Il-Trafiletto
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30/03/18

Ora sappiamo perché scrocchiano le dita

E' stato un mistero lo scrocchiare delle dita, anche se vari ipotesi si erano fatte, ma ora sappiamo il perché. A spiegare il perché sono i ricercatori del Politecnico di Losanna, grazie ad un modello matematico descritto sulla rivista Scientific Reports.


Chandran Suja e Abdul Bakarat hanno combinato una rappresentazione geometrica dell'articolazione con una serie di equazioni per simulare lo scrocchio delle ossa e il loro suono. Si è così visto che sono le variazioni di pressione nel fluido dell'articolazione, prodotte dal suo movimento mentre viene schiacciata, a far scoppiare le miscroscopiche bolle presenti nel fluido.

Una teoria questa che era già stata in parte formulata nel 1971, e poi smentita 40 anni dopo, quando nuovi esperimenti avevano dimostrato che le bolle continuavano a rimanere nel fluido anche dopo lo scrocchio delle nocche. Questo nuovo modello matematico sembra risolvere la contraddizione, perchè mostra che basta solo che scoppi una parte delle bolle per produrre il suono dello scrocchio, mentre le altre continuano ad esserci.

Inoltre la pressione generata dallo scoppio delle bolle produce delle onde acustiche che possono essere previste matematicamente e misurate sperimentalmente, con risultati del tutto simili a quelli registrati in vari test acustici. fonte: www.ansa.it/canale_scienza_tecnica/notizie/ragazzi/news/2018/03/29/risolto-il-mistero-dello-scrocchio-delle-dita-_98d10cea-810c-4801-8e59-b5384a4c8f0c.html

13/12/17

Cani molecolari fiutano tumori

Si chiama Liù e il suo compito è fiutare i tumori. Una magnifica femmina di pastore tedesco, allevata e addestrata dall’esercito, ha stupito tutti in un sol colpo, dimostrandosi capace di “fiutare” un cancro in anticipo e con maggiore esattezza rispetto alle convenzionali analisi mediche.


Ed è così che sono ben cinque anni che Liù è “impiegata” nell’ospedale Humanitas di Castellanza, in provincia di Varese.

E proprio qui la cagnolina - “in servizio” nell'esercito dal 2010 per rilevare e segnalare sostanze esplosive - ha fatto un passo avanti nella sua “carriera” di cane molecolare.

L’addestramento ricevuto dal tenente colonnello veterinario Lorenzo Tidu e dal suo conduttore, il sergente Paolo Sardella, consentirebbe infatti a Liù di individuare, ancora prima del manifestarsi dei sintomi, il tumore alla prostata. continua a leggere: https://www.greenme.it/cani/25996-cane-tumori-liu

13/02/17

Attenzione liquirizia pericolosa durante gravidanza

La liquirizia va evitata durante la gravidanza: "Può avere effetti nocivi sul feto". Voglie di liquirizia in gravidanza? Sarebbe meglio evitare. 


Di sicuro è preferibile non assumerne grandi quantità, ma non esiste un limite sicuro per il consumo.

La liquirizia e il suo dolcificante naturale, la glicirrizina, possono infatti avere effetti nocivi a lungo termine sullo sviluppo del feto, portando a eventuali problemi di memoria, a performance cognitive peggiori che possono penalizzare di sette punti in termini di quoziente intellettivo, e anche a possibili disturbi come quello da deficit di attenzione e iperattività (Adhd).
Emerge da uno studio guidato dall'Università di Helsinki, pubblicato su American Journal of Epidemiology.

Gli studiosi hanno preso in esame 378 ragazzi, di un'età media di 13 anni, le cui mamme avevano consumato grandi quantità di liquirizia in gravidanza (oltre 500 grammi di glicirrizzina a settimana) oppure poca (meno di 249 grammi) o niente.

I giovani che erano stati esposti a grandi quantità di liquirizia nel grembo materno eseguivano meno bene test cognitivi e di ragionamento effettuati da uno psicologo, con uno 'scartò pari a sette punti di quoziente intellettivo.

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17/01/17

Incredibile scoperta nuovo organo del corpo umano

Il corpo umano ha un nuovo organo. No, non mettetevi a cercare cicatrici o cose simili: nessuno è venuto nottetempo ad "aggiungervi un pezzo". 


Ovviamente non stiamo parlando di qualcosa comparso dal nulla, ma di una parte del nostro corpo che prima si riteneva essere una struttura frammentata e che ora, secondo alcuni ricercatori irlandesi, potrebbe essere "promossa" allo status di organo vero e proprio:

il mesentere (o mesenterio). In un'analisi pubblicata su The Lancet Gastroenterology & Hepatology, il professor Calvin Coffey ha illustrato come, a suo parere, sia necessario categorizzare il mesentere come un organo.
"Nel paper, che è stato sottoposto a revisione paritaria e valutato, spieghiamo come abbiamo un organo nel corpo che, ad oggi, non è stato riconosciuto come tale".

Il mesentere è la doppia piegatura del peritoneo che congiunge l'intestino tenue alla parete posteriore dell'addome, tenendolo al proprio posto.
Fino ad ora è stato però ritenuto che le sue varie parti fossero una serie di membrane distinte e separate.
I ricercatori irlandesi dissentono però dalle conclusioni degli studi di anatomia: "È semplicemente una struttura continua", spiega Coffey.

