Il-Trafiletto
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08/09/14

Pelle secca rimedi per mantenere la freschezza

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Dopo ai trentacinque anni la pelle diventa più sottile e meno elastica, si possono notare delle differenze nella pigmentazione, cioè la carnagione non è più così uniforme. Questo tipo di pelle è più tirata, si raggrinzisce, tende alla disidratazione e alla formazione di rughe, è molto delicata e bisognosa di maggior nutrimento della pelle grassa. E sconsigliabile usare giornalmente i saponi, per la pulizia del viso è bene usare una crema detergente grassa o un olio.

Il freddo invernale è un grande nemico perché restringe i vasi anemizzandoli e diminuisce la secrezione sebacea rendendo più arida la pelle. Occorre quindi proteggersi con delle creme adatte. L'ideale sarebbe non usare acqua comune, che è troppo ricca di calcare, ma addolcire l'acqua facendola bollire una ventina di minuti prima di usarla; questa bollitura andrebbe fatta preferibilmente la sera in modo che l'acqua, raffreddandosi durante la notte, depositi i sali in fondo al recipiente. Al mattino, senza scuoterla, si versa in un catino, si intiepidisce e poi si usa.

L'esposizione al sole e un abuso di detergenti troppo forti provocano una perdita d'acqua nei tessuti, prima di esporsi al sole proteggersi con prodotti schermanti.
Consigli dietetici È l'acqua che costituisce il 70 per cento dei tessuti e dà alla pelle freschezza e luminosità. Il contenuto d'acqua della pelle diminuisce con l'età, la pelle va idratata anche dall'interno, è quindi molto importante bere moltissimo (acque naturali, non gasate artificialmente).
La vitamina F è la più adatta a conservare una pelle fresca e giovane. E una vitamina insolubile e corrisponde all'acido linolico, acido organico di aspetto liquido, giallo oleoso, insolubile in acqua, contenuto in alcuni oli di semi. Ha un'azione antiezemica e antiallergica. E contenuta nei grassi insaturi cioè olio d'oliva, di mais, di soia, di girasole; nel tuorlo d'uovo, nel fegato (maiale, vitello e manzo), nel germe di gano, nella farina bianca, nel riso, nei piselli secchi, nel latte, negli spinaci, nelle verze e negli asparagi.
Maschere Grattugiare una mela e aggiungere alla polpa ottenuta un poco di amido. Si mette sulla pelle e si lascia sino a quando il composto diventa secco. Si può anche fare un decotto di malva facendo bollire g 5 di malva in g 200 di latte per 5 minuti: si usa il decotto freddo per fare impacchi. Unire in parti uguali succo e polpa, ben schiacciata, di cetriolo con latte e polpa di mele renette. Applicare per mezz'ora e poi detergere. E molto utile alle pelli disidratate. Anche la polpa di pesche o le pere tagliate a fettine, lasciate per circa un'ora sono particolarmente idratanti, si detergono con acqua tiepida.

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04/09/14

Pelle grassa: manteniamo la freschezza

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Fra i venti e i trentacinque anni si raggiunge il massimo livello ormonale. Le ghiandole che regolano l'emissione di grasso e sudore sono più attive. La pelle grassa è spesso in quest'età un problema costante: presenta un aspetto lucido, pori dilatati, punti neri (in particolare sul naso e sulla fronte), vi è inoltre una certa predisposizione alle infezioni cutanee (acne e seborrea). Bisogna lavarsi spesso la faccia con acqua e un sapone neutro, la pelle deve essere tenuta particolarmente pulita, risciacquarsi con acqua fredda e calda che aiuta a riattivare la circolazione. Due volte la settimana pulire il viso con una spazzolina apposita, con movimenti circolari, aiuterà la caduta delle cellule morte. È bene tener presente che le prime rughe compaiono in questi anni e ci sono alcune cose da fare per prevenirle.

Ridurre certe espressioni del viso troppo ripetute, smetter di fumare (perché provoca tante rughette sul labbro superiore e, a quanto pare, causa perfino le zampe di gallina), controllare l'efficienza della vista e degli occhiali, perché se non si vede bene i muscoli intorno agli occhi si contraggono e a lungo andare lasciano il segno. Soprattutto usare una buona crema protettiva quando ci si espone al sole, anche per poco tempo e anche d'inverno: questa precauzione aiuta a ritardare la comparsa delle rughe. Consigli dietetici Come per l'acne una corretta alimentazione è importante, per conservare l'indispensabile sebo della pelle è consigliabile mangiare carote, fegato di manzo, uova, latte magro, pesce, spremute di pompelmo, succhi di frutta in genere, germi di grano. Bere molta acqua fra un pasto e l'altro, serve a eliminare le tossine e a idratare. Evitare anche in questo caso spezie e cibi piccanti. Maschere Il succo dell'arancia usato per frizionare la pelle è un buon astringente. Anche il succo di cetriolo e il succo del limone che ha azione tonificante oltre a pulire, disinfettare e ammorbidire. 
Per fare i lavaggi: far bollire la nepitella per 15 minuti in g 500 di acqua (g 40 di pianta). Anche il timo (g 40 di pianta) bollito per 15 minuti in g 500 di acqua, è ottimo per i lavaggi. Dopo aver accuratamente pulito la pelle si può procedere all'applicazione di maschere. Per le pelli grasse è particolarmente indicata una maschera fatta con g 250 di polpa di arance unita alla polpa di un limone. Applicare per 45 minuti e detergere con acqua tiepida.
Cura anche l'acne. Maschera agli spinaci. Pestare degli spinaci in un mortaio e applicare il ricavato sul viso per un'ora, oppure tritare gli spinaci e cuocerli in tanto latte che basti per coprirli. Lasciarli sulla parte per un'ora.

