Il-Trafiletto
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19/10/14

Ma perchè Timperi ha bestemmiato?

E succede di nuovo: una bestemmia detta in tv da un noto conduttore che rischia la carriera. Tiberio Timperi gli sfugge, fra i denti, un "orcozzio" ed è bufera alla Rai


Un errore di montaggio, soltato un errore di montaggio che ha mandato in onda la bestemmia per ben due volte. La trasmissione della Rai, Uno Mattina in Famigli, è una trasmissione registrata si poteva tagliare la parola incriminata. Invece è stata messa in onda per due volte. Timperi sta registrando una parte del programma Uno Mattina in Famiglia su Rai 1; il conduttore “si incarta” durante la presentazione di un ospite, e trattandosi di una registrazione e non di una diretta, ammette chiaramente di aver sbagliato… dopo di che bestemmia.

I responsabili della diretta Rai hanno fatto un grossolano errore: non solo hanno mandato in onda pezzi di registrazioni, ma hanno trasmesso proprio la parte di montaggio in cui Tiberio Timperi bestemmia… Come se tutto questo non fosse bastato, l’identico video è stato poi ritrasmesso per una seconda volta, a distanza di pochi secondi dalla prima visione. Probabilmente hanno trasmesso ciò che era stato tagliato, insomma la televisione pubblica ha commesso una serie di brutti pasticci.La Codacons ha chiesto l'immediata sospensione di Timperi e dello staff di montaggio.

La Rai ha ammesso l’errore e ha specificato che la bestemmia non era in diretta ma registrata (non è una scusa ma è certamente un’attenuante per Timperi) ma l’episodio non è ovviamente passato inosservato, soprattutto in rete, dove circola il video di quanto è accaduto. Questo errore ha anche rivelato indirettamente che non tutto il programma Uno Mattina in Famiglia è in diretta e che alcune parti vengono preventivamente registrate e poi mandate in onda.

14/09/14

Salone di Parigi: i dettagli rinnovati per un debutto esclusivo di Audi A6

Sarà l'evento parigino tanto atteso, in cui verrà presentato al pubblico il nuovo look dell'A6, che verrà commercializzata in Germania prossimamente al prezzo iniziale di 38.400 euro. 


Del tutto rinnovato il design frontale dove trovano risalto i nuovi gruppi ottici dotati di luci diurne a Led a sviluppo orizzontale e l'optional Matrix Led. L'utilizzo di un maggiore numero di elementi di alluminio ha dato la possibilità di ridurre ancor di più la massa in generale, fino a un minimo di 1.535 kg per la versione base: la 1.8 TFSI.

La serie di propulsori presenti nell'Audi A6 è conforme con le disposizioni relative alla normativa Euro 6 ed ha diminuito ulteriormente i valori di CO2 fino ad arrivare ad una emissione del 22%, grazie alla nuova strategia che prevede l'introduzione di soluzioni tecniche innovative. In alternativa ai benzina di 1.8, 2.0 e 3.0 litri TFSI (da 190 a 333 CV), sono disponibili i 2.0 e 3.0 diesel con potenze comprese tra 150 e 326 CV. Le versioni con consumi particolarmente contenuti sono identificate dalla siglaUltra: il 1.8 TFSI con cambio S-Tronic dichiara infatti una media di 5,7 l/100 km e 133 g/km di CO2, mentre il 2.0 TDI 150 CV fa ancora meglio con 4,2 l/100 km e 109 g/km. 
 Audi A6 

La versione 2.0 TDI 190 CV Ultra mette a disposizione, una curiosa soluzione tecnica del tutto esclusiva: fa uso per l'appunto delle molle delle sospensioni realizzate in glass fiber-reinforced polymer (GFRP), che riducono ulteriormente la massa totale di 4,4 kg. Per il modello 3.0 TDI è stato adottato un restyling che verrà proposto nelle versioni da 218 e 272 CV con turbina singola e in quelle da 320, 326 e 346 CV Competition con le biturbo. Le versione a gasolio più prestanti fanno uso della trasmissione automatica ad 8 marce, invece per le altre versioni vengono proposti sia il manuale sei marce che il doppia frizione sette marce: quest'ultimo sostituisce anche il precedente Multitronic.

