Tutto cominciò...: Acqua e limone ogni mattina: 4 benefici in breve: Sono anni ormai che ogni mattina, appena alzata, spremo il succo di un limone e vi aggiungo 250 ml di acqua tiepida , che bevo e poi mi ded...
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12/05/15
07/11/14
Ad ognuno la propria acqua minerale voi, di che acqua siete?
Pubblicato da
Lifarnur
Avete mai pensato quale acqua minerale vi si addcie di più, a quella che meglio soddisfa le vostre esigenze? Le acque non sono tutte uguali e possono essere classificate secondo alcuni parametri ben precisi: il contenuto di gas, il residuo fisso e la composizione di sali minerali.
Questo significa che ogni acqua è unica nel suo genere e proprio per questo ad ognuno di noi ha la possibilità di scegliere la propria.
Un’acqua povera di sali minerali è adeguata per diluire il latte in polvere destinato a neonati e lattanti; inoltre, grazie alle sue proprietà diuretiche, può essere utile a chi soffre di microcalcoli o di sabbiolina per fare un “lavaggio” dei reni;
per chi fa sport o durante il periodo estivo, quando si suda maggiormente, è raccomandata un’acqua minerale che aiuti a reintegrare i sali persi;
un’acqua bicarbonata, se bevuta durante i pasti, favorisce la digestione;
quella ricca di calcio è indicata per la crescita dei bambini, per le donne in gravidanza e negli adulti per prevenire l’osteoporosi.
Ad esempio l’acqua minerale ricca di calcio biodisponibile (cioè quello l’organismo assimila senza eliminarlo) è particolarmente adatta a chi ha difficoltà nell’assorbimento di questo elemento attraverso il latte e i derivati;
le acque solfate aiutano, invece, a combattere la stitichezza.
La scelta delle acque minerali è, però, la sintesi delle esigenze e dello stato psicologico del momento: ad esempio, quando si è assetati si ha il desiderio di un’acqua piatta e fresca, mentre quando fa molto caldo o semplicemente si vuole aiutare la digestione, si sente il desiderio di bere un’acqua gasata e ricca di magnesio.
Questo significa che ogni acqua è unica nel suo genere e proprio per questo ad ognuno di noi ha la possibilità di scegliere la propria.
Un’acqua povera di sali minerali è adeguata per diluire il latte in polvere destinato a neonati e lattanti; inoltre, grazie alle sue proprietà diuretiche, può essere utile a chi soffre di microcalcoli o di sabbiolina per fare un “lavaggio” dei reni;
per chi fa sport o durante il periodo estivo, quando si suda maggiormente, è raccomandata un’acqua minerale che aiuti a reintegrare i sali persi;
un’acqua bicarbonata, se bevuta durante i pasti, favorisce la digestione;
quella ricca di calcio è indicata per la crescita dei bambini, per le donne in gravidanza e negli adulti per prevenire l’osteoporosi.

le acque solfate aiutano, invece, a combattere la stitichezza.
La scelta delle acque minerali è, però, la sintesi delle esigenze e dello stato psicologico del momento: ad esempio, quando si è assetati si ha il desiderio di un’acqua piatta e fresca, mentre quando fa molto caldo o semplicemente si vuole aiutare la digestione, si sente il desiderio di bere un’acqua gasata e ricca di magnesio.
25/10/14
Lontani dall'acqua e restare in forma sulle "due ruote" più sane del mondo
Pubblicato da
Vito Ienna
Proprio come ha sempre detto il campione di ciclismo Francesco Moser, “Un ciclista deve fare solo una cosa, cioè evitare di prenderla... Soltanto durante la corsa non puoi farne a meno di pedalare sotto l'acqua. Se ancora non si è usciti per allenarsi e fuori piove, meglio restare a casa: certe volte è meglio un giorno di pausa che un allenamento fatto male.
Se invece siete già per strada e inizia a piovere, sarà il caso di cercare il tragitto più breve per fare ritorno a casa. Questo è quel che facevo pure quando ero in attività agonistica”. Quindi, diamo per certo che la stragrande maggioranza di noi abbia inteso cosa Moser abbia voluto trasmetterci e che, se dovesse piovere o giù di lì, sia meglio lasciare la mitica "due ruote" in camerino (nel caso si dovesse trattare di una sessione d'allenamento) o fare uso dei mezzi pubblici (in caso di necessità nel doversi spostare in città), andiamo ad esaminare come fare fronte alla situazione negli altri casi, ovvero quando ci si trova costretti a doverla affrontare.
Dato per certo che la prudenza assume il ruolo imprescindibile in questi casi di alleato primo per tutte e due le categorie di ciclisti, in quanto un malessere o peggio un incidente possono portare a fare a meno di dare luogo ai vari allenamenti e competizioni, ma pure a giorni di lavoro, queste alcune considerazioni riguardo sia alle condizioni ambientali sia alla bicicletta. Alla pioggia si somma l’acqua sollevata dalla proprie e dalle altre bici, nonché dalle macchine, quindi visibilità peggiora notevolmente, soprattutto a livello periferico, mentre i tempi di reazione si dilatano.
La tenuta di strada viene meno proporzionalmente all'essere in grado di riuscire a valutare lo stato del manto stradale, su cui la presenza di buche e malformazioni è celata dalle pozzanghere. Pure la frenata risulta meno efficace, in quanto che i pattini iniziano a fare grip soltanto quando l’attrito ha reso asciutto il tratto frenante e si deteriorano pure prima, condizioni ancora più evidenti se si fa uso di cerchi in carbonio. In questo caso i freni a disco garantiscono prestazioni che poco si discostano da quelle in condizioni di asciutto. Fatte queste premesse, ecco un decalogo per ridurre al minimo le situazioni di disagio e pericolo in città come fuori. I primi consigli sono espressamente rivolti ai ciclisti urbani, gli altri riguardano più direttamente chi invece veste in jersey e impugna pieghe curve.
- Lascia l’ombrello e fai uso di una più opportuna mantellina. Protegge molto di più e, cosa fondamentale, ti consente di tenere entrambe le mani sul manubrio.
- "Dialoga" con gli altri utenti della strada, pure la loro guida è inficiata dalla pioggia e tu sei meno appariscente. Fai in modo di segnalare la tua presenza e cosa vuoi fare con anticipo ed evidenza.
- Buche, malformazioni, rotaie e strisce segnaletiche diventano un problema già quando la strada è asciutta; in caso di pioggia sono una vera insidia. Se le individui con anticipo le scansi o le attraversi con un cambio di traiettoria netto ma, soprattutto, non ci freni sopra!
- Attrezzati ad affrontare e a difenderti dalle bordate di acqua sollevate dalle auto e dalle moto, da quelle che ti bagnano solo fino al ginocchio, a quelle che fanno il servizio completo. E evitiamo il discorso dei liquami, che ogni tanto si mischiano all’acqua piovana per rendere più "profumata" la doccia.
- Rallenta. Non è così scontato, dato che quando si è sorpresi dalla pioggia si tende a percorrere il tragitto verso casa nel minor tempo possibile. Una volta che sei zuppo, 10 minuti in più di acqua non cambiano la situazione...
