Il-Trafiletto
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16/10/16

Tensione Russia vs USA: cresce la paura nel mondo

Tensione sull'asse Russia/USA riguardo gli "attacchi informatici" senza precedenti rivolti al governo di Mosca da quello di Washington! 


Putin risponde a "muso duro" agli attacchi senza precedenti che il governo USA ha rivolto recentemente verso quello russo, atti a detta di Washington a contrastare quelli che Mosca avrebbe lanciato a sua volta per "intereferire" sulle prossime elezioni che si terranno a breve negli States.

Il vicepresidente statunitense Joe Biden all'emittente NBC ha fatto presente di "un messaggio" al presidente russo Vladimir Putin sul presunto hackeraggio, dichiarando che la CIA si preparava a rispondere a sua volta per sferrare una rappresaglia atta a "imbarazzare i leader del Cremlino".
Immediata la risposta del portavoce di Mosca Dmitry Peskov il quale ha risposto alle osservazioni di Biden, dichiarando che Mosca avrebbe preso le precauzioni necessarie per proteggere i propri interessi a fronte della crescente "imprevedibilità e aggressività degli Stati Uniti".

"Le minacce dirette contro Mosca e la leadership del nostro Stato sono senza precedenti, perché sono espresse a livello del vice presidente degli Stati Uniti", ha detto il portavoce del Cremlino citato dall'agenzia RIA Novosti.

Fonte: http://www.msn.com

14/07/14

MENTE SOTTO STRESS La respirazione che aiuta

MENTE SOTTO STRESS Ritrovate un po' di relax con la respirazione che aiuta a calmare e a predisporsi al rilassamento. Perché dopo una giornata di problemi al lavoro, telefonate e scadenze da non procrastinare le energie sono al minimo e siamo preda dello stress. La mente resta così allerta che non riusciamo a rilassarci, mentre il corpo rivela questo stato d'animo con una respirazione faticosa. Ecco quindi una serie di movimenti che ci aiuteranno a ritrovare il giusto relax.

1. Mettetevi in posizione eretta, con i piedi alla distanza di 15 cm. Estendetevi verso l'alto e in avanti fino ad appoggiare le mani su una mensola alta o sul ripiano di una finestra. Espirate e cercate di sentire la colonna vertebrale che si estende dall'osso sacro alla testa. Continuate a respirare lentamente e, a ogni espirazione, sentite sciogliersi la tensione nelle spalle e nel dorso. Mantenete la posizione per un minuto.

2. Mettetevi in posizione eretta. Intrecciate le dita delle mani, con le palme rivolte in fuori, e, inspirando, portate le braccia all'altezza delle spalle. Espirate e sollevatele sopra la testa. Respirate profondamente, mantenendo la colonna vertebrale in estensione (fig. 2a). Tenete i piedi ben appoggiati al pavimento, con le dita ben aperte, e cercate di sentire il vostro corpo che si allunga verso l'alto, Mantenete la posizione alcuni secondi. Espirando lasciate cadere le braccia e rilassate le spalle (fig. 2b). Rimanete in , posizione eretta e respirate profondamente per un minuto o due, senza entrare in tensione.

3. A questo punto, mettetevi a carponi (fig. 3a). Espirando, raddrizzate le gambe e portate il bacino in alto, tenendo la schiena diritta. Poi appoggiate i talloni sul pavimento. Mantenete la posizione per 4 secondi poi ritornate a carponi.

4. Infine sdraiatevi sul tappetino. Espirate a lungo e lentamente, allentando la tensione nelle spalle e nel bacino. Rimanete in questa posizione per almeno 10-15 minuti.

14/03/14

Addio benzina | La nuova Vw Golf si...elettrizza per il futuro!

Addio benzina. La nuova Vw Golf si...elettrizza per il futuro! 
Il Gruppo automobilistico tedesco della Volkswagen sta cercando il modo di trovare diverse possibilità per una migliore soluzione alla possibilità di potersi spostare nel futuro.

