Il-Trafiletto
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16/10/14

Gli occhi non mentono mai: è nello sguardo la differenza fra chi vuole l'amore e chi solo un'avventura

Anche questa è una ricerca che ha scoperto l'acqua calda, anche perchè secondo me basta un po' di logica e ci si arriva da soli, ma si vede che la scienza e l'empirismo non vogliono lasciare nulla al semplice intuito, che per altro secondo me, a volte è molto più veritiero. 

Comunque, vieniamo al casus belli: capita assai sovente che nei rapporti fra uomini e donne le intenzioni siano diverse, uno dei due è alla ricerca di un partner stabile, l'altro invece preferisce qualcosa di meno impegnativo ed è più orientato diciamo al divertimento. Quando ciò si verifica ne scaturiscono sempre delle spiacevoli conseguenze.


Perciò un gruppo di ricercatori ha voluto approfondire e studiare il caso e lo ha fatto studiando un sistema di tracciamento dei movimenti oculari, scoprendo una differenza ben definita negli sguardi di chi è disposto ad impegnarsi e quelli di chi invece vuole solo un'avventura.

Sguardi
immagine presa dal web
E’ emerso infatti che chi cerca l’amore tende a guardare maggiormente i volti, mentre chi vuole solamente un’avventura erotica tende a guardare principalmente i corpi. Il risultato, a ben vedere, non è poi così sorprendente, ma i ricercatori sono fiduciosi che il metodo sviluppato possa tornare utile nelle terapie di coppia, dove i partner faticano a capire essi stessi cosa stanno cercando nel rapporto.

Secondo me basta solo uno sforzo di coscienza.


14/09/14

Skoda Fabia, guida e sensazioni

Con ogni probabilità vi starete chiedendo la stesa cosa che mi son chiesto io, ovvero sia per quale motivo sono state introdotte quelle camuffature cosi misere nel logo e nei fari! 


Il fatto è che per mera questione di formalità, in anteprima al Salone di Parigi che avrà luogo agli inizio del mese prossimo, dove la Skoda Fabia avrà modo di gustare la sua prima volta davanti alle telecamere di tutto il mondo, non è possibile dare la possibilità di vederla cosi come uscita dalle "viscere" della casa madre. Almeno, non al di fuori dello studio fotografico, dove pure sono state scattate le sue prime foto ufficiali. Poco importa, comunque: noi la macchina l’abbiamo appena guidata in anteprima, e quello che conta è quanto ci ha raccontato su strada.

Complimenti Kaban. 
Ordunque, discutere riguardo la nuova Skoda Fabia prescindendo dalle linee del suo design, apparentemente potrebbe sembrare banale: la fase che vede il passaggio dalla 2a alla 3a serie è stato evidenziato con una scelta esteriore che appare sempre più come un vero autentico cambio di rotta, che una semplice modifica a qualche particolare. La piccola ceca, che prima faceva un po’ la figura dell’”underdog” tra le compatte del Gruppo VW, ha assunto una sicurezza stilistica tutta nuova. Testimoniata da un muso cattivo e affilato, dai passaruota pronunciati il giusto, e dalle linee tese e pulite che ne sottolineano le forme. Gliel’avranno già detto in tanti, ma Jozef Kaban (responsabile dello stile del marchio) ha fatto davvero un bel lavoretto.
La nuova Skoda Fabia

Bene i nuovi interni. 
Balza subito agli occhi la similitudine della nuova Fabia, per quel che concerne la lunghezza raffrontata alla vecchia serie, infatti adesso appare più estesa in larghezza e con abbassamento del baricentro. E grazie alla traslazione verso la nuova piattaforma (ricca di componenti prese dall’Mqb) ha diminuito di molto anche il peso, ottenendo un guadagno riguardo ai centimetri per la capienza dei bagagli (330 litri per il vano, record del segmento secondo la Skoda) e passeggeri. In effetti, sulla nuova versione si sta alla grande, e il posto guida ben disegnato racconta tutta la cura riposta nel capitolo interni ed ergonomia: belli i sedili dai profili contenitivi, ampiamente regolabile il volante (un po’ troppo ampio nel diametro), intuitivo il computer di bordo (che poi è identico a quello della Golf VII, per dire) a centro cruscotto.

