Il-Trafiletto
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08/09/14

Contro l'ictus femminile banane e fagioli

Sembra che a ridurre il rischio di ictus femminile contribuisca una dieta ricca di potassio. Perciò via libera a banane, fagioli e patate dolci. A rivelarlo è uno studio condotto dall’American Heart Association e pubblicato sulla rivista scientifica Stroke: le donne che assumono più potassio rispetto alla media, hanno una probabilità che si riduce del 12% di imbattersi in un ictus di qualsiasi tipo e del 16% sulle conseguenze ischemiche.

Secondo quanto spiegato dal team di ricerca guidato dall’esperta Sylvia Wassertheil-Smoller, da diversi decenni è noto che l’assunzione regolare di potassio possa aiutare a contenere l’ipertensione. Ma non era mai stata analizzata quale fosse l’incidenza dell’elemento sulle patologie correlate, quali appunto l’ictus. I ricercatori hanno analizzato per 11 anni i comportamenti alimentari di 90.137 donne, tutte in post-menopausa e comprese nella fascia d’età 50-79.

Banane
immagine presa dal web
 L’analisi si è concentrata sull’assunzione quotidiana di potassio, e poi è stata correlata ai casi di ictus verificatisi durante il periodo di studio e anche al numero di pazienti decedute. Dai dati raccolti, si è innanzitutto capito come l’assorbimento medio del minerale con la dieta sia di 2,611 mg al giorno, nonostante le raccomandazioni dell’OMS indichino un valore di almeno 3,510 mg o superiore. Solo il 16.6% delle intervistate raggiunge o supera questa soglia e, come da premessa, è proprio questo gruppo a godere dei maggiori benefici.

 Quindi si è dedotto che rispettando o superando il valore di riferimento consigliato, la prima correlazione diretta notata è una durata della vita più lunga: le donne che assumono corrette quantità di potassio, infatti, vedono ridotte del 10% le probabilità di una morte prematura. Non è però tutto: fra le intervistate non affette da problemi di pressione, coloro che assumono le maggiori quantità del minerale vedono ridursi del 21% le chance di subire un ictus ischemico e del 27% quelle di ictus di qualsiasi tipo.

Comprendendo anche quella parte di campione che invece soffre di varie problematiche dovute all’età, come appunto la pressione alta, la media si attesta rispettivamente sul 12 e sul 16%. Così spiega la dottoressa Wassertheil-Smoller, docente al dipartimento di epidemiologia e salute pubblica dell’Albert Einstein College of Medice di New York: " I nostri risultati suggeriscono come le donne debbano mangiare cibi più ricchi di potassio. Non si trovano grandi quantità di potassio nel junk food, bensì in patate dolci, banane e fagioli bianchi".

Ovviamente, non manca il rovescio della medaglia: l’esperta ha sottolineato come dosi eccessive di potassio possano in realtà essere dannose per il cuore, quindi è sempre necessario farsi seguire da un medico o da uno specialista, per studiare a fondo la giusta quantità del minerale da assumere in relazione al proprio metabolismo e alla propria storia clinica. Il prossimo passo della ricerca sarà vagliare se le proprietà oggi confermate trovino un equivalente nella popolazione maschile.

Ipertensione arteriosa: cambiamo i nostri comportamenti

Sono i valori di pressione sistolica e diastolica superiori a 140 mmHg e a 90 mmHg che determinano la condizione di ipertensione arteriosa.

Bisogna procedere con delle regole ben precise per garantire l'esatta modaità di misurazione della pressione e la possibilità di riprodurre certi valori rilevati (vedi tabella sotto). L'ipertensione è solita manifestarsi prevalentemente negli uomini tra i giovani (il rapporto donne/uomini all'età di 30 anni è di 0,6-0,7), invece man mano che si va avanti con l'età è solita apparire tra le donne (rapporto donne/uomini all'età di 65 anni = 1,1-1,2 a 1).