Ovviamente tra queste figura anche l'elettromobilità sotto forma di trazione ibrida, ibrida plug-in ed elettrica pura. Particolare interessante non è la soluzione in sé stessa ma il modo come è stata realizzata.
Infatti ad essere stata scelta è la Golf, iniziando dal modello che esce dalla catena di montaggio. L'idea ha avuto inizio dal principio di modularità già introdotta nelle fasi costruttive di diversi modelli tra i quali per l'appunto la Golf di settima generazione.

La e-Golf, con trazione elettrica pura, dunque, non è un modello fine a sé stante, ma bensi una versione aggiuntiva che va ad ampliare la gamma della regina delle auto più vendute in Europa. L'auto è stata provata in anteprima assoluta, iniziando dal celebre aeroporto berlinese di Tempelhof in un percorso misto cittadino ma anche extraurbano.
La e-Golf, come si suole dire, c'è: resta la straordinaria Golf che nel corso degli anni abbiamo apprezzato un po tutti quanti con in più, il vantaggio di viaggiare senza inquinare localmente (e neppure altrove se l'energia elettrica viene da rinnovabile) con prestazioni di tutto rispetto.
e-Golf elettrica

L'accelerazione è bruciante nella modalità standard in soli 4.2 secondi da ferma arriva 60 km/h e nel classico 0-100 km/h vale 10.4 secondi.
Se si va in autostrada, può raggiungere la velocità massima di 140 km/h (autolimitata), grazie all'efficiente motore elettrico sincrono da 115 cv (85 kW), che sviluppa una coppia massima di 270 Nm, accoppiato al cambio automatico monomarca di nuova concezione prodotto nello stabilimento di Kassel. La batteria gli ioni di litio che pesa 318 kg (per un peso complessivo dell'auto di soli 1.510 kg) si compone di 264 celle che raggiungono una tensione di 323V per una capacità complessiva di 24,2 kWh che non viene, come d'uso nelle elettriche, utilizzata completamente per evitare il totale l'azzeramento della carica, e permette alla e-Golf un'autonomia di 190 km con consumi di 12,7 kWh/100 km.

Le possibilità di ricarica sono le stesse delle altre elettriche: rete casalinga a 220 V in circa 13 ore, con la Wallbox in 8 ore, oppure tramite le colonnine di ricarica rapida (con oltre 40 kW di potenza) in 35 minuti ma solo all'80%.
Notevole il lavoro svolto dai progettisti nell'offrire al guidatore 3 profili per lo sfruttamento della potenza e quattro livelli di recupero dell'energia. Nella modalità standard si dispone di tutta l'efficienza del veicolo, scegliendo la Eco o la Eco+ si decide di tagliare la potenza del motore per risparmiare energia e aumentare l'autonomia. Queste due modalità cambiano l'erogazione della potenza a parità di posizione dell'acceleratore come pure la climatizzazione.

Il recupero dell'energia in frenata si gestisce tramite la leva del cambio: in posizione D non avviene nessun recupero, in D1, D2, D3 (spostando la leva lateralmente come si fa in modalità manuale con i cambi automatici) si ottengono tre livelli crescenti di recupero sia in rilascio che in frenata. Scegliendo la posizione B si ottiene il livello massimo di recupero riuscendo in alcuni casi a bassa velocità, anche a fermare l'auto senza agire sul pedale del freno (ma si accendono comunque le luci degli stop). Per ottimizzare le prestazioni, la e-Golf dispone di un pacchetto aerodinamico che prevede spoiler, rivestimento sottoscocca, flaps, griglie che si chiudono e cerchi in lega di particolare disegno.

