Il-Trafiletto
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21/03/18

Cosa perde la NASA senza un leader permanente

Fonte - The Verge - Un gruppo di rappresentanti sta sollecitando il Senato a confermare la scelta di Trump. 


Più di 60 rappresentanti della Camera stanno chiedendo al Senato di fare una mossa e confermare il candidato dell'amministrazione Trump per l'amministratore della NASA.



Il gruppo - che comprende per lo più repubblicani e una decina di democratici - ha inviato una lettera firmata alla maggioranza del Senato e ai leader delle minoranze, esortandoli a votare e ad accettare il candidato di Trump, il rappresentante Jim Bridenstine (R-OK).

Sostengono che senza un leader, sarà difficile supervisionare gli ambiziosi piani che il governo ha per la NASA.

La NASA è stata senza un amministratore permanente dal suo precedente leader, l'ex astronauta Charles Bolden, si è dimesso il giorno in cui Trump è entrato in carica più di un anno fa.

L'agenzia spaziale ha avuto un amministratore di recitazione - Robert Lightfoot - che ha svolto il ruolo nel frattempo, ma questo mese, ha annunciato i suoi piani per andare in pensione alla fine di aprile.

A meno che un amministratore permanente non sia confermato prima di allora, la NASA sarà costretta a fare affidamento su un altro leader temporaneo.

Fonte: The Verge

15/09/14

Gli sciami. I primi tentativi per capire il loro modo comportamentale

I primi tentativi informatizzati di chiarire questi meccanismi sociali risalgono al 1986, quando l'esperto di grafica Craig Reynolds, allora impiegato presso Symbolics Ine negli USA, sviluppò un modello computerizzato di stormi di uccelli. 


Le creature che lo popolavano, chiamate boid, un riferimento scherzoso alla pronuncia di bird con il tipico accento newyorkese, venivano fatte muovere in base a tre semplici regole: ogni boid doveva evitare di avvicinarsi troppo ai suoi simili; doveva seguire la rotta media del resto dello stormo; doveva tendere ad assumere la stessa posizione dei compagni.

Reynolds scoprì che il comportamento collettivo dei suoi boid era notevolmente simile a quello degli stormi di uccelli in natura. Una versione adattata di questo modello venne addirittura utilizzata per animare le colonie di pipistrelli e di pinguini del film del 1992 Batman - il ritorno. In natura, però, ogni specie coordina i propri sciami in maniera diversa, e ha motivazioni specifiche per la vita di comunità. Le sottigliezze comportamentali delle colonie sono tuttora oggetto di approfondite ricerche e spesso, le intuizioni più brillanti giungono da persone che, come Reynolds, sono a proprio agio non soltanto nel mondo naturale, ma anche in quello dell'ingegneria e dei software informatici. Kevin Passino, professore di Ingegneria Elettrica e Informatica presso la Ohio State University, è un ottimo esempio: ha lavorato con un altro ingegnere dell'Ohio, Kevin Schultz, e con il neuroscienziato della Cornell Tom Seeley, per registrare un video ad alta definizione di uno sciame di api (impresa complessa, visto che la rotta di questi insetti è fortemente imprevedibile).
Il comportamento
degli sciami

Per riuscirci, hanno trasportato una colonia di api ad Appledore, al largo del Maine, un'isola praticamente priva di vegetazione ad alto fusto idonea all'insediamento degli sciami. Le api sono poi state fatte sciamare da un supporto verso una comoda scatola di nidificazione. Analizzando oltre 3.500 immagini, gli scienziati hanno ricostruito il movimento di numerosi individui. Era già noto che le api esploratrici, che perlustrano lo spazio circostante alla ricerca di siti dove nidificare, eseguono una speciale danza per segnalare la meta preferita, ma non si sapeva come il resto della colonia venisse poi attirato verso tale luogo. "Abbiamo scoperto che le esploratrici volano veloci e le altre api le inseguono, spostandosi così nella direzione giusta", spiega Passino.

Attualmente, lo studioso si sta occupando di come le api si procurino il nettare, un comportamento che, in futuro, potrebbe essere replicato in alt tipi di colonie, quali le flotte di velivoli autonomi. Pare che gli sciami assegnino il numero ottimale di individui ad aree diverse, per massimizzare i risultati. Sostituendo alle api una flotta di droni al nettare eventuali escursionisti smarriti, i vantaggi derivanti dall'imitazione del comportamento degli insetti appaiono evidenti. "Utilizzando l'algoritmo applicato dalle api per procacciarsi il cibo, si elabora una strategia estremamente efficace per destinare i velivoli alle aree di ricerca più promettenti", dice Passino. Da tempo, l'intelligenza militare si occupa di sciami robot, ma molti di essi sono programmati per ricevere comandi da un'unità centrale. Per simulare il comportamento naturale, ogni drone deve ricevere istruzioni indipendenti dai propri "vicini", e adottare l'algoritmo istintivamente utilizzato dalle api per reperire risorse alimentari. Passino ritiene che per fare simili progressi occorreranno 10 anni.

In termini di intelligenza di sciame, tuttavia, pare che le forme di vita più microscopiche, i batteri, siano avvantaggiate. Anche se può sembrare curioso, anch'essi, infatti, sciamano: si alleano a scopo protettivo o formano "corsie" di traffico. "Alcuni batteri si comportano da esploratori, e si muovono di più", dice Eshel Ben-Jacob della Facoltà di Fisica e Astronomia dell'Università di Tel Aviv, Israele. "Altri, invece, da edificatori. Spostandosi, alcuni esploratori si trasformando in edificatori per tracciare i confini di una pista, poi seguita dai microbi successivi". Sembrerebbe un comportamento affine a quello delle formiche, che marcano le loro traiettorie con feromoni, ma i batteri sono ancora più intelligenti: i messaggi feromonici degli imenotteri non possono essere modificati dopo il passaggio degli insetti, a differenza dei messaggi batterici.

