Il-Trafiletto
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09/10/14

Vino Novello | Non è un vino nuovo come si crede, è un vino diverso.

Tra qualche settimana farà la sua comparsa in tuti i supermercati ed enoteche il vino novello, quel tipo di vino che molte persone tendono a definire vino nuovo. Niente di più sbagliato. Queste persone non sanno che il vino novello è un vino totalmente diverso sia come caratteristiche che come metodo di produzione. Infatti esso proviene da una tecnica di vinificazione diversa, la cosiddetta macerazione carbonica. Questo metodo consiste nel riempire di uva un recipiente e poi chiuderlo in modo ermetico per circa 2-3 settimane a temperatura di circa 30°C, dopo averlo saturato con gas anidride carbonica. In questo modo gli acini non vengono spremuti come accade nella preparazione del vino normale, ma vendono lasciati interi in modo da avere una fermentazione interna, intracellulare. Dopo di ciò tutta la quantità viene schiacciata e posta nel tino di fermentazione dove, in due o tre giorni, si avrà la trasformazione degli zuccheri in alcool. Come il suo eterno antagonista francese, il Beaujolais, nato negli anni ´50 in Francia, il vino novello ha una bassa gradazione che lo rende gradito anche nella dieta, raramente supera i 12° e si presta agli abbinamenti più diversi: dai salumi alle verdure in pinzimonio fino ai formaggi piccanti. Il vino novello, grazie al metodo di vinificazione della macerazione carbonica, oltre alle peculiarità olfattive tipiche, dona al vino un colore particolarmente vivo, con tonalità che ricordano il porpora. Ha un gustoso sapore fruttato che ricorda la fragola, i lamponi e i frutti di bosco, risultando subito pronto da bere, mantenendo le sue caratteristiche fino al mese di marzo all’incirca. Bianco o rosso, va servito leggermente fresco, sui 12°-14° gradi e si accompagna bene con i piatti in bianco, col pesce fritto, grigliato, in zuppa o al cartoccio, elegante con le fettine di carne in scaloppina o gli arrosti di girello, e visto che l’autunno è il mese delle castagne, provate a mangiarne un cartoccio accompagnandole con un calice di buon vino novello.

19/08/14

A rischio leucemia se la mamma ha bevuto caffè in gravidanza

Le donne incinte che bevono tre tazze di caffè al giorno potrebbe mettere a rischio leucemia i  loro bambini. Un importante studio ha scoperto che la probabilità di sviluppare la malattia durante l'infanzia è del 60% . Gli accademici dicono che il governo dovrebbe fare una campagna d'informazione per le donne in gravidanza con l'invito a limitare il consumo di caffè così come si è fatto per l'alcol e la nicotina. 

Dopo aver valutato 20 studi fatti in tutto il mondo, i ricercatori hanno concluso che la caffeina può cambiare il DNA nelle cellule del feto che li rende più suscettibili allo sviluppo di tumori. Un'esposizione eccessiva al caffè fin nel pancione della mamma comporterebbe dunque problemi aumentando il rischio di sviluppare nel feto forme tumorali fino al 72 per cento per chi beve "alti livelli" di caffè rispetto a chi ne beve poco o nessuno.
Circa 500 bambini con diagnosi di leucemia nel Regno Unito ogni anno ed è di gran lunga il cancro infantile più comune. Ora il governo inglese sta intervenendo sotto il profilo informativo a segnalare un fenomeno fino a oggi sottovalutato mettendo in guardia le donne incinte circa i pericoli di bere il caffè.
Lo studio è stato pubblicato sul giornale americano di ostetricia e ginecologia. Il Prof Henshaw ha stigmatizzato lo sviluppo della popolarità crescente del caffè e l'espansione globale dei coffee shop.
E’ sempre più chiara l’importanza di una vita fetale "igienica", non esposta ad agenti tossici che possano influire sullo sviluppo della nuova vita che nascerà. Questo comporta l’adozione di una condotta adeguatamente igienica da parte della madre come misura precauzionale perché bere caffè è diventato tanto di moda che sarebbe una buona idea evidenziare questi risultati.

