Il-Trafiletto
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15/03/14

"Gocce" di notizie: Berlusconi si ricandiderà

 "Se sara' possibile, saro' felice di essere in campo nelle 5 circoscrizioni che sempre mi hanno dato tra i 600 ed i 700.000 voti ciascuna. Spero di poter avere velocemente una risposta dalla Corte europea". Cosi' Silvio Berlusconi al telefono a una iniziativa di Forza Italia a Montecatini, sull'ipotesi di una sua candidatura alle europee. "Attendo la decisione del 10 aprile, e cioe' di sapere se dovro' andare in carcere, ai domiciliari o ai servizi sociali", ha aggiunto parlando della decisione del Tribunale sorveglianza di Milano sulla sua condanna per il caso Mediaset. Per il presidente di Forza Italia quella dei servizi sociali e' la soluzione "piu' ridicola per una persona della mia eta', una persona di stato, di sport e di impresa: e' ridicolo, sia per me sia per l'Italia, riabilitarla attraverso l'assistenza sociale".
  Sul movimento di Grillo Berlusconi dice che "Circa la meta' degli elettori 5 Stelle si sono dichiarati non affezionati, molti di loro delusi e qualcuno anche disgustato da coloro che Grillo ha mandato in Parlamento e da come si stanno comportando. Se opportunamente contattati e informati possono diventare consapevoli delle nostre idee, dei nostri valori e determinarsi a votare per noi", sottolinea il Cavaliere.                                              fonte(AGI) .

15/02/14

'utili idioti' della sinistra | Il Cav. apostrofa gli ex Pdl

Era inevitabile che gli strali del Cav finissero sul capo del suo ex delfino. Incolpandolo d'aver fatto una scissione per costituire l'Ncd per fare da stampella alla sinistra, lo apostrofa come: "utili idioti".

La vendetta dell'"altissimo" si sta abbattendo sul segretario nuovo centro destrino, ormai ex vice presidente del Consiglio.


CagliariIl leader di Fi Silvio Berlusconi, senza mai nominarlo, si scaglia contro il suo ex delfino Angelino Alfano e contro gli ex Pdl che gli hanno voltato le spalle per costituire il Ncd, mentre da Arborea (Oristano) ripercorre le tappe che hanno portato prima al governo delle larghe intese con il Pd ed Enrico Letta. "Hanno fatto una scissione e sono diventati la stampella del governo della sinistra con i loro 30 voti al senato.

Alfano///Berlusconi
Hanno assunto il ruolo che e' quello degli 'utili idioti' della sinistra, che li usa quando gli servono e poi gli da' una pedata". "Si sono degnati di accettarci al governo, ci hanno concesso 5 ministri su 23, tutti di loro scelta", ha detto Berlusconi parlando della formazione dell'esecutivo Letta con il Pd e gli altri partiti delle larghe intese. "Forse abbiamo sbagliato, ma non ho sbagliato io, l'ha fatto chi e' andato a fare la trattative e sappiamo chi e'", ha detto Berlusconi nel suo lungo discorso durato circa due ore. "E poi e' iniziata la procedura per la mia decadenza. Io che per vent'anni ho dato al partito e a chi c'era dentro tutto quello di cui aveva bisogno... posti di prestigio. Qualcuno era stato fatto ministro della Giustizia a 38 anni, segretario del partito a 40 anni, ministro dell'Interno a 42 anni. Io avevo bisogno del mio partito per andare dal capo dello Stato e dire: 'Se non finite questa mascalzonata della mia decadenza facciamo finire il governo'. No, hanno fatto una scissione".                                                                                                     fonte (AGI)

23/01/14

Totò Riina ne ha per tutti, anche per Barbara Berlusconi definendola “Potentosa come suo padre

Nelle intercettazioni, durante l'ora d'aria di Totò Riina mentre parla con Lorusso, suo compagno di detenzione, Riina parla anche di Barbara Berlusconi: “Potentosa come suo padre” Nuova puntata delle conversazioni con Lorusso intercettate nel carcere di Opera. Il capo dei capi ironizza sulla Minetti e sul Cavaliere, ma parla anche di Andreotti - "persona seria" - e dell'omicidio Dalla Chiesa: "Eravamo pronti a dargli il benvenuto". 

