Il-Trafiletto
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22/10/14

Politica-economia-finanza | Gocce di notizie

Politica: Rodotà dice
Quando vedo l'accordo del Nazareno, non mi stupisco". Stefano Rodota', ospite in studio a 'diMartedi'' su La7 avverte che "considerato il disaccordo nel proprio partito in proposito, forse sarebbe il caso di tenere conto del dialogo non solo all'esterno ma anche all'interno. Sarebbe importante, invece di portare un 'prodotto' gia' confezionato perche' 'ho parlato con Berlusconi e l'accordo non si puo' toccare'. Questo - rileva il costituzionalista - pone problemi nel mio partito". Rodota' accosta il presidente del Consiglio a due suoi predecessori: "Direi che mi ricorda Craxi e Berlusconi e, per il modo sbrigativo con cui usa le istituzioni, penso piu' il Craxi del tempo in cui si diceva '10-100-1000 decreti legge, 10-100-1000 voti di fiducia'. Un innovatore che pero' - avverte - come risultato finale ha lasciato il suo partito, il Psi, in estrema difficolta'". Detto questo, aggiunge rispondendo a Giovanni Floris che chiede se questa potrebbe essere anche la sorte del Pd, "non credo alla meccanicita' nel ripetersi della storia". . fonte(AGI)

Economia: I veri evasori
Un danno per l'erario dello Stato che ammonta ad un miliardo e 700 milioni, un giro di fatture false da 400 milioni, una contabilità parallela che serviva per pagare mazzette a funzionari pubblici, 62 indagati che a vario titolo dovranno rispondere di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e reati tributari: dopo due anni di indagini, gli uomini del Nucleo di polizia valutaria della Guardia di Finanza, coordinati dalla procura di Roma, hanno chiuso un'inchiesta che ha consentito di portare alla luce una mega evasione fiscale. fonte Ansa

Finanza: I veri donatori
Per dare benzina alla lotta al virus Ebola il denaro è fondamentale. Stando alla classifica pubblicata dall'Indepedent gli Stati Uniti si dimostrano lo Stato più generoso con un impiego di fondi prossimo ai 600 milioni di euro, seguiti da Banca Mondiale (circa 300 milioni) e Gran Bretagna (160 milioni), ma molte delle donazioni più cospicue provengono da banche e filantropi. La Fondazione Gates, gestita dal fondatore di Microsoft Bill Gates e da sua moglie, ha promesso il più grande contributo privato, pari a 50 milioni di dollari, più di Cina e Giappone. Mentre il patron di Facebook Mark Zuckerberg è il principale donatore individuale con 25 milioni dollari , e si piazza prima dell'India. Se sommato, il denaro 'offerto' da Gates e Zuckerberg è più di quello donato da Cina e India messi insieme. Subito dopo troviamo il co-fondatore di Microsoft, Paul Allen, con 9 milioni di dollari donati attraverso la sua Fondazione. fonte adnkronos

20/10/14

Violini antichi e moderni: i violinisti non li distinguono

Sfatiamo il mito che aleggia tra i musicisti professionisti che ancora sono convinti che certi strumenti antichi hanno un suono particolare che non può sfuggire ad un orecchio esperto. Giusto per fare un esempio pensiamo ai violini Stradivari. A supportare la teoria che gli strumenti antichi siano superiori a quelli moderni sono molte le argomentazioni fra le quali:  le tecniche di liuteria, le colle usate, il legno, gli effetti di invecchiamento.

Dato che non se ne veniva a capo, alcuni ricercatori hanno deciso di verificare:  siamo sicuri che i violini antichi sono veramente migliori? Per fare questo hanno effettuato un test “doppio cieco” su violini sia antichi che nuovi, in cui né chi suonava né chi ascoltava sapeva l’età dello strumento. Lo studio ha coinvolto dieci famosi violinisti, a cui sono stati fatti provare 12 violini, 6 nuovi e 6 antichi (compresi 5 Stradivari).

Stradivari
immagine presa dal web
Il risultato smentisce il luogo comune: non solo i solisti non riuscivano a distinguere gli strumenti nuovi da quelli antichi, ma in 6 casi su 10 quando gli si chiedeva di scegliere lo strumento che preferivano tra quelli provati, i violinisti hanno scelto uno strumento nuovo, e in generale gli strumenti nuovi erano mediamente giudicati superiori come suonabilità, articolazione e proiezione, ed alla pari in termini di timbrica. Sembra dunque smentita una nozione che sembrava consolidata, anche se i ricercatori sottolineano che i numeri inevitabilmente bassi dello studio non garantiscono la sua significatività statistica.


16/10/14

Il sesso con la pancia è il migliore

Lo sapevo che prima o poi ci sarebbe stata una ricerca anche su questo argomento: sesso con la pancia, quella maschile naturalmente.


Una ricerca condotta da un equipe medica di Istambul, emerge che le pance maschili non sono un ostacolo al sesso ma un vantaggio. Dalle ricerche gli uomini con la pancia battono i loro simili con addominali scolpiti, per la durata di prestazione, durano di più. La causa è da imputare proprio all'adipe della pancia che produce l'ormone estradiolo, ovvero l'ormone in grado di prolungare il tempo che separa l'eccitazione dall'orgasmo, facendo durare così di più il rapporto.