Oltre a secernere sostanze chimiche per lasciare una traccia, i microbi disseminano la rotta di batteri vivi che formano pareti di confine e agiscono da "sentinelle": se rilevano un problema, inviano segnali chimici ai vicini. L'intelligenza di sciame batterica sta suscitando interesse da parte di interlocutori insospettabili: Google ha di recente invitato Ben-Jacob a discutere di possibili adattamenti della comunicazione batterica ai social network, dove le barriere linguistiche spesso rappresentano un ostacolo. "Una colonia batterica è formata da tante cellule diverse, ciascuna con tecniche comunicative distinte", dice Ben-Jacob.

"Potrebbe essere paragonata a una comunità umana in cui coesistono più dialetti. Perché la comunicazione abbia successo in tale contesto, ogni individuo è dotato della cosiddetta "plasticità linguistica", l'abilità di comprendere linguaggi diversi. I batteri non disporranno di una grammatica sofisticata, ma la loro plasticità linguistica è considerevole". L'impatto più significativo, tuttavia, è forse quello in campo medico. "I tumori adottano lo stesso meccanismo di base dei batteri per distribuirsi in un organismo. Addirittura, utilizzano le stesse molecole per trasmettere informazioni: una volta compreso il principio di questa comunicazione, sarà possibile sabotarlo".


19/07/14

Sole | Ma quanto sei caldo? | Spazio, c'è ne ossigeno?

Quanto è caldo il Sole?
Come facciamo a sapere quanto è caldo il Sole? Il sole ha la rovente temperatura di 5500° C. 
Ci sono arsi modi per stimarla: in primo luogo possiamo misurare la quantità li radiazioni che colpiscono la Terra e utilizzare la distanza dal Sole e le sue dimensioni per calcolare quanto caldo deve essere perché possa produrre le radiazioni che ci raggiungono.

Inoltre, la luce del Sole ha un suo particolare spettro, la cui forma, così come la lunghezza d'onda alla quale concentra la maggior parte dell'energia emessa, ce ne rivela la temperatura. Il metodo più accurato si basa però sul fatto che gli elementi presenti nell'atmosfera solare assorbono le radiazioni: quali e quante ne sono assorbite dipende anche dalla temperatura n calore al centro del Sole, invece, può essere calcolato utilizzando le nostre conoscenze della fisica nucleare: lì la soffocante temperatura è di 15,7 milioni di gradi Celsius.

E' VERO CHE NON C'E' OSSIGENO NELLO SPAZIO?
C'è, eccome ossigeno nello Spazio. In prossimità del Sole, per esempio, ci sono circa 50 atomi di ossigeno in ogni metro cubo di Spazio. Anche se questa è una densità circa 100 miliardi di trilioni di volte inferiore a quella dell'ossigeno nell'atmosfera terrestre, è comunque un'abbondanza non trascurabile su scala cosmica. L'ossigeno è il terzo elemento più comune nell'Universo, ma rende conto di appena 1'1 per cento di tutta la materia. Al contrario, la Terra stessa è costituita per circa il 30 per cento di ossigeno, l'atmosfera per circa il 21 per cento e noi esseri umani per circa il 65 per cento. Allora, perché l'ossigeno è così tanto più abbondante sulla Terra che nello Spazio?

Perché quando il Sole si è formato, la sua radiazione ha spazzato via la maggior parte degli elementi più leggeri, come l'elio, arricchendo la Terra primitiva. La presenza della vita sul nostro Pianeta assicura inoltre un'abbondanza di ossigeno libero nell'atmosfera. Il 70 per cento dell'ossigeno nell'atmosfera terrestre è prodotto dalle alghe marine!(science)


04/07/14

Buchi neri nel tempo

Il progresso della nostra conoscenza di questi strani fenomeni.

Nel 1783 il grande scienziato britannico e pastore anglicano John Mitchell ipotizzò che alcune stelle possano essere cosi dense che la luce non può sfuggire alla loro attrazione gravitazionale. Non è l'idea fondamentale di che cos'è un buco nero? Si.

 Albert Einstein
Nel 1915 Albert Einstein mostra che la gravità è una deformazione dello spazio-tempo provocata dalla materia. In campo astronomico ciò significa che se la gravità è sufficientemente forte è possibile un buco nero e che qualcosa può collassare al punto che nulla, neppure la luce, ne può sfuggire.

 Maarten Schmdit 
L'astronomo Maarten Schmdit nel 1963 scopre che un oggetto lontano, una quasar, è una galassia che trae energia da un buco nero supermassiccio al suo centro.
John Wheeler
Nel 1967 il fisico John Wheeler conia il termine "buco nero", affermando che "lo spazio può essere appallottolato come un pezzo di carta fino fino a divenire un punto infinitesimale".

Stephen Hawking 
Siamo giunti nel 1974, quando il fisico britannico Stephen Hawking dichiara che un buco nero può emettere una forma di radiazione che porta in definitiva alla sua evaporazione.

Nube di gas G2
2013, la nube di gas G2 si avvicina troppo al buco nero supermassiccio al centro della nostra galassia, Sagittarius A: l'incontro permetterà osservazioni senza precedenti delle "abitudini alimentari dei buchi neri".(science)



12/05/14

Acchiappa asteroidi | Come funziona l'acchiappa asteroidi della NASA.

Sarà certamente capitato di avere difficoltà a far entrare tutta la spesa in una sola busta per portarla a casa. Quindi sarete in condizioni di comprendere quali problemi attendono la NASA che avrà la necessità di una sporta bella capiente per il suo recente acquisto: un asteroide!

