Il-Trafiletto
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05/07/14

Incontro ravvicinato | Cosa accadrà quando G2 incontrerà Sagittarius A*?

Il buco nero
supermassiccio della nostra Galassia
Sagittarius A*
Anche se è difficile che sia un evento celeste particolarmente spettacolare, sarà ugualmente affascinante. 

"L'osservazione di che cosa accadrà a questa nube di gas ci aiuterà a capire come sono strutturate le atmosfere - i dischi di accrescimento - attorno ai buchi neri", spiega Gillessen. "Dalla quantità di attrito subito dalla nube possiamo stimare quanto gas c'è e così apprendere com'è fatta una di queste atmosfere. Vedere come ruota il gas attorno al buco nero sarà anche utile per capire come si alimenta. Nessuno l'ha mai visto".

Quanto al destino del materiale che cadrà dentro Sagittarius A*, Gillessen non vuole neppure avanzare una congettura. "Non è una domanda scientifica perché non avremo mai modo di saperlo", dice. "Non possiamo neppure immaginare un esperimento che possa verificare o smentire un'ipotesi. L'unico modo per scoprirlo consisterebbe nel saltare dentro il buco nero... ma prima dovremmo dare l'addio a tutti!". Secondo la teoria un buco nero è per lo più vuoto e la sua massa è concentrata in un punto incredibilmente piccolo al centro, detto "singolarità". Una teoria alternativa propone che qualunque cosa cada in un buco nero - come la nostra nube condannata - finisce in un altro universo al suo interno. Roba da far girare la testa.

Quindi il destino finale della nube di gas si può solo immaginare. Ma ci sarà molto da osservare dal di fuori del buco nero. Anche se l'attività inizierà nel giro di pochi mesi, i suoi effetti dovrebbero essere visibili per qualche anno: la nube di gas costituirà per qualche tempo la principale alimentazione di Sagittarius A*. Quindi gli anni a venire saranno un periodo interessante per gli astronomi specializzati in buchi neri, che potranno osservare da vicino gli eventi. Fortunatamente, per gli astronomi "da vicino" ha un significato diverso che per tutti noi, altrimenti rischieremmo di diventare il dessert di Sagittarius A*.(science)


21/03/14

Perchè si dice "fare lo gnorri"?

Per la mia gioia, questo modo di dire non è caduto nel dimenticatoio, e tutt'ora  lo si usa nel parlar gergale e comune. E non solo è usato per definire le persone, ma talvolta anche i nostri amicic pelosi, in relazione al loro comportamento.
Fare lo gnorri,  fingere di non capire o di non sapere qualcosa. La parola gnorri deriva dalla seconda persona dell'indicativo presente di ignorare (tu ignori) con la caduta della vocale iniziale e il raddoppiamento espressivo della "r". Un'altra ipotesi la fa derivare dall'aggettivo toscano gnoro, nel senso di ignorare, con la "i" finale tipica dei cognomi.
Definizione di gnorri

Da un punto di vista etimologico, due sono le ipotesi più accreditate per ricostruire l’origine dell’espressione fare lo gnorri, entrambe connesse, direttamente o indirettamente, con il verbo ignorare. La prima prevede la derivazione di gnorri da gnoro «ignorante», aggettivo antico di area toscana, con il raddoppiamento espressivo della -r- intervocalica e la –i finale propria della terminazione di molti cognomi. L’aggettivo, a sua volta, è derivato dalla prima persona dell’indicativo presente di ignorare ([io] ignoro), con la caduta della vocale iniziale, ed è già documentato in Benvenuto Cellini («vincitrice fa’ quella benigna / stella, che alzato m’ha dal vulgo gnoro»). La seconda ipotesi, invece, sostiene la derivazione diretta di gnorri dalla seconda persona dell’indicativo presente di ignorare ([tu] ignori), con caduta della vocale iniziale e raddoppiamento espressivo della -r- intervocalica.

24/01/14

«Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia». Giovanni Grassi padre di Provvidenza non crede all’ipotesi dell’incidente stradale!

MESSINA QUARTIERE SANTO-BORDONARO – «Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia». Giovanni Grassi, padre di Provvidenza Grassi non crede all’ipotesi dell’incidente stradale! Nella serata di ieri, è stato rinvenuto, dopo 7 mesi dalla sua scomparsa, il cadavere di Provvidenza Grassi, la ragazza messinese di cui non si avevano più notizie dallo scorso 10 luglio, nei pressi del cavalcavia “Santo-Bordonaro” a Messina.

Il corpo senza vita ed in avanzato stato di decomposizione si trovava all’interno della sua auto, una Fiat 600 bianca. La ragazza, in base ai risultati dei primi rilievi, pare sia morta a causa di un incidente stradale, ma gli inquirenti momentaneamente non escludono nessuna pista.

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Provvidenza Grassi
Provvidenza Grassi, o Provvy come amavano chiamarla gli amici, era impiegata come commessa in un negozio di casalinghi di via la Farina, a Messina, ed era scomparsa senza lasciare traccia dall'estate scorsa. Il suo telefono cellulare risultava essere spento. Non si avevano tracce nemmeno dell'auto in suo possesso. I genitori, avevano presentato immediatamente denuncia, perchè pensavano inizialmente che si fosse volutamente allontanata.

