Il-Trafiletto
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13/12/17

Cani molecolari fiutano tumori

Si chiama Liù e il suo compito è fiutare i tumori. Una magnifica femmina di pastore tedesco, allevata e addestrata dall’esercito, ha stupito tutti in un sol colpo, dimostrandosi capace di “fiutare” un cancro in anticipo e con maggiore esattezza rispetto alle convenzionali analisi mediche.


Ed è così che sono ben cinque anni che Liù è “impiegata” nell’ospedale Humanitas di Castellanza, in provincia di Varese.

E proprio qui la cagnolina - “in servizio” nell'esercito dal 2010 per rilevare e segnalare sostanze esplosive - ha fatto un passo avanti nella sua “carriera” di cane molecolare.

L’addestramento ricevuto dal tenente colonnello veterinario Lorenzo Tidu e dal suo conduttore, il sergente Paolo Sardella, consentirebbe infatti a Liù di individuare, ancora prima del manifestarsi dei sintomi, il tumore alla prostata. continua a leggere: https://www.greenme.it/cani/25996-cane-tumori-liu

31/10/14

Consumava un rapporto sessuale con un cane in ufficio

Un dipendente comunale del comune di Corigliano Calabro scoperto a consumare un rapporto sessuale anche violento con un cane. Il sindaco: "Sconcertato".


L'imbarazzante episodio è avvenuto nell'autoparco comunale di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, precisamente all'interno degli uffici. Questa pratica umana di accoppiarsi, o avere rapporti sessuali, con animali, si chiama zooerastia.

La notizia, riportata da Sibarinet, spiega come un collega del fornicatore lo abbia sorpreso mentre violentava letteralmente un cane. L'uomo subirà conseguenze socio-sanitarie in quanto queste azioni sono molto gravi, inoltre ci sarebbero denuncie relative alla violenza sugli animalai sanzionabili a livello penale. L'uomo secondo quato divulgato, sarebbe sposato.

 Francesco Paolo Oranges, vicesindaco della città contattato da Sibarinet, si è detto "sconcertato" dalla vicenda e fa sapere di aver già avviato un'indagine interna perchè il reato sarebbe avvenuto all'interno di ufficio pubblico da parte di un dipendente pubblico. Mentre l'assessore con delega alla protezione degli animali, Marisa Chiruco, si è detta "scioccata".

12/09/14

Cina: per un cane malato di rabbia se ne uccidono 5000

Le autorità cinesi, hanno ucciso quasi 5.000 cani, nella città di Baoshan, dopo che un cane malato di rabbia, ha morso cinque persone tra luglio e agosto e tutte quante sono morte. 


Per un cane malato di rabbia se ne uccidono altri 5000, la notizia è davvero folle e ha fatto alzare le bandiere di guerra da parte di tutti gli animalisti del mondo. 

Le autorità municipali di Baoshan, nella provincia sud-occidentale dello Yunnan, domenica 7 settembre 2014 ha fatto abbattere 4.900 cani e ne ha vaccinati 100.000 nella sua campagna anti rabbia. 
Il governo della Cina si difende dicendo che questo fenomeno dura da parecchi anni e molte persone sono morte, quindi si è deciso di adottare questa lineea dura per risolvere alla radice questo problema. 

Gli animalisti hanno denunciato subito la cosa e hanno detto che si sarebbero fatti carico loro dei vaccini o della sterilizzazzione dei cani, per evitare di dover sentire altre notizie di questo genere e per dare un segnale al governo cinese di non continuare ad essere sulla bocca d tutti per queste prese di posizione senza rispetto per niente e nessuno.
Lasciate correre felici i vostri cani


12/04/14

UN PESCE PER AMICO

Sono animali domestici facili da tenere, e per questo adatti ai bambini piccoli che ancora non hanno la maturità per occuparsi di un animale domestico come cani o gatti. Ecco qualche suggerimento per farli vivere felici.

