’epoca appaiono piccole e compatte, e sorprendentemente sembrano rimanere tali. Invece di lievitare e crescere attraverso fusioni nel corso del tempo, queste piccole galassie mantengono per lo più le dimensioni che avevano quando la formazione stellare si era conclusa. Ma allora perché pareche con il passare del tempo diventino sempre più grandi?
«Abbiamo scoperto che molte delle galassie più grandi, in realtà, si sono spente tardi, in epoche successive, andando poi a raggiungere le sorelle inattive più piccole e dando così l’impressione, erronea, d’una crescita delle singole galassie nel corso del tempo», nota Simon Lilly, anch’egli dell’ETH di Zurigo.
«È stato un po’ come accorgersi che l’aumento della dimensione media degli appartamenti d’una città non era dovuto all’aggiunta di nuove stanze ai vecchi edifici, bensì alla costruzione d’interi nuovi appartamenti più grandi di quelli precedenti», spiega Alvio Renzini dell'INAF, Osservatorio Astronomico di Padova. Questo ci dice molto su come le galassie si sono evolute nel corso degli ultimi otto miliardi di anni di storia dell'universo. «La risposta all’enigma offerta dal nostro studio è sorprendentemente semplice e ovvia. Ed è ogni volta una grande soddisfazione riuscire a cogliere la semplicità in mezzo all’apparente complessità della natura», conclude Carollo.

20/10/13

Extraterrestri? La verità tra le stelle!

Extraterrestri? La verità tra le stelle! Di certo uno degli argomenti più frequenti nella nobile storia del cinema è il primo contatto... con gli extraterrestri ovviamente. Non c'è giorno, mese, anno che ad Hollywood non si pensi a produrre almeno una decina di film con protagonisti gli alieni, o extraterrestri che dir si voglia. Troverete interessante sapere come il boom degli alieni abbia avuto inizio negli anni ’50 del XX secolo e come la loro prima apparizione risalga a ben oltre 100 anni fa, in una pellicola francese dal titolo “Viaggio nella Luna“.
L'argomento ha generato molta curiosità nel campo cinematografico, ai vari registi di documentari e autori. Sono venute alla luce quindi svariate teorie riguardo il primo contatto degli extraterrestri con la nostra specie, i presunti rapimenti, sulla loro influenza sulla nostra storia, sulla loro presenza celata tra noi, e cosi via dicendo. In qualunque negozio di libri avrete molte probabilità di trovarvi in un intero scaffale pregno di questo genere di libri, invece su tutti i canali televisivi specializzati in documentari almeno una sera alla settimana viene dedicata esclusivamente a queste teorie.
Appare abbastanza evidente che la popolarità di questo argomento, indipendentemente dal tipo di fonte informativa, ha fatto si di renderlo costantemente onnipresente nelle nostre vite. Se, quindi, veniamo assaliti continuamente con storie simili a queste, sarà poi possibile che le nostre convinzioni personali ne possano risentire, possano essere influenzate?
Extraterrestri

Come sempre, quando le nostre menti iniziano ad indagare ci assale con veemenza una domanda, ci rivolgiamo a Ipsos Global @dvisor per cercare di venire a capo e compredere cosa ne pensa il mondo, la società che ci circonda. Buon per noi per noi il fatto che è stato eseguito tre anni fa uno studio speciale riguardo la effettiva esistenza degli extreterrestri. Da quanto si può dedurre dai risultati, pare che un partecipante su cinque a livello mondiale crede che esseri alieni siano arrivati sulla Terra e che abbiano vissuto tra noi. A livello nazionale, le percentuali più elevate si registrano in India (45%) e in Cina (42%), mentre all’estremità opposta dello spettro figurano Svezia, Belgio e Paesi Bassi con appena l’8%. Generalmente sono le donne ad essere restie (83%) più degli uomini (78%) a non credere che gli alieni siano già presenti nella nostra società.
Naturalmente stiamo parlando di dati raccolti tre anni fa. Da allora abbiamo guardato molti film e documentari e ascoltato le teorie più strane sugli alieni. E voi cosa ne pensate? Si sono già insediati sulla Terra o sono ancora nello spazio infinito in attesa del momento giusto?
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