Ha aggiunto: "l'incidenza di leucemia infantile è aumentata costantemente negli ultimi decenni. Se sta aumentando da decine di anni significa che non è genetica. La nostra genetica non cambia su tale tipo di scala del tempo, ci vogliono decine di migliaia di anni per cambiare il nostro profilo genetico.
"Così se le cose stanno cambiando nel corso di una breve scala del tempo, dobbiamo sospettare qualche fattore ambientale o più fattori". "L'ambiente è ricco di sostanze cancerogene: alimentazioni per la linea, campi magnetici, inquinamento, ogni sorta di esalazione chimica. Ma bere caffè è diventato molto di moda nel Regno Unito, dove si registrano troppi casi di leucemia infantile".

Per questi motivi, lo "Sportello dei Diritti", si rivolge a tutti gli enti competenti – Asl in testa - e alle associazioni delle donne per rilanciare campagne d’informazione volte a sensibilizzare le neo-mamme e le donne tutte, sui rischi del consumo eccessivo di caffè, proponendo l’obbligo d’indicazione sulle etichette delle confezioni di appositi messaggi di dissuasione per le donne in stato di gravidanza sulla falsariga dei messaggi già inseriti sui pacchetti di sigarette.

12/04/14

Figli dei VIP: sfortunati o maledetti?

Chi ha detto che essere figli di una celebrità sia sinonimo di fortuna? Quasi quasi ci sentiamo davvero baciati dalla buona sorte se siamo nati in una famiglia "normale". Perchè a guardare l'elenco, davvero lungo, dei figli d'arte che hanno fatto una tragica fine, che si sono persi nel tunnel delle dipendenze o che sono morti per tragiche fatalità, non si finisce più. L’ultima vittima in ordine cronologico si chiama Peaches Geldof, figlia del più noto Bob Geldof, al secolo Robert Frederick Zenon Geldof, cantante, attore e attivista irlandese, fondatore del gruppo musicale “Boomtown Rats”. Peaches, modella, conduttrice tv e giornalista, è morta giorni or sono a 25 anni per cause ancora incerte. La lista “maledetta” comprende tanti altri nomi famosi. A cominciare da Scott Newman, figlio del grande attore Paul. Scott forse doveva fare l'attore. Era apparso sul grande schermo in compagnia del padre, ma a 28 anni morì di overdose. Il padre, scosso da questa tragedia, volle aprire un centro antidroga. Un altro grande attore statunitense, Marlon Brando, vide morire la figlia Cheyenne a 25 anni. La sua era stata una vita all'insegna di droghe, fumo, alcol: Cheyenne aveva cominciato da subito, a soli 16 anni, a farne regolarmente (ed eccessivamente) uso. Rimase incinta, ma le fu tolta la custodia del bambino perché affetta da disturbi mentali: la strada verso l'inferno finì in quel momento, con il conseguente suicidio. Due anni fa morì Sage Moonblood Stallone, figlio di Sylvester: un arresto cardiaco a soli 36 anni, nessun eccesso di droga o altre sostanze psicotrope, certificò l'autopsia. Il protagonista della “febbre del sabato sera” John Travolta vide morire a 16 anni il figlio Jett, portato via da un attacco epilettico, mentre Guillaume Depardieu venne sopraffatto da una tragica polmonite fulminante. Ci fu poi la morte di Connor, figlio di Lory Del Santo e Eric Clapton, che a soli 4 anni, precipitò da un grattacielo a New York. Marie Trintignant, figlia del famoso attore francese Louis, fu massacrata di botte dal compagno, mentre Brandon Lee, figlio di Bruce, morì proprio come il padre, colpito da un proiettile di pistola durante le riprese de Il corvo. La maledizione dei vip non ha risparmiato neanche l’Italia. Infatti Alessio Gatti, figlio di Franco Gatti, il “nasone” del Ricchi e Poveri , è stato stroncato a 23 anni da un infarto dovuto, sembra, alla sua prima assunzione di eroina. Terence Hill, al secolo Mario Girotti, ha perso a soli 17 anni il figlio, Ross, nel 1990 a causa di un incidente di moto in Massachussetts. Con lui l'attore aveva girato nel 1983 il film 'Don Camillo' e nel 1987 'Renegade-Un osso troppo duro'.

08/04/14

Attenzione al Colluttorio. Un uso frequente può portare al tumore della bocca.

