Il-Trafiletto
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10/09/14

La gioia di vivere una giornata al positivo

Il momento più bello delle ventiquattro ore della giornata è quando si aprono gli occhi la mattina e ci si sveglia, contemplando il creato che si riveste di luce e di gioia per il nuovo giorno. 


Non importa quanto si è dormito o se si è stanchi, tristi, malinconici, ma si possiede la certezza che abbiamo tutta una giornata davanti, da vivere e da inventare e qualsiasi cosa può accadere, succedere, cambiarci, modificarci e trastullarci,avremo la possibilità comunque di vivere la nostra nuova, unica e buona giornata

Quindi il consiglio è iniziare con un sorriso e guardare al nuovo giorno, come ad un altro dono speciale che ci è stato fatto, un'altra opportunità d'oro per completare quello che non siamo riusciti a finire ieri e provando a pensare ad un’azione positiva da fare lungo tutta la giornata

Non sprechiamola con una falsa partenza, pensando alle solite cose o ai problemi che sicuramente ci saranno e dovremo risolvere personalmente, ma facciamo che il positivo possa lavorare dentro di noi e scavare il solco giusto per seminare, nel nuovo giorno, tante cose belle e propositive, che daranno le giuste risposte, quando saremo chiamati ad affrontare le difficoltà del quotidiano.
Lascia passare il sole della vita

06/08/14

La felicità ed il suo prezzo | Rendi i tuoi acquisti speciali

"La gioia che si prova donando potrebbe essere un aspetto della natura umana". Di recente, sono apparsi in varie città della Spagna dei curiosi bancomat, che erogano pacchetti da 100 euro, prelevabili senza bisogno di carte né di PIN. 

Gli utenti non devono far altro che cliccare su "sì" quando viene loro chiesto se intendono spendere quei soldi a beneficio di altri. Chi si è imbattuto nei misteriosi distributori, ideati da Coca Cola, ha speso l'insperato bottino in una varietà di modi diversi.

Alcune delle buone azioni fatte sono state filmate: un ragazzo ha lasciato un fiammante triciclo rosso sulla porta di casa di un bambino, un altro ha consegnato biglietti per il teatro a una coppia di anziani incontrati al parco. Piccole manifestazioni di generosità, nell'ambito di una nuova campagna di marketing della famosa bevanda il cui slogan è "share happiness", condividi la felicità. Le macchine "dispensatrici di denaro" allestite da Coca Cola ricordano un esperimento che abbiamo condotto diversi anni fa. Come un bancomat personificato, la nostra dottoranda Lara Aknin doveva fermare i passanti a Vancouver, in Canada, e offrire loro 5 o 20 dollari, da spendere entro la giornata metà dei beneficiari è stato chiesto di spendere la somma a vantaggio di altri all'altra metà per se stessi.
"La gioia che si prova donando
potrebbe essere un aspetto
della natura umana"

Quella sere abbiamo contattato tutti i partecipanti per sapere come era andata: ebbene, quelli che avevano speso il denaro per altre persone hanno riferito di sentirsi significativamente più felici di chi aveva comprato qualcosa per sé. Certo, non capita spesso di incontra un bancomat o una studentessa che elargiscono denaro. Ma la ricerca dice che, anche quando si tratta di denaro faticosamente guadagnato, spendere per gli altri rende felici. La sensazione benessere che deriva dall'atto di donare viene percepita perfino nei Paesi più poveri, dove molti hanno difficoltà a soddisfare anche i propri bisogni primari. Esaminando dati provenienti dal sonda mondiale WIN-Gallup International, abbiamo scoperto che, globalmente, gli individui che hanno versato somme per scopi benefici risultano più felici sia nei paesi più ricchi che in quelli emergenti.

La gioia che si prova donando, dunque, potrebbe essere un tratto fondamentale della natura umana.(science)

18/04/14

Le pratiche spirituali fanno bene o fanno male?

È vero che è stato dimostrato che le pratiche spirituali reprimono la libertà individuale e quindi finiscono per togliere la gioia della vita e accorciarla? 