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20/12/16

Incredibile scoperta: trovato modo per bloccare il cancro

È stato trovato il modo per bloccare i tumori: metterli a dieta. Ovvero togliergli il grasso che utilizzano per crescere. 


Secondo i ricercatori del Salk Institute, infatti, per evitare che un tumore possa diventare letale per l'uomo, occorre agire su quelle molecole di grasso che le cellule tumorali utilizzano per generare la membrana plasmatica.

A gestire l'accumulo di grassi è l'enzima acetil-CoA carbossilas che deve essere inibito per evitare la proliferazione del cancro.
Lo studio intitolato “Inhibition of acetyl-CoA carboxylase suppresses fatty acid synthesis and tumor growth of non-small-cell lung cancer in preclinical models pubblicato su Nature Medicine, spiega - come scrive FanPage - che nei soggetti trattati con l'inibitore ND646 dell'acetil-CoA carbossilasi la dimensione della massa tumorale si è ridotta di due terzi rispetto a quella dei soggetti non trattati.

Non solo. Ulteriori ricerche hanno sottoposto al test un incrocio di inibitore ND646 e agente chemioterapico carboplatino:
secondo quanto si apprende, l'87% dei tumori è diminuito, ben più del 50% di quelli che si riducono quando trattati solo con il carboplatino . 
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05/11/16

Fare amicizia: azione dei feromoni

Fare amicizia non è sempre facile per qualcuno, perchè non tutti siamo capaci di proporci al prossimo per accostarci e stabilire una relazione: i feromoni possono aiutare!


Per fare amicizia, serve essere predisposti a relazionarci con il prossimo, con coloro che non conosciamo e che potrebbero fare parte in qualche modo della nostra esistenza:

In aiuto di coloro che non riescono a fare amicizia, potrebbe venire un feromone contenuto nel sudore di alcuni uomini, il quale renderebbe questi ultimi molto più collaborativi degli altri.
A conferma di questa teoria c'è una ricerca effettuata presso l'Università di Turku, in Finlandia, nella quale è stato chiesto ad alcuni volontari di dividersi 10 euro:
I più generosi sono stati quelli che avevano odorato il feronome chiamato androstadienone abbondantemente!

15/09/15

Si rischia di meno con la Pressione Arteriosa più Bassa

Una ricerca americana pubblicata sul NY Times abbassa ulteriormente i valori delle linee guida sul trattamento della pressione arteriosa.

 La pressione alta, comunemente chiamata ipertensione, è la causa principale al mondo di decessi. Ma che cosa si intende per pressione alta, o meglio, quanto deve essere bassa la pressione arteriosa per essere definita normale, cioè rientrare in un range di sicurezza per la nostra salute? Fino ad ora le linee guida sul trattamento dell'ipertensione arteriosa hanno stabilito valori massimi di 140 mmHg per la pressione sistolica (massima) e di 90 mmHg per quella diastolica (minima) per i pazienti a basso rischio, un po’ meno (130/80 mmHg) per i soggetti ad alto rischio e con un limite massimo di 150mmHg per gli anziani over 60.

  E’ di alcuni giorni fa la notizia riportata dal New York Times, secondo il quale una ricerca denominata “Sprint” e portata avanti dal National Heart, Lung and Blood Institute, sia stata interrotta dallo stesso Istituto con oltre un anno di anticipo ritenendo i risultati fin qui ottenuti estremamente chiari e significativi. Tali risultati rivelano che i pazienti con valori di pressione arteriosa sistolica (massima) inferiori a 120 mmHg hanno un rischio di infarto, scompenso cardiaco e ictus ridotto di un terzo, e la percentuale di decesso è ridotta di un quarto.

 I risultati di questa ricerca, condotta su oltre 9.300 uomini e donne ultra 50enni ad alto rischio di malattie cardiache o renali che doveva concludersi nel 2017, saranno pubblicati nei prossimi mesi. Il presidente dell'American Heart Association, Mark Creager, commentando i risultati dello studio, dice che "E' una notizia eccezionale, servirà da guida per salvare un gran numero di vite".

Sorge però un dubbio; abbassare la soglia della pressione sistolica sotto i 120 mmHg, comporterebbe per i pazienti un’assunzione maggiore di farmaci antipertensivi, con conseguente aumento degli effetti collaterali che andrebbero ad alterare il binomio “rischio/beneficio”, specialmente per le persone anziane che potrebbero incorrere i cadute o in episodi vertiginosi. In attesa di saperne di più è opportuno continuare tranquillamente con le terapie in atto

19/08/15

Thè al Latte o al Limone? Difficile Scegliere

Una piccola aggiunta di latte all’infuso più bevuto al mondo favorirebbe da un lato una colorazione più bianca dei nostri denti, ma da un altro lato non si avrebbe più quella protezione dalle malattie cardiovascolari.

 Notizie contrastanti riguardo all’infuso più bevuto al mondo, secondo solo all’acqua: il thè. Alcuni anni fa dal Functional Food Center presso l’Oxford Brookes University, la dr.ssa Lisa Ryan e il dr. Sébastien Petit scrivevano che sebbene il thè avesse la proprietà di proteggere dalle malattie cardiovascolari grazie al contenuto di catechine, una piccola aggiunta di latte annullerebbe tale proprietà in quanto alcune proteine del latte, le caseine, contrasterebbero l’azione delle catechine, le quali non favorirebbero più la produzione di ossido nitrico, quel composto in grado di migliorare l’elasticità delle arterie.

