Il-Trafiletto
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28/09/14

Il delizioso concerto della tostatura del caffè

Ho sempre sostenuto e sempre sosterrò che non c'è nulla come il profumo e il dolce suono della moka che annunciano che il caffè è pronto. E' quel quid in più che concede il beneficio della speranza di una buona giornata. Quello del caffè è un concerto, una musica infinitamente gradevole se la si sa ascoltare. 

Sediamoci comodamente e ascoltiamo con attenzione crepitii, colpi secchi, e scoppiettii della tostatura perchè essi sono essenziali per avere poi un buon caffè. Lo sanno bene gli esperti torrefattori, esercitati a riconoscere dal rumore la perfetta tostatura, quella che regala alla bevanda un'intensa armonia di profumi, sapori e forza.


 La musica del caffè accompagna anche la tostatura artigianale ma, dice Preston Wilson, dell'università del Texas, non c'era finora la descrizione dei suoni prodotti: nessuno li aveva classificati con precisione. Questo fino ad oggi. Wilson ha preso i chicchi verdi di una miscela per espresso, li ha inseriti in un tamburo rotante elettrico (una macchina per la tostatura) e ha avviato la registrazione. Alcune fasi della tostatura sono caratterizzate da due schiocchi (crack) distinti. Il primo si verifica dopo 400 secondi e si prolunga per 200: ricorda i popcorn che scoppiano.

Più bassi e più frequenti, quelli del secondo crack si fanno sentire fra i 620 e 730 secondi: sono scoppiettii e crepitii rapidi, come quelli del riso soffiato per la prima colazione immersi nel latte. Le tostatrici automatiche industriali si basano su vari parametri, come la valutazione del volume del chicco, che aumenta tostando. Ma è sempre un operatore a decidere quando interrompere il processo, osservando il colore del chicco, annusando i profumi e ascoltando i crepitii.

Wilson vorrebbe invece creare una macchina capace di fermarsi da sé quando sente le giuste note, non un momento prima né un momento dopo. In 15-20 minuti a 200-220° il caffè è tostato, ma quando di preciso? Un attimo prima e la tostatura non si completa e il caffè non emette tutti i suoi aromi; un attimo dopo e il chicco perde profumi e sapori: saprà la macchina cogliere la sinfonia della tostatura e fermarsi al momento giusto?

27/09/14

ALL-IN MUSIC: 3 Italia propone il suo servizio di musica in streaming

ALL-IN MUSIC
il servizio musicale in streaming
di 3 Italia

3 Italia propone il suo servizio di musica in streaming: si chiamerà ALL-IN MUSIC, un servizio che garantisce canzoni di elevata qualità visto l'adozione della tecnologia Dolby-Pulse a 384 Kbps.


Cosi giunge il momento che anche 3 Italia può proporre il suo ALL-IN MUSIC, ovvero sia il servizio musicale che tramite il supporto di un'app mobile darà modo di potere ascoltare in streaming e off-line, musica senza alcuna interruzione pubblicitaria e sopratutto senza alcun tipo di costi supplementari per quel che concerne il traffico dati prodotto sotto copertura di rete 3.

ALL-IN MUSIC, è un'app che quanto prima sarà disponibile per le piattaforme Android, iOS e Windows Phone, fornendo la possibilità di realizzare una playlist personale da ascoltare anche in assenza di connessione, ad esempio in areo o all’estero, e di saltare da un brano all’altro per un numero illimitato di volte durante l’ascolto. Le canzoni sono incluse mentre il traffico generato in streaming sotto rete “3” non viene tariffato e non va ad erodere le soglie comprese nell’offerta.

ALL-IN MUSIC potrà dare la possibilità di ascoltare musica in elevata qualità, grazie all'utilizzo della tecnologia Dolby-Pulse a 384 Kbps (pensate che al confronto, altri servizi concorrenti come Spotify e Google Play Music arrivano al massimo a 320 kbps), da un catalogo di canzoni delle principali etichette musicali note come Sony Music, Universal Music Group, Warner Music, Sugar Music e Sounday.

Ogni brano è organizzato in 8 playlist in base ai generi Rock, Pop, Rap & Hip Hop, Musica Italiana, Soundtrack, House & Elettronica, Dance e Special proposti dagli 8 deejay virtuali di ALL-IN MUSIC. L’App offre anche 5 Web-Radio tematiche: Top 40, Radio-Hit, Beatles, Rock e Musica Italiana.


