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20/10/17

Allarme malattie sessualmente trasmesse in Italia

Fonte - Tgcom24 - Malattie sessualmente trasmesse (Mst) sempre più in aumento in Italia, su tutti la sifilide, cresciuta del 400% dal 2000. 


E se i casi da virus hiv sono stabili tra i giovani, un picco di nuove infezioni si registra tra gli over 50.


La gonorrea, invece, ha visto quasi raddoppiare i casi in Europa tra il 2008 al 2013. L'allarme arriva dal 56mo congresso dell'Associazione Dermatologi Ospedalieri (Adoi).

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ogni anno l'impatto di quattro Mst, tra le più diffuse, corrisponde a 498,9 milioni di nuovi casi.

Questo vuol dire che nel mondo oltre un milione e mezzo di persone ogni giorno si ammala per una Mst.

In Italia, secondo i dati dell'Istituto Superiore di Sanità, negli ultimi anni i casi di Mst sono sempre aumentati, passando dai circa 3500 del 2006 ai circa 6500 del 2013.

Leggi articolo originale

05/10/14

L'ultima frontiera dei social network: Le app sulla salute

E' risaputo che gli italiani hanno come passione oltre al calcio, la telefonia e tutte le nuove tecnologie annesse. Con l'avvento dei device connessi in rete il 90% degli utenti hanno sostituito il telefonino con lo smartphone, scaricandosi tutte le app. che gli store online mettono a disposizione.

Fra le ultime applicazioni che hanno trovato un largo consenso, sono quelle dedicate al mercato della salute, ovvero le pratiche mediche e i servizi che passano da smartphone e tablet, che ormai hanno raggiunto quest’anno un valore mondiale di ben 6,7 miliardi di dollari. La stima proviene dalla società di ricerca Visiongain e arriva in un momento in cui i big della tecnologia, da Apple a Google fino a Facebook, stanno puntando e investendo nel settore.  
Queste applicazioni comprendono la raccolta di dati clinici e informazioni sanitarie a medici e ricercatori, monitorando funzioni vitali e assistenza diretta tramite la telemedicina. "La disponibilità di smartphone low cost, spiegano i ricercatori, ha consentito un largo accesso agli store online, dove ora si contano quasi un milione di app dedicate a salute e fitness. Le app spaziano da quelle gratuite per la dieta e l’attività fisica, a quelle a pagamento per l’imaging biomedico e il controllo delle funzioni vitali, ad uso anche professionale". "Poter diagnosticare, monitorare e comunicare con i pazienti in remoto promette ampi risparmi per gli operatori sanitari e le istituzioni" sottolineano gli analisti. Al contempo si crea un’opportunità di business per le aziende tecnologiche. Secondo un recente studio, i finanziamenti per le start up nel settore della salute digitale raggiungeranno i 3,5 miliardi di dollari nel 2014 e i 6,5 miliardi nel 2017.

Molti colossi dell’hi-tech stanno puntando sul settore, in primis Apple e Google ma anche Facebook, che stando le ultime indiscrezioni starebbe pensando di creare comunità online di supporto per permettere a malati della stessa malattia di creare gruppi stando in contatto tra loro. Ma non solo. Secondo la Reuters, Facebook starebbe pensando anche a un’applicazione con sistemi di prevenzione per migliorare la salute degli utenti.

Applicazioni salute per smartphone
Sembra che contatti tra la società di Zuckerberg e colossi della medicina, abbiano collabortato insieme per il settore. Già nel 2012 sulle pagine di Facebook venne introdotta la possibilità di indicare l’opzione “donatore di organi”. A consigliare Zuckerberg verso questo settore a parte la natura monetaria, dato l’enorme potenziale di questo mercato, la ricerca dell’American Journal of Transplantation, che dimostra come gli utenti affetti da malattie genetiche o rare usino spesso i social network per reperire informazioni, determinante sono stati i consigli della moglie Priscilla Chan, laureata in medicina, che lo ha incoraggiato a sondare questo settore.

03/10/14

Scanadu Scout | "La più grande innovazione nella medicina domestica dall invenzione del termometro".

Vi interessa controllare il vostro corpo con la stessa frequenza con cui controllate la posta elettronica? Presto si potrà fare, grazie alla Scanadu, un'azienda di elettronica per la salute personalizzata, specializzata in "monitor dei segni vitali" alla portata di tutti.


L'azienda ritiene che questi dispositivi saranno "la più grande innovazione nella medicina domestica dall'invezione del termometro".

