Il-Trafiletto
Visualizzazione post con etichetta figli. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta figli. Mostra tutti i post

05/10/14

Bambino cinese alcolizzato a due anni

Purtroppo ci sono genitori che nell'educare i figli non tengono conto di ciò che potrebbe accadere in futuro nella vita del bambino. Infatti ad un famiglia cinese è accaduto un gran brutto inconveniente. Il loro figlio Cheng Cheng ha il poco invidiabile primato di essere l’alcolizzato più giovane del mondo, alla tenera età di due anni.

Quando Cheng Cheng aveva 10 mesi, piangeva spesso, e suo padre, molto candidamente gli metteva in bocca bastoncini imbevuti nel vino per farlo smettere di piangere. Ma Cheng Cheng col tempo  ha iniziato a consumare alcolici in quantità crescente. Molto scioccamente i genitori e i familiari del bambino, che vive nell’est della Cina, consideravano la cosa buffa: trovavano divertente che si bevesse un’intera bottiglia di birra senza effetti collaterali, limitandosi a svuotarla e a chiederne ancora.

Cheng Cheng
immagine presa dal web
Dato che il fatto era piuttosto inconsueto,  la storia è uscita dalle mura domestiche, la famiglia è stata pesantemente criticata per avere incoraggiato un tale comportamento da parte del bambino: i pediatri hanno sottolineato la pericolosità di assumere alcool (ed in grandi quantità) per un corpo i cui organi non sono ancora del tutto sviluppati. La famiglia sembra avere capito la sconsideratezza del proprio comportamento sotto la pressione pubblica e la minaccia di conseguenze legali e di perdere la patria potestà sul figlio, ma togliere ad un bambino di due anni qualcosa che desidera “è un incubo”, specie senza terapie appropriate, e sembra che i genitori gli diano ancora vino o birra quando inizia le sue scenate: “A volte fa veramente tanto rumore, e non abbiamo altra scelta che dargli un po’ di vino. I suoi occhi sono sempre sulle bottiglie di alcolici”.




01/10/14

Guarda come ti connetto i nonni

I pilastri portanti della nostra società familiare sono i nonni. Splendidi e amorevoli nonni che accompagnano i nipoti alla crescita aiutando i loro genitori. Disposti a fare l'impossibile pur di allargare e mantenere i loro affetti, anche se spesso vengono lasciati soli con i rimpianti di non essere più giovani da poter raggiungere i loro figli e vederli almeno un'ultima volta. Ma un nipote speciale ha fatto qualcosa per tutti i nonni che hanno i loro affetti lontani: "Li ha connessi". 


Avete capito benissimo, insegna ai nonni come connettersi alla rete e chiamare via video-chat i loro figli e nipoti irraggiungibili per loro. Marco Diotallevi 33enne è un nipote che alla domanda della nonna: "Ma come funziona questo aggeggio?" - e ancora - "Puoi chiamare gratis in Brasile?"- "MA VERAMENTE e puoi parlare con le persone e vederle? non si è limitato a spiegare alla nonna Lilla che poteva parlare con suo figlio che vive in Canada, ma ha ccreato "Ti connetto i nonni" per aiutare tutti i parenti lontani e per raccontare le storie che si nascondono dietro una chiacchiera online.

"Ti connetto i nonni" è la prima webserie di Plural, agenzia di comunicazione fondata da Diotallevi nel 2012. "Mia nonna ha 90 anni, mio zio si è trasferito all'estero e per i due non è facile incontrarsi. Nasce tutto da qui. L'idea - racconta - mi è venuta durante una cena di famiglia, l'ultima volta che mio zio è tornato dal Canada. Ho pensato che non era giusto che aspettassero altri mesi prima di rivedersi, con internet potevano farlo anche il giorno dopo! Volevo aiutare loro due, poi ho pensato che in tanti potevano avere il mio stesso desiderio e così è partito il progetto. Gli anziani sono stati dimenticati dalla tecnologia, eppure sono quelli che ne hanno più bisogno".