Molte voci che circolano sulla spiritualità si basano su luoghi comuni che non hanno nessun fondamento. Naturalmente è vero che ci possono essere modi patologici di vivere la spiritualità, a causa di dimensioni psicologiche squilibrate. Del resto questo si verifica per qualsiasi altro campo, da quello culturale a quello politico, dove i fanatismi e gli estremismi intolleranti ne sono esempio concreto. Per dare una risposta a questa domanda ci si deve affidare a studi e ricerche scientifiche. Nel 1997 è stato pubblicato un ottimo studio di William J. Strawbridge e collaboratori su 6.928 persone della Alameda County, Califomia, durato 28 anni, e focalizzato sugli indici di mortalità in relazione alla frequentazione di servizi religiosi. I risultati indicano che le persone che frequentavano regolarmente i servizi religiosi (almeno una volta a settimana) avevano un indice di mortalità del 36 per cento inferiore a coloro che li frequentavano meno.

Perfino dopo che i dati sono stati aggiustati statisticamente per tenere conto di fattori come l'età, il sesso, l'istruzione, lo stato di salute, il supporto sociale ecc., il fattore «frequentazione di servizi religiosi» risultò confermato. La religiosità negli Stati Uniti viene vissuta mediamente in modo meno formale e più interattivo, perché la cultura protestante favorisce un'atmosfera improntata alla condivisione. Ma anche in Italia, in ambiente cattolico, la tendenza alla condivisione si sta allargando. Ma che cosa significa in pratica tutto questo? Vuoi dire che vivere in contatto con altre persone la dimensione religiosa autentica, con interazioni e condivisioni, allunga la nostra vita in modo significativo?. Numerosi altri studi sull'isolamento indicano che quanto più siamo soli, tanto meno lunga è la vita e di qualità peggiore. Sembra quindi che il bisogno estremo di aggregazione che i giovani oggi segnalano, vada in questa direzione. Anche se l'esperienza religiosa attiva riguarda solo una piccola parte di essi. Purtroppo il bisogno di "fare gruppo" che è insito in ognuno di noi, ci spinge ad aderire a gruppi insani che ci promettono benessere, per poi asservirci ad un capo karismatico che approfitta di noi, psicologicamente, finanziariamente e purtroppo anche a volte fisicamente. Facciamo attenzione sono tanti i manipolatori di menti, specialmente se bisognose di affetto.

COME ORIENTARSI FRA LE VARIE PROPOSTE DI GRUPPO
  1. Prima di aggregarsi a un gruppo, religioso, di supporto o di altra natura, è fondamentale documentarsi sulle idee di base che hanno contribuito a formarlo.
  2. Chiedere quali sono gli attuali obiettivi che il gruppo intende raggiungere e con quali mezzi.
  3. Verificare che questi obiettivi e metodi rispondano a un proprio orientamento di fondo .
  4. Verificare che l'atmosfera in cui il gruppo vive sia improntata su sentimenti positivi e costruttivi e non si basi invece su una contrapposizione polemica ad altri gruppi o idee.
  5. Accertarsi che i membri del gruppo siano capaci di autentica solidarietà e vivano quello che predicano, almeno in buona parte.
  6. Cercare di capire se il gruppo ha un buon grado di capacità autocritica.
  7. Osservare i leader, designati o spontanei, del gruppo, per identificare eventuali esagerate attenzioni concentrate su di loro.
  8. Non affidarsi mai totalmente alla coscienza altrui, ma mantenere sempre attiva la capacità critica, senza per questo arrivare alla diffidenza cronica

22/01/14

Sposati nel 1932, oltre 81 anni di matrimonio. E’ americana la coppia più longeva del mondo.

