Il-Trafiletto
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08/11/14

Robin Williams non è morto per droga: aveva il morbo di Parkinson

L'esito dell'autopsia rivela che Robin Williams non era sotto l’effetto di droghe o alcol ma la morte è giunta per asfissia.


Lo conferma il medico legale della Contea di Marin che ha effettuato l’autopsia sul corpo dell’attore morto l’11 agosto scorso. Robin Williams è stato un portento multiforme, un flubber capace di mutare la sua voce, il suo volto e il suo corpo per diventare qualcosa che offrisse al pubblico un sorriso in più, una sana risata.

L’attore  che soffriva di depressione, era stato trovato morto con una corda attorno al collo nella sua abitazione a Tiburon, nella baia di San Francisco. Ma gia dalle prime indagini era emerso con certezza che si trattasse di un suicidio. La moglie di Williams, Susan Schneider, aveva spiegato che l’attore era da tempo in uno stato depressivo, in più ad aggravare quello stato la diagnosi che lo vede ammalato di morbo di Parkinson. Le cartelle cliniche hanno confermato che la diagnosi era stata fatta nel novembre 2013 anche se i primi sintomi risalivano al 2011, un tremolio al braccio sinistro e il rallentamento dei movimenti della mano sinistra. Dal maggio 2014 aveva iniziato a curarsi, con qualche miglioramento . Ma secondo la moglie l’attore era molto depresso non riusciva a dormire bene.

L’autopsia
Dalle analisi è emerso che Williams aveva tracce di due tipo di antidepressivi nel corpo oltre ai farmaci per il Parkinson e caffeina. Nessuna droga era presente nel sangue di Williams.  Sul corpo dell’attore sono stati trovati anche segni superficiali di tagli sul polso, e un temperino è stato trovato nelle vicinanze del corpo in camera da letto. E' morto per asfissia.

14/10/14

"La condanna che si merita mio figlio per quello che ha fatto è l'ergastolo".

Nel febbraio scorso Maurizio Falcioni, un muratore italiano di 35 anni, con piccoli precedenti per droga, venne arrestato per tentato omicidio dai carabinieri di Ostia per aver preso pugni e a calci la convivente Chiara Insidioso Monda, disabile di 19 anni, riducendola in fin di vita. L’uomo la accusava di tradirla, da qui le tremendi percosse. 


Maurizio Falcioni ora è rinchiuso nel carcere di Velletri con l’accusa di tentato omicidio e ha chiesto al giudice di essere processato con il rito abbreviato, nonostante le proteste dell’opinione pubblica e dei familiari della vittima. Purtroppo la legge lo consente, e se la richiesta venisse accolta, consentirebbe al 35 enne muratore di avvalersi di uno sconto di pena pari ad un terzo. Il padre di Maurizio, Gianfranco, fin dall’inizio ha condannato il gesto del figlio, e in un’intervista rilasciata al giornalista Giulio Mancini del Messaggero ha dichiarato: “Sono più addolorato per Chiara che per mio figlio. Lui merita l’ergastolo per ciò che ha combinato. Certo, ho vissuto in prima persona con mia moglie ciò che conferma il medico, ovvero che la droga e l’alcol hanno distrutto la personalità di Maurizio. Ma quello che ha fatto è gravissimo, a Chiara voglio bene come a mia figlia che ha 25 anni”.

"La condanna che si merita mio figlio
per quello che ha fatto è l'ergastolo".
Ma quello che fa più rabbia a papà Gianfranco è che il figlio non si è mai pentito di quello che ha fatto, la povera Chiara è ancora degente in coma in un letto dell’ospedale San Camillo. Oggi inizia il processo a Maurizio, la difesa punta al riconoscimento dell’incapacità di intendere e volere, come riferisce la perizia dello psicologo di parte Marco Tinesi. All’ingresso dell’Ospedale S. Camillo da mesi è esposto un lenzuolo bianco con la scritta “Io sto con Chiara Insidioso, basta violenza sulle donne”. E anche nella curva Nord dello stadio Olimpico di Roma, durante le partite della Lazio, squadra della quale Chiara era tifosa, campeggia uno striscione con scritto “Forza Chiara, la Nord è con te”.(immagine presa dal web)

09/09/14

400 chili di cocaina trovati nella residenza di Paris Hilton

Costa Rica la polizia ha sequestrato 1,5 milioni di dollari e quattrocento chili di cocaina.


