Il-Trafiletto
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12/09/14

Carbonio ed alluminio: non è la solita supercar, questa è la nuova BMW i8

Non si tratta certamente della solita tradizionale supercar, vi state sbagliando di grosso! La nuova nata di casa BMW, la i8, è stata prodotta usufruendo abbondantemente di carbonio e alluminio ed è alimentata da un motore elettrico affiancata a un 1.500 turbo benzina a tre cilindri. 

BMW i8
Si tratta di dettagli, particolari che possono apparire curiosi se facciamo riferimento alla sua linea grintosa e la sua conformazione, ed eleganti al contempo. Ne viene fuori un'auto, la BMW i8 pungente, robusta, ma che dico, di più! Tanto per intenderci, per arrivare ai 100 km orari partendo da ferma impiega soltanto 4 secondi e 28. Insomma, una vettura rivoluzionaria che anticipa il futuro. In particolare, la sportiva tedesca rappresenta lo stato dell’arte per quel che riguarda telaio e powertrain, come dimostrano i nostri test effettuati sia in pista sia in città, dove ha sfilato nella centralissima via Montenapoleone, cuore della moda milanese.

Strumentazione futuristica. All'interno dell'abitacolo gli stilisti hanno preferito lavorare di mano leggera, al punto tale che gli interni non sono poi cosi diversi dai canoni classici della Casa monegasca. Gli elementi e i materiali costosi e vacuamente austeri, che nonostante tutto si possono ritenere un’anteprima di come effettivamente potrebbero essere gli abitacoli BMW nel prossimo futuro. L’elemento più futuristico è la strumentazione, con un grande pannello Lcd che presenta una grafica da astronave e fornisce un mix di informazioni analogiche e digitale. Non poteva mancare un modernissimo impianto multimediale perfettamente integrato allo smartphone con il quale si posso controllare e attivare diverse funzionalità. Ora basta, non vi anticipiamo altro.


09/09/14

Una storia in divenire

La caccia ai pianeti ha riservato molte sorprese e ha spesso portato a conclusioni erronee sulla formazione dei mondi. 


Ecco tre scoperte che hanno cambiato il nostro modo di pensare ai pianeti.

Giove caldi 
I primi pianeti extrasolari scoperti si rivelarono molto diversi da quelli del nostro Sistema Solare. Erano grandi almeno come Giove e distavano dalla loro stella appena pochi milioni di chilometri. Era cosi in tutta la galassia? No di certo; anzi, i "Giove caldi" sono piuttosto rari, ma dato che producono i maggiori e più rapidi spostamenti nella rispettiva stella, spiccano nelle osservazioni astronomiche. Si ritiene che in realtà essi siano molti meno delle loro controparti rocciose.

Metalli pesanti 
Una decina d'anni fa sembrava che le stelle con una percentuale relativamente elevata di "metalli" (termine che in astronomia indica gli elementi più pesanti dell'idrogeno e dell'elio) nei loro strati esterni avessero una probabilità maggiore di essere circondate da pianeti. Ovviamente una stella ricca di metalli deve essere accompagnata da un disco ricco di metalli, pieno di materiale di costruzione per pianeti, no? In realtà ciò è vero solo per le stelle che ospitano "Giove caldi". Ora gli astronomi sanno che possono esistere pianeti attorno a stelle con quantità molto disparate di metalli.

Sistemi solari 
Finora non è stato scoperto nessun sistema esoplanetario particolarmente somigliante al nostro Sistema Solare. Ma ciò non vuol affatto dire che siamo unic nell'Universo. Il fatto è che i sistemi con pianeti piccoli nelle regioni interne ed enon in quelle più lontane sono eccezionalmente difficili da rilevare con gli strumenti e le tecniche disponibili oggi. Potrebbero però essercene a milioni, in attesa di esser scoperti con gli apparecchi e i telescopi spaziali del futuro.(science)


16/08/14

Stephen Baxter ci porta nel futuro

Che cosa ne sarà della vita e della coscienza in un futuro lontano? Lo scorso mese di marzo, la notizia era su tutti i giornali: è stata pubblicata una nuova mappa della "radiazione cosmica di fondo", residuo luminoso del Big Bang. 

Ottenuta a partire dai dati registrati dal telescopio spaziale Planck europeo, ha dimostrato che l'Universo ha 13.820 milioni di anni, ed è dunque più vecchio del previsto di 50 milioni di anni. Si tratta di una variazione pari ad appena un terzo dell'un per cento, a dimostrazione di quanto possa essere precisa la scienza. Il futuro dell'Universo, invece, è molto più incerto.