Oggi un’altra ricerca portata avanti dalla D.ssa Ava Chow della School of Dentistry dell'università dell'Alberta, rivela che bevendo il thè con l’aggiunta di latte favorirebbe lo sbiancamento naturale dei i denti, in alcuni casi anche meglio di alcuni prodotti specifici.
Quest’aggiunta di latte favorirebbe la cattura da parte della caseina dei tannini, composti polifenolici in grado di macchiare di scuro lo smalto dei nostri denti.

 Per questa ricerca la D.ssa Chow si è servita di denti umani prelevati durante delle estrazioni ed in buone condizioni, registrando le loro iniziali colorazioni. Il trattamento prevedeva un’immersione nel solo thè di 24 ore alla temperatura di 37 gradi centigradi, ed un’altra immersione in una soluzione di tè macchiato con un po' di latte, dopo di che si registravano le nuove colorazioni. "Abbiamo visto che la caseina del latte riduce la colorazione dentale prodotta dai tannini del tè", ha dichiarato la D.ssa Chow. "L'entità dello sbiancamento registrato nei nostri esperimenti è paragonabile al cambiamento di colore ottenuto da alcuni prodotti sbiancanti, e superiore a quello determinato da specifici dentifrici”.

Chissà cosa penseranno gli inglesi di tutto ciò, dal momento che sono il popolo che usa maggiormente mettere il latte nel tè, e che la media nazionale è di circa 4 tazze al giorno pro-capite.

04/08/15

Ma quanti Alimenti si sprecano?

Dalla Gran Bretagna una denuncia: metà del cibo prodotto a livello mondiale finisce tra la spazzatura. Con poche semplici consigli si può rimediare. 

Nonostante la fame nel mondo sia un problema molto esteso che riguarda non meno di un miliardo di persone, molti sono gli sprechi alimentari che vengono effettuati dai cosiddetti paesi industrializzati. Da un rapporto di un paio di anni fa sembra che circa 2 miliardi di tonnellate di alimenti commestibili, ovvero la metà di quanto se ne produca nel mondo intero, vada a finire nella spazzatura.

Ma come e perché questo spreco? Il cibo viene sciupato lungo tutte le fasi della catena alimentare, dal produttore, in fase di lavorazione, nella vendita al dettaglio, nei luoghi di ristoro e naturalmente dai consumatori. Una parte di cibo viene eliminata naturalmente, a causa della deformazione o danneggiamento durante la produzione, specialmente nel settore agroalimentare, dove purtroppo esiste anche una distruzione per sovrapproduzione; altro spreco alimentare lo devono affrontare i grossisti e i venditori per la gestione delle scorte nei magazzini o depositi; un’altra grande fetta di spreco, sicuramente la maggiore, deriva dai consumatori e il loro indotto, come ristoranti, scuole, ospedali e quant’altro.

Come si può ridurre lo spreco alimentare? Per quanto riguarda i consumatori ci sono delle semplici regole o consigli alle quali attenersi per far sì che si possa eliminare o quantomeno ridurre lo spreco alimentare.
 1 – Fare attenzione alla data di scadenza. Utilizzare sempre i prodotti con la scadenza più prossima, al fine di evitare di trovarsi a gettare alimenti scaduti.
2 – Conservare gli alimenti secondo le istruzioni riportate nelle confezioni, tenendo in massima considerazione soprattutto la temperatura.
3 - prima di entrare in un supermercato, pianificare con cura quello che si deve comprare e per quanto tempo. E’ utile stilare una lista della spesa per evitare acquisti che si hanno già e che potrebbero deteriorarsi in breve tempo.
4 – Attenzione alle offerte e al miglior prezzo. Il “paghi 2 e prendi 3” spesso non è un guadagno, dal momento che il deterioramento o la scadenza potrebbero avvenire prima di aver consumato tutto.
5 – Il vostro stato psicologico è molto importante, quindi evitare di fare la spesa quando si è affamati per evitare di comprare “con gli occhi” quello che magari non serve.

 Inoltre è opportuno avere a disposizione alcuni dispositivi che possono aiutarci a riciclare cibi avanzati e farne un nuovo piatto da gustare come ad esempio i frullatori, utili per preparare ottimi frullati con frutta molto matura o impresentabile a tavola, mentre con verdure non più freschissime si possono ottenere gustosissimi minestroni. Secondo l’Osservatorio sugli sprechi, nelle nostre case in Italia esiste uno spreco in media del 17% dei prodotti ortofrutticoli acquistati, il 15% di pesce, il 28% di pane e pasta, il 29% di uova, il 30% di carne e il 32% di latticini, per una perdita di circa 1.693 euro l’anno.

28/07/15

Nella nostra Auto poca Igiene e molti Germi e Batteri

“Prima l’auto poi la moglie”, frase molto in voga anni or sono, sembra sparita dalla bocca degli automobilisti, i quali spesso scambiano la propria auto come un cesto di rifiuti, lasciando all’interno di essa cartacce e rifiuti e lavandola raramente., creando terreno fertile per germi e batteri.