L'agenzia sta infatti lavorando ad una missione che la vedrà impegnata a catturare un asteroide per poi rimorchiarlo fino verso la Terra, fino a parcheggiarlo nei pressi della Luna. Ma come si fa a catturare un blocco rotante di roccia e ghiaccio di 500 tonnellate?
Il progetto consiste nell'inviare una piccola sonda senza equipaggio alimentata a energia solare, perchè possa intercettare l'asteroide, dopo un viaggio di circa 4 anni.
Acchiappa asteroidi della NASA
(immagine dal web)

Una volta giunta disporrà attorno alla roccia spaziale un sacco gonfiabile resistentissimo, tenuto aperto da quattro o più bracci gonfiabili collegati da cerchi metallici. Dei cavi stringeranno il sacco attorno ad un anello solidale con la posizione e l'assetto dell'asteroide. Cosi il centro di massa della roccia spaziale sarà abbastanza vicino ai propulsori della sonda perchè li si possa usare per fermare la rotazione dell'asteroide.
La sonda parcheggerà successivamente il corpo celeste in un punto lagrangiano (una zona di spazio in cui la gravità di due masse si controbilanciano) tra la Terra e la Luna, perchè non vada alla deriva.

L'asteroide verrà studiato da astronauti arrivati con un veicolo spaziale Orion, che dovrebbe essere pronto per il lancio entro il 2021, per realizzare l'obiettivo del presidente Obama di far arrivare un uomo su un asteroide per il 2025. Il mezzo avrà un braccio robotico per potersi agganciare all'asteroide, dato che la roccia proveniente dallo Spazio sarà troppo piccola per atterrarvi. Il progetto permetterà anche di collaudare i metodi per deviare futuri asteroidi in rotta di collisione verso la Terra. (science)

27/04/14

Lo Spazio in Terra | Modelli in miniatura della Stazione Spaziale Internazionale

Neutral Buoyancy Laboratory
In una immensa piscina ospitata dal centro addestramento Sonny Carter della NASA a Houston, Texsas, si è portato una porzione di...Spazio in Terra!

Proprio cosi, all'interno della piscina sono stati realizzati  alcuni modellini in miniatura dei moduli della Stazione Spaziale Internazionale. Il serbatoio, collocato nel laboratorio di galleggiamento neutro (Neutral Buoyancy Laboratory, NBL) della struttura, è profondo 12 metri, lungo 62 metri e largo 31 metri, ed è dunque più esteso di una piscina olimpionica.

All'interno della vasca, gli astronauti imparano a "passeggiare" nello Spazio in condizioni simili a quelle di microgravità. "Aggiungiamo zavorra alle tute per riprodurre le condizioni di galleggiamento neutro", spiega Robert Durking, direttore dell'NBL.

"Alcuni effetti della gravità terrestre sono però percepibili: se indossando la tuta ci si mette a testa in giù, il sangue va comunque alla testa", dice Durkin. "Inoltre, quando si è nello Spazio, la deriva di un oggetto lasciato andare continua indefinitivamente, mentre nella piscina, a un certo punto l'oggetto si ferma, a causa della resistenza idrodinamica".

10/04/14

Oltre il camminare | Oltre a camminare per un robot c'è molto di più!

Oltre a camminare per un robot esiste ben altro! Dopo averli visti dunque camminare e barcamenarsi in terreni più o meno stabili e sconnessi, i robot possono andare ben oltre tutto ciò, in quanto si sa, con le gambe non si risce a fare tutto.

Per essere utile un robot ha la necessità di avere la padronanza anche delle braccia e delle mani. Decenni di robotica industriale ci hanno fornito moltissima esperienza su come controllare e manipolare gli oggetti con un braccio robotico. Adesso esistono anche mani robotiche molto realistiche, dotate di 5 dita, come quelle del robot SAR-401, un robot umanoide per la telepresenza, sviluppato in Russia, che quest'anno andrà con gli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale per assisterli nelle operazioni più pericolose nello spazio.
SAR-401

SAR-401 è capace di sollevare 10kg nella gravità terrestre dimostrandosi forte ed abile, potendolo telecomandare con un'apposito guanto. Qualunque movimento si compia con le mani, quelle di SAR-401 lo imiteranno! Ma nonostante tutta l'agilità, queste mani robotiche sono prive di sensori che permetterebbero agli astronauti di provare le stesse sensazioni delle dita artificiali.

Tuttavia, c'è sempre spazio per migliorare perfino la deambulazione, come spiega Raibert: "ci servono fonti di energia migliori, attuatori migliori e sistemi di controllo migliori. Tutte queste cose devono collaborare per consentire ai robot di percorrere distanze utili, portare carichi significativi e lavorare in ambienti complessi
Nel prossimo post proveremo a vedere come pensa un robot!

18/03/14

Le galassie spente | Quale mistero si cela dietro la loro scomparsa.

Le galassie spente | Quale mistero si cela dietro la loro scomparsa. Il tempo trascorre inesorabile nel suo interminabile continum, e nulla può esimersi dal terminare, nemmeno le galassie! Anche loro sono destinate a spengnersi.

Giunge per l'appunto una fase del loro evolversi in cui termina il processo di formazione di nuove stelle, e diventano di fatto inattive. Fin qui pare filare tutto nel rigore della migliore logica scientifica, se nonchè un aspetto di tale fenomeno lascia da che venne alla luce, perplessità e più di un dubbio gli astronomi!
Infatti le galassie cosi dette spente che possono essere osservate nel loro ormai remoto passato sembrano molto più piccole delle galassie spente dell’universo attuale.

Ma allora la domanda nasce spontanea: come possono continuare a crescere se la formazione stellare ha avuto fine? La risposta in realtà è più semplice di quanto non si creda, infatti giunge proprio da un team internazionale di astrofisici, ed è stata scoperta grazie alle prestazioni del telescopio spaziale Hubble di Esa e Nasa.
Lo studio che è stato pubblicato sulla rivista The Astrophysical Journal, pone enfasi sul fatto che fino ad oggi si considerava che le grandi galassie spente a noi vicine, quindi anche più attuali, fossero il risultato ultimo della crescita di quelle più piccole, osservabili nell'universo del passato.
Galassie spente

Ma dal momento che si tratta di galassie nelle quali non si sta più avendo formazioni di nuove stelle, la loro crescita era attribuita a processi di collisione e fusione con altre galassie spente più piccole, con una massa fra le cinque e le dieci volte inferiore. Tali processi di fusione comporterebbero altresi la presenza d’una considerevole quantità di queste piccole galassie, per dar modo alla moltitudine di galassie inattive di "pasteggiare", una presenza di cui però non si ha alcun riscontro.

