Il-Trafiletto
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01/11/14

Le mummie degli Anga

In Papua Nuova Guinea, c'è una tribù, gli Anga che ha praticato un tipo di mummificazione veramente fuori dal comune. E' una pratica che si basa sul fumo. Queste mummie affumicate non venivano poi seppellite come in uso in altre popolazioni, ma posizionate sulle colline circostanti il villaggio, in modo che potessero vegliarlo.

Mummie Anga
immagine presa dal web

Sicuramente a molti di noi una tale vista potrebbe suscitare  del raccapriccio ma secondo gli usi di questa tribù, è una forma di rispetto verso i morti. La mummificazione in generale è un processo lungo e complesso: vengono prima tolti dal corpo i liquidi e il grasso, spesso spalmandoli sui familiari del morto (un modo per trasferire loro l'energia vitale), e talvolta questi venivano recuperati anche come oli per la cottura.

Al termine di queste preliminari operazioni il cadavere veniva ricoperto di argilla e ocra, dando il caratteristico colore rosso.  Una tradizione secolare per gli Anga, ma che di fatto gli è stata vietata dal 1975, con l'indipendenza del paese, e oggi la maggior parte delle tribù seppelisce i morti secondi i rituali cristiani, solo nelle aree più remote la tradizione continua.


12/10/14

Se smetto di fumare ingrasso. Perchè?

La dipendenza da fumo di tabacco e quindi da nicotina, è fortissima ed è sia psicologica che fisica. Ed è la causa principale per cui è molto difficile per una persona rinunciare alla sigaretta “rilassante”. Tanti sono i motivi per cui un individuo dovrebbe smettere di fumare, da quelli economici, che non sono poi da trascurare, a quelli soprattutto di salute. Eliminando il fumo di sigaretta ne traggono beneficio il cuore, i polmoni, la circolazione, la salute in genere. Purtroppo per moltissime persone un freno alla volontà di smettere di fumare è dato dal principale problema estetico: la paura di ingrassare. L’aumento di peso per un fumatore pentito purtroppo è un dato di fatto. Ma perché si ingrassa smettendo di fumare? Molti sostengono che, venendo a mancare le vasocostrizione del fumo di sigaretta, si tende ad avere più fame e quindi a mangiare di più. Questa ipotesi è venuta a cadere dopo uno studio condotto dall’Università di Otago e pubblicato su Nicotine & Tobacco Research. Un altro studio, effettuato dalla Swiss National Science Foundation (Snsf) e pubblicato su Plos One, imputa invece le responsabilità dell’aumento di peso alla modificazione nella composizione della flora intestinale. Lo studio consisteva nel tenere sotto controllo i batteri intestinali presenti nei campioni fecali di venti persone nell’arco di tempo di nove settimane. Tra gli individui esaminati c’erano cinque fumatori, cinque non fumatori, e dieci persone che avevano smesso circa una settimana prima dell’inizio dello studio. Al termine dello studio è risultato che i ceppi batterici predominanti nella flora intestinale di un ex fumatore sono gli stessi che prendono il sopravvento nelle persone obese, mentre tra fumatori e non fumatori il cambiamento è minimo. I batteri responsabili di questo cambiamento sono i Firmicutes e Actinobacteria, responsabili di una maggior assimilazione dei cibi. (immagine presa dal web)

15/05/14

Se fumi rischi un invecchiamento cerebrale precoce, smetti e ti torna il buonumore.

“Perché fumo? A cosa serve fumare?” Quante volte ci siamo posti queste domande, dandoci anche delle risposte abbastanza scontate, ma senza mai prendere una drastica decisione e dare un taglio netto alla sigaretta. “Lo so, non serve a niente, ma fumare mi rilassa, mi dà sicurezza con gli altri, non ne posso fare a meno, e poi posso smettere quando voglio”, ci giustifichiamo. Senza pensare a quanti e quali danni possiamo avere a breve o a lungo termine. Uno studio durato 25 anni, effettuato dai ricercatori dell’University College di Londra (apparso su Archives of General Psychiatry) condotto su 7.236 uomini e donne di mezza età (dipendenti del Servizio civile inglese), ha dato come risultato un’accelerazione del rischio di demenza ed invecchiamento precoce del cervello, a cominciare dai 45 anni di età. Ai volontari di questo studio è stato chiesto di svolgere alcuni prove cognitive a tre età diverse: tra i 44-69 anni, tra i 50 e i 74, e tra i 55 e gli 88, e si è arrivati alla conclusione che i fumatori mostravano un declino cognitivo più veloce, di circa 10 anni, rispetto ai non fumatori. E più numerose erano le sigarette fumate, maggiori erano i danni neurologici. Ma c’è un altro studio condotto dai ricercatori dell’Università di Nottingham e pubblicato sulla rivista medica British Medical Journal dove si è studiata la salute psicologica di circa 1500 partecipanti a dei corsi contro il fumo, misurandola sei settimane prima del corso e poi ricalcolandola dopo altre sei settimane senza aver fumato. I risultati hanno dimostrato che dopo un primo momento di variazione di umore, dovuto probabilmente allo stop drastico del fumo di sigaretta, nella totalità dei volontari è stato notato un evidente calo dei sintomi ansiosi e depressivi, lasciando spazio all’ottimismo e alla voglia di programmazione. Smettere di fumare quindi non può che fare bene alla salute dell’uomo (e della donna), dal momento che sono sufficienti poche settimane per riscontrare effetti positivi sull’apparato cardiocircolatorio per arrivare, a 10 anni dopo lo stop al fumo di sigaretta, a un rischio di malattie cardiovascolari e tumorali pari a quelle di un soggetto che non ha mai fumato. E non è poco.