 Con la bella stagione e in vista delle meritate ferie è prassi recarsi ad un autolavaggio per sottoporre la nostra auto ad una pulizia generale, sia interna che esterna, così da iniziare la nostra vacanza con un’auto bella lucida e profumata. Purtroppo però per la maggioranza delle persone l’appuntamento per il successivo lavaggio è rimandato all’estate successiva o al massimo alla partenza per la settimana bianca.

Sono ormai un ricordo i tempi quando l’auto era “l’amante “ dell’uomo, quando si diceva spesso “prima l’auto e poi la moglie”; ora all’interno delle stesse possiamo trovare di tutto, in particolar modo una miriade di germi e batteri.

 E’ quanto rivela una ricerca effettuata dal Dipartimento di Microbiologia dell'Università di Nottingham che ha selezionato meticolosamente sia l'interno che l'esterno del mezzo a quattro ruote. Secondo questa ricerca, in ogni angolo del mezzo, dal volante ai sedili, dai tappetini ai vetri si annidano i germi e batteri tra i più fastidiosi e pericolosi, come lo stafilococco e l’Escherichia Coli.

Per questa ricerca sono stati intervistai gli automobilisti inglesi, il 60% circa dei quali ha dichiarato di mangiare all’interno della propria vettura, il 10% ha rivelato di utilizzarla come cestino dei rifiuti, lasciando cartacce, pacchetti di sigarette e quant’altro sotto i sedili, mentre circa il 5% ha dichiarato addirittura di aver trovato cibo marcio all’interno della propria auto.

Dai risultati di questa ricerca sarebbe opportuno una maggiore attenzione all’igiene della nostra auto, al fine di evitare di creare un terreno fertile per germi e batteri, dal momento che risulta, sempre da questa ricerca, che circa il 25% degli automobilisti lava la propria auto una volta ogni tre mesi. (immagine presa dal web)

22/07/15

Zanzare Furbissime ci Attaccano su Tre Fronti

Uno studio americano ha dimostrato che questi fastidiosissimi insetti per colpirci sfruttano oltre alla temperatura della nostra pelle anche il loro olfatto e la loro vista.

Puntuali come orologi svizzeri, ogni anno con l’inizio dell’estate, ma spesso anche prima, le nemiche della nostra pelle tornano per tormentarci con le loro punture. Stiamo parlando delle zanzare, l’animale, a detta di molti, più pericoloso del pianeta, sicuramente il più fastidioso, e a nulla o quasi valgono le precauzioni che si prendono per contrastarle, siano esse pomate, spray chimici, zampironi, citronella e quant’altro, ogni sera si divertono a pungerci per gustare il nostro sangue.  

Ma come mai non si riesce a contrastare e sconfiggere questi fastidiosi animali? Ce lo spiega uno studio pubblicato sulla rivista specialistica Current Biology, dove un’equipe di ricercatori dell'Università di Washington e del California Institute of Technology, ha dimostrato che questi terribili mostriciattoli per pungerci mettono in atto una triplice strategia, basata sulla temperatura e su principi olfattivi e visivi.

Infatti i ricercatori hanno evidenziato la capacità delle zanzare di essere attratte, già da una distanza di 50 metri, dall’anidride carbonica prodotta dal nostro respiro. Fatto ciò non le rimane che seguire questa traccia, fino a rilevare visivamente la nostra presenza ad una distanza di 10 metri, dopo di che arrivate ad un metro di distanza sono in grado di captare la temperatura corporea del nostro corpo; a questo punto posarsi sulla nostra pelle e pungerci per gustare il nostro sangue è un attimo.

 Rimane però un mistero il fatto che ci siano delle persone che, nonostante spray, pomate e lozioni varie che si spalmano addosso, al loro risveglio durante l'estate si ritrovino coperte di punture, mentre altre invece sembrano immuni. Probabilmente si ipotizza un problema genetico, evidenziato da un altro studio condotto dalla London School of Hygiene & Tropical Medicine, dove delle coppie di gemelli omozigoti ed altre eterozigoti sono state esposte alle punture di un tipo di zanzara. Il risultato è stato che i gemelli omozigoti hanno avuto un numero di punture praticamente sovrapponibili, mentre nei gemelli eterozigoti c’era una sensibile differenza di punture tra loro. (immagine presa dal web)

23/06/15

Tatuaggi: Belli ma ad Alto Rischio di Infezioni

Spesso ci si affida a strutture occasionali prive di controlli e quindi ad alto rischio di infezioni. Fare attenzione al riutilizzo di aghi monouso e di inchiostro infetto.

 I Tatuaggi. Se ne vedono di tutti i tipi, belli, orrendi, colorati, commemorativi, alcuni sembrano veri e propri dipinti su tela. E’ una pratica molto amata dai giovani e meno giovani, ma non è tutto oro quello che luccica; spesso ci si sottopone a questa “scrittura” sulla nostra pelle con estrema leggerezza.

 Lo rivela una ricerca condotta dall’Università di Tor Vergata di Roma su 2.500 studenti liceali raggiunti con questionario anonimo, ricerca che sarà presentata a Roma al congresso della Società Italiana di Gastro Reumatologia (Sigr). Tra tutti gli studenti intervistati, uno su tre ha dichiarato di avere un piercing, mentre il 20 per cento possiede almeno un tatuaggio e addirittura il 32 per cento ha intenzione di farsene uno. Ma c’è di più, il 24 % di questi ragazzi ha dichiarato nel questionario di avere avuto delle complicazioni di carattere infettivo.

