Il-Trafiletto
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01/11/14

Nessun colpevole per la morte di Stefano Cucchi.

Al processo di primo grado erano stati condannati solo i medici, non gli infermieri e gli agenti. Assoluzione per insufficienza di prove. I genitori in lacrime: «Nostro figlio è stato ucciso una seconda volta». Polemica per il pessimo comunicato del sindacato di polizia: «Giusto così, vita dissoluta.»

 Non è stato nessuno. Tutti assolti. Agenti, medici, infermieri, nessuno ha ucciso Stefano Cucchi, il geometra trentunenne romano arrestato il 15 ottobre 2009 per droga e morto una settimana dopo all’ospedale Sandro Pertini. Così ha deciso la Corte d’Appello di Roma, adottando la formula del secondo comma dell’articolo 530, cioè “quando manca, è insufficiente o è contraddittoria la prova che il fatto sussiste, che l’imputato lo ha commesso, che il fatto costituisce reato o che il reato è stato commesso da persona imputabile”.

 Il pg Mario Remus aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati, aveva cioè chiesto di modificare la sentenza di primo grado, chiedendo quindi di condannare a due anni tre agenti carcerari, a un anno i tre infermieri dell’ospedale Sandro Pertini, a tre anni per il primario della struttura ospedaliera Aldo Fierro, e a due anni ognuno i quattro medici Stefania Corbi, Silvia Di Carlo, Flaminia Bruno e Luigi De Marchis. Inoltre il pg aveva chiesto la conferma della condanna a otto mesi che era stata inflitta al medico Rosita Caponetto per l’accusa di falso ideologico.

“Hanno ucciso Stefano una seconda volta, ma continueremo la nostra battaglia finché non ci sarà giustizia ”, hanno detto i genitori, mentre la sorella in lacrime grida:” E’ una giustizia malata, non si accorsero che mio fratello era stato massacrato”. Il SAP, sindacato di polizia, grida soddisfazione:” E’ giusto così - dice il segretario Gianni Tonelli - bisogna finirla di scaricare sui servitori dello Stato le responsabilità dei singoli, di chi abusa di alcol e droghe, di chi vive al limite della legalità”. Parole che stanno facendo discutere il mondo politico.

Al processo di primo grado del 5 giugno 2013 la III Corte d'Assise condanna quattro medici dell'ospedale Sandro Pertini a un anno e quattro mesi e il primario a due anni di reclusione per omicidio colposo ,con sospensione della pena , un medico a 8 mesi per falso ideologico, mentre vengono assolti sei tra infermieri e guardie penitenziarie, i quali, secondo i giudici, non avrebbero in alcun modo contribuito alla morte di Cucchi.

14/10/14

"La condanna che si merita mio figlio per quello che ha fatto è l'ergastolo".

Nel febbraio scorso Maurizio Falcioni, un muratore italiano di 35 anni, con piccoli precedenti per droga, venne arrestato per tentato omicidio dai carabinieri di Ostia per aver preso pugni e a calci la convivente Chiara Insidioso Monda, disabile di 19 anni, riducendola in fin di vita. L’uomo la accusava di tradirla, da qui le tremendi percosse. 


Maurizio Falcioni ora è rinchiuso nel carcere di Velletri con l’accusa di tentato omicidio e ha chiesto al giudice di essere processato con il rito abbreviato, nonostante le proteste dell’opinione pubblica e dei familiari della vittima. Purtroppo la legge lo consente, e se la richiesta venisse accolta, consentirebbe al 35 enne muratore di avvalersi di uno sconto di pena pari ad un terzo. Il padre di Maurizio, Gianfranco, fin dall’inizio ha condannato il gesto del figlio, e in un’intervista rilasciata al giornalista Giulio Mancini del Messaggero ha dichiarato: “Sono più addolorato per Chiara che per mio figlio. Lui merita l’ergastolo per ciò che ha combinato. Certo, ho vissuto in prima persona con mia moglie ciò che conferma il medico, ovvero che la droga e l’alcol hanno distrutto la personalità di Maurizio. Ma quello che ha fatto è gravissimo, a Chiara voglio bene come a mia figlia che ha 25 anni”.

"La condanna che si merita mio figlio
per quello che ha fatto è l'ergastolo".
Ma quello che fa più rabbia a papà Gianfranco è che il figlio non si è mai pentito di quello che ha fatto, la povera Chiara è ancora degente in coma in un letto dell’ospedale San Camillo. Oggi inizia il processo a Maurizio, la difesa punta al riconoscimento dell’incapacità di intendere e volere, come riferisce la perizia dello psicologo di parte Marco Tinesi. All’ingresso dell’Ospedale S. Camillo da mesi è esposto un lenzuolo bianco con la scritta “Io sto con Chiara Insidioso, basta violenza sulle donne”. E anche nella curva Nord dello stadio Olimpico di Roma, durante le partite della Lazio, squadra della quale Chiara era tifosa, campeggia uno striscione con scritto “Forza Chiara, la Nord è con te”.(immagine presa dal web)

17/06/14

L'ex igienista dentale di Berlusconi ed ex consigliere regionale Nicole Minetti aspetta bimbo dal figlio di Gigi D'Alessio.