31/08/14

La musica parla al cuore

Sara Frau è un'artista labronica che ha scritto parecchie canzoni e ama esibirsi nei vari teatri o piazze e lo fa sempre con grande vivacità e passione.


A volte si parla di musica, ma la si confonde con il rumore.
La musica sa toccare il cuore, sa farlo vibrare e rempire di emozioni che durano anche tutta la vita, la vera musica non conosce il tempo, ma sa bene adeguarsi e parlare a tutti.
Personalmente adoro ascoltare la musica e mi piace seguire il testo e vedere come gli artisti interpretano in modo personale quelle note e pause che diventano canzone e musica.
Adoro una canzone: “TATI” di Sara Frau, un’artista labronica, che l’ha scritta alla morte del papà, il testo ti porta a volare nel cielo della musica e a coccolarti, tra le braccia di questa persona scomparsa, quasi fosse un amico, ancora presente e che ti conosce bene.
Ora vi basta trovare qualcuno che ve la legga con calma e voi chiudete gli occhi e sintonizzatevi con il cuore, sono sicuro che proverete le stesse emozioni che vi ho scritto.

“Io nascosta in una nuvola, sono sola e penso a te. Il dolore mi uccide l’anima, guardo verso il paradiso, sento ancora il tuo profumo, il vento mi porta il tuo calore . Padre se invece di morire tu fossi stato qua, vicino a me, vicino a me. Potrei dirti che, ma quanto ti somiglio, orgogliosa come te, dura come te, pazza come te. Mi hai insegnato tante cose, le piu belle sono chiuse dentro al cuore, ma non posso gridarle al mondo, gridarle al mondo. Non sai quanto mi manchi, vorrei stringerti le mani, vorrei stringerti. E gridare al mondo intero e gridare, gridare. Padre se invece di morire, tu fossi stato qua vicino a me, vicino a me. Vorrei dirti che, ma quanto ti somiglio, orgogliosa come te, buona come te, pazza come te, mi hai insegnato tante cose le piu belle sono chiuse dentro il cuore, ma non posso gridarle al mondo, gridarle al mondo; nel dolore e nell’amore e grido ancora, ancora. Padre mi manchi, perché il tuo silenzio, la comprensione; era solo Amore, nella notte il tuo abbraccio, lo sento, lo vivo. Mi Manchi TATI”.
Sara Frau dedica una canzone a TATI


03/06/14

Justin Bieber si scusa per un video razzista

Justin Bieber chiede scusa dopo un insulto razzista.

Ve lo saresti mai immaginati?! Il giovane Justin chiede scusa dopo essere stato ripreso in un video dove, la sua battuta, è molto contestabile.

Il cantante Canadese è ancora giovane ma negli ultimi tempi si è "sforzato" nel accumulare multe, denunce e tante critiche negative anche dal suo stesso pubblico.
Ma a quanto pare gia cinque anni fa, al'inizio della sua carriera, stava gia intraprendendo questa strada sbagliata.

Justin Bieber (immagine presa dal web)
Tmz ha trovato un vecchio video di Bieber che si diverte a ripetere la parola n*gro.
Aveva appena 15 anni ed era uno dei supi primi tour per il mondo.

Justin Bieber appena ha saputo del trambusto che ha fatto il video si è subito scusato dicendo che il suo comportamento era stato un errore di gioventù.
Infine Justin spera che la gente, guardando il video, possa non commettere i suoi stessi stupidi errori. (Gossipblog)


08/05/14

Ex bambina prodigio | A 102 anni ritorna a suonare il pianoforte: "Triste suonare per sè".

Non ha mai smesso di tenere concerti, l'ex bambina prodigio ha mantenuto immutato il suo tocco vispo! Maria Motta ritorna a suonare il pianoforte alla veneranda età di 102 anni: "Triste suonare per sè".

Maria Motta aveva soltanto 10 anni quando la prima volta si esibì davanti ad un vero e proprio pubblico: bambina prodigio, fu chiamata ad eseguire al pianoforte alcune arie di Chopin al teatro Colli Tibaldi di Vigevano, che oggi non esiste più. La musica in seguito ha preso il dominio della sua longeva vita divenendo il punto focale e perno di ogni sua decisione o pensiero.