Vive nel ,Connecticut, Stati Uniti la coppia più longeva del mondo, un matrimonio che dura da ben 81 anni. Johan e Ann Betar si sono sposati il 25 novembre 1932, sono quindi andati ben oltre le nozze di platino. John ha la bellezza di 101 anni (anche se non li dimostra affatto!) e Ann 97. Il loro amore è sbocciato da ragazzini e non è stato privo di travagli: i genitori di Ann avevano promesso la giovane sposa ad un altro pretendente, ma pur di stare insieme a John decisero di scappare. In quell’anno il Presidente John Fitzgerald Kennedy era ancora uno studente,
era ancora in corso la grande depressione del ’29 e il film King Kong doveva ancora uscire. John e Ann hanno visto alternarsi ben 14 presidenti degli Stati Uniti, da quando, all’epoca, nel 1932, era in carica Herbert Hoover.

Ovviamente i due nonni non sono soli: hanno infatti l’affetto di una grandissima famiglia, composta da cinque figli, 14 nipoti e 16 pronipoti. Di sicuro non soffrono mai di solitudine! Ma qual è il segreto di un amore così duraturo? “Vivere nella gioia – ha affermato John – senza andare oltre i nostri mezzi”. Che, in questi tempi di crisi, sembra una sacrosanta verità! Nel giorno di San Valentino, a Fairfiled, sarà riconosciuto il loro record negli Stati Uniti, e forse nel mondo, di coppia più longeva. L’anno scorso fu premiata una coppia di Las Vegas, che aveva compiuto ben 78 anni di matrimonio. Ma, stavolta, John e Ann sembrano essere i vincitori.

26/10/13

Educare alla gioia, all'amicizia e alla condivisione (il racconto del grappolo d'uva)

Quando si impara l’arte del condividere, del dare tutto noi stessi, si e’ davvero felici e ogni cosa che doni con questo spirito rende sempre la tua giornata e il tuo cuore pieno di felicita’ e di gioia.
A questo proposito vi voglio lasciare un racconto che puo' farci riflettere e anche se lo conosciamo rileggiamolo attentamente vedrete che arriverete in fondo avendo uno slancio, un qualcosa da fare anche oggi per chi ci sta vicino.
Un giorno, un contadino si presentò alla porta di un convento e bussò energicamente.
Quando il frate portinaio aprì la porta di quercia, il contadino gli mostrò, sorridendo, un magnifico grappolo d’uva.
"Frate Portinaio", disse il contadino, "sai a chi voglio regalare questo grappolo d’uva che è il più bello della mia vigna?".
Uva della gioia, dell'amicizia, della condivisione
 "Forse all’abate o a qualche padre del convento".
"No, a te!".
"A me?".
Il frate portinaio arrossì tutto per la gioia. "Lo vuoi dare proprio a me?".
"Certo, perchè mi hai sempre trattato con amicizia e mi hai aiutato quando te lo chiedevo.
Voglio che questo grappolo d’uva ti dia un po’ di gioia".
La gioia semplice e schietta che vedeva sul volto del frate portinaio illuminava anche lui.
Il frate portinaio mise il grappolo d’uva bene in vista e lo rimirò per tutta la mattina.
Era veramente un grappolo stupendo.
Ad un certo punto gli venne un’idea: "Perchè non porto questo grappolo all’abate per dare un po’ di gioia anche a lui?".
Prese il grappolo e lo portò all’abate.
L’abate ne fu sinceramente felice.
Ma si ricordò che c’era nel convento un vecchio frate ammalato e pensò: "Porterò a lui il grappolo, così si solleverà un poco".
Così il grappolo d’uva emigrò di nuovo. Ma non rimase a lungo nella cella del frate ammalato.
Costui pensò, infatti che il grappolo avrebbe fatto la gioia del frate cuoco, che passava le giornate a sudare sui fornelli, e glielo mandò.
Ma il frate cuoco lo diede al frate sacrestano (per dare un po’ di gioia anche a lui), questi lo portò al frate più giovane del convento, che lo portò ad un altro, che pensò bene di darlo ad un altro.
Finchè, di frate in frate, il grappolo d’uva tornò al frate portinaio (per portargli un po’ di gioia).
Così fu chiuso il cerchio. Un cerchio di gioia, di condivisione, di amore.
Facciamoci promotori di tanti cerchi della gioia, cambieremo il mondo.




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