La notizia sta facendo il giro del web: Nicole Minetti, l'ex consigliere regionale del PDL, ex igienista dentale di Berlusconi, ex valletta delle TV, ex hostess di Publitalia, è incinta. A dare la notizia è il settimanale "Diva e Donna", secondo il quale la Minetti sarebbe in dolce attesa da alcune settimane di un bimbo/a dal figlio del noto cantante Gigi D'Alessio, Claudio. La coppia sta insieme da marzo, ed in quattro mesi ha bruciato le tappe, cioè da quando l'ex consigliere è ritornata dagli Stati Uniti dove si era rifugiata dopo la condanna a cinque anni di reclusione per favoreggiamento della prostituzione per il caso Ruby, la fantomatica "Nipote di Mubarak", ha scoperto di essere incinta e farà diventare così "nonno e nonna" la coppia Gigi D'Alessio e Anna Tatangelo. Secondo fonti vicine alla coppia D'Alessio-Minetti, i futuri genitori sono contentissimi, al settimo cielo,nonostante le vicende giudiziarie della Minetti che la vedranno di nuovo in tribunale il prossimo 15 luglio insieme a Lele Mora ed Emilio Fede nel processo d'appello per il caso Ruby.

10/06/14

Roma | Processo baby-squillo Parioli. Chiesti 16 anni per l'ideatore del "giro", Mirko Ieni e 6 anni per la mamma di una delle ragazze.

Vi ricordate lo scandalo delle baby-squillo dei Parioli, a Roma? Era l'ottobre del 2013 quando venne alla luce un giro di ragazzine squillo e i carabinieri del nucleo investigativo di Roma arrestarono quattro clienti e la mamma di una baby, quest'ultima perchè secondo la procura, induceva la propria figlia a prostituirsi. La Procura di Roma, a nome del procuratore aggiunto Maria Monteleone,del Pubblico Ministero Cristiana Macchiusi nell'udienza con rito abbreviato davanti al giudice Costantino De Robbio, ha richiesto la condanna a sedici anni e mezzo di reclusione per Mirko Ieni, l'uomo che si ritiene sia l'artefice del giro di prostituzione scoperto e che viene definito "soggetto dalla capacità criminale pericolosa,che non esitava a dare droga e a far prostituire donne con le quali aveva a che fare". L'accusa ha chiesto anche sei anni di reclusione per la mamma di una baby-squillo, accusata di sfruttamento della prostituzione, mentre otto mesi sono stati chiesti per un cliente, Gianluca Sammarone. Altre persone sono imputate in questo processo, vale a dire Nunzio Pizzacalla, caporalmaggiore dell’Esercito, Riccardo Sbarra, Mario Michael De Quattro, Marco Galluzzo e Francesco Ferraro. Per uno di questi, Mario Michael De Quattro, pende una imputazione per tentata estorsione, per aver chiesto a una delle ragazze la somma di 1.500 euro minacciandola di diffondere un video che la riprendeva durante un rapporto.Sono stati chiesti inoltre quattro anni di reclusione, più tremila euro di multa, per l'imprenditore Marco Galluzzo, accusato di aver ceduto cocaina in cambio di prestazioni sessuali. La sentenza del processo potrebbe essere emessa in giornata. (Nella foto, presa dal web, l'imputato Mirko Ieni)

06/06/14

DSM | Un problema globale?

Perché, dunque, il DSM è importante, dato che in certi Paesi non è neppure il manuale diagnostico ufficiale per i disturbi mentali? 

In alcune nazioni, per esempio, i medici fanno riferimento a un documento dell'Organizzazione Mondiale della Sanità chiamato Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD), basato sulla descrizione sintomatica invece che su un elenco di controllo e del quale si attende una nuova edizione nel 2015.

A livello globale, però, nel campo della ricerca e dell'apprendimento delle tecniche diagnostiche psichiatriche, si continua a preferire il DSM: in ogni caso, chi non ne è soddisfatto probabilmente tenderà a criticare anche l'ICD, considerato il forte allineamento che esiste tra questi due manuali. Scartati sia il DSM che l'ICD, che cosa rimane?
DSM
(immagine dal web)

James Davies si augura che entrambi i manuali diventeranno presto obsoleti, e promuove invece la diffusione di una pubblicazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità nota come Linee Guida di Intervento mhGAP, che suddivide i disturbi mentali in sole 11 categorie. David Kupfer, invece, sostiene che il DSM ha ancora un futuro e prevede "aggiornamenti incrementali" basati sulle più recenti ricerche.

L'importanza di nuovi apporti scientifici è sottolineata anche dal Royal College of Psychiatrists nel Regno Unito e dall'Istituto azionale di Salute Mentale negli USA: entrambi hanno invocato l'introduzione di "nuove modalità di ricerca" per migliorare il processo diagnostico psichiatrico. Saranno probabilmente i progressi compiuti, in particolare nel campo delle neuroscienze, a svuotare di significato il dibattito sul DSM: per certi versi, infatti, l'attuale psichiatria rimane saldamente ancorata al passato. Il professor Craddock la paragona alla cardiologia prima che fosse ben compreso il meccanismo della pompa cardiaca e prima dell'invenzione dell'elettrocardiogramma.(science)

26/04/14

Windows 8.1 | Ad agosto termina il supporto per la versione del OS di Microsoft.

La fine del supporto a Windows 8.1, detronizzato da Windows 8.1 Update, è stata prorogata da Microsoft per il mese di agosto.

Dopo le tante e sentite proteste da parte delle imprese interessate, Microsoft proroga fino ad agosto, fornendo altri 3 mesi e mezzo di supporto ulteriore per Windows 8.1, l’aggiornamento della versione Windows 8 del sistema operativo, che pian piano sta andando sparendo per fare posto a Windows 8.1 Update.

