Il-Trafiletto
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24/09/14

La BMW si presenterà con il 4 cilindri berlina e Touring al Salone di Parigi

Il tanto atteso evento parigino dell'auto (4-19 ottobre), sta per arrivare, e la BMW si prepara ad esordire presentando per la prima volta i nuovi motori 4 cilindri diesel che verranno utilizzati dalla Serie 5 per le versioni, berlina e Touring, 518d e 520d, le più ricercate nel mercato Italiano dall'utenza business.


Cosa c'è di nuovo. 
Le modifiche apportate riguardano particolarmente la sovralimentazione con cuscinetti innovativi a rotolamento, ed un particolare sistema che si occuperà della gestione dei gas di scarico rendendola più funzionale: gli scambiatori di calore per il flusso dei gas di scarico appaiono essere più ristretti, dotati di un sistema di raffreddamento ottimizzato, oltre la nuova valvola bypass a depressione capace  di fare dirigere una maggiore quantità di gas di scarico non potuti raffreddare durante la fase di riscaldamento del motore. Le modifiche riguardano anche il sistema d’iniezione diretta common-rail con nuovi iniettori elettromagnetici: maggiore precisione nel dosaggio del carburante e aumento della pressione d’iniezione fino a 2.000 bar. Nuove anche le pompe dell’olio: regolate in funzione della mappatura del propulsore, consentono una regolazione continua del volume dell’olio riducendo il carico energetico del motore. 
Le nuove BMW 4 cilindri
berlina e Touring 518d-520d

Maggiore potenza, meno consumi. 
Sono 7 i cavalli in più nei nuovi motori di 2 litri (1.995 cc), rispetto alla generazione precedente. L’aumento non incide in un maggiore consumo di carburante, tutt'altro, in base a quanto afferma la Casa automobilistica tedesca, sono stati ridotti di circa 0,4 litri ogni 100 km con un taglio anche per le emissioni di 10 grammi ogni km.

Le prestazioni. 
La nuova 518d, sia berlina che Touring, possiede una spinta di ben 150 cavalli con una coppia massima di 360 Nm tra 1.750 e 2.500 giri. Per quel che concerne i consumi i valori si attestano sono di 23,2 km/litro con fuoriuscita di CO2 di 114 grammi per km (addirittura con la Touring si sale a 21,3 km/litro e 112 grammi per km di CO2). La nuova 520d ha una potenza di 190 cavalli, una coppia di 400 Nm tra 1.750 e 2.500 giri. I consumi nel ciclo di omologazione sono gli stessi della 518d. I valori, per entrambe le versioni, scendono se abbinati al cambio automatico Steptronic a 8 rapporti (ottimizzato nel rendimento): con la berlina si percorrono 24,4 km/litro con emissioni di CO2 di 109 grammi per km. Sia per la 518d che per la 520d, l’accelerazione da 0 a 100 km/h è stata ridotta di 0,2 secondi.

I prezzi. 
Per quel concerne la nuova Bmw 518d berlina in versione Business equipaggiata con il cambio automatico, si parte da 48.750 €, 51.250 € per la versione Touring. La 520d berlina, parliamo sempre di versione Business con cambio automatico, si parte da 51.250 € che diventano 53.750 € nel caso della Touring.


18/01/14

La Reanult Megane si rifà il look!

La “mediad’oltre alpe si rifà il look! Alla Renault è tempo di facelift anche per la Mégane. è giunto il momento adeguarsi alle necessità imposte da un mercato sempre in movimento. Imperativo dunque aggiornare l’estetica, mantenendo comunque sia inalterata la fisionomia. Da quello che abbiamo modo di vedere, pare che l’obbiettivo sia stato centrato da parte dei designer francesi, che hanno agito nei punti (logicamente) chiave.

Il lato A è stato oggetto di tutta una serie di ritocchi tali, al punto da riconfigurare i gruppi ottici, mutando così l’aspetto frontale. Niente di estremamente radicale, anzi, il tutto è rivolto ad adeguare una vettura divenuta ormai un baluardo della qualità Renault.
E dunque nuova fanaleria, nuova calandra, nuove prese d'aria, ma più di tutto, nuovi parafanghi e nuovo cofano motore. Un cambiamento che avanza sempre più incline al futuro della "Losanga", che mette in primo piano proprio il logo della casa della Régie. Il rinnovato assetto estetico ha introdotto tutta una serie di novità pure sul piano tecnico. Novità che si traducono nell'innesto in gamma della motorizzazione benzina 1.2 Tce da 130 cavalli, che andrà ad affiancare la variante da 115 cv.