Una ricerca della University of Glasgow Dental School e pubblicata sulla rivista Oral Oncology ha messo in allarme gli assidui igienisti del cavo orale. Tale ricerca infatti ha determinato che l'uso troppo frequente dei colluttori, soprattutto quelli che contengono alcol, può portare a un maggiore rischio di sviluppare un tumore della bocca. Se impiegati per più di tre volte al giorno per fare i risciacqui dopo essersi lavati i denti con lo spazzolino si può favorire l’infiltrazione di sostanze cancerogene nel cavo orale. Tra i colluttori incriminati, i più pericolosi sarebbero quelli a base di alcol. I ricercatori hanno esaminato 1962 pazienti affetti da tumore alla bocca e 1993 persone sane appartenenti a nove paesi diversi, e sono giunti alla conclusione che è sconsigliabile un uso frequente del collutorio per la disinfezione della bocca, fatta eccezione per alcuni casi. "Ci sono situazioni e condizioni nelle quali il dentista può prescriverlo, ad esempio perché il paziente ha un basso flusso salivare anche a causa delle medicine che prende - spiega David Conway, che ha portato avanti la ricerca - ma in generale ciò che è raccomandabile è lavare i denti dopo i pasti principali con un dentifricio al fluoro e risciacquarli bene, oltre a fare periodici check up dal dentista". E’ stato visto che i soggetti più propensi ad un frequente uso di collutorio sono i fumatori e i consumatori di alcol. Il collegamento tra abuso di collutorio e tumore del cavo orale, tuttavia, può anche essere legato a cattive abitudine igieniche. Una non corretta pulizia della bocca, infatti, può favorire la nascita di un tumore, soprattutto tra coloro che portano la dentiera o masticano spesso il chewing gum

29/03/14

Comunicare con i cocktails | Pensateci bene prima di mandarlo giù!

Quando capiterà in futuro che qualcuno vorrà affrirvi un cocktail, pensateci bene prima di mandarlo giù!

Proprio cosi, se dovesse capitarvi di bere un Gin tonic offerto da qualcuno state bene attenti perchè potrebbe contenere un importante messaggio. Alcuni scienziati dell'università canadese di York hanno ideato una nuova modalità di trasmissione di testi, tramite lettere cifrate celate nell'alcol evaporato. Utilizzando un sistema binario di base, l'equipe ha scelto di associare i bit 1 e 0 a vari livelli di concentrazione alcolica.

I ricercatori hanno quidi codificato la frase "0 Canada" in un campione di alcol,vaporizzandolo in direzione di un ricevitore inserito dentro lo stesso ambiente a diversi metri di distanza, il quale lo ha letto rilevando gli aumenti e le diminuizioni della concetrazione alcolica. I destinatari del messaggio sono stati in grado di decriptarlo con successo.
Sistema binario di base

"Un codice, anche dettagliato, utilizzando un profumo: pare un impresa da film da spionaggio, invece è tecnica di comunicazione piuttosto semplice da realizzare", ha affermato Weisi Guo della facoltà di Ingegneria dell'Università di Warwick, che ha partecipato alla ricerca. "Segnalazioni a breve raggio basate sull'impiego di sostanze chimiche erano già state effettuate in passato, ma oggi abbiamo fatto un passo avanti, riuscendo a trasmettere efficacemente messaggi continui su distanze di diversi metri".

La comunicazione chimica avviene già in natura con una certa frequenza: basti pensare alle api, che sfruttano i feromoni per passarsi segnali ed informazioni. La nuova procedura di codifica potrebbe rivelasi particolarmente utile quando non è possibile sfruttare le onde elettromagnetiche: ad esempio in gallerie, condotti oppure miniere sotteranee. Secondo i ricercatori, il sistema potrebbe essere uisato anche all'interno de corpo umano. (science)

16/03/14

Un antinfiammatorio, antialcol e antistress per gli "svapatori" delle sigarette elettroniche.