Microsoft aveva dato comunicazione che nessun aggiornamento (particolarmente di sicurezza) sarebbe stato più fornito per Windows 8.1 dopo la metà di maggio. Unica possibilità per ovviare a questa decisione, era di installare d’urgenza Windows 8.1 Update oppure restare con Windows 8 (che continua da parte sua ad essere aggiornato). Un periodo inaccettabile per la grandi aziende e le grandi organizzazioni che avevano iniziato ad aggiornare e hanno fatto sentire il loro disappunto a Microsoft.
Windows 8.1 Update

Sono sul banco degli imputati i problemi evidenziati per l’installazione di Windows 8.1 Update con lo strumento di aggiornamento Windows Server Update Services (WSUS) e con la migrazione verso Windows 8.1. Passare alla versione Update in corso d’opera necessita altri test e nuovi processi di validazione. La fine del supporto a Windows 8.1 si prevede ora per il 12 agosto.

Microsoft ha dunque dismesso con la sua stessa politica sul ciclo di vita del software che prevedeva una durata di 2 anni prima della fine del supporto della versione RTM di un sistema operativo o di un service pack. Windows 8.1 ha esordito ad ottobre 2013 e quindi il supporto è durato soltanto 10 mesi. Gli esperti poi continuano a segnalare che è prevista una seconda versione di Windows 8.1 Update.

21/03/14

Iran | Dopo 8 anni di carcere e il rischio della lapidazione, amnistiata e liberata Sakineh Ashtiani.

Ricordate Sakineh Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione nel 2006 con l'accusa di adulterio e di aver ucciso il marito d'accordo con il suo amante? E' di ieri l'annuncio che la donna è stata rimessa in libertà. Ne dà notizia l'avvocato italiano Bruno Malattia di Pordenone, che ha patrocinato il caso di fronte al parlamento europeo. Dopo otto anni di carcere e una forte mobilitazione internazionale per salvare la vita alla donna, le autorità della Repubblica islamica le hanno concesso l'amnistia. La donna è stata rilasciata dopo aver scontato 8 anni di carcere. La buona condotta ha favorito il procedimento di amnistia. Secondo alcuni osservatori è un altro segnale della distensione messa in atto dal presidente Rohani, che in realtà deve gestire una situazione interna, sociale ed economica, difficile, vista l'eredità lasciata dal suo predecessore. Sakineh Mohammadi. Ashtiani, 47 anni, di Tabriz, nel nord-ovest dell’Iran, venne condannata nel 2006, sotto la presidenza di Mahmud Ahmadinejad, alla lapidazione per adulterio, con sentenza poi sospesa nel 2010. Ma rischiò poi l’impiccagione in un processo per l’omicidio del marito. Nel 2010 il Comitato internazionale contro la lapidazione, con sede in Germania e guidato dalla dissidente iraniana Mina Ahadi, aveva dato notizia della prossima impiccagione di Sakineh e poco più di un mese dopo del suo rilascio. Notizia smentita dalle autorità islamiche, che l’attribui’ ad un’azione di propaganda della stampa occidentale. La tv di stato iraniana mostrò la donna che confessava l’adulterio e la complicità nell’omicidio del marito: una confessione che il figlio della donna, Sajad Qaderzadeh, disse esserle stata estorta con la tortura. Ora l'annuncio dell'amnistia, che attende la conferma dei fatti. Forse un gesto distensivo nell’ambito del «nuovo corso» impresso alla politica estera dal presidente moderato Hassan Rohani.

20/03/14

Eccidi del 1944 nell'appennino tosco-emiliano: confermati tre ergastoli.

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso della procura generale militare confermando la condanna all'ergastolo per gli ex nazisti della divisione "Herman Goering" accusati delle stragi sull’Appennino tosco-emiliano nella primavera del 1944, dove in una delle quali, e precisamente quella del Monte Falterona, tra le province di Firenze e di Arezzo, vennero uccise 200 persone tra uomini, donne e bambini. La Prima sezione penale è intervenuta così sulla decisione della Corte militare d'appello di Roma del 26 ottobre 2012, confermando gli ergastoli per Hans Winkler, Alfred Luhmann e Wilhelm Stark. La Corte ha anche disposto un nuovo processo di appello per altri 2 militari e due eccidi rimasti senza colpevoli: Monte Morello (la più alta montagna della cosiddetta “conca” fiorentina) e Mommio di Fivizzano (in provincia di Massa Carrara). Nel frattempo uno degli imputati, Ferdinand Osterhaus, è morto. Si riapre così dopo 70 anni di distanza il capitolo giudiziario per le quattro stragi naziste. Un nuovo processo d’appello dovrà accertare le responsabilità dei cinque ex militari nazisti, tutti novantenni. Tre di questi per due degli eccidi dei resistenti (tra cui molte donne, anziani e bambini) sono già stati condannati all’ergastolo dalla corte d’appello militare di Roma, il 26 ottobre del 2012: sentenza che ieri sera (19 marzo) è diventata definitiva appunto per decisione della prima sezione penale della Suprema Corte. Il nuovo processo sarà celebrato per accertare le responsabilità per gli eccidi di Monte Morello e quello di Mommio di Fivizzano, finora rimaste senza colpevoli. Mentre per la strage di Monchio,Susano e Costrignano sull’Appenino modenese (oltre 150 morti), del 18 e 20 marzo 1944, della quale proprio in questi giorni ricorrono i 70 anni, e per l’eccidio del monte Falterona del 13 e 18 aprile, andrà valutato se ci sono ulteriori responsabilità oltre a quelle accertate. Gli imputati che dovranno tornare alla sbarra, sono l’allora capitano dell’esercito tedesco Helmut Odenwald, di 95 anni; l’ex tenente Erich Koeppe (95), assolti in appello per i quattro capi d’imputazione, e il sottotenente e medico della divisione Hans Georg Karl Winkler (92), il caporale, poi sergente, Alfred Luhmann (89) e il sergente Wilhelm Stark (93), condannati all’ergastolo. Sono venti le parti civili, tra cui la presidenza del Consiglio, le Regioni Emilia-Romagna eToscana, Anpi e i Comuni interessati.