- Diminuisci la pressione delle gomme. In questo modo aumenta l’impronta a terra del battistrada e migliora il grip. Sì, ma quanto devo sgonfiarle? Vai a sensazione. Fallo un po’ alla volta, magari provando dopo un temporale, approfittando della strada ancora bagnata.
- Occhio ai freni. La tenuta di strada è poca e la frenata diventa un momento delicato. Vietato inchiodare! L’azione deve essere su entrambi i freni, graduale (quindi anticipata) e, se proprio vi trovate costretti a rallentare in poco spazio, cercate di ricreare l’effetto ABS, con brevi pinzate decise.
- Cambia il modo di affrontare le curve. Traiettorie larghe, bici poco inclinata e frenata anticipata sono le regole d’oro, soprattutto in discesa.
- Aumenta la distanza tra te e i tuoi compagni, sia per evitare di prendere in faccia l’acqua alzata da chi ti precede, sia per aumentare i tempi di reazione in caso di manovre o frenate improvvise. Stare a ruota quando piove ha un’unica conseguenza: guidare più tesi.
- Aiuta chi ti segue a guidare sicuro. Segnala ai tuoi compagni sia i tuoi spostamenti, sia eventuali ostacoli, così da evitare loro di dover fare bruschi cambi di direzione
02/10/14
Più aziende attente all'ambiente: è il desiderio degli italiani
Pubblicato da
Lifarnur
Assorel, l'Associazione italiana delle agenzie di relazioni pubbliche ha commissionato a Swg, società esperta in ricerche di mercato una ricerca per capire quanto gli italiani siano attenti alle tematiche ambientali.
Ebbene, le aziende che vogliono guadagnare di più dovranno stare molto attente a come si comportano con il pianeta. Pena la perdita di clienti, che potrebbero scegliere di acquistare prodotti realizzati da imprese più “verdi”. Ecco quanto è emerso dalla ricerca, svolta su un campione eterogeneo di 1.500 intervistati: il 90 per cento degli italiani ritiene importante che le aziende si occupino di salvaguardare l’ambiente e quelle che lo fanno hanno più possibilità di catturare l’attenzione (e quindi le spese) dei consumatori.
Con i tempi che corrono, è un fattore di riflessione importante. Secondo più della metà degli intervistati (53 per cento), la responsabilità della tutela dell’ambiente è delle persone, che con i loro atteggiamenti possono fare la differenza. Al secondo posto gli italiani mettono la responsabilità delle amministrazioni (50 per cento) e delle imprese (43). A proposito di responsabilità individuale: la differenziazione dei rifiuti è considerata particolarmente importante da 7 italiani su 10 e addirittura più del 57 per cento del campione sostiene di differenziare sempre carta e plastica, il 55 differenzia il vetro, il 44 l’umido (anche se gli ultimi dati Ispra sullo stesso argomento sostengono che la media di differenziazione, a livello nazionale, sia del 39 per cento).
Ma andiamo avanti, il 40 per cento delle persone fa attenzione a non sprecare l’acqua, mentre solo il 21 per cento pensa che sia importante limitare l’utilizzo di auto e motocicli, più della metà dice di farlo, anche se poi il 62 per cento dichiara che il mezzo preferito per gli spostamenti è sempre l’automobile. Il 57 per cento spegne i caloriferi se non è in casa; il 73 per cento tiene le finestre chiuse se il condizionatore è in funzione; il 59 per cento utilizza lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico.
Altra importante tendenza: secondo il 76 per cento del campione, preoccuparsi del pianeta non è e non deve essere una moda. Si sfata così il mito dell’”attenzione all’ambiente per i pochi che se lo possono permettere”, diventando invece un tema che deve e può essere affrontato da tutti. Per questo ci si informa di più: tramite web (56 per cento), Tv (48), giornali (27) e radio (solo 13 per cento). Quali sono i migliori strumenti di tutela? Secondo la ricerca, l’educazione a uno stile di vita risparmioso per il 52 per cento del campione, maggiori controlli sugli scarichi industriali (39), uso delle fonti rinnovabili (34) e incentivi all’utilizzo di materiali ecosostenibili (32).
Ebbene, le aziende che vogliono guadagnare di più dovranno stare molto attente a come si comportano con il pianeta. Pena la perdita di clienti, che potrebbero scegliere di acquistare prodotti realizzati da imprese più “verdi”. Ecco quanto è emerso dalla ricerca, svolta su un campione eterogeneo di 1.500 intervistati: il 90 per cento degli italiani ritiene importante che le aziende si occupino di salvaguardare l’ambiente e quelle che lo fanno hanno più possibilità di catturare l’attenzione (e quindi le spese) dei consumatori.
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Ambiente immagine presa dal web |
Con i tempi che corrono, è un fattore di riflessione importante. Secondo più della metà degli intervistati (53 per cento), la responsabilità della tutela dell’ambiente è delle persone, che con i loro atteggiamenti possono fare la differenza. Al secondo posto gli italiani mettono la responsabilità delle amministrazioni (50 per cento) e delle imprese (43). A proposito di responsabilità individuale: la differenziazione dei rifiuti è considerata particolarmente importante da 7 italiani su 10 e addirittura più del 57 per cento del campione sostiene di differenziare sempre carta e plastica, il 55 differenzia il vetro, il 44 l’umido (anche se gli ultimi dati Ispra sullo stesso argomento sostengono che la media di differenziazione, a livello nazionale, sia del 39 per cento).
Ma andiamo avanti, il 40 per cento delle persone fa attenzione a non sprecare l’acqua, mentre solo il 21 per cento pensa che sia importante limitare l’utilizzo di auto e motocicli, più della metà dice di farlo, anche se poi il 62 per cento dichiara che il mezzo preferito per gli spostamenti è sempre l’automobile. Il 57 per cento spegne i caloriferi se non è in casa; il 73 per cento tiene le finestre chiuse se il condizionatore è in funzione; il 59 per cento utilizza lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico.
Altra importante tendenza: secondo il 76 per cento del campione, preoccuparsi del pianeta non è e non deve essere una moda. Si sfata così il mito dell’”attenzione all’ambiente per i pochi che se lo possono permettere”, diventando invece un tema che deve e può essere affrontato da tutti. Per questo ci si informa di più: tramite web (56 per cento), Tv (48), giornali (27) e radio (solo 13 per cento). Quali sono i migliori strumenti di tutela? Secondo la ricerca, l’educazione a uno stile di vita risparmioso per il 52 per cento del campione, maggiori controlli sugli scarichi industriali (39), uso delle fonti rinnovabili (34) e incentivi all’utilizzo di materiali ecosostenibili (32).