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Renault Megane
La versione più potente del compatto "milledue" sovralimentato, potrà essere equipaggiata anche il cambio doppia frizione Edc. Soluzione sino a questo momento esclusiva del modello turbodiesel 1.5 dCi da 110 cv. Ma il restyling della media francese, segna l'uscita dal nostro mercato della Renault Mégane coupé-cabriolet.
Tutti i modelli di famiglia, berlina (definizione attribuita alla cinque porte), Sportour (la station wagon) e Coupé, conservano le dinamiche di bordo usuali.

Un'impostazione che guadagna le "tematiche" multimediali offerte dal sistema R-Link. Un dispositivo, parte della lista degli optional, che mette a disposizione una ricca serie di applicazioni correlate. Il resto è pressoché rimasto invariato. Definito ancora una volta da quella scomoda e obsoleta leva dietro al volante, con cui si regola tutta la sezione audio. Allo stesso modo non ci sono stati passi evolutivi nella gestione del controllo della velocità di crociera, diviso tra tasti sul volante e bottoni sul tunnel centrale. Almeno la Renault Mégane non latita in termini di spazio e di comfort. E su strada si manifesta per ciò che è.

Una vettura per la vita quotidiana, adatta sia alla famiglia sia a chi preferisce stare solo. Il 1.5 dCi da 110 cv si conferma ancora una volta il motore di rifermento tra i turbodiesel compatti. Elastico, fruibile sin dai bassi regimi, è una garanzia in termini di consumi e costi di gestione. Il dato dichiarato relativo al modello "berlina" parla di 3,5 l/100 km nel ciclo combinato, a fronte di emissioni di CO2 pari a 90 g/km.
L'animo sportivo è custodito invece dalla più performante della famiglia Mégane, ossia il modello Coupé R.S.. Ora beneficia di equipaggiamenti derivati da quelli introdotti con la serie speciale Mégane R.S. Red Bull Racing RB8. Il lancio commerciale sarà a partire dal prossimo 25 gennaio. Tre gli allestimenti, Wave, Gt Style ed Energy Gt Line.

Quest'ultimo porta in dote molle e ammortizzatori più rigidi. A cui poi si aggiunge quello specifico di R.S. La dotazione di serie è di per se ricca e completa e la differenza tra una versione e l'altra si palesa in 1.000 euro tondi tondi. Quando il passaggio da berlina a Sportour si chiude a 800 euro. La Coupé fa vita a se stante, mentre l'accessibilità alle differenti motorizzazioni varia in funzione del modello e dell'allestimento. Motorizzazioni che, esclusa la novità del 1.2 Tce da 130 cv, ricalcano la disponibilità dell'edizione passata. La berlina parte da quota 19.300€, invece la coupé da 19.150€.

29/12/13

Laghat, il destriero cieco pluricampione

 La disabilità non è un ostacolo, anzi, acuisce i sensi e mette in moto la volontà, la grinta, il coraggio, e non solo nelle persone, ma anche negli animali. Io che sono un'appassionata di cavalli non potevo non soffermarmi sulla storia di Laghat, un cavallo da corsa purosangue cieco, che ha vinto e stravinto nonostante la sua cecità.
Laghat

Laghat è un giovanottone di nove anni, vive in Toscana, in una capanna a San Rossore. E’ proprio lì che si ritrova a preparare le gare alle quali partecipa: negli ultimi cinque anni è riuscito a vincere ben 19 volte. Sia i media che i cittadini sono rimasti stupiti da questa sua straordinaria qualità, che fa sembrare a tutti che sia veramente facile per lui vincere le competizioni. E’ cieco, ma questo non gli impedisce di muoversi negli spazi con maestria, evitando di impattare sugli altri cavalli nonostante si trovi in mezzo al gruppo. Il suo proprietario si chiama Federico De Paola: e non può che essere davvero orgoglioso del suo cavallo. Lo stesso fantino ha confermato di essersi trovato sempre bene con lui, di non aver mai riscontrato alcun problema e anche nelle corse più affollate, con sedici o diciotto partenti,  riesce a rispondere ai comandi anche nelle situazioni più difficili. Un esempio per tutti gli altri, e un esempio anche per noi.

