Il-Trafiletto
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26/11/13

"Riniviate il voto o ve ne pentirete! Ho sette nuove testimonianze per rivedere il processo" | Apello finale di Berlusconi

Appello finale del Cavaliere, prima del voto sulla sua decadenza, con una lettera ai senatori Pd e M5s, dove li invita a riflettere e valutare bene prima di prendere una decisione. " Siamo avversari politici - è l'incipit - ma non deve venire meno il rispetto reciproco". Nel finale della lettera, scrive l'ex premier alzando il tono: "Non assumetevi una responsabilità che graverebbe per sempre sulla vostra immagine, sulla vostra storia personale, sulle vostre coscienze"
Inaugurazione nuova sede di Forza Italia

Alla fine sembra aver preferito l’appello epistolare all’intervento in Aula, pur non confermando se così ha davvero rinunciato a presentarsi a palazzo Madama mercoledì. Forse per l’ultima seduta da senatore. "Non lasciate che nella vostra coscienza, le convenienze politiche del momento, prendano il sopravvento sulla verità e sulla giustizia.", scrive il Cavaliere entrando nel dettaglio di quelle ormai famose «carte statunitensi» sulla base delle quali chiederà a Brescia la revisione del processo sui diritti tv per il quale è stato condannato. La lettera è il colpo di scena finale, insieme alla sintesi delle dichiarazioni del manager che attribuisce alla triangolazione tra «mister Agrama», «mister Gordon» e «mister Lorenzano» il meccanismo per la creazione dei fondi neri che gli vengono imputati. A chi gli chiede se oggi tornerebbe a votare per la conferma di Giorgio Napolitano al Quirinale, Berlusconi risponde limitandosi a dire che «non ho nessuna valutazione da fare alla domanda», ma è molto più netto nel rispondere a chi gli chiede se con il Colle ci sia stata una trattativa sulla ormai famosa agibilità: «Posso dire non solo che non c’è stato alcun patto, ma che non si è parlato di alcun salvacondotto né c’è stata contrattazione alcuna», scandisce il leader FI. Nessun passaporto diplomatico né ipotesi di lasciare l’Italia, assicura, negando di volere cercare «scappatoie» come, dice nel giorno della visita in Italia di Putin, incarichi diplomatici da parte di Paesi esteri, come la Russia. «Penso di aver dimostrato in tutti questi anni il mio amore per il mio Paese», dichiara Berlusconi che si dice «costretto a restare in campo» e promette per il futuro un dossier per raccontare «la vera storia del grande imbroglio dello spread». Cioè della molla che lo spinse fuori da palazzo Chigi. Ma la via epistolare al dialogo non sembra superare le barriere tra partiti. Roberto Speranza, presidente dei deputati Pd, manda a dire che «Berlusconi considera una vergogna la sua decadenza da senatore. Viceversa, va considerato un atto dovuto la decadenza di un uomo pubblico dopo una condanna definitiva passata in giudicato». «In altri contesti e con una diversa considerazione della res pubblica non ci sarebbe nemmeno bisogno di un voto del Parlamento: sarebbero intervenute dimissioni volontarie», sottolinea. «Questi tentativi estremi per sfuggire alla giustizia ci consegnano Berlusconi sempre più caimano e sempre meno uomo di Stato», è la censura dell’esponente Pd. Porte chiuse anche dal Movimento 5 Stelle. «Non rispondiamo alle provocazioni di Silvio Berlusconi. La sentenza è definitiva e ci apprestiamo ad applicare la legge. Andiamo oltre», dichiara la presidente dei senatori M5S, Paola Taverna, insieme a tutto il gruppo. «Dal primo agosto ad oggi sto vivendo i giorni più brutti della mia vita», confessa Berlusconi, per colpa di quel «fulmine a ciel sereno che nessuno poteva aspettarsi», ovvero la sua condanna definitiva. «Andrò fino in fondo - promette - per la revisione del processo e per il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo perché - spiega - voglio uscire da questo attacco per come sono e cioè come un cittadino esemplare che ha sempre pagato le tasse». Ancora 24 ore e si capirà anche se FI voterà contro la fiducia alla legge di Stabilità. Il che segnerebbe il passaggio ufficiale all’opposizione dopo lo strappo di Alfano.                                                                                                                                          fonte

19/11/13

Slitta l'approdo in aula al Senato della legge di Stabilità | Voto decadenza confermato

Il 27 novembre si deciderà al Senato la decadenza di Berlusconi, ma il suo partito Forza Italia chiede che l'ufficio di presidenza valuti la regolarità del voto in Giunta.
La conferenza dei capigruppo tornerà a riunirsi il venerdì successivo alle 9 e subito dopo, ha chiarito il presidente di Palazzo Madama Piero Grasso, avrà inizio l'esame congiunto dei disegni di legge di stabilità e di bilancio. Intanto inizia la controffensiva azzurra per guadagnare tempo. E' pronto, infatti, un vero e proprio 'contro dossier' per arrivare all'allungamento dei tempi al Senato, atti ufficiali del Parlamento che puntano i fari sui precedenti a Palazzo Madama e a Montecitorio. 

