Il-Trafiletto
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03/11/14

Polenta e osei

INGREDIENTI per 4 persone
PREPARAZIONE: elaborata
TEMPO: 1 ora e 1/2
CALORIE A PORZIONE: 960


* 12 uccellini (allodole, tordi...),
*350 g circa di farina gialla,
*750g di burro,
*12 foglie di salvia,
*sale

• Preparate, con la farina gialla, la polenta: fatela cuocere per almeno 50 minuti mescolando di continuo.
 • Spennate accuratamente gli uccelli e bruciacchiateli per togliere tutta la peluria; non puliteli all'interno, ma togliete le zampe e i becchi senza lavarli.
• Disponete gli ucelletti in un tegame rivoltando la testina verso il petto, sistemandoli uno di fianco all'altro; su ognuno mettete un ricciolo di burro e una foglia di salvia, infine salate.
• Mettete senza coperchio su fuoco moderatamente vivace e rivoltate di frequente affinché cuociano da tutte le parti senza bruciacchiarsi. Non aggiungete liquidi di nessun genere: se asciugassero troppo unite altro burro.
• Aggiungete, quando la cottura sarà a buon punto, il burro rimasto e cuocete ancora per 5 minuti.
• Rovesciate la polenta su di un largo piatto da portata e praticate al centro un incavo nel quale sistemerete gli uccellini irrorati con il loro sugo. Servite subito.
Variante: avvolgete gli uccellini in fette sottili di pancetta e infilateli su spiedini, alternando con un dado di lardo o di pancetta e salvia. Fate cuocere in forno a recipiente coperto.
Un consiglio per i vini da bere con la cacciagione:

Si consigliano vini piemontesi:
Per una gastronomia dai sapori decisi sono consigliabili vini rossi corposi, intensi, di qualità. Come i grandi vini piemontesi a Denominazione di  Origine Controllata selezionati fra i migliori dell'antica tradizione del Piemonte.
Grignolino del Monferrato Casalese D.O.C. Dal sapore asciutto, gradevolmente amarognolo, appena acidulo. Si adatta anche a bagnacauda, bolliti, arrosti, grigliate .. Ha grado alcolico 12% e si beve a una temperatura di 12-14°C, stappando la bottiglia mezz'ora prima del consumo.
Dolcetto di Ovada D.O.C. Ha sapore asciutto, leggermente mandorlato. ed è ottimo anche con antipasti caldi, brasati, arrosti, carni rosse in genere. Ha una gradazione alcolica del 12%, si beve a una temperatura di 14-16°C, e la bottiglia va stappata mezzora prima del consumo.
Barbera d'Asti D.O.C. Uno dei più antichi vini piemontesi, dal sapore asciutto, caldo, corposo. Invecchiato in fusti di rovere, ha una gradazione del 12,5% ed è indicato anche per le carni rosse, brasati, bolliti, arrosti. Si beve a una temperatura si 12-14°C, stappando la bottiglia almeno un'ora prima del consumo.

15/09/14

Gli sciami. I primi tentativi per capire il loro modo comportamentale

I primi tentativi informatizzati di chiarire questi meccanismi sociali risalgono al 1986, quando l'esperto di grafica Craig Reynolds, allora impiegato presso Symbolics Ine negli USA, sviluppò un modello computerizzato di stormi di uccelli. 


Le creature che lo popolavano, chiamate boid, un riferimento scherzoso alla pronuncia di bird con il tipico accento newyorkese, venivano fatte muovere in base a tre semplici regole: ogni boid doveva evitare di avvicinarsi troppo ai suoi simili; doveva seguire la rotta media del resto dello stormo; doveva tendere ad assumere la stessa posizione dei compagni.