Oggi Maria Motta, ha 102 anni, e non ha mai smesso di tenere concerti, da quando inizio a soli 10 anni il suo cammino nel mondo fatato della musica. Nacque il 15 maggio 1910 a Vigevano, Maria Motta esordi da musicista professionista nel lontano 1924, in un cinema cittadino, il Marconi, dove fu scritturata per accompagnare al pianoforte le proiezioni dei film muti. A soli 14 anni sapeva già suonare qualsiasi spartito a prima vista. «Guadagnavo bene - ama ricordare -: 5 lire a prestazione. La metà di quello che spendeva mia madre per mandare avanti tutta la famiglia. Con i primi risparmi, a Ferragosto del 1927 ho portato i miei genitori in gita a Stresa, in carrozza».
Maria Motta (immagine dal web)

All'età di 16 anni si diplomò al civico istituto musicale Costa. Poi, con l’avvento delle pellicole sonore, la sua attività dovette gioco forza cambiare. Entrò a far parte di una compagnia di operetta, con la quale ebbe inizio un percorso itinerante per tutti i teatri d’Italia e di mezza Europa. Si esibi anche con Enrico Montesano, nonno dell’omonimo attore, celebre direttore d’orchestra.

Conobbe suo marito al termine di un concerto al Lirico di Milano: uno spettatore che bussò alla porta del suo camerino con un mazzo di fiori, confessandogli di essere andato a vederla per la quinta sera consecutiva perché innamorato follemente di lei. I due si sposarono, ma la storia d'amore fini presto: lui morì pochi anni dopo. Maria successivamente si risposò con un noto commerciante di pianoforti.

Negli Anni '30 Maria Motta fece anche parte di una delle prime formazioni musicali di sole donne nate in Italia, un sestetto. Continuò a suonare in giro per l’Europa per oltre mezzo secolo: l’ultimo concerto da professionista l’ha tenuto a Malta quando aveva già superato gli 80 anni. Ma fino ai 100 ha continuato a dare lezioni private di piano nella sua bella villetta alla periferia di Vigevano, dove vive con la sorella minore di cui è lei a prendersi cura perché un po’ malmessa di salute. Ha due crucci: «Non mi chiamano più in giro ad esibirmi come una volta.

E così mi fanno anche passare la voglia di stare al pianoforte perché suonare per conto mio non è come come preparare un concerto». L’altro dispiacere riguarda la patente. L’ha presa a 54 anni e se n’è servita a lungo per spostarsi nelle sue tournée, in sella ad un Vespone oppure al volante di una Lancia Flavia 2000 che possiede ancora. Nel 2008 non gliel’hanno più rinnovata: «Così non posso neanche più andare a fare la spesa e devo dipendere da mia nipote».(la stampa)

14/03/14

Iosif Kotek senza di lui Ciaikovskij non avrebbe scritto "Il Concerto"

Nadjeshda von Meck


IOSIFOVICH KOTEK

Peter Iljic Ciaikovskij
Nadjeshda Filaretnova von Meck

Cari amici del Trafiletto, oggi scriverò di un personaggio legato al mondo della musica classica, certo Iosifovich Kotek, violinista russo (1855-1885). Iosifovich, o Josef per gli amici e conoscenti più stretti, dopo le scuole medie s’iscrive al conservatorio musicale di Mosca diventando l’allievo prediletto di composizione, e amico intimo, dell’allora professore di musica Peter Iljic Ciaikovskij (1840-1893). I quindici anni che li separano non impediscono loro di aver un intimo rapporto amoroso fino alla morte del giovane violinista. Josef, gioca un ruolo importante, anzi, decisivo per la carriera musicale di Ciaikovskij: ci avviciniamo al 1877, l’anno del destino e della crisi, l’anno in cui accade un fatto destinato a dare una svolta del tutto nuova alla vita del trentasettenne Peter Iljic.C, che ancora si trova a essere soltanto un buon compositore e insegnate di conservatorio. Fato vuole che uno degli allievi, il giovane violinista Kotek, abbia una specie d’impiego fisso presso una certa baronessa (titolo nobiliare acquisito) Nadjeshda Filaretnova von Meck, (1831-1894) ricchissima dama della società moscovita, che nutre un amore appassionato per la musica, tanto da essere essa stessa una mediocre pianista. Kotek le parla di Ciaikovskij e della triste e penosa situazione in cui egli si trova, per essere un grande musicista fuori del comune.
J.Kotek e P.I.Ciaikovskij
La dama manifesta il desiderio di conoscerne le composizioni e ben presto si accende di così forte entusiasmo per quella musica piena di svolte sentimentali, da decidere di aiutare il compositore. Per mezzo dell’ambasciatore di Fato, in altre parole Kotek, lei chiede a Peter Iljic.C, offrendogli un generoso compenso in rubli , di trascrivere per violino e pianoforte alcune sue composizioni. Da questo fatale preludio, nasce un rapporto epistolare molto stretto fra la gentil dama molto appassionata di musica e il compositore insegnante presso il conservatorio di Mosca. Un rapporto esclusivamente epistolare che giorno dopo giorno apre i cuori dei protagonisti fino ad accendere sentimenti passionali senza riscontro nella benevola signora von Meck. Una corrispondenza che si protrae per circa dieci anni, senza mai un incontro fisico, se non un incontro fortuito di pochi istanti presso la villa di lei durante una vacanza in Italia, a Firenze.  Un lungo periodo di tempo dove il fragile e sensibile carattere di Ciaikovskij, trova quella quiete e sicurezza economica, poiché la baronessa pensa a tutte le spese materiali, oltre a un cospicuo mensile, che possano permettergli di comporre pagine musicali immortali, quale il concerto opera 35 per violino e orchestra sotto riportato. Tre personaggi oggi ricordati e deposti per sempre alle pagine della storia, dove un illustre sconosciuto ha giocato la carta vincente di questa pagina: Iosifovich Kotek.