Le varianti Quattro e le sportive.
La gamma Quattro, iniziando dal 3.0 TDI 272 CV, possono oltretutto avere nel proprio equipaggiamento il differenziale posteriore sportivo come optional. Confermato pure l'allestimento Allroad nella gamma, fondato sul modello A6 Avant dove spicca l'assetto sopraelevato con sospensioni adattive ad aria e con protezioni facenti parte integrante dei paraurti. La Allroad sarà offerta soltanto con propulsori V6 benzina e diesel. Per i clienti sportivi sono inoltre disponibili i modelli S6, S6 Avant ed RS6 Avant. Il V8 4.0 TFSI eroga sulla S6 450 CV e dichiara un consumo variabile da 9,2 a 9,4 l/100 km, con appena 4,4 secondi per toccare i 100 km/h (versione berlina), mentre la RS6 Avant si conferma al top della gamma con i 560 CV erogati dal V8 biturbo, capace di spingerla da 0 a 100 km/h in appena 3,9 secondi con una velocità massima di 305 km/h.

Equipaggiamento.
La rinnovata serie della A6 comporta pure novità riguardo le dotazioni. Esempio i sedili climatizzati con massaggio e il portellone che può essere comandato elettricamente con sensore, ma anche il nuovo sistema di infotainment MMI Plus comprensivo di schermo retrattile da 8 pollici, processore grafico Nvidia Tegra 30 e la connettività ad internet tramite tecnologia LTE ed i nuovi servizi online e App dedicate. Il pilota avrà oltretutto la possibilità di potere usufruire sull'Adaptive Cruise Control con funzione Stop&Go, sul Side Assist, sull'Active Lane Assist, sul Night Vision e sul nuovo head-up display.


20/03/14

Primavera nuova per Harley-Davidson | In arrivo tre nuovi modelli!

Primavera nuova per Harley-Davidson | In arrivo tre nuovi modelli!
Stanno per arrivare tre nuovi modelli ad arricchire il listino della mitica casa costruttrice di moto americana Harley-Davidson, effettuando un nostalgico passaggio nel passato (il Dyna Low Rider riprende il nome di un modello che nacque nel 1977) e una versione dedicata al mototurismo: la SuperLow 1200T monterà un parabrezza e borse laterali di serie.

Saranno quindi disponibili intorno la fine del mese di marzo, in occasione dell'open day Spring Break, ai seguenti prezzi: 16.200 €  per la Dyna Low Rider, 12.800 euro la Sportster SuperLow 1200T e per concludere 15.500 €  per la Dyna Street Bob Special Edition.

LOW RIDER, ICONA H-D.
Il modello Low Rider veniva alla luce nel lontano 1977 e adesso ritorna, del tutto rinnovato, dopo ben 5 anni di assenza. Tanta attenzione è stat messa riguardo l'ergonomia, studiata attraverso tre caratteristiche chiave: una sella a due posizioni (si potrà spostare in avanti o indietro di 38 mm) e un supporto per manubrio regolabile, che possono essere facilmente regolati dal concessionario o dal guidatore con semplici strumenti forniti.
Tre nuovi modelli Harley-Davidson

Le pedane sono state posizionate più avanti di 51 mm, ma la sella resta bassissima: 680 mm da terra che la rendono una scelta appetibile dal pubblico femminile. Il motore è il conosciuto Twin Cam 103 montato su supporti in gomma che eroga una coppia di 126 Nm a 3.500 giri/min. Il motore è equipaggiato di iniezione elettronica sequenziale (ESPFI) e rilascio automatico della compressione (ACR) uniti alla speciale trasmissione Cruise Drive a 6 marce. La ciclistica vede il doppio freno a disco anteriore, Abs di serie, cerchi in lega a cinque razze, e la forcella da 49 mm. Particolare è la posizione dell'interruttore di accensione: è posto sul lato sinistro della motocicletta. Tre i colori disponibili: Vivid Black, bicolore Brilliant Silver-Vivid Black e bicolore Amber
Whiskey-Vivid Black.