Sembra che il mercato delle sigarette elettroniche sia destinato, nei prossimi mesi, ad un altro boom nella campagna antitabacco. Infatti tra non molto farà la sua comparsa in questo mercato un prodotto che sembra aiutare a disintossicarsi in modo naturale dalla nicotina. Si chiamerà Whiff il nuovo brand che da fine luglio lancerà i suoi prodotti sul mercato. Esso vanta un team di ricerca e sviluppo tutto Made in Italy,composto dalla Dott.ssa Dissette dell’Università di Ferrara, dal partner farmaceutico Pharmaday e dagli stessi manager Whiff. I liquidi delle sigarette elettroniche Whiff contengono estratto di Kudzu, una pianta nota per le sue proprietà contro l’assuefazione da alcool e nicotina.Questa pianta contiene due principi attivi, gli isoflavonoidi daidzina e daidzeina, contenuti nelle foglie, nei semi e nelle radici del Kudzu. I liquidi Whiff, prodotti interamente in Italia e brevettati a livello internazionale, sono stati approvati dal Ministero della Salute, e fanno già parte della Farmacopea, ovvero godono di certificati e test e la loro formula è stata studiata da specialisti in prodotti per aerosol. E proprio questa formula inalante li renda adatti ad essere assorbiti dai polmoni in modo naturale. Essi svolgono anche un effetto protettivo dell’apparato respiratorio e contribuiscono a mantenere idratato il cavo orale, sono naturali al 100% e, soprattutto, non contengono nicotina”. Dalla fine di luglio i liquidi Whiff saranno pronti per essere commercializzati. In un primo momento saranno venduti tramite il sito web  del brand. Ma l’azienda ha già in previsione l’apertura di punti vendita Whiff Gallery, il primo dei quali taglierà il nastro nei prossimi mesi a Lecco. Restiamo in attesa dei commenti e delle opinioni degli svapatori più esigenti come di quelli occasionali, comunque sempre attenti alle novità.

07/03/14

Roma | I giovani che usano alcol e droghe hanno i testicoli più piccoli. Lo dicono gli andrologi.

Si è svolta a Roma nei giorni 4 e 5 marzo una conferenza che ha riunito gli esperti delle tre più importanti società del mondo scientifico che si occupano di Andrologia e che aveva come obiettivo, fra gli altri, quello di mettere in comune le  “Best Practice”. Dalla conferenza, patrocinata da Società Italiana di Andrologia (Sia), Società Italiana di Sessuologia Medica (Siams) e Società Italiana di Urologia (Siu), sono emerse interessanti informazioni su di un mondo, quello dell’Andrologia, che ancora risente della diffidenza e vergogna con le quali spesso l'uomo guarda a questo specialista. ''Ci sono voluti anni”, ha spiegato Vincenzo Mirone, presidente della Sia, “ma ormai le persone sono coscienti della rilevanza di questa figura”, e questo è un successo legato anche alla campagna “Amico andrologo”, condotta nelle scuole di tutta Italia su diecimila studenti maschi, dei quali oltre 4 mila si sono presentati per una visita specialistica. Un altro fattore importante che è emerso riguarda il fatto che, secondo Mirone, “grazie all'intervento di tutti gli specialisti delle diverse aree, come l'endocrinologia, siamo riusciti a creare un modello esportabile all'estero” il che è un ulteriore successo per la nostra specialistica, soprattutto perché è una delle rare volte che un modello organizzativo italiano ha questo successo. Un fatto importante che è emerso in conferenza è che nelle oltre 4.000 visite effettuate è stata riscontrata, nel 14% dei ragazzi, una diminuzione del volume dei testicoli che, dai primi dati sembra essere dovuta all’uso delle droghe ed al consumo di alcool tra i giovani. L’attenzione si è fermata sul fenomeno del “binge drinking”, la nuova moda che porta i ragazzi ad assumere grandi quantità di alcool in poco tempo. Il binge drinking, secondo una definizione, è l'assunzione rapida di un numero di bicchieri di bevande alcoliche, in genere oltre 5. Lo scopo è semplicemente quello di cadere in preda all’ebbrezza alcolica in un intervallo di tempo più o meno breve, nonché nella perdita di controllo. In uno studio pubblicato nel mese di marzo sulla rivista Clinical & Experimental Research, e condotto da ricercatori del Boston Medical Center della Boston University, sono stati analizzati i dati relativi a 446 adulti, fra uomini e donne che avevano episodi di binge drinking, e che a causa di ciò avevano un rischio mortalità significativamente più elevato rispetto ai bevitori moderati regolari. Il fenomeno oramai coinvolge molti ragazzi ed è seguito, ovviamente con molta attenzione, dai vari specialisti. Un ulteriore dato che è emerso nella campagna “amico andrologo” è il desiderio di informazioni sul sesso, a dispetto dei luoghi comuni sulla sovrabbondanza di notizie che i ragazzi avrebbero sul tema. Gli specialisti che hanno partecipato a questa campagna sono stati, a loro dire, letteralmente bombardati da richieste su argomenti che variavano dalla pura e semplice informazione sessuale fino alla contraccezione, per giungere a domande sui sentimenti che si provano per le ragazze. Insomma ancora una volta si è appurata la totale inadeguatezza del nostro sistema scolastico che non è in grado o non vuole dare, per le enormi pressioni contrarie, una seria informazione sessuale ai ragazzi ed alle ragazze, come accade invece secondo Isidori della Società italiana di andrologia medica, nelle scuole degli altri paesi.