I pesciolini rossi (Carassius auratus il loro nome scientifico) sono facili da curare e mantenere, ma hanno comunque precise esigenze da rispettare.
IL RECIPIENTE: La scelta è importante perché i pesci hanno bisogno di ossigeno. La superficie di contatto fra l'acqua e l'aria deve perciò essere ampia, ed è dunque meglio una vasca rettangolare invece della classica boccia di vetro. Mettete qualche sassolino e una piantina acquatica adatta alla specie di pesce che abiterà il recipiente, per creare un abitat il più simile possibile al naturale.Per spostare i pesciolini dal sacchetto alla vasca, all'arrivo a casa, usare una retina
LA POSIZIONE: La vasca va posta in un luogo dove ci sia luce ma non batta il sole, lontano dalle finestre e senza correnti d'aria.
L'ACQUA: Ogni pesce vorrebbe almeno dieci litri d'acqua a disposizione. L'acqua deve essere a temperatura ambiente e sempre pulita: se la vasca non ha un sistema di filtrazione, è opportuno cambiaria parzialmente (la metà) almeno due votte la settimana.
CONTROLLARE L'ACIDITA': Il grado di acidità (pH) dell'acqua va controllato periodicamente. Se è troppo alto (intomo al1'8) bisogna intervenire con specifici additivi. Sia le cartine per misurare il pH sia gli addrtivi (biocondizionatori) si trovano in tutti i negozi specializzati.
LA DIETA: I pesciolini hanno bisogno di una dieta integrata, con proteine, grassi, carboidrati. Allo scopo esistono mangimi specifici che si trovano anche nei supermercati. Può bastare un pasto giomaliero, la mattina, ma meglio sarebbe fornire cibo 2-3 volte al giomo. La quantità deve essere consumabile in pochi minuti, perché i residui sporcano l'acqua così come gli avanzi o le briciole di pane, sconsigliabili. E gli eccessi altimentari sono più dannosi ai pesciolini del digiuno.

27/02/14

Italiani | Ottimi amici degli animali le nostre città meno!

Notoriamente noi italiani trattiamo bene i nostri animali, na non altrettanto le nostre città. Dal terzo "Rapporto animali in città" firmato da Legambiente, dedicato a mappare i servizi dislocati sul territorio nazionali per Fido e compagni, è emerso che non abbiamo sufficienti strutture per accogliere i nostri animali. Dal documento infatti emerge come gli amici a quattro zampe siano benvoluti dagli italiani, ma come le città siano trascurate negli spazi aperti a loro dedicati, aree costiere attrezzate comprese. L'indagine ha coinvolto 81 capoluoghi di provincia, divisi in grandi, medie e piccole città, che hanno contribuito rispondendo a un questionario. Emerge dai dati come a livello amministrativo i nostri capoluoghi siano abbastanza preparati ad affrontare le problematiche animali: circa l'86% dei comuni ha infatti un assessorato o un ufficio dedicato (percentuale che arriva al 100% per le grandi città), mentre decisamente più basse sono le percentuali (dal 48% delle piccole città al 72% delle medie) riguardo i censimenti delle strutture e dei luoghi dedicati ai servizi agli animali d’affezione (come canili, colonie feline, pensioni per cani e gatti, campi di educazione e addestramento cani, allevamenti, aree urbane per cani presenti sul territorio comunale).

Teniamo pulite le città
Proprio riguardo le aree destinate agli amici a quattro zampe per il rapporto sono ancora poche quelle all'aperto dove portare a passeggio gli animali: mediamente, nei comuni interessati dall'indagine, è presente uno spazio dedicato ogni 28.837 cittadini. Ma anche al chiuso sono poche le amministrazioni che hanno adottato regolamenti per l'accesso di cani e gatti in uffici o locali aperti al pubblico (il 47%), e ancor meno (il 34%) quelli che lo hanno fatto per l'accesso a laghi e mare. Nel complesso le città che offrono i servizi migliori per gli animali domestici sono Padova, Prato e Pordenone, rispettivamente per i grandi, medi e piccoli centri (qui la classifica completa).