La ricerca ha evidenziato inoltre che solamente il 17 percento dei tatuati ha firmato il consenso informato, mentre quelli sicuri di essere stati trattati con strumenti sterilizzati sono poco più della metà, il 54%. La dottoressa Carla Di Stefano, autrice dell’indagine e ricercatrice all’Università di Tor Vergata, ha detto che "Se l'80 percento dei ragazzi ha affermato di essere a conoscenza dei rischi d’infezione, solo il 5 per cento è informato correttamente sulle malattie che possono essere trasmesse.”

Il fine della ricerca era quello di mettere al corrente i giovani circa i pericoli che possono incontrare affidandosi a strutture e personale non qualificato senza rispetto delle norme igieniche, e quindi potenziali veicoli di trasmissione di malattie infettive (HBV, HCV, HDV). Proprio in questi giorni le attenzioni degli studiosi sono rivolte ad uno studio del 2013 pubblicato sulla rivista “Hepatology”: ‘Association of tattooing and hepatitis C virus infection: a multicenter case control study’, dove si evince che la trasmissione dell’epatite C avvenga tramite la non sterilizzazione degli strumenti usati e il riutilizzo di aghi monouso e di inchiostro contaminato con sangue infetto.

Dati recenti affermano che in Italia circa il 10% di epatite C acuta è riconducibile ai trattamenti estetici e quasi il 4% che si sottopone ad un tatuaggio corre il rischio di contrarre l'epatite C rispetto a chi non ci si sottopone. Attenzione quindi ai servizi “Tattoo” occasionali, specialmente come quelli che durante i mesi estivi abbondano nelle località balneari, servizi privi dei normali controlli e quindi ad alto rischio.

13/06/15

Si Muore di meno se si Mangiano Noci e Arachidi.

Una manciata al giorno di questi tipi di frutta secca ci permettono di vivere più a lungo, grazie al loro contenuto di vitamine, grassi polinsaturi, antiossidanti ed altri elementi importanti per il nostro organismo. 

Fanno bene o fanno male? Le campane sono diverse, ma uno studio pubblicato sull'International Journal of Epidemiology sembra propendere per la seconda ipotesi. La frutta secca, in particolar modo le noci e le arachidi ci proteggono da alcune cause di morte, e precisamente gli individui che assumono questo tipo di alimenti sembra avere un tasso di mortalità più basso di circa il 23% rispetto ai soggetti che non ne fanno uso.

 Sia le arachidi che le noci contengono diversi elementi come acidi monoinsaturi e grassi polinsaturi, vitamine di vario genere, fibre, antiossidanti e altri composti bioattivi, sostanze che contribuiscono a mantenere sano e integro il nostro organismo.

 Questo studio è stato coordinato dal Prof. Piet van den Brandt, dell’Università di Maastricht nei Paesi Bassi, utilizzando i dati del Netherlands Cohort Study del 1986, rilevati su oltre 120.000 olandesi di 55-69 anni, di entrambi i sessi che facevano uso di arachidi, noci e burro di arachidi. Dai risultato ottenuti è emerso che gli individui che assumevano una quantità di 10-15 grammi al giorno di noci o arachidi erano soggetti ad un tasso di mortalità inferiore del 23 % per quanto riguarda patologie cardiovascolari, malattie respiratorie, neurodegenerative e diabete, rispetto ai soggetti che non ne facevano uso.

 Lo studio ha dimostrato anche che un quantitativo superiore ai 15 grammi di frutta in guscio non ha portato ulteriore abbassamento del rischio di mortalità, mentre si è avuto un risultato nullo per quanto riguarda il consumo di burro di arachidi, un alimento contenente oli vegetali in quantità elevate, sostanze dannose per la nostra salute. (immagine presa dal web)

02/06/15

Nuove Generazioni a Rischio Miopia. Colpa della Tecnologia ma non solo

Le nuove generazioni, a perenne contato con i mezzi di comunicazione hi tech, vanno incontro ad un precoce calo della vista a causa del molto tempo davanti a monitor e affini. 

 Non è un problema prettamente italiano, ma la miopia sta affliggendo tutto il mondo. A farne le spese sono le nuove generazioni, che con l’avvento dei computer ed altri mezzi digitali di comunicazione hanno dato un netto cambiamento al loro stile di vita. In genere la miopia si presenta durante l’adolescenza, solitamente nel primo ventennio di vita, ma i giovani d’oggi sono percentualmente più esposti a questa patologia.

A dire la verità diverse sono le cause contribuiscono al diffondersi di questa malattia, non solo gli schermi dei vari tipi di pc, iPhone, iPad, che di per sé non sono dannosi per la vista. Il problema principale è il modo di usare questi schermi, come il lungo protrarsi del tempo di esposizione, la distanza ravvicinata degli occhi a questi schermi, e soprattutto la ridotta esposizione alla luce naturale dovuta alla poca tendenza ad uscire di casa in quanto impegnati con i mezzi digitali di comunicazione. Tutte queste cause sono responsabili di una visione sfocata da lontano, mantenendo quella da vicino normalmente buona.