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09/04/14

I dieci registri dell'invecchiamento

Arrivano a dieci gli ormoni riproduttivi e metabolici che sono i veri e propri registi dell'invecchiamento. Vediamo quelli coinvolti nei processi di invecchiamento e le patologie collegate.


ORMONI RIPRODUTIIVI:
TESTOSTERONE Caratteristiche. Si tratta dell'ormone maschile che agisce sulla virilizzazione e ha influenza sui caratteri sessuali secondari. È, di solito, verso i 50 anni che si registra un calo della sua secrezione. A ridursi è in particolare il testosterone libero (frazione che è sganciata dalle proteine di trasporto), rispetto a quello totale. Patologie. La carenza del testosterone ha effetti negativi anche a livello cerebrale (calo del desiderio, depressione, insonnia), a livello muscolare (stress, affaticamento, atonia) e a livello delle ossa (propensione alle fratture, osteoporosi).
ESTRADIOLO Caratteristiche. È l'ormone steroideo femminile che anche nell'uomo tocca livelli interessanti dal punto di vista biologico. La sua produzione s'innalza con l'età.
Patologie. Diverse ricerche, in tutto il mondo, hanno appurato che le variazioni di densità ossea e il verificarsi dell'osteoporosi maschile sono collegate in modo più rilevante ai livelli di estradiolo, più che di testosterone.
OHT (DIIDROTESTOSTERONE) Caratteristiche. Si origina dalla trasformazione del testosterone sotto l'azione dell'enzima 5-alfa-reduttasi. Patologie. I dati che riguardano le sue modificazioni sono assai controversi. Ha effetti sulla crescita dei peli e sullo sviluppo dell'ipertrofia prostatica (incremento del volume della prostata).
DHEA (DEIDROEPIANDROSTERONE) Caratteristiche. Tutti lo conoscono come l'ormone della giovinezza. È prodotto dalla ghiandola surrenalica ed è un precursore di altri ormoni (tra cui i sessuali). Cala dopo i 25 anni e indica l'invecchiamento. Patologie. Arteriosclerosi, diabete, osteoporosi, abbassamento delle difese immunitarie, possibilità di problemi cardiovascolari. GONADOTROPINE (FSH E LH) Caratteristiche. Sono prodotti da una ghiandola cerebrale (ipofisi) e modulano la produzione di testosterone. Si abbassano con l'invecchiamento. Patologie. Contribuiscono alle modificazioni della sfera sessuale, caratteristiche dell'andropausa.

ORMONI METABOLICI:
INSULINA Caratteristiche. È la regolatrice del livello degli zuccheri a livello ematico. Patologie. Se è in sovrappeso negli anziani rappresenta un fattore di rischio per l'insorgenza dell'insulinoresistenza, patologia che si accompagna con ipertensione e disturbi cardiovascolari. 
IGF.l (INSULINE LlKE GROWTH FACTOR - 1) Caratteristiche. Influisce sullo stato di nutrizione e sulle condizioni generali del benessere psicofisico. Se è testate, permette di valutare la secrezione di GH (ormone della crescita). Patologie. I soggetti adulti che manifestano un suo deficit hanno probabilità maggiori di incorrere in malattie cardiovascolari, osteoporosi, riduzione della massa muscolare e aumento di quella adiposa.
PTH (PARATORMONE) Caratteristiche. È il risultato dell'azione delle cellule della paratiroide (ghiandola) e partecipa all'equilibrio di calcio e fosforo nel corpo. Ha effetti positivi sul benessere di ossa e scheletro. Patologie. Negli individui anziani che presentano carenze di calcio o vitamina D può indurre l'iperparatiroidismo secondario (secrezione maggiore di PHT per fare fronte all'ipocalcemia). TIROXINA (T4) Caratteristiche. Regola il processo metabolico ed è prodotto dalla tiroide. Si abbassa con l'avanzare dell'età. I suoi livelli troppo bassi possono segnalare un ipotiroidismo. Patologie. Ridotta funzionalità tiroidea che si manifesta con aumento di peso, sensibilità eccessiva al freddo, stanchezza, sonnolenza, depressione, innalzamento del colesterolo.
TSH (ORMONE TIREOSTIMOLANTE) Caratteristiche. È secreto dall'ipofisi e agisce sulla tiroide. Patologie. Ipotiroidismo.

12/03/14

La verdura tanto amata da Bracciodiferro contro l'obesità.