“L'apparente lievitare delle galassie inattive è stato per molti anni uno fra i più grandi quesiti irrisolti dell’evoluzione galattica”, dice Marcella Carollo, dell’Eth di Zurigo, prima autrice dell'articolo. Ora per la prima volta, grazie alle osservazioni realizzate nel corso della survey COSMOS con il telescopio spaziale Hubble, gli astronomi hanno avuto a disposizione un'enorme raccolta d'immagini, che gli hanno permesso di identificare e contare le galassie inattive lungo ben otto miliardi di anni di storia cosmica. Integrando i dati forniti da Cosmos con osservazioni realizzate utilizzando i due telescopi Canada-France-Hawaii e Subaru (entrambi alle Hawaii), sono infatti riusciti a sbirciare indietro nel tempo fino a quando l'universo aveva meno della metà della sua età attuale. La porzione di cielo studiata si estende su un’area pari a quasi nove volte quella della Luna piena.

Le galassie inattive risalenti a quell’epoca sono piccole e compatte, e sorprendentemente sembrano rimanere tali. Invece di lievitare e crescere attraverso fusioni nel corso del tempo, queste piccole galassie mantengono per lo più le dimensioni che avevano quando la formazione stellare è terminata. Ma allora perché sembra che con il passare del tempo diventino sempre più grandi? “Abbiamo scoperto che molte delle galassie più grandi, in realtà, si sono spente tardi, in epoche successive, andando poi a raggiungere le sorelle inattive più piccole e dando così l’impressione – erronea – d’una crescita delle singole galassie nel corso del tempo”, spiega Simon Lilly, anch’egli dell’ETH di Zurigo.
“La risposta all’enigma offerta dal nostro studio è sorprendentemente semplice e ovvia. Ed è ogni volta una grande soddisfazione riuscire a cogliere la semplicità in mezzo all’apparente complessità della natura", conclude Carollo. (galileonet)

14/03/14

Viaggiare nello spazio | La Nasa allo studio dei gemelli!

Viaggiare nello spazio. La Nasa allo studio dei gemelli! Che cosa accade, viaggiando nello spazio, nel corpo umano?

Questo è quanto sta cercando di capire, sperando di trarne giovamento dalle esperienze fatte fin'ora, la Nasa, che ha recentemente annunciato una selezione di 10 studi che saranno eseguiti sugli astronauti Scott e Mark Kelly i gemelli omozigoti, dando di fatto l'apertura ad un nuovo capitolo della ricerca sulla vita umana nello Spazio.

Pur tuttavia si sia già occupata di studiare gli effetti causati dallo Spazio sugli organismi degli esseri umani per più di 10 anni, la Nasa confida che questi studi, eseguiti in collaborazione con il National Space Biomedical Research Institute, possano fornire maggior informazioni sugli effetti e i mutamenti meno percepibili che avvengono in un corpo umano durante un viaggio al di fuori dell’atmosfera terrestre.
Scott e Mark Kelly

“Ci siamo accorti di avere questa opportunità unica di effettuare degli studi perché uno dei gemelli sarà a bordo della Stazione spaziale internazionale, mentre l’altro resterà sulla Terra,” ha commentato Craig Kundrot, a capo dello Human Research Program della Nasa, “Abbiamo l’opportunità di studiare due individui che condividono lo stesso codice genetico, ma si troveranno in ambienti diversissimi per un anno.

” Gli studi, scelti tra una selezione di più di 40 proposte, si focalizzeranno principalmente su quattro aree:
  • la fisiologia umana, che cercherà di scoprire come l’ambiente di un viaggio stellare su organi diversi, come ad esempio il cuore e il cervello 
  • la scienza del comportamento, che investigherà gli effetti sulle percezioni, sul ragionamento, sulla capacità di prendere decisioni e sulla reattività
  • la microbiologia, che studierà le differenze tra le diete dei due fratelli e gli stress a cui sono sottoposti per scoprire in che modo questi influenzano i microorganismi presenti all’interno dei loro apparati digerenti 
  • la biologia molecolare, che si concentrerà sui meccanismi con cui i geni nelle cellule vengono attivati e disattivati nell’ambiente dello Spazio e su come agenti quali le radiazioni e i cambiamenti nella microgravità abbiano effetti sulle strutture delle proteine e dei metaboliti.
Nonostante non ci si aspetti che gli studi effettuati sui fratelli Kelly forniscano dati definitivi sugli effetti dei viaggi spaziali sugli esseri umani, dato che si tratta di esperimenti effettuati solo su due individui campione, essi forniranno informazioni molto preziose e serviranno come dimostrazione per futuri progetti di ricerca di questo tipo. “Questa e’ una opportunità unica per l’agenzia,” ha commentato Kundrot. “Questi studi sono un vero e proprio apripista per la Nasa riguardo lo studio della fisiologia degli astronauti.”

05/03/14

Buchi neri | Quanta energia erogano dentro una galassia?

Buchi neri! Quanta energia erogano dentro una galassia?
Più di quanto ci si potesse immaginare! Stando ad uno studio eseguito dai ricercatori dell’International Centre for Radio Astronomy Research in Australia e pubblicato su Science i buchi neri emanano molta più energia di quanto ci si potesse immaginare.

Nel momento in cui i buchi neri aumentano la loro massa, rilasciano energia sotto forma di flussi di radiazioni. In base ad una teoria della fisica denominata il limite di Eddington, se la radiazione in uscita è maggiore di una determinata soglia, essa stessa potrebbe bloccare il flusso di gas in ingresso che alimenta il buco nero. Ad oggi però, non era del tutto chiaro se anche l’energia cinetica prodotta dal vento di radiazione potesse essere gestita dallo stesso limite.