Reynolds scoprì che il comportamento collettivo dei suoi boid era notevolmente simile a quello degli stormi di uccelli in natura. Una versione adattata di questo modello venne addirittura utilizzata per animare le colonie di pipistrelli e di pinguini del film del 1992 Batman - il ritorno. In natura, però, ogni specie coordina i propri sciami in maniera diversa, e ha motivazioni specifiche per la vita di comunità. Le sottigliezze comportamentali delle colonie sono tuttora oggetto di approfondite ricerche e spesso, le intuizioni più brillanti giungono da persone che, come Reynolds, sono a proprio agio non soltanto nel mondo naturale, ma anche in quello dell'ingegneria e dei software informatici. Kevin Passino, professore di Ingegneria Elettrica e Informatica presso la Ohio State University, è un ottimo esempio: ha lavorato con un altro ingegnere dell'Ohio, Kevin Schultz, e con il neuroscienziato della Cornell Tom Seeley, per registrare un video ad alta definizione di uno sciame di api (impresa complessa, visto che la rotta di questi insetti è fortemente imprevedibile).
Il comportamento
degli sciami

Per riuscirci, hanno trasportato una colonia di api ad Appledore, al largo del Maine, un'isola praticamente priva di vegetazione ad alto fusto idonea all'insediamento degli sciami. Le api sono poi state fatte sciamare da un supporto verso una comoda scatola di nidificazione. Analizzando oltre 3.500 immagini, gli scienziati hanno ricostruito il movimento di numerosi individui. Era già noto che le api esploratrici, che perlustrano lo spazio circostante alla ricerca di siti dove nidificare, eseguono una speciale danza per segnalare la meta preferita, ma non si sapeva come il resto della colonia venisse poi attirato verso tale luogo. "Abbiamo scoperto che le esploratrici volano veloci e le altre api le inseguono, spostandosi così nella direzione giusta", spiega Passino.

Attualmente, lo studioso si sta occupando di come le api si procurino il nettare, un comportamento che, in futuro, potrebbe essere replicato in alt tipi di colonie, quali le flotte di velivoli autonomi. Pare che gli sciami assegnino il numero ottimale di individui ad aree diverse, per massimizzare i risultati. Sostituendo alle api una flotta di droni al nettare eventuali escursionisti smarriti, i vantaggi derivanti dall'imitazione del comportamento degli insetti appaiono evidenti. "Utilizzando l'algoritmo applicato dalle api per procacciarsi il cibo, si elabora una strategia estremamente efficace per destinare i velivoli alle aree di ricerca più promettenti", dice Passino. Da tempo, l'intelligenza militare si occupa di sciami robot, ma molti di essi sono programmati per ricevere comandi da un'unità centrale. Per simulare il comportamento naturale, ogni drone deve ricevere istruzioni indipendenti dai propri "vicini", e adottare l'algoritmo istintivamente utilizzato dalle api per reperire risorse alimentari. Passino ritiene che per fare simili progressi occorreranno 10 anni.

In termini di intelligenza di sciame, tuttavia, pare che le forme di vita più microscopiche, i batteri, siano avvantaggiate. Anche se può sembrare curioso, anch'essi, infatti, sciamano: si alleano a scopo protettivo o formano "corsie" di traffico. "Alcuni batteri si comportano da esploratori, e si muovono di più", dice Eshel Ben-Jacob della Facoltà di Fisica e Astronomia dell'Università di Tel Aviv, Israele. "Altri, invece, da edificatori. Spostandosi, alcuni esploratori si trasformando in edificatori per tracciare i confini di una pista, poi seguita dai microbi successivi". Sembrerebbe un comportamento affine a quello delle formiche, che marcano le loro traiettorie con feromoni, ma i batteri sono ancora più intelligenti: i messaggi feromonici degli imenotteri non possono essere modificati dopo il passaggio degli insetti, a differenza dei messaggi batterici.

Oltre a secernere sostanze chimiche per lasciare una traccia, i microbi disseminano la rotta di batteri vivi che formano pareti di confine e agiscono da "sentinelle": se rilevano un problema, inviano segnali chimici ai vicini. L'intelligenza di sciame batterica sta suscitando interesse da parte di interlocutori insospettabili: Google ha di recente invitato Ben-Jacob a discutere di possibili adattamenti della comunicazione batterica ai social network, dove le barriere linguistiche spesso rappresentano un ostacolo. "Una colonia batterica è formata da tante cellule diverse, ciascuna con tecniche comunicative distinte", dice Ben-Jacob.