La vita sulla Terra terminerà probabilmente tra un miliardo di anni, man mano che si riscalderà il Sole. Ma finirà anche l'Universo vero e proprio? E se sì, in che modo? Che cosa ne sarà della vita e della coscienza in quel futuro tanto lontano? Le nostre risposte a queste domande si modificano di pari passo con il progredire della cosmologia, 10 studio dell'evoluzione universale. La scienza della fine del tutto è nata verso il 1860, con la teoria dell'entropia di Rudolf Clausius. In base alla Seconda Legge della Termodinamica, le fonti di energia utilizzabile (per esempio, le stelle) tendono necessariamente a dissiparsi, in maniera graduale. Il destino ultimo dell'Umanità sarebbe stato dunque una "calda morte", dovuta a una generalizzazione dei livelli di energia. Negli anni Trenta del secolo scorso, i cosmologi scoprirono che il nostro Universo si espande in tutte le direzioni. Sembrava aver ragione Clausius: il Cosmo, in un remoto futuro, sarebbe stato un vuoto buio e in espansione.

Tuttavia, nel 1979, il fisico Freeman Dyson dimostrò che durante l'espansione dell'Universo un computer potrebbe in teoria continuare a funzionare all'infinito. Il trucco? Rallentare il ritmo di lavoro man mano che si esaurisce l'energia. E se un computer può sopravvivere per un tempo indefinito, allora potrebbe farlo anche la coscienza. LUniverso subirebbe una massiccia espansione, le stelle sarebbero ormai morte da moltissimo tempo, la materia sarebbe fredda e rarefatta e l'energia residua molto scarsa: nulla di assimilabile a un organismo umano potrebbe sopravvivere. Le ultime intelligenze ad abitare questo ambiente sarebbero entità simili a immense nubi gassose, di dimensioni misurabili in anni luce. E visto quanto occorrerebbe ai segnali per attraversare un tale "cervello diffuso", completare un solo pensiero richiederebbe più tempo di quello intercorso tra la nascita e l'estinzione di un'intera specie sulla Terra...

Eppure le facoltà di computazione, forse anche la coscienza, potrebbero persistere. L'alternativa è che potremmo vivere in un Universo chiuso, che alla fine cesserà di espandersi e collasserà con un "Big Crunch". Nel 1994, il fisico Frank Tipler, quasi rovesciando le conclusioni di Dyson, dimostrò che le intelligenze di un lontano futuro potrebbero manipolare il collasso finale per creare una fonte di energa sufficiente ad alimentare un numero infinito di fasi di programmazione informatica. Anche in questo caso, se un computer riuscisse a sopravvivere potrebbe farlo anche la coscienza, formulando un'infinità di pensieri e conquistando perfino la vita eterna, per quanto nel tempo finito a disposizione prima del Crunch. Tutte prospettive non umane, che però offrivano perlomeno la speranza di un futuro fondamentalmente senza fine.

La previsione, però, è diventata più negativa nel corso degli anni Novanta, quando gli astronomi hanno scoperto che l'Universo si sta espandendo più rapidamente di quanto già teorizzato. La causa è l'energia oscura. Alla fine, secondo quanto suggerito da Richard Caldwell del Dartmouth College nel 2003, tutto verrà lacerato da quest'energa, a partire dai supergrappoli di galassie e fino a coinvolgere stelle, pianeti, l'Umanità e perfino gli atomi. Neppure le nubi coscienti di Dyson riuscirebbero a sopravvivere. Il Grande Strappo, previsto tra trilioni di anni, sembrerebbe pone fine ad ogni previsione per il futuro, lo, però, non dispererei.

Gli urtimi risultati di Planck contengono nuovi calcoli delle quantità di massa e energia universali. Visti i recenti, rapidi progressi della cosmologia, mi sento abbastanza fiducioso del fatto che la storia del futuro ci riserverà ancora morte sorprese.(science)


10/07/14

IL cibo del futuro | Ti dà il voltastomaco?

Cibo del futuro
Se il cibo del futuro ti dà il voltastomaco, leggi che cosa contengono alcuni alimenti che già consumiamo.