Buco nero
Al fine di fare chiarezza sulla questione, Roberto Soria e il suo team della Curtin University hanno studiato la radiazione emessa da un buco nero nella galassia M83, nota anche come Galassia Girandola del Sud, una galassia a spirale intermedia visibile nella costellazione dell’Idra e distante circa 15 milioni di anni luce. Gli scienziati hanno osservato il buco nero con vari telescopi per più di un anno e hanno analizzato i gas in accrescimento attorno ad esso. In tal modo, essi sono riusciti a misurare indirettamente il peso dell’oggetto: meno di 100 volte il peso del Sole.

Mettendo a confronto la massa del buco nero con la sua energia cinetica uscente, stimata osservando nelle lunghezze d’onda dell’infrarosso e delle onde radio la luminosità che lo circonda i ricercatori hanno trovato che l’energia era più alta di quella prevista dal limite di Eddington per un buco nero di questa massa.
I risultati mostrano quindi che i buchi neri possono rilasciare potenza cinetica per lungo tempo, inserendo nel loro ambienti più energia di quella che si otterrebbe considerando solo l’energia di radiazione, che rimane invece soggetta al limite di Eddington.

23/02/14

Progetto Tango | L'idea di Google per rivoluzionare il mercato della telefonia!

Progetto Tango! L'idea di Google per rivoluzionare il mercato della telefonia! Si tratta del concpet di Google di ciò che rappresenterebbe lo smartphone rivoluzionario. Nome in codice: Tango e sarà in grado di mappare gli ambienti in 3D.

Google ha dato conferma dell’esistenza di questo progetto, sviluppato dalla sua divisione ATAP (Advanced Technology And Projects) la quale è al lavoro da oltre un anno. Adesso la società è alla ricerca di 200 sviluppatori di buona volontà capaci di realizzare applicazioni che possano fare esprimere al meglio le potenzialità del prototipo.

Tango lo smartphone di Google
Prima che il progetto possa diventare realtà, occorrerà aspettare un bel po'. Tango si baserà su una complessa struttura di sensori in grado di analizzare movimenti all’interno di ambienti chiusi, costruendo una mappa 3D dello spazio circostante al dispositivo in tempo reale.   «Lo scopo del Progetto Tango è quello di fornire ai dispositivi mobili una percezione della scala umana nel comprendere i movimenti nello spazio», queste le parole di Google.

Il display dello smartphone dovrebbe essere di 5 pollici e la fotocamera sarà dotata di particolari sensori e collegata a dei processori che forniscano in seguito, la mappa in 3D.

14/02/14

Galileo Galilei, Copernico,Tolomeo, ma chi sono? |1 americano su 4 non lo sa

Non sembra vero che nel 2014 esistano persone appartenenti ad uno stato democratico, in possesso della più alta tecnologia, con le più sofisticate attrezzature per sondare lo spazio, credano ancora che il sole gira attorno alla terra.


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Chicago (Illinois) Gli americani sono tecno-entusiasti e hanno grande fiducia nelle promesse della scienza salvo che per 1 su 4 e' ancora il Sole a girare intorno alla Terra e non il contrario. E' quanto ha accertato un sondaggio su oltre 220.000 persone condotto dalla National Science Foundation su cognizioni di base e solo il 74% ha risposto correttamente. Gli altri sono rimasti fermi al II secondo d.C., ossia a Tolomeo e al suo geocentrismo, quando Tolomeo era convinto che attorno alla Terra ruotassero le sfere dei sette pianeti posti così nell'ordine: Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno, ignorando la rivoluzione copernicana. Non conoscono Copernico e la sua teoria eliocentrica ed ignorano l'esistenza di un certo Galielo Galilei. Ancora peggio, - qui ha la sua responsabilità l'integralismo religioso diffuso in molti stati - i risultati per l'evoluzionismo: il 48% ignora non solo chi sia Charles Darwin ma la sua scoperta base, che l'uomo si e' evoluto da un'altra specie.                                                                         fonte (AGI)

28/01/14

Spazio: Ultima frontiera...della musica | La sinfonia del dialogo delle particelle

La fantasia musicale ha valicato la frontiera dell'impossibile. Un fisico  italiano (Un cervello fuggito)  ricercatore al Géant di Cambridge, ha convertito il dialogo delle particelle cosmiche raccolte dai Voyager 1 & 2 in una sinfonia per pianoforte ed archi.


Un fisico italiano di 37 anni, ricercatore al Géant di Cambridge  (la rete europea ad alta velocità per la istituiti scientifici e università), Domenico Vicinanza ha convertito in duetto per pianoforte e archi i dati sulle particelle cosmiche raccolti dalle sonde Voyager 1 e Voyager 2. Vicinanza dichiara che la "sonificazione" di dati fisici non è solo un esperimento artistico pur se molto affascinanti, risultati  interessanti potrebbero arrivare dalla sua applicazione a diversi settori di ricerca, a cominciare dalla medicina. Da qualche giorno avete pubblicato su Soundcloud il duetto spaziale tra Voyager 1 & Voyager 2. Quando noi premiamo il bottone play, che cosa sentiamo? La traduzione in musica delle particelle cosmiche.
La sonda Voyager 1. Lanciata nel 1977,
da alcuni mesi si trova ormai fuori dal
Sistema Solare.
 