"Potrebbe essere paragonata a una comunità umana in cui coesistono più dialetti. Perché la comunicazione abbia successo in tale contesto, ogni individuo è dotato della cosiddetta "plasticità linguistica", l'abilità di comprendere linguaggi diversi. I batteri non disporranno di una grammatica sofisticata, ma la loro plasticità linguistica è considerevole". L'impatto più significativo, tuttavia, è forse quello in campo medico. "I tumori adottano lo stesso meccanismo di base dei batteri per distribuirsi in un organismo. Addirittura, utilizzano le stesse molecole per trasmettere informazioni: una volta compreso il principio di questa comunicazione, sarà possibile sabotarlo".


20/07/14

Gli stormi | Perchè proprio al tramonto?

Stormo al tramonto
Perché gli stormi formano stormi al tramonto? Per trovare protezione nel numero e per mantenersi al caldo e al sicuro quando si appollaiano per la notte.

Queste enormi nuvole scure di stormi sono conosciute in inglese con il termine murmuration e si formano la sera quando gli uccelli ritornano dai viaggi di foraggiamento, lunghi anche 32 chilometri. Le murmuration autunnali iniziano verso novembre, ma gli stormi diventano sempre più grandi man mano che gli uccelli migratori arrivano per l'inverno dall'Europa continentale. Secondo alcune fonti oggi in Italia svernerebbero più di un milione di coppie. Volando in stormi cosi numerosi , questi uccelli sono più al sicuro da sparvieri e falchi pellegrini che cercano di selezionare un pasto tra la moltitudine in rapido movimento.

Ciascuno stormo cerca di volare il più vicino possibile ai suoi vicini e di evitare di trovarsi all'esterno del gruppo. Questo semplice comportamento è sufficiente a creare gli spettacolari disegni che osserviamo nel cielo.(science)


28/01/14

E se fosse possibile riportare in vita i dinosauri?

Ho ancora "I quindici, i libri del come e del perchè", la mia prima enciclopedia di bambina. Ogni libro era dedicato ad un argomento specifico. Il mio libro preferito era il libro sugli animali, in cui vi era una parte dedicata ai dinosauri. Ne rimasi letteralmente affascinata, avrei voluto tornare indietro nel tempo per vederli dal vivo questi rettili giganti nel loro mondo preistorico:il Tirannosauro, il Triceratopo, il Dimetrodonte... E non possiamo dunque non ricordare alcuni film dedicati, che naturalmente non mi sono persa: Jurassik Park, in cui si traduceva in realtà  il sogno di un miliardario: riportare in vita i dinosauri.
T-Rex

Cosa pensereste se gli scienziati riuscissero davvero a riportarli in vita? Sembra che non sia poi così difficile,  ma come? Riportarli in vita sembrerebbe essere più facile di quanto si possa pensare perché bisognerebbe solo prendere il dna degli uccelli che sono i diretti discendenti dei dinosauri. Pare che nel dna degli uccelli  potrebbe essere presente anche quello di alcune antiche creature come i dinosauri appunto. Sarebbe un risultato incredibile e ci sarebbe da discutere sull'etica di questa ricerca.  Non so sinceramente cosa proverei a vedermi davanti un T-Rex. Pare che questa nuova scoperta abbia fatto molto scalpore in tutto il mondo, in verità riportare alla vita i dinosauri non sarà così semplice. Noi non possiamo far altro che aspettare ulteriori sviluppi.