14/05/14

Turchia | Un corto circuito provoca un’esplosione in miniera. Oltre 200 morti ma il numero è destinato a salire.

Una vera e propria strage. Più di 200 morti e ne mancano all’appello ancora oltre 300. E’ successo nella tarda serata di ieri in Turchia in una miniera di carbone a Soma, nella provincia di Manisa, nell’ovest della Turchia, una miniera a circa duemila metri di profondità dove vi lavoravano circa 800 minatori. Non sono ancora note le cause che hanno provocato l’esplosione, anche se con tutta probabilità sembra sia dovuto ad un corto circuito di un generatore elettrico difettoso. Non si hanno più speranze per i minatori che lavoravano in fondo alla miniera visto che, dai racconti fatti dai lavoratori tratti in salvo, il fuoco divampa ancora nelle gallerie e non si è stati ancora in grado di domarlo, inoltre una intensa cappa di fumo non aiuta certo le operazioni di soccorso. Molti sono i minatori arrivati da tutta la Turchia per aiutare i soccorritori nelle operazioni di scavo per cercare di mettere in salvo quanti più compagni di lavoro possibile, anche col passare del tempo le speranze si affievoliscono. Davanti all’ingresso della miniera sono ci sono in trepida attesa i familiari dei minatori intrappolati. Per loro sono momenti di angosciosa attesa. Il bilancio delle vittime è incerto e in crescita. Intanto sono giunte nella notte decine di ambulanze e carri funebri partiti dalla vicina città di Smirne e perfino da Istambul. Intanto si sviluppano le polemiche sulla sicurezza della miniera. Secondo il Ministero del Lavoro, l’ultima revisione dell’impianto risale al 17 marzo scorso e sembra sia stato trovato tutto a norma di legge, mentre altre voci avevano messo in guardia le Istituzioni riguardo la miniera in questione. Il premier turco Tayyp Recep Erdogan una sua visita all’estero ed ha proclamato tre giorni di lutto nazionale a partire da oggi. (immagine presa dal web)

23/04/14

Quinto giomo verso la libertà | Testimonianza di ex tabagista

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE QUINTO GIORNO

Parte psicologica. Si esaminano le motivazioni inconsce del fumo. Il fumo sarebbe una forma di compenso inconscio (fase orale), a problemi di insicurezza, di solitudine, di insoddisfazione; la sigaretta non risolve problemi ma li copre soltanto. Il piano dei cinque giorni è la dimostrazione che insieme, nella solidarietà, i problemi si possono affrontare e risolvere serenamente, per scoprire le gioie legate alla crescita delle proprie conoscenze e del proprio grado di maturità. Smettere di fumare può anche significare smettere di nascondersi, per affrontare decisamente la vita con i suoi problemi, ma anche con le soddisfazioni che si provano una volta che si riesce a superarli.
Liberi dal fumo

Parte medica. Il problema più grande del dopo fumo può essere la tendenza ad aumentare di peso: se ne esaminano le cause (diminuzione del metabolismo basale, aumento dell'appetito, riscoperta dei gusti di una volta, ecc.) e di rimedi: la dieta, il controllo dell'appetito e l'attività fisica. La dieta deve essere equilibrata, con meno sale e zucchero, con meno formaggi, uova e carne; con più legumi, frutta e verdura. Sarebbe bene evitare insaccati e carni grasse. Seguono consigli per aiutare a controllare l'appetito e utilizzare 1'attività fisica. In conclusione, ulteriori approfondimenti vengono rimandati ai Gruppi di fumatori in trattamento che, una volta conclusosi il corso, saranno frequentati da ex fumatori o da coloro che ancora non hanno eliminato le sigarette residue. Sono otto incontri, una volta alla settimana. L'obiettivo principale è quello di creare una solidarietà tra ex fumatori per superare le difficoltà immediatamente successive al periodo di disassuefazione.