Questo aumento nelle donne è probabilmente mediato da meccanismi di natura ormonale. Da un punto di vista pratico la diagnosi di ipertensione va effettuata sulla base di almeno 2 misurazioni di pressione per visita ripetute 3 volte in un mese, con un valore finale della pressione determinato sulla base della media delle singole misurazioni ambulatoriali. È inoltre importante informare il paziente della necessità di non fumare, non assumere caffeina e non effettuare attività fisica intensa nei 30 minuti che precedono la misurazione. Operativamente la misurazione della pressione deve seguire una serie di procedure per garantire correttezza e riproducibilità del dato rilevato.
Misurazione della
pressione arteriosa

Nel dettaglio si consiglia di:
- tenere il paziente seduto in una ambiente tranquillo per qualche minuto prima di effettuare la misurazione;
- togliere gli indumenti che costringono il braccio prima dell'applicazione del bracciale;
- effettuare due misurazioni separate da un intervallo di 1-2 minuti ricorrendo a una terza misurazione solo se le prime due sono molto diverse tra loro;
- utilizzare bracciali standard per le persone di corporatura normale, ma usare i bracciali appositi per la misurazione nei bambini e negli obesi;
- posizionare il bracciale a livello del cuore utilizzando le fasi di comparsa e di scomparsa dei rumori di Korotkoff per identificare la pressione sistolica e la pressione diastolica;
- misurare la pressione dopo 1 e 5 minuti dall'assunzione della posizione eretta negli anziani, nei diabetici e in tutte le condizioni in cui si sospetta un'ipotensione ortostatica.

L'ipertensione arteriosa è un fattore di rischio cardiovascolare, che può potenziare l'azione negativa di altri fattori di rischio. La maggior parte dei casi di ipertensione è dovuta ad abitudini di vita non corrette. Fin dalla giovane età è consigliabile mantenere la pressione arteriosa a livelli normali, seguendo alcune semplici regole di comportamento. In particolare, per tenere la pressione entro limiti di norma occorre:
- seguire una dieta equilibrata
- non fumare
- tenere sotto controllo il peso
- fare attività fisica.
Cosa fare e cosa non fare
per non favorire l'incremento
della pressione arteriosa

Per quanto riguarda la dieta è bene mangiare molta frutta e verdura e assumere pochi grassi saturi. Bisognerebbe quindi consumare regolarmente pesce, riducendo il consumo della carne rossa. L'alcol va assunto con moderazione (al massimo un bicchiere di vino al giorno per la donna e due per l'uomo) perché ha un ruolo importante nello sviluppo e il mantenimento dello stato ipertensivo. Ridurre l'assunzione di sodio aiuta a prevenire l'ipertensione e a migliorare il controllo della pressione negli ipertesi. Non solo gli ipertesi ma anche i soggetti con pressione normale non dovrebbero superare i 5 g al giorno di sale da cucina (che corrispondono a circa un cucchiaino da tè), soglia di assunzione ritenuta attualmente accettabile. Per ridurre l'assunzione di sodio si consiglia quindi di:
- preferire gli alimenti freschi a quelli precotti;
- risciacquare i cibi in scatola, per esempio il tonno, qualora non sia possibile utilizzare l'alimento fresco;
- insaporire i piatti utilizzando le spezie (aglio, prezzemolo, basilico, cannella, peperoncino eccetera) al posto del sale;
- leggere le etichette degli alimenti e se possibile preferire quelli a basso contenuto di sodio.

Inoltre se si è in buona salute si può ricorrere ai sostituti del sale che contengono cloruro di potassio al posto di cloruro di sodio. I sostituti del sale vanno utilizzati con cautela nei soggetti con insufficienza renale perché possono portare a ipercaliemia, (aumento della concentrazione di potassio). Smettere di fumare è utile per ridurre il rischio di sviluppare un'ipertensione arteriosa e controllare più facilmente uno stato ipertensivo già esistente. Vanno pertanto incoraggiati i programmi di disassuefazione e di informazione sul rischio del tabagismo. Per stabilire se il proprio peso corporeo è corretto occorre valutare l'indice di massa corporea che si ottiene dividendo il peso (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell'altezza (espressa in metri): BMI= peso (kg)/altezza x altezza (m2) Una persona si definisce:
- sottopeso, se il suo indice di massa corporea è minore di 18,5 kg/m2
- normopeso, se il suo indice di massa corporea è compreso tra 18,5 kg/m2 e 24,9 kg/m2
- sovrappeso, se il suo indice di massa corporea è compreso tra 25kg/m2 e 29,9kg/m2
- obesa, se il suo indice di massa corporea è uguale o superiore a 30kg/m2.