 

Questa volta Totò Riina dice la sua su Barbara Berlusconi, figlia di Silvio: “Min… Barbarella, Barbaretta, sta Barbarella è potentosa come suo padre, perché si è messa sotto quello lì… Lui era un potente giocatore e non ha potuto giocare più, lui dice che vuole venire di nuovo”. Parole che il boss di Cosa nostra ha pronunciato il 18 settembre scorso durante l’ora d’aria nel carcere di Opera (Milano) in compagnia del solito compagno di detenzione Alberto Lorusso.

 La conversazione ha poi toccato altri argomenti collaterali: Nicole Minetti, Ruby “la nipote di Mubarak”, la ventilata candidatura di Silvio Berlusconi in Lettonia alle Europee… E, in altre giornate, Giulio Andreotti e l’omicidio Dalla Chiesa. Tutto captato dai microfoni nascosti della Dia e depositato agli atti del processo sulla trattativa Stato-Mafia in corso a Palermo, come altre conversazioni rese note nei giorni scorsi, comprese quelle contenenti le minacce al pm Nino Di Matteo, che rappresenta l’accusa in quel processo. Riina e Lorusso, in particolare, si chiedono se Berlusconi, ancora leader del Pdl e alleato di Letta, voglia fare cadere l’esecutivo. “Stasera c’è la votazione – dice Lorusso – Il Governo lui non lo farà cadere, non gli conviene fare cadere il Governo”: E Riina: “No, no. Cornuti sono chi sale al Governo. Lo sai com’è”. A questo punto Lorusso parla della possibile candidatura di Berlusconi in Lettonia: “Forse si candida là”. E Riina: “Va là a ‘cafuddare’“. Gli inquirenti hanno tradotto questo termine “nel senso di fare sesso”. E’ Lorusso a spiegare che “Berlusconi è conosciuto dappertutto, sono vent’anni che tutte le televisioni parlano di lui. In tutto il mondo parlano di lui”. Poi i due citano anche Nicole Minetti, l’ex consigliera regionale lombarda: “L’ha fatta assessore (in realtà era stata eletta in consiglio regionale nel listino bloccato, ndr) a 12.000 euro al mese, perché faceva l’assessore? Perche sapeva parlare la lingua inglese”. E Riina ride. Fino a parlare anche di Mubarak e di Ruby Rubacuori, definita “nipote di Mubarak”. “Che figlio di … – dice Riina – le vede che figlio…”. E continua a ridere. Ce n’è anche per Giulio Andreotti, il potente leader democristiano scomparso l’anno scorso. “Andreotti, quello è stato una persona seria, a livello mondiale. Figlio di put…, che persona seria, eh? Chiesa e casa, casa e chiesa. Questo qua era un burattinaio, che cavolo di burattinaio…”, dice Riina a Lorusso il 31 ottobre 2013. Pezzi di storia italiana, filtrati dalla logica del “capo dei capi” che nei primi anni Ottanta portò i “viddani” corleonesi alla conquista di Cosa nostra. “Quando ho sentito alla televisione che il generale Dalla Chiesa era stato promosso prefetto di Palermo per distruggere la mafia ho detto: ‘prepariamoci’. Mettiamo tutti i ferramenti a posto, tutte le cose pronte per dargli il benvenuto”. E ancora: “Lui gli sembrava che veniva a trovare qua i terroristi. Gli ho detto: ‘qua il culo glielo facciamo a cappello di prete”. I due poi si dilungano in considerazioni sull’assassinio del generale, il 3 settembre 1982 a Palermo. Riina poi ironizza sulle tesi che vedono dietro al delitto Dalla Chiesa il coinvolgimento di soggetti estranei a Cosa nostra: “Loro (i figli del generale, ndr) sono convinti che a uccidere il padre fu lo Stato. Ma c’è solo un uomo e basta. Ha avuto la punizione di un uomo che non ne nasceranno più”.