26/09/14
Tartarughe di pane | Oggi lo faccio io
Pubblicato da
Galadriel
INGREDIENTI PER 6 PANINI

*farino bianca g 500
* parmigiano grattugiato
*latte g 170
*olio d'olivo
*lievito di birra
*g 2 sale
*olive nere
*acqua g 70
*un uovo
TEMPO:30' + lievitazione
PREPARAZIONE Stemperate il lievito e un pizzico di sale nel latte intiepidito e allungato con g 70 di acqua. Mettete nella ciotola dell'impastatrice la farina, il lievito sciolto e 2 cucchiaiate d'olio. Avviate l'apparecchio lavorando a lungo con la frusta a gancio per ottenere una pasta elastica ed omogenea che lascerete lievitare per un'ora in luogo tiepido. Per ciascun animale saranno necessari circa g100 di pasta lievitata con cui fare corpo, zampe e testa. Per il corpo occorre una pagnottella da g 50; il resto della pasta, suddiviso in palline schiacciate, servirà per le zampe, la coda, la testa. I vari pezzi si attaccano fra loro pennellandoli d'acqua. Dopo aver formato le tartarughe, pennellatele d'uovo battuto, incidete il dorso e cospargetelo di parmigiano, inserite due pezzetti di olive per gli occhi quindi infornateli a 200°C per 18' circa.

*farino bianca g 500
* parmigiano grattugiato
*latte g 170
*olio d'olivo
*lievito di birra
*g 2 sale
*olive nere
*acqua g 70
*un uovo
TEMPO:30' + lievitazione

17/09/14
Feltro e lana cotta fai da te
Pubblicato da
Lifarnur
I vecchi maglioni possono ben prestarsi ad essere riutilizzati prima di essere buttati via. Se infatti i maglioni sono infeltriti a causa di un errore di lavaggio o semplicemente perchè molto vecchi potete sempre utilizzarli per fare in casa il feltro o la lana cotta. E tutto a costo zero.
Tenete presente che è necessario che si tratti di tessuti in lana, poiché il processo di infeltrimento è legato alla tipologia delle fibre della lana stessa, che permettono ai tessuti di cambiare consistenza a contatto con il sapone e con l'acqua a temperatura elevata.
Una volta che i capi sono completamente infeltriti, potrete tagliare i vostri maglioni o coperte senza paura che la loro trama si disfi, poiché l'infeltrimento compatta le fibre.
Il feltro come dice il nome stesso, si ottiene tramite l'infeltrimento delle fibre. Il materiale che lo compone è la lana cardata di pecora. E' caldo, leggero e impermeabile. Per ottenerlo, si bagnano le fibre con acqua calda. Successivamente vengono poi intrise di sapone e sfregate a mano o in modo meccanico.
Per il feltro fatto in casa si può ricorrere a un'asse per lavare i panni o alla lavatrice. Il materiale di partenza migliore per il feltro fatto in casa è la lana cardata. Cercatela nei negozi di hobbistica e nelle mercerie. In ogni caso si può partire dai vecchi maglioni per ottenere un risultato simile al feltro vero e proprio.
Come fare il feltro con la lavatrice: ci sono due modi
1) Vi servirà un vecchio maglione non più utilizzato che contenga almeno il 50% di lana. Dovrete tagliare o scucire le maniche e dividerle dalla parte centrale del maglione. Poi separate la parte anteriore e posteriore. Ora dovrete passare al lavaggio in lavatrice. Inserite nel cestello le parti del maglione e aggiungete del sapone liquido. Scegliete un ciclo di lavaggio a temperatura elevata e programmate un risciacquo con acqua fredda. Il maglione dovrebbe restringersi molto dopo questo trattamento. Ma se desiderate ottenere del feltro ancora più resistente, potrete sfruttare il ciclo di asciugatura in lavatrice, o l'asciugatrice, se ne avete una a disposizione. Per questa operazione potrete utilizzare maglioni di diversi colori e coperte di lana. Una volta che il vostro feltro sarà pronto, potrete creare dei rombi di colori diversi, da cucire uno all'altro per ottenere una coperta patchwork, o un copricuscino, oppure potrete utilizzarli per dei lavoretti creativi, ritagliando dal feltro le forme necessarie.
2) Un altro metodo per trasformare i vecchi maglioni di lana in feltro suggerisce di utilizzare del detersivo liquido per i piatti in sostituzione del sapone liquido e di partire da maglioni di lana al 100% per avere i risultati migliori. Per ottenere del feltro più sottile, scegliete maglioni a trama fitta, mentre optate per maglioni a trama più larga per dare vita a del feltro più spesso. Riponete i vostri maglioni nel cestello della lavatrice e aggiungete due cucchiai di detersivo liquido per i piatti. Impostate il lavaggio alla temperatura più elevata e con il massimo livello di centrifuga. Con le lavatrici a carica frontale, potrete controllare il processo di infeltrimento ad intervalli brevi, in modo da poter fermare il lavaggio al momento giusto, quando il feltro raggiunge la consistenza desiderata. Con maglioni e tempi diversi si ottengono vari tipi di feltro. Si parla di feltro quando tutti i punti del filato non risultano più distinguibili.
La lana cotta è simile al feltro, ma si differenzia da esso per il tipo di materiale con cui viene ottenuta. Mentre per il feltro vero e proprio si impiega lana solamente cardata, la lana cotta viene ricavata dalla lana cardata e filata. Il tessuto di lana cotta viene realizzato mediante la lavorazione a maglia di filato di lana e grazie alla follatura, che ne causa il restringimento fino al 30%. Come per il feltro, la follatura avviene con l'impiego di acqua calda e sapone.
Per fare in casa la lana cotta partite da vecchi maglioni in lana cardata e filata.
Per fare la lana cotta con la lavatrice utilizzate vecchi capi composti da lana almeno al 60%. Dovete eseguire due lavaggi in lavatrice: un lavaggio a 60°C e subito dopo un lavaggio a freddo, in modo che le fibre si restringano. Potete ripetere l'operazione più volte fino a raggiungere il risultato desiderato, Fate asciugare la vostra lana cotta su un ripiano. Durante il lavaggio è utile inserire in lavatrice oggetti duri, come un paio di scarpe, per aumentare l'effetto di sfregamento del tessuto.
Tenete presente che è necessario che si tratti di tessuti in lana, poiché il processo di infeltrimento è legato alla tipologia delle fibre della lana stessa, che permettono ai tessuti di cambiare consistenza a contatto con il sapone e con l'acqua a temperatura elevata.
Una volta che i capi sono completamente infeltriti, potrete tagliare i vostri maglioni o coperte senza paura che la loro trama si disfi, poiché l'infeltrimento compatta le fibre.
Il feltro come dice il nome stesso, si ottiene tramite l'infeltrimento delle fibre. Il materiale che lo compone è la lana cardata di pecora. E' caldo, leggero e impermeabile. Per ottenerlo, si bagnano le fibre con acqua calda. Successivamente vengono poi intrise di sapone e sfregate a mano o in modo meccanico.
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Feltro immagine presa dal web |
Come fare il feltro con la lavatrice: ci sono due modi
1) Vi servirà un vecchio maglione non più utilizzato che contenga almeno il 50% di lana. Dovrete tagliare o scucire le maniche e dividerle dalla parte centrale del maglione. Poi separate la parte anteriore e posteriore. Ora dovrete passare al lavaggio in lavatrice. Inserite nel cestello le parti del maglione e aggiungete del sapone liquido. Scegliete un ciclo di lavaggio a temperatura elevata e programmate un risciacquo con acqua fredda. Il maglione dovrebbe restringersi molto dopo questo trattamento. Ma se desiderate ottenere del feltro ancora più resistente, potrete sfruttare il ciclo di asciugatura in lavatrice, o l'asciugatrice, se ne avete una a disposizione. Per questa operazione potrete utilizzare maglioni di diversi colori e coperte di lana. Una volta che il vostro feltro sarà pronto, potrete creare dei rombi di colori diversi, da cucire uno all'altro per ottenere una coperta patchwork, o un copricuscino, oppure potrete utilizzarli per dei lavoretti creativi, ritagliando dal feltro le forme necessarie.