Dati statistici rivelano che in Italia il 25 per cento della popolazione soffre di miopia, e questa percentuale è destinata ad aumentare tra la popolazione giovanile. Questo problema ha cominciato a presentarsi agli inizi del novecento, con l’aumento progressivo delle persone che studiano e con l’avvento della stampa e dell’elettricità, con conseguente diminuzione di vita attiva alla luce del sole.

La dottoressa Katie Williams, docente del Department of Ophthalmology del King’s College di Londra, precisa che l’aumento della miopia potrebbe rappresentare in futuro un problema di sanità pubblica, in quanto collegato ad altre patologie degli occhi quali il glaucoma, la cataratta per arrivare alla degenerazione della retina. (immagine presa dal web)

23/04/15

Attenzione a Depressione e Diabete: rischio Demenza

Diabete, depressione e demenza sono fortemente legati fra loro. Lo conferma uno studio pubblicato sulla rivista Jama Psichiatry, secondo il quale chi soffre di diabete e depressione ha un rischio più che raddoppiato di essere soggetto a demenza senile.

 Tutte le persone nessuna esclusa, col passare degli anni, vedono arrivare o aumentare il loro deficit cognitivo, segno di un normale invecchiamento fisiologico dovuto all’alterazione della circolazione sanguigna cerebrale . Alcune di queste mantengono tranquillamente la loro autosufficienza seppure con qualche difficoltà, mentre altre sono colpite da una forma più grave chiamata comunemente demenza, la quale aumenta vertiginosamente in quei soggetti affetti da diabete, da depressione o da entrambe.

Uno studio effettuato da Dimitry Davydow della University of Washington School of Medicine a Seattle e pubblicato sulla rivista Jama Psychiatry,che ha coinvolto 2,4 milioni di anziani, mette in evidenza l’opportunità di prevenire la demenza mantenendo sotto controllo sia il diabete che la depressione.

 Da questo lavoro gli studiosi hanno dedotto che in presenza di soggetti con diabete si ha un incremento di circa il 20% del rischio di andare incontro a demenza, mentre in presenza di depressione il rischio sale a circa l’80%, fino ad arrivare a circa il 120% in presenza di entrambe le patologie.

 I motivi – In presenza di glicemia non controllata, a livello cerebrale vengono alterati i vasi sanguigni e i recettori per l’insulina presenti in esso, favorendo così l’instaurarsi della demenza, la quale viene ad essere alterata anche in presenza di depressione dal momento che questa e responsabile di danni neuronali.
 Da questo studio di rilevante importanza si deduce quindi che curando sia il diabete che la depressione si contribuisce ad alzare una barriera di salvaguardia alla demenza.(immagine presa dal web)

20/04/15

Per Colpa del Caldo il Letargo degli Animali termina in Anticipo

Nello Utah a causa delle temperature più alte della norma alcune tane degli orsi neri sono state rinvenute dagli studiosi già vuote a metà febbraio. Il problema della mancanza di cibo. 

 Da molto tempo il letargo degli orsi è oggetto di studi da parte di alcuni ricercatori dell’Alaska, i quali cercano di studiare questo eccezionale fenomeno dal momento che, dormire ininterrottamente per tutto il periodo invernale senza nutrirsi e senza subire danni fisici, potrebbe portare dei notevoli vantaggi se si potesse, in un futuro più o meno prossimo, applicarlo alla specie umana.

Ma da qualche anno a questa parte sembra ci sia un cambiamento di tendenza di questa specie animale come del resto di tutte quelle specie animali dipendenti dal fenomeno letargo. Infatti, a causa probabilmente del surriscaldamento terrestre, i ricercatori del Dipartimento di Risorse Naturali dello Utah hanno notato che le femmine di orsi neri con i loro cuccioli hanno terminato il loro letargo a metà febbraio, data inconsueta dal momento che generalmente si svegliano alla fine di marzo.

Lo hanno scoperto non senza pericolo i ricercatori, i quali, andando in esplorazione di tane a loro conosciute, le hanno trovate inspiegabilmente vuote, anzi in una di queste si sono imbattuti in una femmina di orso che ha cercato di aggredirli.

Cibo.  Questo inconveniente crea non pochi problemi sia alla specie animale che agli uomini, dal momento che al loro risveglio anticipato, gli orsi devono fare i conti con la mancanza di cibo, in quanto le piante di cui loro si nutrono fioriscono qualche tempo più tardi, di conseguenza sono costretti ad aumentare il loro raggio di ricerca del cibo con la maggiore probabilità di incontrare l’uomo e di avere nei suoi confronti dei comportamenti aggressivi.

Intanto il primo a fare le spese di questo fine letargo anticipato è stato l’annuale censimento della specie, il quale viene effettuato in genere verso la fine di febbraio quando gli orsi sono ancora semi addormentati e quindi facilmente avvicinabili, cosa che quest’anno si è resa impossibile.

07/04/15

Il Mirtillo questa Bacca dalle mille Risorse ci libera anche dai Traumi

Questi frutti non finiscono mai di stupirci. Oltre ad essere un toccasana per occhi, vene e capillari , per proteggere le nostre ossa dall’osteoporosi e ad abbassare il colesterolo, ecco la notizia della loro efficacia nel superare i traumi.