Un'attività fisica regolare è fondamentale per mantenere una condizione di benessere cardiovascolare e controllare il proprio peso corporeo. La riduzione della pressione è più marcata nei soggetti ipertesi rispetto ai normotesi. L'attività fisica va programmata sulla base delle caratteristiche cliniche individuali e in base al profilo di rischio cardiovascolare del soggetto. Ai soggetti sedentari andrebbe consigliato di effettuare un'attività aerobica moderata per 30-45 minuti ogni giorno (cammino, jogging o nuoto).(l'infermiere)


29/07/14

Sole | Quattro ragioni per starsene all'ombra

Verità scottante! Senza di lui la vita sarebbe triste, ma è sano stare come una lucertola sotto il Sole? 

"La luce solare è indubbiamente la principale causa evitabile di tumore alla pelle, e dovremmo seguire il consiglio di proteggerci la pelle e gli occhi", spiega Richard Weller, dermatologo all'Università di Edimburgo. Eppure con tutti i vantaggi derivanti dall'esposizione alla luce solare può valere la pena rischiare di prendere qualche raggio occasionale. Il legame tra luce solare e pressione sanguigna è interessante, considerando che le statistiche dell'Organizzazione Mondiale della Sanità dimostrano che l'ipertensione è uno dei principali fattori di rischio di morte a livello mondiale. "E' risaputo che la pressione sanguigna è più bassa d'estate che d'inverno", spiega Weller. "Tuttavia, somministrare tavolette di vitamina D non incide sulla pressione sanguigna. Credo pertanto che la vitamina D sia una misura dell'esposizione alla luce del Sole, ma non l'unica ragione dei benefici per la salute."

                                                   Quattro ragioni per starsene all'ombra.
 Quattro ragioni per starsene all'ombra

FACCIA DA TARTARUGA
Anni di adorazione del Sole potrebbero trasformarvi in Lonesome George, la tartaruga delle Galapagos morta a cento anni. La combinazione delle radiazioni UVA e UVB causa l'ispessimento della pelle e la perdita della sua naturale elasticità. Ecco perché ci vengono le rughe e le borse. Siamo più sensibili alla luce solare da giovani, come hanno rivelato ricercatori australiani che hanno digitalizzato le immagini dei danni alla pelle in persone tra i 18 e gli 83 anni. E dunque, per scongiurare l'effetto tartaruga a cinquant'anni, faremo bene a evitare i lettini a sdraio da adolescenti. Da segnalare, però, che la luce UV migliora l'aspetto della pelle in alcuni disturbi come l'acne, la psoriasi.

TUMORE ALLA PELLE
Una scarsità di Sole abbassa il livello di vitamina D, aumentando il rischio di alcune forme di tumore. Tuttavia, nel tumore cutaneo, la causa è l'eccesso di Sole. Il consiglio quindi è di utilizzare sempre una buona crema solare con un alto fattore di protezione. Ma non mancano sorprese. In particolare, uno studio scandinavo del 2009 ha riscontrato una maggiore frequenza di melanomi fra i medici e i dentisti, mentre i pescatori o i boscaioli sono risultati i meno colpiti. Evidentemente, i lavoratori all'aria aperta corrono meno rischi di scottarsi perché sono esposti costantemente alla luce solare.

DIPENDENZA DALLA LUCE SOLARE 
Alcuni stakanovisti dell'abbronzatura mostrano i tipici sintomi dell'abuso di sostanze. Lo hanno dimostrato alcuni dermatologi intervistando i frequentatori delle spiagge dell'isola di Galveston in Texas. In questo caso, la "sostanza" da dipendenza non era l'alcol, né il tabacco, bensì la radiazione UV. Infatti, la sensazione sulla pelle di questa radiazione genera un tale senso di benessere che il desiderio di riviverlo diventa una dipendenza fisica. Anche l'abbronzatura da lettino crea dipendenza. In uno studio del 2006, alcuni scienziati americani hanno somministrato a "drogati" da lettino abbronzante il naltrexone, un farmaco usato per l'alcolismo, riscontrando una diminuzione della voglia di abbronzarsi.

ACCECATI DAL SOLE 
Fissare il Sole senza occhiali dotati di specifiche lenti protettive fa male, una ragione sufficiente per astenervi dal farlo. L'esposizione diretta ai raggi UV di una luce solare intensa può persino danneggiare l'occhio e aumentare il rischio di cataratta. Questo disturbo colpisce il cristallino, un organo trasparente, situato all'interno del bulbo oculare. E se non viene trattato, la vista si annebbia progressivamente fino alla cecità. L'intervento chirurgico consiste in piccoli tagli nell'occhio per rimuovere la cataratta. Ma prima di arrivare a misure così drastiche, sarà bene proteggere gli occhi con occhiali avvolgenti, come conferma uno studio svolto alla Fordham University.(science)

14/07/14

Il caffè fa male | Ma è proprio vero?