Per la maggioranza dei nonni, internet rimane un tabu, ma anche se solo il 3,5% degli over 75 naviga, non è detto che questa cifra non possa salire con l'aiuto dei nipoti e di questa webserie. I giovani non percepiscono il bisogno che i nonni hanno di comunicare con le persone care e che non saper navigare non vuol dire per loro non averne bisogno. Diotallevi ha infatti ricevuto in una sola mattinata una infinità di e-mail: "Appena abbiamo pubblicato il promo della serie sono stato subissato di richieste d'aiuto. Molte vengono dai nipoti che vogliono dare una mano, tantissime dai parenti che vivono fuori".

Le storie più interessanti saranno scelte per costruire le puntate della webserie, l'obiettivo di "Ti connetto i nonni" è di raccontare il dialogo tra generazioni così distanti e di realizzare dei veri e propri tutorial per mostrare agli anziani come ottenere un aiuto pratico dalla rete. Per quanto riguarda nonna Lilla, dopo la sua prima volta online "è contenta - racconta Diotallevi - ma si tiene ancora a distanza.  E' chiaro che per i nonni rimane un mezzo per avvicinarli ai propri affetti e per il resto è troppo caos.

23/09/14

La prima grande trasformazione personale nasce in famiglia | seconsa parte

La prima grande trasformazione personale, passa attraverso la famiglia e per fare il salto di qualità bisogna mettere in gioco anche divieti e limitazioni, ma non preoccupatevi, i risultati si vedranno presto. 


Per quattro giorni a settimana, provate a limitare l'uso della Tv, di Facebook e di YouTube usandoli solo per un'ora al giorno e utilizzate il tempo,che normalmente spendete per queste cose, per alcune attività divertenti con la famiglia.

Impostate una normale notte di gioco da tavolo, una volta alla settimana e ogni tanto raccontate ai vostri figli circa la vostra storia di famiglia.
Imparate a dire dei "sì" e dei "no" ai vostri figli, e state con loro facendoli provare varie abilità quali: la pesca, la pittura, il giardinaggio o il lavorare insieme con i computer. 
Prendetevi del tempo per loro e quando decidete, non lasciatevi disturbare da niente e nessuno.

Impostate la sveglia, sempre 15 minuti prima, del solito orario e usate questo tempo per pianificare e pensare le vostre giornate e a quello che volete raggiungere.

Ogni tanto ordina le cose che hai in casa e prova a dare, a chi ha bisogno, questi tuoi oggetti, che non usi più.

Impara a leggere un libro, la sera quando rientri a casa, per una volta alla settimana.

Prenditi del tempo per ordinare tutti gli appuntamenti, come i controlli dentistici, che hai continuato a rimandare e imposta dei  piani di emergenza e metti tutto questo per iscritto e  rendendilo visibile in casa, così che tutti lo possono vedere e ricordartelo in caso di dimenticanza.

Se vi siete persi la prima parte la trovate cliccando qui.
In famiglia: il primo cambiamento personale

14/07/14

Assassinare i fatti | Criminalità e salute | Dare ai rischi il giusto peso

Criminalità e salute
La criminalità preoccupa tutti, specialmente i genitori.

Un recente sondaggio di Parentline Plus e di Living Street, due enti britannici a scopo benefico, ha riscontrato che il 30 per cento dei genitori è assillato dalla paura che i figli siano rapiti o uccisi da un estraneo.

Dunque non stupisce che le mamme e i papà siano riluttanti a far giocare i figli fuori casa. Eppure è una reazione che contraddice le statistiche dell'Home Office, il ministero degli Interni del Regno Unito, per le quali la probabilità che un bambino venga rapito da un estraneo è pari solo a 1 su 200mila, e che venga ucciso, sempre da estranei, sfiora 1 caso su 1 milione. Per contro, un bambino su 7 al di sotto degli 11 anni è sovrappeso al punto da comprometterne la salute, e fare del moto gli farebbe molto bene. Eppure, quello stesso sondaggio dimostra che solo il 5 per cento dei genitori è preoccupato dai chiari rischi alla salute dei figli causati da una scarsa attività fisica. Tony Armstrong, direttore generale di Living Streets, dice che è normale la preoccupazione dei genitori per i rapimenti.