 Gli effetti benefici dei prodotti della natura sono un dato di fatto. Tra questi il mirtillo, frutto di bosco oggetto di studio di molti scienziati e università di tutto il mondo. Dopo uno studio dell’Arkansas Children’s Nutrition Center di Little Rock che rivelava l’efficacia di queste bacche blu nel rafforzamento delle ossanegli animali che ne facevano uso, dopo una ricerca dell’East Anglia e dell’Harvard University, dove si evincec che assumere i mirtilli può proteggere dalla pressione alta, ecco un altro studio americano portato avanti dall'Università della Lousiana, e presentato nel corso del meeting Experimental Biology, tenutosi a Boston che ci rivela che grazie ai mirtilli si possono superare i traumi e i brutti ricordi.

  Questa ricerca è stata effettuata su dei topi affetti da disturbo post-traumatico indotto dal loro nemico per antonomasia: il gatto. I ratti, per questo studio, sono stati nutriti per un mese con una dieta ricca di mirtilli, per poi essere messi di nuovo davanti al loro acerrimo nemico. Si è visto così che questi animali sembrava avessero superato il trauma relativo al precedente incontro col felino.

 La causa sembra sia dovuta all’aumento nell’organismo dei topi della serotonina, un neurotrasmettitore coinvolto nella regolazione dell’umore al pari di un farmaco antidepressivo. Il disturbo post-traumatico da stress (PTDS) è una grave forma di disturbo d’ansia che può riscontrarsi in seguito all’esposizione ad un evento traumatico, e ne soffre circa l’8% della popolazione.

Questa scoperta è quindi molto importante perché viene in aiuto sia ad alcuni antidepressivi, l’unica classe di farmaci autorizzata per questo tipo di patologia ma con risultati non proprio soddisfacenti, sia alla risoluzione parziale della psicoterapia.

29/03/15

Curiamo il Cancro con 'intelligenza' che si chiama: 'letalità sintetica'

Un nuovo metodo di cura anticancro si sta sperimentando al Moffitt Cancer Center americano e sfrutta le differenze genetiche delle cellule per mettere a punto una cura che distrugga solo le cellule tumorali risparmiando quelle sane. E' il principio della 'letalità sintetica'


Un approccio innovativo che mira a creare un farmaco super intelligente che abbia massima distruzione sui tessuti malati risparmiando quelli sani. Alan F. List,ha firmato un articolo sul 'Nejm', dove spiega la 'letalità sintetica':
"Può bersagliare un'ampia gamma di difetti cellulari, comprese alterazioni nei meccanismi di riparazione del Dna, nel controllo del ciclo cellulare e del metabolismo. Non solo: può essere utilizzata anche per colpire interazioni fra cellule tumorali e cellule sane circostanti - 'relazioni pericolose' che possono favorire la sopravvivenza del cancro - così come oncogeni che guidano la nascita di un tumore e sono difficili da attaccare direttamente. Un esempio in cui la letalità sintetica ha dimostrato le sue potenzialità sono i tumori al seno positivi alle mutazioni dei geni Brca1 e Brca2, alterazioni che aumentano il rischio di neoplasie mammarie e ovariche nelle donne. Studi di laboratorio hanno confermato l'ipotesi che farmaci mirati al Dna, in particolare agenti diretti contro la proteina Parp addetta alle 'riparazioni genetiche', possono uccidere le cellule Brca-mutate. Diversi composti inibitori di Parp sono attualmente in sperimentazione clinica nelle pazienti con cancro al seno e i risultati preliminari sembrano positivi. "La letalità sintetica - conclude List - può offrire una nuova strada da battere per raggiungere il traguardo della moderna oncologia: terapie su misura, altamente selettive"
fonte adnKronos

17/03/15

Il Cervello come hard disk che si può "rileggere"? Potrebbe essere possibile

Un esperimento fatto da un team di scienziati ha dimostrato come da tempo si teorizzava, che il cervello umano si può comparare ad un hard disk di un computer, riuscendo a recuperare dati da una sorta di "magazzino" nel cervello di una cavia.


L'esperimento di un gruppo di scienziati del Cold Spring Harbor Laboratory, nello stato di New York
ha dimostrato che misurando l'attività di specifici neuroni, sia possibile determinare le azioni imparate dal "proprietario" di quel cervello prima della morte. Lo studio è stato pubblicato in un articolo su Nature:

Anthony Zador, uno degli autori dello studio spiega:
"I neuroscienziati avevano già identificato aree specifiche del cervello coinvolte nell'apprendimento,  Ma noi volevamo scavare più a fondo, ed identificare come i cambiamenti in specifiche connessioni codifichino una particolare risposta comportamentale".

Azioni percettive sono date di conseguenza ad una attività dei neuroni corticali sensoriali. Analizzando questi neuroni è possibile determinare l'azione percettiva immagazzinata nel cervello. I ratti, per esempio, traducano gli impulsi sonori in stimoli comportamentali. Le cavie sono state addestrate ad associare uno specifico suono ad una ricompensa. La frequenza del suono, segnala se la ricompensa può essere trovata a destra o a sinistra.