21/10/13

La Pet Therapy: a cosa serve e come si sviluppa



Per chi convive quotidianamente con un pet  le occasioni di riconoscimento dei benefici, sulla salute psicofisica e sul benessere in generale, sono molteplici e differenziati. Relazionarsi con un cane, un gatto, o qualunque altro essere animale con cui si possa stringere un legame affettivo comporta una serie di effetti positivi, che coinvolgono la sfera emotivo-relazionale e quella fisica.
Dal piacere del contatto fisico con l’animale, allo stimolo ad una vita più sana, con momenti di svago e passeggiate all’aria aperta, la compagnia di un animale riduce il senso di solitudine, soprattutto per le persone anziane, prendersi cura di un altro essere vivente incoraggia il senso di responsabilità e aiuta la condivisione, per bambini ed adolescenti, fino ad arrivare all’attenuazione dei sintomi depressivi od ansiogeni ed alla regolazione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca.
Le prime documentazioni a tal proposito risalgono alla fine del 1700, quando in Inghilterra alcuni pazienti con disturbi mentali furono incoraggiati a prendersi cura di animali domestici, seguirono poi sperimentazioni simili in Germania e Francia, fino ad arrivare alla metà del secolo scorso quando lo psichiatra infantile Boris Levinson scoprì che quando nel suo studio era presente il suo cane, i bambini con disturbi psichici da lui seguiti erano fortemente attratti dall’animale, agivano in maniera più spontanea e si relazionavano più facilmente con il terapeuta. Il cane svolgeva una funzione mediatrice agevolando gli scambi comunicativi e creando un setting facilitato in cui i bambini si sentivano maggiormente a proprio agio e potevano manifestare liberamente le proprie emozioni e sensazioni.
Successivamente Levinson descrive la propria esperienza nel libro “The dog as Co-Therapist”, elevando ufficialmente il ruolo dell’animale nelle cure psicologiche a co-terapeuta e conia il termine Pet Therapy per definire le terapie basate sui benefici della relazione uomo-animale.
La “terapia per mezzo dell’animale” è impostata dunque sul rapporto che si instaura, singolarmente o in un lavoro di gruppo, con l’animale impiegato, ed affianca le terapie in atto coadiuvando e rafforzando gli effetti ottenibili, e si differenzia in:
A.A.A: Attività Assistite con Animali, che prevedono interventi educativo-ricreativi e di supporto psico-relazionale con varie tipologie di utenti, non hanno valenza prettamente terapeutica e di conseguenza non necessitano di prescrizione medica e sono meno vincolate, nei tempi e nelle modalità, delle attività a scopo terapeutico.
T.A.A: Terapie Assistite con Animali, sono basate su interventi che affiancano le terapie tradizionali già in uso, vengono progettate da un’équipe multidisciplinare e prevedono obiettivi specifici e monitoraggio dell’efficacia.
In entrambe le aree lo scopo di base è un miglioramento delle condizioni di vita e del benessere psico-fisico della persona, che, nel caso delle T.A.A. si declina nella cura dei disturbi fisico-motori, psichici, cognitivi ed emotivo-relazionali specificamente riguardo l’utente o gli utenti fruitori del progetto.
L’utenza a cui può venire indirizzata la terapia con animali è varia, possono beneficiare di interventi di Pet Therapy soggetti in età evolutiva con problematiche di handicap psico-fisico o disturbi comportamentali, bambini o adolescenti in situazione di disagio socio-familiare, adulti con sindromi depressive o ansiogene, persone che presentano difficoltà comunicative di vario genere, anziani in situazione di solitudine o demotivazione.
La Pet Therapy è sconsigliata nei casi di zoofobie, ipocondria o immunodepressione (per la possibilità, reale o presunta, che l’animale sia veicolo di malattie), allergie specifiche, psicosi maniacali o malattie mentali gravi in cui può essere a rischio l’incolumità dell’animale.
Partendo dunque dal presupposto che ogni intervento debba venire attentamente valutato, sia in considerazione del disturbo o difficoltà presentato, sia dell’utenza a cui ci si rivolge e sia del tipo di animale da scegliere, e che debba essere garantito il rispetto dell’individualità dei soggetti partecipanti (umani ed animali), i pets utilizzabili come co-terapeuti possono essere:
Cani, di cui alcune razze vengono ormai considerate “da Pet Therapy” per eccellenza (Golden e Labrador Retriever soprattutto, in considerazione della loro docilità e socievolezza), amici dell’uomo per definizione, coinvolti in interventi con anziani ospiti di case di riposo, disabili, persone con sindrome autistica, bambini con difficoltà comportamentali, singolarmente o in gruppo; con il cane si instaura un rapporto di profonda complicità ed affetto, in cui imparare le regole di base per una relazione gratificante, la tendenza genetica della specie canina ad assoggettarsi e seguire un capobranco fa sì che, se ben impostato, l’intervento di Pet Therapy con il cane funga da rafforzatore dell’autostima, da catalizzatore nelle cure dei disturbi emotivi e come base affettiva sicura in situazioni di disagio sociale o relazionale, inoltre può aiutare nella cura di disturbi psico-fisici se impiegato in attività di dog-agility assieme all’utente.