05/03/14

"Gocce" di notizie: Pistorius sparò accidentalmente un colpo al ristorante

Qualche settimana prima dell'omicidio di Reeva Steenkamp, Oscar Pistorius maneggio' male un'arma da cui parti' accidentalmente un colpo, e poi chiese a un amico compiacente di assumersene la colpa. E' quanto emerso dalle testimonianze raccolte nel terzo giorno del processo all'ex campione olimpico e paralimpico, a Pretoria. A sorpresa l'accusa ha accantonato temporaneamente le riscostruzioni sull'omicidio della modella sudafricana per concentrare l'attenzione su un episodio avvenuto poche settimane prima, nel gennaio 2013. In un ristorante alla moda di Johannesburg, l'atleta paralimpico era a pranzo con un paio di amici quando uno di loro, Darren Fresco, passo' sotto il tavolo una pistola a Pistorius, avvertendolo che "c'era un colpo in canna". Ma quando l'arma arrivo' nelle mani di "Blade runner", inspiegabilmente parti' un colpo. "Ci fu un immediato silenzio", ha raccontato Kevin Lerena, pugile di professione, che era tra i commensali. "Guardai a terra e proprio li' dove puntai lo sguardo, dove c'era il mio piede, c'era un foro sul pavimento. Avevo una sbucciatura sul dito, ma non ero ferito". Pistorius chiese immediatamente scusa ai commensali accertandosi che non fossero feriti. Ma poi, voltatosi verso uno di loro, gli chiese di addossarsi la responsabilita' dell'accaduto. "Per favore, di' che sei stato tu. C'e' troppa attenzione dei media su di me", ha raccontato Lerena, riportando le parole di Pistorius. "E quando arrivarono i proprietari del ristorante, Darren disse che era stato lui".                                                        fonte (AGI)

19/02/14

Pensionata di 73 anni iscritta nel registro degli indagati per stalking … verso cane della vicina di casa.

Un caso che farà discutere molto, sicuramente sarà un caso che farà giurisprudenza. Una pensionata brianzola è stata denunciata per stalking. Fin qui niente di strano, una denuncia come purtroppo ce ne sono molte per questo tipo di reato ai danni di mariti o fidanzati; questa volta la denuncia è stata presentata per stalking nei confronti di un cane, più precisamente contro il cane della vicina di casa. Davanti al giudice è finita Liliana B., 73 anni di Casatenovo in provincia di Lecco, rea confessa di aver gettato in almeno otto occasione un secchio d’acqua addosso al quadrupede di un’inquilina del suo stesso palazzo che abita proprio nell’alloggio sotto di lei. Secondo quanto raccolto dagli investigatori il cane, dall’indole abbastanza esuberante, aveva la pessima abitudine di abbaiare giorno e notte, disturbando e svegliando tutti i condomini vicini, specialmente chi aveva la sfortuna di abitare al piano immediatamente sopra al giardino dove l’animale scorrazzava libero. I reiterati inviti alla padrona di intervenire non avrebbero dato alcun risultato, così l’anziana pensionata ha deciso di adottare il “fai da te”, gettando a più riprese con una brocca dell’acqua sul più fedele amico dell’uomo dall’alto del proprio balcone. Il metodo, utilizzato in genere anche da alcuni addestratori cinofili, avrebbe sortito l’effetto desiderato di indurre la bestiola a tacere, ma anche di spingere la proprietaria a raccontare tutto e querelarla direttamente al sostituto procuratore Rosa Valotta . Il magistrato, dopo gli accertamenti da parte della polizia giudiziaria ha iscritto la donna nel registro degli indagati con l’accusa di «atti persecutori» in base all’articolo 612 bis del codice di procedura penale. Successivamente è stata citata direttamente davanti al giudice, quindi senza passare dall’udienza preliminare Ieri mattina è stata così convocata in aula per la prima udienza, assistita dall’incredulo avvocato di fiducia Alessandro Patti, 55 anni di Merate. Il giudice Salvatore Catalano, l’accusa condotta dal Vpo Mattia Mascaro, ha cominciato il processo in contumacia, perché l’imputata era momentaneamente assente. Chi invece non si è proprio presentata è stata la presunta parte lesa, che ha già perso la causa civile ed è stata obbligata a tenere il cane rigorosamente in casa, non più in giardino, proprio per impedire che tormenti tutti i residenti della zona con il suo abbaiare. «Il procedimento è stato riaggiornato, ma confido che la querela venga ritirata, sarebbe uno spreco di denaro e una perdita di tempo», commenta il legale.

06/02/14

Definito "Il braccio politico delle toghe" | Grasso chiamato a spiegare le ragioni giuridiche della sua scelta

Pietro Grasso sotto attacco da parte dell'opposizione, che contesta la decisione presa dal presidente di costituire il Senato parte civile al processo della presunta compravendita di senatori. I senatori del Pd approvano la decisione di Grasso e avallano con le firme di tutti.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, e' nella bufera. Forza Italia contesta la decisione presa ieri dal presidente di Palazzo Madama che, nonostante il parere dell'Ufficio di presidenza, ha deciso che il Senato si costituira' parte civile nel processo sulla presunta compravendita di senatori che vede imputato Silvio Berlusconi. Il partito del cavaliere ha chiesto le dimissioni di Grasso, e vuole spiegazioni formali, lasciando intendere che in assenza di esse il Senato conoscera' altre ore difficili. E' Paolo Romani, in apertura dei lavori, a scandire: "vorrei credere che il presidente Grasso non si sia fatto condizionare da logiche politiche e interessi in parte indegni del suo ruolo ma abbiamo il diritto di chiedere e lo faccio formalmente, che sia lui a venire questa mattina in Aula, al piu' presto, a spiegare le ragioni giuridiche della sua scelta e del suo comportamento". "In assenza di questo - anticipa Romani - e' difficile immaginare che i lavori d'Aula possano mantenere quello spirito di serenita' che puo' essere garantito soltanto da una presidenza riconosciuta da tutti come autorevole e imparziale".