Erano dentro ad un velivolo parcheggiato nell'area privata del ranch di Paris Hilton. Non è possibile stabilire ora se sia coinvolta la ricca ereditiera che, si trovava ad Ibiza ad una festa al momento del sequetro. Quattro uomini sono stati arrestati e sembra che uno sia diretto dipendente della famiglia Hilton.

immagine presa dal web
 L'area privata dove si trova l'aereo è sotto sequestro da parte della polizia che intanto indaga sul vero coinvolgimento della Hilton tenendo conto dell'ipotesi che i nacotrafficanti usassero la pista di atterraggio del ranch a sua insaputa e magari con la complicità di un dipendente della residenza della famiglia Hilton.

Paris Hilton, che non è nuova a problemi giudiziari, nel 010 fu arrestata a Las Vegas, nel 2014 in Sud Africa, in entrambi i casi perché sorpresa a fumare marijuana, sarà sicuramente chiamata a testimoniare davanti agli organi inquirenti.

13/05/14

Perchè si parla di "zucchero-dipendenza"

Il dolce richiama quanto di più piacevole si possa immaginare. Eppure il sapore regalatoci soprattutto dal prodotto derivato dalla barbabietola, raffinato bianco, nasconde non poche insidie. E diventa addirittura una vera e propria droga 