Per informazioni: Associazione di volontariato Lega Vita e Salute, Info: 055/2326289
info@vitaesalute.net

Premetto che non esiste un metodo sicuro che fa smettere di fumare, ma ognuno di noi ha bisogno del proprio metodo per smettere. Una cosa però accomuna tutti noi tabagisti, la paura. La paura dell'astinenza da fumo, la stessa che ha un drogato senza la sua dose.
Per smettere di fumare, io incallita tabagista da 35 anni con dita gialle e denti in pendant, ho dovuto capire di essere una tossicomane: una drogata. Come ogni drogato, il rimanere senza la mia "droga" mi accendeva una crisi di panico. Dopo aver preso la decisione di voler provare e sottolineo PROVARE a smettere di fumare (le sigarette sono rimaste sul tavolo per un mese) ho dovuto debellare la paura dell'astinenza. Il metodo adatto a me, fu quello che mi rassicurò che non sarei stata male, non avrei dovuto lottare contro la volontà di fumare, avrei dovuto solo aspettare che passasse la voglia di fumare. Senza sentire nessun dolore, nessuna agitazione, nessuna crisi, solo aspettare che passi la voglia di fumare. Così facendo, la voglia di fumare passava e poi tornava, all'inizio ogni pochi minuti, poi il lasso di tempo si dilatava sempre di più finchè mi sono scordata della voglia di fumare.  Basta aspettare e la voglia di fumare passa. A me è passata nel giro di 15 giorni al massimo. Non abbiate paura di smettere di fumare, non vi succede nulla....scorderete la voglia di fumare tutto qui---Galadriel


22/04/14

Quarto giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE QUARTO GIORNO

Parte psicologica. Lo psicologo ricerca soprattutto il dialogo con e tra i partecipanti. Quindi si esaminano le motivazioni per smettere, soprattutto quelle che riguardano la salute e il possibile guadagno economico, del singolo come della collettività; e di falsi motivi per continuare a fumare (il male che faccio lo faccio a me stesso, tanto prima o poi si deve morire ... ). Infine si fanno considerazioni in ordine al valore della vita e della salute, beni da rispettare, valorizzare e potenziare. E sopratutto si analizza la parte infantile, la crescita, la fantasia, il gioco, l'entusiasmo e il tutto senza fumare. Quindi si può stare bene anche senza fumo.
 
Parte medica. Apparato respiratorio: si ricordano succintamente i dati sulla responsabilità del fumo nella patogenesi della bronchite cronica, dell'enfisema e del cancro al polmone. Vengono anche precisate le ragioni della dieta disintossicante priva di carne: le purine prodotte dal metabolismo della carne hanno un'azione eccitante sul sistema nervoso costituendo uno stimolo capace di innescare il riflesso condizionato di fumare.

INTRODUZIONE
PRIMO GIORNO VERSO LA LIBERTA'
SECONDO GIORNO VERSO LA LIBERTA' 
TERZO GIORNO VERSO LA LIBERTA'

18/04/14

Terzo giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE. TERZO GIORNO

Parte psicologica. Il corpo influenza la mente. L'alimentazione eccessiva, la carenza di sonno, il troppo lavoro, l'uso di sostanze tossiche minano la lucidità della nostra mente e della nostra volontà e per questo vanno accuratamente evitati. In caso di tentazione irresistibile mettere in pratica la regola delle tre R (Risoluzione: Ripetere la decisione di non fumare; Regime idrico: bere a piccoli sorsi due bicchieri d'acqua; Respirazione). Se non bastasse si può provare la tecnica dell' orologio: prima di prendere una sigaretta aspettare un minuto, poi ancora un altro e un altro ancora. Dopo tre minuti il desiderio non sarà più così irresistibile. È importante rimanere in contatto con il compagno di corso.

Parte medica. Il fumo è in parte responsabile di tutte le patologie cardiovascolari e delle arteriopatie. Si possono verificare:
• Il danno endoteliale, di cui è responsabile la nicotina e il CO.
• L'aumentata aggregazione piastrinica.
• L'incremento della colesterolemia e degli acidi grassi.
Viene poi proposta l'assunzione di vitamina B1, che assieme ad altre vitamine del gruppo B agisce sul sistema nervoso e aiuta a superare gli stati d'ansia e di nervosismo. Per la dieta, aggiungere pasta e uova.
Una mia personale opinione da ex tabagista, da vincere è la paura, che sviluppa ansia che fa aumentare i battiti cardiaci e l'iperventilazione che a sua volta fa avvertire capogiri e formicolii alle estremità e alle labbra e favorisce l'insorgere del panico. Aiuta tantissimo la respirazione. Ricordate che la crisi di astinenza non porta alla morte; così come arriva se ne andrà e sarà sempre più lungo il tempo trascorso fra una crisi di astinenza e l'altra. Poi si dimenticherà...la sigaretta è da dimenticare.
INTRODUZIONE
PRIMO GIORNO VERSO LA LIBERTA'
SECONDO GIORNO VERSO LA LIBERTA'

