17/05/14

Zucchero global | lo zucchero industriale

La zolletta è un antialimento Lo zucchero in cristalli (o a volte in zollette) che portiamo in tavola e che usiamo in cucina può essere estratto dalla barbabietola da zucchero oppure dalla canna da zucchero. In ogni caso si tratta di saccarosio per oltre il 99 per cento, un prodotto «puro» come non esiste in natura e quindi già come tale non identificabile con il termine «alimento». 

I vegetali infatti contengono sempre, oltre alle proteine, ai carboidrati e ai lipidi, un corredo di numerose altre sostanze: acqua, fibre, vitamine, sali minerali, oligoelementi, enzimi, pigmenti, polifenoli ecc. 

È nel loro insieme che il nostro organismo li riconosce e riesce a utilizzarli. Il saccarosio puro è invece da considerarsi un «non-alimento» o addirittura un «antialimento» in quanto, per poter essere rnetabolizzato, ha bisogno di sali minerali (tra cui il calcio) e di vitamine (soprattutto del gruppo B) che a questo punto deve sottrarre all'organismo. Lo zucchero che viene utilizzato dal nostro organismo e che, tra l'altro, costituisce insieme all'ossigeno l'unico nutrimento per il nostro cervello, è il glucosio. Ciò che conferisce il sapore dolce alla frutta è un altro tipo di zucchero ancora, chiamato appunto fruttosio. In alcune verdure troviamo l'inulina, dolce anch'essa. Il dolce.del latte è invece dato dal lattosio e dal galattosio. Quindi quando esaminiamo il fabbisogno dell'organismo e l'utilizzo delle sostanze non dovremmo parlare di zucchero bensì di zuccheri

Ogni anno consumiamo dai 24 ai 58 chili di zucchero saccarosio. Un secolo fa ci fermavamo a 3 chili. Abbiamo fatto un bel passo avanti ... Certo, un tempo non esisteva l'industria alimentare di oggi, i supermercati erano inesistenti e le merendine - in un'epoca in cui fare tre pasti al giorno era già difficile - roba da fantascienza. I nutrizionisti più radicali conosceranno bene un libro-manifesto contro lo zucchero raffinato, Sugar Blues. L'autore, William Dufty, racconta la sua odissea con la zolletta: da zuccherodipendente a pentito irriducibile, che ritrova la gioia di vivere. È questa dunque una forma di dipendenza indotta da un certo modo di produrre alimenti, a base spesso di zucchero. E poi, eventualmente, dal resto.

zucchero cristallizzato
Diamo perciò sempre un'occhiata alle etichette dei prodotti, tenendo conto che l'ingrediente citato all'inizio della lista è quello più presente in percentuale. Per alcuni esperti, il saccarosio dovrebbe coprire al massimo il 10 per cento di calorie totali; oltre si va incontro a squilibri alimentari. Solo che è difficile controllare questa dose visto che lo zucchero si nasconde in tanti alimenti. Oltretutto, diversi studi hanno messo in evidenza che un eccessivo consumo di zucchero e di prodotti zuccherati provoca in bambini e adulti modifiche nell'umore, rallentamento dell'attività intellettuale e motoria (il ragazzo sembra non interessarsi a niente e non ha voglia di muoversi); oppure può arrivare all'eccesso opposto con iperattività e comportamenti asociali. In più, oltre a ragioni strettamente salutistiche e personali, esiste anche una questione ambientale.

Il ciclo produttivo della barbabietola da zucchero richiede un alto consumo energetico, provoca squilibri ambientali a causa di un sistema agricolo basato sulla monocultura e sull'impiego di fertilizzanti chimici e pesticidi. Diminuire la dose di zucchero, anche in questo caso, ha di fatto una valenza culturale: orienta a scegliere cibi genuini e invita a scoprire sapori autentici, non appiattiti dal sapore consolatorio del «candido» dolcificante.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.