Un pò di chiarezza sulle paure legate alla salute e al panico da cibo. Ogni giorno ne sentiamo una nuova. E una notizia che riguarda una nostra abitudine la trasforma in una "minaccia" per la salute. 

Si va dai detersivi per la casa - accusati in passato di raddoppiare il rischio dì tumore al seno - al bagno nelle piscine pubbliche, le cui sostanze chimiche sono accusate di danneggiare il DNA. Capita pure che le notizie si contraddicano a vicenda: si inveisce contro la tazzina di caffè, accusata, un giorno, di essere legata alla perdita della memoria a breve termine o all'ipertensione, per poi, il giorno dopo, incoraggiarne il consumo perché ridurrebbe i rischi di diabete o del morbo di Parkinson.
Tazza di caffè: è vero che fa male?

Allora che cosa considerare seriamente, e che cosa tralasciare? Se l'affermazione non regge di fronte alla conoscenza scientifica, si tratta con buona probabilità di una bufala, specialmente quando si basa su una ricerca che include un centinaio di persone appena. Tali studi fanno di tutto per escludere spiegazioni meno drammatiche dei loro risultati. Le affermazioni basate su studi con gli animali, come la notizia che il cloro in piscina avrebbe mutato il DNA e aumentato il rischio di cancro, andrebbero prese con le molle. Infatti, la loro rilevanza per l'uomo è il più delle volte discutibile. Avete ancora qualche dubbio?

L'intelligente sito inglese Behind the Headlines gestito dal National Health Service (www.nhs.uk/news/) raccoglie i commenti degli esperti sulle ultime notizie in tema di salute apparse sulla stampa. E vi segnalerà che cosa è importante e merita di essere preso seriamente. Perché le centrali nucleari sono l'ultima delle nostre preoccupazioni.(science)

20/06/14

MORBO DI CROHN E INTOLLERANZE ALIMENTARI

Il male scompare con la dieta ad eliminazione Si inserisce in una dieta controllata un cibo alla volta e poi si annotano gli eventuali effetti. Nel caso di questa patologia, spesso i risultati sono positivi.

In una ricerca svolta su 24 donne e 9 uomini tra i 16 e i 63 anni di età affetti da morbo di Crohn, 20 pazienti hanno seguito un regime dietetico totalmente controllato dalla famiglia, 2 pazienti sono stati sottoposti a una dieta essenziale, 11 a una dieta a eliminazione degli alimenti. Alla fine del periodo sperimentale è risultato che 29 persone avevano manifestato intolleranze alimentari. Agendo solo sulla dieta, individuando di volta in volta il cibo responsabile dell'intolleranza, 21 di questi pazienti, nell' arco di 15mesi, hanno potuto eliminare i sintomi della malattia di Crohn.
immagine presa dal web

I cibi che provocavano intolleranza erano il grano per il 69 per cento dei soggetti intolleranti, i prodotti caseari (48 per cento), il lievito (31 per cento), il mais (24 per cento), le patate (17 per cento), l'acqua di rubinetto (17 per cento), le banane (14 per cento), i pomodori (14 per cento), il vino (14 per cento) e le uova il 14 per cento.
Di solito, la persona non sempre può individuare quale dei cibi che ha consumato provoca un disturbo, a causa del tempo di reazione non sempre immediato. È importante quindi che venga controllata la dieta segnando gli alimenti consumati e qualsiasi reazione che si è potuto verificare.
IL PARERE DELL'ESPERTO
La dieta a eliminazione è piuttosto scomoda da seguire, ma i risultati sono sorprendenti per un gran numero di problemi di salute (stanchezza, emicrania, eczema, ipertensione, mialgia e qualche volta depressione). Sicuramente non è una panacea, ma la dieta a eliminazione dovrebbe essere il primo approccio nella pratica clinica, tuttavia credo che la maggior parte dei medici preferisca ricorrere a una soluzione veloce a causa dei tempi o semplicemente per una mancanza di informazione su come completare la dieta. Le persone che vogliono provare questo metodo devono essere molto disciplinati e pazienti, ma troveranno che i risultati sono molto soddisfacenti e senza gli effetti collaterali delle cure a lungo termine.