Il suo primo prodotto, lo Scout, ci darà letture accurate del tempo di transito del polso, della frequenza cardiaca dell'attività elettrica del cuore, della temperatura, della variabilità nella frequenza cardiaca e dell'ossigenazione del sangue; basta premerlo contro la tempia  per 10 secondi. E poi?
Scanadu Scout:
"la più grande innovazione nella medicina domestica
dall'invezione del termometro".

Sembra un sono per ipocondriaci, ma l'obbiettivo di Scanadu è di interpretare in modo sensato i nostri dati, aiutandoci a decidere se non c'è da preoccuparsi o se invece dobbiamo cercare assistenza urgente. E in futuro si spera di aggiungere un software che formuli una diagnosi se gli inseriamo i sintomi o una foto di una parte irritata. Le sfavillanti pubblicità ideate dall'azienda lanciano slogan come: "Fai laureare in medicina il tuo smartphone", "Portatevi un medico in tasca", "Il nuovo miglior amico del nostro dottore" e "Permetti a chiunque di svolgere sofisticati esami medici in un lampo".

Ulteriori aggiornamenti lo connetteranno al nostro telefonino per analizzare la frequenza della respirazione e la pressione sanguigna senza bisogno di un manometro e permetteranno di analizzare la presenza di sangue, proteine e infezioni nell'urina. Tutte queste cose sono tecnicamente possibili, e la nuova tecnologia svolgerà senza dubbio un ruolo fondamentale nell'aiutare i pazienti a mantenersi in salute e a gestire più facilmente le malattie croniche. La tecnologia, però, non sostituirà mai il fattore umano. E' difficile essere il medico di se stesso quando i risultati sono poco chiari o contraddittori, come spesso capita.

Finchè Scanadu non eccede nelle sue promesse mentre ci chiede i nostri soldi, potrà essere di grande aiuto. Bisognerà però valutarlo per bene con uno studio clinico, esaminando tutti i dati che produce insieme al resto della nostra cartella clinica in modo da potere consultare tutto insieme. E i medici dovranno abituarsi all'idea che i pazienti li chiamino e dicano: "Per piacere, venga subito. Scanadu dice che potrebbe essere una cosa seria!"
Per info: www.scanadu.com


22/08/14

HIV | Da virus letale a cura del futuro | Prima parte

In due lavori indipendenti pubblicati su Science i ricercatori dell'Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (TIGET) di Milano guidati da Luigi Naldini descrivono il primo successo clinico della terapia genica con vettori lentivirali, derivati dal virus responsabile dell'Aids su due rare patologie genetiche dell'infanzia, la leucodistrofia metacromatica e la sindrome di Wiskott-Aldrich. 


Oggi Jacob può guardare al domani con gli occhi di un bambino di tre anni. Senza avere più paura di ammalarsi per una banale infezione. E può giocare e correre senza indossare quell'elmetto che prima lo proteggeva dal rischio di gravi emorragie in caso di caduta. La stessa cosa è possibile per Mohammed, Giovanni, Kamal, Samuel e Canalp. Sono i sei piccoli pazienti affetti da due gravi malattie genetiche dell'infanzia che sono guariti grazie alla nuova terapia genica messa a punto da un team di ricercatori dell'Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica di Milano (TIGET).

Gli studiosi hanno "addomesticato" il temibile virus HIV, spogliandolo della sua componente patologica e lo hanno usato come veicolo per entrare nelle cellule e sostituire i geni difettosi con quelli sani. "Questo progetto è stato reso possibile grazie alla solidarietà di centinaia di migliaia di italiani che negli anni ci hanno sostenuto", afferma Francesca Pasinelli, direttore generale della Fondazione Telethon, che ha investito 19 milioni di euro per le ricerche su queste due malattie. "Il traguardo raggiunto è particolarmente importante per noi perché dimostra che finanziando la ricerca scientifica con i criteri e i metodi con cui lo abbiamo fatto, e soltanto attraverso l'applicazione di moltissimo rigore, questa ricerca nel tempo progredisce dal laboratorio al letto del paziente". Le due malattie trattate con successo sono la leucodistrofia metacromatica (tristemente nota al grande pubblico per la vicenda mediatica della piccola Sofia) e la sindrome di Wiskott-Aldrich, entrambe dovute a un difetto genetico che causa l'assenza di una proteina fondamentale per il nostro organismo.