Motori benzina, costanti e quieti. 
Alla nuova piattaforma, si va ad aggiungere pure i vari motori anch'essi freschi di debutto: si parte con una base di gamma è il 1.0 tre cilindri aspirato (da 60 o 75 CV), per poi andando avanti incontrare i 1.2 TSI (90 o 110 CV, dove quest’ultimo lo si trova disponibile pure col Dsg). Soltanto uno il modello versione diesel, il recentissimo 1.4 TDI tre cilindri (da 90 o 105 CV), che nella versione meno potente può adottare il cambio a doppia frizione. Gli ingegneri della Skoda hanno messo a nostra disposizione le motorizzazioni turbo, abbinate in tutti i casi ai cambi manuali. Accettabile la sensazione che fornisce il motore benzina, in tutte e due gli standard di potenza: sia la versione da 90 sia quella da 110 CV offrono grande regolarità, e pur “appiattendosi” in alto, la più performante offre doti di elasticità e disponibilità tutto sommato soddisfacenti. Da segnalare, peraltro, che il 110 CV adotta un manuale a sei marce, che ci è sembrato migliore del “cinque”, sia in termini di spaziatura dei rapporti sia di manovrabilità.

TDI (unico ed incofondibile...) a tre cilindri. 
La versione del modello con i tre cilindri, ancor più se diesel, è comunque sia una piacevole sensazione, unica e  particolare: si potrà modificare, inventare e cambiare sopra quanto volete, ma il funzionamento di unità con questa struttura rimane unica ed inconfondibile. Ecco allora che le due Fabia 1.4 TDI, divise tra loro da un divario di performance neppure troppo marcato, hanno lasciato trapelare qualche vibrazione di troppo (soprattutto ai bassi, naturalmente), unita a una certa rumorosità che accompagna l’intero arco d’erogazione. Anche l’intervento del turbo ha dimostrato un carattere più brusco rispetto ai benzina TSI: netto lo stacco costituito dal gradino che si trova dalle parti dei 2.000 giri.

Look sicuro, carattere tranquillo. 
Al primo giro a bordo della nuova Fabia è sembrata essere per molti versi un'ottima auto“normale”: lo sterzo, equipaggiato con la tecnologia ad assistenza elettromeccanica, ha un carattere tranquillo, nonostante non proprio in perfetta sinergia, mentre il telaio ha svelato la sua natura fondamentalmente turistica: l'utilitaria ceca è prima di ogni cosa un’auto “soffice”, con una garanzia - ma mai troppa - tendenza al rollio e un stabilità sulle ruote esterne durante la fase di percorrenza. Proprio per la sua natura tranquilla e neutrale è difficile innescare reazioni scenografiche, a meno di provocarla come delle teste di rapa.


04/03/14

Il sessuologo :"Le coppie on-line non funzionano"

Il 25% delle coppie giovani, si è formata in rete. Dopo un pò di scambi virtuali, si vedono convinti di avere una relazione già preconfezionata, come fosse" cibo in busta".

Non a caso «le coppie che si formano on line raramente funzionano: si ripropongono gli stessi problemi che si avevano con i partner precedenti «questo perchè, tendenzialmente, non si sono risolte le propri difficoltà » dice il sessuologo che tra i suoi pazienti, nella fascia di età tra i 30 i 45 anni, annovera il 25% delle coppie formate proprio in Rete. Gli incontri on line cercati quando si è insoddisfatti del proprio rapporto di coppia», sono una soluzione facile, che consente di cercare conforto senza mettere in discussione se stessi, senza dover necessariamente fare sforzi per costruire relazioni vere. « L'altro, infatti, è idealizzato, può essere immaginato come vogliamo. E anche noi stessi possiamo presentarci come ci piacerebbe essere». «Questi rapporti sono come il cibo in busta. I partner preparano la relazione a tavolino, la 'cucinanò durante gli scambi on line e poi, dopo un pò di scambi virtuali, si vedono convinti di avere una relazione già preconfezionata». I rapporti tra le persone però sono più complessi, hanno molte sfumature e tanti elementi che non si possono controllare: attrazione, sguardi, odore ecc.

COPPIE ON-LINE

 L'artificialità, così, mostra rapidamente i suoi limiti. Anche da altri punti di vista, non solo direttamente legati alla crisi di coppia. Internet, spiega ancora il sessuologo, può sicuramente creare problemi della sfera sessuale. «Il 50% dei miei pazienti, singoli o in coppia - riferisce - ha 'complicanzè da Rete. Si tratta spesso di persone che esplorano, soprattutto in giovane età, i siti hard con costanza e limitano la loro conoscenza del sesso a quel mondo. Queste persone, al momento di passare ad una relazione reale, sono convinte di poter riprodurre quel tipo di modello sessuale 'appresò virtualmente. E questo è impossibile». «In questo senso siamo di fronte ad un analfabetismo erotico sentimentale favorito dalla rete». Un analfabetismo che «si sta molto diffondendo, a dispetto dell'apparente facilità di accesso a 'informazionì sul sesso di oggi. »La sessualità, infatti, è basata sulla relazione, sullo scambio - conclude - le performance non bastano«.