04/06/14

Il pompelmo. Buono, utile ma pericoloso: interagisce con molti farmaci.

Il pompelmo è un frutto appartenente al gruppo degli agrumi. E' simile all'arancia, di dimensioni leggermente maggiori, di colore giallo o rosa, con sapore acidulo, amarognolo e meno dolce. E' un frutto ricco di acidi organici (citrico e malico), di Vitamine C e P nonché di sali minerali come potassio e ferro, e di flavonoidi, ed il suo valore calorico decisamente basso ( circa 35 cal/100g) fa si che venga inserito in molte diete ipocaloriche. La sua scorza ha diverse proprietà, è antisettica, antidiarroica e antispastica, oltre a regolare glicemia e colesterolo. Molti studi sono statio fatti su questo agrume, alcuni dei quali hanno stabilito che consumando regolarmente una certa quantità di pompelmo (in genere 1 o 2 frutti), viene a diminuire appunto il livello di colesterolo e di circa il 20% il rischio di malattie cardiache. C'è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Canadian Medical Association Journal (CMAJ) , dal titolo “Grapefruit-medication interactions:forbidden fruit or avoidable consequences?” che mette in guardia i consumatori di pompelmo, soprattutto gli over 45, dal momento che questi sono i più soggetti al consumo dei farmaci, molti dei quali si è visto che possono avere delle interazioni con la contemporanea assunzione di questo frutto o delle sue spremute, inteazioni dovute alla presenza di certe sostanze contenute all'interno di esso. Una di queste è la naringenina, un flavonoide, che sebbene abbia proprietà ipocolesterolemiche, sembra anche interagire con le cellule del fegato, nelle quali inibisce alcuni enzimi (CYP3A) deputati alla metabolizzazione di farmaci e nutrienti, con conseguente rischio di tossicità. L'inibizione di questo enzima (CYP3A) in presenza di succo di pompelmo si riflette anche a livello cardiovascolare, dal momento che comporta un aumento dell'assorbimento di alcuni farmaci per l'ipertensione come la felodipina, con conseguente riduzione della pressione e aumento della frequenza cardiaca. Altre interazioni sono state osservate in presenza di statine e soprattutto con l'assunzione di ansiolitici, con un evidente aumento della sedazione. Quindi è necessario, se non obbligatorio, fare molta attenzione all'assunzione di un'invitante spremuta di pompelmo se prendete farmaci di questo tipo. (immagine presa dal web).

22/03/14

La pianta chiamata Cynara: Il carciofo

Il carciofo è una pianta della famiglia delle Asteraceae coltivata in Italia e in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale. La pianta chiamata Cynara era già conosciuta dai greci e dai romani. A quanto sembra le si attribuivano poteri afrodisiaci, e prende il nome da una ragazza sedotta da Giove e quindi trasformata da questi in carciofo. Dopo l'acqua, il componente principale dei carciofi sono i carboidrati, tra i quali si distinguono l'inulina e le fibre.
I minerali principali sono il sodio, il potassio, il fosforo e il calcio. Tra le vitamine prevale la presenza di B1, B3, e piccole quantità di vitamina C. Il suo contenuto calorico è molto basso:solo 22 Kcal per 100gr di parte commestibile. Il carciofo è consigliato in particolare per risolvere o alleviare alcuni problemi di salute o fisici, e tra questi la cellulite per le proprietà sue diuretiche; l'ipertensione, grazie al suo contenuto in potassio che regola e riduce la pressione arteriosa; il diabete, per l'elevato contenuto in fibra solubile e alla presenza di zuccheri consentiti ai soggetti diabetici, come l’inulina; il colesterolo, per effetto della sua azione anti-trigliceridi e anti-colesterolo LDL (o “colesterolo cattivo”), mentre fa aumentare il colesterolo HDL (o “colesterolo buono”). La medicina naturale e la fitoterapia usano il carciofo nel trattamento dei disturbi funzionali della cistifellea e del fegato, delle dislipidemie, della dispepsia non infiammatoria e della sindrome dell'intestino irritabile. Lo utilizza inoltre, per il suo sapore amaro, in caso di nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza. La sua attività depurativa (derivata dall'azione su fegato e sistema biliare e sul processo digestivo) fa sì che venga usata per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi. Nonostante le sue proprietà benefiche, anche per questo ortaggio non mancano le controindicazioni. Il carciofo non è consigliabile in presenza di calcolosi biliare e per le donne in periodo di allattamento (in quest’ultimo caso perché potrebbe interferire con la secrezione lattea).