Con sommo piacere delle compagne dei panciuti, che godrebbero di circa 8 ore in più di sesso all'anno. Per arrivare alla conclusione di questa seria e importante ricerca, gli scienziati turchi hanno studiato per un anno e mezzo un campione di 200 uomini rapportando l’indice di massa corporea con le prestazioni sessuali.
Rimane invece irrisolto il quesito più importante: a cosa è servito, investendo soldi dei fondi scientifici, sapere che i pancioni durano di più, è questo il tipo di ricerca utile all'umanità?
Per l'umanità non sarà utile, ma per i maschi con la pancia è una bella iniezione di autostima!

Gli occhi non mentono mai: è nello sguardo la differenza fra chi vuole l'amore e chi solo un'avventura

Anche questa è una ricerca che ha scoperto l'acqua calda, anche perchè secondo me basta un po' di logica e ci si arriva da soli, ma si vede che la scienza e l'empirismo non vogliono lasciare nulla al semplice intuito, che per altro secondo me, a volte è molto più veritiero. 

Comunque, vieniamo al casus belli: capita assai sovente che nei rapporti fra uomini e donne le intenzioni siano diverse, uno dei due è alla ricerca di un partner stabile, l'altro invece preferisce qualcosa di meno impegnativo ed è più orientato diciamo al divertimento. Quando ciò si verifica ne scaturiscono sempre delle spiacevoli conseguenze.


Perciò un gruppo di ricercatori ha voluto approfondire e studiare il caso e lo ha fatto studiando un sistema di tracciamento dei movimenti oculari, scoprendo una differenza ben definita negli sguardi di chi è disposto ad impegnarsi e quelli di chi invece vuole solo un'avventura.

Sguardi
immagine presa dal web
E’ emerso infatti che chi cerca l’amore tende a guardare maggiormente i volti, mentre chi vuole solamente un’avventura erotica tende a guardare principalmente i corpi. Il risultato, a ben vedere, non è poi così sorprendente, ma i ricercatori sono fiduciosi che il metodo sviluppato possa tornare utile nelle terapie di coppia, dove i partner faticano a capire essi stessi cosa stanno cercando nel rapporto.

Secondo me basta solo uno sforzo di coscienza.


15/09/14

Donne senza autostima? Fate la danza del ventre!

Avete mai pensato di fare la danza del ventre? E' un'attività fisica che tonifica i muscoli, migliora la circolazione e la postura, ma non è solo questo. Su questa danza tanto popolare in medio oriente, è stato fatto uno studio dell'Università di Flinders (Australia), questa disciplina aumenta il grado di soddisfazione delle donne verso il proprio corpo è condizionata da un elevato numero di fattori, ma per le donne occidentali è condizionata dal peso. 

L'insoddisfazione per l'immagine corporea ormai si sa,  porta sovente a disordini alimentari, scarsa autostima e tendenza alla depressione. Secondo una recente teoria di psicologia, l'immagine del proprio corpo migliora partecipando ad attività che permettano una forte personificazione. Cioè a quelle attività in cui si avverte un positivo senso di controllo del corpo, e che permettono di percepirlo come competente e degno di rispetto. Questa percezione positiva è l'opposto dell'auto-oggettivazione che si verifica quando una persona (più spesso una donna) cerca di adeguarsi a ciò che, secondo lei, gli altri vorrebbero vedere; in altre parole, porta una donna a vedere se stessa come un oggetto del desiderio altrui.

Danza del ventre
immagine presa dal web

Studi pregressi  hanno già mostrato che chi fa attività sportiva è generalmente soddisfatto del proprio corpo, mentre chi pratica danza classica è piuttosto soggetto ad averne un'immagine negativa, e riporta con più facilità problemi di alimentazione. La danza del ventre invece è un caso interessante perché, pur essendo basata su movimenti sensuali e pur mettendo al centro il corpo, di solito è proposta come un'attività giocosa. Ed è questo aspetto che ha attirato l'interesse degli psicologi di Flinders, guidati da Marika Tigemann.

Per la sua ricerca, Tigemann ha reclutato 112 donne che praticavano la danza del ventre ed è ha chiesto loro – attraverso un questionario – di dare un voto al proprio corpo e valutare anche come era visto dagli altri e quanto risultasse attraente per gli uomini. Le stesse domande sono state rivolte a un gruppo di controllo formato da 101 studentesse, con caratteristiche fisiche ed etniche analoghe a quelle delle danzatrici, ma che non avevano mai praticato la danza del ventre. Veniamo ai risultati: nello studio, le donne che praticano la danza del ventre mostrano di avere un migliore rapporto con il proprio corpo, sono più soddisfatte della propria immagine.

Secondo i ricercatori, questo dipende dal fatto che sono meno soggette a pensieri di auto-oggettivazione: danno, cioè, meno peso a ciò che gli altri pensano di loro. Nonostante questa danza abbia una notevole carica erotica, inoltre, le donne che la praticano hanno dichiarato di farlo prima di tutto perché è divertente e perché trovano piacevoli i movimenti. Questo suggerisce che venga vissuta come un piacere per se stesse, e non in funzione degli altri. “La danza del ventre è associata a un'immagine positiva del corpo, perché chi partecipa tende a focalizzarsi meno sul proprio aspetto esteriore quanto piuttosto sull'esperienza stessa e su ciò che riesce a fare con il proprio corpo”, conclude la psicologa.