26/11/13

"Riniviate il voto o ve ne pentirete! Ho sette nuove testimonianze per rivedere il processo" | Apello finale di Berlusconi

Appello finale del Cavaliere, prima del voto sulla sua decadenza, con una lettera ai senatori Pd e M5s, dove li invita a riflettere e valutare bene prima di prendere una decisione. " Siamo avversari politici - è l'incipit - ma non deve venire meno il rispetto reciproco". Nel finale della lettera, scrive l'ex premier alzando il tono: "Non assumetevi una responsabilità che graverebbe per sempre sulla vostra immagine, sulla vostra storia personale, sulle vostre coscienze"
Inaugurazione nuova sede di Forza Italia

Alla fine sembra aver preferito l’appello epistolare all’intervento in Aula, pur non confermando se così ha davvero rinunciato a presentarsi a palazzo Madama mercoledì. Forse per l’ultima seduta da senatore. "Non lasciate che nella vostra coscienza, le convenienze politiche del momento, prendano il sopravvento sulla verità e sulla giustizia.", scrive il Cavaliere entrando nel dettaglio di quelle ormai famose «carte statunitensi» sulla base delle quali chiederà a Brescia la revisione del processo sui diritti tv per il quale è stato condannato. La lettera è il colpo di scena finale, insieme alla sintesi delle dichiarazioni del manager che attribuisce alla triangolazione tra «mister Agrama», «mister Gordon» e «mister Lorenzano» il meccanismo per la creazione dei fondi neri che gli vengono imputati. A chi gli chiede se oggi tornerebbe a votare per la conferma di Giorgio Napolitano al Quirinale, Berlusconi risponde limitandosi a dire che «non ho nessuna valutazione da fare alla domanda», ma è molto più netto nel rispondere a chi gli chiede se con il Colle ci sia stata una trattativa sulla ormai famosa agibilità: «Posso dire non solo che non c’è stato alcun patto, ma che non si è parlato di alcun salvacondotto né c’è stata contrattazione alcuna», scandisce il leader FI. Nessun passaporto diplomatico né ipotesi di lasciare l’Italia, assicura, negando di volere cercare «scappatoie» come, dice nel giorno della visita in Italia di Putin, incarichi diplomatici da parte di Paesi esteri, come la Russia. «Penso di aver dimostrato in tutti questi anni il mio amore per il mio Paese», dichiara Berlusconi che si dice «costretto a restare in campo» e promette per il futuro un dossier per raccontare «la vera storia del grande imbroglio dello spread». Cioè della molla che lo spinse fuori da palazzo Chigi. Ma la via epistolare al dialogo non sembra superare le barriere tra partiti. Roberto Speranza, presidente dei deputati Pd, manda a dire che «Berlusconi considera una vergogna la sua decadenza da senatore. Viceversa, va considerato un atto dovuto la decadenza di un uomo pubblico dopo una condanna definitiva passata in giudicato». «In altri contesti e con una diversa considerazione della res pubblica non ci sarebbe nemmeno bisogno di un voto del Parlamento: sarebbero intervenute dimissioni volontarie», sottolinea. «Questi tentativi estremi per sfuggire alla giustizia ci consegnano Berlusconi sempre più caimano e sempre meno uomo di Stato», è la censura dell’esponente Pd. Porte chiuse anche dal Movimento 5 Stelle. «Non rispondiamo alle provocazioni di Silvio Berlusconi. La sentenza è definitiva e ci apprestiamo ad applicare la legge. Andiamo oltre», dichiara la presidente dei senatori M5S, Paola Taverna, insieme a tutto il gruppo. «Dal primo agosto ad oggi sto vivendo i giorni più brutti della mia vita», confessa Berlusconi, per colpa di quel «fulmine a ciel sereno che nessuno poteva aspettarsi», ovvero la sua condanna definitiva. «Andrò fino in fondo - promette - per la revisione del processo e per il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo perché - spiega - voglio uscire da questo attacco per come sono e cioè come un cittadino esemplare che ha sempre pagato le tasse». Ancora 24 ore e si capirà anche se FI voterà contro la fiducia alla legge di Stabilità. Il che segnerebbe il passaggio ufficiale all’opposizione dopo lo strappo di Alfano.                                                                                                                                          fonte