GHIANDOLE ANALI DI CASTORO
Lo chef televisivo Jamie Oliver ha destato scalpore con questa affermazione al David Letterman Show:
"Sapevate che il gelato alla vaniglia contiene estratti di ghiandole anali di castoro?".
I produttori di gelato hanno prontamente smentito. Ma secondo il manuale delle Sostanze Aromatiche Naturali di Fenaroli, il consumo annuo di secrezioni di castoro nelgi USA si aggira sui 136 chilogrammi.

CAPELLI UMANI E PIUME AVICOLE
I nostri capelli, una volta spuntati dal parrucchiere, dove finiscono? Forse in tavola, sotto forma di L-cisteina. Questo aminoacido, che irrobustisce le strutture pilifere, viene talvolta utilizzato per rendere più plastico l'impasto del pane es esaltare gli aromi nei cibi salati. Lo stesso aminoacido viene talvolta ricavato dalle penne del pollame.

VESCICA NATATORIA DEI PESCI
La colla di pesce, sostanza costitutiva della vescica natatoria, viene utilizzata industrialmente per accelerare il processo di chiarificazione della birra, sia a bassa sia ad alta fermentazione. La colla di pesce polverizzata viene versata nei tini per ottenere la separazione del lievito vivo in sospensione. Ma i produttori di birra assicurano che poche tracce della sostanza arrivano nei nostri boccali.

AFIDI, COPEPODI E PELI DI RODITORE
Secondo la US Food Standard Agency, l'agenzia alimentare USA, i consumatori rischiano di trovare fino a 30 afidi per 100 grammi di cavoletti di Bruxelles, fino a quattro peli di roditore in 25 grammi di spezie per curry e un copepode (piccolo crostaceo che vive in acque sia dolci che salmastre) completo di sacche ovigere nel 3% dei filetti di pesce persico.

SECREZIONI CEROSE OVINE
La prossima volta che metterete in bocca una gomma da masticare, pensate che potrebbe contenere lanolina, la sostanza cerosa gialla secreta dalle ghiandole sebacee delle pecore. Viene aggiunta al chewing-gum per ammorbidirlo.(science)


08/07/14

Il cibo del futuro

Perché presto potremmo ritrovarci nel piatto grilli, pomodori OGM e carne artificiale. Nei prossimi 40 anni, la domanda di cibo raddoppierà, secondo le previsioni dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, ma lo spazio per coltivare prodotti agricoli già scarseggia. 

Alla base del boom del fabbisogno alimentare ci sono la crescita continua della popolazione mondiale 1 benessere sempre più diffuso. La situazione è particolarmente difficile per : carne: è previsto un raddoppio della comanda di questo alimento entro il 050, ma poiché quasi il 70 per cento dei terreni agricoli mondiali è già utilizzato per l'allevamento, il prezzo dei prodotti di macelleria convenzionali batterà ogni record.
Il cibo del futuro

Henning Steinfeld della FAO si è addirittura spinto a definire il manzo "il caviale del futuro". Gli hamburger e le bistecche, oggi, hanno anche un costo ambientale importante. Allevare bestiame a scopo alimentare produce il 39 per cento delle emissioni globali di metano e il 5 per cento di quelle di anidride carbonica. "Sono cifre assolutamente non sostenibili dal punto di vista ecologico", commenta Mark Post, fisiologo dell'Università di Maastricht. "È indispensabile trovare alternative". Post fa parte di un gruppo di ricercatori che, in tutto il mondo, tentano di combattere scientificamente l'imminente crisi alimentare: il suo lavoro potrebbe spianare la strada alla futura sintesi della carne in laboratorio. Altre soluzioni appaiono altrettanto drastiche.

Il canale BBCFourha di recente trasmesso in Gran Bretagna un programma di Stefan Gates, Cari Eating Insects Save the Word (L'entomofagia salverà il mondo?), nel quale diversi esperti hanno previsto che, a breve, gli insetti faranno capolino nei regimi alimentari occidentali. Inoltre, si stanno mettendo a punto tecniche ingegnose per poter coltivare frutta e verdura nel deserto. BBC Science World ha raccolto in queste pagine tutte le opzioni per risolvere il pressante problema del cibo. A voi giudicare la più appetibile... "(science)





07/04/14

Samsung: "Il futuro è più vicino grazie ai chip in grafene"

Il grafene: un materiale più duro dell'acciaio, flessibile, elevata conducibilità termica, con elettroni il cui movimento è esattamente cento volte maggiore rispetto al silicio, un materiale con proprietà miracolose. Perchè non viene prodotto?