21/01/14

Molto più a rischio d'infarto il cuore delle donne| A parità di pressione sanguigna con l'uomo la donna rischia di più!

Molto più a rischio d'infarto il cuore delle donne: A parità di pressione sanguigna con l'uomo, le coronarie della donna rischiano di più!
Il fattore che incide riguardo le malattie cardiovascolari è maggiore nelle donne anzichè negli uomini.
La crescita nell'ambito della medicina di genere prosegue, svelando nuove differenziazioni fra uomini e donne.

La più recente di queste differenze riguarda il sistema cardiovascolare: secondo uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Wiston-Salem (Usa) su Therapeutic Advances in Cardiovascular Disease l’ipertensione è più pericolosa per queste ultime, in cui causa dal 30 al 40% di malattie cardiovascolari in più. I ricercatori hanno deciso di approfondire questa tematica dopo aver osservato che nonostante i progressi nelle terapie abbiano portato ad una riduzione della mortalità per cause cardiovascolari nella popolazione maschile, nelle donne, sottoposte allo stesso tipo di cure, i decessi associati a disturbi dell’apparato cardiocircolatorio sono aumentati.

Il cuore femminile rischia di più
“La comunità medica pensava che il problema della pressione sanguigna elevata fosse lo stesso per entrambi i sessi e il trattamento era basato su questa premessa”, spiega Carlos Ferrario, primo autore dello studio. I risultati ottenuti indicano però che questo approccio non è corretto. Confrontando i fattori che regolano la circolazione del sangue e i livelli ormonali di 100 fra uomini e donne di età pari o superiore ai 53 anni Ferrario e colleghi hanno infatti scoperto non solo che a parità di gravità dell’ipertensione l’incidenza di disturbi cardiovascolari è più elevata nelle donne che negli uomini, ma anche che gli ormoni coinvolti nella regolazione della pressione e i loro livelli sono diversi nei due sessi.

Queste differenze ormonali, spiegano i ricercatori, contribuiscono alla diversa incidenza delle malattie cardiovascolari, aumentandone la gravità nel caso delle donne. “I risultati del nostro studio suggeriscono che c’è bisogno di conoscere meglio le basi femminili, sesso-specifiche, del processo che porta all’ipertensione per mettere a punto trattamenti ottimali”, spiega Ferrario, aggiungendo: “Dobbiamo valutare nuovi protocolli - quali farmaci, in quale combinazione e a quali dosaggi - per trattare le donne con pressione sanguigna elevata”.

02/01/14

Bastano cinquemila passi per mantenersi in forma e risparmiare

Facciamo una vita sedentaria, sia per motivi di lavoro, sia per pigrizia, e sempre più è necessario cercare di mantenersi in forma facendo del movimento e mangiando sano. Se non si ha tempo e modo di frequentare una palestra, ma se l'aria aperta fa per noi, qualunque sia la stagione dell'anno, allora camminate!  Fare 5.000 passi ogni giorno, ovvero una passeggiata di circa 3 chilometri, aiuta a mantenersi in salute e a dimezzare il rischio di morte! A riferirlo è l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha messo in evidenza le conseguenze e i rischi per la salute di uno stile di vita sedentario. Secondo gli ultimi dati infatti, la sedentarietà provoca ogni anno 600 decessi solo in Europa e rappresenta una delle dieci cause di morte e disabilità in tutto il mondo.
Camminare