09/01/14

Trovato archivio segreto | Per ricattare i potenti?

Trovato un archivo segreto con dossier su politici imprenditori e alti ufficiali. Si sospetta rapporti con  servizi segreti per mettere in atto una serie di ricatti.

Scoperto l'archivio segreto dei potenti Un archivio con report su politici, imprenditori e alti ufficiali. È il nuovo capitolo dell’inchiesta su Paolo Oliverio, il commercialista con frequentazioni che vanno dalla politica alla malavita, accusato di riciclaggio e finito in carcere a novembre per sequestro di persona insieme a due ufficiali della Finanza e all’ex priore dell'Ordine dei Camilliani. Un arresto avvenuto a margine dell’indagine principale, quando i militari del Gico si sono accorti che Oliverio aveva organizzato il ”sequestro” di due religiosi per continuare a gestire gli appalti dell’ospedale di Casoria. Ma a riservare sorprese sono state le perquisizioni: nel computer del commercialista e in alcune chiavette Usb sono state trovate schede su affari, politici, imprenditori e alti ufficiali. Oltre a un software per intercettare. L’istanza di scarcerazione di Oliverio è stata respinta, il pm Giuseppe Cascini vuole capire come venisse utilizzato quell’archivio. Il sospetto è che Oliverio avesse rapporti con i servizi segreti e mettesse in atto una serie di ricatti. Un business gestito «attraverso rapporti illeciti con politici, uomini delle forze di polizia, banchieri, esponenti politici che sostenevano il modus operandi dell’organizzazione nelle illecite operazioni bancarie con utilizzazione di canali esteri».

I RAPPORTI Da Paolo Berlusconi a Ernesto Diotallevi a Finmeccanica. Le relazioni di Oliverio vanno dalla criminalità alla politica alla finanza. Il commercialista coinvolto nelle inchieste Sme e P3, fino al caso Maruccio (l’ex capogruppo di Italia dei valori alla Regione Lazio che aveva sottratto io fondi) finora è uscito indenne dalle indagini. Il Gico ha verificato i suoi rapporti con Paolo Berlusconi, quelli stretti con Marco Carboni e suo padre, Flavio, il faccendiere che faceva affari con il boss Pippo Calò ed è sotto processo per la P3. Sono decine i nomi dei clienti ”eccellenti” che si rivolgono alla studio Oliverio, c’è anche Marco Squatriti, latitante per due bancarotte milionarie. Dagli atti emerge l’interessamento di Oliverio per le indagini su Finmeccanica, perché il commercialista è socio di Lorenzo Borgogno, l’ex responsabile delle relazioni esterne della holding indagato per corruzione. Poi gli affari con Alessandro Pagano, parlamentare ncd, si legge nell’informativa: «Gli accertamenti hanno confermato i contatti di Oliverio con uomini politici e in particolare con Alessandro Pagano, aventi per oggetto per un verso, la realizzazione di un progetto oncologico tra l’Ismett e l’Ospedale di Casoria, per altro, l’assunzione presso l’ospedale di Casoria della figlia dell’onorevole Pagano, Federica Maria». Quindi Mario Diotallevi, figlio di Ernesto, esponente della banda della Magliana. Ma ci sono anche i rapporti con Giuseppe Ioppolo che, secondo i pm napoletani, gestiva le relazioni tra l’ex senatore Sergio De Gregorio e le forze dell’ordine. Poi il clero: era stato l’ordine dei Camilliani a nominarlo commissario dell’ospedale di Casoria, dove Oliverio gestiva appalti milionari. E gli inquirenti non hanno dubbi: arrivava anche ad Equitalia. Il sospetto è che riuscisse anche a ”controllare” le cartelle.

L’ARCHIVIO All’ombra del riciclaggio dell’ndrangheta calabrese adesso c’è il sospetto di dossieraggio che coinvolgerebbe anche alti ufficiali della Finanza. L’archivio e il software per le intercettazioni, trovati nello studio di piazza di Spagna, sono all’esame dei pm. Il Gico parla di «Forte condizionamento della pubblica amministrazione attraverso ricatti, attività di dossieraggio e finanziamento illecito della politica grazie alla partecipazione nelle attività criminali di esponenti dell’ndrangheta calabrese, della banda della Magliana e di personaggi facenti parte di logge coperte con autorevoli prelati».
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