Da diversi anni si parla del grafene, il materiale che in futuro dovrebbe sostituire il silicio, ma finora gli scienziati hanno dovuto affrontare diversi problemi che ne impediscono la sua produzione di massa. Scoperto un metodo di sintesi che permetterà di produrre chip in grafene. Questa nuova tecnologia appartiene a Samsung che ne prevede l'uso nei display flessibili, negli indossabili e in altri dispositivi elettronici di prossima generazione.
Grafene

Il Samsung Advanced Institute of Technology (SAIT), in collaborazione con la Sungkyunkwan University, ha messo a punto un nuovo metodo per sintetizzare una grande area di grafene all’interno di un singolo cristallo su un semiconduttore, senza alterare le sue proprietà elettriche e meccaniche. Il metodo più usato finora era la sintesi multi-cristallo, ovvero ottenere grandi aree di grafene a partire da piccole particelle. Questa tecnica però deteriora le sue proprietà, rendendone impossibile la produzione su larga scala e quindi la commercializzazione. Il successo del silicio si deve alla possibilità di incrementare la dimensione dei wafer, riducendo allo stesso tempo la dimensione dei processori. L'obbiettivo dell’azienda coreana: sostituire il silicio e vendere chip in grafene. Ovviamente ciò non significa che metteremo processori in grafene nei nostri terminali a breve. Passeranno ancora diversi anni prima che il silicio venga abbandonato. Ma a Samsung va il merito per aver segnato una delle prime tappe per raggiungere questo evento storico, che grazie all'azienda coreana, è ora più vicino nel tempo. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul numero di aprile dello Science Magazine, una delle riviste scientifiche più prestigiose del mondo.

21/03/14

L'Ora della Terra

Il 29 marzo sarà celebrata in tutto il mondo l'Earth Hour, il grande movimento globale organizzato dal WWF giunto, quest'anno, all'ottava edizione. In tutto il pianeta, per un'ora intera, si spegneranno le luci; un gesto semplice ma carico di significato.
Un modo per lanciare un messaggio importante: ridurre le emissioni di gas serra, causa dei cambiamenti climatici, pericolosi per il pianeta e, di conseguenza, per la nostra vita; modificare le nostre abitudini di consumo energetico, prestare maggiore attenzione e interesse alle energie rinnovabili e all'efficienza energetica, considerare il problema come una delle priorità dell'azione politica. L'ora della Terra è la più importante manifestazione a livello globale realizzata per sensibilizzare tutti: cittadini, società, istituzioni, governi, riguardo la necessità di un cambiamento, di un miglioramento, per la salvaguardia del nostro pianeta e del nostro futuro. 
Anche quest'anno, tante saranno le iniziative in tutto il mondo dai concerti, sfilate, flash mob, esibizioni in piazza, alle iniziative sul web. Vedremo spegnersi le luci del Tower Bridge a Londra, dell'Empire State Building negli USA, del Castello di Edimburgo, della Piazza Rossa a Mosca. In Italia, invece, Firenze lascerà al buio, tra gli altri, il David di Michelangelo, Palazzo Vecchio e la cupola del Duomo mentre sarà organizzata una serata di osservazione del cielo in collaborazione con l’Osservatorio Astrofisico di Arcetri e l’Associazione Astronomica Amici di Arcetri; a Roma si spegneranno le luci della Cupola e la facciata della Basilica di San Pietro; a Napoli il WWF sarà presente all'Energy Med, la fiera dedicata all’efficienza energetica e alle rinnovabili, con attività educative e di sensibilizzazione. 
Nel corso delle varie manifestazioni, inoltre, sarà predisposta una raccolta fondi per la tutela dell'Orso Polare, simbolo della campagna Earth Hour. La raccolta sarà attiva anche online.
Chiunque può aderire, con un semplice gesto, a questo grande evento e segnalare la propria partecipazione sul sito wwf.it/oradellaterra, oppure su facebook alla pagina dedicata.

Facciamo del bene... spegniamo la luce..

19/01/14

Video giochi olografici ! Il futuro pesca nei film di fantascienza del passato

Potranno essere passati anche 36 anni, ma il gioco degli scacchi olografico iconico da Star Wars Episodio IV, è indimenticabile e sembrava irraggiungibile. Ma una Nuova Speranza ha appena fatto un passo più vicino alla realtà grazie ad un paio di occhiali di realtà virtuale. 