Queste due patologie insorgono sin dai primi mesi di vita e conducono a un'inesorabile morte nel giro di pochi anni dalla diagnosi. La tecnica che ha dato una nuova speranza a questi bambini si basa su una geniale intuizione di Luigi Naldini, il direttore del TIGET che ha coordinato lo studio, descritta in un articolo pubblicato nel 1996 su Science. "Lidea di usare il virus HIV è venuta 17 anni fa. I vettori virali per terapia genica si stavano già sperimentando, ma c'era un problema di fondo: la scarsa efficienza del trasferimento genico nelle cellule", afferma Naldini. "Era da poco stato descritto il virus HIV, capace di infettare le cellule con più efficienza di quelli conosciuti fino ad allora perché in grado di entrare nel nucleo, dove si trova il DNA della cellula in cui viene inserito il gene terapeutico, anche senza dover aspettare la divisione cellulare che ne apre la porta agli altri virus".

Da qui l'idea di addomesticare proprio HIV, disarmarlo e sfruttarlo per trasportare geni all'interno di cellule che normalmente non si dividono, come quelle del sistema nervoso. Il metodo si rivelò corretto dal punto di vista teorico, ma la difficoltà venne subito dopo. "Questo era un virus molto temuto perché si conosceva poco, si sapeva soltanto che era pericoloso, che infettava l'uomo e che inesorabilmente portava alla morte per AIDS. Quindi l'idea di ingegnerizzarlo e di renderlo poi un domani utilizzabile in terapia genica faceva paura. La nostra sfida è stata prima quella di rendere il vettore sicuro a sufficienza da essere usato anche nell'uomo e poi superare le paure della comunità medico-scientifica", dice Naldini.

Cosi il virus HIV è stato letteralmente smontato e sono stati eliminati alcuni pezzi per renderlo innocuo: i cosiddetti vettori "lentivirali" ottenuti, conservano soltanto il 10 per cento della sequenza originaria di HIV, per cui è impossibile che il virus possa riformarsi e infettare il paziente.(science)


29/07/14

Salute | Cosa ci dicono le nostre unghie? Controlliamone colore e forma.

Quando si parla della cura delle mani, si fa riferimento alla loro bellezza in genere, siano esse di uomo o di donna. Molti non sanno però che le mani, ed in particolare le unghie, oltre al fattore estetico rivestono una particolare importanza nel rivelarci lo stato di salute della nostra persona. Eventuali anomalie presenti nelle unghie come la consistenza, la forma ed anche il loro colore possono fornirci utili informazioni su eventuali abitudini alimentari scorrette, su malattie dermatologiche ed altri problemi riguardanti il nostro organismo. Le unghie sane hanno sempre un bel colore rosa, un cambiamento di colore, come ad esempio il viola, denota un probabile sintomo di alterazione della circolazione sanguigna, mentre delle unghie con macchie rosse possono essere il sintomo di un’affezione cardiaca, polmonare, renale.. Nelle unghie possono fare la comparsa anche delle macchioline bianche, sintomo questo di carenza di ferro, zinco, rame o di eccesso di acidi urici, e se queste macchioline interessano la maggior parte delle unghie possono indicare psoriasi, dermatite, eczema. La presenza nelle unghie di strisce longitudinali suggeriscono che l’intentino non compie il proprio dovere. Da tenere d’occhio anche le macchie scure,che potrebbero essere dovute a piccole emorragie da trauma, destinate quindi a scomparire in breve tempo, e se ciò non avviene potrebbero essere un neo, ma anche un melanoma. Ed è quindi opportuno sottoporsi a una visita dermatologica. Da non dimenticare però che i problemi di unghie possono derivare anche da manicure troppo aggressive o dall’applicazione di smalti di scarsa qualità. In questi casi l’autodiagnosi che stiamo facendo non è attendibile.(immagine presa dal web)

20/05/14

Carceri: oltre al sovraffollamento altri pericoli per i detenuti: le malattie.

Attenti a non subire condanne penali, per lo meno quelle per le quali viene richiesta una pena detentiva. Da Torino la Simspe, Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria, lancia un appello circa i pericoli cui vanno incontro i detenuti una volta reclusi. Pericoli di tipo sanitario, come malattie gravi quali Aids, tubercolosi, epatiti, malattie veneree e quant'altro, le quali, aggiungendosi alla pena detentiva, vanno di fatto a privare il detenuto oltre che della libertà anche della salute. Questo è quanto emerge dal XV° Congresso appunto della Simspe che si sta svolgendo a Torino dal 18 maggio ad oggi presso lo Starhotels Majestic, e che ha per tema "L'Agorà penitenziaria 2014 - Dalla teoria alla pratica: protocolli operativi in ambito penitenziario." Le prigioni sono ormai equivalenti a dei "cronicari", con la presenza di una percentuale molto elevata di soggetti malati e a rischio, come i tossicodipendenti che raggiungono circa il 32%. Inoltre il sovraffollamento delle carceri funge da catalizzatore al contagio di molte malattie. Altre patologie presenti sono quelle psichiatriche con il 27%, cardiovascolari (16%), dermatologiche (10%). Tra le malattie infettive fa da regina l'epatite C con il 32%, la Tbc con il 21, epatite B (5%), Hiv e sifilide.Il Presidente della Simspe Sergio Babudieri riferisce come questi dati siano sicuramente sottostimati, dal momento che non esiste un Osservatorioepidemiologico nazionale. " All'attenzione della classe politica c'è solo il problema del sovraffollamento delle carceri - ha detto il senatore Luigi D'Ambrosio Lettieri, - mentre non si fa mai riferimento alla salute carceraria."