Le avevano lanciato un appello in tv, affinchè si mettesse in contatto, anche soltanto con una telefonata. Anche la nota trasmissione televisiva «CHI L'HA VISTO?» si era interessata alla vicenda della giovane messinese scomparsa, ma dopo settimane di ricerche, nel padre di Provvidenza affiorava la convinzione che qualcuno avesse rapito o fatto del male alla figlia. Alla trasmissione Chi l’ha visto aveva sollevato molti dubbi sul fatto che la ragazza si fosse allontanata da casa volontariamente.


«Provvidenza – disse il padre - non avrebbe mai lasciato casa senza avvertirci». E inoltre c’era il mistero di un paio di jeans che fecero insospettire il genitore. La figlia infatti, la sera prima della scomparsa si era recata a casa del fidanzato a Rometta (Messina) e indossava un paio di jeans con gli strass. Quella notte intorno alle 2.00, andò via, dicendo che sarebbe tornata a casa. Poi non la vide più nessuno. Gli stessi jeans sono stati trovati dal padre nell’appartamento della ragazza piegati all’interno di un cassetto. Il genitore, conoscendo l’ordine e le abitudini della figlia, sospetta che non sia stata lei a riporre quei jeans.

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Viadotto autostradale ME-PA
«Di solito – aveva spiegato Giovanni Grassi- mia figlia dopo aver usato dei capi d’abbigliamento li metteva nella cesta dei panni sporchi per lavarli e non nel cassetto, questo fatto mi sembra strano». Inizialmente i sospetti degli investigatori si concentrarono anche sul fidanzato di Provvidenza, che dopo la sua scomparsa era anche stato arrestato per droga, per pochi giorni, e poi rilasciato. Gli inquirenti però non avevano mai avuto prove della sua colpevolezza.

Sul ritrovamento del cadavere ci sono però già ipotesi diverse, dall’incidente, perché gli investigatori stanno indagando anche sulla possibilità che il corpo della giovane e l’auto siano stati fatti trovare lì per inscenare un incidente. Gli uomini del Ris guidati dal comandate Sergio Schiavone sono sul posto, e stanno analizzando attentamente tutti i reperti per cercare di trovare indizi utili al caso.

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Luogo del ritrovamento di Provvidenza Grassi
«Andremo avanti, lotteremo fino alla fine. Ci interessano la verità e la giustizia». Così Giovanni Grassi, padre di Provvidenza, che è stato nel luogo dove è stato trovato, a oltre sei mesi dalla scomparsa, il corpo della figlia. Anche l'avvocato della famiglia, Giuseppina Ilaria, si chiede come, «a distanza di tanto tempo, solo oggi si siano trovati il cadavere e la macchina, in posizioni strane.

Qualche mese fa, qui vicino c'era un cantiere edile. Nessuno si è mai accorto di nulla? In sei mesi sono state fatte ricerche, la zona è stata setacciata anche con elicotteri, ma mai nulla era stato trovato. Possibile che sia stata solo l'alta vegetazione a nascondere tutto?». La famiglia non accetta la versione dell'incidente stradale e, intanto, si attende l'esito dell'autopsia.

06/01/14

Studiato il Dna più antico del mondo, 400mila anni di età

Pensate al nostro Dna, all'evoluzione umana, a ciò che esso può contenere di tanto ancestrale, e andate indietro nel tempo, fino a 400mila anni fa e otterrete il Dna più antico del mondo.
Esso  è appartenuto ad un umano vissuto 400mila anni fa nella Sima de los Huesos della Sierra de Atapuerca, Burgos, Spagna, e sta rivoluzionando le conoscenze sull’evoluzione umana. L’analisi del Dna ha messo in relazione l’uomo di Atapuerca con i denisoviani, specie sconosciuta fino al 2010, quando è stata identificata grazie a un piccolo osso di un mignolo e a due denti appartenuti a un bambino, in una grotta nei pressi di Denisova, Siberia.
Dna

  Juan Luis Arsuaga, direttore  del sito spiega: “ In precedenza non avevamo dati relativi a questi periodi. Ma grazie a questa nuova metodologia e a questo sito eccezionale possiamo scrutare segni in un passato molto lontano”. Come possono avere un antenato comune persone vissute a tante migliaia di km di distanza? L’uomo della Sima de los Huesos ha tracce dei Neanderthal, per cui ci si aspettava che il suo DNA confermasse questo legame. La sorpresa è il legame con i denisoviani. Secondo la prima ipotesi, potrebbe essere che nel Pleistocene Medio, questa specie umana di cui non sappiamo niente, occupasse buona parte dell’Europa e dell’Asia: dal sud-ovest europeo fino al sud-est asiatico. Arsuaga inoltre afferma: "La scoperta ci porta a capire meglio come sia andata l’evoluzione dei Neanderthal, le caratteristiche della nostra specie, le relazioni evolutive fra le specie, i lignaggi e le cronologie fino a mezzo milione di anni fa”. La Sierra de Atapuerca è uno dei più importanti depositi di ossa e resti preistorici d’Europa. Con questa scoperta le nostre conoscenze sullo sviluppo umano sono tutte da rivedere.
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