Grasso
La senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati e' piu' chiara: Grasso "si deve dimettere perche' ha stracciato tutte le regole, le norme, la dignita' del Senato. Ha dismesso il ruolo istituzionale per assumere un ruolo politico contra personam". In difesa del presidente Grasso scende il Partito Democratico, che con il capogruppo Luigi Zanda, spiega: "Che cosa deve fare il presidente del Senato? Deve fare il suo dovere. Io ritengo che l'abbia fatto". C'e' stato "l'esercizio del dovere istituzionale regolarmente previsto da parte del presidente del Senato", ha anche detto. Anche il Nuovo Centrodestra, per bocca di Fabrizio Cicchitto, punta il dito sul presidente del Senato: "Grasso? Ho paura che sia uno degli ultimi regali che una persona assai simpatica come Bersani ci ha fatto..." confida in tv. "Se ne e' fregato dell'Ufficio di presidenza, prendendo una decisione che arriva in un momento politico delicatissimo e complica ulteriormente le cose". Anche Pierferdinando Casini chiede spiegazioni a Grasso: "E' grave spaccare il Senato o l'organo di presidenza su un giudizio di carattere morale espresso dal Presidente. Spero che oggi in apertura di seduta voglia dare spiegazioni", dice il leader centrista da poco ritornato tra le file del centrodestra. "E' una decisione insindacabile ma non indiscutibile. Quando si coinvolge il Consiglio di presidenza e si chiede un parere, 'gentlemen's agreement' vuole che al parere ci si rifaccia. E' il parere del Senato". Secondo Gasparri (Fi) "Grasso si e' comportato in maniera non leale", mentre Mara Carfagna accusa il presidente del Senato di aver effettuato "l'ennesima forzatura per portare avanti una persecuzione nei confronti Silvio Berlusconi".            fonte  (Agi)

23/01/14

Totò Riina ne ha per tutti, anche per Barbara Berlusconi definendola “Potentosa come suo padre

Nelle intercettazioni, durante l'ora d'aria di Totò Riina mentre parla con Lorusso, suo compagno di detenzione, Riina parla anche di Barbara Berlusconi: “Potentosa come suo padre” Nuova puntata delle conversazioni con Lorusso intercettate nel carcere di Opera. Il capo dei capi ironizza sulla Minetti e sul Cavaliere, ma parla anche di Andreotti - "persona seria" - e dell'omicidio Dalla Chiesa: "Eravamo pronti a dargli il benvenuto". 

 

Questa volta Totò Riina dice la sua su Barbara Berlusconi, figlia di Silvio: “Min… Barbarella, Barbaretta, sta Barbarella è potentosa come suo padre, perché si è messa sotto quello lì… Lui era un potente giocatore e non ha potuto giocare più, lui dice che vuole venire di nuovo”. Parole che il boss di Cosa nostra ha pronunciato il 18 settembre scorso durante l’ora d’aria nel carcere di Opera (Milano) in compagnia del solito compagno di detenzione Alberto Lorusso.

 La conversazione ha poi toccato altri argomenti collaterali: Nicole Minetti, Ruby “la nipote di Mubarak”, la ventilata candidatura di Silvio Berlusconi in Lettonia alle Europee… E, in altre giornate, Giulio Andreotti e l’omicidio Dalla Chiesa. Tutto captato dai microfoni nascosti della Dia e depositato agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia in corso a Palermo, come altre conversazioni rese note nei giorni scorsi, comprese quelle contenenti le minacce al pm Nino Di Matteo, che rappresenta l’accusa in quel processo. Riina e Lorusso, in particolare, si chiedono se Berlusconi, ancora leader del Pdl e alleato di Letta, voglia fare cadere l’esecutivo. “Stasera c’è la votazione – dice Lorusso – Il Governo lui non lo farà cadere, non gli conviene fare cadere il Governo”: E Riina: “No, no. Cornuti sono chi sale al Governo. Lo sai com’è”. A questo punto Lorusso parla della possibile candidatura di Berlusconi in Lettonia: “Forse si candida là”. E Riina: “Va là a ‘cafuddare’“. Gli inquirenti hanno tradotto questo termine “nel senso di fare sesso”. E’ Lorusso a spiegare che “Berlusconi è conosciuto dappertutto, sono vent’anni che tutte le televisioni parlano di lui. In tutto il mondo parlano di lui”. Poi i due citano anche Nicole Minetti, l’ex consigliera regionale lombarda: “L’ha fatta assessore (in realtà era stata eletta in consiglio regionale nel listino bloccato, ndr) a 12.000 euro al mese, perché faceva l’assessore? Perche sapeva parlare la lingua inglese”. E Riina ride. Fino a parlare anche di Mubarak e di Ruby Rubacuori, definita “nipote di Mubarak”. “Che figlio di … – dice Riina – le vede che figlio…”. E continua a ridere. Ce n’è anche per Giulio Andreotti, il potente leader democristiano scomparso l’anno scorso. “Andreotti, quello è stato una persona seria, a livello mondiale. Figlio di put…, che persona seria, eh? Chiesa e casa, casa e chiesa. Questo qua era un burattinaio, che cavolo di burattinaio…”, dice Riina a Lorusso il 31 ottobre 2013. Pezzi di storia italiana, filtrati dalla logica del “capo dei capi” che nei primi anni Ottanta portò i “viddani” corleonesi alla conquista di Cosa nostra. “Quando ho sentito alla televisione che il generale Dalla Chiesa era stato promosso prefetto di Palermo per distruggere la mafia ho detto: ‘prepariamoci’. Mettiamo tutti i ferramenti a posto, tutte le cose pronte per dargli il benvenuto”. E ancora: “Lui gli sembrava che veniva a trovare qua i terroristi. Gli ho detto: ‘qua il culo glielo facciamo a cappello di prete”. I due poi si dilungano in considerazioni sull’assassinio del generale, il 3 settembre 1982 a Palermo. Riina poi ironizza sulle tesi che vedono dietro al delitto Dalla Chiesa il coinvolgimento di soggetti estranei a Cosa nostra: “Loro (i figli del generale, ndr) sono convinti che a uccidere il padre fu lo Stato. Ma c’è solo un uomo e basta. Ha avuto la punizione di un uomo che non ne nasceranno più”.