28/02/14

Alcol e amici nemici della dieta

Amici

Se siete amanti della compagnia, e vi dilettate in allegre uscite con gli amici, aperitivi, cene e weekend fuori porta, insomma, se la vostra vita sociale è particolarmente attiva, sappiate che, nel caso in cui decidiate di mettervi a dieta, potreste incontrare qualche difficoltà.  E' noto a tutti che per mettersi a dieta occorrono una buona dose di volontà e determinzione, le quali però possono subire attentati non solo dallo stress, ma anche da un contesto sociale e familiare che favorisce la tentazione e la trasgressione alimentare, in particolare per l'alcol che spesso non viene considerato in termini di calorie (ricordate che quelle dell'alcol sono le cosiddette "calorie perse"). E, in questi casi, si rivelano più a rischio abbandono i regimi alimentari più rigidi. Queste le conclusioni di uno studio condotto in Gran Bretagna pubblicato sugli 'Annals of Behavioral Medicine'. La ricerca ha valutato, per una settimana, le abitudini di 80 volontari di cui 64 donne. Tutti dovevano tenere un diario elettronico sul cellulare, dove appuntare ogni tentazione alimentare della giornata e indicare sia se avevano fatto eccezioni rispetto alla dieta, sia la motivazione della trasgressione. Si è scoperto così che la tentazione vince una volta ogni due. E si 'deraglia' soprattutto la sera, senza particolari differenze nel fine settimana. Colpa soprattutto dell'influenza del proprio entourage: essere circondati da persone che non si fanno problemi a tavola aumenta infatti il numero di deroghe alla dieta. Non solo. Le tentazioni in cui si cade più facilmente sono le bibite e gli alcolici in compagnia e non, come spesso si crede, i dolci. "E' dimostrato - spiega Heather McKee, coordinatrice dello studio e ricercatrice all'Università di Birmingham - che siamo più attratti delle bevande zuccherate o alcoliche durante la dieta. Questo soprattutto perché si sottovalutano gli effetti sul peso". Va ricordato, però, che una piccola birra (25 cl) da 4 o 5 gradi alcolici contiene cira 80 chilocalorie, contro le 124 di una barretta di cioccolata da 25 gr con biscotto e caramella mou.

15/02/14

Bere il vino, meglio se rosso, allunga la vita. L’importante è non esagerare.