Il primo sapore che sperimentiamo è dolce. Il primo bisogno vitale del neonato è data dal latte materno che sazia, è caldo ed è leggermente dolce. Le papille gustative della lingua distinguono quattro sapori: dolce, salato, amaro e acido. Ma solo nel corso del tempo impariamo ad apprezzarli tutti; all'inizio si distingue quello che è dolce da quello che non lo è.
Da qui il detto «Ai bambini piace il dolce» e la tendenza a infilare loro in bocca un ciuccio cosparso di miele o simile, quando il loro pianto si fa insistente. Molto presto, addirittura nelle prime settimane di vita, si può innestare un meccanismo di riflesso condizionato che il bambino memorizza così: «Quando sono triste, quando mi sento solo o quando mi faccio male, arriva una consolazione. Sotto forma di sapore dolce». Più tardi, il premio per i primi successi o le piccole cortesie, assume molto spesso lo stesso aspetto.
C'è da stupirsi se un legame tanto radicato ha effetto anche nella vita adulta? Si può parlare di "Un vero e proprio condizionamento psicologico, spesso, senza esagerare, di un «effetto droga»". Per premiarsi o per consolarsi moltissime persone - consapevolmente o inconsapevolmente - ricorrono a torte, caramelle e cioccolata. L'industria dei cibi, con la presenza costante dello zucchero raffinato in quasi tutti i cibi confezionati, ci influenza inconsapevolmente. Lo zucchero è un ottimo antimicrobico e conservante per confetture, succhi e altri derivati della frutta (molto spesso il vasetto di marmellata contiene il 60 per cento o più di zucchero).
È possibile invece preparare ottime confetture e succhi con quantità molto minori di zucchero, basta il 30% del peso della frutta. Questa pratica industriale ha contribuito a un diffuso appiattimento del gusto. Siamo convinti di scegliere tra una moltitudine di prodotti alimentari, ma in realtà la gamma di sapori è limitata e piuttosto uniforme. Il cibo preconfezionato tende ad «amrnaestrarci» e a formare determinate preferenze.
Quanti bambini e adolescenti non sono più disposti ad assaggiare alimenti semplici dal sapore «vero», e chi prepara loro da mangiare si sente costretto ad adoperare miscele di condimenti, salse e intingoli già pronti in commercio e che ripropongano appunto questi sapori standardizzati
Un equilibrio delicato 
Glicemia o livello glicemico sono termini che indicano la quantità di glucosio nel sangue. il glucosio è una forma di zucchero semplice, l'unica utilizzabile dal nostro organismo, e la quantità presente nel sangue è soggetta a variazioni, secondo il 'momento della giornata, 1'attività svolta, il tipo e la quantità di cibo consumato. Idealmente, però, la glicemia dovrebbe rimanere relativamente stabile durante il giorno. 
Forti cali (ipoglicemie) vengono avvertiti con senso di fame ma anche di stanchezza e difficoltà di concentrazione. Forte sete o stato confusionale possono essere invece segnali di picchi marcati (iperglicemie). È abbastanza tipico il fenomeno dell'alternanza, una ripetuta oscillazione tra ipoglicemia e iperglicemia favorita soprattutto dalla presenza dello zucchero raffinato nell' alimentazione. Essendo ad assorbimento rapidissimo, lo zucchero puro o comunque presente in buona dose, alza la glicemia nel giro di pochi minuti e quindi richiede un forte rilascio di insulina per controbilanciare questo stato. L'organismo interpreta il richiamo come un segnale di emergenza e mette in circolazione una quantità di insulina tale da far scendere la glicemia in poco tempo e anche oltre il livello medio ideale. A questo punto si innesta un meccanismo pericoloso «ad altalena»; se esso si verifica di frequente (ed è probabile che avvenga ogni giorno, secondo le abitudini alimentari) si arriva, nel corso di pochi anni, a un affaticamento del pancreas e in seguito a varie forme di diabete.
Buon umore, senza sbalzi 
Sentirsi costantemente svegli e attivi è possibile con alcuni accorgimenti dietetici. Il primo passo è un taglio drastico su tutti i prodotti che contengono zucchero industriale. Non meno importante è la riduzione di tutti i carboidrati raffinati. Sono invece ammessi pane, riso e pasta integrali. Il miele è permesso in piccole quantità purché vergine integrale. È preferibile quello di acacia o di castagne perché prevale la parte di fruttosio, un tipo di zucchero che non incide sul livello glicemico. Via libera invece alla frutta fresca, dal sapore dolce naturale. Però è importante il momento: meglio consumarla come pasto a se stante, per esempio come spuntino a metà mattino o metà pomeriggio. Occorre invece moderazione per la frutta secca (uvetta, prugne secche e simili) e per i succhi di frutta: vengono assimilati troppo velocemente e possono mandare in tilt i segnali inviati al pancreas.
Segnale d'allarme 
immagine presa dal web
La frase «non posso fare a meno di ...» oppure «ho proprio bisogno di ...» vi suona familiare? Attenzione: ogni necessità irrinunciabile si avvicina pericolosamente alla dipendenza, con un effetto droga. Tra l'altro, questo effetto può essere accompagnato da un fenomeno curioso: in caso di intolleranza alimentare, un disturbo sempre più diffuso ma spesso non diagnosticato, la persona può avvertire un' attrazione irresistibile proprio verso quel tipo di alimento. Questo cibo le conferisce uno stato di euforia e di benessere momentaneo, seguito purtroppo ben presto da uno stato di debolezza o da altri sintomi sgradevoli che le fanno desiderare una nuova «dose » della sostanza incriminata. 



10/05/14

Un'altro caso di baby squillo

Un'altro caso di baby squillo a Ladispoli in provincia di Roma. Protagoniste tre minorenni per mesi sul marciapiede in cerca di uomini a cui vendersi per pochi euro, a volte anche per una birra

La spiegazione delle ragazzine sul perchè : «Non ho i soldi per andare in discoteca», «non ho la paghetta», «non posso comprare il cellulare». Cose così, «tanto, chi se ne frega!», tagliano corto come se la storia non fosse la loro. Gli investigatori,dopo aver allertato il Tribunale dei minori, hanno avviato le indagini e sembra che ci sia una lista di clienti delle ragazzine e sarebbero sulle tracce di un’organizzazione dedita all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione minorile oltre che allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Lo facevano per pochi spiccioli, a volte per una birra al bar e via di nuovo sulla strada per il prossimo cliente e un altro e un altro ancora, salire e scendere dalle macchine. Bastava la ricarica per il cellulare per dare la propria "prestazione" appartati anche in un angolo del parcheggio.
A volte chiedevano soldi, qualche decina di euro, o un po' di droga. Le baby squillo provano a spiegare perché l’hanno fatto: «non ho i soldi per andare in discoteca», «non ho la paghetta», «non posso comprare il cellulare, tanto, chi se ne frega!» con una scrollata di spalle tagliano corto come se stessero parlando di bambinate da sorriderci sopra. 
immagine presa dal web
non dimostrativa

A far partire l’indagine è la mamma di una delle tre ragazzine (due hanno 15 anni e l’altra 16) preoccupata perché la figlia conduce una vita da adulta. Resta fuori di casa quanto vuole e a volte torna ubriaca, quando torna. Perchè a volte non torna e rimane fuori la notte. (ndr: mentre scrivo questo articolo, come mamma mi viene il voltastomaco. non riuscirei neanche a chiudere mezzo occhio se non vedessi rientrare mia figlia di 15 anni...ma neanche ne avesse trenta o quaranta, senza saperla al sicuro).