17/04/14

Secondo giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE: SECONDO GIORNO

Parte psicologica. La mente ha un'influenza sul nostro corpo. Pensare positivo, in termini propositivi e ottimistici. La volontà ha nell' affettività il suo motore propulsore; sono i sentimenti che motivano o demotivano i vari comportamenti. Con un corretto coinvolgimento del nostro mondo affettivo possiamo ulteriormente rafforzare la decisione di smettere di fumare. L'amore per il coniuge, per i figli, l'amor proprio, la gioia di essere liberi, il rispetto per gli altri sono potenti leve sulle quali poter agire per rafforzare ancora di più il desiderio e la decisione di smettere. L'ambiente può favorire o sfavorire la decisione; quindi è bene evitare ambienti frequentati da fumatori, rimanere a contatto con amici non fumatori e in particolare con un compagno di corso.  


Parte medica. Oltre alla nicotina, un altro nemico della salute è il monossido di carbonio (CO), che legandosi all'emoglobina forma la carbossiemoglobina, incapace di trasportare l'ossigeno; si è calcolato che fino al 15 per cento di emoglobina circolante può essere messo fuori uso, così da ridurre l'apporto di ossigeno ai tessuti e in modo particolare a quello nervoso, che ha un fabbisogno 4 volte maggiore rispetto agli altri. Inoltre il CO provoca delle alterazioni a livello dell'endotelio vasale, favorendo i processi aterosclerotici. Per combattere i suoi effetti tossici occorrono dunque l'astensione dal fumo e gli esercizi respiratori. La nicotina si inserisce nel processo biochimico delle cellule nervose del sistema nervoso al punto che stabilisce un nuovo equilibrio «patologico» (dipendenza fisica) che richiede continue e periodiche assunzioni della molecola attraverso il fumo di sigaretta. La nicotina diviene così necessaria ad assicurare l'equilibrio delle cellule nervose. Quando i livelli di nicotina tendono a decrescere, l'equilibrio si altera e compare così tensione, nervosismo, stanchezza, che spingono all'assunzione di altra nicotina. Si crea in questo modo un circolo vizioso, o meglio un riflesso condizionato, per cui qualsiasi situazione che produce eccitazione nervosa (stimolo) richiama la stessa risposta: fumare una sigaretta. Esempi di alimenti che possono produrre eccitazione del sistema nervoso sono: caffè, alcol, spezie e carne,che quindi vengono sconsigliati durante i cinque giorni. Per combattere la sonnolenza e la spossatezza da astinenza ed evitare il ricorso al caffè, viene proposta l'idroterapia soprattutto sotto forma di ginnastica vascolare: frizioni energiche con spugnature fredde della cute e delle braccia, inizialmente, poi anche del tronco e degli arti inferiori. Le frizioni stimolano il sistema nervoso centrale e i vasi superficiali, le cui pareti tendono a rilasciarsi per l'assenza dell' azione vasocostrittiva della nicotina. La dieta si arricchisce di ortaggi, verdure, legumi e pane integrale.
INTRODUZIONE
PRIMO GIORNO VERSO LA LIBERTA'

16/04/14

Primo giorno verso la libertà

SMETTO DI FUMARE IN CINQUE MOSSE: PRIMO GIORNO  

Parte psicologica. Lo psicologo parla della volontà mettendo in guardia dal grande rischio psicologico della «promessa» di smettere di fumare; non occorre promettere, ma «decidere». 


Prendere la decisione è un atto della volontà che attraverso una scelta traduce il desiderio in azione; la decisione alla quale non fa seguito nessuna azione in realtà è ancora desiderio. Quindi, quando si decide, occorre «agire». Ma cosa fare? Spesso non basta buttare via sigarette e accendino. Il fumatore incallito ha ormai sviluppato un rituale che si è integrato nella sua personalità; riuscire a diventare ex fumatore è difficile. Occorre un piano ben definito; la sua validità riveste un'importanza pari a quella che può avere la decisione di smettere di fumare. Il non riuscire, quindi, non dipende necessariamente da un difetto di volontà (il solito alibi dei fumatori), ma dalla mancanza di un buon metodo, individuale o di gruppo, da seguire tramite l'adozione di una serie di piccole decisioni, che fortificano la decisione di fondo di smettere di fumare.