La modalità di come è avvenuta la trasformazione da particelle a note musicali, sono dati pubblici, resi disponibili dalla Johns Hopkins University. Il ricercatore ha preso in considerazione due set di misure: quelle registrate ogni ora dalle sonde e quelle calcolate in media su periodi di ventisei giorni. Si tratta del conteggio dei protoni derivanti dai raggi cosmici. Dal punto di vista quantitativo, nell'arco dei 37 anni di vita delle sonde, è chiaro come si tratti di informazioni notevolmente differenti: oltre 300,000 misure nel primo caso, circa 500 nel secondo. Sperimentando su diversi campionamenti delle frequenze, le prime misure hanno fornito l'abito sonoro. Le seconde sono invece le note che costituiscono la sinfonia. Quelle che sentiamo su Soundcloud, sono esattamente quelle. Vicinanza ha mappato gli intervalli e creato un algoritmo che traduce i dati nei tasti bianchi del pianoforte, dal più basso al più alto: è la scala diacronica di do. "Ho scelto quella perché poteva agevolare la generazione di una melodia riconoscibile. Le note sono quelle prodotte dall'algoritmo: io mi sono limitato a tagliare e isolare qualcosa e ho aggiunto il do finale". Sotto, un brano realizzato con i dati provenienti da Voyager 1&2.



Le due sonde Voyager sono state lanciate nel 1977. Oggi sono ufficialmente in pensione, ma continuano a viaggiare nell'universo, raccogliendo dati e trasmettendoli alla Terra.  Per risparmiare energia sono stati spenti molti dei loro strumenti, come le videocamere o le macchine fotografiche. I rilevatori di particelle cosmiche invece funzionano ancora e le batterie al plutonio dovrebbero mantenerli attivi per almeno altri vent'anni.

16/01/14

Pronto al decollo il turismo spaziale| I VIP che per primi andranno in orbita sono Di Caprio e Bieber!

Pronto al decollo il turismo spaziale! I VIP che per primi andranno in orbita sono Di Caprio e Bieber! Sarà in grado entro l'anno 2014 Sir Richard Branson, fondatore e patron di Virgin Galactic, a condurre nello spazio i tanti Vip che hanno già fornito la loro disponibilità, prenotandosi per il primo volo del suo White Knight, il Cavaliere Bianco?
Può darsi, dal momento che l'ottimo traguardo raggiunto con il terzo volo di prova supersonico effettuato il 10 gennaio scorso quando ha raggiunto la quota massima di 22.000 metri circa ad una velocità di 1.4 mach, sui 2.000 km/h.

Al volo inaugurale del servizio, il prezzo da pagare sarà, circa di 1,5 milioni di dollari a biglietto e per l'occasione potrebbero partecipare fior di personalità dello star system, anche se non c'è alcuna conferma da parte della Virgin, e quindi potrebbe anche essere un'abile mossa pubblicitaria.
White Knight

Si parla di nomi importanti per i media e il pubblico: dal cantante canadese Justin Bieber a Brad Pitt e Angiolina Jolie, che solitamente si muovono sempre in coppia, a Katy Perry, altra cantante piuttosto nota negli Usa. Comunque sia c'è già una comunità di 600 danarosi e avventurosi, o avventurose, che hanno versato 250.000 dollari per far parte del club esclusivo di chi ha un posto prenotato per un viaggio suborbitale a bordo del Cavaliere Bianco, meno di 10 posti a volo.

È il turismo spaziale, ma intendiamoci non si tratta come in un film di fantascienza di andare a spasso fra Marte e Giove a schivare asteroidi, semplicemente, diciamo così, si monta nel Cavaliere Bianco, che non può decollare da solo e quindi viene portato in quota, sui 14.000 metri, dallo SpaceShipTwo, un buffo doppio aereo con grandi ali che lo tiene sotto la fusoliera come un canguro tiene i suo piccolo. Giunto in quota il Cavaliere Bianco viene lasciato a sé stesso e va in caduta libera per qualche secondo finché non accende il potentissimo motore che lo porterà, assieme ai suoi impavidi passeggeri, a 100 chilometri circa di altezza, dove per convenzione finisce l'atmosfera terrestre ed inizia lo spazio.

Da lì via in caduta libera come un aliante, con il bonus di sperimentare anche l'assenza di peso per la caduta repentina. Pochi minuti quindi, ma come detto sono già in parecchi a voler provare, a caro prezzo, il mercato sembra proprio esserci, dato l'impegno di Virgin e anche di altre iniziative simili. Sono lontani insomma i tempi del miliardario Joseph Tito, il primo turista spaziale, che spese 20 milioni di dollari nel 2001 per stare 7 giorni nella Stazione Spaziale Internazionale, probabilmente il viaggio di piacere più costoso della storia. Oggi Virgin costa un quarto di milione, ma il business plan prevede un prezzo di regime sui 20.000 dollari, non popolare ma affrontabile coi risparmi della middle class.

Virgin Galactic utilizza lo "spazioporto" America, in Nuovo Messico, un investimento da 200 milioni di dollari in che è anche il primo in assoluto effettuato da una società mista Stato del New Messico e privati e non dall'agenzia federale Nasa. Se riusciranno a partire nel 2014, e iniziare anche le operazioni commerciali come assicura il Ceo di Virgin George Whitesides, allora significherà che la via è definitivamente tracciata e la "privatizzazione" dello spazio in Usa ha chiuso il cerchio, dopo i contratti miliardari stipulati con Nasa dalle compagnie SpaceX e Orbital per il trasporto di cose alla, e dalla, Stazione Spaziale Internazionale. Di sfondo poi, al di là del redditizio turismo spaziale, previsto ma non dimostrato, c'è la costruzione di aerei stratosferici che salgano per diecine di chilometri e poi planino e ci possano portare da Washington a Sidney in un paio d'ore. Fra i passeggeri del primo volo del Cavaliere Bianco i rumors vogliono anche nientemeno che Leonardo Di Caprio, che però, forse, come interprete principale del film Titanic qualche esitazione l'avrà.

01/01/14

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera…

2014 l’anno della sfida tra USA e Cina! Spazio ultima frontiera
Era iniziato in grande stile il 2013 dello spazio, quando il 15 febbraio con l’arrivo della grande meteora sulla Russia, e si conclude altrettanto con giorni in cui, traghettandoci ad un promettente 2014 due incredibili gioielli della tecnologia spaziale si “scontreranno” nell’infinita ultima frontiera: il rover Curiosity, made in Usa, di istanza su Marte e il Coniglio di Giada, made in China allocato sulla romantica Luna, dove finalmente il “destino” ci ha riportato.