Il sospetto aleggiava già, tanto che i servizi sociali avevano segnalare alle forze dell’ordine e al sindaco di Ladispoli «comportamenti ad alto rischio tra minori che utilizzano il proprio corpo in cambio di soldi, ricariche telefoniche, droghe». Un istituto scolastico aveva allertato i servizi sociali, dopo aver notato comportamenti strani fra le ragazzine. Ragazze senza una solida famiglia alle spalle, con genitori impegnati sui propri problemi e non seguono i figli. Una ragazzina non ha neanche una famiglia disastrata, non ce l'ha affatto. Abbandonata a cinque anni in una casa famiglia. Madri con nuovi compagni, e a loro non pensano, troppa libertà, troppa indifferenza e troppa solitudine per un adolescente. Ignorate e povere, si uniscono per riempire il vuoto della famiglia, e facilitate dai social, si creano profili falsi, si fanno clienti, si drogano e si prostituiscono per pochi spiccioli..."tanto a chi importa...".



14/04/14

Discoteche:Vibrazioni assordanti e deprimenti

Le mode che fioriscono intorno alla techno music e alla discoteca giocano con la negatività, gli antropologi sottolineano l'elemento distruttivo e autolesionista che fa da cornice all'appuntamento notturno discotecaro. E per chi avesse qualche dubbio, gli studiosi presentano alcuni dati emblematici. 

 «Si vendono croci rovesciate, ciondoli con simboli di morte, magliette con scritte emblematiche: "Quando la gente del vernerdì si sveglia, la città impallidisce. La musica scuote i muri. La notte castiga chi non le siabbandona. Per poi passare sempre di qui".

Altre scritte propongono "sadomaso parties", "ritorno a Sodoma e Gomorra". Nel nostro mondo che non accetta più regole, i giovani sentono di dover superare i padri; allora è la trasgressione a diventare regola, addirittura ciclica, del sabato sera, della discoteca a sfondo infernale dove la violenza è l'ingrediente base». Si tratta però oltre che di una trasgressione che non costruisce, anche di un vero e proprio falso anticonformismo: «È in realtà un conformismo inconsapevole di chi accetta parametri estetici ed etici imposti, che imita modelli prefabbricati che non lasciano spazio alla libera scelta. Di fatto in occidente la secolarizzazione ha fatto crollare la visione religiosa della vita per imporre un modo basato sul consumo e relegando danza e suono nella sfera notturna di frastuono, alcol, droga, violenza e sesso». In questa sorta di rito post moderno, il tempo e lo spazio vengono rivoluzionati. Il tempo è capovolto, sostituendo il giorno con la notte, e lo spazio «compresso in uno strepito che crea una bolla d'aria di vibrazione assordante, deprimente, che apre la porta alla necessità di uscire da se stessi con sostanze allucinogene mescolate all'alcol».

23/02/14

"El Chapo" Guzman, il trafficante di droga piu' ricercato nel mondo, e' stato catturato.

Roberto Saviano in un tweet di questa mattina ha sottolineato l'evento: "Guzman, il piu' potente narcotrafficante al mondo, e' stato arrestato"