 Le prime sono quelle di consegnare tutte le sigarette, di mettere nel portafoglio o in borsetta un tesserino con su scritta la frase trionfo, di attaccare autoadesivi con la stessa scritta in casa, in auto o in ufficio, di comunicare a più persone possibili la propria decisione di smettere di fumare e di ripetere ad alta voce, molte volte nella giornata, la frase trionfo «Ho deciso di smettere di fumare». Parte medica. La volontà ha la sua sede anatomica nel sistema nervoso centrale; a questo livello agisce la nicotina, interferendo con le capacità decisionali del fumatore. Essa agisce sulle cellule nervose direttamente, con un'azione bifasica di eccitazione prima e di depressione più intensa poi, e indirettamente, riducendo l'apporto ematico con un' azione vasocostrittrice. Per rafforzare la volontà occorre quindi disintossicarsi dalla nicotina, sfruttando il suo tallone d'Achille: la idrosolubilità. Di qui la prescrizione (salvo controindicazioni) di bere forti quantità d'acqua al giorno (almeno due litri) oltre che rimanere senza fumo. Con una dieta prevalentemente idrica si riesce in cinque giorni a smaltire circa il 90 per cento di nicotina, che rimarrà in tracce fino al 15° giorno; normalmente, con dieta libera, il tempo richiesto è di circa tre mesi. La mancanza di nicotina potrà in parte essere surrogata da dosi aggiuntive di vitamina C (meglio quella naturale), che è cronicamente deficitaria nel fumatore; essa favorisce la disintossicazione e stimola il tono del sistema nervoso centrale. Per rafforzare ulteriormente la volontà si insegnano tecniche di respirazione ritmica e profonda, perché questa assicura una migliore ossigenazione del cervello e un effetto distensivo, particolarmente gradito durante i primi giorni di astinenza. La dieta di sola frutta ha la funzione di assicurare apporti abbondanti di vitamina C e di acqua; inoltre fa emergere un bisogno «naturale» (mangiare) che si contrappone favorevolmente all' altro bisogno «artificiale» (fumare).
 INTRODUZIONE

15/04/14

Smetto di fumare in cinque mosse

ADDIO ALLA SIGARETTA IN CINQUE GIORNI UN METODO CHE FUNZIONA

Smettere di fumare è l'aspirazione di tutti i tabagisti, ma avere la voglia e la convinzione di voler smettere appartiene solo a quelli che riescono a vincere questa dipendenza.


"Non possiamo più stare a guardare mentre avanza un' epidemia che già ora uccide quattro milioni di persone all'anno e che arriverà a ucciderne 10 milioni entro il 2030". La dichiarazione non è di quelle che lasciano il tempo che trovano. In Italia, quelli che non sono «rimasti a guardare» sono stati migliaia di operatori e volontari; tra questi ci sono alcuni che, fin dal 1973, hanno avviato una battaglia determinata, ma civile, contro il fumo. Sono i volontari della Lega Vita e Salute che proprio all'inizio degli anni Settanta hanno inaugurato la stagione del Piano dei cinque giorni per smettere di fumare, il metodo che utilizza come strumenti la dinamica di gruppo e consigli legati all'alimentazione e allo stile di vita. È una sfida combattuta non con grandi mezzi ma sostenuta dalla passione di chi ha voluto fare promozione della salute partendo proprio da questo grave problema. Il piano dei cinque giorni ha conosciuto alcuni aggiornamenti e di recente viene riproposto con il titolo di «Respira libero» che contiene importanti novità soprattutto per quanto riguarda l'approccio olistico verso la salute. Il Piano dei cinque giorni «Respira libero» è studiato da circa quarant'anni, sperimentato, migliorato e diffuso prima negli Stati Uniti, poi in Europa.

L'originalità ed efficacia del piano risiedono nello scopo per il quale esso è stato creato: «informare, dimostrare e soccorrere». «Respira libero » è una terapia per smettere di fumare condotta per cinque giorni da due specialisti, in genere un medico e uno psicologo. La profonda esperienza «sul campo» ha dimostrato che questa durata è necessaria e sufficiente per ottenere benefici dai consigli di igiene fisica e mentale. il metodo permette una rapida disintossicazione e una buona fiducia tra corsisti e terapeuti. Il piano si rivolge ai fumatori che desiderano smettere di fumare; non vuole convincere chi non ne ha intenzione. E si basa prima di tutto su un' accurata informazione. Durante il corso, con l'ausilio di supporti didattici (lavagna luminosa, film, diapositive, ecc.), vengono forniti dati scientifici, statistiche sui danni del fumo. In ogni caso, questi interventi rappresentano la parte meno importante del piano; l'elemento più efficace è la terapia di gruppo che si impernia su due elementi: fisiologico e psicologico. Il medico, o animatore preparato, fornisce ogni giorno consigli dietetici, esercizi fisici di respirazione e di idroterapia. Tutto questo per raggiungere due obiettivi:
1. Permettere una disintossicazione controllata, graduale ma abbastanza rapida per consentire all'ex fumatore di smettere di colpo con la sua abitudine e ridurre il più possibile la tentazione a riprendere a fumare.
2. Indicare degli strumenti fisici per vincere questa abitudine.
Lo psicologo ha a sua volta un triplice scopo:
1. Rafforzare la fiducia dell'uditorio precisando la natura, i limiti e il buon uso della volontà.
2. Mostrare l'importanza delle reazioni psicosomatiche e indicare le tecniche psicologiche più valide per lottare contro l'abitudine, evitando le situazioni tranello.
3. Stabilire, attraverso tecniche di dinamica di gruppo, relazioni che permettano al corsista di esprimersi e di condividere con gli altri le proprie lotte e le proprie vittorie.
Lo psicologo mette particolarmente in evidenza l'importanza dei fattori familiari, sociali, ideologici o spirituali, e l'aiuto che essi possono dare. A ogni partecipante viene inoltre consegnato un libretto che diventa il libro di bordo per la durata dei cinque giorni. In esso il fumatore trova riportati i consigli principali appresi durante il piano. Vi annota i sintomi che avverte e le decisioni che prende. Serve anche da mini rubrica per annotare eventuali numeri telefonici di altri corsisti con cui condividere il percorso di allontanamento dal fumo.
Domani inizieremo dal 1^ giorno.