Ma non ci sono solo cani e gatti, anche se una mappatura degli animali selvatici (utile per esempio per stimare e prevenire danni risultanti, come gli incidenti stradali) è presente in media solo nel 26% dei comuni, e appena il 15% delle amministrazioni ha a disposizione i contatti per per rivolgersi ad un centro di recupero di animali selvatici.

13/02/14

Cani meticci stipati in gabbie su furgone sull'A3: conducente denunciato

L'ennesima storiaccia di cani maltrattati e costretti a viaggi estenuanti, stipati come sardine senza cibo nè acqua, con l'orribile dubbio di quale fine aspettavano a questi cani, visto che erano tutti meticci, quindi senza un valore commerciale: che fine li aspettava?


 Cosenza -I reparti di Cerchiara e Corigliano Calabro del Corpo forestale dello Stato, con gli agenti del Nirda, nucleo reati danni animali, hanno rinvenuto, in un furgone controllato nei pressi dello svincolo autostradale di Sibari-Firmo dell'autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, numerosi cani meticci chiusi in gabbie e trasportini. Per sette di questi cani, tutti cuccioli, il medico veterinario, intervenuto per il controllo, ha riscontrato condizioni di sofferenza e detenzione incompatibili con la loro natura. Il proprietario del furgone, un uomo di Scalea, e' stato denunciato e multato.                                                                                    fonte (AGI)

01/01/14

I cani sanno riconoscere bene un volto amico.

I cani, sappiamo bene tutti quanti, come siano dotati dalla natura di riconoscere perfettamente le persone, le sostanze, gli alimenti, ( vedi i cani da tartufo, da caccia, quelli utilizzati dalla polizia alla sezione narcotici )dall'odore: ma come se pensiate se la possano “cavare” con le immagini fotografiche?

cane-computer
I cani riconoscono i volti amici
Rimarrete stupiti dai risultati avuti a seguito di vari test: sono capaci di riconoscerci in maniera del tutto spontanea! Cioè, ci riconoscono senza essere stati specificatamente addestrati, anche in una immagine! A dare dimostrazione di tutto quanto finora detto, è l'ultimo studio di Outi Vainio e del suo gruppo di ricerca, che da anni, all'Università di Helsinki, si occupa di analizzare le capacità cognitive e i comportamenti canini.

Come Vainio scrive su Animal Cognition, è risaputo che Fido sa rispondere alle espressioni facciali del padrone, ma la sua capacità di analizzare i volti non è stata ancora ben compresa.
Così ha messo a punto un test di eye movement tracking, cioè mi spiego meglio: si tratta di un test che si basa sul seguire i movimenti spontanei degli occhi dell'animale e analizzare il tempo di permanenza sui vari dettagli. Studi di psicologia cognitiva e di etologia ci dicono infatti che da questi parametri è possibile capire se il soggetto osservato viene riconosciuto o meno e se desta l'interesse di chi guarda.
I ricercatori hanno “arruolato” 23 cani domestici e 8 di un canile: li hanno messi davanti allo schermo di un computer, sul quale sono state fatte scorrere le immagini dei volti dei rispettivi proprietari, di persone familiari e di estranei, e poi di altri cani conosciuti e non.

Alcune di queste immagini erano capovolte: un elemento di complessità che può aiutare a comprendere meglio come questi animali analizzino i volti. Ed eccoci ai risultati: tutti i cani hanno mostrato più interesse per le facce dei propri simili che non per quelle degli esseri umani. E tutti hanno dedicato più tempo ad osservare cani e persone conosciuti che non gli estranei, mostrando quindi di saperli identificare nelle fotografie. L'area più osservata è stata sempre quella degli occhi, anche nelle foto rovesciate: un dato che, secondo i ricercatori, indicherebbe la capacità di questi animali di distinguere in modo specifico i volti da altre figure. Per Vainio, queste osservazioni implicano che nei cani “l'analisi dei volti non è guidata solo dalle proprietà fisiche dell'immagine, ma anche da elementi semantici”. Quanto alle differenze tra i cani di casa e quelli che vivono in canile, l'ambiente non sembra influenzare questa loro capacità.