"Fuori luogo", puntualizza, "è che il timore per la salute dei figli sia messo in secondo piano, a maggior ragione quando la statistica dimostra che sono maggiori le probabilità che i figli soffriranno di problemi di salute a lungo termine a causa dell'obesità".(science)



19/04/14

Partorisce 7 volte, uccide i figli e nasconde i corpi!

Megan Hutsman, una donna che in 10 anni ha partorito 7 bambini ma subito dopo averli fatti nascere li ha uccisi e nascosti dentro delle scatole.
Il primo a scoprire questa pazzia è stato l'ex marito della omicida, che ha trovato uno dei cadaveri nel garage della casa dove ha vissuto con l'ex moglie fino a 3 anni fa.

Il tutto è avvenuto nello Utah, Stati Uniti, e la donna è stata arrestata con l'accusa di omicidio.
La Polizia è stata avvertita dall'ex marito dopo aver trovato, per caso, uno dei corpicini. Da lì in poi sono partite altre ricerche e indagini fino a trovare altri 6 cadaveri di neonati.

Megan Hutsman
Secondo varie fonti questi sette bambini sarebbero stati partoriti tra il 1996 e il 2006. Intervistando i vicini si sono detti scioccati da queste notizie dal momento che hanno affermato di non essersi mai accorti, durante questi dieci anni, che Megan fosse stata in cinta!

I sette cadaveri sono stati portati in un istituto di medicina legale dello Utah per l'autopsia e scoprire la motivazione degli omicidi. Anche se Megan Hutsman, secondo i vicini, abbia condotto una vita normale e tranquilla.
Ora come ora, però, il parere dei vicini conta poco, dal momento che nemmeno sapevano che l'omicida era stata sette volte incinta in dieci anni.

12/04/14

Figli dei VIP: sfortunati o maledetti?

Chi ha detto che essere figli di una celebrità sia sinonimo di fortuna? Quasi quasi ci sentiamo davvero baciati dalla buona sorte se siamo nati in una famiglia "normale". Perchè a guardare l'elenco, davvero lungo, dei figli d'arte che hanno fatto una tragica fine, che si sono persi nel tunnel delle dipendenze o che sono morti per tragiche fatalità, non si finisce più. L’ultima vittima in ordine cronologico si chiama Peaches Geldof, figlia del più noto Bob Geldof, al secolo Robert Frederick Zenon Geldof, cantante, attore e attivista irlandese, fondatore del gruppo musicale “Boomtown Rats”. Peaches, modella, conduttrice tv e giornalista, è morta giorni or sono a 25 anni per cause ancora incerte. La lista “maledetta” comprende tanti altri nomi famosi. A cominciare da Scott Newman, figlio del grande attore Paul. Scott forse doveva fare l'attore. Era apparso sul grande schermo in compagnia del padre, ma a 28 anni morì di overdose. Il padre, scosso da questa tragedia, volle aprire un centro antidroga. Un altro grande attore statunitense, Marlon Brando, vide morire la figlia Cheyenne a 25 anni. La sua era stata una vita all'insegna di droghe, fumo, alcol: Cheyenne aveva cominciato da subito, a soli 16 anni, a farne regolarmente (ed eccessivamente) uso. Rimase incinta, ma le fu tolta la custodia del bambino perché affetta da disturbi mentali: la strada verso l'inferno finì in quel momento, con il conseguente suicidio. Due anni fa morì Sage Moonblood Stallone, figlio di Sylvester: un arresto cardiaco a soli 36 anni, nessun eccesso di droga o altre sostanze psicotrope, certificò l'autopsia. Il protagonista della “febbre del sabato sera” John Travolta vide morire a 16 anni il figlio Jett, portato via da un attacco epilettico, mentre Guillaume Depardieu venne sopraffatto da una tragica polmonite fulminante. Ci fu poi la morte di Connor, figlio di Lory Del Santo e Eric Clapton, che a soli 4 anni, precipitò da un grattacielo a New York. Marie Trintignant, figlia del famoso attore francese Louis, fu massacrata di botte dal compagno, mentre Brandon Lee, figlio di Bruce, morì proprio come il padre, colpito da un proiettile di pistola durante le riprese de Il corvo. La maledizione dei vip non ha risparmiato neanche l’Italia. Infatti Alessio Gatti, figlio di Franco Gatti, il “nasone” del Ricchi e Poveri , è stato stroncato a 23 anni da un infarto dovuto, sembra, alla sua prima assunzione di eroina. Terence Hill, al secolo Mario Girotti, ha perso a soli 17 anni il figlio, Ross, nel 1990 a causa di un incidente di moto in Massachussetts. Con lui l'attore aveva girato nel 1983 il film 'Don Camillo' e nel 1987 'Renegade-Un osso troppo duro'.