2) Un altro metodo per trasformare i vecchi maglioni di lana in feltro suggerisce di utilizzare del detersivo liquido per i piatti in sostituzione del sapone liquido e di partire da maglioni di lana al 100% per avere i risultati migliori. Per ottenere del feltro più sottile, scegliete maglioni a trama fitta, mentre optate per maglioni a trama più larga per dare vita a del feltro più spesso. Riponete i vostri maglioni nel cestello della lavatrice e aggiungete due cucchiai di detersivo liquido per i piatti. Impostate il lavaggio alla temperatura più elevata e con il massimo livello di centrifuga. Con le lavatrici a carica frontale, potrete controllare il processo di infeltrimento ad intervalli brevi, in modo da poter fermare il lavaggio al momento giusto, quando il feltro raggiunge la consistenza desiderata. Con maglioni e tempi diversi si ottengono vari tipi di feltro. Si parla di feltro quando tutti i punti del filato non risultano più distinguibili.
La lana cotta è simile al feltro, ma si differenzia da esso per il tipo di materiale con cui viene ottenuta. Mentre per il feltro vero e proprio si impiega lana solamente cardata, la lana cotta viene ricavata dalla lana cardata e filata. Il tessuto di lana cotta viene realizzato mediante la lavorazione a maglia di filato di lana e grazie alla follatura, che ne causa il restringimento fino al 30%. Come per il feltro, la follatura avviene con l'impiego di acqua calda e sapone.
Per fare in casa la lana cotta partite da vecchi maglioni in lana cardata e filata.
Per fare la lana cotta con la lavatrice utilizzate vecchi capi composti da lana almeno al 60%. Dovete eseguire due lavaggi in lavatrice: un lavaggio a 60°C e subito dopo un lavaggio a freddo, in modo che le fibre si restringano. Potete ripetere l'operazione più volte fino a raggiungere il risultato desiderato, Fate asciugare la vostra lana cotta su un ripiano. Durante il lavaggio è utile inserire in lavatrice oggetti duri, come un paio di scarpe, per aumentare l'effetto di sfregamento del tessuto.
16/09/14
Attenzione a bere acqua in bottiglia, non sempre fa bene alla salute
Pubblicato da
Anonimo
Diversi di noi, cercano di prendere alla lettera i consigli dei medici, che raccomandano di bere almeno otto bicchieri di acqua al giorno ed è risaputo, che l'acqua potabile è fondamentale per mantenere la salute.
Nonostante tutti i miei sforzi per rimanere in buona salute, ero sconcertato quando ho visto che mi si sono presentati una serie di sintomi e non stavo per niente bene, mi sentivo gonfio e non riuscivo più a dormire.
A questo punto ho provato a togliere il pane dalla mia dieta, ma i risultati erano identici, anzi i probemi continuavano e aumentavano: dolori muscolari, dolori articolari, vertigini, palpitazioni, nausea e allora mi sono affidato ai consigli di: endocrinologi, neurologi, gastroenterologi, reumatologi e immunologi e ogni esperto mi dava la sua soluzioni per i sintomi che avevo.
Un medico naturopata mi ha dato la risposta: avevo una carenza di magnesio.
Sorprendentemente, bere acqua in bottiglia può causare, questo tipo di problema e il magnesio è vitale per il corpo e la sua mancanza può provocare parecchi disturbi e io li ho provati tutti.
La dose giornaliera raccomandata di magnesio per gli adulti è di 420 mg per gli uomini e 320 mg per le donne e si può ottenere facilmente da un mix di cereali integrali, verdure a foglia verde, noci e carne e cercando di evitare la caffeina, l’alcol, e lo zucchero che spingono i reni ad espellere il magnesio e lo riducono drasticamente.
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Acqua in bottiglia, non vuol dire sempre salute |
13/08/14
Canicola | Da dove viene il termine | Onde | Cos'è che le causa?
Pubblicato da
Vito Ienna
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La canicola, antico termine dell'emisfero settentrionale |
Il nome viene dal fatto.che in questo periodoca stella Sirio (detta in. latino canìcula cioè "cagnetta" appartenente alla costellazione del Cane maggiore) sorge contemporaneamente, o "poco prima del Sole. Gli antichi astronomi immaginarono erroneamente'che la comparsa simultanea della luce maggiore del giorno (il Sole) e della.stella più luminosa della notte (Sirio) fosse responsabile del calda estremo di quei giorni.
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Che cosa causa le onde del mare? |
Che cosa è che causa le onde?
Le onde si formano prevalentemente quando il vento soffia sulla superficie del mare e solleva una parte dell'acqua.Questo movimento, poi, si propaga anche a grandi distanze ed è per questo che a volte si vedono le onde anche in assenza di vento. La loro altezza dipende dall'intensità di quest'ultimo, dalla sua durata, dalla velocità e dal fetch, lo spazio di mare lungo il quale soffia. Nel Mediterraneo ci sono fetch limitati quindi sono rare onde alte più di qualche metro. Nell'oceano, invece, che è più aperto, possono raggiungere anche i 15-20 metri.(science)
11/08/14
Castelli di sabbia | Qual'è il modo migliore per costruirli?
Pubblicato da
Vito Ienna
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Il modo migliore per costruire i castelli di sabbia |
Curiosamente gli scienziati ci sono arrivati solo di recente, nonostante l'importanza per l'ingegneria civile di capire il comportamento della sabbia e di simili materiali "granulari".
Come sa ogni bambino che ha giocato in spiaggia, la sabbia asciutta si rifiuta di formare qualsiasi cosa di diverso da un patetico mucchietto a forma di cono, mentre la sabbia troppo bagnata si "sdraia". Chiaramente ci dev'essere un contenuto ottimale di acqua e l'anno scorso un gruppo di ricercatori dell'Università di Amsterdam ha appurato che è all'incirca di appena l'1 per cento.E sufficiente perché le molecole d'acqua colmino i vuoti tra i granelli di sabbia, tenendoli insieme all'attrazione per capillarità. E ci riescono davvero beni Gli studiosi hanno scoperto usando la quantità ottimale di acqua riuscivano a creare una colonna verticale di sabbia alta 2.5 metri e del diametro di appena 40 centimetri, prima che collassasse. Se le si dà una classica forma da castello di sabbia con le pareti inclinate, la torre potrebbe essere anche più alta. Quindi, il modo migliore per costruire un castello di sabbia è di aggiungere appena qualche goccio d'acqua alla sabbia.(science)
10/08/14
Perché l'odore dell'erba tagliata è così buono? | Si può bere l'acqua del mare?
Pubblicato da
Vito Ienna
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Perché l'odore dell'erba tagliata è così buono? |
L'erba che annusiamo è una miscela di idrocarburi ossigenati tra cui metanolo, etanolo, acetaldeide e acetone, detti green leafvolatiles (GLV).