Gli pneumatici da 205/55 R16 a loro volta contribuiscono con una minore resistenza al rotolamento del 10% rispetto al valore già basso ottenuto sulla Golf BlueMotion. La gestione in remoto dell'auto è affidata ad internet tramite il portale Car-net oppure all'app Car-net e-remote utilizzabile tramite un comune smartphone. In questo modo è possibile gestire la climatizzazione per avere l'abitacolo alla temperatura desiderata e l'attivazione/interruzione della ricarica agli orari programmati, nonché le informazioni relative ai chilometri percorsi, ai consumi dell'energia, fino allo stato dell'auto: blocco di porte e bagagliaio, fari (accesi/spenti), spina di ricarica inserita, ultima posizione di parcheggio della e-Golf (posizione GPS sulla mappa).

La e-Golf entrerà nel listino in Italia dal prossimo giugno, il prezzo si aggirerà sui 37.000 euro, a causa della nostra Iva più pesante che in Germania, tuttavia abbastanza in linea con le altre elettrice di segmento C, tenendo conto del generoso equipaggiamento di serie che comprende 7 airbag, il sistema di frenata anticollisione multipla, l'indicatore di pressione pneumatici, i cerchi in lega da 16 pollici, il navigatore satellitare Discover Pro con display touchscreen da 8" con sensore di prossimità, sintolettore CD, otto altoparlanti, ingressi AUX-IN e USB, slot per SD card, predisposizione per telefono cellulare con Bluetooth, climatizzatore automatico, volante multifunzione e Car-Net e-remote.

16/02/14

"L'ultima volta che vidi mio figlio" | Parla la mamma di Marco Pantani il nostro "Pirata"!

" L'ultima volta che vidi mio figlio"! Parla la mamma di Marco Pantani il nostro mai dimenticato "Pirata"!
31 gennaio 2004, mamma Tonina era distrutta dal dolore e dalla sofferenza nel vedere suo figlio colpito dall'ignominia che gli era piovuta addosso: rassegnato ed incapace di riprendere in mano la sua vita di montare in sella e dare vita alle sue proverbiali scalate, l'unica quella più importante, dove avrebbe trovato ad attenderlo la salvezza.

«Non c'è stato giorno in questi 10 anni che io non abbia rivissuto quelle ultime ore, non abbia provato a cambiare il finale: se Marco fosse venuto con noi, se non fosse andato in quell'hotel a Riccione». Ma Marco in quell'hotel ci andò, senza che mai nessuno potesse dare un perché. Ci andò da solo, tentò di far perdere le sue tracce, anche (o forse soprattutto) alla sua famiglia. Tonina e Paolo, il papà di Marco, erano appena arrivati in Grecia la sera del 14 febbraio: erano andati a fare una piccola vacanza, su suggerimento della manager del Pirata per smorzare un po' la tensione che negli ultimi mesi era diventata insostenibile.
Marco Pantani il "Pirata"

«L'ultima volta che ho visto mio figlio, ancora vivo, eravamo a Milano a casa della sua manager e lui era arrabbiato. Noi, suo padre ed io, lo scongiuravamo di venire via con noi, di tornare a Cesenatico, ma lui non ne voleva sapere. Poi io, mentre ce ne andavamo via lasciandolo lì, sono svenuta per le scale. Quando ho riaperto gli occhi ero in ospedale, ma Marco non c'era, non so se non fosse voluto venire o non sapesse cosa mi era successo. Comunque non c'era e io da quella sera non l'ho visto mai più». «Ero partita con l'agenda dei numeri di telefono e per tutto il tempo avevo chiamato chiunque potesse conoscere Marco per avere sue notizie.

Ma nessuno lo aveva visto, nessuno sapeva dov'era. Neanche sua sorella. Io chiamavo tutti e intanto in quella camera d'albergo mio figlio moriva». Non c'è pace in questo ricordo punteggiato di sospiri, eppure senza lacrime. «Eravamo appena andati a letto in camper, quando la manager di mio figlio chiamò sul telefono di mio marito e disse, testuali parole: Marco è morto». Ma Marco, la sua mamma ha provato a salvarlo in ore passate a tenerselo stretto al cuore mentre lui piangeva e lei lo consolava.  