14/04/14

Discoteche:Vibrazioni assordanti e deprimenti

Le mode che fioriscono intorno alla techno music e alla discoteca giocano con la negatività, gli antropologi sottolineano l'elemento distruttivo e autolesionista che fa da cornice all'appuntamento notturno discotecaro. E per chi avesse qualche dubbio, gli studiosi presentano alcuni dati emblematici. 

 «Si vendono croci rovesciate, ciondoli con simboli di morte, magliette con scritte emblematiche: "Quando la gente del vernerdì si sveglia, la città impallidisce. La musica scuote i muri. La notte castiga chi non le siabbandona. Per poi passare sempre di qui".

Altre scritte propongono "sadomaso parties", "ritorno a Sodoma e Gomorra". Nel nostro mondo che non accetta più regole, i giovani sentono di dover superare i padri; allora è la trasgressione a diventare regola, addirittura ciclica, del sabato sera, della discoteca a sfondo infernale dove la violenza è l'ingrediente base». Si tratta però oltre che di una trasgressione che non costruisce, anche di un vero e proprio falso anticonformismo: «È in realtà un conformismo inconsapevole di chi accetta parametri estetici ed etici imposti, che imita modelli prefabbricati che non lasciano spazio alla libera scelta. Di fatto in occidente la secolarizzazione ha fatto crollare la visione religiosa della vita per imporre un modo basato sul consumo e relegando danza e suono nella sfera notturna di frastuono, alcol, droga, violenza e sesso». In questa sorta di rito post moderno, il tempo e lo spazio vengono rivoluzionati. Il tempo è capovolto, sostituendo il giorno con la notte, e lo spazio «compresso in uno strepito che crea una bolla d'aria di vibrazione assordante, deprimente, che apre la porta alla necessità di uscire da se stessi con sostanze allucinogene mescolate all'alcol».

30/03/14

Il chewing gum responsabile dei tuoi mal di testa.

Le cause del mal di testa sono molteplici, ma quella più diffusa sicuramente è la gomma da masticare. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Pediatric Neurology e condotta da un gruppo di ricercatori del Meir Medical Center dell'università di Tel-Aviv in Israele, secondo cui molti casi di mal di testa nei giovanissimi ( ma anche nei meno giovani) sarebbero da attribuire alla cattiva abitudine di masticare chewing gum per ore e ore. Secondo gli autori il mal di testa è molto diffuso tra bambini e adolescenti, ancora di più tra le ragazzine. Tra le cause scatenanti questa fastidiosissima patologia ci sono lo stress, stanchezza, mancanza di sonno, rumori, l'uso prolungato di videogiochi, il fumo, i pasti saltati e il ciclo mestruale. Il neurologo Nathan Watemberg ha notato che molti dei suoi giovani pazienti, in particolare le femmine, erano soliti masticare il chewing-gum per ore e ore. Si è chiesto perciò se non potesse esservi un legame fra il masticare continuo e la comparsa del dolore, anche perché nella sua esperienza si era accorto che spesso, smettendo di masticare, il mal di testa come per incanto svaniva di lì a poco. Il medico ha condotto perciò una ricerca su 30 suoi pazienti dai 6 ai 19 anni con cefalea cronica e l’abitudine a masticare “cicche” ogni giorno, da una fino addirittura a sei ore quotidiane: a tutti ha chiesto di bandirle per un mese. Dopo trenta giorni senza gomme 19 ragazzini su 30 hanno visto sparire completamente il mal di testa, che in altri 7 casi era diminuito per frequenza e intensità. Facendo una controprova, 26 partecipanti hanno accettato di riprendere a masticare chewing-gum per due settimane: tutti hanno manifestato di nuovo la consueta cefalea nel giro di pochi giorni. Due le teorie chiamate in causa per questo mal di testa. La prima riguarda l’aspartame, il dolcificante contenuto in molti di questi prodotti: ma se fosse colpa del dolcificante dovrebbero soffrire di mal di testa anche i consumatori assidui di tutti i cibi e le bevande zuccherate. La seconda ipotesi è quella più probabile, secondo cui la masticazione della gomma provoca uno stress dell’articolazione temporo-mandibolare: in genere le gomme si tengono in bocca a lungo, masticandole ben oltre la scomparsa del loro sapore, e ciò costringe al “superlavoro” questa articolazione che peraltro è fra le più usate. Inoltre esistono prove scientifiche che una disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare possa davvero provocare mal di testa. Una scoperta che può avere immediate ripercussioni, secondo il neurologo: in un paziente con mal di testa (vale per i giovani, ma forse anche per i “ruminanti” più attempati) il consiglio di lasciar perdere le gomme è a costo zero e può risolvere una certa quota di casi senza necessità di ulteriori terapie.