15/05/14

Se fumi rischi un invecchiamento cerebrale precoce, smetti e ti torna il buonumore.

“Perché fumo? A cosa serve fumare?” Quante volte ci siamo posti queste domande, dandoci anche delle risposte abbastanza scontate, ma senza mai prendere una drastica decisione e dare un taglio netto alla sigaretta. “Lo so, non serve a niente, ma fumare mi rilassa, mi dà sicurezza con gli altri, non ne posso fare a meno, e poi posso smettere quando voglio”, ci giustifichiamo. Senza pensare a quanti e quali danni possiamo avere a breve o a lungo termine. Uno studio durato 25 anni, effettuato dai ricercatori dell’University College di Londra (apparso su Archives of General Psychiatry) condotto su 7.236 uomini e donne di mezza età (dipendenti del Servizio civile inglese), ha dato come risultato un’accelerazione del rischio di demenza ed invecchiamento precoce del cervello, a cominciare dai 45 anni di età. Ai volontari di questo studio è stato chiesto di svolgere alcuni prove cognitive a tre età diverse: tra i 44-69 anni, tra i 50 e i 74, e tra i 55 e gli 88, e si è arrivati alla conclusione che i fumatori mostravano un declino cognitivo più veloce, di circa 10 anni, rispetto ai non fumatori. E più numerose erano le sigarette fumate, maggiori erano i danni neurologici. Ma c’è un altro studio condotto dai ricercatori dell’Università di Nottingham e pubblicato sulla rivista medica British Medical Journal dove si è studiata la salute psicologica di circa 1500 partecipanti a dei corsi contro il fumo, misurandola sei settimane prima del corso e poi ricalcolandola dopo altre sei settimane senza aver fumato. I risultati hanno dimostrato che dopo un primo momento di variazione di umore, dovuto probabilmente allo stop drastico del fumo di sigaretta, nella totalità dei volontari è stato notato un evidente calo dei sintomi ansiosi e depressivi, lasciando spazio all’ottimismo e alla voglia di programmazione. Smettere di fumare quindi non può che fare bene alla salute dell’uomo (e della donna), dal momento che sono sufficienti poche settimane per riscontrare effetti positivi sull’apparato cardiocircolatorio per arrivare, a 10 anni dopo lo stop al fumo di sigaretta, a un rischio di malattie cardiovascolari e tumorali pari a quelle di un soggetto che non ha mai fumato. E non è poco.

08/05/14

Arriva l’estate | Le zanzare: gli esseri viventi più assassini e pericolosamente fastidiosi.

Quanti di noi riuscirebbero a rispondere in maniera esatta alla seguente domanda: Quale essere vivente è responsabile del maggior numero di vittime umane? Sicuramente le risposte sarebbero le più disparate: serpenti, leoni, e via di seguito, difficilmente si arriverebbe a nominare il vero responsabile: la zanzara. Questo fastidiosissimo e spesso pericolosissimo animaletto conta più di 2500 diversi tipi di specie, ed è diffusa in tutto il pianeta ad eccezione dell’Antartide, e trasmette malattie spesso mortali, causando più di un milione di vittime ogni anno in particolare tra i bambini africani. Una delle zanzare più pericolose appartiene alla famiglia delle Anopheles, responsabile di molte epidemie di malaria, specialmente nel continente africano. Ma non solo la malaria, altre malattie causate dalla puntura di zanzara sono la febbre gialla, la dengue o febbre rompiossa, e alcune encefaliti che possono essere molto gravi, anche ad esito infausto se contratte da soggetti a rischio come bambini, anziani, cardiopatici o pazienti defedati. La causa di tutto ciò sta nel fatto che una zanzara si infetta nel momento che punge un uomo o un animale malato e poi può trasmettere la malattia contratta quando punge un altro soggetto. Anche la Zanzara tigre, molto diffusa nella nostra Italia, è trasmettitrice di numerose malattie a carattere virale , fortunatamente per noi non letali, come la Dengue, Chikungunya e West Nile Virus. Ma nonostante la pericolosità di questo minuscolo quanto pericoloso animale i social Network danno poco risalto a questo problema, preferendo la pubblicizzazione di documentari riguardanti altri animali come gli squali, i serpenti e i leoni, sicuramente più affascinanti, ma difficili da incontrare, specialmente nelle sere d’estate, nel nostro giardino mentre siamo in compagnia di amici, di un buon bicchiere di birra, e …..delle immancabili zanzare.