Il Cavaliere
Quattro mozioni verranno presentate in Aula il 26 novembre e, su ognuna di queste, Forza Italia chiederà il voto dell'Assemblea. Già domani Maurizio Gasparri presenterà dei documenti per far sì che vengano verificate "le gravi irregolarità avvenute nella Camera di Consiglio della Giunta delle elezioni". Ma la 'guerriglia' parlamentare che il Cavaliere si prepara ad affrontare prevede anche una manifestazione e soprattutto una nuova richiesta di voto segreto. Per Angelino Alfano la decadenza di Berlusconi e tenuta del governo non sono legate a doppio filo: "Una parte del Pdl ha alimentato la convinzione che il governo debba decadere insieme alla decadenza di Berlusconi. Noi riteniamo che la decadenza di Berlusconi sia ingiusta ma far cadere il governo sarebbe fare un torto agli italiani. La sanzione non può essere far cadere il governo", dice il leader del Nuovo Centrodestra a Porta a Porta. E dal Movimento 5 Stelle arriva la richiesta di fermare la liquidazione di Berlusconi. "Vorrei fare una raccomandazione a lei e a quest'Aula intera", ha affermato la capogruppo del M5S Paola Taverna intervenendo in Aula rivolgendosi al presidente Grasso. "Ove il senatore Berlusconi dovesse essere dichiarato decaduto - ha aggiunto - percepirà un assegno di fine mandato pari, circa, a 180.000 euro. In altri termini il Senato, a seguito di una sentenza definitiva per frode fiscale, dovrà indennizzare il Senatore Berlusconi di 180 mila euro, perché in carica parlamentare sin dal 1994". "Sarebbe uno scandalo ed una beffa inaccettabile che non può e non deve, in alcun modo, accadere e noi faremo di tutto perché ciò non accada", ha concluso la Taverna.
                                                                                                                                    fonte

30/10/13

Si al voto palese: Il Cavaliere riunisce i "falchi"

In Giunta finisce 7 a 6 dopo che la senatrice di Scelta civica ha fatto da ago della bilancia: no allo scrutinio segreto. Schifani: "Pagina buia, ci saranno conseguenze"- Bernini: "Impensabile sostenere governo"
Silvio Berlusconi - descritto "di pessimo umore" - ha rinviato il pranzo con i ministri a Palazzo Grazioli. La decadenza di Berlusconi sarà decisa con il voto palese come ha richiesto fin dal primo giorno il Movimento 5 Stelle.
Il cavaliere
Fino a ieri infatti il risultato all'interno dell'organismo era in pareggio: 6 per il voto segreto (Pdl, Lega, Gal e Autonomie-Psi), e altrettanti per il voto palese (Pd, M5S e Sel). Ma visto che il presidente del Senato e della giunta, Pietro Grasso, per prassi non si esprime, l'incognita era rappresentata proprio dalla Lanzillotta che aveva fatto sapere di voler prendere una decisione dopo aver ascoltato le relazioni di Anna Maria Bernini (Pdl) e Francesco Russo (Pd).

Voto allo status non alla persona. L'orientamento della giunta è stato, quindi, quello di restringere il campo alla sola decadenza da senatore di Berlusconi, perché il voto sulla decadenza è considerato voto non alla persona ma allo status di parlamentare. Diversa invece la questione dell'ineleggibilità e dell'incandidabilità che va a toccare appunto la persona, e secondo il regolamento di Palazzo Madama necessita di uno scrutinio segreto. Ciò non toglie che al momento della discussione in aula sulla vicenda dell'ex premier si possa presentare un ordine del giorno, firmato da almeno 20 senatori e motivato, nel quale si richiede invece il silenzio dell'urna. In quel caso il presidente Pietro Grasso sottoporrebbe di nuovo la richiesta al giudizio dell'assemblea.

Quanto alla data per votare la decadenza in aula, questa sarà calendarizzata oggi, quando sarà convocata la conferenza dei capigruppo. Presumibilmente, avverrà tra il 4 e il 15 novembre. Il Movimento 5 Stelle ha già chiesto a Grasso di calendarizzare "immediatamente, per la prossima settimana, già dal 5 novembre il voto sulla decadenza del senatore Berlusconi. Ora non ci sono più ostacoli. Si voti subito".
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