El Chapo" Guzman,

Citta' del Messico, 23 feb. Joaquin "El Chapo" Guzman, il trafficante di droga piu' ricercato nel mondo, e' stato catturato. "Oggi, se potessi, aggiungerei questa frase a #ZeroZeroZero: "El Chapo" Guzman, il piu' potente narcotrafficante al mondo, e' stato arrestato". Cosi' Roberto Saviano in un tweet di questa mattina ha sottolineato l'evento. L'operazione, ha spiegato una fonte della sicurezza degli Stati Uniti, ha avuto termine alle 6 del mattino (ora locale)in un hotel a Mazatlan, citta' costiera dello Stato messicano di Sinaloa. Sulla sua testa Washington aveva messo una taglia di 5 milioni di dollari per chiunque fornisse informazioni in grado di condurre alla sua cattura.
Catturato insieme al boss Zambada Ormai da qualche giorno le forze della sicurezza messicana setacciavano alcuni quartieri di Culiacan, capitale di Sinaloa, alla ricerca dei Joaquin "Chapo" Guzman. Lo rendono noto fonti locali, precisando che l'obiettivo degli uomini della sicurezza messicana era quello di trovare sia Guzman sia un altro dei boss di Sinaloa, Ismael 'Mayo' Zambada, che è stato in effetti catturato. Lo scorso venerdì era stato d'altra parte preso anche Jesus Pena Gonzalez, uno dei responsabili della sicurezza dello stesso Zambada. Guzman e' ritenuto il regista della trama di violenze che insanguina il Messico da anni e il suo arresto costituisce un colpo durissimo per il cartello di Sinaloa, la piu' grande organizzazione di trafficanti di droga del paese, un vero e proprio impero del crimine le cui ramificazioni si estendono lungo la costa del Pacifico e in grado di smistare droga negli Stati Uniti, in Europa e in Asia.                                                                               fonte(AGI)

16/02/14

"L'ultima volta che vidi mio figlio" | Parla la mamma di Marco Pantani il nostro "Pirata"!

" L'ultima volta che vidi mio figlio"! Parla la mamma di Marco Pantani il nostro mai dimenticato "Pirata"!
31 gennaio 2004, mamma Tonina era distrutta dal dolore e dalla sofferenza nel vedere suo figlio colpito dall'ignominia che gli era piovuta addosso: rassegnato ed incapace di riprendere in mano la sua vita di montare in sella e dare vita alle sue proverbiali scalate, l'unica quella più importante, dove avrebbe trovato ad attenderlo la salvezza.

«Non c'è stato giorno in questi 10 anni che io non abbia rivissuto quelle ultime ore, non abbia provato a cambiare il finale: se Marco fosse venuto con noi, se non fosse andato in quell'hotel a Riccione». Ma Marco in quell'hotel ci andò, senza che mai nessuno potesse dare un perché. Ci andò da solo, tentò di far perdere le sue tracce, anche (o forse soprattutto) alla sua famiglia. Tonina e Paolo, il papà di Marco, erano appena arrivati in Grecia la sera del 14 febbraio: erano andati a fare una piccola vacanza, su suggerimento della manager del Pirata per smorzare un po' la tensione che negli ultimi mesi era diventata insostenibile.
Marco Pantani il "Pirata"

«L'ultima volta che ho visto mio figlio, ancora vivo, eravamo a Milano a casa della sua manager e lui era arrabbiato. Noi, suo padre ed io, lo scongiuravamo di venire via con noi, di tornare a Cesenatico, ma lui non ne voleva sapere. Poi io, mentre ce ne andavamo via lasciandolo lì, sono svenuta per le scale. Quando ho riaperto gli occhi ero in ospedale, ma Marco non c'era, non so se non fosse voluto venire o non sapesse cosa mi era successo. Comunque non c'era e io da quella sera non l'ho visto mai più». «Ero partita con l'agenda dei numeri di telefono e per tutto il tempo avevo chiamato chiunque potesse conoscere Marco per avere sue notizie.

Ma nessuno lo aveva visto, nessuno sapeva dov'era. Neanche sua sorella. Io chiamavo tutti e intanto in quella camera d'albergo mio figlio moriva». Non c'è pace in questo ricordo punteggiato di sospiri, eppure senza lacrime. «Eravamo appena andati a letto in camper, quando la manager di mio figlio chiamò sul telefono di mio marito e disse, testuali parole: Marco è morto». Ma Marco, la sua mamma ha provato a salvarlo in ore passate a tenerselo stretto al cuore mentre lui piangeva e lei lo consolava.  