11/04/14

La tecnologia in aiuto delle malattie gravi come l’emofilia con una chiavetta USB.

La tecnologia arriva in aiuto delle malattie più rare e più gravi come l’emofilia. E’ una malattia ereditaria umana comportante una grave insufficienza nella coagulazione del sangue e che colpisce quasi esclusivamente i maschi. In occasione della X Giornata mondiale dedicata a questa malattia, la Federazione delle associazioni emofilici ha presentato uno strumento che potrebbe risultare decisivo in situazioni di emergenza per questi pazienti. Si tratta di un braccialetto nel quale è incorporata una chiavetta Usb all’interno della quale potrà essere caricata tutta la storia clinica del paziente. In caso di incidente e o di malore della persona, il sistema, che è stata battezzato “Safety Medical Database” (Sameda) potrà consentire ai soccorritori di accedere via computer o smartphone a tutte le informazioni importanti per l’effettuazione dei soccorsi. Si tratta di dati letteralmente vitali per pazienti che, come nel caso degli emofiliaci, presentano gravi difficoltà di coagulazione del sangue, esponendoli a rischi emorragici più gravi rispetto al resto delle persone. Il progetto del Safety medical database è stato adottato in Formula 1 dalla scuderia Toro Rosso che ha consegnato un pendaglio Usb a tutti i propri meccanici. In questo modo, in caso di incidente, i medici potranno apprendere in pochi attimi il profilo sanitario della persona, a partire dal gruppo sanguigno, fondamentale per le eventuali trasfusioni di sangue. Testimonial dell’iniziativa è l’ex pilota di Formula 1 Ivan Capelli. "I tanti sportivi che convivono con l’alta velocità - dichiara Capelli - evitano di pensare al pericolo: lo ignorano. Nel mio percorso da pilota automobilistico, non immune da incidenti, mi sono reso conto di quanto fosse importante poter fruire delle proprie informazioni mediche, migliorando l'intervento dei soccorritori nell'urgenza o nell'emergenza”. Il braccialetto sarà presto a disposizione di alcuni centri che si occupano di emofilia che lo consegneranno ai loro pazienti. Si partirà con quelli più giovani che sono più a loro agio nell’interazione con la tecnologia. Elemento importante del progetto Sameda è la componente software che gestisce i dati caricati sul modulo Usb. Questo infatti consentirà l’inserimento di dati clinici sia da parte dei professionisti del settore sanitario sia da parte dei pazienti, garantendo la gestione dei dati secondo più livelli di privacy.

10/04/14

Curare i Reni: ci vengono in aiuto erbe, frutta e una dieta sana.

La funzione principale dei reni è quella di filtrare il sangue. Il fluido vitale per la salute, il sangue, rimuove i rifiuti da tutte le zone del corpo, mentre porta le sostanze nutrienti per le stesse aree. Un rene pulito è più sano e più efficiente. La disintossicazione dei reni è un salutare beneficio per prevenire e curare alcune malattie renali. I rimedi naturali sono un buon modo per pulire i reni e vie urinarie. Per mantenere un buon funzionamento dei reni, è utile mangiare cibi con basso contenuto di proteine animali e di grassi saturi, non bere alcolici, limitare l’uso di caffeina, non fumare e limitare l’uso di medicinali non necessari. Inoltre nella dieta quotidiana è bene inserire i cavoli, i peperoni rossi, la lattuga, la verza, l’aglio, le ciliegie, le fragole, l’orzo, il mais, il finocchio, il radicchio. Specialmente nel periodo estivo, cerchiamo di non esagerare con l’uso del sale, di limitare i cibi elaborati e le bevande gassate. Il mirtillo aiuta a prevenire i calcoli renali e favorisce l’ espulsione delle tossine. Indispensabile, per mantenere i reni puliti, è bere molto(almeno 2 litri di acqua), specie succhi di frutti naturali e centrifugati di verdure. L'acqua mantiene il corpo idratato, fornendo i liquidi che il corpo ha bisogno per creare sangue, urina, sudore, lacrime e diluito i veleni nel corpo. Anche molte erbe rivestono una particolare importanza nella disintossicazione dei reni, specialmente se hanno una funzione diuretica. L’ UVA URSINA è un erba astringente e antisettico urinario. Ha un effetto antibatterico nel rene, che è efficacia contro Escherichia coli, Proteus, Klebsiella, aureus e pseudomonas, ed è utilizzata nella disuria, cistite, uretrite e prostatite. Il PREZZEMOLO è un ottimo diuretico e come tale viene utilizzato per l'edema e calcoli renali. L'ORTICA è molto nutriente, che contiene vitamine e minerali, compresa la beta di clorofilla e carotene, vitamine A, B2, C ed E, calcio, potassio e ferro, ed elimina l’acido urico. La SETA DI MAIS ha una grande quantità di potassio e vitamina K. È usata per l'infiammazione acuta o cronica della del tratto urinario, minzione notturna, cistite, prostatite e uretrite.