A fare da cornice a tutto ciò, le sempre più agguerrite e protagoniste imprese private americane come SpaceX, Orbital Sciences e Virgin Galactic che in pochi anni, grazie al trasloco di tecnologia e know how imposto da Obama, sono nate dal nulla e ora, con contratti “faraonici”, fanno da rifornimento alla ISS, le prime due, o dominano, come la terza, nel promettente campo del "turismo spaziale". Nel 2014 potremmo vedere queste compagnie uscire allo scoperto con progetti commerciali anche più importanti, come la preparazione di un viaggio di astronauti su Marte, cui stanno lavorando oramai in parecchi, sia agenzie statali e privati.

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Spazio ultima frontiera
Se la grande meteora, 18 metri di diametro, che ha sfiorato i cieli gelidi della Russia causando 1200 feriti, a causa dei vetri rotti nella città di Chelyabinsk, Siberia, ci ha rammentato che in casi del genere per il momento siamo completamente indifesi, le prime scoperte di Curiosity, il Rover Nasa grande come un Suv terrestre, ha dato un po' di ossigeno al sogno umano di trovare vita, microbica o finanche solo fossile, su Marte, il pianeta che da 100 anni abbiamo come obbiettivo per le nostre speranze di emigrare un giorno da una Terra sovraffollata ed impoverita ( ricordate il film Mission to Mars? ).

Nel mese di settembre 2013, dopo settimane di discussioni accese, Nasa ha confermato che la sua sonda Voyager 1, partita dalla Terra 36 anni fa, è diventato il primo oggetto costruito dall'uomo a raggiungere lo spazio interstellare, come dire è uscito dal nostro Sistema solare. Certo è moltissimo per noi, ma al tempo stesso è una distanza quasi impercettibile rispetto a quelle fra le stelle della nostra Galassia, miliardi e miliardi di volte più grande.

Si conclude dunque in questi giorni un 2013 davvero eccezionale per lo spazio, con la Cina che ritorna, a nome di tutta l'umanità ma in effetti per i loro giusti interessi, sulla Luna, facendo vibrare l'orgoglio nazionale loro e reagire pesantemente quello di tanti americani. Il rover Yutu, chiamato così in onore del "Coniglio di Giada" protagonista della mitologia cinese, è andato lì per capire se ci si può, e se vale la pena, installarci una miniera vera e propria per l'estrazione di materiali rari sulla terra.
Unica delusione di quest'anno è stata la cometa ISON che aspettavamo come spettacolo natalizio in cielo, ma si è vaporizzata in un attimo per il passaggio troppo vicino al Sole, quasi un bacio della morte cosmico che ci ha privato dello spettacolo.

Forse il 2014 sarà l'anno in cui troveremo, con una ragionevole certezza, un pianeta molto simile alla Terra. Kepler, il satellite Nasa, ci ha aperto gli occhi: attorno alle stelle molto vicine a noi, praticamente le nostre vicine di pianerottolo, ruotano almeno un migliaio di pianeti, altri 4000 sono sospetti. Ne abbiamo trovato anche uno proprio simile come massa, ma talmente vicino alla sua stella, il suo Sole per intenderci, da avere una temperatura di 2000 gradi alla superfice, come dire vivere sulla lava dell'Etna. Ma non disperiamoci, se tanto ci dà tanto, dalla piccola ma fondamentale statistica che Kepler ci ha regalato possiamo, con molta ragionevolezza pensare che di pianeti ce ne siano almeno qualche miliardo della nostra galassia. Va bene, saremo anche sfortunati, ma uno prima o poi lo troveremo! O no?

Ma si, o quanto meno lo speriamo, nel 2014 ci si potrà prenotare per un viaggio suborbitale con Virgin Galactic e il suo splendido vascello SpaceShipTwo, in ritardo sui programmi solo di qualche mese. Si va su fino a 100 chilometri dove inizia, per pura convenzione, lo spazio e poi giù a capofitto in assenza di peso. Un bel divertimento anche se un po' caro 20.000 dollari almeno. Xcor e Blue Origin, compagnie private made in USA, sperano di battere sul tempo la Virgin di Sir Branson.

Attorno, o al suolo, al già affollato Marte, arriveremo nel 2014 a 10 mezzi spaziali da quelle parti, arriveranno sonda Nasa Maven, l'ennesima per studiare un pianeta che gli americani considerano "di proprietà loro", e la sonda indiana Mangalyaan. Con questa gli americani avranno sul Pianeta rosso due rover, una stazione fissa, Maven appunto, e tre orbiter, una flotta di tutto riguardo.
Il prossimo anno però sarà fondamentale per Nasa, al di là dei tanti lanci previsti, per il delicatissimo test della capsula Orion, nuovissima e destinata a portare gli astronauti americani nelle imprese spaziali del prossimo ventennio, e tutto dipende dai lanci previsti, in modalità robotica, nel 2014.

Per noi europei, che continuiamo ad essere legati ai finanziamenti statali, il 2014 sarà l'anno della splendida missione Rosetta. In volo dal marzo 2004 è oggi ibernata per risparmiare energia, una specie di bella addormentata che verrà risvegliata il 20 gennaio 2014 da un segnale radio lanciato dalla sala controllo di Esa, l'Agenzia Spaziale del vecchio continente.
Arriverà al suo obiettivo, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko nell'agosto e la accompagnerà nel suo viaggio verso il Sole per studiarla, ci farà vedere in diretta, insomma, quel che succede a questi bellissimi oggetti che provengono dalle più lontane zone del sistema solare.

