Il-Trafiletto
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15/11/14

la strage che arriva dall'alcool

Ben nota è la diffusione dell’alcool nel mondo, meno note sono le conseguenze di questo flagello L’Italia è uno dei cinque paesi maggiori consumatori di alcolici e ogni anno muoiono, a causa dell’alcool, migliaia di persone, di cui una su tre in incidenti stradali. Tra l’altro dipendono dall’abuso di alcool, anche casi di omicidio, di violenza, incidenti sul lavoro, dove l’alcolizzato ne è o vittima o responsabile.


Il problema dell’alcolismo è diventato davvero preoccupante, per una sempre maggiore diffusione del fenomeno tra i giovani. Si temono tanto gli effetti degli stupefacenti, ma, senza volerli denigrare, pochi si rendono conto della pericolosità dell’alcool. A fronte della gravità del fenomeno, si ha la mancanza di statistiche e di strumenti legislativi adeguati. Gli unici dati disponibili vengono, di volta in volta, da sporadiche e limitate ricerche, che non rendono la gravità del fenomeno. Negli altri paesi europei, sono già in vigore da decenni, leggi a livello sanitario per la prevenzione e la cura dell’alcolismo.

Per rompere questo immobilismo nacque a Roma nel 1972 la prima associazione alcolisti anonimi, che pian piano si è diffusa in tutt’Italia. Sull’onda di tale successo i media iniziarono ad interessarsi sempre più all’associazione, fino a raggiungere il loro obbiettivo, portare alla ribalta il fenomeno dell’alcolismo. In Italia da allora si sono fatti alcuni passi avanti, sia a livello sanitario che giuridico, ma restano ben lontano dal risolvere il problema, se mai esso potrà essere risolto.

Soprattutto dal punto di vista sanitario, l’alcol causa lentamente ed inesorabilmente danni psicofisici e dipendenza, danneggia le fondamentali funzioni del fegato, intorpidisce e altera la circolazione provocando danni irreversibili al cervello. Dopo l’iniziale euforia finisce per far cadere in uno stato semidepressivo, nelle donne in stato interessante può portare alla denutrizione e ad una conseguente malformazione del feto, o addirittura ad un aborto spontaneo.

Non voglio demonizzare il vino a pranzo o il bicchierino al bar con gli amici, di cui si può e si deve senz’altro godere, ma non sarebbe male se in materia ognuno di noi avesse maggiore responsabilità.

05/10/14

Bambino cinese alcolizzato a due anni

Purtroppo ci sono genitori che nell'educare i figli non tengono conto di ciò che potrebbe accadere in futuro nella vita del bambino. Infatti ad un famiglia cinese è accaduto un gran brutto inconveniente. Il loro figlio Cheng Cheng ha il poco invidiabile primato di essere l’alcolizzato più giovane del mondo, alla tenera età di due anni.

Quando Cheng Cheng aveva 10 mesi, piangeva spesso, e suo padre, molto candidamente gli metteva in bocca bastoncini imbevuti nel vino per farlo smettere di piangere. Ma Cheng Cheng col tempo  ha iniziato a consumare alcolici in quantità crescente. Molto scioccamente i genitori e i familiari del bambino, che vive nell’est della Cina, consideravano la cosa buffa: trovavano divertente che si bevesse un’intera bottiglia di birra senza effetti collaterali, limitandosi a svuotarla e a chiederne ancora.

Cheng Cheng
immagine presa dal web
Dato che il fatto era piuttosto inconsueto,  la storia è uscita dalle mura domestiche, la famiglia è stata pesantemente criticata per avere incoraggiato un tale comportamento da parte del bambino: i pediatri hanno sottolineato la pericolosità di assumere alcool (ed in grandi quantità) per un corpo i cui organi non sono ancora del tutto sviluppati. La famiglia sembra avere capito la sconsideratezza del proprio comportamento sotto la pressione pubblica e la minaccia di conseguenze legali e di perdere la patria potestà sul figlio, ma togliere ad un bambino di due anni qualcosa che desidera “è un incubo”, specie senza terapie appropriate, e sembra che i genitori gli diano ancora vino o birra quando inizia le sue scenate: “A volte fa veramente tanto rumore, e non abbiamo altra scelta che dargli un po’ di vino. I suoi occhi sono sempre sulle bottiglie di alcolici”.