09/03/14

Avastin-Lucentis | Disastro doloso e associazione a delinquere per i colossi farmaceutici Roche - Novartis

I due colossi farmaceutici svizzeri Roche e Novartis saranno indagati per disastro doloso e associazione a delinquere nell'ambito dell'inchiesta aperta dalla Procura di Torino in riferimento alla supposta campagna di denigrazione del farmaco “Avastin” a vantaggio del più costoso “Lucentis”, due farmaci usati in oftalmologia, e che ha indotto l'Antitrust a comminare una multa di 180 milioni di euro a ciascuna delle due aziende. “ I due gruppi – si legge sul sito dell’Autorità – si sono accordati illecitamente per ostacolare la diffusione dell’uso di un farmaco molto economico, Avastin, nella cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, a vantaggio di un prodotto molto più costoso, Lucentis, differenziando artificiosamente i due prodotti”. Il disastro doloso viene imputato per il fatto che questo accordo illecito potrebbe aver messo in pericolo la salute dei pazienti che, per l’elevato prezzo del farmaco, non avrebbero potuto accedere alle cure, mentre l’associazione a delinquere è in relazione alla truffa e al reato di rialzo fraudolento di prezzi. Intanto sembra stiano spuntando alcune mail che proverebbero l’accordo tra le aziende. “L’azione della magistratura è doverosa e deve fare chiarezza perché il fenomeno ha avuto evidemagistratura, mailnza e cifre molto importanti”, commenta Giacomo Milillo, segretario nazionale Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg).

04/03/14

L’Alzheimer si combatte anche a tavola. Con i Broccoli.

Dalla natuta un aiuto per la prevenzione di stress e Alzheimer. I broccoli. Lo sostiene uno studio presentato dal professor Paolo Costantino, docente di biologia molecolare presso l’Università La Sapienza di Roma, durante le giornate inaugurali del SapiExpo, manifestazione legata al prossimo Expo2015. Sostanza chiave delle proprietà benefiche dei broccoli sono gli antiossidanti, presenti in grande quantità soprattutto nei germogli. Essi garantirebbero un’azione preventiva contro la degenerazione cognitiva legata all’Alzheimer e lo stress ossidativo: “I comuni broccoli e in particolare i suoi germogli, sono ricchi di antiossidanti e abbiamo osservato effetti sorprendenti sulla salute umana. I risultati sono stati spesso straordinari, abbiamo verificato infatti un importante effetto protettivo sullo stress ossidativo e proprietà contro l’Alzheimer.” Afferma il Prof. Costantino. La scoperta è stata realizzata somministrando estratti di germogli di broccoli, in varie fasi della loro crescita, in campioni cellulari e in modelli animali capaci di simulare malattie umane. "I risultati. - ha spiegato il ricercatore - sono stati spesso straordinari, abbiamo verificato infatti un importante effetto protettivo sullo stress ossidativo e proprietà contro l'Alzheimer". Il principio attivo responsabile degli effetti benefici del broccolo, come ha spiegato Costantino, non è ancora stato individuato con certezza. Lo studio, ancora in corso e coordinato da ricercatori della Sapienza, e stato finanziato dalla Regione Lazio e coinvolge gruppi di ricerca molto diversi tra loro. Non è tuttavia il primo studio a indicare nei broccoli un potente alleato per la salute umana. Questo esemplare di verdura crucifera è stato associato anche a un’azione protettiva nei confronti dell’artrite, come dimostrano i risultati ottenuti dai ricercatori dell’Università dell’East Anglia, nel Regno Unito. Sono inoltre ricchi di vitamine C e K, oltre a vantare importanti proprietà protettive contro le patologie tumorali che colpiscono l’intestino.