Il profumo ci piace perché tendiamo ad associarlo all'estate e ai fine settimana. Questo odore, peraltro, non è una semplice conseguenza accidentale del taglio delle foglie. Ci sono indizi del fatto che le piante emettano di proposito composti volatili in risposta al danno subito. Le piante di tabacco selvatico, per esempio, emettono un certo GLV solo quando vengono mangiate dai bruchi: fa da segnale per attirare insetti vicini che si nutrono di bruchi.![]() |
Si può bere l'acqua del mare? |
Per questo, fin dall'inizio del Novecento e ottenendo migliori risultati negli ultimi venti anni, l'uomo ha cercato di rendere potabile l'acqua marina. La desalinizzazione è il processo di rimozione della frazione salina dall'acqua di mare. Attualmente è possibile ma presenta non poche controindicazioni sia dal punto di vista ecologico sia da quello economico, richiedendo molta energia. Dei diversi tipi di desalinizzatoli utilizzati, alcuni scaldano l'acqua di mare convertendo il vapore desalinizzato in acqua potabile, altri utilizzano membrane filtranti, altri ancora sfruttano lo scambio ionico dei sali. In attesa che le tecnologie siano perfezionate, meglio trattare l'acqua potabile a disposizione per quello che è: un tesoro.(science)
31/07/14
Idrogel al DNA | Gelatina mutaforma dotata di memoria
Pubblicato da
Vito Ienna
L'idrogel al DNA è una gelatina mutaforma fornita di memoria che si userà in ambito medico ed elettronico.
In genere, aggiungendo acqua a varie sostanze le si rende più fluide, ma c'è un nuovo materiale che, con l'acqua, assume spontaneamente una forma diversa. Benvenuti nel bizzarro mondo degli idrogel contenenti DNA.
Gli idrogel sono reti di polimeri simili a spugne, in grado di assorbire fino a 100 volte la propria massa in acqua. Sono già usati in alcune lenti a contatto e nei cuscinetti conduttori usati per gli elettrocardiografi. Ma presso la Cornell University, in USA, Dan Luo - specialista in usi insoliti del DNA - sta incorporando filamenti sintetici di materiale genetico in questi gel. Per darne una dimostrazione, Luo e la sua squadra hanno creato degli idrogel in stampi con la forma delle lettere D, N e A. Quando hanno versato il gel dagli stampi, ne sono venuti degli ammassi amorfi. Ma aggiungendo acqua il gel ha riformato le lettere.
Il DNA è compenetrato al gel e si comporta un po' come degli elastici incollati insieme. I filamenti di DNA si legano ad altri filamenti con basi complementari. Mettendo a punto materiale genetico che si collega in modi specifici, il gruppo di ricerca spera di raffinare le proprietà del gel. L'idrogel si potrà usare in medicina: un gel contenente un farmaco combacerebbe esattamente con una ferita. Si potrebbe usare addirittura in elettronica, come interruttore attivato dall'acqua. In un test presso la Cornell, un gel contenente particelle di metallo è stato posto tra due contatti elettrici e ha condotto elettricità. Dopo l'aggiunta di acqua il gel si è accorciato e si è perso il contatto.
APPLICAZIONI
• Impalcature per tessuti organici
• Tamponi contenenti farmaci per ferite
In genere, aggiungendo acqua a varie sostanze le si rende più fluide, ma c'è un nuovo materiale che, con l'acqua, assume spontaneamente una forma diversa. Benvenuti nel bizzarro mondo degli idrogel contenenti DNA.
Gli idrogel sono reti di polimeri simili a spugne, in grado di assorbire fino a 100 volte la propria massa in acqua. Sono già usati in alcune lenti a contatto e nei cuscinetti conduttori usati per gli elettrocardiografi. Ma presso la Cornell University, in USA, Dan Luo - specialista in usi insoliti del DNA - sta incorporando filamenti sintetici di materiale genetico in questi gel. Per darne una dimostrazione, Luo e la sua squadra hanno creato degli idrogel in stampi con la forma delle lettere D, N e A. Quando hanno versato il gel dagli stampi, ne sono venuti degli ammassi amorfi. Ma aggiungendo acqua il gel ha riformato le lettere.
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Il DNA è
In grado di formare il proprio nome quando viene incorporato in un idrogel che reagisce con l'acqua; è un materiale che potrebbe essere perfetto per tamponare |
Il DNA è compenetrato al gel e si comporta un po' come degli elastici incollati insieme. I filamenti di DNA si legano ad altri filamenti con basi complementari. Mettendo a punto materiale genetico che si collega in modi specifici, il gruppo di ricerca spera di raffinare le proprietà del gel. L'idrogel si potrà usare in medicina: un gel contenente un farmaco combacerebbe esattamente con una ferita. Si potrebbe usare addirittura in elettronica, come interruttore attivato dall'acqua. In un test presso la Cornell, un gel contenente particelle di metallo è stato posto tra due contatti elettrici e ha condotto elettricità. Dopo l'aggiunta di acqua il gel si è accorciato e si è perso il contatto.
APPLICAZIONI
• Impalcature per tessuti organici
• Tamponi contenenti farmaci per ferite
18/07/14
Da dove viene l'acqua della Terra?
Pubblicato da
Vito Ienna
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L'acqua potrebbe essere precipitata sulle Terra insieme alle comete |
Le spiegazioni si dividono in due gruppi: le cosiddette teorie "endogene", che sostengono che l'acqua avrebbe avuto origine dalla Terra stessa, e quelle "esogene", secondo le quali, invece, sarebbe stata trasportata qui da altrove.
Una possibile spiegazione endogena, per esempio, è che le molecole di acqua si siano formate a partire da molecole di idrogeno e di ossigeno combinatesi all'interno della Terra primordiale, e che siano poi emerse come vapore durante le eruzioni vulcaniche. In alternativa, molecole d'acqua già pronte potrebbero essere state trasportate sul nostro Pianeta dalle comete che si sa, contengono acqua ghiacciata e hanno bombardato la Terra primordiale. Fino a poco tempo fa, gli astronomi erano scettici nei confronti della teoria delle comete, la quale non potrebbe spiegare che circa uno 0,3 per cento dell'acqua oceanica contiene una forma insolita di idrogeno chiamata deuterio.
Nel 2011, però, gli studiosi hanno trovato acqua a base di deuterio sulla cometa Hartley 2: benché non sia una prova vera e propria che beviamo detriti di cometa, tale scoperta mantiene viva questa intrigante possibilità.(science)
17/07/14
Qual'è l'animale più grosso che corre sull'acqua?
Pubblicato da
Vito Ienna
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Basilisco che corre sull'acqua |
Pochi animali possono correre sull'acqua perché comporta un elevato dispendio energetico*.
Insetti come i gerridi, che pattinano sull'acqua negli stagni, sono abbastanza leggeri da essere supportati dalla tensione superficiale. Anche il geco pigmeo brasiliano può permettersi di sfruttare la centimetri di lunghezza. I basilischi sono lunghi quasi il doppio e pesano circa 80 grammi, ma possono fare brevi scatti sulla superficie dell'acqua grazie ai piedi palmati con i quali spingono l'acqua verso il basso a una velocità sufficiente per creare una forza verso l'alto che ne bilancia il peso.
