Perché, dunque, il DSM è importante, dato che in certi Paesi non
è neppure il manuale diagnostico ufficiale per i disturbi mentali?
In alcune nazioni, per esempio, i medici fanno riferimento a un documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità chiamato Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), basato sulla descrizione sintomatica invece che su un elenco di controllo e del quale si attende una nuova edizione nel 2015.
A livello globale, però, nel campo della ricerca e dell'apprendimento delle tecniche diagnostiche psichiatriche, si continua a preferire il DSM: in ogni caso, chi non ne è soddisfatto probabilmente tenderà a criticare anche l'ICD, considerato il forte allineamento che esiste tra questi due manuali. Scartati sia il DSM che l'ICD, che cosa rimane?
James Davies si augura che entrambi i manuali diventeranno presto obsoleti, e promuove invece la diffusione di una pubblicazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nota come Linee Guida di Intervento mhGAP, che suddivide i disturbi mentali in sole 11 categorie. David Kupfer, invece, sostiene che il DSM ha ancora un futuro e prevede "aggiornamenti incrementali" basati sulle più recenti ricerche.
L'importanza di nuovi apporti scientifici è sottolineata anche dal Royal College of Psychiatrists nel Regno Unito e dall'Istituto azionale di Salute Mentale negli USA: entrambi hanno invocato l'introduzione di "nuove modalità di ricerca" per migliorare il processo diagnostico psichiatrico. Saranno probabilmente i progressi compiuti, in particolare nel campo delle neuroscienze, a svuotare di significato il dibattito sul DSM: per certi versi, infatti, l'attuale psichiatria rimane saldamente ancorata al passato. Il professor Craddock la paragona alla cardiologia prima che fosse ben compreso il meccanismo della pompa cardiaca e prima dell'invenzione dell'elettrocardiogramma.(science)
In alcune nazioni, per esempio, i medici fanno riferimento a un documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità chiamato Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), basato sulla descrizione sintomatica invece che su un elenco di controllo e del quale si attende una nuova edizione nel 2015.
A livello globale, però, nel campo della ricerca e dell'apprendimento delle tecniche diagnostiche psichiatriche, si continua a preferire il DSM: in ogni caso, chi non ne è soddisfatto probabilmente tenderà a criticare anche l'ICD, considerato il forte allineamento che esiste tra questi due manuali. Scartati sia il DSM che l'ICD, che cosa rimane?
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DSM (immagine dal web) |
James Davies si augura che entrambi i manuali diventeranno presto obsoleti, e promuove invece la diffusione di una pubblicazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nota come Linee Guida di Intervento mhGAP, che suddivide i disturbi mentali in sole 11 categorie. David Kupfer, invece, sostiene che il DSM ha ancora un futuro e prevede "aggiornamenti incrementali" basati sulle più recenti ricerche.
L'importanza di nuovi apporti scientifici è sottolineata anche dal Royal College of Psychiatrists nel Regno Unito e dall'Istituto azionale di Salute Mentale negli USA: entrambi hanno invocato l'introduzione di "nuove modalità di ricerca" per migliorare il processo diagnostico psichiatrico. Saranno probabilmente i progressi compiuti, in particolare nel campo delle neuroscienze, a svuotare di significato il dibattito sul DSM: per certi versi, infatti, l'attuale psichiatria rimane saldamente ancorata al passato. Il professor Craddock la paragona alla cardiologia prima che fosse ben compreso il meccanismo della pompa cardiaca e prima dell'invenzione dell'elettrocardiogramma.(science)