In particolare, vanno ricordati i danni derivanti dalle patologie cardiovascolari: la sola ipertensione provoca circa 240.000 morti l’anno, è responsabile del 47% delle cardiopatie ischemiche e del 54% degli ictus cerebrali. Camminare dunque è un vero e proprio elisir di benessere fisico, ma anche un modo per risparmiare denaro: lasciare l’auto a casa, per usare i mezzi pubblici e percorrere alcuni tratti a piedi, fa’ risparmiare mediamente 700 euro l’anno. Un fattore non da poco visto il tempo di crisi! Per capire esattamente quali regole seguire e con quale frequenza effettuare l’attività fisica in base all’età si può consultare l’opuscolo a vignette, dal titolo "Una passeggiata di salute", presentato al Senato in occasione del Convegno nazionale "Il ritratto della salute e la medicina dei sani: modelli di sviluppo e strategie di comunicazione", promosso dalla Simg (Società Italiana di Medicina Generale) e dall'Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione. “Diabete, cardiopatie, ipertensione, cancro, osteoporosi – ha detto Claudio Cricelli, presidente della Simg - sono le malattie croniche che colpiscono in massa gli italiani, legate proprio a stili di vita sbagliati”. Per prevenire tutte queste patologie e mantenersi in salute quindi basta percorrere appena tre chilometri, una passeggiata a passo sostenuto, ma costante. “La prevenzione è un diritto per ciascun cittadino ed è un obiettivo del nostro Sistema Sanitario Nazionale, tra i migliori al mondo – ha aggiunto Antonio Tomassini, Presidente della Commissione “Igiene e Sanità” del Senato e Presidente dell’Associazione parlamentare per la tutela e la promozione del diritto alla prevenzione – È necessario promuovere interventi per ridurre i principali fattori di rischio per le grandi malattie: fumo di sigaretta, alimentazione scorretta, sedentarietà e abuso di alcol. Per i danni diretti e indiretti che derivano da stili di vita sbagliati lo Stato spende circa 60 miliardi di euro ogni anno”. Ma oltre al movimento, bisogna prestare attenzione anche all’alimentazione: “La salute, infatti, si conquista e si conserva soprattutto a tavola, sin da bambini – ha aggiunto il dottor Cricelli – Il tradizionale modello alimentare mediterraneo è ritenuto oggi in tutto il mondo fra i più efficaci per la prevenzione ed è anche uno dei più vari e bilanciati. Dobbiamo rivolgere ai cittadini messaggi chiari, senza chiedere loro di stravolgere drasticamente le loro abitudini ma con consigli pratici da attuare nella vita quotidiana”. Insomma, ancora una volta, per mantenersi in salute è opportuno scegliere una dieta equilibrata e fare movimento con regolarità! Che aspettiamo a lasciare a casa più spesso l'auto?

04/12/13

Meglio il sapore di cipolla in bocca che ipertensione e diabete

Sono molti coloro che non mangiano la cipolla perchè rende l'alito pesante, soprattutto se viene mangiata cruda. Non si può negare che sia così, ma in ogni caso, possiamo poi rinfrescare il nostro alito con l'aiuto del mentolo. Cerchiamo di mettere da parte i preconcetti che si hanno e andiamo a mettere sul piatto della bilancia le proprietà benefiche che essa contiene e che sono strarodinarie per la nostra salute. Il che dovrebbe farci mettere da parte la reticenza dovuta al suo acuto odore e sapore a favore della salute che possiamo trarne.
Cipolla