In pratica, è come se stessero nuotando con colpi talmente vigorosi che il loro corpo si solleva dall'acqua.(science)
12/07/14
Sempre impeccabili
Pubblicato da
Vito Ienna
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Fior di loto |
Questo fenomeno, studiato per la prima volta negli anni Sessanta, è dovuto alla presenza di cristalli di una cera idrofobica di dimensioni nanometriche. Le gocce d'acqua rotolano su questa superficie ruvida portandosi dietro i granelli di polvere e di terra.
Negli ultimi anni di ricerche questa capacità è stata riscontrata anche in altre 200 piante ma il loto è quella più nota tanto che si parla di "effetto loto" quando si descrive l'abilità di autopulirsi. L'epidermide di Nelumbo lutea e di Nelumbo nucifera, le uniche due specie di loto esistenti, restano talmente lustre che molti ricercatori stanno studiando come realizzare, attraverso le nanotecnologie, dei materiali che la imitino. E un gruppo di ricerca internazionale che nasce dalla collaborazione fra la Duke University, il MIT (Massachusetts Institute of Technology), e l'Università di Trento ci è riuscito: una foglia artificiale costituita da un foglio di grafene sovrapposto a un substrato di materiale polimerico che riesce a pulirsi e che potrà essere utilizzata in diversi campi. Dalla medicina alla ingegneria, dall'aeronautica all'architettura, il mondo vegetale ispira la scienza.(science)
11/07/14
Salute | Il benessere del nostro corpo passa attraverso l'acqua: quanta e come berla?
Pubblicato da
Romolo Benedetti
L'acqua è uno dei componenti principali del nostro corpo e un apporto insufficiente di acqua crea inevitabilmente problemi più o meno gravi in tutti o quasi i suoi distretti. Ecco alcuni motivi per i quali il nostro organismo necessita di un regolare apporto idrico. 1) Favorisce l'eliminazione delle scorie dell'organismo tramite le urine e la sudorazione corporea. 2) Da un punto di vista estetico dona una certa delicatezza ai tessuti. 3) Alcune parti del nostro corpo hanno bisogno costantemente di essere umidi, come naso, occhi, orecchie, gola. 4) Contribuisce a mantenere costante il liquido sinoviale nelle nostre articolazioni.
Ma quanto bisogna bere? Non esiste una quantità precisa e categorica, dipende da diversi fattori come l'attività fisica, la stagionalità, la zona di residenza e via di seguito. Sicuramente non si dovrebbe scendere al di sotto di 1,5 litri da bere nell'arco della giornata, L'attività fisica determina un aumento della temperatura corporea con sudorazione e conseguente eliminazione di liquidi attraverso l'epidermide,come del resto durante il periodo caldo, quando per forza di cose la sudorazione è all'ordine del giorno. Chi vive in montagna ha fisicamente più bisogno di bere acqua, in quanto alle alte quote aumenta la frequenza respiratoria e di conseguenza aumente il vapore acqueo che eliminiamo con l'espirazione, calcolato intorno ai 300-350 ml. giornalieri. Ma cosa bisogna bere, acqua o alri liquidi? Un consiglio è di non bere bibite zuccherate, e perchè aumentano il valore glicemico e perchè diminuendo momentaneamente il senso della fame, si è portati a mangiare poco, per poi avere di nuovo fame dopo qualche ora e tornare di nuovo a mangiare, abituando così il nostro organismo ad una alimentazione, oltre che errata, anche incentrata su cibi spazzatura. Un'attenzione particolare va fatta anche alla temperatura dell'acqua che si beve. Un bicchiere di acqua tiepida al mattino contrasta la stitichezza favorendo l'evacuazione, mentre bere acqua molto gelata durante i pasti può rendere difficile la digestione, quindi è preferibile bere acqua a temperatura ambiente. Bere tantissimo fa bene? Certamente no. Se si eccede nel bere acqua, diciamo intorno ai 4-5 litri al giorno,la digestione rallenta in quanto si va a diluire molto i succhi gastrici, responsabili appunto del processo digestivo. Inoltre un eccessibo bere provoca un aumento del volume del sangue con conseguente aumento della pressione arteriosa.(immagine presa dal web)

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09/07/14
Serre | Irrigate con acqua di mare
Pubblicato da
Vito Ienna
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Serre irrigate con acqua di mare |
L'inventore britannico Charlie Paton ha capovolto il concetto, per consentire agli agricoltori i produrre frutta, verdura e erbe aromatiche anche nelle zone più calde e aride del mondo. Fatto ancora più straordinario, con questo sistema l'acqua utilizzata per far crescere le piantine arriva dal mare. "Il potenziale di coltivabilità diventa praticamente illimitato", spiega Paton.
"Possiamo far crescere pomodori, lattuga e cetrioli in Paesi come l'Oman o gli Emirati Arabi Uniti, dove sarebbe altrimenti impossibile ottenere questi prodotti". Perché il processo sia efficiente, l'aria deve essere costantemente aspirata in tutta la serra e ciò richiede in certi casi l'uso di ventilatori. La tecnologia è particolarmente efficace nelle località marine e aree desertiche più calde e asciutte, per esempio in Nord Africa, Medio Oriente, Australia, Messico e Cina. L'energia necessaria per azionare gli impianti di pompaggio e aspirazione può essere prodotta con generatori solari. Alcune unità pilota delle nuove serre ad acqua di mare sono già state costruite a Tenerife, Abu Dhabi e nell'Oman. Il progetto più avanzato si trova a Port Augusta, a circa 300 chilometri a nord di Adelaide, in Australia.
Paton dice che i test effettuati in questa serra da 2mila metri quadrati dimostrano che il processo consente di ottenere rese da 80 chilogrammi di pomodori per metro quadro all'anno, una cifra equiparabile a quella delle avanzatissime serre olandesi. Quest'anno, si prevede di aumentare di 40 volte la superficie del sito produttivo.(science)
17/06/14
Analizziamo l'oliva
Pubblicato da
Lifarnur
Che cos'è l'Oliva? Tecnicamente l'oliva è una drupa (frutto con nocciolo) di forma elicoidale più o meno allungata in base alle varietà. Come tale è costituita dall'epicarpo (parte esterna), dal mesocarpo o polpa, dall'endocarpo o nocciolo, dal seme o mandorla. Il suo peso è variabile: ad esempio nelle varietà da olio oscilla in genere tra 1 e 4 grammi.
La composizione di una drupa di oliva è costituita per circa la metà da acqua di vegetazione e l'altra metà divisa tra olio e residuo solido. L'olio d'oliva dunque è contenuto quasi totalmente dalla polpa e in minima parte dal seme. Per capirci meglio possiamo dire che la composizione chimica della drupa è: acqua al 50% , grassi al 18-25%, proteine al 1,6%, carboidrati 19-20%, cellulosa 5-6% , ceneri 1,5% . I grassi sono rappresentati per la maggior parte dai trigliceridi (circa 95%) e dai digliceridi (circa 3%); questi sono la frazione saponificabile (98%), cioè lipidica. Il 2% rimanente è la frazione insaponificabile, che è importantissima perchè conferisce all'olio di oliva le proprietà organolettiche che ne esaltano i pregi.