14/09/14

Ricerche bastarde: colpire partecipanti ingnari con pallonate e studiarne i riflessi

Secondo me alcuni ricercatori non sapendo come fare a divertirsi un po', si inventano delle ricerche strambe, così staccano dalla routine quotidiana, ma nessuno può dire loro che non fanno nulla. Così, le loro menti partoriscono alcune strane ricerche da portare avanti, ma più che ricerche potremmo dire candid camera. 

Una ricerca svedese si guadagna un posto nell’olimpo delle “ricerche bastarde”, con uno studio  in cui partecipanti ignari venivano colpiti da palle lanciate da uno sperimentatore nascosto oppure da un cannoncino.
Cannoncino per sparare palle
immagine presa dal web

 Lo scopo di questo (sadico) studio era esaminare il meccanismo dei riflessi e se movimenti appresi potessero essere attivati automaticamente dal cervello, e per questo i “partecipanti” allo studio sono stati poi suddivisi per esperienza nel prendere palle al volo (quindi nell’esperienza in giochi tipo il baseball). Dallo studio è emerso che la reazione era sempre iniziata inconsciamente, ma che comunque i movimenti appresi venivano usati.

Ad esempio, minore era l’esperienza dei soggetti, meno muovevano la mano all’arrivo della palla: in altre parole cercavano di difendersi più che di prendere la palla. Inoltre, il tempo di reazione era più veloce per le palle sparate dal cannoncino, ma le “prese” erano più frequenti quando il lancio era fatto da una persona: chiaramente il movimento del braccio e altri fattori facevano intuire più facilmente velocità e direzione della palla.

05/08/14

Il prezzo della felicità

Avete letto bene: la felicità si può comprare, basta sapere come. Elizabeth Dunn e Michael Norton ci guidano verso la nuova frontiera della spesa emozionale. 

LA FELICITÀ NON SI COMPRA! Sono in tanti che lo dicono, ma pochi ne sono davvero convinti. Per esempio, avete mai conosciuto qualcuno che abbia rifiutato un aumento di stipendio? Eppure, decenni di ricerche dimostrano che la relazione tra reddito percepito e felicità è sorprendentemente labile.

Uno studio condotto dalla Princeton University su quasi mezzo milione di americani nel 2010 ha dimostrato che, una volta raggiunto il tetto dei 57mila € di introiti annui, eventuali ulteriori guadagni non hanno alcun effetto sulla sensazione di felicità quotidiana Ciò che conta, infatti, non è tanto la quantità di denaro che riusciamo ad accumulare, quanto ciò che riusciamo a fare con la somma a disposizione. Numerose ricerche si sono occupati di recente di quali spese, grandi o piccole, ci rendano più felici: nelle prossime righe, scopriremo come comprare la felicità.
Il prezzo della felicità

Nel corso delle nostre ricerche abbiamo conosciuto Nicole Mantie, 37 anni, e suo marito Dean. Da tempo la coppia sognava un safari in Africa, ma nella casa che avevano comprato, il bagno era in condizioni pietose: gli animali esotici avrebbero dovuto aspettare. Dopo aver ascoltato alcuni amici magnificare una fantastica spedizione, però, decisero di fare una pazzia: al diavolo i sanitari nuovi. È facile etichettare come meno giudizioso chi sperpera soldi in un safari invece di investirli in necessari lavori di ristrutturazione: un decennio di attività di ricerca scientifica, però, rivela tutta l'insospettata saggezza di questa decisione. Studio dopo studio, è apparso chiaro che la felicità viene dall'acquistare esperienze, piuttosto che dall'impossessarsi di beni materiali. Perché?

Fare esperienze di solito ci porta a contatto con altre persone, mentre la fruizione di oggetti spesso avviene in solitaria. Una ricerca svolta dal College of Business della Stony Brook University, New York, ha addirittura dimostrato che, in termini di felicità procacciata, non c'è alcuna differenza tra un'esperienza fatta da soli e un acquisto materiale. Le esperienze, poi, sono molto più interessanti da raccontare. In uno studio, in particolare, ricercatori dell'Università del Colorado hanno scoperto che, se l'argomento trattato era l'acquisto di esperienze invece che di oggetti, coppie di estranei tendevano a dialogare con più soddisfazione e tutto sommato, ad apprezzarsi di più. Nicole ha riferito con trasporto di essere stata baciata da una giraffa durante il suo safari: anche chi adotta un approccio più cauto nel contatto con specie diverse da noi, dovrà ammettere che questo aneddoto tende a destare molto più interesse dell'installazione di un nuovo lavabo.(science)


26/07/14

Meteorologia | Studiati i "fulmini bui" sulla Terra

 Studiati i "fulmini bui" sulla Terra
Quando infuriano i temporali, a volte i normali fulmini sono accompagnati da emissioni invisibili di radiazioni altamente energetiche. 

Questi lampi, battezzati "fulmini bui", non sono altro che raggi gamma che trasportano una quantità di energia molto superiore alle scariche tradizionali: l'energia, però, non va lontano, in quanto tende a disperdersi in tutte le direzioni.