Marco Pantani detto il "Pirata" aveva 34 anni, eppure era tornato un bambino spaventato dal buio della vita in cui si sentiva scivolare. «Le notti che ho passato in ginocchio vicino al suo letto non le auguro al peggiore dei miei nemici: vedere un figlio distrutto dal dolore, dalla rabbia. No, nessuno deve vivere quello che abbiamo vissuto noi». «Marco vai in clinica a disintossicarti», la preghiera laica della mamma. Inascoltata come molte delle preghiere pagane e cristiane.
«C'è stato per 5 giorni in clinica e poi me lo sono ritrovato davanti alla porta di casa: diceva che era assediato dai giornalisti anche là e non resisteva». La cocaina, che aveva iniziato ad usare dopo lo scandalo di Madonna di Campiglio, non era un segreto per Tonina.

«Avevo trovato una lettera che stava scrivendo ad Ambrogio Fogar in cui gli diceva che finché aveva corso non si era mai drogato. Correva il 1999. Andai da suo padre e fu lui ad affrontare Marco. Io della droga con lui non riuscivo a parlare: mi bastava guardarlo negli occhi per capire come stava». Male, stava male, sempre peggio: nonostante l'ultimo Giro, quello del 2003 in cui si levò ancora la bandana su per le salite che aveva spianato tante volte a colpi di pedale coi denti digrignati in uno sforzo inumano. Ma non era più lui, non era più Marco che cercava il dolore della salita per renderlo lieve agli occhi del mondo. Era un Pirata sofferente.

Eppure a colpi di nervi arrivò quattordicesimo. La sua agonia era una discesa continua verso un burrone che non poteva scartare: in quell'estate finì il suo rapporto con Christine, la fidanzata che lo aveva accompagnato per 7 anni. Allontanata lei, allontanata la famiglia, allontanato il passato di vittorie e sorrisi che rappresentavano, Marco rimase solo. E morì solo nella sera in cui la solitudine è una colpa: la sera di San Valentino.
«L'ho rivisto steso nella bara, mio figlio, aveva la faccia scorticata, un taglio sulla fronte: ma le mani, quelle con cui avrebbe dovuto spaccare mezza camera d'albergo non avevano un livido. Era bello, Marco, era tornato sereno. Non poteva sapere che anche da morto lo avrebbero infangato. Ma se è vero che da vivo non sono riuscita a proteggerlo ho giurato sulla sua bara che nessuno, mai più, ne avrebbe rovinato la memoria. E per questo non avrò pace fino a quando non mi diranno la verità su come è morto mio figlio: lì a Riccione e prima ancora a Madonna di Campiglio».

13/02/14

Thake That | Buon compleanno Robbie, benvenuto nel club degli “Anta”.

Da oggi Robbie Williams entra a far parte del club degli "Anta". Infatti il cantante inglese, bello, dannato e tatuato, oggi 13 febbraio compie 40 anni, un compleanno col botto che arriva in uno dei periodi per lui più sereni dopo i numerosi scandali degli scorsi: dagli usi smisurati di droga e l'alcool sino ad arrivare a momenti di forte depressione. Ma l’ex Take That è uno che non demorde: ha messo la testa a posto, si è sposato con l'attrice tv Ayda Field ed è diventato papà della piccola Theodora Rose.
Aveva solo 16 anni, nel 1990, quando ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica. Era il più amato dei Take That, il gruppo pop inglese per il quale impazzivano le ragazzine di tutto il mondo e che ha scalato le classifiche musicali dei primi anni 90 con i singoli "Pray", "Relight My Fire", "Everything Changes” e "Baby". Cinque anni dopo Robbie venne cacciato dal gruppo a causa dei suoi eccessivi comportamenti con alcol e droga e cominciò la carriera di solista riscuotendo un notevole successo con la canzone “Angels”, definita miglior canzone dell’ultimo quarto di secolo dagli ascoltatori di BBC Radio 2. Ma la nostalgia del vecchio gruppo e la ricerca di una personalità diversa da quella di piantagrane come lo avevano definito lo portano alla depressione, malattia aggravata dallo sfortunato esperimento di sfondare negli USA, unico neo della sua carriera. Uscì dal tunnel della depressione nel 2010, complice il successo ottenuto con “Candle” e “Go Gentle” e un anno dopo si riunì al gruppo Take That dando vita ad un album e a un tour. Robbie Williams è entrato anche nel Guinness dei Primati per aver venduto 1 milione e 600mila biglietti in sole 24 ore per le date del suo tour mondiale del 2006. Le canzoni - "She's the One" e "Millenium" contenute nell'album "I've been expecting you”, “Supreme” e “Kids” delm Cd “Sing When You Are Winning” , “Feel”, “Sexed Up” e “Come Undone” del disco “Escapology” sino ad arrivare agli ultimi usciti in questi due anni: “Candy” e “Different” di “Take the Crown” e “Go Gentle” di “Swing Both Days”.