07/03/14

La strana circostanza che portò Tartini a comporre il "Trillo del diavolo"

Cari lettori del Trafiletto, oggi voglio parlarvi de ‘Il Trillo del diavolo’, celebre sonata  per solo violino del grande musicista Giuseppe Tartini, (1692-1770)ma non voglio parlarvi del musicista, assolutamente illustre conosciuto, ma della circostanza a molti sconosciuta, che portò Tartini a comporre la celebre sonata.
Giuseppe Tartini
Certamente tutti gli appassionati di musica classica conosceranno il Tartini, che tanto influenzò e contribui nel periodo barocco e rococò a far conoscere la musicale italiana alle corti europee e all’alta borghesia, tanto da essere studiato dall’attento J.S.Bach, suo contemporaneo, e un secolo dopo dal genio assoluto del violino Nicolò Paganini, per una difficoltà di esecuzione allora sconosciuta ma, forse quello che pochi conosceranno, è l’aneddoto che ancora oggi echeggia nell’ambito musicale a proposito de ‘Il Trillo del diavolo’. La sonata desta ancora oggi ammirazione in tutto il mondo e lo stesso Tartini la descrive così: 
” Una notte sognai che avevo fatto un patto e che il diavolo era al mio servizio. Tutto mi riusciva secondo i miei desideri e le mie volontà erano sempre esaudite dal mio nuovo domestico. Immaginai di dargli il mio violino per vedere se fosse arrivato a suonarmi qualche bella aria, ma quale fu il mio stupore quando ascoltai una sonata così singolare e bella, eseguita con tanta superiorità e intelligenza che non potevo concepire nulla che le stesse al paragone. Provai tanta sorpresa, rapimento e piacere, che mi si mozzò il respiro. Fui svegliato da questa violenta sensazione e presi all'istante il mio violino, nella speranza di ritrovare una parte della musica che avevo appena ascoltato, ma invano. Il brano che composi è, in verità il migliore che abbia mai scritto, ma è talmente al di sotto di quello che m'aveva così emozionato che avrei spaccato in due il mio violino e abbandonato per sempre la musica se mi fosse stato possibile privarmi delle gioie che mi procurava”

06/03/14

Johann Nepomuk Mälzel un illustre sconosciuto

Carissimi lettori del Trafiletto, oggi vi scriverò di un certo Johann Mepomuk Mälzel, (1772-1838), di professione inventore. Tedesco, nonché abile uomo d'affari e mediocre conoscitore della musica. 

A lui viene riconosciuto il merito di aver perfezionato e brevettato il Metronomo: strumento meccanico per la suddivisione in BPM (battiti per minuti) del tempo musicale. Il brevetto viene depositato e riconosciuto legalmente, perché il vero ideatore del metronomo, certo Dietrich Nikolaus Winkel, non si preoccupò di formalizzare e presentare a tempo debito il carteggio relativo per il riconoscimento e la tutela della sua idea.
metronomo meccanico a destra
elettronico a sinistra
A Mälzel va riconosciuto il merito di aver apportato la vantaggiosa modifica al metronomo dell’effetto sonoro, che scandisce il battito regolare per determinare la velocità di un tempo stabilito a priori. La possibilità di indicare la velocità di esecuzione di un brano riferendosi a dei parametri sufficientemente precisi e replicabili è sempre stata una necessità vitale per il musicista dall'avvento della musica mensurale. Modifica che molti musicisti del momento, primo fra tutti L.VBeethoven, apprezzeranno quale strumento didattico per lo studio compositivo delle loro opere. In tempi successivi lo strumento viene sempre più perfezionato, fino a giungere ai nostri giorni con una precisione da orologio svizzero al quarzo. 