06/01/14

Perchè si dice "situazione kafkiana"?

Non si usa molto questo modo di dire, raro sentir qualcuno che ne fa uso. In ogni caso è di formazione recente, e deriva ovviamente dal modo di scrivere di Franz Kafka.  "Kafkiano" è dunque un neologismo.
Situazione kafkiana, indica una situazione paradossale, e in genere angosciante, che viene accettata come status quo, implicando l'impossibilità di qualunque reazione tanto sul piano pratico che su quello psicologico.  Uno degli esempi più paradigmatici di situazione "kafkiana" è forse proprio quella del Processo di Kafka, in cui l'impotenza (l'impossibilità della reazione) viene messa in relazione, tra l'altro, col tema della burocrazia giudiziaria. In quest'opera, il protagonista "Josef K." riceve inaspettatamente la notizia di essere in arresto.
Kafka

Un giorno, trovandosi negli uffici della banca dove lavora, apre una porta di un ripostiglio e vi trova i custodi che si erano presentati in casa sua, puniti da un aguzzino, perché Josef K. si era lamentato del loro comportamento. L'effetto kafkiano del lettore si scatena però non in questa sorpresa irreale, ma nel constatare il comportamento del protagonista: egli non reagisce al fatto di trovare dei poliziotti là dove mai avrebbe pensato ma si preoccupa che i poliziotti non facciano troppo rumore quando sono frustati. La paura di Josef K. è che i colleghi o i suoi sottoposti si presentino a vedere cosa succede e scoprano così che egli è sotto processo. La vergogna per l'indagine, a cui non ci si può opporre (Josef K. non sa neppure di preciso quale sia l'imputazione) viene così amplificata dal predominare paradossale del senso del pudore del protagonista. La scena mette bene in risalto il funzionamento dell'assurdo kafkiano. Cioè creare un contrasto che sembra irragionevole ma che in realtà rivela un aspetto profondo, sconvolgendo e spiazzando il lettore.

28/12/13

Quaranta anni con una…mummia nello stomaco!

Quaranta anni vissuti con una…mummia dentro lo stomaco!
Si tratta del caso di una donna ottantenne del Bogotà che avvertiva ormai da tempo forti mal di pancia: con ogni probabilità fu curata pensando che si trattasse di una gastroenterite!
Nulla di tutto ciò, in realtà il problema non era altro che un feto di 40 anni mummificato nel suo stomaco! I medici hanno inizialmente prescritto all’ottantenne signora dei farmaci per attenuare il dolore, ipotizzando qualcosa di lieve conto, ma poi con il passare del tempo hanno pensato che fosse stato opportuno fare controlli più approfonditi. Alla fine le è stato diagnosticato il lithopedion, una patologia molto rara e gravissima a seguito della quale il feto si sviluppa al di fuori dell’utero e si ‘mummifica’.
feto-mummificato-40-anni
Feto mummificato: lithopedion

Normalmente in questo tipo di gravidanze il feto muore prematuramente, a causa dell’ambiente sfavorevole in cui deve crescere. Se il feto è ormai arrivato ad uno stadio avanzato di crescita, tanto da avere perfino lo scheletro, un completo riassorbimento del materiale diventa impossibile. In assenza di complicanze, quindi, nel feto si depositano sali di calcio ed avviene un processo di mummificazione, che dà origine al lithopedion.

Si tratta di casi comunque rarissimi; negli ultimi decenni si sono verificati circa 300 casi simili. L’età del feto calcificato e mummificato in questione è di quarant’anni, e persino i medici si sono detti sorpresi nel trovare un feto così ‘avanti negli anni. Altro che gastroenterite, dunque! Dopo un’operazione per la rimozione del feto, la donna è tornata alla sua vita di sempre, con un po’ di dolore per questo piccolo mai nato.

05/12/13

Ucraina: confronto a Kiev tra Russi ed occidentali! Il Parlamento bloccato.

Un deciso faccia a faccia tra Russi e occidentali, in quel di Kiev, capitale Ucraina destabilizzata recentemente dalle manifestazioni, per una consulta dei ministri degli Esteri dell'Osce, nel momento in cui cresce la pressione sul presidente Vitkor Yanukovych a seguito il suo dietrofront riguardo l’associazione con la Ue. Nella giornata di ieri i facenti parte dell'opposizione hanno ricevuto il supporto dei maggiori paesi occidentali, in aggiunta ai tre predecessori di Yanukovych, apertamente favorevoli con la contestazione in atto filoeuropea, che chiede a gran voce la sospensione della firma dell'accordo di associazione con Bruxelles oltre che le dimissioni dell’attuale presidente e quindi del governo.