La domanda cruciale è: che cosa accadrebbe ai passeggeri di un aereo che si trovasse nel posto sbagliato al momento sbagliato? Sarebbero esposti a livelli di radiazioni potenzialmente letali? A questa domanda hanno voluto rispondere Joseph Dowyer e la sua équipe del Florida Institute of Technology: il loro nuovo modello consente di prevedere come si generano i "fulmini bui" durante un temporale e conferma le precedenti osservazioni fatte dai satelliti. Il verdetto? Attraversare una tale esplosione energetica all'interno di un aeromobile espone a radiazioni pari a quelle somministrate durante una TAC "total-body", dice Dowyer. Livelli, dunque, non mortali e anzi a basso rischio. I piloti tentano comunque sempre di evitare l'attraversamento di temporali, e i fulmini bui in ogni caso si verificano soltanto una volta ogni mille lampi comuni.(science)


25/07/14

Trapianto di rene | Il primo trapianto di un rene nato in laboratorio

Trapiantato con successo un rene creato in laboratorio. Reni di sintesi, creati a partire da materiale cellulare umano, sono stati impiantati in alcuni ratti. 

Per la prima volta, è riuscito l'impianto di organi artificiali in animali vivi, una tappa significativa nel percorso che porterà al trapianto di reni artificiali nell'uomo. Neo-organi più semplici, per esempio trachee, erano già stati destinati con successo a riceventi umani, ma questo è il "pezzo di ricambio" più complesso mai realizzato artificialmente e trapiantato.

Harald Ott e il suo team del Massachusetts General Hospital di Boston hanno utilizzato un detergente per "svuotare" post-mortem reni di ratto, lasciando solo un'impalcatura in collagene detta scaffold. Queste strutture sono state poi seminate con cellule vive che si sono sviluppate in reni funzionali. Le cellule utilizzate erano di due tipi: venose umane per il rivestimento endoteliale dei vasi sanguigni e renali prelevate da ratti neonati. I reni artificiali, pur funzionanti, producevano però soltanto un terzo circa dell'urina e smaltivano creatina, un prodotto di scarto, a un ritmo circa 36 volte inferiore rispetto a un rene normale. Si impone dunque un ulteriore lavoro di sviluppo.

"La sfida più grande è stata trasportare le cellule nelle localizzazioni giuste", dice Ott. La sua équipe ha inviato le cellule ai bersagli desiderati attraverso cannule fissate a ciascuna arteria e vena renale e all'uretere, il dotto attraverso il quale esce l'urina. Attualmente, ci sono solo negli Stati Uniti l00mila pazienti in attesa di trapianto renale: cifre che Ott spera di relegare ai libri di storia, quando sarà riuscito a ricreare reni "ibridi", geneticamente modellati sul ricevente. Anche altri ricercatori si stanno occupando dello sviluppo di reni artificiali: Anthony Ayala del Wake Forest Institute di Medicina Rigenerativa, negli USA, per esempio, sta lavorando a una stampante 3D per neo-organi. "Per me è un sollievo sapere che siamo in tanti a procedere in modi diversi per raggiungere lo stesso obiettivo", dice Ott, che oggi sta utilizzando reni umani per testare la tecnica messa a punto.(science)

07/07/14

Social network | Facebook | Non mostrarti superficiale

La tentazione di usare i social network come arene dove sfidare la concorrenza a colpi di followero di amicizie è forte. 

Ma è davvero realistico, o interessante, vantare migliaia di amici su Facebook? Questa domanda è stata posta nell'ambito di una ricerca condotta da Stephanie Tom Tong della Michigan State University: sono stati preparati cinque finti profili di Facebook quasi identici, che si distinguevano soltanto per il numero di amici, compreso tra 102 e 902. È stato poi chiesto ai partecipanti di valutare i profili, ed è emerso che quello con 302 amicizie è stato giudicato il più socialmente attraente.
Superficialità
nei Social network

Un numero esagerato di contatti, dunque, viene percepito come uno dei tanti artifici per alterare la realtà e farci apparire diversi da come veramente siamo. Ma non è proprio questo, fingere di essere qualcun altro, che facciamo tutti online? Una ricerca che mette in discussione questo assunto ha coinvolto 236 studenti tedeschi, i cui profili sui social network sono stati messi a confronto con i punteggi da essi realmente ottenuti in test della personalità. Sono state dunque testate le loro personalità reali e ideali: in altre parole, chi erano effettivamente i partecipanti e chi avrebbero voluto essere. Ebbene, dal confronto con i profili dei social network è emerso che i ragazzi tendevano a presentare più frequentemente la loro immagine reale e non un'immagine idealizzata.

Morale della favola: anche se, in rete, è facile fingere di essere chiunque, la maggioranza delle persone si mostra come realmente è, e chi visita i profili si aspetta di trovarvi dati reali.(science)

22/06/14

CloudMagic | Non sfugge nulla

CloudMagic per Android
Un motore di ricerca con cui trovare testi, contatti, file e dati indipendentemente da dove li abbiamo salvati.

CloudMagic è un app di ricerca capace di interrogare diverse applicazioni, servizi e programmi contemporaneamente. La scarichiamo e ci registriamo, poi le indichiamo i servizi su cui vogliamo che conduca ricerche, dandole accesso ai dati.