22/02/14

Il “Banco del Mutuo Soccorso” piange la sua voce solista. Francesco Di Giacomo muore in un incidente stradale.

La musica italiana piange la prematura e improvvisa scomparsa di Francesco Di Giacomo, voce solita del “Banco del Mutuo Soccorso”, storica band romana tra le più rappresentative del rock progressive italiano. E' morto in un incidente stradale avvenuto nei pressi di Zagarolo, in provincia di Roma, nel tardo pomeriggio di ieri. Di Giacomo, 67 anni, viaggiava da solo alla guida della sua auto, una Toyota. Secondo una prima ricostruzione dei fatti sarebbe stato vittima di un malore che gli avrebbe fatto perdere il controllo del veicolo, facendolo saltare sull'altra corsia fino a schiantarsi contro una Rover che proveniva in senso contrario. Il conducente della Rover, una donna, sembra non aver riportato ferite gravi. Il cantante è deceduto durante il trasporto all'ospedale di Palestrina. Era nato a Siniscola il 22 agosto 1947. La sua voce e il suo talento, insieme agli amici del Banco del Mutuo Soccorso, hanno scritto una pagina importante del rock italiano. Insieme a PFM, Orme e Area, il Banco è stata la formazione più importante e più conosciuta, anche all'estero nei primi anni Settanta. E un anno dopo uscì l'album del Banco col salvadanaio in copertina. La notizia della scomparsa di Francesco Di Giacomo è arrivata naturalmente anche al Festival di Sanremo. Alla fine dell'esibizione di Noemi, Fabio Fazio ha dato la notizia, e tutto il pubblico si è alzato in piedi. Su Twitter Lorenzo Jovanotti cita Moby Dick del Banco per ricordarlo così: 'La sorte corre nella tua scia, colpo di coda e vola via'. Ciao Francesco, voce meravigliosa'.

18/02/14

Lo streaming mainstream | ascolta distribuisce e...scopre!

Lo streaming mainstream: ascolta, distribuisce e...scopre! Esattamente da quando lo streaming è diventata di fatto la piattaforma mainstream di distribuzione e ascolto della musica, al gusto di ascoltare si aggiunto anche quello di scoprire.

Esattamanete come avviene per Spotify (ma non solo), un algoritmo provvede ad ascoltare ciò che si sta riproducendo e in base alle proprie preferenze musicali mette a disposizione una selezioni di artisti che simili ai propri cantanti preferiti, allieteranno le nostre ore.
Come avere un'amico disc jokey dei tempi del liceo che porta a casa una serie di dischi selezionati precedentemente che possono essere di proprio gusto. In realtà, l'algoritmo (nel caso di Spotify) all'inizio è affascinante, particolarmente per chi non segue il mercato, ma dopo un po' appare ripetitivo riproponendo sempre le stesse canzoni. La colpa molto spesso non è dell'algoritmo ma della mancanza di nuove licenze.
Streaming mainstream

Ecco perché gli sviluppatori stanno lavorando a nuove piattaforme in grado davvero di produrre serendipity, felici incontri casuali musicali. Seevl, per esempio, scova informazioni, suggerimenti e trend sull'industria musicale. A differenza di YouTube, Spotify e Deezer non si concentra sulle licenze ma sulle risorse presenti in rete.

Il che li rende un "sapientino" della musica formidabile. LuckyPennie invece si concentra nell'immettere le notizie su concerti ed eventi locali nel processo di discovery. Il cuore è quindi quello di una app che geolocalizza informazioni sui live. The Hype Machine analizza il contenuto di blog degli appassionati di musica e li traduce in raccomandazioni per suggerire nuovi artisti. Il servizio offre anche un sistema di micro-credito per supportare giornalisti musicali ed emergenti.