05/02/14

Mafia nigeriana costringeva giovani donne a prostituirsi | Blitz antiprostituzione

Quando si tratta del mestiere  più antico del mondo non c'è moralità che tenga, il business economico che alimenta la prostituzione è incredibile. Sulla base di questo concetto, la mafia nigeriana, aveva messo in piedi una tratta di giovani donne, che venivano fatte arrivare in Italia, ridotte in schiavitù e le costrette a prostituirsi.
Prostituzione di ragazze nigeriane
Questo è emerso da un blitz del Ros e del Comando provinciale dei carabinieri di Roma che ha portato all'esecuzione, nella capitale e in altre localita', di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di 34 indagati per associazione di tipo mafioso e associazione finalizzata al traffico di droga, aggravati dalla transnazionalita' del reato, riduzione in schiavitu', tratta di esseri umani, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio e altri gravi delitti. Al centro delle indagini, "un pericoloso sodalzio in grado di gestire, con modalita' tipicamente mafiose, diversificate attivita' illecite nei remunerativi settori del traffico e sfruttamento di esseri umani, del narcotraffico e del riciclaggio degli ingentissimi proventi". Grazie alla cooperazione internazionale instaurata con le autorita' della Repubblica del Togo e' stato possibile ricostruire l'intera filiera della tratta di giovani donne. I particolari dell'operazione, denominata "Cults", saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa in programma presso il Comando provinciale dei carabinieri di Roma alle 11.

26/11/13

Tempi di crisi

Voglio parlare della vita in 3D, quella che ti vesti ed esci di casa dopo aver spento il pc.
Prendo l'automobile e vado in centro, mano a mano che mi avvicino alla meta, ai semafori: storpi, lavavetri e venditori di cose. Mentre cerco un parcheggio a pagamento (di quelli con le strisce blu del Comune), giovani di colore mi segnalano "gentilmente" i posti vuoti in cambio di una mancia... assurdo eh?
Non è finita.
Vado al bar per prendere un caffè e in duecento metri a piedi riesco a ricevere anche cinque richieste di elemosina... avessi dato anche solo un euro per ciascuno avrei già speso un piccolo patrimonio.
Non è finita.
Per la strada e nei centri commerciali c'è un banchetto ogni cinque metri: ricerca malattie rare, orfani di chissà dove, raccolta fondi per catastrofi, rifugi di animali, contro la droga e per l'assistenza agli anziani... mentre sul cellulare è un continuo "per soli due euro al mese..."
Non è finita.
Ripeto il percorso fino a casa, dopo aver lasciato l'euro nel carrello al supermercato a non so chi, aver incontrato il secondo turno di persone che chiedono denaro, lungo lo stesso percorso in senso opposto.
Accendo la tv: immagini tremende mi accompagnano sull'orlo delle lacrime: per bambini storpi e abbandonati, animali squartati e vecchi soli...due euro di qua, uno di là... dipende tutto da me e qualche spicciolo... puoi donare anche tramite sms!
Uscire di sera?
Dopo i sordomuti che ti piazzano un peluches sul tavolo (10 euro), c'è la zingara con le rose e il nero con gli accendini e cianfrusaglie varie, il tossicomane che dice di aver fame... e... santo cielo!
Paghiamo tasse assurde, l'otto per mille, le accise sulla benzina dal medio evo ad oggi, 79 euro per un divieto di sosta, l'imposta comunale sull'aria che respiro, la spazzatura, l'addizionale comunale e quella regionale e "loro" dove sono?
Con il morale a terra accendo il pc, Sul web c'è ancora gente che si accontenta di un rene e un poco di midollo.
Un giorno voglio invitare il sindaco a prendere un caffè con quattro passi in centro: mi sembra evidente che ha un gran bisogno di rilassarsi un po' in questi tempi di crisi.

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