La cipolla è una pianta erbacea biennale originaria dell’Asia e più precisamente della Persia (Allium cepa L.) che, come l’aglio, appartiene alla famiglia delle liliacee. La cipolla viene raccolta allo stato selvatico nei mesi tra maggio e agosto e viene lasciata essiccare all’aria; il suo odore è molto forte e pungente. Gli studi effettuati ad oggi sulla cipolla non sono molti, ma è noto che abbia una funzione depurativa e rigenerativa delle cellule sanguigne e linfatiche, stimolando anche reni e vescica in modo splendido. La cipolla ha anche altre virtù terapeutiche come la stimolazione a livello epatico e biliare oltre che quella della funzionalità pancreatica; come l’aglio ha una meravigliosa funzione antibatterica e antisettica delle vie aeree e della parte alta del sistema digerente e in generale è un fantastico aiuto del sistema immunitario. 100g di cipolle gialle forniscono 35 calorie, fattore questo che rende la cipolla un alimento ipocalorico, ma allo stesso tempo molto ricco di fibre, sia insolubili che solubili con alto valore prebiotico e quindi favorente la flora intestinale buona. La cipolla contiene elevate quantità di zolfo (elemento che la può rendere indigesta ad alcune persone) e di selenio, minerale che favorisce le difese immunitarie e combatte i radicali liberi del corpo; inoltre nella cipolla troviamo anche altri oligoelementi come il manganese, il cobalto e il fluoro (utile per denti e ossa). I rimedi naturali che troviamo abbinati all’uso della cipolla sono molti: un pezzo di cipolla sotto al cuscino favorisce il sonno, viene utilizzata contro il dolore da puntura d’ape o contro le emorragie nasali; è utile contro le infiammazioni e le infezioni intestinali, emorroidi, mal di gola, ecc. Curiosità: la cipolla consumata cruda in una insalata combatte e inibisce la crescita dei batteri che causano le carie dei denti e grazie al suo contenuto di solfuro di allile è una grande alleata nel mantenere funzionali e in salute le vostre articolazioni. La cipolla è molto utile come rimedio naturale per ipertensione, grazie al suo contenuto di prostaglandina A e per le malattie cardiovascolari, grazie all’adenosina che ostacola la formazione delle placche favorendo lo scioglimento dei coaguli; per queste sue proprietà in molte zone del mondo è ritenuto un vero e proprio “farmaco” cardiovascolare. Ultimamente si stanno facendo studi sull’effetto ipoglicemico e coleretico della cipolla con risultati davvero buoni a detta degli studiosi. In antichità la cipolla era usata come cura per il diabete grazie ai suoi agenti ipoglicemici, cioè capaci di ridurre la glicemia; in Egitto è stata scoperta la difenilammina, una sostanza contenuta nella cipolla molto più efficace del tolbutamide per la riduzione dello zucchero nel sangue. Alcuni studi sembrano inoltre dimostrare le sue proprietà antitumorali. La cipolla ha pochi effetti collaterali: per alcune persone è di difficile digestione, specialmente quella cruda; i composti dello zolfo tendono a far lacrimare gli occhi quando si taglia ancora cruda; il suo odore forte può rimanere in bocca dopo il pasto. In conclusione la cipolla è un ottimo alimento che migliora la glicemia, favorisce la salute di cuore e sistema circolatorio, aumenta le difese immunitarie, stimola la diuresi e favorisce la flora intestinale buona. Non dimentichiamoci inoltre che la cipolla è un alimento che previene l’invecchiamento e che è un ottimo antiossidante, nato per combattere i radicali liberi grazie alla presenza di flavonoidi e selenio.

18/10/13

COSA FA IL GANODERMA LUCIDUM?

L'amico Ganoderma Lucidum  lavora rafforzando le cellule e le nostre difese immunitarie, si "concentra" sulla malattia per risolvere il problema.
È noto anche con l'apellativo di Reishi, Lingh Zhi o anche “fungo dell’immortalità”, quest’ultimo è il nome con cui era conosciuto.
Non è un medicinale, in quanto non è un prodotto chimico,  è un nutraceutico e viene consigliato da molti medici per le sue proprietà benefiche.
Una sua caratteristica è che  viene impiegato per più di 20 patologie, da quelle più gravi come l’ipertensione, la trombosi, malattie legate al sistema cardiovascolare, a quelle come mal di testa, mal di denti, infezioni, asma e allergie.
Ganoderma Lucidum
Il Ganoderma Lucidum è un adattogeno, ciò significa che aiuta il nostro corpo in base alle sollecitazioni che esso riceve, come i cambiamenti di temperatura, sbalzi d’umore e stress e come tutti i nutraceutici, può dare  benessere a tutti coloro che lo consumano, inoltre ha tante altre funzioni, come in diversi nutraceutici, il Ganoderma possiede anche effetti antiossidanti molto potenti per il nostro corpo e come ben sappiamo i prodotti antiossidanti possono portare al nostro corpo solo benefici, e agiscono soprattutto su diversi sistemi.
Il Ganoderma Lucidum è un fungo saprofita, nasce su alberi in decomposizione come la quercia o il castagno e cresce in zone molto umide e calde. La sua scoperta risale a circa 4000 anni da parte dei cinesi, e utilizzato solo da ceti sociali di alto ragno. Solo molto più tardi si diffuse fra gli altri strati della società e consumato molte volte al giorno, sia per l'estetica quindi per pelle, denti e capelli, oppure sottoforma di infuso o nel té.
Oggi il Ganoderma Lucidum è ancora poco conosciuto in Europa, ma si può trovare sotto forma di molti composti.

Studi scientifici dimostrano che il Ganoderma è ricco di componenti attivi farmaceutici, ci sono circa un migliaio di composti che si trovano nel Ganoderma Lucidum che possono essere suddivisi in 10 diverse categorie, tra cui polisaccaridi, triterpeni, polipeptidi, 16 tipi di amminoacidi, proteine, steroidi, mannitolo, cumarinici, alcaloidi, acidi organici, e micro-elementi.
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