05/02/14

La catena Cvs manda in fumo 2miliardi di dollari | Non vendera' piu' sigarette

Un esempio di civiltà arriva dall'America, esattamente da Washington. La grande catena di drugstore Cvs ha annunciato che non venderà più sigarette e derivati del tabacco, rinunciando 2 miliardi di dollari. Il presidente Larry J. Merlo riceve il plauso di Barack Obama, per "l'esempio potente"


Washington, 5 feb. - Svolta salutista nella grande distribuzione americana: per la prima volta un colosso del settore, la catena americana Cvs, ha annunciato che non vendera' piu' sigarette o altri prodotti derivati dal tabacco. La misura entrera' in vigore da ottobre e riguardera' 7.600 punti vendita sparsi sul territorio. "E' la cosa giusta da fare per i nostri consumatori per aiutare le persone verso una salute migliore", ha spiegato il presidente Larry J. Merlo alla Cnn, definendo la vendita di tabacco "in contrasto con il nostro obiettivo".La decisione ha suscitato l'immediato plauso di Barack Obama, che si e' congratulato per "l'esempio potente" dato dalla Cvs.

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Questo, ha affermato il presidente americano, "aiutera' gli sforzi della mia amministrazione per ridurre le morti legate al tabacco, tumori, malattie del cuore, e a diminuire i costi per il sistema sanitario". Secondo una stima fornita dalla stessa societa', l'iniziativa costera' alla maxi catena di drugstore mancati guadagni per 2 miliardi di dollari legati ai fumatori. Una fetta di profitti evidentemente giudicata sacrificabile dalla Cvs che negli ultimi anni ha visto crescere i ricavi: nonostante non abbia ancora reso noti i risultati di fine anno, nei primi nove mesi del 2013, la maxi catena ha registrato un fatturato di 94 miliardi di dollari, in leggero aumento rispetto al 2012.                      fonte (AGI)

02/01/14

Bastano cinquemila passi per mantenersi in forma e risparmiare

Facciamo una vita sedentaria, sia per motivi di lavoro, sia per pigrizia, e sempre più è necessario cercare di mantenersi in forma facendo del movimento e mangiando sano. Se non si ha tempo e modo di frequentare una palestra, ma se l'aria aperta fa per noi, qualunque sia la stagione dell'anno, allora camminate!  Fare 5.000 passi ogni giorno, ovvero una passeggiata di circa 3 chilometri, aiuta a mantenersi in salute e a dimezzare il rischio di morte! A riferirlo è l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha messo in evidenza le conseguenze e i rischi per la salute di uno stile di vita sedentario. Secondo gli ultimi dati infatti, la sedentarietà provoca ogni anno 600 decessi solo in Europa e rappresenta una delle dieci cause di morte e disabilità in tutto il mondo.
Camminare