30/12/13

Denuncia di essere stata quasi violentata da ... due cani!

Incredibile ma vero! Una donna ha raccontato di aver rischiato di essere stuprata da due cani. I “responsabili” sono stati “arrestati” e portati al canile. << Uno dei due mi teneva, mentre l’altro cercava di spogliarmi. >> Così ha dichiarato una donna di Taranto , mentre denunciava l’accaduto ai carabinieri, riferendosi al “tentativo di stupro” subìto. I due ai quali si riferiva la malcapitata non erano malviventi in cerca di emozioni, bensì erano due cani randagi del paese dove vive, esattamente a Crispiano in provincia di Taranto. A sentire il suo racconto sembrava che i due animali facessero una competizione tra loro fino a quando hanno deciso di provarci insieme. Intanto nella località tarantina gli animalisti sono insorti e protestano. Una volontaria racconta: “Uno dei due cani, è conosciutissimo in zona. È talmente docile che durante una manifestazione a Statte contro il randagismo si è lasciato esporre sul tavolo come testimonial, nella speranza che qualcuno lo adottasse”. Chissà se dopo questa incredibile vicenda qualcuno andrà al canile per chiederne l’adozione.

04/12/13

Perchè si dice: "menare il can per l'aia"?

Anche questo adagio, miei cari amanti delle citazioni e della loro origine storico- letteraria, si usa ancora oggi, e per fortuna, perchè mi accorgo che nel dialogare, oggi come oggi, si tende ad essere sempre più stringati, concisi, ermetici e oltremodo tecnici. Abbiamo introdotto una gran quantità di parole anglosassoni, tralasciando la splendida varietà di forbite parole di cui è ricca la nostra lingua.
Menare il can per l'aia
 Menare il can per l'aia, portare le cose per le lunghe, senza concluderle. Il modo di dire deriva probabilmente da un vecchio proverbio italiano: L'aia non è luogo per cani da caccia. I segugi, infatti, abituati a correre e a cercare la selvaggina in mezzo ai boschi, ai cespugli, e comunque nei grandi spazi, perderebbero il loro tempo, in uno spazio ristretto come un'aia, dove, peraltro, non ci sono nascondigli ma tutto è chiaramente visibile. Ora, la similitudine è evidente: chi conduce un cane da caccia per l'aia, ovviamente non può aspettarsi di trovare selvaggina. Quindi il detto è passato a significare che "mena il cane per l'aia" chi si perde in lunghe discussioni senza concludere niente, o promette qualcosa, senza poi alla fine mantenere.