Possiamo scegliere SkyDrive, Gmail, Google Drive, Windows Live, Office, Dropbox e cosi via. Ci serve una conversazione di Google Talk ma non la troviamo più? Oppure un'informazione presente in uno dei molti documenti che abbiamo in Dropbox? L'app si collega ai nostri profili: dobbiamo indicare a CloudMagic se stiamo cercando un messaggio, una persona, un file, un post o un evento. CloudMagic eseguirà la ricerca per noi presentandoci i risultati divisi per categoria. L'app è scaricabile in versione demo gratuita e ci offre 50 ricerche. La compatibilità e verso tutti i dispositivi Android.(computeridea)





Le stranezze del clima | Che cosa sta cambiando e perchè

Le stranezze del clima
Climate Central Zanichelli, 184 pp., prezzo 12,90€
I cambiamenti subiti dal clima del nostro Pianeta, sopratutto in tempi recenti, sono un argomento che spesso dà origine a discussioni sin troppo accese, contraddittorie e non immuni da interessi di parte e fattori estranei alla pura analisi scientifica.

In questo agile volumetto, Climate Central, fondazione indipendente che ha lo scopo di divulgare al grande pubblico i risultati della ricerca inerente proprio alle modifiche del clima terrestre, riassume gli studi compiuti nel'arco di due decenni. Il testo è stato sottoposto al controllo di scienziati di chiara fama e può cosi essere l'occasione per fare chiarezza su una materia tanto importante quanto controversa.

Dal riscaldamento globale alle sue caratteristiche, dalle conseguenze che il cambiamento del clima avrà alle strategie per affrontare il futuro che ci aspetta, dalle modifiche subite dagli ecosistemi fino alle vere responsabilità dell'uomo, dagli effetti sulle piante a quelli sulla fauna, il libro diventa cosi una lucida riflessione indispensabile per affrontare con consapevolezza problemi che non è più possibile ignorare.(science)


06/06/14

DSM | Un problema globale?

Perché, dunque, il DSM è importante, dato che in certi Paesi non è neppure il manuale diagnostico ufficiale per i disturbi mentali? 

In alcune nazioni, per esempio, i medici fanno riferimento a un documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità chiamato Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), basato sulla descrizione sintomatica invece che su un elenco di controllo e del quale si attende una nuova edizione nel 2015.

A livello globale, però, nel campo della ricerca e dell'apprendimento delle tecniche diagnostiche psichiatriche, si continua a preferire il DSM: in ogni caso, chi non ne è soddisfatto probabilmente tenderà a criticare anche l'ICD, considerato il forte allineamento che esiste tra questi due manuali. Scartati sia il DSM che l'ICD, che cosa rimane?
DSM
(immagine dal web)

James Davies si augura che entrambi i manuali diventeranno presto obsoleti, e promuove invece la diffusione di una pubblicazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nota come Linee Guida di Intervento mhGAP, che suddivide i disturbi mentali in sole 11 categorie. David Kupfer, invece, sostiene che il DSM ha ancora un futuro e prevede "aggiornamenti incrementali" basati sulle più recenti ricerche.

L'importanza di nuovi apporti scientifici è sottolineata anche dal Royal College of Psychiatrists nel Regno Unito e dall'Istituto azionale di Salute Mentale negli USA: entrambi hanno invocato l'introduzione di "nuove modalità di ricerca" per migliorare il processo diagnostico psichiatrico. Saranno probabilmente i progressi compiuti, in particolare nel campo delle neuroscienze, a svuotare di significato il dibattito sul DSM: per certi versi, infatti, l'attuale psichiatria rimane saldamente ancorata al passato. Il professor Craddock la paragona alla cardiologia prima che fosse ben compreso il meccanismo della pompa cardiaca e prima dell'invenzione dell'elettrocardiogramma.(science)

24/05/14

Cerchi un rimedio contro la carie? Bevi vino rosso.

A chi non dispiace un buon bicchiere di vino rosso durante i pasti, assaporarne il gusto e trarne gli effetti benefici? Già nel 1995 una ricerca dell'università di Copenaghen aveva dimostrato che un consumo non eccessivo e regolare di vino durante i pasti, meglio se vino rosso, limita il rischio di malattie cardio-vascolari, (ma ultimamente sembra sia stato smentito), protegge contro il cancro e fortifica le difese immunitarie, inoltre essendo ricco di antiossidanti, combatte i radicali liberi presenti nel nostro organismo. Ora un altro studio, questa volta del Consiglio nazionale di ricerca spagnolo, pubblicata sulla rivista Journal of Agricultural and Food Chemistry, dimostra che il vino rosso ha dei risultati molto positivi sulla carie. E’ noto che i batteri della bocca si organizzano in un biofilm, cioè un’ aggregazione complessa di microrganismi appunto caratterizzata dalla secrezione di una matrice adesiva, di conseguenza formano della placca e degli acidi che iniziano a danneggiare la nostra dentatura e contro i quali non c’è acqua, spazzolini o dentifrici al fluoro che tengano. Non è così per i polifenoli presenti nel vino rosso e soprattutto nei semi dell’uva. entrano in gioco i polifenoli, contenuti nel vino e nei semi dell’uva, che hanno proprietà di rallentare la proliferazione dei batteri. La dottoressa Maria Victoria Moreno-Arribas e la sua equipe hanno creato dei biofilm costituiti da batteri dannosi per la salute dentale, li hanno poi immersi in soluzioni di vino rosso, vino rosso senza alcol, vino ed estratto di semi d’uva e acqua con 12 per cento di etanolo. Il risultato è stato che il vino, in tutte le sue declinazioni, si mostrava molto attivo nel disintegrare i batteri. (immagine presa dal web)

23/05/14

Opel UR:BAN | Niente più traffico!