L’obesità è considerata sicuramente da molti un problema puramente e prettamente estetico, ma in termini di salute si parla di seri rischi. Ecco perché la ricerca sta cercando sempre più di trovare quanto prima una soluzione. E sembra proprio che questa volta i ricercatori abbiano imboccato la strada giusta, riconoscendo nella verdura tanto amata dal famoso Bracciodiferro proprietà adeguate alla risoluzione del problema: gli spinaci. Essi contengono, infatti, un composto naturale chiamato Tilacoidale che pare sia capace di ridurre il desiderio del cibo.
La scoperta è avvenuta durante una ricerca in cui la Prof.ssa Charlotte Erlanson-Albertsson, dell’Università di Lund in Svezia, è riuscita a isolare il composto mentre stava cercando di trovare un modo per diminuire i morsi della fame. La ricercatrice ha scoperto che questo composto rallenta la digestione degli alimenti donando un maggior senso di sazietà prolungato nel tempo. Secondo la studiosa, a livello intestinale viene rilasciato un meccanismo che ha il preciso scopo di non far sentire più la fame. Sarebbe però necessario superare un problema; non è sufficiente mangiare gli spinaci tali e quali come si presentano in natura, ma bisogna prima schiacciarli, filtrarli e centrifugarli in maniera tale da poter liberare i tilacoidi dalle cellule della pianta. Il nostro organismo, infatti, non è in grado di assimilarli direttamente dagli spinaci freschi. In base ai dati acquisiti dalla professoressa Erlanson-Albertsson, i Tilacoidi rallentano la digestione dei grassi. Quando il cibo entra nell’intestino crasso, gli ormoni della sazietà vengono rilasciati e inviati al cervello, il quale ritiene che il corpo sia sazio e non è necessario mangiare ancora. Al contrario degli alimenti elaborati che tendono a utilizzare solo l’intestino superiore, non permettendo all’altro di rilasciare tali ormoni. «Mi piace dire che i nostri intestini sono disoccupati», commenta in una nota Lund la Erlanson-Albertsson. L’unico modo per far lavorare di nuovo l’intestino, secondo la studiosa, era quello di rallentare la digestione dei grassi. La professoressa Erlanson-Albertssonle ha iniziato sue ricerche testando il composto su un gruppo di 15 volontari che assumevano l’estratto al mattino. I risultati furono subito eccellenti: durante il giorno avevano meno fame e un minor desiderio di cibo. Per loro era più facile attenersi ai normali tre pasti al giorno, rispetto al gruppo di controllo. Dai test risultava anche che il gruppo che aveva assunto il Tilacoidale aveva nel sangue livelli molto più alti di ormoni della sazietà, così come valori più stabili di glucosio ematico.

21/01/14

Molto più a rischio d'infarto il cuore delle donne| A parità di pressione sanguigna con l'uomo la donna rischia di più!

Molto più a rischio d'infarto il cuore delle donne: A parità di pressione sanguigna con l'uomo, le coronarie della donna rischiano di più!
Il fattore che incide riguardo le malattie cardiovascolari è maggiore nelle donne anzichè negli uomini.
La crescita nell'ambito della medicina di genere prosegue, svelando nuove differenziazioni fra uomini e donne.

La più recente di queste differenze riguarda il sistema cardiovascolare: secondo uno studio pubblicato da un gruppo di ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center di Wiston-Salem (Usa) su Therapeutic Advances in Cardiovascular Disease l’ipertensione è più pericolosa per queste ultime, in cui causa dal 30 al 40% di malattie cardiovascolari in più. I ricercatori hanno deciso di approfondire questa tematica dopo aver osservato che nonostante i progressi nelle terapie abbiano portato ad una riduzione della mortalità per cause cardiovascolari nella popolazione maschile, nelle donne, sottoposte allo stesso tipo di cure, i decessi associati a disturbi dell’apparato cardiocircolatorio sono aumentati.

Il cuore femminile rischia di più
“La comunità medica pensava che il problema della pressione sanguigna elevata fosse lo stesso per entrambi i sessi e il trattamento era basato su questa premessa”, spiega Carlos Ferrario, primo autore dello studio. I risultati ottenuti indicano però che questo approccio non è corretto. Confrontando i fattori che regolano la circolazione del sangue e i livelli ormonali di 100 fra uomini e donne di età pari o superiore ai 53 anni Ferrario e colleghi hanno infatti scoperto non solo che a parità di gravità dell’ipertensione l’incidenza di disturbi cardiovascolari è più elevata nelle donne che negli uomini, ma anche che gli ormoni coinvolti nella regolazione della pressione e i loro livelli sono diversi nei due sessi.

Queste differenze ormonali, spiegano i ricercatori, contribuiscono alla diversa incidenza delle malattie cardiovascolari, aumentandone la gravità nel caso delle donne. “I risultati del nostro studio suggeriscono che c’è bisogno di conoscere meglio le basi femminili, sesso-specifiche, del processo che porta all’ipertensione per mettere a punto trattamenti ottimali”, spiega Ferrario, aggiungendo: “Dobbiamo valutare nuovi protocolli - quali farmaci, in quale combinazione e a quali dosaggi - per trattare le donne con pressione sanguigna elevata”.
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