21/10/13

La Pet Therapy: a cosa serve e come si sviluppa



Per chi convive quotidianamente con un pet  le occasioni di riconoscimento dei benefici, sulla salute psicofisica e sul benessere in generale, sono molteplici e differenziati. Relazionarsi con un cane, un gatto, o qualunque altro essere animale con cui si possa stringere un legame affettivo comporta una serie di effetti positivi, che coinvolgono la sfera emotivo-relazionale e quella fisica.
Dal piacere del contatto fisico con l’animale, allo stimolo ad una vita più sana, con momenti di svago e passeggiate all’aria aperta, la compagnia di un animale riduce il senso di solitudine, soprattutto per le persone anziane, prendersi cura di un altro essere vivente incoraggia il senso di responsabilità e aiuta la condivisione, per bambini ed adolescenti, fino ad arrivare all’attenuazione dei sintomi depressivi od ansiogeni ed alla regolazione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.
Le prime documentazioni a tal proposito risalgono alla fine del 1700, quando in Inghilterra alcuni pazienti con disturbi mentali furono incoraggiati a prendersi cura di animali domestici, seguirono poi sperimentazioni simili in Germania e Francia, fino ad arrivare alla metà del secolo scorso quando lo psichiatra infantile Boris Levinson scoprì che quando nel suo studio era presente il suo cane, i bambini con disturbi psichici da lui seguiti erano fortemente attratti dall’animale, agivano in maniera più spontanea e si relazionavano più facilmente con il terapeuta. Il cane svolgeva una funzione mediatrice agevolando gli scambi comunicativi e creando un setting facilitato in cui i bambini si sentivano maggiormente a proprio agio e potevano manifestare liberamente le proprie emozioni e sensazioni.
Successivamente Levinson descrive la propria esperienza nel libro “The dog as Co-Therapist”, elevando ufficialmente il ruolo dell’animale nelle cure psicologiche a co-terapeuta e conia il termine Pet Therapy per definire le terapie basate sui benefici della relazione uomo-animale.
La “terapia per mezzo dell’animale” è impostata dunque sul rapporto che si instaura, singolarmente o in un lavoro di gruppo, con l’animale impiegato, ed affianca le terapie in atto coadiuvando e rafforzando gli effetti ottenibili, e si differenzia in:
A.A.A: Attività Assistite con Animali, che prevedono interventi educativo-ricreativi e di supporto psico-relazionale con varie tipologie di utenti, non hanno valenza prettamente terapeutica e di conseguenza non necessitano di prescrizione medica e sono meno vincolate, nei tempi e nelle modalità, delle attività a scopo terapeutico.
T.A.A: Terapie Assistite con Animali, sono basate su interventi che affiancano le terapie tradizionali già in uso, vengono progettate da un’équipe multidisciplinare e prevedono obiettivi specifici e monitoraggio dell’efficacia.
In entrambe le aree lo scopo di base è un miglioramento delle condizioni di vita e del benessere psico-fisico della persona, che, nel caso delle T.A.A. si declina nella cura dei disturbi fisico-motori, psichici, cognitivi ed emotivo-relazionali specificamente riguardo l’utente o gli utenti fruitori del progetto.
L’utenza a cui può venire indirizzata la terapia con animali è varia, possono beneficiare di interventi di Pet Therapy soggetti in età evolutiva con problematiche di handicap psico-fisico o disturbi comportamentali, bambini o adolescenti in situazione di disagio socio-familiare, adulti con sindromi depressive o ansiogene, persone che presentano difficoltà comunicative di vario genere, anziani in situazione di solitudine o demotivazione.
La Pet Therapy è sconsigliata nei casi di zoofobie, ipocondria o immunodepressione (per la possibilità, reale o presunta, che l’animale sia veicolo di malattie), allergie specifiche, psicosi maniacali o malattie mentali gravi in cui può essere a rischio l’incolumità dell’animale.
Partendo dunque dal presupposto che ogni intervento debba venire attentamente valutato, sia in considerazione del disturbo o difficoltà presentato, sia dell’utenza a cui ci si rivolge e sia del tipo di animale da scegliere, e che debba essere garantito il rispetto dell’individualità dei soggetti partecipanti (umani ed animali), i pets utilizzabili come co-terapeuti possono essere:
Cani, di cui alcune razze vengono ormai considerate “da Pet Therapy” per eccellenza (Golden e Labrador Retriever soprattutto, in considerazione della loro docilità e socievolezza), amici dell’uomo per definizione, coinvolti in interventi con anziani ospiti di case di riposo, disabili, persone con sindrome autistica, bambini con difficoltà comportamentali, singolarmente o in gruppo; con il cane si instaura un rapporto di profonda complicità ed affetto, in cui imparare le regole di base per una relazione gratificante, la tendenza genetica della specie canina ad assoggettarsi e seguire un capobranco fa sì che, se ben impostato, l’intervento di Pet Therapy con il cane funga da rafforzatore dell’autostima, da catalizzatore nelle cure dei disturbi emotivi e come base affettiva sicura in situazioni di disagio sociale o relazionale, inoltre può aiutare nella cura di disturbi psico-fisici se impiegato in attività di dog-agility assieme all’utente.