Le minacce e le pressioni esercitate sull'Ucraina per isolarla dall'Ue sono «inaccettabili», ha detto il ministro degli Esteri tedesco, Guido Westerwelle, facendo riferimento alla Russia, durante un Consiglio ministeriale dell'Osce a Kiev.
Il segretario generale dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa Lamberto Zannier in sintonia e collaborazione con il capo della diplomazia tedesca Guido Westerwelle ieri sera erano con i manifestanti su Piazza Indipendenza Maidan (piazza) per gli ucraini, in possesso dei manifestanti da domenica dopo un protesta che ha raccolto oltre 100mila persone.
OSCE

«Siamo qui in quanto europei a casa di europei. Le porte dell'Unione europea restano aperte» ha detto Westerwelle dopo aver incontrato i leader dell'opposizione ucraina, tra cui il pugile Vitali Klitschko.
Alla riunione dell'Osce saranno presenti circa 30 delegazioni, tra cui quella russa, con il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, Westerwelle, e i ministri di vari paesi tra cui quello della Polonia, storicamente legata all'area occidentale dell'Ucraina e in prima linea negli sforzi per avvicinare Kiev alla Ue.  

John Kerry, capo della diplomazia americana, ha disdetto la sua presenza a Kiev, ma ieri in Moldova ha espresso il suo sostegno all'opposizione, e oggi la segretaria aggiunta del dipartimento di Stato Victoria Nuland sottolinea, affermando che Washington sta con il popolo ucraino «che vuole un futuro in Europa». Dichiarazioni che stridono con quelle di Lavrov, che ieri ha mosso accuse verso gli occidentali di inviare un «messaggio sbagliato» agli ucraini.

A una domanda sulle rivendicazioni della piazza, un alto responsabile del governo molto vicino a Yanukovych ha affermato che le elezioni anticipate potrebbero essere oggetto di discussioni con l'opposizione. «Dobbiamo tenere negoziati» ha detto il vicepremier Sergei Arbuzov ieri sera alla Tv. «Poi, quando ci saranno le proposte ufficiali, discuterle» ha aggiunto il 37enne Arbuzov, componente di primo piano della cosiddetta "famiglia" che circonda e consiglia il presidente. L'opposizione manifesta da due settimane contro la sospensione decisa dalle autorità del processo di associazione con la Ue, in favore di una maggiore collaborazione con la Russia.

Il rifiuto di Yanukovych, al vertice di Vilnius di venerdì scorso, di firmare l'intesa in preparazione da oltre tre anni ha convinto migliaia di manifestanti a occupare la Maidan, luogo simbolo della rivoluzione arancione del 2004, che mandò al potere i filo occidentali. La mobilitazione è esplosa dopo che la polizia sabato ha disperso con la violenza una manifestazione sulla Maidan, ferendo decine di persone. Domenica sulla Maidan erano oltre 100mila e i feriti negli scontri con la polizia centinaia. Yanukovych è da martedì in Cina in visita ufficiale e sula via del ritorno dovrebbero far scalo a Mosca. A Kiev migliaia di manifestanti sono ancora in piazza stamani, tra tende e bracieri per affrontare il gelo. «L'Ucraina è Europa» si legge sui cartelloni sulla Maidan.

Yanukovych in Cina incontra il presidente cinese Xi Jinping
Nel mentre, il presidente ucraino Viktor Yanukovych, duramente contestato a Kiev nell'ultima settimana, ha incontrato oggi a Pechino il presidente cinese Xi Jinping. La sua visita nella Repubblica popolare, data per incerta fino all'ultimo minuto, è venuta in uno dei momenti di massima tensione nelle strade della capitale ucraina e mentre a Kiev sono riuniti i ministri degli esteri dei paesi dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).






12/11/13

Rischia 7 anni di carcere per aver suonato Rachmaninov in casa

Una pianista Spagnola studia Rachmaninov in casa e rischia 7 anni di carcere per aver suonato troppe ore. Ci vogliono anni di studio per eseguire questi preludi di Rachmaninov al pianoforte (Sergej Vasil'evič Rachmaninov è stato un compositore, pianista e direttore d'orchestra russo naturalizzato statunitense. Di fama mondiale, è considerato uno dei più grandi compositori e pianisti russi di sempre). Proprio quello studio quotidiano che potrebbe costare a Laia Martin, 27 anni, pianista professionista di Girona in Spagna, una condanna a 7 anni di carcere, quattro anni di divieto di suonare più 50mila euro di multa.
La pianista, che vediamo qui impegnata in concerto, è infatti sotto processo per inquinamento acustico e lesioni: la vicina di casa la acccusa di aver suonato otto ore al giorno cinque giorni la settimana dal 2003 al 2007 procurandole un esaurimento nervoso e costringendola a cambiare casa. L'accusata e i suoi genitori (anche loro sotto processo per favoreggiamento) replicano che è impossibile che Laia abbia suonato così tanto in casa perché in quegli anni studiava pianoforte anche in altre scuole e che la vicina è 'ossessionata da lei'. La vicenda della pianista che rischia il carcere per la sua arte sta appassionando la Spagna. Gli utenti dei social network, dal canto loro, hanno immediatamente preso posizione a favore di Laia
                                                                                                                                              fonte

09/11/13

La Formula 1 va per "la tangente"! Confessa Ecclestone: pagato 10 milioni di dollari a Prost e Jordan!