Marco Pantani detto il "Pirata" aveva 34 anni, eppure era tornato un bambino spaventato dal buio della vita in cui si sentiva scivolare. «Le notti che ho passato in ginocchio vicino al suo letto non le auguro al peggiore dei miei nemici: vedere un figlio distrutto dal dolore, dalla rabbia. No, nessuno deve vivere quello che abbiamo vissuto noi». «Marco vai in clinica a disintossicarti», la preghiera laica della mamma. Inascoltata come molte delle preghiere pagane e cristiane.
«C'è stato per 5 giorni in clinica e poi me lo sono ritrovato davanti alla porta di casa: diceva che era assediato dai giornalisti anche là e non resisteva». La cocaina, che aveva iniziato ad usare dopo lo scandalo di Madonna di Campiglio, non era un segreto per Tonina.

«Avevo trovato una lettera che stava scrivendo ad Ambrogio Fogar in cui gli diceva che finché aveva corso non si era mai drogato. Correva il 1999. Andai da suo padre e fu lui ad affrontare Marco. Io della droga con lui non riuscivo a parlare: mi bastava guardarlo negli occhi per capire come stava». Male, stava male, sempre peggio: nonostante l'ultimo Giro, quello del 2003 in cui si levò ancora la bandana su per le salite che aveva spianato tante volte a colpi di pedale coi denti digrignati in uno sforzo inumano. Ma non era più lui, non era più Marco che cercava il dolore della salita per renderlo lieve agli occhi del mondo. Era un Pirata sofferente.

Eppure a colpi di nervi arrivò quattordicesimo. La sua agonia era una discesa continua verso un burrone che non poteva scartare: in quell'estate finì il suo rapporto con Christine, la fidanzata che lo aveva accompagnato per 7 anni. Allontanata lei, allontanata la famiglia, allontanato il passato di vittorie e sorrisi che rappresentavano, Marco rimase solo. E morì solo nella sera in cui la solitudine è una colpa: la sera di San Valentino.
«L'ho rivisto steso nella bara, mio figlio, aveva la faccia scorticata, un taglio sulla fronte: ma le mani, quelle con cui avrebbe dovuto spaccare mezza camera d'albergo non avevano un livido. Era bello, Marco, era tornato sereno. Non poteva sapere che anche da morto lo avrebbero infangato. Ma se è vero che da vivo non sono riuscita a proteggerlo ho giurato sulla sua bara che nessuno, mai più, ne avrebbe rovinato la memoria. E per questo non avrò pace fino a quando non mi diranno la verità su come è morto mio figlio: lì a Riccione e prima ancora a Madonna di Campiglio».

28/12/13

Ecco perchè le donne piangono più degli uomini | Piangere fa bene alla salute

Sembra un paradosso invece piangere pare proprio che faccia bene alla salute! Forse è anche per questo che si dice "farsi un bel pianto liberatorio"
Secondo uno studio dell’Università del Minnesota le lacrime restituiscono al corpo equilibrio e benessere. Una recente ricerca dello scienziato William Frey, professore dell’Università del Minnesota, ha dimostrato che l’88 per cento delle persone dichiara di sentirsi meglio dopo aver pianto, mentre solo l’8,4 afferma il contrario.