In particolare, vanno ricordati i danni derivanti dalle patologie cardiovascolari: la sola ipertensione provoca circa 240.000 morti l’anno, è responsabile del 47% delle cardiopatie ischemiche e del 54% degli ictus cerebrali. Camminare dunque è un vero e proprio elisir di benessere fisico, ma anche un modo per risparmiare denaro: lasciare l’auto a casa, per usare i mezzi pubblici e percorrere alcuni tratti a piedi, fa’ risparmiare mediamente 700 euro l’anno. Un fattore non da poco visto il tempo di crisi! Per capire esattamente quali regole seguire e con quale frequenza effettuare l’attività fisica in base all’età si può consultare l’opuscolo a vignette, dal titolo "Una passeggiata di salute", presentato al Senato in occasione del Convegno nazionale "Il ritratto della salute e la medicina dei sani: modelli di sviluppo e strategie di comunicazione", promosso dalla Simg (Società Italiana di Medicina Generale) e dall'Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione. “Diabete, cardiopatie, ipertensione, cancro, osteoporosi – ha detto Claudio Cricelli, presidente della Simg - sono le malattie croniche che colpiscono in massa gli italiani, legate proprio a stili di vita sbagliati”. Per prevenire tutte queste patologie e mantenersi in salute quindi basta percorrere appena tre chilometri, una passeggiata a passo sostenuto, ma costante. “La prevenzione è un diritto per ciascun cittadino ed è un obiettivo del nostro Sistema Sanitario Nazionale, tra i migliori al mondo – ha aggiunto Antonio Tomassini, Presidente della Commissione “Igiene e Sanità” del Senato e Presidente dell’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione – È necessario promuovere interventi per ridurre i principali fattori di rischio per le grandi malattie: fumo di sigaretta, alimentazione scorretta, sedentarietà e abuso di alcol. Per i danni diretti e indiretti che derivano da stili di vita sbagliati lo Stato spende circa 60 miliardi di euro ogni anno”. Ma oltre al movimento, bisogna prestare attenzione anche all’alimentazione: “La salute, infatti, si conquista e si conserva soprattutto a tavola, sin da bambini – ha aggiunto il dottor Cricelli – Il tradizionale modello alimentare mediterraneo è ritenuto oggi in tutto il mondo fra i più efficaci per la prevenzione ed è anche uno dei più vari e bilanciati. Dobbiamo rivolgere ai cittadini messaggi chiari, senza chiedere loro di stravolgere drasticamente le loro abitudini ma con consigli pratici da attuare nella vita quotidiana”. Insomma, ancora una volta, per mantenersi in salute è opportuno scegliere una dieta equilibrata e fare movimento con regolarità! Che aspettiamo a lasciare a casa più spesso l'auto?

04/11/13

Fumi e bevi? Tieniti le ossa rotte!

Un rallentamento nella guarigione delle fratture ossee è causata da alcool fumo e anche droga.
Lo rivela uno studio presentato al Congresso della Societa' italiana di ortopedia e traumatologia. Circa il 15% delle fratture ha una gurigione molto lenta Uno studio appena presentato al 98° Congresso della Societa' italiana di ortopedia e traumatologia (Siot)
"La consolidazione di una frattura - spiega Federico Santolini, dell'ospedale San Martino di Genova e presidente del Congresso - e' un processo lungo e complesso che a differenza di quanto avviene negli altri tessuti non porta alla guarigione per cicatrice ma a una vera e propria rigenerazione dell'osso.

Fumo ed alcool

Questa rigenerazione e' la tappa finale di un processo lungo e complesso che inizia immediatamente dopo la frattura ed e' modulato da numerosi fattori di crescita cellulari". Qualsiasi evento che interferisca con questo processo può rallentarlo o inibirlo completamente: senza callo osseo la frattura non guarisce ed il malato precipita in uno stato di invalidità accompagnato da gravi problemi che vanno dalla mancata ripresa del lavoro.

Ogni anno si stima che circa il 15% delle fratture, poco più di 90.000 specialmente di gamba e di avambraccio, tardino a guarire ed evolvano in pseudoartrosi, cioe' non consolidino. Secondo uno studio promosso dalla Siot, la fascia di popolazione piu' a rischio e' costituita da giovani tra i 20 e i 45 anni con fratture esposte, cioe' dove l'osso, spesso a causa di traumi e' uscito fuori dalla cute. I problemi vascolari e l'infezione che ne può conseguire sono cause importanti di non guarigione della frattura, come pure possono esserlo difetti di riduzione e di sintesi chirurgica.

"Questi parametri - sottolinea Santolini - devono sempre essere accuratamente valutati nell'inquadramento di una frattura che nei tempi normali presenta un'evoluzione lenta tuttavia, in assenza di difetti evidenti le cause possono essere di tipo diverso, per esempio un problema genetico che causa un'insufficiente sintesi dei fattori di crescita, una malattia concomitante e, non da ultimo, cattive abitudini di vita del paziente stesso, come scarsa adesione alle prescrizioni del curante o assunzione di alcool, droghe e fumo. Il fumo, in particolare, si e' dimostrato uno dei maggiori determinanti del rischio di cattiva guarigione di una frattura, in grado di innalzarne significativamente le percentuali che, nei fumatori, possono arrivare sino al 30%"

Il rapporto medico-paziente è centrale nella fase di riabilitazione. "Se la frattura non si consolida quasi sempre - conclude Santolini - le responsabilita' ricadono alla fine sempre e solo su noi medici. Basterebbe a volte un po' di buon senso da parte di tutti per evitare spiacevoli conseguenze".
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