La Formula 1 va per "la tangente"! Confessa Ecclestone: pagato 10 milioni di dollari a Prost e Jordan!
Bernie Ecclestone, ovvero il simbolo della Formula 1, il guru delle corse più entusiasmanti e adrenaliniche di tutto il mondo sportivo dei motori, uomo tanto spregiudicato quanto generoso, risoluto e pragmatico al tempo stesso, ha confessato di aver tenuto il controllo del business "Formula 1"percorrendo vie che prendono per la..."Tangente".
Tangenti di cui hanno usufruito anche alcuni dei protagonisti più importanti del mondo delle corse, campioni che hanno scritto pagine memorabili della storia più o meno recente della Formula 1, miti come Alain Prost e Eddie Jordan, la cui complicità e accondiscendenza Ecclestone ha nel senso lato del termine, acquistato con una sorta di mancia da 10 milioni di dollari.
«Pagata direttamente sul loro conto corrente privato, non su quello delle scuderie che rappresentavano», ha voluto specificare Ecclestone, che pare somigliare più che un pentimento, ad un’ammissione di colpevolezza ormai fuori tempo massimo e quindi pronta per essere archiviata tra i rimpianti e gli scaffali dei motori in soffitta.
Bernie Ecclestone

Questa sorta di rivelazione che se fatta in tempi utili avrebbe scatenato una sorta di "Motoropoli", fatta adesso a più di dieci anni di distanza, appare sbiadita e perfino superflua, dal momento che la sua integrità nel paddock è sempre stata ritenuta inversamente proporzionale al talento di businessman.
Nonostante ciò le sue dichiarazioni, entrate in possesso dall’Alta Corte di Londra, sono destinate a far rumore, a scuotere, ed anche non poco, l'impero automobilistico della Formula 1.
Basta soltanto considerare il peso specifico dei protagonisti delle sue confessioni: Prost, Jordan e Tom Walkinshaw! I primi due ex team principal delle omonime scuderie, il terzo a capo della Arrows, scusate se è poco.
L’episodio, rivelato dallo stesso Ecclestone, risale al 1998 quando si parlava del rinnovo del «Patto della Concordia» tra la società di marketing di Ecclestone, la Federazione Automobilistica Internazionale e le scuderie partecipanti al mondiale.

Per convincere alcuni team ad accettare la sua proposta economica, Ecclestone non ha per nulla esitato ad aprire il prospero portafoglio personale, attirando così il voto dei rispettivi team principal.
In base alla testimonianza di Ecclestone, sia Jordan che oggi svolge il ruolo di opinionista della Bbc che Prost, quattro volte campione del mondo, hanno accettato i versamenti provenienti dalla Valper Holdings, una sussidiaria della Bambino Holdings, il trust della famiglia Ecclestone.

«Ma non bisogna considerarla una tangente perché nessuno dei tre era un dirigente né ricopriva cariche pubbliche. E non so che fine abbiano fatto quei soldi. Io li ho pagati perché accettassero la mia proposta», si è giustificato Ecclestone.
Il patron della Formula 1 ha narrato l’episodio nell’ambito del processo che lo vede imputato di corruzione nei confronti del banchiere Gerhard Gribkowsky al fine di canalizzare a proprio favore la vendita dei diritti commerciali della Formula 1.

25/10/13

La difesa del Cavaliere nel processo Ruby: "Convinta non costretta?"

Legge anticorruzione: La Suprema corte ha stabilito che le condanne per concussione vanno inflitte solo a chi "limita radicalmente" la libertà del soggetto, "Costringere è diverso da convincere". Questa decisione potrebbe tornare utile alla difesa del Cavaliere nel processo Ruby.


La pronuncia della Suprema corte: sezioni unite presiedute da Giorgio Santacroce: "La fattispecie di induzione indebita di cui all'articolo 319 quater Codice penale è caratterizzata da una condotta di pressione non irresistibile da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, che lascia al destinatario della stessa un margine significativo di autodeterminazione e si coniuga con il perseguimento di un suo indebito vantaggio. Nella concussione di cui all'articolo 317 cp, invece si è in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario".

Santacroce ha argomentato che con la decisione "si allargano le maglie e i poteri dei giudici di merito" nel valutare questi due reati. "Costringere è diverso da convincere", ha aggiunto ricordando quello che diceva un professore di diritto. E proprio questa diversa gradazione è stata delineata dagli ermellini. Santacroce ha poi sottolineato che è stata anche data risposta al perché deve essere punito il privato che non ha resistito alle pressioni non irresistibili del pubblico ufficiale. In questo modo viene punito chi "pur senza esserlo è quasi un correo" del pubblico ufficiale scorretto. Per Santacroce il reato di induzione che punisce anche il privato "è una norma che ci è stata imposta dall'Europa" che non ha mai visto molto di buon occhio il fatto che nel nostro Paese si puniscano solo i corruttori e non anche i privati che comunque traggono un vantaggio, e si mettono d'accordo, con chi li corrompe.

I dubbi del procuratore generale. La Legge Severino "ha posto più problemi di quelli che voleva risolvere perché nelle norme c'è mancanza di indicazioni nitide". Lo ha detto il sostituto procuratore generale della Cassazione Vito D'Ambrosio nella sua requisitoria sulla legge Severino oggi all'attenzione delle sezioni unite della Suprema Corte, chiamate a dirimere un contrasto giurisprudenziale legato alla norma sulla concussione.

Le perplessità non riguardano il tema al centro dell'attuale scontro politico, ovvero il meccanismo della decadenza dei politici che hanno ricevuto condanne come Silvio Berlusconi, ma più in generale l'impianto della legge. Per D'Ambrosio, infatti, "non è possibile comprendere la ragione profonda del perché si è giunti a sdoppiare l'articolo del Codice penale sulla concussione per combattere la corruzione, ed è fasulla l'interpretazione di chi dice che le leggi internazionali e l'Europa ci chiedevano di eliminare la concussione". Secondo il magistrato della Suprema corte, poi, "sarà difficilissimo avere la collaborazione, nelle indagini, dei soggetti passivi del reato che adesso vengono incriminati". Il reato di concussione, ha sottolineato, sussiste "ogni volta che si incide pesantemente su un soggetto passivo".
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