Gatti, i principali benefici ottenibili dalla compagnia e dal contatto fisico con un gatto riguardano la sfera dei disturbi strss-correlati, disturbi depressivi, sindrome ansiogena e problematiche comunicativo-relazionali. A differenza del cane, la difficoltà del gatto a fidarsi ed affidarsi all’essere umano stimola la costanza nei rapporti, l’autocontrollo (raramente la specAsini, l’onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell’asino, quali la piacevolezza al tatto, la taglia ridotta, la pazienza, la lentezza dei movimenti, che tendono alla ripetizione monotona, per creare un tipo di relazione rassicurante e progressiva, motivo per cui viene destinata principalmente a persone con disturbi psichiatrici o comportamentali e disabili motori, ma non mancano i risvolti più specificamente educativi (come in genere per qualunque progetto che implichi la presa in cura di un essere vivente) per cui l’asino può essere agevolmente impiegato in attività ricreative (passeggiate) o inserito in progetti educativi, anche di gruppo.
A seconda delle problematiche interessate e delle possibilità (di spazi e tempi, nonché di personale atto a dirigere ed accompagnare nell’intervento) si può dunque scegliere tra una vasta gamma di progetti possibili, nell’ottica di una partecipazione attiva e consapevole, sia degli utenti che dei co-terapeuti! ie felina apprezza contatti invadenti), l’impegno prolungato per ottenere risultati tangibili. Il contatto con il pelo del gatto è piacevole e distensivo, agisce sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna, l’emissione delle fusa dona un immediato riscontro delle attenzioni rivolte all’animale, ma non è l’unico modo di interagire con esso, interventi di Pet Therapy con gatti possono essere sviluppati anche gestendo gruppi felini dei gattili, a cui somministrare cibo e cure e da cui ottenere, con il tempo, fiducia ed avvicinamento graduali.
Cavalli, l’ippoterapia (il movimento del cavallo viene utilizzato come strumento riabilitativo), o rieducazione equestre (intervento più attivo dell’utente, anche nella guida del cavallo) è forse il settore più noto all’interno della Pet Therapy, il cavallo è un animale dall’indubbio fascino, ed anche con esso la relazione che si può creare produce intense gratificazioni da ambo le parti; la rieducazione equestre (di cui l’ippoterapia è una branca) viene utilizzata soprattutto come aiuto nella cura di disturbi muscolari, neurologici, post-trauma e nelle disabilità con forte componente fisica, anche se, in virtù del rapporto instaurabile con il cavallo, si possono prevedere anche interventi per casi di disagio e disturbi emotivo-relazionali. Fare Pet therapy con i cavalli non significa necessariamente (o non solo) montarci sopra, l’intervento generalmente (se il caso lo consente) parte dall’acquisizione delle nozioni di base per la cura dell’animale, e prevede spazzolature, pulizia dei box e vicinanza con il cavallo al fine di raggiungere quella fiduccia di base che permetterà l’eventuale monta in sella.
Uccelli, principalmente pappagallini e canarini, in virtù della potenzialità a stimolare l’allegria e a migliorare l’umore, vengono impiegati in progetti rivolti ad anziani e per la riduzione dell’aggressività (ad esempio nelle carceri), anche in funzione delle cure ridotte di cui necessitano e della possibilità di alloggio anche in ambienti chiusi.
Delfini, anche per essi la funzione principale è quella di destare gioia ed allegria, soprattutto per soggetti in età evolutiva, possono essere inseriti in interventi destinati a persone con disturbi emotivi e relazionali, a persone con sindrome autistica, a persone con problemi nella sfera affettiva (il delfino è un mammifero estremamente evoluto, in gradi di riconoscere e interpretare il linguaggio del corpo e soddisfare i bisogni comunicativi anche quando problematici). Il grado di avvicinamento all’animale può variare dall’osservazione con interazione minima (ad esempio in interventi di gruppo) al contatto fisico (in questo caso è necessario saper nuotare).
Mammiferi di piccola taglia, perlopiù criceti, conigli e porcellini d’india, adatti a persone con problemi psicologici lievi, e in generale come facilitatori relazionali (come per gli uccelli, vengono impiegati negli interventi nelle carceri).
Pesci e tartarughe, impiegati nelle sindromi collegate allo stress, come calmanti in gradi di ridurre ansia e sintomi depressivi, in generale il loro accadimento facilita una presa in carico di responsabilità e riduce il senso di inadeguatezza.
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