Circolare in città vuol dire convivere con numerosi automobilisti, centauri, perdoni e mezzi di trasporto. Sinonimo anche di dovere fare fronte ad una situazione di traffico alquanto complessa dovuta ad un alto numero di attività da svolgere. 

A tal proposito alcuni gruppi di esperti di Opel, chiamati a realizzare lo sviluppo di nuovi sistemi di assistenza innovativi per alzare il livello di efficienza e sicurezza del trasporto urbano, stanno partecipando al progetto di ricerca UR:BAN, ovvero sia, dei sistemi di assistenza, orientati agli utenti e gestione di reti.

Lo scopo a cui è finalizzato il progetto, finanziato in parte dal governo tedesco, è quello di fornire agli automobilisti e veicoli commerciali un supporto per il prossimo futuro, personalizzato e adatto alla guida nel traffico urbano. Trentuno partner provenienti dal settore automobilistico, dall'elettronica e dall'industria del software, insieme in totale sinergia con istituti di ricerca e autorità locali, stanno realizzando certi sistemi intelligenti di assistenza e collaborazione per la gestione del traffico.
Progetto UR:BAN di Opel
(immagine dal web)

Il progetto di ricerca UR:BAN è in fase di realizzazione e avrà termine nel 2016, è strutturato in tre pilastri: 
  • Assistenza cognitiva
  • Sistemi di traffico in rete 
  • Fattori umani nel traffico 
"Opel collabora come partner a tutti i tre pilasti del progetto" ha spiegato Michael F. Ableson, membro del consiglio di amministrazione e Vice Presidente Engineering di GM Europe. "L'attenzione è sempre rivolta all'essere umano. Team di ingegneri, fisici e psicologi del traffico stanno studiando l'assistenza in situazioni difficili, la messa in rete intelligente di veicoli e infrastrutture, il comportamento dei guidatori e un'interazione uomo-macchina la più adatta possibile alla guida nel contesto urbano". (ilsole24ore)

26/04/14

Tre "Chicche" che la ricerca scientifica ci regala

Scienziati rivelano di aver trovato una nuova forma geometrica giocando con elastici Ricercatori di Harvard stavano tentando di fabbricare nuove molle per un progetto, quando si sono imbattuti in una forma unica. Comprendere precisamente come forgiare in modo prevedibile e coerente queste strutture consentira’ agli scienziati di imitare queste caratteristiche geometriche in nuove molecole per nanodispositivi, tra cui sensori, risonatori e assorbitori di onde elettromagnetiche. Questa immagine mostra un elica (in alto), una hemihelix con una perversione contrassegnata da una freccia (al centro), e un hemihelix con più perversioni (in basso).


Morte del car wash? Nissan sviluppa la prima auto autopulente al mondo Gli ingegneri del Nissan Technical Center Europe hanno messo a punto una vernice, ora in fase di sperimentazione pratica, capace di respingere polvere, fango, sostanze oleose, acqua e quant’altro normalmente imbratta la carrozzerie delle auto rendendo inevitabile il ricorso agli autolavaggi, con dispendio di tempo e denaro.


Quando l'auto si mette in movimento parte il blocco agli sms 
Apple ha sviluppato una tecnologia per iPhone che spegne automaticamente le funzionalità sms quando si determina che un utente sta guidando, contribuendo a mitigare potenziali incidenti derivanti da distrazioni durante la guida. I primi ad installare il dispositivo Ferrari, Mercedes e Volvo, ma saranno seguite presto da case automobilistiche tra cui BMW, Ford, General Motors, Honda, Hyundai

05/04/14

Sharon Stone nei suoi ben portati 56 anni.

Al suo quarto "Annual amfAR Inspiration Gala" a Sáo Paulo, Sharon Stone è apparsa raggiante "trentenne" nei suoi ben portati 56 anni. Testimonial della Fondazione per la ricerca sull'AIDS da 20 anni, ma sembra non essere passato un giorno per lei.

Sharon Stone 56enne

 La 56enne attrice Sharon Stone, si è presentanta a casa del presidente onorario Dinho Diniz - sede di 4th Annual Inspiration Gala amFAR di Sao Paulo- in un abito nero senza maniche e stringato in vita, che lasciava intravvedere una figura ben tonica. Fotografi hanno immortalato l'evento, ma è stata la forma perfetta di Sharon a catturare la loro attenzione. La sua bellezza naturale sembrava essere accentuata solo da un sottilissimo make-up. Nonostante il suo aspetto giovanile, Sharon si è sposata due volte, ed ha recentemente ammesso che un aspetto giovane non è mai stata una sua priorità. "L'idea che essere giovanile sia l'unica cosa bella e attraente, semplicemente non è vera", ha detto alla rivista Shape. 'Non voglio essere una bellezza senza età. Voglio essere una donna che si assume la responsabilità del tempo che passa, voglio accettare i segni del tempo com stato espressivo della mia esperienza". Sharon ammette che c'è stato un momento nella sua vita in cui ha lottato per riuscire ad accettare il processo di invecchiamento. " Non posso fermare il tempo e quindi meglio accettare il processo di invecchiamento e guardare a ciò che porta di positivo nella mia vita". Sharon ha iniziato la sua collaborazione con amFAR nel 1995, quando ha accettato l'offerta di servire come presidente della campagna di amfAR per la ricerca sull'AIDS. Altri ospiti hanno partecipare all'evento incluse top model Kate Moss e Naomi Campbell entrambe le quali collaborano a fianco dell'attrice come co-presidenti. Prima della manifestazione di Venerdì sera, Amfar, la Fondazione per la ricerca sull'AIDS, aveva sollevato più di $ 10 milioni attraverso la sua serie Inspiration, che cerca di sensibilizzare l'AIDS e le risorse nella loro lotta contro la malattia. Los Angeles, New York, Miami, Rio De Janeiro, Parigi e Toronto hanno ospitato l'evento, che si concentra su tema diverso ogni anno su ispirazione di un Design.
Shirley Mallmann                  Kate Moss 
Naomi CampbellCandice Swanepoel