Le sostanze che il nostro corpo produce in situazioni di stress sono rimosse attraverso il pianto e quindi le lacrime legate a sentimenti forti di stress, rabbia o felicità, restituiscono al corpo equilibrio e benessere. Il pianto produce encefalina, un oppioide endogeno che ha la funzione di scaricare la tensione accumulata rilassando i muscoli, infatti, molti studiosi pensano che senza le lacrime lo stress che abbiamo dentro di noi, farebbe aumentare il rischio d’infarto o danni al cervello, quindi un buon pianto è davvero un toccasana!
Per l'uomo il pianto è motivo di vergogna, almeno in pubblico, soprattutto per gli uomini che notoriamente si sentono più forti, e quindi non possono permettersi il lusso di sciogliersi in lacrime. Quindi, preferiscono tenere lo stress dentro e non scaricarlo in un bel pianto liberatorio. Le donne nonostante i cambiamenti sociali avvenuti nel tempo continuano a piangere più degli uomini. Ma cè un motivo se le donne piangono più facilmente degli uomini. Uno studio del dottor Frey, autore del libro intitolato “Crying: The Misterty of Tears (Piangere: il mistero delle lacrime) la donna piange quattro volte di più dell'uomo, e questa differenza ha una base biologica, infatti, le donne hanno livelli maggiori di prolattina e ghiandole lacrimali più grandi. Le persone molto sensibili piangono spesso perché attraverso il pianto liberano le emozioni che hanno dentro il cuore, e allo stesso tempo ci si sente pure meglio fisicamente. Il dottor Lorraine Sherman, psicologo di Los Angeles afferma che “Piangere è un modo salutare di esprimere emozioni”, e oltretutto “non offende nessuno, dissipa un bel po’ di tensione e aiuta a rilassarsi”. Però bisogna rilevare che c’è una sostanziale differenza tra il pianto artificiale ossia causato ad esempio da una cipolla sbucciata troppo da vicino e invece, e il pianto vero e proprio. Infatti, le lacrime emozionali avrebbero una potenza terapeutica molto maggiore delle altre, perché capaci di rimuovere lo stress ormonale. Non tutte le lacrime quindi sono uguali! Per combattere lo stress quindi non c’è niente di meglio di un bel pianto liberatorio!

17/11/13

Motivi passionali all'origine di una tragedia familiare: marito strangola la moglie e si impicca

 Ancora a far cronaca l'uccisione di una donna da parte del marito, che a sua volta si è suicidato. La macabra scoperta è stata fatta dalla figlia della coppia. Tutto si è svolto fra le 14 e le 16 di ieri pomeriggio. Forse un raptus di follia all'origine della tragedia.
Forse la gelosia, il movente dell'omicidio di una donna di Castelfidardo, Stefania Malavolta, 44 anni, uccisa ieri pomeriggio dal marito Diego Allori, 62 anni, che poi si è suicidato. La tragedia è avvenuta nell'abitazione di servizio dove la coppia viveva con la figlia 24enne, annessa alla ditta Rico, una florida azienda di prodotti elettronici che occupa 140 dipendenti, sulla strada Adriatica, per la quale i coniugi lavoravano come custodi e impiegati. Nessuna tensione, nessun precedente di violenza domestica per chiarire quello che appare come un vero e proprio raptus di follia. Allori viene descritto come molto riservato, tutto casa e lavoro, e non certo un uomo aggressivo.
Carabbinieri sul luogo della tragedia
 Tutto sarebbe cominciato in cucina, dove Allori ha afferrato un coltello e ha cominciato a colpire la moglie. Stefania Malavolta ha tentato di difendersi, è fuggita per il corridoio e ha tentato di trovare riparo in bagno, dove il marito l'ha raggiunta e l'ha strangolata con il tubo della doccia. La causa della morte sarebbe il soffocamento, perché a quanto pare nessuna delle coltellate avrebbe raggiunto organi vitali. Quando Allori è tornato in sé, realizzando di aver compiuto l'irreparabile, è scenso nell'atrio della ditta e si è impiccato alla ringhiera di una scala. Le indagini, coordinate dal pm di Ancona, Bilotta, sono condotte dai carabinieri di Osimo, che hanno già sentito la madre e la sorella della donna e i titolari della Rico. Nessuno sa spiegarsi il perché dell'omicidio, che però - escluse cause di natura economica o altro - sarebbe di natura passionale, forse scaturito dalla gelosia del 62enne nei confronti della moglie. Le autopsie dei due coniugi saranno effettuate lunedì e martedì.
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