30/04/14

Togliamo la "bottiglia" ai giovani

In Europa il consumo di alcolici è tra le principali cause di morte nelle nuove generazioni. Ma sponsor e pubblicità fanno credere il contrario. L'alcol uccide più della droga. 

Un milione e mezzo di alcolisti ne abusano ogni giorno, tre milioni e mezzo ne consumano troppe volte in un mese. Cinque milioni di italiani sono prigionieri della bottiglia, fra questi si trovano soprattutto i giovani che per scappare alla pressione o alla noia della vita quotidiana, sono vittime spesso di «polidipendenze », alcol e pasticche, alcol ed eroina o cocaina. Negli StatiUniti i giovani, sballottati tra il permissivismo liberale e il puritanesimo bacchettene, si attaccano al «six pack», la confezione di sei lattine, la dose normale per la sera.il consumo è rigorosamente «unisex». Non c'è avvenimento sportivo o concerto rock che non sia avvolto dalla spuma della birra che associa l'emozione del gioco o delle vibrazioni musicali al bicchiere.
immagine pres dal web
 L'alcol, e non la cocaina, non il crak, non l'eroina, non le armi, i coltelli, le malattie, è la prima causa di morte per la gioventù americana fra i 15 e i 24 anni... Eppure viene ancora glorificato ed esaltato dalle pubblicità più belle e attraenti. Anche le ultime programmazioni pubblicitarie che annunciano i mondiali, sono sponsorizzate da marchi di bevande alcoliche. Un controsenso visto che poi si devono prendere misure preventive per non fare entrare bottiglie e alcol negli stadi. Occorre rafforzare le misure per proteggere i giovani dalla promozione e dalla sponsorizzazione delle bevande alcoliche. Tutelare le fasce più deboli della società per impedire che diventino il facile target per produttori e commercianti preoccupati solo di aumentare gli introiti. L'offerta del prodotto dovrebbe passare attraverso una regolamentazione d'accesso, un'età minima per il consumo e la cornmercializzazione. il prezzo stesso delle bevande alcoliche ha un'incidenza sul consumo dei minori. Protezione e sostegno dovrebbero essere forniti agli adolescenti i cui genitori o altri membri della famiglia siano alcoldipendenti o abbiano problemi con l'alcol
EDUCAZIONE. È necessaria una maggiore sensibilizzazione sugli effetti dell'alcol. Occorre elaborare dei programmi di promozione della salute, con una particolare enfasi sul problema dell'alcol, nelle classi delle scuole medie inferiori e superiori, nei posti di lavoro, presso le organizzazioni e le associazioni giovanili. Questi programmi dovrebbero coinvolgere anche i genitori, gli insegnanti così come i responsabili dei giovani che hanno il compito di formare e orientare le giovani generazioni nelle scelte e nelle attitudini utili nella vita, per aiutarli a fronteggiare meglio le pressioni sociali e a gestire nel modo migliore i rischi. Ma ogni educazione non sarà mai a senso unico, infatti per essere efficace bisogna coinvolgere i giovani stessi nell'elaborazione delle politiche per la salute, sviluppando in questo modo il loro senso di responsabilità.
ALTERNATIVE. Occorre inoltre costruire nuovi ambienti sociali che favoriscano le alternative al consumo di alcol. Anche in questo caso ha un ruolo determinante la famiglia per promuovere un nuovo stile di vita, per sviluppare delle soluzioni che tenderanno a non ricorrere più alle bevande alcoliche per superare una crisi affettiva, un conflitto sul lavoro, la crisi adolescenziale, ecc.

 "Il vino fa buon sangue" è la verità? Non esiste un consenso scientifico sulla relazione tra riduzione del rischio di insorgenza dell'ischemia cardiaca e consumo moderato di vino. Non è scientificamente provato che bere un bicchiere di vino rosso ai pasti possa prevenire le malattie cardiache. La sostanza che combatte i radicali liberi e svolge un'azione antiossidante è il resveratrolo che appartiene a un ampio gruppo di composti chimici contenuti nel vino e nelle bevande alcoliche che derivano propriamente dall'uva, ma questa sostanza appattiene alla grande famiglia dei flavonoidi (noti anche come polifenoli) che riducono l'adesività delle piastrine, rendono più fluido il sangue ed evitano, così, la formazione di trombi, ma queste stesse sostanze si possono trovare anche nella frutta e nella verdura. Perché allora non preferire queste ultime?
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