21/10/13

La Pet Therapy: a cosa serve e come si sviluppa



Per chi convive quotidianamente con un pet  le occasioni di riconoscimento dei benefici, sulla salute psicofisica e sul benessere in generale, sono molteplici e differenziati. Relazionarsi con un cane, un gatto, o qualunque altro essere animale con cui si possa stringere un legame affettivo comporta una serie di effetti positivi, che coinvolgono la sfera emotivo-relazionale e quella fisica.
Dal piacere del contatto fisico con l’animale, allo stimolo ad una vita più sana, con momenti di svago e passeggiate all’aria aperta, la compagnia di un animale riduce il senso di solitudine, soprattutto per le persone anziane, prendersi cura di un altro essere vivente incoraggia il senso di responsabilità e aiuta la condivisione, per bambini ed adolescenti, fino ad arrivare all’attenuazione dei sintomi depressivi od ansiogeni ed alla regolazione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.
Le prime documentazioni a tal proposito risalgono alla fine del 1700, quando in Inghilterra alcuni pazienti con disturbi mentali furono incoraggiati a prendersi cura di animali domestici, seguirono poi sperimentazioni simili in Germania e Francia, fino ad arrivare alla metà del secolo scorso quando lo psichiatra infantile Boris Levinson scoprì che quando nel suo studio era presente il suo cane, i bambini con disturbi psichici da lui seguiti erano fortemente attratti dall’animale, agivano in maniera più spontanea e si relazionavano più facilmente con il terapeuta. Il cane svolgeva una funzione mediatrice agevolando gli scambi comunicativi e creando un setting facilitato in cui i bambini si sentivano maggiormente a proprio agio e potevano manifestare liberamente le proprie emozioni e sensazioni.
Successivamente Levinson descrive la propria esperienza nel libro “The dog as Co-Therapist”, elevando ufficialmente il ruolo dell’animale nelle cure psicologiche a co-terapeuta e conia il termine Pet Therapy per definire le terapie basate sui benefici della relazione uomo-animale.
La “terapia per mezzo dell’animale” è impostata dunque sul rapporto che si instaura, singolarmente o in un lavoro di gruppo, con l’animale impiegato, ed affianca le terapie in atto coadiuvando e rafforzando gli effetti ottenibili, e si differenzia in:
A.A.A: Attività Assistite con Animali, che prevedono interventi educativo-ricreativi e di supporto psico-relazionale con varie tipologie di utenti, non hanno valenza prettamente terapeutica e di conseguenza non necessitano di prescrizione medica e sono meno vincolate, nei tempi e nelle modalità, delle attività a scopo terapeutico.
T.A.A: Terapie Assistite con Animali, sono basate su interventi che affiancano le terapie tradizionali già in uso, vengono progettate da un’équipe multidisciplinare e prevedono obiettivi specifici e monitoraggio dell’efficacia.
In entrambe le aree lo scopo di base è un miglioramento delle condizioni di vita e del benessere psico-fisico della persona, che, nel caso delle T.A.A. si declina nella cura dei disturbi fisico-motori, psichici, cognitivi ed emotivo-relazionali specificamente riguardo l’utente o gli utenti fruitori del progetto.
L’utenza a cui può venire indirizzata la terapia con animali è varia, possono beneficiare di interventi di Pet Therapy soggetti in età evolutiva con problematiche di handicap psico-fisico o disturbi comportamentali, bambini o adolescenti in situazione di disagio socio-familiare, adulti con sindromi depressive o ansiogene, persone che presentano difficoltà comunicative di vario genere, anziani in situazione di solitudine o demotivazione.
La Pet Therapy è sconsigliata nei casi di zoofobie, ipocondria o immunodepressione (per la possibilità, reale o presunta, che l’animale sia veicolo di malattie), allergie specifiche, psicosi maniacali o malattie mentali gravi in cui può essere a rischio l’incolumità dell’animale.
Partendo dunque dal presupposto che ogni intervento debba venire attentamente valutato, sia in considerazione del disturbo o difficoltà presentato, sia dell’utenza a cui ci si rivolge e sia del tipo di animale da scegliere, e che debba essere garantito il rispetto dell’individualità dei soggetti partecipanti (umani ed animali), i pets utilizzabili come co-terapeuti possono essere:
Cani, di cui alcune razze vengono ormai considerate “da Pet Therapy” per eccellenza (Golden e Labrador Retriever soprattutto, in considerazione della loro docilità e socievolezza), amici dell’uomo per definizione, coinvolti in interventi con anziani ospiti di case di riposo, disabili, persone con sindrome autistica, bambini con difficoltà comportamentali, singolarmente o in gruppo; con il cane si instaura un rapporto di profonda complicità ed affetto, in cui imparare le regole di base per una relazione gratificante, la tendenza genetica della specie canina ad assoggettarsi e seguire un capobranco fa sì che, se ben impostato, l’intervento di Pet Therapy con il cane funga da rafforzatore dell’autostima, da catalizzatore nelle cure dei disturbi emotivi e come base affettiva sicura in situazioni di disagio sociale o relazionale, inoltre può aiutare nella cura di disturbi psico-fisici se impiegato in attività di dog-agility assieme all’utente.