04/04/14

Fare luce sull'Autismo

Il 2 aprile si è celebrata la Giornata Mondiale dell'Autismo, indetta dall'Onu nel 2007,con lo scopo di favorire la diffusione di conoscenze e informazioni relative a questa patologia. L'Autismo contempla tutto uno spettro di disturbi autistici che interessano lo sviluppo del sistema nervoso centrale e che si manifestano sin dai primi anni di vita.

Si tratta di una patologia che danneggia le funzioni celebrali, compromettendo la crescita psichica ed emotiva dei bambini e le capacità d'interazione sociale; determinando situazioni di mutismo, isolamento e indifferenza nei confronti del mondo esterno. Secondo le stime questo disturbo, in Italia, riguarda  all'incirca 550 .000 soggetti e nella maggior parte dei casi ad esserne affetti sono soprattutto i maschietti. 
I bambini colpiti da sindrome autistica manifestano comportamenti di isolamento e disinteresse nei confronti di chi li circonda nonché problemi di linguaggio e comunicazione; laddove lo sviluppo delle capacità verbali non è addirittura assente, infatti, manifestano difficoltà nel dialogare o nell'esprimersi in maniera appropriata. 
Uno degli aspetti più gravi dell'autismo è la tendenza all'autolesionismo e all'aggressività e la totale assenza di reazioni affettive ed emotive.  Se da un lato le terapie che fanno ricorso alla musica, all'arte, al disegno, così come lo sport e la pet-terapy, si sono mostrate molto utili proprio perché stimolano l'interazione, la comunicazione e lo sviluppo dell'espressione emotiva; dall'altro lato, fermo restando l'importanza della vaccinazione, non si è individuata nessun tipo di relazione tra la malattia e i vaccini, come dichiarato dal ministro della salute Beatrice Lorenzin.  Ciò che può fare davvero la differenza nel caso dei disturbi dello spettro autistico, come in altri casi,  è sempre la prevenzione e dunque la diagnosi precoce. E proprio sull'importanza della prevenzione si è basata la campagna di quest'anno e le iniziative promosse. Una di queste è il progetto Otto Passi Avanti, che nasce a Roma per essere diffuso su ampia scala, in tutto il territorio nazionale. Scopo del progetto è informare e formare adeguatamente pediatri, personale di asili nido e genitori sulle caratteristiche della patologia, su come individuarla e gestirla.
"La diagnosi precoce è possibile" spiega Stefano Vicari, responsabile Unità Operativa Neuropsichiatria Infantile dell'Ospedale capitolino Bambin Gesù, ma è necessario che nelle strutture pubbliche e nelle ASL vengano garantiti servizi pediatrici adeguati. Fondamentale anche il sostegno alla ricerca per fare luce su un disturbo molto diffuso ma le cui cause sono ancora poco chiare.


30/03/14

Il chewing gum responsabile dei tuoi mal di testa.

Le cause del mal di testa sono molteplici, ma quella più diffusa sicuramente è la gomma da masticare. Lo dimostra una ricerca pubblicata su Pediatric Neurology e condotta da un gruppo di ricercatori del Meir Medical Center dell'università di Tel-Aviv in Israele, secondo cui molti casi di mal di testa nei giovanissimi ( ma anche nei meno giovani) sarebbero da attribuire alla cattiva abitudine di masticare chewing gum per ore e ore. Secondo gli autori il mal di testa è molto diffuso tra bambini e adolescenti, ancora di più tra le ragazzine. Tra le cause scatenanti questa fastidiosissima patologia ci sono lo stress, stanchezza, mancanza di sonno, rumori, l'uso prolungato di videogiochi, il fumo, i pasti saltati e il ciclo mestruale. Il neurologo Nathan Watemberg ha notato che molti dei suoi giovani pazienti, in particolare le femmine, erano soliti masticare il chewing-gum per ore e ore. Si è chiesto perciò se non potesse esservi un legame fra il masticare continuo e la comparsa del dolore, anche perché nella sua esperienza si era accorto che spesso, smettendo di masticare, il mal di testa come per incanto svaniva di lì a poco. Il medico ha condotto perciò una ricerca su 30 suoi pazienti dai 6 ai 19 anni con cefalea cronica e l’abitudine a masticare “cicche” ogni giorno, da una fino addirittura a sei ore quotidiane: a tutti ha chiesto di bandirle per un mese. Dopo trenta giorni senza gomme 19 ragazzini su 30 hanno visto sparire completamente il mal di testa, che in altri 7 casi era diminuito per frequenza e intensità. Facendo una controprova, 26 partecipanti hanno accettato di riprendere a masticare chewing-gum per due settimane: tutti hanno manifestato di nuovo la consueta cefalea nel giro di pochi giorni. Due le teorie chiamate in causa per questo mal di testa. La prima riguarda l’aspartame, il dolcificante contenuto in molti di questi prodotti: ma se fosse colpa del dolcificante dovrebbero soffrire di mal di testa anche i consumatori assidui di tutti i cibi e le bevande zuccherate. La seconda ipotesi è quella più probabile, secondo cui la masticazione della gomma provoca uno stress dell’articolazione temporo-mandibolare: in genere le gomme si tengono in bocca a lungo, masticandole ben oltre la scomparsa del loro sapore, e ciò costringe al “superlavoro” questa articolazione che peraltro è fra le più usate. Inoltre esistono prove scientifiche che una disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare possa davvero provocare mal di testa. Una scoperta che può avere immediate ripercussioni, secondo il neurologo: in un paziente con mal di testa (vale per i giovani, ma forse anche per i “ruminanti” più attempati) il consiglio di lasciar perdere le gomme è a costo zero e può risolvere una certa quota di casi senza necessità di ulteriori terapie.