SUPERLOW 1200T, TURISMO RASOTERRA.
La nuova entrata nella famiglia Sportster abbina per la prima volta il telaio maneggevole del SuperLow con le prestazioni del motore Evolution 1200 V-Twin con una coppia massima di 96 Nm a 3750 giri/min. Il nuovo pacchetto sospensioni e pneumatici è indicato per i lunghi viaggi, con bagaglio e passeggeri a bordo: gli ammortizzatori posteriori offrono la regolazione del precarico per sostenere il peso del bagaglio e di un passeggero sulla sella touring ribassata biposto. La posizione dei piedi del pilota è avanzata di 7,5 cm rispetto al SuperLow 883 per rendere più facile raggiungere il terreno e azionare cavalletto laterale.

Inoltre, borse laterali con serratura e parabrezza rimovibile da 356 mm sono di serie. Il SuperLow 1200T è la moto da turismo "facile" di H-D: pesa 53,5 kg in meno rispetto alle Touring Big Twin Harley-Davidson più leggere, e ha la sella a soli 702 mm da terra. I freni comprendono un disco anteriore da 300 mm con una pinza freno con due pistoncini da 34 mm e pompa anteriore in alluminio, e uno posteriore da 260 mm con due pistoncini da 38 mm; belle e utili le tubazioni di acciaio inossidabile con treccia metallica di serie. Tre i colori: Vivid Black, Candy Orange e doppia tonalità Birch White-Midnight Pearl.

UNO STREET BOB SPECIALE.
Il nuovo Street Bob Special Edition monta il motore da 1.690 cc, i cerchi in lega a 5 razze, la sella biposto Badlander al posto della monoposto di serie, i comandi avanzati e il manubrio Drag che sostituisce il Mini-Ape di serie e abbassa il profilo della motocicletta: tutto contribuisce a conferire a questa Bobber un carattere cattivo e un aspetto più slanciato, insieme con la nuova colorazione Dominator bicolore. Rimangono il parafango posteriore corto con il gommone, il serbatoio del carburante Fat Bob da 17,8 litri, il gruppo motore-trasmissione color nero con la trasmissione Cruise Drive a sei marce.(ilsole24ore)

17/02/14

Hpv: i disinfettanti non sono efficaci come proteggersi?

Ancora molto diffuso il virus HPV (papillomavirus) responsabile del 90% delle neoplasie dell'apparato genitale femminile e dei condilomi ano-genitali di entrambi i sessi. 

 

Una recente ricerca ha dimostrato che disinfettanti contro la trasmissione esterna, sono inefficaci. A rischio contagio anche nelle sale operatorie? La ricerca sa ancora poco circa la vulnerabilità del virus.


I disinfettanti comunemente commercializzati ed utilizzati anche nelle sedi ospedaliere non sono in grado di uccidere il papillomavirus umano (Hpv). Un dato che evidenzia la necessita' di strategia alternative per contrastare la trasmissione non sessuale del virus. "Poiche' e' difficile produrre particelle infettate dall'Hpv per la ricerca, si sa ancora poco circa la vulnerabilita' del virus ai disinfettanti", ha spiegato Crai Meyers del Penn State College of Medicine, responsabile dello studio.