01/03/14

USA | SIRTUINA 1, una proteina che fa vivere meglio e più a lungo.

Uno studio condotto dal Dott Rafael de Cabo del National Insitute on Aging del National Institutes of Health negli Stati Uniti, ha scoperto un nuovo impiego possibile di una proteina, la sirtuina 1. Fino ad oggi si sapeva che questa proteina era fondamentale per mantenere l’equilibrio metabolico dei tessuti umani. Lo studio ha dimostrato che inducendo l’attivazione della proteina sirtuina 1 si estende la durata della vita, ritarda l'insorgenza delle malattie metaboliche correlate all'eta' e migliora la salute generale. Per il momento la sperimentazione è stata fatta su animali, nello specifico topi di laboratorio, ai quali è stata data una integrazione quotidiana corrispondente a 100mg/kg di SIRT1720, una molecola che attiva la SIRT1, per la durata di sei mesi. La somministrazione di tale molecola ha esteso significativamente la vita media dei topi dell'8,8 per cento, oltre a ridurre il peso corporeo e la percentuale di grasso, migliorando la funzione muscolare e la coordinazione motoria. In ulteriori studi incentrati sugli effetti di SRT1720 su diverse variabili metaboliche, i ricercatori hanno trovato che la supplementazione di SRT1720 ha portato alla diminuzione dei livelli di colesterolo totale e di colesterolo LDL, che potrebbero aiutare a proteggere contro le malattie cardiache, e miglioramenti nella sensibilità all’insulina che potrebbero aiutare a prevenire diabete. La dieta particolare ha avuto anche effetti anti-infiammatori in diversi tessuti, un dato importante, perché un basso grado di infiammazione cronica contribuisce contro l’invecchiamento e le malattie legate all’età. Se le ricerche dovessero confermare questa tesi e se la proteina dovesse funzionare anche sull’uomo, si tratterebbe davvero di aver scoperto l’elisir di lunga vita che ci permetterebbe, non solo di raggiungere una età considerevole ma soprattutto di arrivarci nel pieno possesso delle nostre facoltà fisiche e mentali.

08/01/14

La futura diagnostica arriva "direttamente" da Star Trek

Il futuro arriva da Star Trek? Un 'test lampo' svelerà le malattie
Il metodo di diagnosi usato dal dottor. Leonard  McCoy sulla nave spaziale 'Enteprise' potrebbe diventare realtà: secondo uno studio del Lawrence Livermore Laboratory, in California, tra 5-7 anni basterà un tampone all'interno della guancia e in pochi minuti si potrà svelare il virus e prescrivere il giusto trattamento.
 La diagnostica del dottor McCoy potrebbe presto diventare una realtà: a studiare lo sviluppo di un nuovo dispositivo - come riporta il 'Seattle Times' - che potrebbe rivoluzionare la medicina è uno studio del Lawrence Livermore Laboratory, in California. La squadra di ricercatori guidati dall'ingegnere chimico Elizabeth Wheeler sta sviluppando un metodo per riconoscere rapidamente gli agenti patogeni che causano le malattie più comuni.
Star Trek
 La chiave del test, che potrebbe arrivare sul mercato tra 5-7 anni, è la reazione a catena della polimerasi (Pcr), una tecnica di biologia molecolare che consente l'amplificazione di frammenti di acidi nucleici dei quali si conoscano le sequenze nucleotidiche iniziali e terminali. La Pcr è stata scoperta nel 1983 dal premio Nobel Kary Mullis e oggi è usata per identificare i resti umani, ma anche nel settore della sicurezza alimentare e, appunto, nella rilevazione di batteri. L'amplificazione del Dna mediante Pcr consente di ottenere molto rapidamente in vitro la quantità di materiale genetico necessaria per le successive applicazioni. La ricerca guidata dalla Wheeler sta lavorando proprio in questo versante, usando la Pcr a cui viene aggiunto uno speciale enzima. In seguito, con una macchina speciale, il Dna viene riscaldato a 202 gradi e poi raffreddato. In questo modo - precisano i ricercatori - si raddoppia la quantità di materiale genetico ad ogni ciclo. "Ci vogliono circa tre minuti per eseguire i 30 cicli necessari per amplificare il Dna e renderne possibile l'identificazione dal test, così da scoprire l'origine della malattia", avverte Wheeler. L'obiettivo degli scienziati è quello di arrivare a dispositivi di nuova generazione molto veloci, che "consentiranno ai pazienti in un prossimo futuro di inviare un campione al medico - sottolineano i ricercatori - il quale così potrà esaminarlo in pochi minuti con il test e prendere una decisione sul trattamento più appropriato". I possibili sviluppi del test andrebbero dal rilevamento degli agenti patogeni durante le guerre batteriologiche a quello dei virus responsabili delle epidemie. "Sarà possibile - concludono - testare in poco tempo i passeggeri in aeroporto che arrivano da zone a rischio, invece di lasciarli in quarantena per giorni".                             fonte Adnkronos 