Il sistema CASTAR utilizza un un box dotato di un micro-proiettore, che proietta fasci di immagini in 3D su una superficie piana appositamente progettata. Queste immagini possono poi essere spostati con l'utilizzo di una bacchetta telecomando.
Per ora è un progetto indipendente, ma VoxieBox ha tutte le caratteristiche per attirare i grandi nomi del mercato. Si tratta di un sistema per interagire con uno sistema che proietta ologrammi. E di fatto, ci si può giocare una partita a scacchi come nei film di fantascienza, su una scacchiera che non esiste nella realtà ma viene proiettata in questa da un sistema virtuale. L'idea di Voxiebox gira da un po' ma solo ora si iniziano a vedere i primi esperimenti reali. Ma da qui a quando diventerà un prodotto commerciale potrebbe non servire molto tempo.
I videogiochi diventano olografici
Scena di Star Wars Episodio IV

08/01/14

La futura diagnostica arriva "direttamente" da Star Trek

Il futuro arriva da Star Trek? Un 'test lampo' svelerà le malattie
Il metodo di diagnosi usato dal dottor. Leonard  McCoy sulla nave spaziale 'Enteprise' potrebbe diventare realtà: secondo uno studio del Lawrence Livermore Laboratory, in California, tra 5-7 anni basterà un tampone all'interno della guancia e in pochi minuti si potrà svelare il virus e prescrivere il giusto trattamento.
 La diagnostica del dottor McCoy potrebbe presto diventare una realtà: a studiare lo sviluppo di un nuovo dispositivo - come riporta il 'Seattle Times' - che potrebbe rivoluzionare la medicina è uno studio del Lawrence Livermore Laboratory, in California. La squadra di ricercatori guidati dall'ingegnere chimico Elizabeth Wheeler sta sviluppando un metodo per riconoscere rapidamente gli agenti patogeni che causano le malattie più comuni.
Star Trek
 La chiave del test, che potrebbe arrivare sul mercato tra 5-7 anni, è la reazione a catena della polimerasi (Pcr), una tecnica di biologia molecolare che consente l'amplificazione di frammenti di acidi nucleici dei quali si conoscano le sequenze nucleotidiche iniziali e terminali. La Pcr è stata scoperta nel 1983 dal premio Nobel Kary Mullis e oggi è usata per identificare i resti umani, ma anche nel settore della sicurezza alimentare e, appunto, nella rilevazione di batteri. L'amplificazione del Dna mediante Pcr consente di ottenere molto rapidamente in vitro la quantità di materiale genetico necessaria per le successive applicazioni. La ricerca guidata dalla Wheeler sta lavorando proprio in questo versante, usando la Pcr a cui viene aggiunto uno speciale enzima. In seguito, con una macchina speciale, il Dna viene riscaldato a 202 gradi e poi raffreddato. In questo modo - precisano i ricercatori - si raddoppia la quantità di materiale genetico ad ogni ciclo. "Ci vogliono circa tre minuti per eseguire i 30 cicli necessari per amplificare il Dna e renderne possibile l'identificazione dal test, così da scoprire l'origine della malattia", avverte Wheeler. L'obiettivo degli scienziati è quello di arrivare a dispositivi di nuova generazione molto veloci, che "consentiranno ai pazienti in un prossimo futuro di inviare un campione al medico - sottolineano i ricercatori - il quale così potrà esaminarlo in pochi minuti con il test e prendere una decisione sul trattamento più appropriato". I possibili sviluppi del test andrebbero dal rilevamento degli agenti patogeni durante le guerre batteriologiche a quello dei virus responsabili delle epidemie. "Sarà possibile - concludono - testare in poco tempo i passeggeri in aeroporto che arrivano da zone a rischio, invece di lasciarli in quarantena per giorni".                             fonte Adnkronos 

22/12/13

Ci vestiremo con lo spray | Genialità o flop?

Genialità nella moda o un buco nell’acqua che non porterà a niente?  Come esperta di questa arte, mi sento di rire che l'idea è geniale ma il suo impiego è un flop. So per esperienza che quello che fa moda è legato ad uno studio ben preciso, fatto da teem esperti impiegando tempo e risorse. L'uso di una bomboletta spray per vestirci senza aver una conoscenza tecnica della struttura di un abito, il fallimento è assicurato. Ipotizzo che il suo impiego sia più efficace nel settore degli accessori: sciarpe, cappelli, decorazioni...ecc. Scoprite cosa sono i vestiti spray: Fabrican vestiti spray. Da una collaborazione tra l’Imperial College di Londra e il designer spagnolo Manel Torres della Royal College of Art è nata la tecnologia Fabrican, unione dei termini inglesi fabric (tessuto) e can (bomboletta), ovvero fibre di tessuto in spray. mento è assicurato. Ma vediamo cosa sono i vestiti spray:




La sopensione viene spruzzata e le fibre, intrecciandosi e aderendo tra loro, si asciugano all’aria e creano un vero e proprio film di tessuto. Viene prodotto in materiale sia naturale che sintetico, anche di diversi colori e addirittura profumi, può essere tagliato e modellato a seconda della necessità. E’ lavabile, ma può anche essere dissolto e riciclato per creare altre idee. Guardate un po’ come funziona e che risultato sorprendente:
Video spray-on dress created for the Cyborg exhibition Newcastle 2007 © Fabrican Ltd 2007 Filmed and Edited by Creative.

Aggiungi didascalia
Può essere spruzzato su persone o oggetti e si modella perfettamente alla superficie di destinazione. Per questo il suo uso non è studiato per limitatarsi soltanto al campo della moda, ma si intende estenderlo anche nel settore medico per bendaggi o cerotti, in quello dell’automotive per l’interno delle vetture o riparazioni e rinnovamenti, o nel campo del design per forme innovative e particolari, che è difficile ottenere con altri materiali e chissà quali altri utilizzi verranno sperimentati.
 Per saperne di più visitate il sito ufficiale FabricanLtd.com.

15/11/13

Sciopero generale degli studenti

Sono capitata in mezzo al corteo degli studenti, cantavano e ballavano, sorridevano felici con la musica forte e tanta inutile polizia tutt'attorno.
Sciopero generale degli studenti.
Non serve a niente scioperare, è un pezzo che non ci si fila nessuno dei nostri scioperi e delle nostre proteste, ma anche lasciar correre in silenzio non va bene.
Hanno il diritto di sperare, di credere di poter fare la differenza: lo sciopero è un diritto.
Avessi ancora quell'età, uno striscione, anche uno soltanto, l'avrei dedicato a quelle loro coetanee rimaste a corto di sogni a far le baby-prostitute.
Bravi ragazzi combattono per il loro futuro: sciopero generale sia.
I sogni dei giovani sono il futuro che deve ancora accadere: un futuro migliore.

19/10/13

Ci sara' un lavoro per i giovani in futuro?

Giovani: consigli per un lavoro In Italia dove un giovane su due è senza lavoro.
Questo vuol dire che uno dei due ha trovato lavoro.
Chiediamoci come ha fatto.
Inoltre è inutile pensare che le nostre migliori menti siano emigrate all’estero, la cosiddetta fuga di cervelli, perché l’Italia, sotto il punto di vista dei giovani talenti, è tristemente salda al terzultimo posto tra i 27 paesi membri dell’Unione Europea”.
Quindi, le menti brillanti nel nostro paese sarebbero in via d’estinzione.
Si tratta di giovani che magari già sui banchi di scuola hanno perso la voglia di fare.
È nato un nuovo tipo di disoccupati i neet, acronimo di not in education, employment or training (senza educazione, lavoro o pratica, ndr), cioè giovani che si sono arresi, che non hanno lavoro e non provano a cercarlo.
La necessità primaria, sta nel “definire se stessi, nel prendere l’iniziativa e nell’allontanare le Pas, ovvero le persone anti-sociali.
Quelle persone che minano il futuro del giovane in cerca di lavoro con pillole di pessimismo. 
Giovani e lavoro
In psicologia esistono le profezie auto-avveranti, cioè delle convinzioni non vere che si realizzano per il solo fatto di crederci.
Dire che è inutile cercare lavoro perché tanto c’è crisi ha come unico effetto quello di demoralizzare la persona e scoraggiarla nella ricerca del lavoro.
I giovani prima di tutto devono farsi alcune domande: chi sono? Cosa so fare? Cosa potrei ancora imparare? Cosa sogno di fare?
Una volta definito ciò, dobbiamo tuffarci nella caccia al lavoro, cercando i canali da cui far partire le ricerche e i metodi giusti per proporsi al futuro datore di lavoro.
Si incontrano spesso ragazzi in cerca di lavoro e altrettanti datori di lavoro in cerca di dipendenti.
Questo significa che il lavoro esiste, certo non sempre il lavoro dei propri sogni, ma qualcosa di molto simile c’è. 
Bisogna trovarlo e conquistarlo.
Uno dei requisiti indispensabili per il successo sia la capacità di mettersi in gioco, di rischiare e di non aspettare che le cose cambino da sole.



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