Più classico e meno innovativo è infine TuneIn un aggregatore di radio (più di 100.000 emittenti e 2 millioni di podcasts da tutto il mondo). In questo caso, il processo è più casuale e la scoperta sta nello "scanalare" da una stazione all'altra. A lavorare sulla "prediction" non ci sono solo nuove realtà ma anche ex startup di successo come Shazam che ogni anno si candida a barometro dell'industria prevedendo gli artisti vincitori dei Grammy. E spesso ci prende. Ma la vera scommessa è quella di mettersi a valle del processo di discovery. L'ultima idea l'ha avuta Twitter. Il sito di micro-blogging ha stipulato un accordo con 300 company, la nuova casa discografica, fondata da Lyron Cohen, impreditore americano che è stato fino a settembre 2012 il numero uno Recorded Music della Warner Music Group. L'idea è quella di usare la piattaforma per monitorare le future promesse del panorama musicale.

Twitter fornirà a 300 company libero accesso ai suoi "music data", anche quelli non disponibili pubblicamente, come per esempio il luogo da dove gli utenti twittano. Il signor Cohen organizzerà i dati legati alla musica attraverso un software in grado ci collezionare e leggere tutte queste informazioni. Le informazioni poi potranno essere usati da altri musicisti ed etichette discografiche per le loro ricerche. Un big data social, per usare un po' di termini alla moda. Ma il business vero è scoprire i nuovi talenti.

13/02/14

Thake That | Buon compleanno Robbie, benvenuto nel club degli “Anta”.

Da oggi Robbie Williams entra a far parte del club degli "Anta". Infatti il cantante inglese, bello, dannato e tatuato, oggi 13 febbraio compie 40 anni, un compleanno col botto che arriva in uno dei periodi per lui più sereni dopo i numerosi scandali degli scorsi: dagli usi smisurati di droga e l'alcool sino ad arrivare a momenti di forte depressione. Ma l’ex Take That è uno che non demorde: ha messo la testa a posto, si è sposato con l'attrice tv Ayda Field ed è diventato papà della piccola Theodora Rose.
Aveva solo 16 anni, nel 1990, quando ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica. Era il più amato dei Take That, il gruppo pop inglese per il quale impazzivano le ragazzine di tutto il mondo e che ha scalato le classifiche musicali dei primi anni 90 con i singoli "Pray", "Relight My Fire", "Everything Changes” e "Baby". Cinque anni dopo Robbie venne cacciato dal gruppo a causa dei suoi eccessivi comportamenti con alcol e droga e cominciò la carriera di solista riscuotendo un notevole successo con la canzone “Angels”, definita miglior canzone dell’ultimo quarto di secolo dagli ascoltatori di BBC Radio 2. Ma la nostalgia del vecchio gruppo e la ricerca di una personalità diversa da quella di piantagrane come lo avevano definito lo portano alla depressione, malattia aggravata dallo sfortunato esperimento di sfondare negli USA, unico neo della sua carriera. Uscì dal tunnel della depressione nel 2010, complice il successo ottenuto con “Candle” e “Go Gentle” e un anno dopo si riunì al gruppo Take That dando vita ad un album e a un tour. Robbie Williams è entrato anche nel Guinness dei Primati per aver venduto 1 milione e 600mila biglietti in sole 24 ore per le date del suo tour mondiale del 2006. Le canzoni - "She's the One" e "Millenium" contenute nell'album "I've been expecting you”, “Supreme” e “Kids” delm Cd “Sing When You Are Winning” , “Feel”, “Sexed Up” e “Come Undone” del disco “Escapology” sino ad arrivare agli ultimi usciti in questi due anni: “Candy” e “Different” di “Take the Crown” e “Go Gentle” di “Swing Both Days”.

10/02/14

Premiato De Gregori a Los Angeles

Definito "la leggende della musica leggera italiana" De Gregori si prepara a ritirare il premio "LA-Italia - Excellence Award".


Tra i suoi estimatori c'e' anche Bob Dylan che inserì una cover dell'artista italiano ('Non dirle che e' cosi') nel suo film 'Masked and anonymous'. Francesco De Gregori il prossimo 27 febbraio sara' al TLC Chinese Theatre di Hollywood per ritirare il "LA-Italia - Excellence Award" nell'ambito dell'undicesima edizione dekl "Los Angeles, Italia - Film, Fashion and Art Fest".