Meyers ha collaborato con Richard Robison, esperto di disinfettanti microbici della Brigham Young University. La coppia di ricercatori ha lavorato sull'Hpv16, ceppo specifico responsabile di piu' del sessanta per cento di tutti i tumori associati all'Hpv, e su undici disinfettanti comuni. Dai risultati e' emerso che i disinfettanti disponibili - inclusi quelli chimici utilizzati dai medici per sterilizzare siti e strumenti - non fanno nulla per prevenire la diffusione del papillomavirus. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy.
La prevenzione migliore è avere rapporti protetti e se ancora nella fascia di età utile,vaccinarsi.
I vaccini anti HPV, somministrati prima dell'esposizione al virus, prevenendo le lesioni genitali precancerose (del collo dell'utero, della vulva e della vagina), di fatto riducono notevolmente la possibilità di sviluppo di neoplasia maligna.
Esistono oltre 130 tipi di virus HPV: i tipi 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% di tutti i tumori del collo dell'utero e i tipi 6 e 11 causano oltre il 90% dei condilomi ano-genitali e pertanto i vaccini sono formulati contro questi ceppi.
Alla fine del 2010, 18 Paesi dell'Unione Europea hanno introdotto la vaccinazione HPV nel calendario vaccinale. 
Il vaccino contro l'HPV viene somministrato per via intramuscolare nella regione deltoidea del braccio (o nell'area anterolaterale superiore della coscia per il vaccino tetravalente) in numero di dosi diverso a seconda dell’età del soggetto e del vaccino usato: in soggetti di età compresa tra i 9 e 14 anni inclusi: 2 dosi per il vaccino bivalente (prima dose al tempo 0 e seconda dopo 6 mesi); 3 dosi per il vaccino quadrivalente (prima dose al tempo 0, seconda dose dopo 2 mesi dalla prima dose, e terza a 6 mesi dalla prima dose); in soggetti di età superiore ai 14 anni: prima dose al tempo 0, seconda dose dopo 1 mese (vaccino bivalente) o 2 mesi (vaccino quadrivalente), dalla prima dose, terza dose dopo 6 mesi dalla prima dose per entrambi i vaccini.

24/01/14

«Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia». Giovanni Grassi padre di Provvidenza non crede all’ipotesi dell’incidente stradale!

MESSINA QUARTIERE SANTO-BORDONARO – «Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia». Giovanni Grassi, padre di Provvidenza Grassi non crede all’ipotesi dell’incidente stradale! Nella serata di ieri, è stato rinvenuto, dopo 7 mesi dalla sua scomparsa, il cadavere di Provvidenza Grassi, la ragazza messinese di cui non si avevano più notizie dallo scorso 10 luglio, nei pressi del cavalcavia “Santo-Bordonaro” a Messina.

Il corpo senza vita ed in avanzato stato di decomposizione si trovava all’interno della sua auto, una Fiat 600 bianca. La ragazza, in base ai risultati dei primi rilievi, pare sia morta a causa di un incidente stradale, ma gli inquirenti momentaneamente non escludono nessuna pista.

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Provvidenza Grassi
Provvidenza Grassi, o Provvy come amavano chiamarla gli amici, era impiegata come commessa in un negozio di casalinghi di via la Farina, a Messina, ed era scomparsa senza lasciare traccia dall'estate scorsa. Il suo telefono cellulare risultava essere spento. Non si avevano tracce nemmeno dell'auto in suo possesso. I genitori, avevano presentato immediatamente denuncia, perchè pensavano inizialmente che si fosse volutamente allontanata.

Le avevano lanciato un appello in tv, affinchè si mettesse in contatto, anche soltanto con una telefonata. Anche la nota trasmissione televisiva «CHI L'HA VISTO?» si era interessata alla vicenda della giovane messinese scomparsa, ma dopo settimane di ricerche, nel padre di Provvidenza affiorava la convinzione che qualcuno avesse rapito o fatto del male alla figlia. Alla trasmissione Chi l’ha visto aveva sollevato molti dubbi sul fatto che la ragazza si fosse allontanata da casa volontariamente.


«Provvidenza – disse il padre - non avrebbe mai lasciato casa senza avvertirci». E inoltre c’era il mistero di un paio di jeans che fecero insospettire il genitore. La figlia infatti, la sera prima della scomparsa si era recata a casa del fidanzato a Rometta (Messina) e indossava un paio di jeans con gli strass. Quella notte intorno alle 2.00, andò via, dicendo che sarebbe tornata a casa. Poi non la vide più nessuno. Gli stessi jeans sono stati trovati dal padre nell’appartamento della ragazza piegati all’interno di un cassetto. Il genitore, conoscendo l’ordine e le abitudini della figlia, sospetta che non sia stata lei a riporre quei jeans.