Ma non è tutto, con i suoi dieci strumenti, di cui tre realizzati in Italia, Rosetta ci dirà tutto in tempo reale ma anche nel novembre dell'anno che è alle porte farà atterrare sulla cometa un piccolo lander che preleverà e analizzerà campioni del materiale di cui è formata la 67P/Churyumov-Gerasimenko. Un altro sforzo per sapere, da uno dei corpi più vecchi del Sistema solare, chi siamo e come ci siamo formati 4 miliardi e mezzo di anni fa.

30/12/13

“Fargam ritorna a casa dopo 15 minuti in orbita nello spazio!”

Fargam ritorna a casa dopo 15 minuti in orbita nello spazio!” Per la seconda volta nella sua storia in ambito spaziale, l’Iran si rende protagonista di un episodio alquanto bizzarro, come quello di spedire per la seconda volta una scimmia nello spazio.

L’annuncio è stato dato ufficialmente proprio qualche giorno fa: adesso, l’animale è rientrato, ed a quanto pare non presenta malesseri o disfunzioni particolari. La scimmia era stata inviata nello spazio a bordo di una capsula spaziale!In base a quanto viene riportato, la scimmia sarebbe rimasta in orbita per ben 15 minuti! Teheran, la capitale dell’Iran, ha già in passato effettuato questo tipo di operazione già un’altra volta, nell’ambito del suo programma balistico.

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Fargam la scimmia spaziale

L’agenzia Iranina ha dichiarato che l’attuale Presidente dell’Iran, ovvero Hassan Rouhani, si è compiaciuto, congratulandosi con gli scienziati ed esperti per il successo conseguito anche nel secondo invio di una creatura vivente nello spazio.

Ed è anche la seconda scimmia inviata nello spazio a ritornare in perfette condizioni di salute, proprio come sottolineato dal presidente stesso sul suo account personale di Twitter. Il nome della scimmia è Fargam, ed è rimasta in orbita per 15 minuti all’altezza di ben 120 chilometri. Non è stato però specificato dove sia stata recuperata la capsula.

05/12/13

Vivere sulla Luna? Magari…la verdura già c’è il resto lo portate voi!

Vivere sulla Luna? Magari…la verdura già c’è il resto lo portate voi! Se mai un domani l’umano essere dovesse prendere la decisione, di fare i bagagli e traslocare in una residenza Lunare, quanto meno avranno belle e pronte delle erbette per insaporire i pasti che si porteranno dietro. Almeno, pare che questo sarà possibile se l’esito dell'esperimento in programma per il 2015 dalla Nasa dovesse andare a buon fine: l'agenzia spaziale USA, in collaborazione con l'équipe del Lunar Plant Growth Habitat, infatti, ha tutta l’intenzione di piantare e coltivare sul suolo lunare, tutta una una serie di contenitori delle dimensioni di un barattolo da caffè, contenenti semi, ma anche fotocamere e sensori per tenerne sotto controllo lo sviluppo e la crescita.
Rape, basilico e arabetta (arabidopsis, già molto usata nelle ricerche scientifiche) sono le piante preferite dai ricercatori per eseguire l’esperimento: la crescita avverrà in un habitat autosufficiente, un contenitore del peso di circa 1kg, che sarà trasportato sulla Luna da un veicolo spaziale. Per ridurre i tempi della missione, stavolta la Nasa ha volto la sua attenzione ad un sistema di viaggio non del tutto convenzionale.
Verdure sul suolo lunare

“Come possiamo mandare le piante sulla Luna il prima possibile?”, svelano di essersi chiesti all'agenzia spaziale americana. Presto fatto,“Con l’autostop! Grazie a Google, infatti, possiamo fare riferimento ad uno dei futuri viaggi sulla Luna che verranno realizzati dalle compagnie in competizione nel Google Lunar X-Prize”.
 
Si tratta del concorso, organizzato e finanziato dal colosso di Montain View con scadenza il 31 dicembre 2015, offre infatti un premio in denaro all'azienda che riuscirà ad atterrare in modo sicuro sulla Luna, viaggiare 500 metri sopra o sotto la superficie del satellite e inviare alla Terra due campioni di suolo. Premi bonus si potranno ottenere esaminando reperti, sopravvivendo alla fredda notte lunare e completando missioni secondarie sulla Terra o nello Spazio.

Una volta sulla Luna, i semi trasportati saranno irrigati di acqua e avranno a disposizione abbastanza aria per garantire almeno cinque giorni di crescita alle piantine. Lo sviluppo sarà monitorato per circa dieci giorni e confrontato con i dati ottenuti sulla Terra, tramite fotografie scattate a intervalli regolari. Secondo la Nasa, grazie questo esperimento la comunità scientifica otterrà più conoscenze sulle piante e maggiori informazioni sulle possibilità di vita sul nostro satellite: “Gli esseri umani possono vivere e lavorare sulla Luna? Non solo per una vacanza di pochi giorni, ma rimanere per decenni? Il primo passo per trovare una risposta è inviare piante, sensibili quanto gli esseri umani – se non di più – alle condizioni ambientali. I vegetali, per esempio, contengono materiale genetico che può essere danneggiato dalle radiazioni quanto quello degli umani”.


03/11/13

C'è un'astronave da spostare! Da qui mettila li.

C'è un'astronave da spostare!Ma quale? la Soyuz!
Soyuz



L'astronauta italiano Luca Parmitano ha lasciato per pochi minuti la Stazione spaziale internazionale. Uscito assieme ai colleghi Karen Nyberg e Fyodor Yurchikhin, ha spostato il modulo Soyuz TMA-09M, staccandosi dalla Iss e portandosi alla sua estremità, attraccando a un altro degli approdi 20 minuti dopo. La manovra ha permesso di liberare lo spazio per l'arrivo della nuova capsula con a bordo gli astronauti della Expedition 38, che decollerà il 6 novembre. Luca Parmitano, Karen Nyberg e Fyodor Yurchikhin saranno invece di ritorno sulla terra l'11 novembre.

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