16/03/14

Un oceano d'acqua | Sotto il mantello...terrestre si cela un diamante unico e raro: la ringwoodite!

Un oceano d'acqua: sotto il mantello...terrestre si cela un diamante unico e raro: la ringwoodite! Pare che da una recente ricerca sia scaturito che nel mantello terrestre ci sia una quantità d’acqua paragonabile a quella di un oceano!

Non si riferisce ovviamente ad acqua allo stato liquido trattenuta in uno strato e nemmeno nelle porosità delle rocce, come accade per esempio con il petrolio o i gas a quote molto meno profonde, ma bensi del gruppo ossidrilico (-OH) facente parte della struttura cristallina di un particolare minerale: la ringwoodite.
La ringwoodite è una particolare forma di olivina, il minerale di cui è formata la parte superiore del mantello, che fino ad ora è stato rinvenuto soltanto in alcune meteoriti oppure creato in laboratorio sottoponendo l’olivina ad altissime pressioni, quelle in particolar modo che si riescono a trovare nel sottosuolo a profondità di circa 410 km. A tali pressioni l’olivina subisce un cambiamento di fase, trasformandosi per l'appunto in ringwoodite. Con una peculiarità: nella sua composizione chimica appare evidente una significativa quantità d’acqua (fino al 2,5% in peso) sotto forma di ossidrile.
Mantello terrestre

Zona di transizione
Lo ha scoperto un gruppo internazionale di ricerca guidato da Graham Pearson, dell’Università dell’Alberta (Canada) e di cui fa parte Fabrizio Nestola del dipartimento di geoscienze dell’Università di Padova. Lo studio è stato pubblicato il 13 marzo su Nature e conferma un’ipotesi contestata ma che negli ultimi tempi ha preso corpo tra i geologi: l’esistenza di grandi volumi di acqua intrappolati tra 410 e 660 km di profondità nella zona di transizione tra il mantello superiore e inferiore della Terra. «Nella zona di transizione ci potrebbe essere tanta acqua quanto quella contenuta in tutti gli oceani in superficie e forse anche di più», azzarda una stima Paerson.

Area «umida»
Questa scoperta è fondamentale perché nella zona di transizione avvengono importanti fenomeni geologici che hanno ripercussioni sul movimento delle placche e sulla formazione di magmi profondi. Sarebbe quindi la conferma di un’ampia fascia, o almeno di alcune aree umide all’interno della zona di transizione, in contrapposizione a due aree molto più secche del mantello superiore e inferiore. Subduzione Ma come ci è arrivata tutta quest’acqua a simili profondità? Con la subduzione delle placche oceaniche sotto quelle continentali (come la placca del Pacifico che subduce al largo del Giappone e che ha provocato il grande terremoto più tsunami dell’11 marzo 2011).
Le rocce sedimentarie dei fondi oceanici contengono grandi quantità di acqua che vengono in questo modo trasportate in milioni di anni a centinaia di chilometri di profondità.
Ringwoodite

Scoperta casuale in un diamante 
La scoperta della ringwoodite è stata del tutto casuale. Il gruppo di Pearson nel 2008 stava compiendo ricerche nel Mato Grosso (Brasile) su altri minerali quando è stato avvicinato da un cercatore dilettante di diamanti che aveva trovato una piccolissima gemma (3 millimetri) marroncina e sgraziata nella sabbia di un fiume presso Juina. La pietra non era un granché e venne venduta per 20 dollari.
Una volta tornati in laboratorio, la pietra venne affidata a un giovane laureando per un’analisi ma si accorse che conteneva un’inclusione microscopica, invisibile a occhio nudo, di un minerale che non riusciva a identificare. Da qui è partita una sofisticatissima ricerca basata sui sistemi più avanzati come spettroscopia Raman a infrarossi ed a diffrazione di raggi X nei laboratori di analisi più accreditati prima che fosse ufficialmente confermata come ringwoodite.
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