Francesco De Gregori
Il primo evento artistico in assoluto sulla West Coast del cantautore romano, 63 anni, da 42 sulla scena discografica, spiega il produttore 5ella manifestazione Pascal Vicedomini, prevede la proiezione del docu-film "Finestre rotte" di Stefano Pistolini, presentato da Rai Cinema a Venezia 2012 (il racconto di una estate di concerti in giro per l'Italia), e del web-movie 'Dress Rehearsal Backstage' di Niccolo' Bello che svela i segreti del 'principe' della musica italiana visti dal palco. ''Il profondo legame tra il poeta De Gregori e la cultura americana, musicale ma non solo, basti pensare al recente 'Sulla strada' omaggio a Kerouac, e' stata una costante della sua lunga e straordinaria carriera, partita da quel Folkstudio romano dove si esibi' anche un giovanissimo Dylan" dice.
"Los Angeles, Italia Festival", è organizzato dall'Istituto Capri nel mondo, in collaborazione con il Cim Group, la Hollywood Chamber of Commerce, il Consolato Generale Italiano di Los Angeles, con la partecipazione di Medusa, EnigmaGB, Rainbow ed Ambi Pictures. L'evento di quest'anno gode del patrocinio del ministero degli Esteri, del ministero dello Sviluppo Economico, della Niaf e dell'U.S.C. - University of Southern California. Nell'albo d'oro musicale del premio 'Excellence Award', assegnato da un board onorario di cui fanno parte anche il presidente dei Grammy Neil Portnow e molti membri dell'Academy della Musica americana, figurano Ennio Morricone, Andrea Bocelli, Vasco Rossi, Zucchero, Stefano Bollani e Andrea Griminelli.

28/01/14

Spazio: Ultima frontiera...della musica | La sinfonia del dialogo delle particelle

La fantasia musicale ha valicato la frontiera dell'impossibile. Un fisico  italiano (Un cervello fuggito)  ricercatore al Géant di Cambridge, ha convertito il dialogo delle particelle cosmiche raccolte dai Voyager 1 & 2 in una sinfonia per pianoforte ed archi.


Un fisico italiano di 37 anni, ricercatore al Géant di Cambridge  (la rete europea ad alta velocità per la istituiti scientifici e università), Domenico Vicinanza ha convertito in duetto per pianoforte e archi i dati sulle particelle cosmiche raccolti dalle sonde Voyager 1 e Voyager 2. Vicinanza dichiara che la "sonificazione" di dati fisici non è solo un esperimento artistico pur se molto affascinanti, risultati  interessanti potrebbero arrivare dalla sua applicazione a diversi settori di ricerca, a cominciare dalla medicina. Da qualche giorno avete pubblicato su Soundcloud il duetto spaziale tra Voyager 1 & Voyager 2. Quando noi premiamo il bottone play, che cosa sentiamo? La traduzione in musica delle particelle cosmiche.
La sonda Voyager 1. Lanciata nel 1977,
da alcuni mesi si trova ormai fuori dal
Sistema Solare.
 
La modalità di come è avvenuta la trasformazione da particelle a note musicali, sono dati pubblici, resi disponibili dalla Johns Hopkins University. Il ricercatore ha preso in considerazione due set di misure: quelle registrate ogni ora dalle sonde e quelle calcolate in media su periodi di ventisei giorni. Si tratta del conteggio dei protoni derivanti dai raggi cosmici. Dal punto di vista quantitativo, nell'arco dei 37 anni di vita delle sonde, è chiaro come si tratti di informazioni notevolmente differenti: oltre 300,000 misure nel primo caso, circa 500 nel secondo. Sperimentando su diversi campionamenti delle frequenze, le prime misure hanno fornito l'abito sonoro. Le seconde sono invece le note che costituiscono la sinfonia. Quelle che sentiamo su Soundcloud, sono esattamente quelle. Vicinanza ha mappato gli intervalli e creato un algoritmo che traduce i dati nei tasti bianchi del pianoforte, dal più basso al più alto: è la scala diacronica di do. "Ho scelto quella perché poteva agevolare la generazione di una melodia riconoscibile. Le note sono quelle prodotte dall'algoritmo: io mi sono limitato a tagliare e isolare qualcosa e ho aggiunto il do finale". Sotto, un brano realizzato con i dati provenienti da Voyager 1&2.



Le due sonde Voyager sono state lanciate nel 1977. Oggi sono ufficialmente in pensione, ma continuano a viaggiare nell'universo, raccogliendo dati e trasmettendoli alla Terra.  Per risparmiare energia sono stati spenti molti dei loro strumenti, come le videocamere o le macchine fotografiche. I rilevatori di particelle cosmiche invece funzionano ancora e le batterie al plutonio dovrebbero mantenerli attivi per almeno altri vent'anni.