28/03/14

Usa | Innocente condannato a morte nel 1985, torna libero dopo quasi trenta anni.

Ha trascorso la bellezza (si fa per dire ) di 25 anni nel braccio della morte. Ora per Glenn Ford, afroamericano, detenuto dal dal marzo del 1985 nel Penitenziario di stato della Louisiana, si aprono definitivamente le porte del carcere e torna ad essere un uomo libero, grazie ad un giudice della Corte distrettuale della Louisiana. Ford, 64 anni, 30 dei quali passati da recluso, era stato accusato di omicidio di primo grado e condannato a morte per l’uccisione del gioielliere Isadore Rozeman, avvenuta il 5 novembre 1983 in seguito ad una rapina. Per la giuria dell'epoca, formata di soli uomini bianchi che lo condannò, Ford era colpevole oltre ogni ragionevole dubbio ma per il giudice, che ha accolto la mozione avanzata dai pubblici ministeri affinché l’uomo fosse scagionato, si è invece trattato di un terribile errore. “Glenn Ford non avrebbe nemmeno mai dovuto essere arrestato”, ha dichiarato il giudice, “non ha partecipato e non era nemmeno presente durante la rapina”. “ E' una bella sensazione - dice Glenn a chi gli chiede come si sente - Il mio cervello vaga in tutte le direzioni, mi sento bene”.E' uno dei più longevi condannati a morte nella storia americana moderna. Per la legge dallo Stato della Louisiana, Glenn otterrà un risarcimento economico (25 mila dollari per ogni anno di detenzione illecita fino ad un massimo di 250.000 dollari, più altri 80.000 per la perdita della ‘opportunità di vita’), ma nessuno potrà mai restituirgli il tempo rubato. “Non posso tornare indietro e fare le cose che avrei dovuto fare quando avevo 35, 38 o 40 anni”, ha commentato con rammarico Ford, “i miei figli, quando li ho lasciati, erano bambini. Ora sono uomini che hanno dei bambini”. Duro anche il commento Amnesty International Usa, secondo cui “Glenn Ford è la prova vivente di quanto sia viziato il nostro sistema giudiziario”.

01/03/14

Licenziato un anno fa, si dà fuoco davanti ai figli e si finisce a coltellate.

Fino ad un anno fa era un tranquillo dipendente delle fonderie di Follo, Specializzate nella produzione di rulli e cilindri centrifugati destinati al settore dei tubifici, della siderurgia ed alimentare. Poi l’inevitabile crisi gli aveva fatto perdere il lavoro. Licenziato. Una scelta che l'aveva gettato in un profondo sconforto da cui non era riuscito a sollevarsi neppure con l'aiuto dei suoi figli. Inoltre l'aggravarsi delle condizioni economiche della famiglia lo hanno portato al tragico gesto. Prima si è dato fuoco e poi si è ucciso con tre coltellate al petto davanti ai figli minorenni. Il ragazzo più grande è riuscito a spegnere le fiamme ma l'uomo, seppur agonizzante, ha afferrato un coltello e si è ucciso mentre i figli scappavano in strada a chiedere aiuto. Aveva 49 anni. L'uomo che si è suicidato a Riccò del Golfo, nell'entroterra spezzino, all'estrema riviera ligure di levante. Ieri sembrava una serata come tante, un giorno come altri: i ragazzi in sala a vedere la tv, il papà chiuso in cucina, probabilmente avvolto nei suoi pensieri. Ad un tratto le urla rompono la quiete familiare. I figli accorrono, spalancano la porta e vedono il padre avvolto dalle fiamme come una torcia umana che grida per il dolore. Una scena orribile. Dopo un attimo di sbigottimento, il maggiore dei ragazzi, 17 anni, corre in strada a chiedere aiuto e un meccanico che ha l'officina a poche decine di metri dalla palazzina lungo la via Aurelia, afferra un estintore e corre verso l'abitazione della vittima. Spente le fiamme, però, l'uomo, seppur agonizzante, prende in mano un coltello in cucina e si sferra al petto alcuni colpi mortali. I carabinieri e il 118 hanno potuto solo constatare il decesso dell'uomo. Si era trasferito a Riccò del Golfo una ventina d'anni fa. Separato, viveva con i tre figli adolescenti

