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22/02/14

Tumori bocca e gola il 50% causati da papilloma (HPV)

L’invito e’ perentorio: anche i ragazzi devono fare il vaccino Hpv. Secondo le ultime ricerche, infatti, l’infezione da papilloma virus colpirebbe addirittura 5 volte di piu’ i ragazzi delle ragazze, con una percentuale di tumori negli uomini pari al 30%.


Baltimora, 21 feb. -Comuni tumori alla bocca e alla gola sono meno letali quando sono causati dal papillomavirus umano (Hpv). Tassi di sopravvivenza migliori che si mantengono alti anche quando il cancro si ripresenta dopo l'insuccesso del primo trattamento.

Le persone con un cancro in fase avanzata nella parte posteriore della bocca o della gola che si ripropone dopo la chemioterapia e la radioterapia hanno, infatti, due volte in piu' le probabilita' di essere ancora vive dopo due anni se il tumore e' stato causato dal papillomavirus umano. La scoperta e' di un nuovo studio della Johns Hopkins University che sara' presentato al 2014 Multidisciplinary Head and Neck Cancer Symposium in Arizona. I tumori orofaringei, una volta legati principalmente al fumo pesante, oggi hanno piu' probabilita' di essere causati dall'Hpv, virus che si trasmette in questi casi principalmente attraverso il sesso orale. L'aumento dei cancri alla bocca e alla gola indotti dall'Hpv e' stato attribuito a cambiamenti nei comportamenti sessuali.
L’Hpv (papilloma virus), un virus sessualmente trasmesso che, soprattutto nel suo tipo 16, è in grado di causare l’insorgenza del cancro nei tessuti colpiti, non è il solo fattore di rischio per i tumori al collo e alla testa ma è stato determinato che incide nel 50% dei casi. La maggior parte delle volte l’Hpv scaturisce da rapporti sessuali non protetti e solo in piccola parte si può trasmettere in altre modalità. Al momento siamo ancora in alto mare con i vaccini: non ne esiste uno specifico per l’infezione alla bocca e alla gola, ma viene suggerito di utilizzare lo stesso che viene somministrato per il cancro uterino, in quanto questo tipo di tumore proviene dallo stesso ceppo.
Fino ad ora si era convinti che il sesso orale fosse scatenante per il papilloma virus ma questo è stato smentito dai recenti studi, in quanto la diffusione dell’infezione non si baserebbe sul tipo di rapporto che si ha, ma dal numero di partner sessuali. Una ricerca dell'Ohio State University Comprehensive Cancer Center, pubblicata sul Journal of American Medical Association (Jama), riaccende i riflettori su una di quelle frasi fatte su cui si fa orecchie da mercante, anche perché si ha l’assurda convinzione che il “peggio” capiti sempre agli altri e non ci interessi.                                             fonte (AGI) 

17/02/14

Hpv: i disinfettanti non sono efficaci come proteggersi?

Ancora molto diffuso il virus HPV (papillomavirus) responsabile del 90% delle neoplasie dell'apparato genitale femminile e dei condilomi ano-genitali di entrambi i sessi. 

 

Una recente ricerca ha dimostrato che disinfettanti contro la trasmissione esterna, sono inefficaci. A rischio contagio anche nelle sale operatorie? La ricerca sa ancora poco circa la vulnerabilità del virus.


I disinfettanti comunemente commercializzati ed utilizzati anche nelle sedi ospedaliere non sono in grado di uccidere il papillomavirus umano (Hpv). Un dato che evidenzia la necessita' di strategia alternative per contrastare la trasmissione non sessuale del virus. "Poiche' e' difficile produrre particelle infettate dall'Hpv per la ricerca, si sa ancora poco circa la vulnerabilita' del virus ai disinfettanti", ha spiegato Crai Meyers del Penn State College of Medicine, responsabile dello studio.

Meyers ha collaborato con Richard Robison, esperto di disinfettanti microbici della Brigham Young University. La coppia di ricercatori ha lavorato sull'Hpv16, ceppo specifico responsabile di piu' del sessanta per cento di tutti i tumori associati all'Hpv, e su undici disinfettanti comuni. Dai risultati e' emerso che i disinfettanti disponibili - inclusi quelli chimici utilizzati dai medici per sterilizzare siti e strumenti - non fanno nulla per prevenire la diffusione del papillomavirus. I risultati sono stati pubblicati sul Journal of Antimicrobial Chemotherapy.
La prevenzione migliore è avere rapporti protetti e se ancora nella fascia di età utile,vaccinarsi.
I vaccini anti HPV, somministrati prima dell'esposizione al virus, prevenendo le lesioni genitali precancerose (del collo dell'utero, della vulva e della vagina), di fatto riducono notevolmente la possibilità di sviluppo di neoplasia maligna.
Esistono oltre 130 tipi di virus HPV: i tipi 16 e 18 sono responsabili di oltre il 70% di tutti i tumori del collo dell'utero e i tipi 6 e 11 causano oltre il 90% dei condilomi ano-genitali e pertanto i vaccini sono formulati contro questi ceppi.
Alla fine del 2010, 18 Paesi dell'Unione Europea hanno introdotto la vaccinazione HPV nel calendario vaccinale. 
Il vaccino contro l'HPV viene somministrato per via intramuscolare nella regione deltoidea del braccio (o nell'area anterolaterale superiore della coscia per il vaccino tetravalente) in numero di dosi diverso a seconda dell’età del soggetto e del vaccino usato: in soggetti di età compresa tra i 9 e 14 anni inclusi: 2 dosi per il vaccino bivalente (prima dose al tempo 0 e seconda dopo 6 mesi); 3 dosi per il vaccino quadrivalente (prima dose al tempo 0, seconda dose dopo 2 mesi dalla prima dose, e terza a 6 mesi dalla prima dose); in soggetti di età superiore ai 14 anni: prima dose al tempo 0, seconda dose dopo 1 mese (vaccino bivalente) o 2 mesi (vaccino quadrivalente), dalla prima dose, terza dose dopo 6 mesi dalla prima dose per entrambi i vaccini.
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