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Viadotto autostradale ME-PA
«Di solito – aveva spiegato Giovanni Grassi- mia figlia dopo aver usato dei capi d’abbigliamento li metteva nella cesta dei panni sporchi per lavarli e non nel cassetto, questo fatto mi sembra strano». Inizialmente i sospetti degli investigatori si concentrarono anche sul fidanzato di Provvidenza, che dopo la sua scomparsa era anche stato arrestato per droga, per pochi giorni, e poi rilasciato. Gli inquirenti però non avevano mai avuto prove della sua colpevolezza.

Sul ritrovamento del cadavere ci sono però già ipotesi diverse, dall’incidente, perché gli investigatori stanno indagando anche sulla possibilità che il corpo della giovane e l’auto siano stati fatti trovare lì per inscenare un incidente. Gli uomini del Ris guidati dal comandate Sergio Schiavone sono sul posto, e stanno analizzando attentamente tutti i reperti per cercare di trovare indizi utili al caso.

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Luogo del ritrovamento di Provvidenza Grassi
«Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia». Così Giovanni Grassi, padre di Provvidenza, che è stato nel luogo dove è stato trovato, a oltre sei mesi dalla scomparsa, il corpo della figlia. Anche l'avvocato della famiglia, Giuseppina Ilaria, si chiede come, «a distanza di tanto tempo, solo oggi si siano trovati il cadavere e la macchina, in posizioni strane.

Qualche mese fa, qui vicino c'era un cantiere edile. Nessuno si è mai accorto di nulla? In sei mesi sono state fatte ricerche, la zona è stata setacciata anche con elicotteri, ma mai nulla era stato trovato. Possibile che sia stata solo l'alta vegetazione a nascondere tutto?». La famiglia non accetta la versione dell'incidente stradale e, intanto, si attende l'esito dell'autopsia.

09/11/13

"I figli di Berlusconi compatti a chiedere la grazia al Presidente": lo dice Dell'Utri

"Mai arrivata la domanda". Il Quirinale smentisce ciò che Dell'Utri ha dichiarato, ospite alla trasmissione Virus su Raidue. Alla domanda: "Sono stati compatti i figli nel chiedere la grazia?"
"Tutti e cinque i figli di Berlusconi, in modo compatto, hanno chiesto la grazia, nel momento in cui è stato deciso e gli è stato chiesto di farla chiedere ai figli. I figli li l’hanno chiesta, mi sembra ovvio, solo che è brutto il discorso: i figli la chiedono e non gliela danno". Non è arrivata al Quirinale? "E che ci vuole per farla arrivare". Le risulta che è arrivata al Quirinale e si è persa in qualche ufficio? "Evidentemente non gliela vogliono dare. Vogliono che Berlusconi si arrenda... si deve arrendere", ha aggiunto Dell’Utri.
La famiglia Berlusconi