25/02/14

Cinque consigli per affrontare un distacco soft dai figli

Nostra figlia non è più nostra DISTACCHI FAMILIARI

Le ansie di fronte all'autonomia dei ragazzi. Cinque consigli per affrontare un distacco soft dai figli


Mia figlia Giulia di 19 anni frequenta l'università lontano da casa, e fino a poco tempo fa ritornava da noi ogni fine settimana. Ora ha cominciato a rientrare ogni 15 giorni e non sembra interessata a stare con noi, perché esce continuamente con gli amici, tornando sempre tardi, non prima delle due. Anche se capisco che ha bisogno di vivere la sua vita, non trovo giusto che ci tratti così! Erica F.

La vostra ansia è comprensibile di fronte a un cambiamento così grande. Prima vostra figlia era sempre in casa mentre ora è sempre fuori. È normale che una figlia cerchi di stare con i suoi coetanei, anche se questo viene vissuto male dai genitori. Ha bisogno di confrontarsi, di sentirsi inserita in un gruppo, di esplorare la vita. Ma tutto questo non significa che l'abbiate persa. È evidente che il vostro rapporto ha bisogno di cambiare, di trasformarsi tenendo conto del nuovo contesto di esperienze e distanze, non solo geografiche ma anche di maturazione.

I vostri sentimenti di affetto non perderanno di valore ma andranno canalizzati diversamente. Per esempio, quando vostra figlia rientra a casa dall'università, non chiedetele subito tutto quello che ha fatto, ma lasciatela percepire che state cercando di rispettare le sue scelte, anche se il cuore di genitore non cessa di battere. Sarà sicuramente un messaggio positivo non fare domande mantenendo un atteggiamento di ragionevole fiducia. In questo modo svolgerete un ruolo di supporto e rappresenterete un autentico punto di riferimento. Vostra figlia ha bisogno di vedere che la vostra vita non dipende unicamente da lei, per quanto bene le vogliate. È troppo pesante per lei sentirsi responsabile della vostra felicità, anche se questo non gliela chiedete apertamente. Vediamo quindi insieme come potreste aiutare praticamente vostra figlia accompagnandola in questa delicata transizione verso nuovi equilibri:

1. Accettiamo lo nostra frustrazione di genitori di fronte all'inevitabile perdita, almeno parziale, di controllo sul comportamento dei figli. Si tratta di un processo naturale e sano di «lutto» che finisce con l'accettazione della situazione che fa crescere noi e loro.

2. Le nostre ansie sui figli, li rendono più insicuri e nervosi: va bene ammettere che siamo ansiosi per loro, ma dobbiamo eliminare le nostre paure che rendono poco efficace il rapporto.

3. Offriamo dei momenti piacevoli, da trascorrere insieme. Scegliamo di ridere di Dai stessi, raccontando le stupidaggini che facevamo alla loro età. Questo ci renderà più credibili ai loro occhi, e renderà loro più disponibili all'ascolto

4. Introduciamo l'idea di responsabilità, anche sul piano finanziario, proponendo" l'autogestione di una somma mensile predeterminata, che sia ragionevole. Suggeriamo criteri per valutare le spese e organizzarsi, magari citando personali esperienze, anche negative, che ci hanno insegnato qualcosa.