Vi sono poi alcuni componenti minori: tocoferoli, steroli, clorofilla, antociani, flavoni, cere, squalene, caroteni, fenoli, polifenoli, alcoli, composti diterpenici e triterpenici. Questi componenti fanno sì che l'olio extravergine sviluppi le principali caratteristiche organolettiche come: gusto, sapore, aroma.
Tra le proteine più importanti possiamo citare: l'alanina, l'arginina, la glicina, la leucina.
I carboidrati si trovano sottoforma di zuccheri solubili come: glucosio, fruttosio, galattosio, mannosio e pectine.
In base al peso le varietà si possono classificare in: drupe microcarpiche, con peso inferiore a g 1,5; drupe mesocarpiche, con peso intermedio tra g 1,5 e 4; drupe macrocarpiche, con peso superiore a g 4; La resa più bassa è generalmente quella delle drupe macrocarpiche che costituiscono appunto le olive da mensa. La resa più alta è data dalle olive mesocarpiche per il loro alto rapporto polpa/nocciolo.
La composizione di una drupa di oliva è costituita per circa la metà da acqua di vegetazione e l'altra metà divisa tra olio e residuo solido. L'olio d'oliva dunque è contenuto quasi totalmente dalla polpa e in minima parte dal seme. Per capirci meglio possiamo dire che la composizione chimica della drupa è: acqua al 50% , grassi al 18-25%, proteine al 1,6%, carboidrati 19-20%, cellulosa 5-6% , ceneri 1,5% . I grassi sono rappresentati per la maggior parte dai trigliceridi (circa 95%) e dai digliceridi (circa 3%); questi sono la frazione saponificabile (98%), cioè lipidica. Il 2% rimanente è la frazione insaponificabile, che è importantissima perchè conferisce all'olio di oliva le proprietà organolettiche che ne esaltano i pregi.
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Oliva immagine presa dal web |
In base al peso le varietà si possono classificare in: drupe microcarpiche, con peso inferiore a g 1,5; drupe mesocarpiche, con peso intermedio tra g 1,5 e 4; drupe macrocarpiche, con peso superiore a g 4; La resa più bassa è generalmente quella delle drupe macrocarpiche che costituiscono appunto le olive da mensa. La resa più alta è data dalle olive mesocarpiche per il loro alto rapporto polpa/nocciolo.
11/06/14
Tutti i metodi da provare in vasca: movimenti molto fluidi
Pubblicato da
Galadriel
Ginnastica in acqua: esercizi di ginnastica terrestre riproducibili in acqua abbinati a movimenti tipicamente acquatici per la tonificazione di tutta la muscolatura del corpo. Può essere eseguita con o senza musica e in tutte le profondità: vasca bassa 70- 100 cm, vasca media 120- 140 cm e vasca profonda oltre i 150 cm considerata attività acquatica per eccellenza poiché manca ogni tipo di vincolo terrestre. Si utilizzano anche attrezzi galleggianti per aumentame l'intensità. È adatta a tutti, non presenta particolari controindicazioni. La temperatura corretta dell'acqua per poter svolgere l'attività al meglio è di 28-29°C. Non occorre saper nuotare poiché la testa rimane sempre emersa, !'importante è non avere paura dell'acqua soprattutto se si svolge in acqua profonda.
Aquaerobica: attività ginnica in acqua a tempo con la musica finalizzata a un miglioramento dell'apparato cardiorespiratorio, muscolare, della coordinazione. Si può eseguire in tutte le profondità e con l'utilizzo di attrezzi. Consigliata a persone che hanno già praticato sport in precedenza, che amano muoversi a ritmo con la musica, che hanno confidenza con l'elemento acqua poiché richiede coordinazione el'intensità è più elevata. Se sono presenti particolari patologie dell' apparato osteo-articolare è preferibile evitare esercizi di impatto elevato (cioè saltati) in acqua bassa dove il tratto lombare della colonna vertebrale non è immerso (vaschette da 70/80 cm). È un ottimo allenamento cardiorespiratorio e di controllo del peso corporeo.
Hydrostep, aquaflap, hydrobike, watercombact: sono le novità del fitness acquatico. Vengono praticate con particolari attrezzature ideate appositamente per l'esercizio in acqua: step, calzari con alette, flap, bike simili a quelle dello spinning terrestre, guanti per la box in materiale espanso apposta per l'acqua. Non sono ancora diffuse in tutti gli impianti se pur presenti nei principali centri dove si pratica acquafitness.
I corsi per la terza età e pre-parto meritano un attenzione particolare poiché richiedono altrettante particolari condizioni per il loro svolgimento. Essendo i movimenti eseguiti meno dinamici, più blandi e a intensità meno elevata rispetto a quelli di un corso di aquaerobica, la temperatura dell'acqua non dovrà essere inferiore ai 29°C per evitare la sensazione di freddo durante la lezione. I movimenti e gli esercizi vengono infatti proposti con l'obiettivo di mantenere una buona efficienza del sistema cardiorespiratorio e un buon livello di mobilità articolare e non con il fine di incrementare la forza muscolare.
Aquaerobica: attività ginnica in acqua a tempo con la musica finalizzata a un miglioramento dell'apparato cardiorespiratorio, muscolare, della coordinazione. Si può eseguire in tutte le profondità e con l'utilizzo di attrezzi. Consigliata a persone che hanno già praticato sport in precedenza, che amano muoversi a ritmo con la musica, che hanno confidenza con l'elemento acqua poiché richiede coordinazione el'intensità è più elevata. Se sono presenti particolari patologie dell' apparato osteo-articolare è preferibile evitare esercizi di impatto elevato (cioè saltati) in acqua bassa dove il tratto lombare della colonna vertebrale non è immerso (vaschette da 70/80 cm). È un ottimo allenamento cardiorespiratorio e di controllo del peso corporeo.
Hydrostep, aquaflap, hydrobike, watercombact: sono le novità del fitness acquatico. Vengono praticate con particolari attrezzature ideate appositamente per l'esercizio in acqua: step, calzari con alette, flap, bike simili a quelle dello spinning terrestre, guanti per la box in materiale espanso apposta per l'acqua. Non sono ancora diffuse in tutti gli impianti se pur presenti nei principali centri dove si pratica acquafitness.
I corsi per la terza età e pre-parto meritano un attenzione particolare poiché richiedono altrettante particolari condizioni per il loro svolgimento. Essendo i movimenti eseguiti meno dinamici, più blandi e a intensità meno elevata rispetto a quelli di un corso di aquaerobica, la temperatura dell'acqua non dovrà essere inferiore ai 29°C per evitare la sensazione di freddo durante la lezione. I movimenti e gli esercizi vengono infatti proposti con l'obiettivo di mantenere una buona efficienza del sistema cardiorespiratorio e un buon livello di mobilità articolare e non con il fine di incrementare la forza muscolare.
10/06/14
MOVIMENTI FLUIDI
Pubblicato da
Galadriel
Ormai ogni attività da svolgere a terra ha il suo corrispettivo in piscina. Importante è sapersi orientare. Senza seguire solo la moda del momento La ginnastica in acqua è ormai diffusa in ogni centro sportivo in cui sia presente una piscina (indipendentemente dalle dimensioni che può avere) e soprattutto in tutte le piscine.