Una mela al giorno leva il medico di torno: quante volte ce lo siamo sentiti dire, da bambini, dai nostri genitori. La mela e tanti altri alimenti, sarebbe bene si consumassero quotidianamente, un po' per il loro ottimo sapore, un po' perché fanno bene al nostro organismo ed alle difese immunitarie: certi cibi sono infatti un segreto per migliorare la qualità della nostra esistenza, al tempo stesso allungando l'aspettativa di vita in maniera concreta. Tra gli alimenti salutari più diffusi e graditi vi è sicuramente il vino: specie se ricavato da uva rossa, che contiene resveratrolo, polifenolo che conferisce alla bevanda le famose proprietà antiossidanti. È stato documentato infatti come tale principio attivo possieda una forte azione antitumorale, prevenendo una delle principali ragioni che portano all'insorgere di vari tipi di cancro: si tratta dello stress ossidativo, ovvero sia un accumulo di radicali liberi che l'organismo non è in grado di debellare. Ma le caratteristiche positive del resveratrolo non si fermano a questo: perfetto per i trattamenti anti-età, il principio attivo del vino rosso è caratterizzato anche da proprietà antinfiammatorie e vasoprotettive. Se i benefici di un bicchiere di vino rosso al giorno erano ben noti anche ai nostri nonni, fino ad oggi però tali benefici non erano ancora stati calcolati in maniera precisa: vale a dire che si conoscevano le proprietà del vino, ma non si era ancora al corrente di definire la differenza che faceva in termini di aspettativa di vita. A spiegare tale dubbio ci hanno pensato due ricercatori italiani, Nicola Orsini e Andrea Bellavia, scienziati che lavorano presso l'Istituto Karolinska di Stoccolma. In uno studio pubblicato sugli Annals of Epidemiology, i due esperti hanno reso noti i risultati di un'analisi condotta su di un campione di circa 67 mila volontari con un follow-up di ben quindici anni. I due connazionali hanno monitorato la quantità di alcol ingerita dalle persone studiate, giungendo alla conclusione che gli uomini che bevono un bicchiere di vino al giorno vedono la loro prospettiva di vita aumentare di circa un anno e tre mesi; nel caso delle donne, tale beneficio era ancor più spiccato, giungendo a toccare l'anno e cinque mesi per mezzo bicchiere. Secondo i ricercatori, la quantità d'alcol ideale da assumere quotidianamente per ottenere dei benefici concreti equivale a circa 12 grammi: dunque il corrispettivo non solo di un bicchiere di vino, ma anche di una birra o, in alternativa di un bicchierino di superalcolico. Ma i bevitori più accaniti non devono certo cantar vittoria: se essere astemi impedisce alle persone di godere dei vantaggi di una certa quantità di alcolici, esagerare implica problemi alla salute ancor più gravi. Nello stesso studio è stato infatti dimostrato che già due calici di vino al giorno provocano effetti negativi sull'organismo: dunque, aumentando le dosi non aumenta anche l'aspettativa di vita, tutt'altro.

13/02/14

Thake That | Buon compleanno Robbie, benvenuto nel club degli “Anta”.

Da oggi Robbie Williams entra a far parte del club degli "Anta". Infatti il cantante inglese, bello, dannato e tatuato, oggi 13 febbraio compie 40 anni, un compleanno col botto che arriva in uno dei periodi per lui più sereni dopo i numerosi scandali degli scorsi: dagli usi smisurati di droga e l'alcool sino ad arrivare a momenti di forte depressione. Ma l’ex Take That è uno che non demorde: ha messo la testa a posto, si è sposato con l'attrice tv Ayda Field ed è diventato papà della piccola Theodora Rose.
Aveva solo 16 anni, nel 1990, quando ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica. Era il più amato dei Take That, il gruppo pop inglese per il quale impazzivano le ragazzine di tutto il mondo e che ha scalato le classifiche musicali dei primi anni 90 con i singoli "Pray", "Relight My Fire", "Everything Changes” e "Baby". Cinque anni dopo Robbie venne cacciato dal gruppo a causa dei suoi eccessivi comportamenti con alcol e droga e cominciò la carriera di solista riscuotendo un notevole successo con la canzone “Angels”, definita miglior canzone dell’ultimo quarto di secolo dagli ascoltatori di BBC Radio 2. Ma la nostalgia del vecchio gruppo e la ricerca di una personalità diversa da quella di piantagrane come lo avevano definito lo portano alla depressione, malattia aggravata dallo sfortunato esperimento di sfondare negli USA, unico neo della sua carriera. Uscì dal tunnel della depressione nel 2010, complice il successo ottenuto con “Candle” e “Go Gentle” e un anno dopo si riunì al gruppo Take That dando vita ad un album e a un tour. Robbie Williams è entrato anche nel Guinness dei Primati per aver venduto 1 milione e 600mila biglietti in sole 24 ore per le date del suo tour mondiale del 2006. Le canzoni - "She's the One" e "Millenium" contenute nell'album "I've been expecting you”, “Supreme” e “Kids” delm Cd “Sing When You Are Winning” , “Feel”, “Sexed Up” e “Come Undone” del disco “Escapology” sino ad arrivare agli ultimi usciti in questi due anni: “Candy” e “Different” di “Take the Crown” e “Go Gentle” di “Swing Both Days”.
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