Gatti, i principali benefici ottenibili dalla compagnia e dal contatto fisico con un gatto riguardano la sfera dei disturbi strss-correlati, disturbi depressivi, sindrome ansiogena e problematiche comunicativo-relazionali. A differenza del cane, la difficoltà del gatto a fidarsi ed affidarsi all’essere umano stimola la costanza nei rapporti, l’autocontrollo (raramente la specAsini, l’onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell’asino, quali la piacevolezza al tatto, la taglia ridotta, la pazienza, la lentezza dei movimenti, che tendono alla ripetizione monotona, per creare un tipo di relazione rassicurante e progressiva, motivo per cui viene destinata principalmente a persone con disturbi psichiatrici o comportamentali e disabili motori, ma non mancano i risvolti più specificamente educativi (come in genere per qualunque progetto che implichi la presa in cura di un essere vivente) per cui l’asino può essere agevolmente impiegato in attività ricreative (passeggiate) o inserito in progetti educativi, anche di gruppo.
A seconda delle problematiche interessate e delle possibilità (di spazi e tempi, nonché di personale atto a dirigere ed accompagnare nell’intervento) si può dunque scegliere tra una vasta gamma di progetti possibili, nell’ottica di una partecipazione attiva e consapevole, sia degli utenti che dei co-terapeuti! ie felina apprezza contatti invadenti), l’impegno prolungato per ottenere risultati tangibili. Il contatto con il pelo del gatto è piacevole e distensivo, agisce sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna, l’emissione delle fusa dona un immediato riscontro delle attenzioni rivolte all’animale, ma non è l’unico modo di interagire con esso, interventi di Pet Therapy con gatti possono essere sviluppati anche gestendo gruppi felini dei gattili, a cui somministrare cibo e cure e da cui ottenere, con il tempo, fiducia ed avvicinamento graduali.
Cavalli, l’ippoterapia (il movimento del cavallo viene utilizzato come strumento riabilitativo), o rieducazione equestre (intervento più attivo dell’utente, anche nella guida del cavallo) è forse il settore più noto all’interno della Pet Therapy, il cavallo è un animale dall’indubbio fascino, ed anche con esso la relazione che si può creare produce intense gratificazioni da ambo le parti; la rieducazione equestre (di cui l’ippoterapia è una branca) viene utilizzata soprattutto come aiuto nella cura di disturbi muscolari, neurologici, post-trauma e nelle disabilità con forte componente fisica, anche se, in virtù del rapporto instaurabile con il cavallo, si possono prevedere anche interventi per casi di disagio e disturbi emotivo-relazionali. Fare Pet therapy con i cavalli non significa necessariamente (o non solo) montarci sopra, l’intervento generalmente (se il caso lo consente) parte dall’acquisizione delle nozioni di base per la cura dell’animale, e prevede spazzolature, pulizia dei box e vicinanza con il cavallo al fine di raggiungere quella fiduccia di base che permetterà l’eventuale monta in sella.
Uccelli, principalmente pappagallini e canarini, in virtù della potenzialità a stimolare l’allegria e a migliorare l’umore, vengono impiegati in progetti rivolti ad anziani e per la riduzione dell’aggressività (ad esempio nelle carceri), anche in funzione delle cure ridotte di cui necessitano e della possibilità di alloggio anche in ambienti chiusi.
Delfini, anche per essi la funzione principale è quella di destare gioia ed allegria, soprattutto per soggetti in età evolutiva, possono essere inseriti in interventi destinati a persone con disturbi emotivi e relazionali, a persone con sindrome autistica, a persone con problemi nella sfera affettiva (il delfino è un mammifero estremamente evoluto, in gradi di riconoscere e interpretare il linguaggio del corpo e soddisfare i bisogni comunicativi anche quando problematici). Il grado di avvicinamento all’animale può variare dall’osservazione con interazione minima (ad esempio in interventi di gruppo) al contatto fisico (in questo caso è necessario saper nuotare).
Mammiferi di piccola taglia, perlopiù criceti, conigli e porcellini d’india, adatti a persone con problemi psicologici lievi, e in generale come facilitatori relazionali (come per gli uccelli, vengono impiegati negli interventi nelle carceri).
Pesci e tartarughe, impiegati nelle sindromi collegate allo stress, come calmanti in gradi di ridurre ansia e sintomi depressivi, in generale il loro accadimento facilita una presa in carico di responsabilità e riduce il senso di inadeguatezza.
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