27/12/13

Va bene animalisti, ma non così ... malata grave minacciata di morte

Come possono delle persone, se persone si possono definire, augurare la morte di una ragazza bolognese di 25 anni, l’unica colpa della quale è di essere affetta da malattie ( parola plurale) genetiche che sta curando grazie anche a sperimentazioni fatte su animali. Caterina Simonsen, questo il suo nome, è una vegetariana di Padova che studia Veterinaria a Bologna, è affetta da quattro malattie genetiche rare e di essere ancora su questa terra grazie alla ricerca basata sulla sperimentazione animale. Ha scelto un modo tanto semplice quanto originale per ringraziare i medici della comunità scientifica che le permettono di svegliarsi ogni mattina e di andare a letto ogni sera: ha postato su Facebook e su Twitter una sua foto con un respiratore sulla bocca ed un cartello dove ringraziava ricercatori, Sistema Sanitario Nazionale e Agenzia del Farmaco. “Io, Caterina S. - si legge - ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro". Sembra però che questa foto abbia fatto scattare le ire di diversi animalisti, i quali hanno cominciato a pubblicare su varie bacheche di Facebook post molto offensivi rivolti alla studentessa malata. << Era meglio se morivi così avremmo salvato altre vite animali >>, << L’essere umano si reputa più importante di un animale? Non è così. Questa Caterina dovrebbe vergognarsi di vivere grazie alla morte di esseri viventi. Schifosa. >>, << Se per darti un anno di vita sono morti anche solo tre topi, per me potevi morire anche a due anni. >> Queste sono alcune frasi vergognose postate sulla bacheca di Caterina. In totale Caterina ha contato 30 auguri di morte e 500 offese che lei ha prontamente girato (con nome e cognome) alla polizia postale. Probabilmente il cervello di queste pseudo persone è talmente limitato da non pensare che tutti i farmaci che prendono e che somministrano ai figli sono stati anche quelli testati sugli animali. Per non parlare dei vari polli, conigli e abbacchi che hanno messo in tavola in questi giorni di festa.

17/12/13

Uno spinello al giono: toglie o mette il medico di torno?

Fumare marijuana: una pratica in aumento che allerta e stimola i ricercatori a fare studi sul sui danni che creerebbe il fumo dell'"erba". Da sempre in contrasto le opinioni: "Fa bene o male fumare uno spinello? E fumarne tanti?" e ancora " Legalizzare l'uso della canapa per uso medicale o no"

Fumare marijuana durante l'età adolescenziale, quando il cervello è ancora in formazione, creerebbe danni evidenti alle strutture cerebrali che regolano la memoria e la capacità di ragionamento. Uno studio pubblicato sul Schizophrenia Bulletin mostra - con risonanza magnetica su un gruppo di 80 volontari di età media 20 anni - che i cervelli dei giovani che avevano fatto forte uso di 'erba' erano alterati nelle regioni sub-corticali: strutture che regolano i circuiti della memoria e della logica.
La funzionalità polmonare non è compromessa da un uso occasionale o moderato di marijuana, anche a lungo termine. A stabilirlo è stato uno studio condotto da ricercatori dell'Università dell'Alabama a Birmingham, che ne riferiscono in un articolo pubblicato sul "Journal of American Medical Association" "Con l'uso della marijuana in aumento e un gran numero di persone che sono state e continuano ad esservi esposte, sapere se provoca danni permanenti alla funzione polmonare è importante per la salute pubblica e l'uso medico della marijuana", dice l'autore senior dello studio, Stefan Kertesz, ricordando che dal 1996 a oggi, 16 stati e Washington, DC, hanno legalizzato l'uso medico della marijuana per contribuire a una migliore gestione dei sintomi di molte malattie, comprese cancro, AIDS e glaucoma."Ai livelli di esposizione alla marijuana comunemente osservati negli americani, l'uso occasionale è stato associato a un aumento del PEF e della capacità polmonare", spiega Kertesz. "Gli incrementi osservati non sono grandi, ma statisticamente significativi. Fino a livelli di utilizzo moderati, intorno a una 'canna' al giorno per sette anni, non ci sono prove di una diminuzione del flusso d'aria o del volume polmonare".
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