5..Crescere è una “porta stretta” che impone a tutti, genitori e figli, di ridurre il bagaglio che fino a quel momento abbiamo ritenuto indispensabile, per avventurarci insieme con gli elementi essenziali in una strada nuova. Nessuno è nato genitore, mentre tutti siamo nati figli. Forse abbiamo tutti bisogno di un vero Genitore

22/01/14

Sposati nel 1932, oltre 81 anni di matrimonio. E’ americana la coppia più longeva del mondo.

Vive nel ,Connecticut, Stati Uniti la coppia più longeva del mondo, un matrimonio che dura da ben 81 anni. Johan e Ann Betar si sono sposati il 25 novembre 1932, sono quindi andati ben oltre le nozze di platino. John ha la bellezza di 101 anni (anche se non li dimostra affatto!) e Ann 97. Il loro amore è sbocciato da ragazzini e non è stato privo di travagli: i genitori di Ann avevano promesso la giovane sposa ad un altro pretendente, ma pur di stare insieme a John decisero di scappare. In quell’anno il Presidente John Fitzgerald Kennedy era ancora uno studente,
era ancora in corso la grande depressione del ’29 e il film King Kong doveva ancora uscire. John e Ann hanno visto alternarsi ben 14 presidenti degli Stati Uniti, da quando, all’epoca, nel 1932, era in carica Herbert Hoover.

Ovviamente i due nonni non sono soli: hanno infatti l’affetto di una grandissima famiglia, composta da cinque figli, 14 nipoti e 16 pronipoti. Di sicuro non soffrono mai di solitudine! Ma qual è il segreto di un amore così duraturo? “Vivere nella gioia – ha affermato John – senza andare oltre i nostri mezzi”. Che, in questi tempi di crisi, sembra una sacrosanta verità! Nel giorno di San Valentino, a Fairfiled, sarà riconosciuto il loro record negli Stati Uniti, e forse nel mondo, di coppia più longeva. L’anno scorso fu premiata una coppia di Las Vegas, che aveva compiuto ben 78 anni di matrimonio. Ma, stavolta, John e Ann sembrano essere i vincitori.

09/11/13

"I figli di Berlusconi compatti a chiedere la grazia al Presidente": lo dice Dell'Utri

"Mai arrivata la domanda". Il Quirinale smentisce ciò che Dell'Utri ha dichiarato, ospite alla trasmissione Virus su Raidue. Alla domanda: "Sono stati compatti i figli nel chiedere la grazia?"
"Tutti e cinque i figli di Berlusconi, in modo compatto, hanno chiesto la grazia, nel momento in cui è stato deciso e gli è stato chiesto di farla chiedere ai figli. I figli li l’hanno chiesta, mi sembra ovvio, solo che è brutto il discorso: i figli la chiedono e non gliela danno". Non è arrivata al Quirinale? "E che ci vuole per farla arrivare". Le risulta che è arrivata al Quirinale e si è persa in qualche ufficio? "Evidentemente non gliela vogliono dare. Vogliono che Berlusconi si arrenda... si deve arrendere", ha aggiunto Dell’Utri.
La famiglia Berlusconi