Gli scienziati del team avevano già verificato come specifiche popolazioni di neuroni fossero fondamentali per trasmettere questo tipo di informazioni dalla corteccia uditiva al corpo striato. L'analisi della forza delle connessioni tra questi neuroni ha adesso permesso di verificare come erano stati addestrati i ratti: "Abbiamo decifrato un piccolo pezzo del codice neurale col quale gli animali avevano codificato questi ricordi. In pratica, abbiamo potuto leggere nelle menti di questi ratti".

11/03/15

La Pillola che Allunga la Vita a portata di Mano

L'elisir di lunga vita è stato ed è oggetto di ricerca da sempre, solo che ora non ci si ferma a creare una pozione magica, ma la sfida della biologia è trovare il modo di rallentare l'orologio delle cellule, sfida che coinvolge anche i grandi della rete come Google disposto ad investire in questa ricerca.


L'orologio biologico avanza inesorabilmente verso la vecchiaia, grazie ad un meccanismo che è dentro alle nostre cellule che decide la frequenza dell'"orologio". La sfida dei biologi consiste nel manipolare questo meccanismo, anche se nei topi ci sono riusciti (vivono il 50% in più) negli esseri umani la cosa è più complessa.

La vita dalla metà dell'ottocento, si è allungata grazie ai farmaci e sopratutto all'igiene. Uno studio sulla lunga vita aveva portato a capire che mangiare lo stretto necessario allunga la vita. Ma ora gli scienziati vogliono cambiare il nostro corpo, manipolare le cellule e raggiungere l'obbiettivo senza fare drastiche diete che implicano stress psichico, ma creare una "pillola" che ci freni il cammino delle cellule mangiando ciò che ci va.

Qualcosa è già stato fatto, in questa direzione, in vendita c'è già una pillola "allunga vita" ma non è stata testata. Sugli animali la risposta c'è stata e sostanze come la metformina e rapanicina hanno effetti benefici sugli animali. Richard Miller, direttore del Centro di ricerca per la biologia dell'invecchiamento all'università del Michigan, spiega: "Ammettiamo di riuscire a estendere anche la vita media e massima degli uomini del 40%, una donna giapponese avrebbe un'aspettativa di vita di 112 anni, con punte di 140". 

D'accordo con le previsioni del direttore Miller è Rudi Westendorp dell'università di Leida, autore di "Come invecchiare senza diventare vecchi" (Ponte alle Grazie): "Nell'arco di un centinaio di anni l'aspettativa di vita è salita da 40 a 80 anni e la probabilità di raggiungere i 65 anni è passata dal 30% al 90%. Tra i neonati di oggi c'è chi arriverà a 135 anni". fonte LaRepubblica.it


Ciò di cui gli scienziati sono certi oggi, è che la restrizione calorica sia la chiave di volta di questo studio. Gli animali da laboratorio sottoposti a restrizione calorica vivono tra il 30 e il 40% più a lungo del normale. Il meccanismo è semplice: un regime di inedia alimentare costringe le cellule a riorganizzarsi per vivere, attivando nel loro Dna alcuni geni che riducono il metabolismo e - attraverso percorsi biochimici chiari solo fino a un certo punto - allungano la vita della cellula.
Rappresentativa ironica
dal film "Il diavolo ti fa bella"

Calare drasticamente l'alimentazione di almeno il 30%, è provato che rallenta l'orologio biologico in tutti i tessuti dell'organismo, e quindi anche nell'organismo intero. Ma la ricerca, si sta concentrando sulle sostanze chimiche capaci di mimare l'effetto della restrizione calorica sul Dna. Cioè su delle pillole. Ed ecco che diventa business che attira investitori come Google che ha fondato nel 2013 una compagnia - la Calico - specializzata in studi sulla longevità, ingaggiando alcuni massimi esponenti  della biologia.

Leonard Guarente, direttore del laboratorio di biologia dell'invecchiamento al Mit, ha intravisto il business e fonda la compagnia Elysium Health, con ha disposizione 5 premi Nobel, ha commerciato come integratore alimentare, che non bisogna di test, la pillola "Basis". Costo: 50 euro al mese. "Anch'io la prendo tutti i giorni. La sostanza che uso è un precursore di un enzima chiamato Nad+ che diminuisce all'interno delle cellule con l'invecchiamento. Si è dimostrata efficace nei topi. La venderemo su internet per dialogare con i nostri clienti e capirne gli effetti". fonte LaRepubblica.it


Alla "pillola della longevità" crede fino a un certo punto Luigi Fontana delle università di Brescia e Washington. "Prendere un farmaco e continuare a mangiare schifezze non servirà a molto. Stiamo sperimentando sugli uomini nuove versioni della restrizione calorica più sostenibili. Uno o due giorni di digiuno a settimana, solo con verdure e olio di oliva, hanno effetti sul metabolismo delle cellule simili alla restrizione calorica. Altre strade percorribili sono assumere calorie solo nella prima parte della giornata e sostituire le proteine animali con quelle vegetali". fonte LaRepubblica.it


Una mia riflessione: Se adottassimo tutti la restrizione calorica, diminuendo l'alimentazione del 30%  di ciò che mangiamo oggi, le multinazionali del food cosa venderebbero? E se ci ammalassiomo di meno e non avessimo più bisogno di farmaci, il business delle case farmaceutiche dove andrebbe a finire? Meglio prendere un farmaco e continuare a mangiare schifezze, così potremo vivere più a lungo, consumando più a lungo e usando farmaci più a lungo.
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