23/12/13

Perchè si dice "canta che ti passa"?

Questo adagio mi ricorda il mito di Orfeo, che, accompagnato dalla sua cetra, incantava chiunque lo ascoltasse. Dlen dlen.....in verità sorrido se penso a questo mito raccontato nel cartone animato Pollon, ve lo ricordate? La divina poppante si cimenta nell'uso della cetra e stende stecchiti alcuni mostri dell'Ade, del resto la sua abilità era molto limitata. Ma torniamo a noi.
Note musicali
Canta che ti passa, è un invito a non spaventarsi e a curare le preoccupazioni e i timori con il canto. L'espressione pare sia stata incisa su una trincea durante la prima guerra mondiale da un soldato il cui nome non è sconosciuto: l'ufficiale e scrittore Piero Jahier la trascrisse come epigrafe di una raccolta di Canti del soldato (Milano, 1919). Jahier nella prefazione, firmata con lo pseudonimo di Pietro Barba, parla del «buon consiglio che un fante compagno aveva graffiato nella parete della dolina: canta che ti passa». In effetti, ai giorni nostri, la musica è il  mezzo attraverso cui si trova il relax ed è anche il modo più adatto per esprimere le emozioni che non si riescono a descrivere concretamente.
La musica è usata anche in campo medico: infatti è un ottimo elemento per tenere in contatto il conscio con l'inconscio perché essa è un mezzo di comunicazione che arriva anche dove le parole sembrano inaccessibili.

15/11/13

Stanchi di praticare lo step? Provate lo Spring Energie!

 Appena finisce l'estate e giunge l'autunno partiamo con i buoni propositi per la forma fisica, impegnarsi tutto l'inverno per arrivare in primavera tonici, in forma, con una bella muscolatura da esibire in spiaggia e sotto i leggeri vestiti estivi (parlo a tutti, uomini e donne chiaro?). Però immancabilmente, un po' la pigrizia, a volte il freddo, tavolta la stanchezza, le trappole gastronomiche delle festività e i buoni propositi giacciono morti stecchiti in qualche angolo recondito della nostra mente.
Non lamentiamoci poi se in primavera, guardandoci allo specchio ci sentiamo affascinanti come uno zerbino ok?
Spring Energie

Quindi coraggio, gambe in spalla e andiamo in palestra, se non vogliamo fare movimento all'aria aperta o non possiamo causa orari improbabili. Avete voglia di scaricare lo stress accumulato al lavoro e nello stesso tempo muovervi a ritmo di musica? Lo Spring Energie fa per voi.
Lo spring energie è un’evoluzione tecnica del classico e noto step, comunemente utilizzato nel corso delle discipline coreografico musicali. L’innovazione apportata ha previsto che il piano d’appoggio non fosse rigidamente collocato sul pavimento della sala ma, attraverso l’impiego di quattro molle, divenisse maggiormente flessibile. I vantaggi di questa variazione sono notevoli, soprattutto sul fronte della prevenzione dei traumi che possono derivare dai continui impatti su una superficie particolarmente rigida. In questo caso invece buona parte dell’energia è assorbita dalle strutture elastiche, rendendo il lavoro meno stressante per le articolazioni. A questo vantaggio diretto se ne aggiunge un secondo. La lieve instabilità del piano d’appoggio sollecita ulteriormente il senso dell’equilibrio e la propriocezione corporea, migliorando ancor di più i parametri coordinativi.
Consigliata soprattutto a: chi vuole inserire delle varianti nelle comuni coreografie svolte allo step, chi desidera migliorare i margini di sicurezza riducendo lo stress articolare causato da una pratica intensa, e in generale a coloro che amano le discipline coreografico musicali ed intendono utilizzarle, oltre che per la passione e il divertimento che risiede dietro la loro pratica, anche al fine di incrementare il consumo calorico, tenere alto il metabolismo e migliorare i parametri di controllo del proprio equilibrio.
Rischi o limiti connessi alla sua pratica: gli accorgimenti tecnici previsti da questo attrezzo riducono drasticamente i rischi connessi all’utilizzo, e lo rendono maggiormente idoneo anche a coloro i quali fossero in una condizione di sovrappeso. A patto che l’intensità del lavoro resti ovviamente bassa. Con questa necessaria precisazione, lo spring energie può essere ritenuto un attrezzo (ed una disciplina) assolutamente sicura.
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