LA SMENTITA
Fonti del Quirinale interpellate sulla notizia diffusa da Marcello Dell’Utri che i figli di Berlusconi avrebbero chiesto la grazia per il Cavaliere precisano che alla presidenza della Repubblica «non è arrivato nulla». "Non ci ha sorpreso in materia - aggiungono fonti del Quirinale - la dichiarazione diffusa ieri dall’avvocato Niccolò Ghedini, perché già da tempo al presidente della Repubblica era stato escluso da persone vicine all’onorevole Berlusconi ogni ipotesi di domanda di grazia". Ed è proprio Ghedini, l’avvocato di Silvio Berlusconi, il primo a smentire l’uscita di Dell’Utri. "La notizia che i figli del presidente Silvio Berlusconi avrebbero presentato domanda di grazia è destituita totalmente di ogni fondamento".
DECADENZA, SCONTRO SCHIFANI-GRASSO
È continuato anche oggi il botta e risposta a distanza tra Pietro Grasso e Renato Schifani sulla decisione della giunta del regolamento del Senato di votare a scrutinio palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Non mi aspetto niente di particolare. Sono come colui che guarda quello che avviene intorno e cerca di condurre in porto, secondo le proprie funzioni, quella che è una delle valutazioni che la democrazia dovrà dare", ha detto il presidente del Senato. Pronta la replica del capogruppo del Pdl a palazzo Madama. "Il regolamento del Senato è stato deliberatamente violato e piegato agli interessi politici di una parte", ha detto.
IL PDL ALLA CONTA
Intanto nel partito non si placa la guerra dei numeri che prosegue da settimane, tra telefonate, conteggi, calcoli delle probabilità. Ma è anche sul piano regole che lealisti e alfaniani preparano la battaglia del Consiglio nazionale del Popolo della libertà. Uno scenario nuovo, per un partito che ha sempre voluto essere “leggero”, “movimentista” nell’anima. E che si ritrova adesso a discutere di maggioranze qualificate e voto segreto.
Sabato 16 novembre, al Palazzo dei congressi dell’Eur, probabilmente la scenografia sarà essenziale. Sul palco il podio da cui Silvio Berlusconi farà la sua relazione introduttiva. In sala, solo gli aventi diritto di voto. Perché si fa sul serio: ci sono decisioni cruciali da prendere. Dietro l’angolo, una scissione che i “pontieri” stanno cercando di esorcizzare. Ma le probabilità che la trattativa per una linea unitaria fallisca sono alte. E ci si prepara alla conta e ai ricorsi. Parlamentari, ministri, coordinatori locali, presidenti di regione e provincia, sindaci di città capoluogo, ma anche consiglieri, dirigenti giovanili. È una platea vasta e composita, quella del Cn: 863 membri, si contano al momento. In 585 avrebbero già firmato il documento a trazione `lealista´ presentato da Berlusconi all’ufficio di presidenza. Ma, contano i falchi, in 645 sarebbero pronti a votarlo, contro i soli 130 sostenitori del documento dei governativi (80 gli indecisi).
LITE SUL VOTO SEGRETO
Ma mentre dalla sede di San Lorenzo in Lucina si muove la macchina messa in moto da Denis Verdini, gli alfaniani non stanno a guardare: il loro “pool” registra, dicono, 320 firme ("macché 130") al documento filogovernativo, più circa 90 incerti. Senza contare chi ha firmato entrambi i documenti. Ed è per tutelare chi "si è sentito costretto a sottoscrivere il testo dell’ufficio di presidenza", che gli alfaniani si dicono pronti a chiedere il voto segreto. "Se lo neghi al nostro Cn, come fai poi a chiederlo per difendere" Berlusconi in Senato?, domanda Roberto Formigoni. Che si attira la replica velenosa di Mara Carfagna ("Ci è o ci fa?") e Renata Polverini ("Idiozie"). Il voto segreto, spiegano i lealisti, è una "panzana" perché non previsto dallo statuto e "mai usato" in un partito. Ma i governativi sostengono che è l’assemblea a dover decidere la modalità del voto, dunque potrebbero proporre la segretezza.
MURO CONTRO MURO
Mentre gli alfaniani denunciano «anomalie» nelle convocazioni per il Cn («Commissariamenti all’ultimo minuto, dimenticanze di nomi» di persone vicine ad Alfano) su un’altra regola si annuncia battaglia campale: serve o no una maggioranza dei due terzi per approvare il passaggio a Forza Italia? L’art. 52 dello statuto Pdl richiede i 2/3 per le modifiche statutarie. Ma i lealisti sostengono che non è questo il caso: il Pdl resterebbe "in sonno" (continuando a percepire finanziamenti). E il ritorno a Fi sarebbe una decisione politica di quelle per cui l’art.19 dello statuto non richiede una maggioranza qualificata.
Niente affatto, ribattono i governativi: «Abbiamo pareri autorevolissimi che dicono che questa è una modifica statutaria. Del resto l’ufficio di presidenza solo in un caso si tiene prima del Cn, quando propone modifiche statutarie. Come adesso». Muro contro muro, insomma. Come se ne esce? Semplice, dicono i lealisti: a dirimere le questioni è chi presiede il Cn. Cioè, Berlusconi. Sarà, replicano i governativi. Ma se si arriverà alle estreme conseguenze, "al limite deciderà un giudice".

                                                                                                                                                        fonte
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.