Gatti, i principali benefici ottenibili dalla compagnia e dal contatto fisico con un gatto riguardano la sfera dei disturbi strss-correlati, disturbi depressivi, sindrome ansiogena e problematiche comunicativo-relazionali. A differenza del cane, la difficoltà del gatto a fidarsi ed affidarsi all’essere umano stimola la costanza nei rapporti, l’autocontrollo (raramente la specAsini, l’onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell’asino, quali la piacevolezza al tatto, la taglia ridotta, la pazienza, la lentezza dei movimenti, che tendono alla ripetizione monotona, per creare un tipo di relazione rassicurante e progressiva, motivo per cui viene destinata principalmente a persone con disturbi psichiatrici o comportamentali e disabili motori, ma non mancano i risvolti più specificamente educativi (come in genere per qualunque progetto che implichi la presa in cura di un essere vivente) per cui l’asino può essere agevolmente impiegato in attività ricreative (passeggiate) o inserito in progetti educativi, anche di gruppo.
A seconda delle problematiche interessate e delle possibilità (di spazi e tempi, nonché di personale atto a dirigere ed accompagnare nell’intervento) si può dunque scegliere tra una vasta gamma di progetti possibili, nell’ottica di una partecipazione attiva e consapevole, sia degli utenti che dei co-terapeuti! ie felina apprezza contatti invadenti), l’impegno prolungato per ottenere risultati tangibili. Il contatto con il pelo del gatto è piacevole e distensivo, agisce sul battito cardiaco e sulla pressione sanguigna, l’emissione delle fusa dona un immediato riscontro delle attenzioni rivolte all’animale, ma non è l’unico modo di interagire con esso, interventi di Pet Therapy con gatti possono essere sviluppati anche gestendo gruppi felini dei gattili, a cui somministrare cibo e cure e da cui ottenere, con il tempo, fiducia ed avvicinamento graduali.
Cavalli, l’ippoterapia (il movimento del cavallo viene utilizzato come strumento riabilitativo), o rieducazione equestre (intervento più attivo dell’utente, anche nella guida del cavallo) è forse il settore più noto all’interno della Pet Therapy, il cavallo è un animale dall’indubbio fascino, ed anche con esso la relazione che si può creare produce intense gratificazioni da ambo le parti; la rieducazione equestre (di cui l’ippoterapia è una branca) viene utilizzata soprattutto come aiuto nella cura di disturbi muscolari, neurologici, post-trauma e nelle disabilità con forte componente fisica, anche se, in virtù del rapporto instaurabile con il cavallo, si possono prevedere anche interventi per casi di disagio e disturbi emotivo-relazionali. Fare Pet therapy con i cavalli non significa necessariamente (o non solo) montarci sopra, l’intervento generalmente (se il caso lo consente) parte dall’acquisizione delle nozioni di base per la cura dell’animale, e prevede spazzolature, pulizia dei box e vicinanza con il cavallo al fine di raggiungere quella fiduccia di base che permetterà l’eventuale monta in sella.
Uccelli, principalmente pappagallini e canarini, in virtù della potenzialità a stimolare l’allegria e a migliorare l’umore, vengono impiegati in progetti rivolti ad anziani e per la riduzione dell’aggressività (ad esempio nelle carceri), anche in funzione delle cure ridotte di cui necessitano e della possibilità di alloggio anche in ambienti chiusi.
Delfini, anche per essi la funzione principale è quella di destare gioia ed allegria, soprattutto per soggetti in età evolutiva, possono essere inseriti in interventi destinati a persone con disturbi emotivi e relazionali, a persone con sindrome autistica, a persone con problemi nella sfera affettiva (il delfino è un mammifero estremamente evoluto, in gradi di riconoscere e interpretare il linguaggio del corpo e soddisfare i bisogni comunicativi anche quando problematici). Il grado di avvicinamento all’animale può variare dall’osservazione con interazione minima (ad esempio in interventi di gruppo) al contatto fisico (in questo caso è necessario saper nuotare).
Mammiferi di piccola taglia, perlopiù criceti, conigli e porcellini d’india, adatti a persone con problemi psicologici lievi, e in generale come facilitatori relazionali (come per gli uccelli, vengono impiegati negli interventi nelle carceri).
Pesci e tartarughe, impiegati nelle sindromi collegate allo stress, come calmanti in gradi di ridurre ansia e sintomi depressivi, in generale il loro accadimento facilita una presa in carico di responsabilità e riduce il senso di inadeguatezza.
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