Il segreto della sua popolarità? È presto detto: Gli innumerevoli benefici che si traggono dalla pratica del movimento in immersione, con o senza 1'ausilio di attrezzature specifiche, sfruttando le resistenze offerte dal- l'elemento acqua senza il rischio di incorrere in eventuali infortuni.Ma oggi è che non si può più parlare solo di ginnastica in acqua, il termine più giusto per racchiudere tutte le tipologie esistenti è aquafitness. Che comprende la tradizionale ginnastica in acqua, 1'aquaerobica, l'hydrostep, e le emergenti aquaflap, hydrobike, watercombact, la ginnastica per la terza età e la ginnastica dolce pre-parto. Si affiancano poi settori e tipologie di fitness acquatico in crescendo come l'aquatraining, il watsu, la riabilitazione in acqua (quest'ultima potremmo addirittura considerarla madrina della stessa ginnastica in acqua). Esiste perciò un fitness in acqua per ogni esigenza, per ogni età e per ogni gusto.
Ma come scegliere 1'attività più adatta alle proprie esigenze? Perché, nonostante la grande diffusione di questa attività, spesso non vi sono veri esperti che sanno indicare le differenze tra le varie tipologie di aquafitness; non esiste ancora un' adeguata specializzazione da parte di chi insegna e i media (giornali e televisione) ne parlano saltuariamente. Vediamo allora insieme come trovare l'attività che più si addice alle caratteristiche personali.
Più o meno profonda Prima di tutto è bene sapere che il fitness in acqua, che sia ginnastica o aquaerobica, o altro viene eseguito in varie profondità e che mentre ci sono alcune attività come quelle appena citate che possono adattarsi a tutte le altezze di acqua semplicemente scegliendo gli esercizi più appropriati o l'uso di ausili galleggianti, altre ne richiedono di specifiche per poter essere svolte al meglio. Per esempio, l'hydrostep si può praticare dagli 80-90 cm fino a 130 cm; l'aquaflap permette una vasta gamma di esercizi se praticato in vasca profonda oltre 150 cm; ecc. Altre ancora richiedono temperature adeguate: il watsu, o più semplicemente tecniche e movimenti di rilassamento in acqua, perché si possano raggiungere gli effetti che porta, deve essere praticato in vasche con temperature comprese tra i 30-34°C. Stessa regola vale anche per i corsi di ginnastica in acqua pre-parto. Occorre considerare che il variare della profondità in cui si pratica l'attività acquatica determina una risposta fisica differente poiché è diversa l'incidenza della gravità e della spinta di galleggiamento a cui si è sottoposti. Più l'acqua è bassa, più si è vicini a una condizione simile a quella terrestre, e articolazioni e colonna vertebrale sono sottoposti a un carico gravitazionale maggiore rispetto a quando si è in acqua alta con immersione fino alle spalle o fino al collo dove vi è uno scarico quasi totale.
Troppa o poca confidenza La prima cosa da tenere in considerazione quindi, quando ci si avvicina a un' attività acquatica, è di verificare in base alle proprie caratteristiche fisiche ed eventuali patologie, il tipo di vasca in cui viene praticata nel centro prescelto. Al momento dell'iscrizione a un corso, quindi, è bene chiedere informazioni relative a:.Tipologia di lezioni proposte (aquagym, aquaerobica, ecc.). Profondità della vasca in cui si svolge l'attività. Inoltre specificate sempre se avete paura o confidenza con l'elemento acqua e, in particolare, se presentate particolari patologie a carico dell'apparato osteo-articolare o cardiocircolatorio per conoscere eventuali controindicazioni dell'attività prescelta.
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ginnastica in acqua il trafiletto.blogspot.it |
Quando invece si hanno obiettivi ben specifici di carattere sportivo, e lo scopo è il miglioramento nel breve tempo delle proprie prestazioni atletiche, e capacità condizionali, l'attività in acqua deve sicuramente essere più individualizzata e mirata per ogni praticante. In questo caso meglio avvicinarsi all'aquatraining, o allenamento in acqua: l'istruttore diventa allenatore e vi è un monitoraggio della risposta fisica individuale anche attraverso l'uso di cardiofrequenzimetri.
17/05/14
Zucchero global | lo zucchero industriale
Pubblicato da
Galadriel
La zolletta è un antialimento Lo zucchero in cristalli (o a volte in zollette) che portiamo in tavola e che usiamo in cucina può essere estratto dalla barbabietola da zucchero oppure dalla canna da zucchero. In ogni caso si tratta di saccarosio per oltre il 99 per cento, un prodotto «puro» come non esiste in natura e quindi già come tale non identificabile con il termine «alimento».
I vegetali infatti contengono sempre, oltre alle proteine, ai carboidrati e ai lipidi, un corredo di numerose altre sostanze: acqua, fibre, vitamine, sali minerali, oligoelementi, enzimi, pigmenti, polifenoli ecc.È nel loro insieme che il nostro organismo li riconosce e riesce a utilizzarli. Il saccarosio puro è invece da considerarsi un «non-alimento» o addirittura un «antialimento» in quanto, per poter essere rnetabolizzato, ha bisogno di sali minerali (tra cui il calcio) e di vitamine (soprattutto del gruppo B) che a questo punto deve sottrarre all'organismo. Lo zucchero che viene utilizzato dal nostro organismo e che, tra l'altro, costituisce insieme all'ossigeno l'unico nutrimento per il nostro cervello, è il glucosio. Ciò che conferisce il sapore dolce alla frutta è un altro tipo di zucchero ancora, chiamato appunto fruttosio. In alcune verdure troviamo l'inulina, dolce anch'essa. Il dolce.del latte è invece dato dal lattosio e dal galattosio. Quindi quando esaminiamo il fabbisogno dell'organismo e l'utilizzo delle sostanze non dovremmo parlare di zucchero bensì di zuccheri
Ogni anno consumiamo dai 24 ai 58 chili di zucchero saccarosio. Un secolo fa ci fermavamo a 3 chili. Abbiamo fatto un bel passo avanti ... Certo, un tempo non esisteva l'industria alimentare di oggi, i supermercati erano inesistenti e le merendine - in un'epoca in cui fare tre pasti al giorno era già difficile - roba da fantascienza. I nutrizionisti più radicali conosceranno bene un libro-manifesto contro lo zucchero raffinato, Sugar Blues. L'autore, William Dufty, racconta la sua odissea con la zolletta: da zuccherodipendente a pentito irriducibile, che ritrova la gioia di vivere. È questa dunque una forma di dipendenza indotta da un certo modo di produrre alimenti, a base spesso di zucchero. E poi, eventualmente, dal resto.
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zucchero cristallizzato |
Il ciclo produttivo della barbabietola da zucchero richiede un alto consumo energetico, provoca squilibri ambientali a causa di un sistema agricolo basato sulla monocultura e sull'impiego di fertilizzanti chimici e pesticidi. Diminuire la dose di zucchero, anche in questo caso, ha di fatto una valenza culturale: orienta a scegliere cibi genuini e invita a scoprire sapori autentici, non appiattiti dal sapore consolatorio del «candido» dolcificante.
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