LA SMENTITA
Fonti del Quirinale interpellate sulla notizia diffusa da Marcello Dell’Utri che i figli di Berlusconi avrebbero chiesto la grazia per il Cavaliere precisano che alla presidenza della Repubblica «non è arrivato nulla». "Non ci ha sorpreso in materia - aggiungono fonti del Quirinale - la dichiarazione diffusa ieri dall’avvocato Niccolò Ghedini, perché già da tempo al presidente della Repubblica era stato escluso da persone vicine all’onorevole Berlusconi ogni ipotesi di domanda di grazia". Ed è proprio Ghedini, l’avvocato di Silvio Berlusconi, il primo a smentire l’uscita di Dell’Utri. "La notizia che i figli del presidente Silvio Berlusconi avrebbero presentato domanda di grazia è destituita totalmente di ogni fondamento".
DECADENZA, SCONTRO SCHIFANI-GRASSO
È continuato anche oggi il botta e risposta a distanza tra Pietro Grasso e Renato Schifani sulla decisione della giunta del regolamento del Senato di votare a scrutinio palese sulla decadenza di Silvio Berlusconi. "Non mi aspetto niente di particolare. Sono come colui che guarda quello che avviene intorno e cerca di condurre in porto, secondo le proprie funzioni, quella che è una delle valutazioni che la democrazia dovrà dare", ha detto il presidente del Senato. Pronta la replica del capogruppo del Pdl a palazzo Madama. "Il regolamento del Senato è stato deliberatamente violato e piegato agli interessi politici di una parte", ha detto.
IL PDL ALLA CONTA
Intanto nel partito non si placa la guerra dei numeri che prosegue da settimane, tra telefonate, conteggi, calcoli delle probabilità. Ma è anche sul piano regole che lealisti e alfaniani preparano la battaglia del Consiglio nazionale del Popolo della libertà. Uno scenario nuovo, per un partito che ha sempre voluto essere “leggero”, “movimentista” nell’anima. E che si ritrova adesso a discutere di maggioranze qualificate e voto segreto.
Sabato 16 novembre, al Palazzo dei congressi dell’Eur, probabilmente la scenografia sarà essenziale. Sul palco il podio da cui Silvio Berlusconi farà la sua relazione introduttiva. In sala, solo gli aventi diritto di voto. Perché si fa sul serio: ci sono decisioni cruciali da prendere. Dietro l’angolo, una scissione che i “pontieri” stanno cercando di esorcizzare. Ma le probabilità che la trattativa per una linea unitaria fallisca sono alte. E ci si prepara alla conta e ai ricorsi. Parlamentari, ministri, coordinatori locali, presidenti di regione e provincia, sindaci di città capoluogo, ma anche consiglieri, dirigenti giovanili. È una platea vasta e composita, quella del Cn: 863 membri, si contano al momento. In 585 avrebbero già firmato il documento a trazione `lealista´ presentato da Berlusconi all’ufficio di presidenza. Ma, contano i falchi, in 645 sarebbero pronti a votarlo, contro i soli 130 sostenitori del documento dei governativi (80 gli indecisi).
LITE SUL VOTO SEGRETO
Ma mentre dalla sede di San Lorenzo in Lucina si muove la macchina messa in moto da Denis Verdini, gli alfaniani non stanno a guardare: il loro “pool” registra, dicono, 320 firme ("macché 130") al documento filogovernativo, più circa 90 incerti. Senza contare chi ha firmato entrambi i documenti. Ed è per tutelare chi "si è sentito costretto a sottoscrivere il testo dell’ufficio di presidenza", che gli alfaniani si dicono pronti a chiedere il voto segreto. "Se lo neghi al nostro Cn, come fai poi a chiederlo per difendere" Berlusconi in Senato?, domanda Roberto Formigoni. Che si attira la replica velenosa di Mara Carfagna ("Ci è o ci fa?") e Renata Polverini ("Idiozie"). Il voto segreto, spiegano i lealisti, è una "panzana" perché non previsto dallo statuto e "mai usato" in un partito. Ma i governativi sostengono che è l’assemblea a dover decidere la modalità del voto, dunque potrebbero proporre la segretezza.
MURO CONTRO MURO
Mentre gli alfaniani denunciano «anomalie» nelle convocazioni per il Cn («Commissariamenti all’ultimo minuto, dimenticanze di nomi» di persone vicine ad Alfano) su un’altra regola si annuncia battaglia campale: serve o no una maggioranza dei due terzi per approvare il passaggio a Forza Italia? L’art. 52 dello statuto Pdl richiede i 2/3 per le modifiche statutarie. Ma i lealisti sostengono che non è questo il caso: il Pdl resterebbe "in sonno" (continuando a percepire finanziamenti). E il ritorno a Fi sarebbe una decisione politica di quelle per cui l’art.19 dello statuto non richiede una maggioranza qualificata.
Niente affatto, ribattono i governativi: «Abbiamo pareri autorevolissimi che dicono che questa è una modifica statutaria. Del resto l’ufficio di presidenza solo in un caso si tiene prima del Cn, quando propone modifiche statutarie. Come adesso». Muro contro muro, insomma. Come se ne esce? Semplice, dicono i lealisti: a dirimere le questioni è chi presiede il Cn. Cioè, Berlusconi. Sarà, replicano i governativi. Ma se si arriverà alle estreme conseguenze, "al limite deciderà un giudice".

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