25/10/13

La difesa del Cavaliere nel processo Ruby: "Convinta non costretta?"

Legge anticorruzione: La Suprema corte ha stabilito che le condanne per concussione vanno inflitte solo a chi "limita radicalmente" la libertà del soggetto, "Costringere è diverso da convincere". Questa decisione potrebbe tornare utile alla difesa del Cavaliere nel processo Ruby.


La pronuncia della Suprema corte: sezioni unite presiedute da Giorgio Santacroce: "La fattispecie di induzione indebita di cui all'articolo 319 quater Codice penale è caratterizzata da una condotta di pressione non irresistibile da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di un pubblico servizio, che lascia al destinatario della stessa un margine significativo di autodeterminazione e si coniuga con il perseguimento di un suo indebito vantaggio. Nella concussione di cui all'articolo 317 cp, invece si è in presenza di una condotta del pubblico ufficiale che limita radicalmente la libertà di autodeterminazione del destinatario".

Santacroce ha argomentato che con la decisione "si allargano le maglie e i poteri dei giudici di merito" nel valutare questi due reati. "Costringere è diverso da convincere", ha aggiunto ricordando quello che diceva un professore di diritto. E proprio questa diversa gradazione è stata delineata dagli ermellini. Santacroce ha poi sottolineato che è stata anche data risposta al perché deve essere punito il privato che non ha resistito alle pressioni non irresistibili del pubblico ufficiale. In questo modo viene punito chi "pur senza esserlo è quasi un correo" del pubblico ufficiale scorretto. Per Santacroce il reato di induzione che punisce anche il privato "è una norma che ci è stata imposta dall'Europa" che non ha mai visto molto di buon occhio il fatto che nel nostro Paese si puniscano solo i corruttori e non anche i privati che comunque traggono un vantaggio, e si mettono d'accordo, con chi li corrompe.

I dubbi del procuratore generale. La Legge Severino "ha posto più problemi di quelli che voleva risolvere perché nelle norme c'è mancanza di indicazioni nitide". Lo ha detto il sostituto procuratore generale della Cassazione Vito D'Ambrosio nella sua requisitoria sulla legge Severino oggi all'attenzione delle sezioni unite della Suprema Corte, chiamate a dirimere un contrasto giurisprudenziale legato alla norma sulla concussione.

Le perplessità non riguardano il tema al centro dell'attuale scontro politico, ovvero il meccanismo della decadenza dei politici che hanno ricevuto condanne come Silvio Berlusconi, ma più in generale l'impianto della legge. Per D'Ambrosio, infatti, "non è possibile comprendere la ragione profonda del perché si è giunti a sdoppiare l'articolo del Codice penale sulla concussione per combattere la corruzione, ed è fasulla l'interpretazione di chi dice che le leggi internazionali e l'Europa ci chiedevano di eliminare la concussione". Secondo il magistrato della Suprema corte, poi, "sarà difficilissimo avere la collaborazione, nelle indagini, dei soggetti passivi del reato che adesso vengono incriminati". Il reato di concussione, ha sottolineato, sussiste "ogni volta che si incide pesantemente su un soggetto passivo".
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